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Atrio

Messaggioda Kayleen » 15/10/2012, 22:59

Mancavano ancora una ventina di minuti all'inizio della lezione di pozioni, poteva trattenersi ancora un po' lì nell'atrio, in compagnia di quelle due ragazzine sconosciute. Non aveva inoltre motivo di arrivare nei sotterranei in anticipo, anche perchè nell'ora che sarebbe seguita quasi sicuramente non ci sarebbe stato nulla da preparare in anticipo.
Poggiò quindi il borsone di tela colorata ai suoi piedi, stando ben attenta a farlo con delicatezza: se l'avesse fatto troppo forte, probabilmente gli oggetti all'interno si sarebbero rotti. Tra questi, il primo sarebbe stato sicuramente il calamaio con l'inchiostro, ed il secondo, ancora più importante, la bacchetta magica, che se ne stava ben custodita nel solito astuccetto di velluto rosso.

No, in effetti hai ragione. Un po' disorientata lo sono, appena al primo anno...... e questo posto è così... diverso...
Di nuovo, la prima a rispondere fu la Corvonero; l'altra bambina si era fatta del tutto silente e lei non stette ad insistere. Si concentrò esclusivamente su Emma Kathrine.

Oh non ti preoccupare, è più che normale!
Fu la sua prima risposta, accompagnando le sue parole ad un gesto della mano destra, che stava cercando di minimizzare il tutto. Ci aveva azzeccato riguardo alla loro età: erano primine e molto probabilmente, come era successo a lei dodici mesi fa, non avevano mai sentito parlare di Hogwarts. Questo per lo meno lo aveva potuto dedurre dalle parole della Raven.

Io ci ho messo mesi ad abituarmici.. Forse ancora non mi ci sono abituata del tutto.
Questo castello è ogni giorno una sorpresa diversa.

Questo intenzionalmente sarebbe dovuto essere un incoraggiamento, ma forse suonava in modo diverso.
La sua frase poteva forse anche essere intesa come "Arrenditi, ti sentirai sempre confusa tra queste mura di pietra".
Tuttavia lei non pensò neanche ad una tale eventualità, ma se la ragazzina si fosse rivelata un tipo pessimista una frase del genere sarebbe stata decisamente da scartare.

Rimase in silenzio nel momento in cui la Corvetta chiuse il libro, quindi accettò di buon grado la sua mano tesa per presentarsi. La strinse con convinzione, ricambiando il sorriso, e sciolse la presa dopo un paio di secondi.
Emma Kathrine Keyns,Corvonero, primo anno.

Molto piacere!
Esclamò con sincerità, pronta a partire con la conoscenza di quella nuova compagna di "avventura".

Allora.. Deduco che nessuno ti abbia mai preparato a tutto questo..
Allargò le braccia, cercando di andando a comprendere metaforicamente in quell'abbraccio tutto il castello.

Andò quindi a sedersi, accanto ad Emma, dal lato opposto della panca rispetto al punto in cui era seduta Gaia.
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Messaggioda Emma Kathrine » 17/10/2012, 17:56

Oh non ti preoccupare, è più che normale!
Io ci ho messo mesi ad abituarmici.. Forse ancora non mi ci sono abituata del tutto. Questo castello è ogni giorno una sorpresa diversa.


Disse la Grirondoro, Kayleen. Emma fu davvero sollevata che la ragazza capisse il suo smarrimento. Provenendo da una realtà babbana era tutto così.... grande..... quasi immenso. Era davvero complicato distaccarsi dalle leggi che fin a quel momento avevano regolato la sua vita.

Molto piacere!

Affermò poi la Grifetta, stringendole la mano.

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Allora.. Deduco che nessuno ti abbia mai preparato a tutto questo..

Kayleen allargò le braccia.

Be'.... onestamente no.... sai com'è...

Emma si bloccò un attimo, incerta se continuare o no la frase. Ma poi decise che la ragazza sembrava una tipa apposto.

... tra l' altro io sono una natababbana, perciò non avrei mai potuto neanche immaginare qualcosa di simile.
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Messaggioda Kayleen » 20/10/2012, 17:57

La situazione in cui versava Emma Kathrine lei la capiva benissimo. Ci era passata, esattamente dodici mesi fa, e ancora certe volte si sentiva fuori posto in quel mondo magico che ancora non le apparteneva del tutto. Fu per questo forse che provò un'istantanea simpatia per quella primina: in lei si rivedeva, rivedeva una Kayleen alle sue prime armi con il mondo della magia, una Kayleen che, soprattutto all'inizio dell'anno scolastico, faticava a farsi spazio tra i corridoio della scuola e le sue scale in continuo movimento.

Be'.... onestamente no.... sai com'è...

No, nessuno aveva preparato la Corvetta a quello che avrebbe trovato ad Hogwarts.
Come si poteva del resto farlo? Chi gliene avrebbe potuto parlare?
I babbani sono babbani, nessuno di loro è a conoscenza della sua magia.

Neppure io ero preparata, sai?
La interruppe, prima che lei potesse finire la frase.
Quando è arrivato il gufo con la lettera di ammissione, i miei genitori credevano che quel volatile avesse scelto la nostra casa di Nevern come suo rifugio!
Le venne da ridere, al pensiero di quanto erano stati ingenui i suoi a credere davvero ad una cosa del genere. Ma come potevano immaginare che la loro seconda figlia era una.. Strega?
A suo fratello maggiore non era accaduto nulla del genere, o forse gli era accaduto e lei era stata tenuta all'oscuro della cosa.
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... tra l' altro io sono una natababbana, perciò non avrei mai potuto neanche immaginare qualcosa di simile.

Non sei l'unica, siamo in molti qui al Castello!
La rassicurò, percependo appena l'imbarazzo che lei poteva provare per quel suo status.
Anche io sono una natababbana!
Continuò, auto-indicandosi con il dito indice della mano destra puntato al petto.

Di dove sei?
Chiese infine, con tutta l'intenzione di sapere qualcosa in più di lei e magari aiutarla anche a sciogliersi un po'.
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Messaggioda Caroline Priscilla » 22/10/2012, 23:03

[Atrio - Martedì pomeriggio - Ore 18:25]


Quello stupido! Quell'idiota! Quel mammifero spinnato! Quel...quel...oooh per la barba di Merlino, giuro che non appena lo prendo lo affatturo!

La bambina girava nervosamente avanti e indietro, in un circolo senza fine, mentre attendeva l'arrivo dell'amico Jorge Alvares, continuando ad alimentare la propria rabbia nei suoi confronti. Diede un'occhiata all'orologio: mancavano cinque minuti all'ora fissata per l'appuntamento, ma la piccola non riusciva a darsi pace: sentiva ribollire in sè tutta la rabbia e la frustrazione in cui l'aveva gettata il Delfino quando l'aveva mollata davanti all'ufficio della Bennet senza darle spiegazioni. Se ne era semplicemente andato, ferito, incavolato, demoralizzato da quell'incontro, questo la tassetta non lo sapeva. E il non saperlo la mandava in bestia: si era preoccupata per il fratellino e come la ripagava lui? Non facendosi sentire nè vedere per quasi un'intera settimana! Un'intera settimana! E poi c'era anche la questione della profezia...la bambina rabbrividì al suo pensiero, stringendosi ancora di più nel cappotto autunnale che si era portata dietro, messo sopra la divisa scolastica. La prima persona a cui aveva pensato per confidarsi su quanto avvenuto nell'ufficio di Tisifone era stata proprio lui...ma chissà, forse al delfino non sarebbe importato nulla, visto come si era comportato. Cappie era furiosa e voleva delle spiegazioni. Subito.
Continuò a lanciare occhiate da una parte e dall'altra, guardando torva tutte le persone che osavano soffermare il proprio sguardo su di lei. La bacchetta era stretta nella mano destra, mentre la piccola Tassorosso la sentiva prudere dalla voglia di usarla sul delfino per lanciargli qualche incantesimo. Ma il suo era solo un desiderio dettato dalla rabbia: non avrebbe mai fatto del male al suo migliore amico, nè ora nè mai. Be'...tranne quando dimostrava poco buon senso. E in quel caso esistevano sempre i pugni babbani.
La giovane strega sbuffò, incrociando le braccia sul petto e mostrando sul suo viso un'espressione imbronciata. Lo avrebbe accolto in quel modo, la tassetta, attendendo le scuse, che a lei parevano ovvie, dell'amico e allora, solo allora, avrebbe fatto pace con lui. In caso contrario,invece, avrebbe sfogato tutta la sua rabbia sulle povere orecchie di Jorge...


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Spoiler:
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Ok, noi abbiamo iniziato la nostra role dove parliamo un po' del più e del meno. Se ti va puoi seguirla fino a quando non arriva il tuo momento di inserirti all'interno della giocata ^-^
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Messaggioda Jorge » 23/10/2012, 14:35

[Sala Comune dei Delfiniazzurri ore 18.00]


Stava comodamente sdraiato sul pavimento della sua Sala Comune con il libro di Astronomia aperto davanti e una pergamena semi scarabbocchiata alla sua sinistra nel tentativo di finire quella lunghissima ricerca su Sheliak e Vega.

Ma la mia Prefetta Perfetta non poteva scegliere un altro nome? Sono sicuro che è stata un'idea di quell'ossigenato...

Borbottava di tanto in tanto, agitando la mano destra in aria per cercare di recuperarne l'uso dopo i chilometri che aveva dovuto scrivere sulle nane bianche. Il portoghese infatti era ambidestro cioè capace di scrivere con entrambe le mani, capacità che aveva sviluppato da piccolo osservando la madre fare tutto con la sinistra e che nella scuola babbana che aveva frequentato, avevano incentivato invece che correggere.

Ehi ma perché non state un pò attenti ai vostri animali? - esclamò a un tratto, sentendo qualcosa zampettargli sulla schiena e provando a cacciarlo via con una piuma.

Ahi ... Che modi.

Si lamentò quando l'animale, o meglio il gufo, lo beccò sulla testa per poi sollevarsi dalla sua schiena e posarsi sopra il suo libro.

Cerchi me? - gli chiese, massaggiandosi la parte lesa, occhieggiando curioso e un tantino emozionato la pergamena che aveva legata alla zampetta.- Io la prendo ma tu non farmi male.

Il gufo non appena fu liberato dal peso della missiva volò via lasciando il Delfino a rigirarsi la pergamena tra le mani e a ipotizzare su chi potesse essere il mittente.

Forse è un invito della mia Ninfa.

Pensò mentre un'aria da ebete sognante gli si dipingeva in viso, che si tramutò in un'espressione di disappunto quando ne lesse il contenuto.

Io e te dobbiamo parlare. Subito. Non ammetto repliche, sei nei guai fino al collo signor Alvares. Vedi di farti trovare PUNTUALE alle 18:30 nell'Atrio del castello.
Ti aspetto


Megalomane

Commentò quando, giunto alla fine del messaggio, si accorse che non era firmato. Non che avesse avuto bisogno di vedere il nome del Tornado scritto in calce per comprendere che glielo aveva mandato lei.

Ma che diavolo vuole? E soprattutto come ha fatto a scoprire che

Già, di quali delle sue innumerevoli marachelle Caroline Priscilla era venuta a conoscenza per renderla così furiosa con lui? Con un gesto secco chiuse il tomo di Astronomia con dentro la pergamena di appunti che aveva preso e, infilato tutto nella sua borsa, si diresse verso l’uscita della Sala Comune, convinto di avere tutto il tempo di questo mondo per poter raggiungere Cappie in orario.


[Atrio – ore 18.40]


Dannate scale… vi odio, vi odio…

Imprecava Jorge mentre attraversava il pianterreno con passo affrettato ma senza correre, giusto per non farsi riprendere anche da qualche Professore, visto che di sicuro gli sarebbe toccato una sfuriata da parte della sua sorellina per il mega ritardo con cui si stava presentando all’appuntamento.

Eccomi.

Esclamò quindi, una volta giunto nell’Atrio, a voce così alta che in molti si voltarono a guardarlo, storcendo il naso per il modo poco ortodosso con cui indossava la divisa scolastica, la camicia fuori dai pantaloni e le maniche arrotolate sopra la giacca, per non parlare della cravatta semi slacciata.

Cosa è accaduto? – chiese subito, ignorando l’espressione imbronciata dell’altra e tenendosi sul vago, giusto per non tirarsi la classica zappa babbana sui piedi dicendo cose che la tassetta non sapeva. – E non te la prendere con me se sono in ritardo… il tuo gufo è arrivato tardi e poi le scale mi hanno boicottato… forse è un segno del destino… dovrei chiederlo alla Samyliak.

E questa volta fu suo il turno di parlare a macchinetta cercando di premunirsi e avere la possibilità di dire la sua prima che l’altra partisse in quarta.
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Messaggioda Caroline Priscilla » 23/10/2012, 17:27

[Atrio - Martedì pomeriggio - Ore 18:30]


L'orario dell'appuntamento era infine giunto. La tassetta poggiava la schiena contro una parete, sorreggendosi in quel modo, lo sguardo ancora imbronciato e le braccia conserte. Ma di Jorge nemmeno l'ombra.

Forse non ha ricevuto il mio messaggio...ma no, che vado a pensare! E' impossibile!

Pensò la piccola, continuando a guardare l'orologio nuovo di zecca, e chiedendosi perchè il delfino non si fosse ancora presentato. Le lancette scorrevano inesorabili...18:32....18:34...18:36...che l'amico avesse deciso di darle buca? In quel caso, lo avrebbe trasformato in un pesce rosso e lo avrebbe dato in pasto alla Piovra Gigante. Chissà se l'animale mangiava pesciolini rossi, poi? Sicuramente avrebbe trovato Jorge molto appetitoso...

Finalmente alle 18:40 lo vide arrivare di corsa e con la divisa completamente sgualcita e disordinata...come lui del resto. La piccola tuttavia era troppo arrabbiata per poterlo accogliere con un sorriso, rimaneva semplicemente lì ferma a guardarlo, immusonita e con le braccia incrociate sul petto, nella stessa identica posizione di dieci minuti prima.

Eccomi.
Cosa è accaduto? E non te la prendere con me se sono in ritardo… il tuo gufo è arrivato tardi e poi le scale mi hanno boicottato… forse è un segno del destino… dovrei chiederlo alla Samyliak.


La giovane strega rimase in silenzio, attendendo tranquillamente (solo in apparenza) che l'amico finisse di parlare. Ascoltò con attenzione le sue scuse e al nome della Samyliak i suoi occhi ebbero un guizzo, l'unico segno che la bambina stesse ascoltando il discorso del ragazzo. Alla fine, una volta concluso, si spostò leggermente dalla sua posizione iniziale, rimanendo con le braccia incrociate al petto e guardandolo negli occhi, mentre un sorriso ironico si disegnò sulle sue labbra.

Spoiler:
[yt]http://www.youtube.com/watch?v=rWf2XT9wxOE[/yt]


Capisco, avrei dovuto inviarti il gufo molto prima...- disse tranquillamente. La calma prima della tempesta.- E naturalmente so perfettamente che le scale sono molto dispettose...- continuò, facendo qualche passo verso il delfino, sciogliendo finalmente le braccia e tenendole rigide attaccate ai fianchi -Naturalmente, la Samyliak si sta specializzando nel predire destini...soprattutto di morte...- parlava con calma, come se niente fosse, qualcosa che avrebbe dovuto allarmare ancora di più il giovane mago. Alla fine l'espressione di finta condiscendenza e ironia sparì dal volto della ragazzina, lasciando il posto ad un cipiglio severo e arrabbiato, mentre la piccola prendeva la carica per riversare tutta la frustrazione e la preoccupazione di quei giorni.

Sei un idiota! Come hai potuto arrivare così tardi? Si certo, ora ilo mio gufo è arrivato in ritardo e tu non sei potuto partire prima! E non mi parlare della Divinante Pazza, ne ho abbastanza di Divinazione anzi, se fosse per me smetterei di seguirla! E poi come osi presentarti qui senza neanche chiedere scusa e non parlo solo del ritardo! Hai idea di quanto tu mi abbia fatto stare in pensiero dopo che te ne sei andato in quel modo! Pensavo che avresti cruciato qualche povero malcapitato o peggio che ti saresti messo nei guai fino al collo e non avrei potuto aiutarti! E poi certo, lasciamo la tua sorellina da sola senza neanche salutarla! Te ne sei andato e sei sparito per tutti questi giorni, non mi hai neanche fatto sapere come stavi e io che mi preoccupavo per te, pensavo di vederti triste, arrabbiato, offeso, invece sembri tranquillo e sereno, come se nulla fosse successo! Be', c'è una cosa che devi sapere, non ti azzardare a comportarti mai più in questo modo, o almeno fammelo presente quando non vuoi parlarmi! Sarò pure chiacchierona ma so quando devo stare zitta! E non provare a non prendermi sul serio o ti ritroverai la faccia piena di foruncoli!

Aveva buttato fuori tutto quello che si era tenuta dentro in quel periodo, con un ritmo che rassomigliava quello di un violino impazzito. Gli studenti presenti nell'Atrio lanciarono sguardi scandalizzati nei confronti della tassetta, rimanendo sbalorditi dalla sua capacità di parlare senza riprendere fiato. Alcune studentesse più grandi ridacchiarono verso la sua direzione, ma la piccola non ci badò minimamente. Era scossa, agitata e letteralmente senza fiato, come se avesse corso una maratona lunga chilometri. Aveva stretto le mani a pugno ma, dopo il suo sfogo, le sentì molto più rilassate. Si sistemò una ciocca di capelli dietro l'orecchio e riprese ad incrociare le braccia sul petto, sul volto sempre un'espressione accigliata.

Insomma...vuoi spiegarmi perchè sei scappato dopo l'incontro con la Bennet?

Chiese infine più calma, guardandolo di sottecchi e attendendo la sua risposta. Per il momento sembrava che la tassetta non avrebbe avuto altri scoppi di rabbia inconsulta...


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Messaggioda Jorge » 24/10/2012, 13:08

Era giunto in ritardo, completamente in disordine e aveva messo le mani avanti accampando una serie di scuse dopo l'altra tutte totalmente vere visto che il gufo si era appollaiato sulla sua testa solo alle 18 del pomeriggio. Che poi lei lo avesse mandato prima ma nessuno su alla Torre dei Delfini si era premunito di farlo entrare per evitare gli spifferi quello di certo non poteva essere considerato un errore suo.
Il fatto che Caroline Priscilla lo lasciasse parlare così a ruota libera, senza provare neanche una volta a interromperlo, gli parve strano ma lì per lì non gli diede molta importanza, riuscendo quindi a portare a termine il suo discorso fino in fondo. L'avvisaglia della tempesta che stava per abbattersi su di lui, il portoghese la ebbe fin da quando vide spuntare un sorrisetto ironico sulle labbra della tassetta. Cappie poteva essere molte cose, a parere suo, ma di sicuro ironica non rientrava nei principali aggettivi che avrebbe usato per descriverla.

Capisco, avrei dovuto inviarti il gufo molto prima...

Invece di sentirsi sollevato per quella sorta di ammissione di colpa da parte dell'altra, Jorge fece prudentemente un passo indietro, aggrottando le sopracciglia come se non riuscisse a comprendere il senso ultimo delle semplici parole che la sua sorellina stava pronunciando.

E naturalmente so perfettamente che le scale sono molto dispettose...

Altri tre passi indietro, per cercare di recuperare la distanza che Cappie aveva accorciato staccandosi dal muro e avanzando verso di lui.

Naturalmente, la Samyliak si sta specializzando nel predire destini...soprattutto di morte...

Morte? Morte di chi? E quando?

Si azzardò a chiedere un filino preoccupato non tanto per la possibilità che la zingara, come aveva preso a chiamarla anche lui, potesse davvero predire la morte di qualcuno ma perchè quello stato di quiete e calma da parte della Tassorosso iniziava a diventare davvero inquietante.

Chi sei tu? - si risolse quindi a dire - Hai rubato la Polisucco alla Bennet, confessa.

Rincarò, convinto che quella che si trovava davanti non poteva essere davvero la sua sorellina.

Sei un idiota!

Ok... sei davvero tu!

Esclamò visibilmente sollevato non appena gli argini vennero rotti e la ragazzina iniziò a parlare senza interrompersi neanche un secondo per riprendere fiato.

Forse userà un incantesimo per respirare con le orecchie..


Si disse, spostandosi lateralmente in modo da potersi mettere comodo con la schiena appoggiata alla parete ma senza distogliere lo sguardo da Cappie temendo che, sconvolta com'era potesse lanciargli qualche fattura se si permetteva ad abbassare lo sguardo.

Come hai potuto arrivare così tardi? Si certo, ora ilo mio gufo è arrivato in ritardo e tu non sei potuto partire prima! E non mi parlare della Divinante Pazza, ne ho abbastanza di Divinazione anzi, se fosse per me smetterei di seguirla! E poi come osi presentarti qui senza neanche chiedere scusa e non parlo solo del ritardo! Hai idea di quanto tu mi abbia fatto stare in pensiero dopo che te ne sei andato in quel modo! Pensavo che avresti cruciato qualche povero malcapitato o peggio che ti saresti messo nei guai fino al collo e non avrei potuto aiutarti! E poi certo, lasciamo la tua sorellina da sola senza neanche salutarla! Te ne sei andato e sei sparito per tutti questi giorni, non mi hai neanche fatto sapere come stavi e io che mi preoccupavo per te, pensavo di vederti triste, arrabbiato, offeso, invece sembri tranquillo e sereno, come se nulla fosse successo! Be', c'è una cosa che devi sapere, non ti azzardare a comportarti mai più in questo modo, o almeno fammelo presente quando non vuoi parlarmi! Sarò pure chiacchierona ma so quando devo stare zitta! E non provare a non prendermi sul serio o ti ritroverai la faccia piena di foruncoli!

Aveva provato a seguire il suo discorso, davvero, ma alla fine aveva dovuto arrendersi, non riuscendo a capire cosa c'entrava la Samyliak e perchè lui avrebbe dovuto cruciare qualcuno. No, non si era dimenticato di quello che era accaduto nell'ufficio della Bennete e il suo averlo descritto come una perdita di tempo gli bruciava ancora, ma la sua Ninfa lo aveva consolato e quindi per lui era tutta acqua passata.

Insomma...vuoi spiegarmi perchè sei scappato dopo l'incontro con la Bennet?

Sono scappato semplicemente perchè ero arrabbiato, deluso e offeso e avevo bisogno di starmene un po' per conto mio - rispose quindi con un tono conciliante, evitando accuratamente di dire che, alla fine, si era rifugiato tra le braccia di Melia per chiedere consiglio e conforto - Mi spiace che tu ti sia preoccupata - continuò e non mentiva visto che, effettivamente, gli dispiaceva vedere l'amica, solitamente così solare e allegra, in preda a quella rabbia omicida - ma non sono abituato ad avere qualcuno che si interessa a quello che faccio, escluso la mia mamma - continuò con un'espressione seria che gli sarebbe valsa un Oscar babbano. Jorge infatti stava cercando di sfruttare l'affetto che provava per Cappie per cercare di mettere in atto uno degli insegnamenti che gli aveva dato la sua Ninfa. - e poi lo sai che io e i gufi non andiamo d'accordo e meno mi faccio vedere nei Sotterranei meglio mi sento.

Era stata infatti una pura casualità che i due non si fossero incontrati, durante quella settimana, a lezione o in Sala Grande e considerato che la Sala dei Tassi era pericolosamente vicina a quella delle Serpi, Jorge tentava di starne alla larga il più possibile.

Bè si mi fa un sacco male ancora l'aver scoperto che per la docete di una delle mie materie preferite sono solo una perdita di tempo - perchè finchè nessuno gli avesse fatto entrare in quella testaccia dura che si ritrovava che la Bennet non aveva detto proprio quello lui avrebbe continuato a ripeterlo all'infinito - però che ci posso fare? Nulla se non impegnarmi di più e dimostrarle che ha torto marcio.

Fece quindi spallucce, come per dire che ormai quel capitolo della sua breve vita era chiuso, e che ci avrebbe pensato a tempo debito a come far rimangiare alla Professoressa quello che aveva detto. Una cosa però non gli era chiara di tutto quello che gli aveva appena rinfacciato Cappie...

Scusa ma cosa c'entra in tutto questo Divinazione?
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Messaggioda Caroline Priscilla » 25/10/2012, 15:24

[Atrio - Martedì pomeriggio]


Finalmente il suo respiro si era regolarizzato, ritornando del tutto normale, mentre la tassetta ascoltava le giustificazioni del delfino riguardo alle proprie mancanze nei suoi confronti. Man mano che Jorge parlava l'espressione imbronciata sul viso della ragazzina iniziò a distendersi pian piano, come se la rabbia che aveva provato per tutto quel tempo si stesse dissolvendo in pochi secondi.

Sono scappato semplicemente perchè ero arrabbiato, deluso e offeso e avevo bisogno di starmene un po' per conto mio. Mi spiace che tu ti sia preoccupata ma non sono abituato ad avere qualcuno che si interessa a quello che faccio, escluso la mia mamma. E poi lo sai che io e i gufi non andiamo d'accordo e meno mi faccio vedere nei Sotterranei meglio mi sento.
Bè si mi fa un sacco male ancora l'aver scoperto che per la docente di una delle mie materie preferite sono solo una perdita di tempo però che ci posso fare? Nulla se non impegnarmi di più e dimostrarle che ha torto marcio.


Alla fine di tutto quelo discorso, un enorme sorriso spuntò nuovamente sul volto della giovane strega. La piccola fece un sospiro, guardando l'amico negli occhi e scuotendo leggermente la testa.
Sei davvero incorreggibile- disse infine, riponendo la bacchetta nella tasca e portando la mano a grattarsi la nuca -D'accordo, ti perdono. Ma non farmi stare più tanto in pensiero! E poi non credo che la Bennet abbia voluto dire una cosa del genere...ma forse ho capito male io...- aggiunse pensierosa, cercando di ricordare in che modo la docente di Pozioni potesse aver detto una cosa simile, ma alla fine si rassegnò: le sembrava anzi, che stesse cercando di spronarli. -In ogni caso devi mettercela tutta! E io ti darò una mano! Vedrai, in qualche modo ce la caveremo- La bambina avrebbe cercato di incoraggiarlo ancora in questo modo, quando la domanda successiva del delfino la lasciò spiazzata.

Scusa ma cosa c'entra in tutto questo Divinazione?

Il delfino avrebbe potuto notare un'ombra di paura passare negli occhi della piccola Cappie, per poi scomparire subito in un lampo. La tassetta si guardò intorno sospetta, cercando di notare se qualcuno stesse origliando la loro conversazione o se da qualche parte stesse passando la professoressa Samyliak. Quando vide che non c'era nessun reale pericolo, la strega si avvicinò di soppiatto al ragazzo, mettendogli un braccio intorno alla spalla e costringendolo ad avvicinare un'orecchio alle sue labbra, in maniera tale che solo lui potesse sentire ciò che la giovane gli avrebbe detto bisbigliando.

Mi è successa una cosa pazzesca l'altro giorno. Ma prima di raccontartela, devi promettermi che non la dirai a nessun'altro! Ne va della mia vita...- il tono di voce era serio e la bambina fece una pausa, attendendo che l'altro le facesse un cenno di assenso, promettendo di non rivelare a nessuno ciò che stava per raccontargli, prima di continuare. Certo, probabilmente la piccola stava un po' esagerando sulla gravità della situazione, ma in fondo nessuno poteva garantirle che cosa le avrebbe fatto Tisifone se avesse scoperto che lei era andata a raccontare a qualcuno quello che era successo nel suo ufficio -La settimana scorsa sono andata nell'ufficio della Samyliak a chiederle alcuni chiarimenti riguardo...ehm...il compito in classe sulla Piromanzia- Cappie preferì evitare di raccontare i suoi timori sulla profezia avuta riguardo il proprio futuro...anche perchè, dopo l'incontro con la divinante, quelle paure erano diventate ancora più marcate in lei -Ad un certo punto la prof mi ha fatta esercitare nel suo ufficio con la lettura del fuoco...eh bè, non ci crederai mai! Mentre stavo leggendo le fiamme, ad un certo punto è esplosa una fiammata e...la Samyliak ha avuto una premonizione!-ricordava perfettamente quel momento, la donna pallida e fredda, gli occhi sbarrati e una voce spettrale che fuoriusciva dalla sua bocca, cavernosa, ultraterrena, pronunciando delle parole terribili...-"Seme del male, dolore infinito"...ha detto proprio così! Dopo che si è ripresa, non ricordava più nulla e ha liquidato la faccenda dicendo che non significava nulla...- c'era una punta di delusione nella voce della piccola, la risposta di Tisifone non l'aveva minimamente soddisfatta...per lei, in quel momento, era successo tutto invece...-Se la stramba viene a sapere che te l'ho detto mi ucciderà. Quindi acqua in bocca! Comunque non ho la minima idea di che cosa significhi tutto questo...tu che ne pensi?- stava mentendo, per l'ennesima volta, sebbene lei più che non sapere temesse ciò che quelle parole potevano significare. In fondo la profezia era stata fatta mentre lei era presente e leggendo il proprio futuro. Tuttavia la bambina era troppo spaventata dall'idea di conoscere un futuro pieno di dolore e soprattutto cosa avrebbe causato tanta sofferenza...


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Messaggioda Emma Kathrine » 25/10/2012, 17:23

Be'.... onestamente no.... sai com'è...

Mentre parlava fu interrotta da Kayleen:


Neppure io ero preparata, sai? Quando è arrivato il gufo con la lettera di ammissione, i miei genitori credevano che quel volatile avesse scelto la nostra casa di Nevern come suo rifugio!

Immaginando quell' episodio, Emma si lasciò scappare un sorriso, ma, temendo che la grifetta potesse interpretarlo come un atto di scherno, lo soffocò subito. Così continuò a parlare:

... tra l' altro io sono una natababbana, perciò non avrei mai potuto neanche immaginare qualcosa di simile.

Non sei l'unica, siamo in molti qui al Castello! Anche io sono una natababbana!

Sentendo quelle parole Emma non potè fare a meno di sentirsi rassicurata: sapeva già che nel castello erano presenti altri come lei , ma essendo arrivata da poco, non era ancora riuscita ad ambientarsi e a socializzare con altri studenti, poi era molto timida, per questo la cosa le risultava difficile.

Di dove sei?

Chiese poi la nuova amica, se così la poteva definire.

Io? Be' sono nata a Londra, ma successivamente mi sono dovuta trasferire ad Oxford, perchè mio padre insegna lì, all' università. E tu? Da dove vieni? Che lavoro fanno i tuoi?
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Messaggioda Jorge » 25/10/2012, 21:56

[Atrio - Martedì pomeriggio - con Cappie e Melia]


Aveva cercato di rabbonire Caroline Priscilla, contenere la sua parlantina furiosa e salvare le sue povere orecchie per non parlare della sua incolumità fisica che quella bacchetta puntata contro l’aveva messa a repentaglio, e per farlo non aveva mentito, al massimo aveva solo alterato leggermente la realtà. E dal sorriso che comparve sul viso della sua sorellina e soprattutto dalla scomparsa della sua bacchetta, Jorge comprese di aver fatto centro.

Sei davvero incorreggibile- incassò la testa nelle spalle, esibendo un ghigno sarcastico come a dire che ovvio che era incorreggibile, dopotutto era pur sempre lui - D'accordo, ti perdono. Ma non farmi stare più tanto in pensiero! E poi non credo che la Bennet abbia voluto dire una cosa del genere...ma forse ho capito male io...

Sei tu che non ti devi preoccupare per me… lo sai che so badare a me stesso… e poi se proprio mi dovessi cacciare nei guai saresti in ogni caso la prima a saperlo… - inizia a dire mettendo le classiche mani avanti per premunirsi per il futuro – Ah no… se non vuoi litigare non provarci nemmeno a difenderla… sono certo che voleva dire quello…

E stava anche per spiegarle il perché ne era così sicuro tanto che fu costretto a mordersi la lingua per evitare di parlare: le aveva appena detto che se ne era stato da solo, non sarebbe stato saggio confessarle che invece si era confidato e fatto consolare da Melia.

In ogni caso devi mettercela tutta! E io ti darò una mano! Vedrai, in qualche modo ce la caveremo

Voleva dirle che non era il caso, visto le sue disastrose esperienze con calderoni e affini, ma non si era ancora ripreso dalla sfuriata di poco prima quindi preferì fare il furbo e limitarsi ad annuire. Intanto però qualcosa di tutta la ramanzina che la tassetta le aveva fatto gli era rimasta impressa e così aveva azzardato a farle quella domanda, preparandosi a un altro diluvio di chiacchiere che però non si abbattè su di lui.

Cappie stai bene?

Il tono della voce era preoccupato perché non gli era sfuggito il velo di paura che per un attimo aveva adombrato gli occhi solitamente allegri e solari della sua sorellina. Si guardò intorno velocemente, giusto per essere sicuro che nei dintorni non ci fosse nessuno che poi lo avrebbe potuto prendere in giro a vita per quello che stava per fare e cioè avvicinarsi di qualche passo a Cappie e posare una mano, se lei glielo avesse permesso, sulla sua spalla nella massima espressione di affetto e sostegno che ci si poteva aspettare da Jorge. I due quindi si incontrarono per così dire a metà strada e al delfino, che non piaceva molto avere tutto quel contatto ravvicinato con le femmine, non rimase altro da fare per far scivolare la mano intorno alla vita della tassetta, chinarsi in avanti e avvicinare il suo orecchio alle sue labbra in una posizione molto ambigua se non fosse stata osservata dalla giusta angolazione.


Mi è successa una cosa pazzesca l'altro giorno. Ma prima di raccontartela, devi promettermi che non la dirai a nessun'altro! Ne va della mia vita...

Qualcosa nel tono serio e pacato con cui la compagna parlava, così diverso dal suo solito tono a macchinetta fece comprendere a Jorge che non era il caso di fare del sarcasmo e così, incrociando le dita dietro la sua schiena in modo da non farsi vedere dall’altra le diede la sua parola di mantenere il silenzio più assoluto.

La settimana scorsa sono andata nell'ufficio della Samyliak a chiederle alcuni chiarimenti riguardo...ehm...il compito in classe sulla Piromanzia. Ad un certo punto la prof mi ha fatta esercitare nel suo ufficio con la lettura del fuoco...eh bè, non ci crederai mai! Mentre stavo leggendo le fiamme, ad un certo punto è esplosa una fiammata e...la Samyliak ha avuto una premonizione!

Si tirò indietro per un attimo, spalancando gli occhietti e guardando l’altra come per cercare un qualche indizio sul fatto che si stesse prendendo gioco di lui.

Wow – sussurrò quindi a sua volta – Deve essere stato davvero fico..

E si, provava una certa invidia nei confronti dell’amica per quell’avvenimento.

"Seme del male, dolore infinito"...ha detto proprio così! Dopo che si è ripresa, non ricordava più nulla e ha liquidato la faccenda dicendo che non significava nulla... Se la stramba viene a sapere che te l'ho detto mi ucciderà. Quindi acqua in bocca!

Si ripetè le parole della premonizione un paio di volte, mandandole a memoria perché non sapeva mai quando e se gli sarebbero potute tornare utili, per poi provare a dare a Cappie un pizzicotto sul fianco.

La Samyliak ti ha detto di non dirlo a nessuno e tu, dopo aver visto che non è una ciarlatana, contravvieni a un suo ordine preciso? – e così dicendo si guarda intorno con fare ancora più circospetto e cospiratorio, quindi ridicolo – Tu sei già morta.. lei lo saprà già che me lo hai detto.. quindi sono morto anch’io.

Aggiunse con fare melodrammatico ma allo stesso tempo serio.

Comunque non ho la minima idea di che cosa significhi tutto questo...tu che ne pensi?

Io? – ripetè perplesso – Oltre che sei più sfigata di me, intendi? – e si stava cercando di sdrammatizzare – Non penso nulla se non che se la premonizione l’ha avuta con te vuol dire che in qualche modo riguarda te… quindi tu hai la risposta.. devi solo concentrarti per trovarla… a proposito.. qual era la domanda?

E si riferiva alla domanda che aveva posto alle fiamme.
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