[Lunedì ore 7.30 – Dormitorio dei Delfinazzurro – Fine Maggio 2107]
Tumph! Frushh! Touch! Ahio! Sbamm! Cullato dai rumori familiari del Dormitorio in fase di risveglio, Jorge si crogiolava nel tepore del suo letto in attesa che arrivasse il momento di alzarsi, meravigliandosi ancora una volta di quanto l'uomo fosse un animale adattivo - sempre ammesso che quella parola esistesse. Il primo anno aveva odiato con tutto se stesso di dover dividere la camera con altre cinque persone, troppi rumori notturni per uno come lui, abituato al silenzio quasi tombale di Beco de Tritões e della sua camera da figlio unico. Quando, da lì a tre settimane sarebbe tornato a Lisbona, invece gli sarebbe mancato il lieve russare di Kuno che fungeva quasi da ninna nanna e lo scontro mattutino tra il piede di Mike e lo spigolo del suo baule che lo avvertiva che mancava mezz’ora circa al suono della sua sveglia.
Ma prima di pensare alle vacanze estive devo sopravvivere a questo super lunedì. Si disse ironico, scalciando via le lenzuola e saltando giù dal letto. Era ormai giunto alla fine dell'anno e non aveva ancora deciso se chi aveva organizzato il loro orario scolastico fosse un genio o un sadico. A volte, sopratutto dopo aver incrociato Vastnor per i corridoi, optava per un mix di entrambe le cose. Iniziavano con un'ora di Incantesimi seguita da una di Trasfigurazione e due di Pozioni, cosa che gli risollevava non poco l'umore e gli impediva di pensare troppo al pranzo. Poi Erbologia, Alchimia e Difesa a cui spesso seguiva una puntatina in Infermeria per farsi curare abrasioni non proprio accidentali.
Il libro di Incantesimi è ai piedi del letto – fece mente locale visto che aveva ormai da tempo perso la battaglia contro il suo disordine cronico, mentre iniziava la sua routine mattutina ovviamente di corsa perché, tanto per cambiare, era in ritardo –
anche se tentare di conciliare il sonno con una lettura sui Patronus Corporei non è stata un’idea molto brillante – corsa in bagno per le abluzioni con tentativo mal riuscito di togliersi il pigiama tornando al proprio letto e conseguente botta contro lo stipite della porta –
Quello di Trasfigurazione è sopra il baule – biancheria intima, pantalone della divisa, camicia. Camicia nei pantaloni perché se entrava nell’aula della Vireau con un’aria trasandata quella lo spellava vivo –
mentre il rotolo di pergamena con i venti centimetri di tema sulle implicazioni morali della Trasfigurazione Vegetale e Animale è rimasto in Sala Comune – estrazione da sotto il letto del libro e delle scarpe –
Il tomo di Pozioni è già in borsa insieme alla pergamena sugli usi dell’anice stellato …Ma cosa???Borbottò, interrompendo la sua ricognizione, lo sguardo che saettava perplesso dal pugno vuoto all’altrettanto vuota spalliera della sedia. L’unica cosa che aveva sempre avuto un posto preciso nel caos del suo sesto di stanza era la divisa, perché di tempo da perdere per cercarne i vari pezzi in giro non ne aveva mai la mattina, e allora perché adesso la sua cravatta non si trovava dov’era sempre stata negli ultimi cinque anni?
Qualcuno ha visto la mia cravatta?Chiese con una nota urgente nella voce, scandagliando con lo sguardo il baule ancora aperto e il pavimento intorno al suo letto.
Legata a una delle colonne del tuo baldacchino… Ci vediamo in Sala Grande…Sollevò la testa da sotto il letto e ancora più perplesso si rimise in piedi, spolverandosi le ginocchia e sbattendo le mani l’una sull’altra.
Perché diamine ho fatto una cosa… - chiese al dormitorio ormai vuoto vista l’ora tarda prima di bloccarsi del tutto a un centimetri dal luogo incriminato, gli occhi puntati sulla pergamena intorno alla quale la cravatta era stata diligentemente legata -
Le raccomandazioni alimentari di Vergil… - esclamò, dandosi una manata in fronte -
… come ho potuto dimenticarle?Semplicemente perché aveva rimosso la loro esistenza praticamente due secondi dopo aver lasciato la palestra il sabato precedente, preferendo dividere la propria attenzione tra cosa scrivere ai suoi genitori per poter avere il permesso di fare degli allenamenti extra e la scheda tecnica dei suddetti allenamenti.
Mi ha messo davvero a dieta!Esclamò esterrefatto, leggendo non per la prima volta il menù a cui avrebbe dovuto attenersi per il resto dell’anno scolastico e che, con molte probabilità, avrebbe dovuto adottare una volta rientrato a scuola a Settembre.
Non c’è nessuna possibilità al mondo che io mangi questo mentre sto a casa…Si ribellò al nulla, digrignando i denti dalla frustrazione. Aveva passato la maggior parte della sua infanzia a desiderare cibi che non poteva avere e a non poter mangiare quanto e quando voleva e di certo l’idea di dover riprendere quelle vecchie abitudini lo rendeva nervoso e irascibile.
Non è che non posso semplicemente non voglio.
Ricordò a se stesso, sfiorando con i polpastrelli la carta ruvida della pergamena. Era stato lui a chiedere aiuto a Cartwright per rimettersi in forma, lui a dichiararsi pronto a qualsiasi sacrificio pur di poter sfoggiare un fisico più tonico, scattante e muscoloso per l’estate anche se, mentre lo diceva, si vedeva a sudare le proverbiali sette camice in palestra e non a dover rinunciare alla cucina degli elfi per quella che gli appariva essere un’eternità.
E’ la cosa più giusta da fare.E in fondo lo sapeva benissimo visto che per essere certo di iniziare bene la settimana si era assicurato di rendere impossibile recarsi in Sala Grande senza il suo vademecum alimentare.
Forza e coraggio. Alla fine è solo cibo. Non è importante come respirare.Sbottò, irritato contro se stesso, afferrando la pergamena con una mano e la cravatta con l’altra.
[Lunedì – Sala Grande – Colazione – Fine Maggio 2107]
Vivo! Grazie Merlino!Esclamò gettandosi sulla panca del tavolo dei Delfini, i capelli arruffati, le guance tinte di rosso per la corsa che aveva fatto e la cravatta annodata in maniera sbilenca. Nel tentativo di fare due cose contemporaneamente – correre e saltare da una rampa di scala in movimento a un’altra e sistemarsi la cravatta e il resto della divisa – era già un miracolo che fosse tutto intero, un nodo storto non lo avrebbe di certo ucciso. Il ritardo mostruoso in cui era, però, aveva due inestimabili pregi: non poteva abbandonarsi alle recriminazioni su cosa non poteva mangiare perché aveva i minuti contati e non aveva Cappie al suo fianco che lo subissava di domande sul perché il suo piatto fosse così desolatamente vuoto. Tirò fuori dalla tasca la pergamena e lesse a voce bassa quello che doveva mangiare in modo da permettere agli elfi di provvedere magicamente alle sue nuove esigenze.
Un bicchiere di succo d'arancia non zuccherato
Un bicchiere di latte scremato con mezza tazzina di caffè non zuccherato
Un Cornetto integrale al miele
Delle frutta mista fresca.
Una bottiglietta da mezzo litro di acqua naturale.
In un batti baleno intorno al suo piatto si creò il vuoto – il burro salato, le marmellate, il cestino con i muffin e il piatto con la torta del giorno, tutto era arretrato di un paio di centimetri – che venne subito dopo riempito con quello che aveva richiesto. Assetato prese un lungo sorso di succo d’arancia e per poco non lo sputacchiò in giro quando le sue papille gustative si ribellarono a quel sapore pungente e amarognolo, costringendolo a contrarre i muscoli del viso in una smorfia di disgusto.
Va bene non zuccherato ma potevate usare almeno le arance dolci…Si lamentò, lanciando un’occhiata nostalgica al suo dolcissimo succo di zucca. Sospirando pesantemente versò la mezza tazzina di caffè nel bicchiere di latte e, più per abitudine che per altro, girò il contenuto con il cucchiaino prima di bere cautamente. Il latte scremato aveva un retrogusto acquoso che però compensava l’amaro del caffè rendendo il tutto quasi bevibile anche se non si azzardò a intingervi dentro il cornetto che, a conti fatti, era la cosa più gustosamente commestibile della colazione. Si leccò le labbra per raccogliere le briciole del primo morso al cornetto e, dopo una valutazione veloce, decise di rivoluzionare il suo approccio alla colazione che da “casuale mirante a soddisfare le sue voglie” diventava “sistematico in modo da non avere un saporaccio in bocca dopo”. Per prima cosa bevve tutto il succo d’arancia seguito da mezzo cornetto, poi il latte macchiato e infine la seconda metà di cornetto e un bel bicchiere d’acqua per concludere.
Forza Alvares che facciamo tardi a Incantesimi.L’esortazione di Nevyah lo spinse a prendere dal cestino della frutta una mela, il frutto più comodo tra quelli presenti nella lista da mangiare come spuntino, e metterlo in borsa insieme all’acqua e a dei tovagliolini. Sapeva perfettamente che non era previsto uno spuntino a metà mattina ma non aveva il tempo materiale per mangiare anche quello e si sarebbe fatto mangiare vivo dagli Inferi prima di rinunciare a un solo grammo degli scarni pasti che gli erano concessi.
[ Lunedì – Da una lezione a un’altra della mattina – Fine Maggio 2107]
Per Jorge la prima colazione aveva da sempre rappresentato una sorta di biglietto da visita del nuovo giorno, la trasposizione alimentare del detto babbano "alzarsi dal letto con il piede giusto", quella sferzata di energia e ottimismo sottoforma di zuccheri e carboidrati molto ma molto complessi e gustosi di cui il suo corpo e il suo spirito necessitavano dopo la quiete notturna. Non c'era quindi da meravigliarsi se, dopo quel pasto frettoloso e imposto, era entrato quasi in ritardo nella foresta di Incantesimi sbuffando come una pentola a pressione babbana e con un broncio per nulla virile che gli distorceva i lineamenti del viso. Aveva preso posto ai piedi di un albero vicino all’ingresso, dietro a un gruppetto silenzioso di Corvette, ed era riuscito a seguire la lezione senza particolari problemi, affogando le proteste improvvise del suo stomaco con dei lunghi sorsi d’acqua.
Forse sono stato un po’ pessimista stamattina…Pensò spostandosi verso l’aula di Trasfigurazione prima che il Professor Turner li accogliesse con un:
Prima di affrontare l’argomento di oggi vorrei ripassare con voi i principi della Trasfigurazione Vegetale. Signorina O’Neill qual è la formula per effettuare questo incantesimo?Il Planta Sit, Professor Turner.Rispose prontamente
Caroline Priscilla, seduta accanto al Delfino che iniziava a muoversi a disagio sul posto.
Benissimo, Signorina O’Neill. Potrebbe darci una dimostrazione su come si usa questo incantesimo?Non qualcosa di commestibile, non qualcosa di commestibile…Si ritrovò a sperare Jorge e avrebbe anche chiuso gli occhi e incrociato le dita se tutta l’attenzione dell’aula, docente in primis, non fosse stata concentrata sul posto accanto al suo. Quando vide un bellissimo e perfetto girasole comparire al posto della pallina da tennis espirò tutta l’aria che aveva inconsapevolmente trattenuto e, tranquillizzato, si apprestò a seguire la lezione quando la sua mente malata iniziò a bombardarlo con una serie di associazioni mentali da incubo.
Girasole -> Semi di girasole - > Sgranocchiare semi di girasole al parco
Scosse la testa e si scompigliò i capelli con una mano nel tentativo di cancellare quelle immagini e tornare a concentrarsi sulla lezione ma il fiore ancora sul banco sembrava emanare un profumo così inebriante da impedirgli di trattenere lo sguardo sulla pergamena per più di due minuti consecutivi.
Girasole - > Semi di girasole - > Biscotti ai semi di zucca e di girasole
Arghhh!!!Ringhiò tra i denti, frustrato, chinandosi sul borsone per prendere la bottiglietta d’acqua “salva nervi” e trovando, al suo posto, la mela che si aveva conservato come spuntino. Lo sguardo saettò dal frutto al docente un paio di volte e solo con un enorme sforzo di volontà il Delfino riuscì a lasciarlo andare, rinunciando allo stesso tempo a ogni possibilità di seguire il resto della spiegazione. Turner poteva anche essere comprensivo e amichevole ma dubitava fortemente che avrebbe accettato di buon grado che uno studente sgranocchiasse qualcosa durante la sua lezione.
Al rintocco della Torre dell’Orologio, Jorge fu praticamente il primo a schizzare fuori dall’aula in modo da avere, durante il tragitto dal Secondo Piano ai Sotterranei, il tempo per divorare il suo “frutto proibito” e riempire la bottiglietta ormai vuota per la parte teorica della lezione della Bennet. Nulla, neanche il suo stomaco brontolante, avrebbe potuto distrarlo dalla pozione che la docente avrebbe dato loro da preparare.
Ehi Alvares ma è normale che il tuo calderone borbotti in quel modo?No che non è normale.Sibilò tra i denti il Delfino, cercando di rimediare a quel disastro quel tanto che bastava a impedire al tutto di esplodere. La prima ora di Pozioni se l’era cavata abbastanza bene, la mela aveva placato il suo stomaco e alcuni sorsi d’acqua gli avevano impedito di rialzare la cresta troppo presto. Man mano che si erano avvicinati all’esercitazione, e di conseguenza all’ora del pranzo, il suo autocontrollo era andato via via assottigliandosi venendo alla fine spazzato via da una zaffata di zucchero filato e biancospino proveniente da uno dei calderoni disposti davanti alla cattedra e quindi al suo naso, visto che come al suo solito si era seduto in prima fila. Da quel momento gli era sembrato di essere sprofondato in un incubo stile manga giapponese dove tutto ciò che guardava assumeva un aspetto gustoso e appetitoso. Riuscire a trovare gli ingredienti giusti per il suo Antidoto si era quindi rivelata un’impresa titanica, con il suo stomaco che brontolava in maniera terrificante di fronte al succo di melograno, al miele di castagno e persino al sangue di salamandra che, aveva sentito dire, qualcuno utilizzava nei sandwich al posto della troppo babbana maionese. Era tornato al suo posto con la sensazione di aver dimenticato qualcosa o peggio, di aver preso un ingrediente errato, e adesso la poltiglia densa che lo osservava dal suo calderone producendo bolle inquietanti stava dando ragione al suo istinto. Il fatto che il suo stomaco a quella vista si contraesse non per il disgusto ma per la fame, scambiandolo per del caramello, non faceva altro che incrementare la sua frustrazione.
[ Lunedì – Sala Grande - Ora di Pranzo – Fine Maggio 2107]
Quando finalmente riuscì a varcare la soglia della Sala Grande, il naso di Jorge venne invaso da decine di odori diversi, tutti allo stesso modo succulenti e invitanti, e il suo stomaco sembrò quasi fare le capriole dalla felicità per l’aspettativa di essere finalmente riempito a dovere. Con una luce famelica negli occhi Jorge si sedette al tavolo dei Delfinazzurri e, afferrato il primo mestolo che gli era capitato sotto mano, stava per riempirsi il piatto con del pasticcio di pasta al forno con uova, formaggio e chissà quale altro ben di Dio, quando un cardellino di carta si posò sulla mano incriminata. Irritato per quella interruzione, il portoghese la scosse nel tentativo di liberarsi di quello scocciatore, dimenticando per un attimo che si trattava di un foglio di pergamena incantato e quindi difficilmente si sarebbe comportato come un normale volatile. Con un sospiro rassegnato, posò il mestolo e disfece l’origami magico in modo da poter leggere il contenuto del biglietto.
So tutto di questa tua nuova follia.
Dubito fortemente che Vergil ti abbia dato il permesso di mangiare quella roba.
Che ne dici di un bel picnic?
Prometto di non portare troppe schifezze.
Terminato di leggere, girò la testa verso il tavolo dei Tassi da dove la sua sorellina lo stava guardando con un misto di compassione – forse per l’aver deciso di rinunciare volontariamente al cibo? - di rabbia – o forse erano i sensi di colpa per averle tenuti segreti i suoi piani a fargli vedere tale sentimento? – e di determinazione perché di certo lei non l’avrebbe lasciato solo ad affrontare tutto quello, almeno non i primi giorni. Le rivolse quindi un sorriso grato, il primo di quella mattinata, e le rimandò indietro il volatile con la risposta.
Io penso al cibo, tu alle bevande.
Subito dopo prese dalla borsa la sua dieta e con occhio critico valutò gli alimenti che gli erano concessi, chiedendosi se fosse possibile combinarli in modo da non farli apparire troppo miseri.
Ma il ripieno sarà per ogni panino o lo devo dividere per due? Lo sguardo volò immediatamente verso il tavolo degli insegnanti dove, ovviamente
Vergil non stava pranzando. Si diede un colpo forte sulla coscia destra, che avrebbe volentieri diretto verso la propria fronte se non avesse temuto di attirare un po' troppa attenzione su di sé, per poi cedere allo sconforto.
Da dividere per due. Così la prossima volta imparo a prestare attenzione solo alle cose che mi piacciono. Decretò con un mormorio funebre prima di prendere quattro panini, due integrali per sé e due oleosi per la sua sorellina. Lei era pronta a rinunciare a quel banchetto per stargli vicino, il minimo che potesse fare era non affamarla. Riempì quindi quelli della Tassetta con qualsiasi cosa non fosse troppo sugoso da scivolare fuori dalla prigione di pane e poi si dedicò ai propri. Nel primo mise la sottiletta, una fetta di petto di pollo arrosto - che quel giorno gli ricordava molto un'ostia babbana - e, sperando di non far saltare il novero delle calorie, anche una foglia pulita di insalata. Prese poi una testa d'aglio e la strofinò all'interno del secondo panino con non poche difficoltà - il giorno dopo avrebbe chiesto agli elfi se poteva averne uno caldo - dove mise la fetta di prosciutto cotto e l'uovo sodo tagliato a fettine sottili.
Ehi sembrano buoni oltre che terribilmente salutari. Commentò Cappie da dietro la sua spalla, con il collo di una bottiglia che faceva capolino dalla sua borsa.
É colpa tua. - rispose con il suo solito ghigno impertinente, avvolgendo i panini in dei tovaglioli. -
Mentre mi sbizzarrivo a preparare i tuoi disgustosi panini mi sono ricordato di mia madre. Le diceva sempre che si può ottenere un ottimo pranzo anche da ingredienti scarsi, basta usare un po' di fantasia.
E Ana Alvares aveva sempre dimostrato di averne parecchia di fantasia in ambito culinario.
Se andiamo adesso a fare il cambio dei libri e pranziamo nei pressi della Serra numero quattro possiamo anche prendercela comoda.
E così dicendo infilò il pranzo, corredato da una banana per sè e una mela rossa per la Tassetta, in borsa e uscì dalla Sala Grande decisamente con un umore migliore rispetto a quella mattina.
[ Lunedì – Dalle lezioni pomeridiane alla Merenda – Fine Maggio 2107]
Complice la vicinanza delle Serre, Jorge aveva impiegato più tempo del solito a mangiare, masticando molto lentamente come se in quel modo potesse prolungare il senso di sazietà, e accompagnato il pasto con della semplice acqua naturale, seguendo alla lettera le istruzioni di Cartwright di consumare il bicchiere di succo di zucca alla fine. Nonostante quegli accorgimenti non proprio automatici e l'aroma di proibito che proveniva dai panini di Cappie, il pranzo si era rivelato talmente spassoso e soddisfacente da fargli dimenticare di essere a dieta. Fu quindi l'Alvares di sempre, attento e curioso, quello che prese parte alla lezione di Erbologia, anzi una sua versione "più" con buona pace della Vilvarin. Abituato a mangiare cibi super conditi e complessi a pranzo, solitamente la prima lezione del pomeriggio la affrontava con una certa sonnolenza addosso che riduceva se non proprio le sue capacità di apprendimento, di certo la sua voglia di interagire con il resto della classe. Quel giorno invece si sentiva molto più sveglio, recettivo e pieno di domande - alcune espresse ad alta voce altre appuntate al margine della pergamena - per un qualche motivo che non riusciva a spiegarsi, non avendo mai prima di allora collegato la capacità di attenzione all'alimentazione. Durante l'ora di Alchimia il suo stomaco iniziò a rendersi conto di essere stato imbrogliato e la terza bottiglietta d'acqua della giornata non riuscì a ingannare i suoi sensi o a impedirgli di trovare attraente una sostanza liquida di colore tendente al bianco che gli ricordava pericolosamente la pappa reale.
Non è commestibile. Non è commestibile. Si ripetè mentalmente mentre tentava di emulare i gesti di Connor e allo stesso tempo di ignorare la vocina a margine della sua coscienza che gli rammentava come, la crema bianca che avevano utilizzato per preparare l'unguento di Jansen Friedh, fosse mascarpone e quindi decisamente commestibile. Il fondo, sottoforma del pavimento in pietra dell'aula di Difesa, lo toccò l'ora successiva durante l'esercitazione con la bacchetta. Aveva fatto i salti mortali, letteralmente, per non dare a Vastnor il pretesto per sbatterlo fuori dall'aula per ritardo ma una volta incassato senza alcuna grazia il primo incantesimo che gli avevano lanciato contro se ne era pentito. Forse la sua era tutta suggestione, ma aveva la sensazione di essere più fiacco, che i suoi tempi di reazione fossero più lenti e il suo corpo meno incline ad assorbire i colpi, come se avesse finito il carburante per andare avanti. Il fastidio a tratti doloroso che proveniva dal suo ventre, inoltre, sembrava ottenebrargli la mente, rendendogli difficile formulare in maniera efficace un qualsiasi tipo di incantesimo sia di difesa che di attacco, tanto che alla fine della lezione aveva perso il conto delle volte in cui era volato a terra o era stato colpito da qualcosa.
Tutto bene?No! - esclamò irritato, zoppicando fuori dall'aula -
Sento dolore ovunque, anche in posti dove non credevo ci potessero essere muscoli da stirare, Vastnor probabilmente penserà che io sia uno spreco di Trama, e ho tanta di quella fame che mi mangerei un bue intero. Non sono mai stato così ossessionato dal cibo da quando avevo dieci anni.. ma almeno allora un motivo c'era!E c'è un motivo anche adesso!Scoccò un'occhiataccia alla sua sorellina, perchè lei in effetti non aveva la minima idea di quello di cui stava parlando, ma si scontrò contro un muro di calda determinazione che smussò di un millimetro o due il suo nervosismo.
Senti le cose sono due: o decidi che ne vale la pena o getti la spugna. Ecco rinunciare, in quel momento, gli sembrava un'ottima idea ed era con l'intento di esprimere ad alta voce quel pensiero che Jorge aveva dischiuso le labbra, salvo rinserrarle subito dopo.
Certo se rinunci dopo... quanto?... meno di mezza giornata non ci fai una bella figura ma contento tu... In realtà di quel suo progetto ne erano a conoscenza in due, al massimo in tre se Cappie aveva condiviso la notizia con Kelly, eppure per un motivo non ben identificabile l'idea di mostrarsi loro come un ragazzino piagnucolone che faceva una tragedia per una fetta di torta negata gli creava un groppo in gola molto più fastidioso dei morsi della fame e gli faceva bruciare le guance per l'imbarazzo.
Bè non è che tu ti sia comportato in maniera tanto diversa nelle ultime ore.Gli rammentò la sua coscienza con la vocetta odiosa e saputa di Lingua Argentata.
In ogni caso datti una mossa a ridarmi il mio fratellino che ho fame! Inarcò un sopracciglio per quell'uscita decisamente fuori luogo, prima di scoppiare a ridere per l'espressione mortificata che era comparsa sul viso della ragazza.
Vai tu in Sala Grande a prendere qualcosa mentre io faccio un salto in Infermeria per questi lividi e ne approfitto per sbavare un po' sulla Moreau? - le disse allontanandosi di un paio di passi per evitare lo scappellotto che probabilmente avrebbe tentato di dargli, strizzandole l'occhio con aria malandrina. -
Ah, per me 250 ml di yogurt bianco magro al succo di melograno - che era l'unico gusto di frutta senza pezzi che gli piacesse -
e un'altra bottiglietta d'acqua. Ci vediamo in giardino...[ Lunedì – Sala Grande - Ora di Cena – Fine Maggio 2107]
Bene bene. - esordì Jorge strofinandosi le mano l'un l'altra con aria cospiratrice -
Vediamo come possiamo cucinare stasera.Cucinare Alvares? Tutte le botte prese a Difesa ti hanno sconnesso il cervello? Qui sono gli elfi a cucinare.Tzsè... al massimo hanno ampliato le mie vedute.Rispose con aria saccente, raddrizzando la schiena e gonfiando il petto, il mento all'insù in una parodia degli aristocratici babbani, con il preciso intento di far ridere Cappie seduta al suo fianco. Fin da quando quella mattina aveva visto l'appunto di Vergil si era ripromesso di non lasciarsi condizionare dai suoi bassi istinti e nel corso della giornata era venuto meno alla parola data una dozzina di volte circa. Dopo la ramanzina che gli aveva fatto la Tassetta nel pomeriggio, aveva compreso che perseverare in quei comportamenti infantili gli avrebbe portato più danno che altro e quindi si era impegnato a riposizionare la sua vita sui normali binari che di certo non contemplavano di consumare i pasti da solo, a meno che non fosse strettamente necessario. E il suono della risata al suo fianco non faceva altro che confermare la validità della sua decisione. Sconvolgendo gran parte della tavolata dei Tassi, abituati a vederlo rimpinzarsi di ogni schifezza possibile, ignorò il pasticcio di carne per servirsi di una fetta di pollo arrosto e una fettina di vitello ai ferri, calcolando che insieme non avrebbero superato il limite consentito. Tagliò a tocchetti il pollo e lo mise nella ciotola con l'insalata, per poi condire il tutto con olio e limone. In un altro piatto mise due patate lesse e le schiacciò con una forchetta, aggiunse il cucchiaio di olio e un pizzico di sale, e riprese a manipolarle con la posata fino a quando non assunsero un aspetto omogeneo. Una volta che fu soddisfatto del risultato ottenuto, si occupò della frutta, tagliando in una coppetta tre fragole e uno spicchio di mela e irrorando il tutto con del succo di limone, e del beveraggio. Una volta terminato si spostò con la sedia un po’ all'indietro e allargò le braccia a mostrare il suo capolavoro a uno scarno e disinteressato pubblico.
Ecco a voi una insalata Cesar povera - molto povera visto che al di là del pollo e dell'insalata non vi era nulla -
vitello con purè a prova di intolleranze, mini macedonia - e scoccò una occhiata ansiosa al tavolo degli insegnanti, ripromettendosi di chiedere a Vergil se quella variante fosse concessa o meno -
e un dissetante bicchiere di succo di zucca. Alcuni primini batterono le mani divertiti dall'enfasi con cui aveva parlato - da cabarettista babbano navigato - gli altri lo guardarono come se fosse completamente impazzito. Lui si sentiva molto orgoglioso di sé e a giudicare dal modo in cui lo stava guardando Cappie non era l'unico.
Sai fratellino dopo questa tua esibizione credo che tu sia sprecato come pozionista. Saresti molto più utile come cuoco dietista. [Lunedì – Dormitorio dei Delfinazzurro – Fine Maggio 2107]
Era stata una giornata sfiancante con picchi da incubo, conclusa con una cena chiassosa e divertente al tavolo dei Tassi e una vittoria schiacciante a Spara Schiocco in Sala Comune. Allora perché si stava rigirando nel letto assillato dalla sensazione di essersi dimenticato qualcosa che gli impediva di prendere sonno?
Ho seguito tutte le lezioni - riepilogò mentalmente per l'ennesima volta -
e dopo cena mi sono scusato con la Bennet e con Connor per il disastro fatto durante le loro lezioni. Vastnor l'ho saggiamente evitato ma neanche il mio subconscio può essere così suicida da pretendere che mi scusi con lui. Che abbia a che fare con Vergil? Si chiese alla fine, prendendo la bacchetta dal comodino e appellando la pergamena ormai lisa e una piuma. Alla luce di un tenue Lumos iniziò a depennare tutto quello che aveva mangiato, segnando allo stesso tempo gli "sgarri"che si era concesso in modo da avere un promemoria da presentare al Prof il giorno seguente.
Ecco cos'é che mancava! Esclamò una volta giunto in fondo al foglietto, dandosi una manata in fronte e sottolineando con foga i due litri e mezzo d'acqua. Tra la bottiglietta a metà mattina, quella del pranzo, di metà pomeriggio e della cena stava sotto di quasi mezzo litro!
Domani penserò a dove inserirli senza correre il rischio di saltare qualche lezione per improvvisa incontinenza! Mormorò rimettendo a posto bacchetta e pergamena e voltandosi su un fianco. Adesso l'unica cosa che voleva fare era riuscire a ignorare i morsi della fame quanto bastava per sprofondare tra le braccia di Morfeo.
[Fine Autoconclusiva]
Promemoria presentato a Vergil il giorno dopo.
Colazione:
Un bicchiere di succo d'arancia non zuccherato V
Un bicchiere di latte scremato con mezza tazzina di caffè non zuccherato V
Un Cornetto integrale al miele V
Un frutto a scelta tra ananas, pera, mela, kiwi, prugna gialla -> Mangiata a metà mattina. Va bene?
Pranzo:
Due panini con pane integrale V
Per il ripieno: una sottiletta di formaggio e due fettine tra fesa di tacchino, petto di pollo arrosto, bresaola o prosciutto cotto -> Ho aggiunto una foglia di lattuga al panino con il pollo, va bene?
Un uovo sodo V
Un frutto a scelta tra ananas, pera, mela, banana, arancia V
Metà pomeriggio:
250 ml di Yogurt a tua scelta (possibilmente bianco o senza pezzi, magro) V
Cena:
Carne rossa o bianca di qualunque tipo, max 350 grammi V
60 grammi di insalata verde con un cucchiaino d'olio vergine e mezzo limone spremuto V
Due patate lesse con un cucchiaino d'olio vergine e due pizzichi di sale V
Un frutto a scelta tra ananas, pera, kiwi, arancia, fragola (100 grammi) -> Ho fatto una mini macedonia con tre fragole e uno spicchio di mela, va bene?
Bevande a base di zuccheri o gas: un bicchiere a fine pasto del pranzo e della cena V
Da assumere all'interno della giornata: 2 litri e mezzo d'acqua non gassata -> NO