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Portico

Messaggioda Elbeth » 09/07/2013, 23:12

Menina buon giorno. I vestiti babbani ti donano molto...

Il saluto di Alvares la sorprese non poco!
Non era abituata ai complimenti e non era abituata a vedere Jorge sotto quell'aspetto.
Eppure naturalmente, nonostante l'imbarazzo iniziale nel sentirgli pronunciare quelle parole, sorrise.
Quando poi le si avvicinò con il chiaro intento di darle un bacio sulla guancia, il rossore le imporporò di getto le gote.
E proprio mentre pensava che lo avrebbe fatto, fu ulteriormente sopresa di sentirsi appena sfiorare dal suo naso!
Il respiro le si fermò per qualche secondo.
Strane sensazioni si agitavano improvvisamente nel suo animo...
Decisamente non era abituata ad un Alvares così!
Il Delfino era sempre gentile con lei, certo, ma mai in questo modo.
Per Godric! - ebbe appena il tempo di pensare, che Jorge si era girato, dopo averle strizzato l'occhio, verso la panchina su cui era prima seduto.
Sembrava molto sicuro di sè e perfettamente a suo agio.
Ringraziò quei brevi istanti che le consentirono di riprendere il suo colorito normale e il controllo del suo respiro.
Il cicaleccio intorno a loro, quello dei loro compagni di scuola tutti pronti per l'escursione ad Hogsmeade, le giungeva attutito, quasi fosse un eco lontano.
Fissava, ancora un pò stranita, la schiena di Alvares, chino a recuperare la sua tracolla.

Allora Menina dimmi qual è il primo posto dove ti piacerebbe andare? Oggi sono a tua completa disposizione e potrei anche arrivare a suicidarmi e offrirmi di accompagnarti a fare dello shopping.

La proposta del ragazzino, oltre che spostarla dai suoi pensieri, le strappò una risatina: era molto evidente che Jorge non desiderava assolutamente fare shopping e lei d'altronde , in effetti, aveva un altro desiderio.

No, non potrei mai costringerti a qualcosa che non ti piace!
Piuttosto...


Esitò un attimo prima di esternare la sua proposta.
Si rendeva conto che forse poteva apparire un pò strana, ma in fondo era lui che glielo aveva chiesto.
Ed Alvares era la persona giusta con cui farlo!

...mi piacerebbe vedere la Stamberga Strillante.

Gli confessò, prima di abbassare lo sguardo un pò timorosa.
Poi come sempre, il suo impeto ebbe il sopravvento, cercando di spiegare al ragazzino, quella sua bizzarra richiesta.

...dicono che forse non ci sono solo fantasmi...

Il tono ora era decisamente eccitato!
Alvares era noto per il suo carattere irruente e un pò scavezzacollo, ed in fondo ad Elbeth piaceva proprio per questo!
Non era lui la persona più adatta per rispondere a quella sua curiosità?
La Stamberga ad Hogsmeade aveva su di lei lo stesso fascino che esercitavano i sotterranei di Hogwarts, altro posto che sarebbe stata interessata ad esplorare... oltre un'altra decina nei pressi del Castello! Foresta Proibita inclusa!

Dopo di te...

Lo aveva fatto di nuovo!
Elbeth rimase un attimo interdetta con la bocca aperta per quell'improvviso gesto di galanteria: il Delfino infatti le aveva offerto molto cavallerescamente il braccio.

Oh! Grazie... -mormorò ancora stupita e prima che se ne potesse rendere conto aveva preso il ragazzino sotto braccio, avviandosi con lui, in mezzo ad un mare di altre teste che si muovevano, fuori dal portico, alla volta del villaggio magico di Hogsmeade.
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Messaggioda Jorge » 10/07/2013, 18:05

Sorriso o rossore. Jorge non riusciva a decidersi quale delle due espressioni di Elbethgli piacessero maggiormente, per giungere poi alla conclusione che non aveva alcun senso dover scegliere quando poteva semplicemente mettersi d’impegno affinchè entrambi permanessero sul viso della ragazzina. Era stato tentato di darle un bacio sulla guancia, per saggiare la morbidezza della sua pelle, ma alla fine lui non era un coraggioso Grifondoro per non parlare del fatto che non voleva guadagnare subito una sberla anche se la reazione della Grifa, sorpresa certo ma non infastidita – o almeno così lui l’aveva interpretata – lo fece pentire di quel suo comportamento da codardi. Dopo averla salutata e aver recuperato la borsa, Jorge si mise a disposizione della ragazzina, dichiarandosi disposto a fare qualsiasi cosa l’altra avesse voluto, persino fare shopping.

No, non potrei mai costringerti a qualcosa che non ti piace!

Te l’ho mai detto che sei un Angelo?

Ribattè istintivo esibendo un sorriso sincero e aperto che denotava come quella concessione gli permetteva di affrontare decisamente a cuore più leggero quell’appuntamento.

Piuttosto... – inarcò le sopracciglia perplesso, non riuscendo a comprendere il perché dell’essere titubante della ragazzina. Si era appena offerto di fare shopping, doveva essere chiaro all’altra che era disposto a fare qualsiasi cosa pur di renderla felice -...mi piacerebbe vedere la Stamberga Strillante. ...dicono che forse non ci sono solo fantasmi...

Rimase in silenzio una manciata di secondi, scrutando l’altra con fare serioso, come se non potesse credere alle sue orecchie. E in effetti era proprio così.

Tu non sei reale – mormorò come se stesse parlando tra sé per poi scoppiare a ridere contento e, lanciando alle ortiche ogni prudenza, si avvicinava all’altra con il chiaro intento di abbracciarla. Se ci fosse riuscito e Elbeth non si fosse sottratta in qualche modo, Jorge l’avrebbe sollevata e le avrebbe fatto fare un giro non proprio in aria ma stando attendo a non farle sfiorare i piedi a terra – Ogni tuo desiderio è un ordine Menina.

Esclamò poi ridendo apertamente, prima di ricomporsi e offrirle il braccio per poi avviarsi insieme a braccetto verso il villaggio.

[Exit – Cambio location]
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Messaggioda Tisifone » 01/08/2013, 10:15

[Giovedì – Fine Ottobre – 22.33]


Dovevo rimandarla, altro che anticiparla!

Pensò stizzita Tisifone, risalendo di corsa lungo il viale che l’avrebbe condotta al portone di Hogwarts, il contegno e il riserbo che solitamente teneva tra le mura del Castello lasciato sul pavimento di un’aula del Ministero, insieme al suo orgoglio, nuovamente schiacciato dall’abilità di duellante di Noah. Quando quel pomeriggio, subito dopo l’ultima lezione, Irvyne le aveva chiesto se potesse sostituirlo quella sera durante il turno di ronda, la Divinante si era trovata costretta ad accettare immediatamente, senza fare alcune domande, complice il senso di colpa che lieve serpeggiava dentro di lei per aver quasi abbandonato sulle spalle del suo Prefetto l’intera gestione della Casata dei Grifondoro subito dopo la rottura con Lucas e la consapevolezza che probabilmente nelle settimane future avrebbe dovuto chiedergli un intero week end libero se davvero l’italoamericano avesse perseverato nella sua meravigliosa quanto malsana idea di andare a New York. Peccato che quello fosse un giovedì e il giovedì lei avesse un appuntamento fisso al Ministero con il Master Teacher per un’ora di allenamento a cui non aveva alcuna voglia di rinunciare e non solo perché la costanza negli allenamenti era fondamentale, come le faceva comodo pensare. Aveva cercato quindi di salvare i babbani capra e cavoli, anticipando la lezione di mezz’ora in modo da poter essere, secondo i suoi calcoli, a Hogwarts mediante passaporta alle 22.00 e avere così tutto il tempo di prepararsi per la ronda. Peccato che quando vi era di mezzo Pellegrino tutti i suoi piani sembravano andare a Veela.

Mai che si comportasse come ci si aspetterebbe da un uomo maturo!

E nonostante le parole non fossero per nulla lusinghiere e riecheggiassero nella sua mente più come una bestemmia che come un complimento, il volto di Tisifone, rosso per la corsa che stava sostenendo, non mostrava irritazione o rabbia, ma era disteso in un sorriso appena accennato perché alla fine quell’aspetto del carattere dell’uomo le piaceva. Nonostante questo però nulla e nessuno l’avrebbe salvato dalla sua ira, quella Domenica, considerato che a causa sua stava per arrivare in ritardo a un appuntamento ufficiale e per di più vestita in maniera del tutto poco consona al luogo dove si trovava. Il perfido infatti aveva incantato il bottone che la donna ancora stringeva nel pugno, in modo da attivarsi alle ventidue e venticinque, commentando con un ghigno strafottente che un po’ di corsa non l’avrebbe uccisa.

La corsa no, ma la vergogna si!

Mormorò con un leggero fiatone, fermandosi a pochi passi dal portone, i capelli sciolti e in disordine a incorniciarle il viso accaldato, le labbra ancora inarcate in un sorriso lieve e gli occhi che brillavano alla luce delle torce che illuminavano il sagrato. Stanca e irritata per l’essere giunta in ritardo anche solo di una manciata di minuti, fu sollevata dal non trovare nessuno fuori ad aspettarla e, non badando al portone lievemente aperto, si posizionò inavvertitamente sotto una delle torce, rendendo la propria figura completamente visibile da chiunque si fosse trovato nella penombra dell’Atrio. Portò quindi le mani ai fianchi e inarcò la schiena per distendere un po’ i muscoli anchilosati, la maglietta babbana a maniche corte con su disegnati degli alberi che si tirava su fino a scoprirle l’ombelico anche se, una volta tornata in posizione eretta, la situazione non cambiava poi di molto. La maglietta infatti era una sorta di residuato bellico, uno dei pochi capi babbani che non aveva incendiato dopo la rottura con Pablo. In quegli anni era cresciuta a differenza della maglietta che adesso le stringeva sul seno, arrivando a coprire a mala a pena la schiena, lasciando quindi completamente scoperto il sedere fasciato da un paio di leggins neri, anch’essi un ricordo dei tempi che furono.

Immagine



Humm ahi...

Un sibilo di dolore le sfuggì dalle labbra mentre riportava le braccia lungo i fianchi, la pelle che tirava nei punti in cui era escoriata e violacea per i colpi che non era riuscita a evitare o che aveva preso nel tentativo di farlo. Lentamente, come se le procurasse del male farlo, si chinò in avanti, dando le spalle al portone, per prendere gli orecchini d’ambra e sfilare la bacchetta dalla custodia che teneva legata al polpaccio destro. Non aveva la più pallida idea di chi le avrebbe tenuto compagnia durante la ronda, era un dettaglio quello che si era dimenticata di chiedere a Irvyne, ma anche se fosse stata la sua cuginetta non aveva intenzione di passeggiare in giardino e tra le serre vestita in quel modo così vistoso. Sistemati gli orecchini al loro posto, stava quindi per trasfigurare la tuta babbana che indossava in qualcosa di più consono quando un rumore la mise in allerta. Combattendo l’istinto che le diceva di mettersi in piedi, offrendo però quindi un bersaglio molto più ampio a un eventuale nemico, posò il palmo sinistro a terra per mantenere l’equilibrio e voltò il busto verso il portone, la bacchetta stretta tra le mani. Gli occhi che fino a un attimo prima erano vivi, riflettendo una miriade caotica di sensazioni, divennero di nuovo freddi e inespressivi, così tipici dell’Insegnante di Divinazione, nonostante gli abiti non proprio usuali che indossava. In quella posizione accucciata, complice forse il vestiario o la luce delle fiaccole che avvolgeva il tutto in un’atmosfera surreale o anche il lieve rossore che le colorava ancora il visto, Tisifone poteva apparire più giovane, forse anche un po’ fragile per via dei segni che le adornavano le braccia e che non aveva ancora fatto in tempo a far sparire, e allo stesso determinata e sicura di sé.

Chi è là?

E fu con voce ferma, nonostante il tono un po’ basso per non mettere in allerta i fantasmi del Castello, che parlò, , tutti i sensi all’erta, pronta a levare una miriadi di punti allo studente malcapitato o, in alternativa, a scusarsi con il collega della ronda per quella accoglienza poco calorosa.
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Messaggioda Lucas » 01/08/2013, 12:18

[Giovedì – Fine Ottobre – 22.30]


Ecco una delle cose che gli piaceva di più fare: la ronda.
Vuoi perché non andava mai a dormire troppo presto, vuoi perché Hogwarts di notte assumeva tutto un altro fascino, vuoi ancora perché quei momenti gli davano la possibilità di rimanere un po' con se stesso ed i propri pensieri o, in alternativa, gli permettevano di scambiare due chiacchiere coi colleghi in modo tranquillo e sicuramente non circondati dal rumore degli studenti, fatto stava che a Lucas Turner le ronde piacevano, probabilmente a differenza di molti.
Quel Giovedì sera attendeva il collega di Astronomia, Irvyne Trigger, nell'atrio del Castello, seduto su una delle poltrone che si trovavano vicino al portone d'ingresso: aveva saltato la cena perché si era ritrovato a mangiare fuori con alcuni amici americani che erano passati a trovarlo - un periodo di rincontri con l'America, quello, cominciato con Noah Pellegrino e il suo trasferimento in Inghilterra anche se, quella sera, aveva dovuto declinare l'invito di Turner per un impegno che aveva definito "improrogabile" - perciò si trovava ancora vestito com'era uscito un paio d'ore prima, con una camicia nera, un completo di giacca e pantaloni grigi dall'ottima fattura, e scarpe nere da passeggio, la barba leggera molto curata così come i capelli, spettinati sapientemente per un effetto volutamente casuale; se ne stava lì, seduto tranquillo, a fissare un punto in particolare del muro non perché ci fosse effettivamente qualcosa d'interessante da vedere, ma perché in realtà si era incantato, ed aveva infatti lo sguardo vacuo, perso nel vuoto, seppur con quella penombra potesse sembrare che fosse attirato proprio da qualcosa in particolare.

Immagine


Ormai erano le 22.30, ed era sicuro che Irvyne sarebbe arrivato a momenti, essendo una persona molto puntuale: ultimamente poi, da quando la collega Vilvarin era tornata a scuola, lo vedeva molto più sereno, felice e sorridente di prima, ma a giudicare da come si tenevano per mano i due c'erano tutti i presupposti per pensare che fossero una coppia fatta e finita.
Era felice per loro, Trigger era una persona squisita e anche la Vilvarin, nonostante la freddezza, gli era sempre parsa una figura competente e preparata, perciò augurava ad entrambi tutta la felicità del mondo, quella che lui e Tisifone non avevano avuto anche se, doveva ammetterlo, il Destino sembrava aver deciso di farsi perdonare mettendo sulla sua strada un'altra persona, la donna che un tempo aveva stuzzicato la sua curiosità, la bella francesina che rispondeva al nome di Estelle Moreau.
Stava bene con lei, si divertiva in sua compagnia, e l'attrazione fisica era innegabile anche se non erano mai andati oltre ai baci, per rispetto della volontà della giovane donna di andarci piano, soprattutto in un campo dove il sesso, perché lei voleva che fosse speciale tra loro, che fosse unico; e per quanto un po' di frustrazione in Lucas ci fosse - era pur sempre una bellissima donna e lui fino a prova contraria era fatto di carne - il docente di Trasfigurazione era molto bravo a mantenere il controllo, e sfogarsi da solo, nelle sue stanze.
Immerso in quei pensieri che quasi lo facevano ridere di se stesso, sentì a poca distanza da sé un rumore di passi che, dunque, lo fece smuovere dalla posizione che aveva assunto nell'attesa, pronto per alzarsi: il suo incedere però si fermò all'istante quando, invece che Irvyne, si ritrovò di fronte la sua ex compagna Tisifone Samyliak, col fiatone e con indosso una... tuta?
Aggrottò la fronte, non capendo cosa ci facesse lì e perché sembrasse così stanca, ma il rumore che aveva fatto poco prima nell'alzarsi fu abbastanza da metterla in allerta, facendole assumere una posizione di difesa alquanto strana per lei, molto tecnica.

Chi è là?

Indovina.

Replicò lui, alzandosi in piedi così da palesare all'altra la propria presenza, avvicinandosi a lei a passo calmo e tranquillo, la giacca aperta che frusciava ad ogni suo movimento contro la camicia di cui erano slacciati i primi tre bottoni - niente cravatta, sarebbe stata troppo formale; quella tranquillità si perse, però, nel momento in cui Lucas si accorse della presenza dei lividi sulla figura di Tisifone, ecchimosi che lo fecero fraintendere - e come dargli torto - tutta la situazione.

Tissi, cosa ti è successo?! - le domandò subito, dimenticando il passato, il dolore, la rabbia per un tradimento indotto, tutto sparito di fronte alla preoccupazione per lei, lei che si era ripromesso di proteggere nell'ombra pur non stando più insieme - Chi è stato, quando ti hanno picchiata?! Vado a chiamare la Preside, tu non preoccuparti, andrà tutto bene d'accordo?

Ansioso e pronto a scattare per catturare un eventuale aggressore della donna, Turner non poteva essere più in errore di così, ma come avrebbe potuto sapere o intuire la verità?
La cosa sicura era che, vedendola così, la voce aveva assunto le sfumature protettive di sempre, così come lo sguardo che brillava di rabbia e preoccupazione e le mani che, delicatamente, le sfiorarono il volto all'altezza delle guance nel tentativo, inutile visto che lei non era spaventata, di tranquillizzarla.
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Messaggioda Tisifone » 01/08/2013, 15:06

Con gli occhi inespressivi socchiusi a scrutare nella penombra dell’Atrio, Tisifone si stava dando della stupida, non per come aveva reagito, la sua paranoia l’aveva abituata a quel tipo di reazioni e oltre, ma perché, convinta di essere sola, era stata presa alla sprovvista da quel rumore e quindi non era stata abbastanza veloce da assumere la posizione di difesa corretta che Noah le aveva accennato quella sera. Il fatto che non si fosse allenata in tal senso non era una motivazione abbastanza solida, per la donna, per giustificare quel suo errore. Stava quindi riflettendo sulla possibilità di chiedere al suo sadico quanto sexy aguzzino di prevedere nel programma di allenamento anche qualche attacco a sorpresa quando l’origine del rumore che l’aveva messa in allerta decise di palesarsi mandandole il cuore in subbuglio.

Indovina.

Lucas

Mormorò, lo sguardo intenso che come una carezza lenta risaliva lungo le gambe tornite fasciate dai pantaloni grigi, indugiando sul triangolo di pelle nuda all’altezza del collo, per poi soffermarsi sul suo viso, su quell’accenno di barba che adorava e che mille brividi diversi aveva donato a tutto il suo corpo e infine perdersi nella tranquillità che emanavano i suoi occhi. I propri, al contrario, non lasciavano trasparire alcunché tanto che sarebbe stato difficile per l’altro comprendere se la donna avesse tratto o meno piacere da quella lenta e sfacciata panoramica e soprattutto se la sua presenza lì quella notte l’avesse o meno turbato. Quella, infatti, era la prima volta da quando lui l’aveva lasciata che si trovavano insieme da soli a dover svolgere una qualsiasi attività scolastica, e considerato che era stato il caso a farli incontrare, probabilmente i suoi sospetti sul fatto che Monique avesse fatto in modo di non far coincidere i loro turni non erano del tutto infondati.

Questo perché il Fato non avrebbe dovuto rimetterlo sulla mia strada.

Pensò ironica, constatando come quell’incontro avesse appena fatto crollare parte della conversazione che aveva avuto con Noah mentre definivano, per così dire, i termini del loro rapporto. E se si era sbagliata su ciò che il Destino avesse in serbo per lei e il docente di Trasfigurazione questo voleva dire che aveva fatto anche un errore di valutazione su se stessa e i propri sentimenti? Forse. Perché per quanto il suo cuore battesse furioso nel suo petto e un morsa fastidiosa, purtroppo per nulla simile ai morsi della fame in cui aveva sperato, le serrava lo stomaco vuoto il prurito che avvertiva ai polpastrelli era qualcosa di blando e non era poi così difficile resistere al desiderio di infilare le mani sotto la sua giacca per scaldarle a contatto con il suo corpo. Per quanto la temperatura fosse mite pur essendo quasi inverno inoltrato e lei fosse abituata ai rigidi inverni siberiano, la maglia era pur sempre troppo leggera per essere indossata all’aperto senza avvertire almeno un brivido di freddo. Si dovette quindi arrendere all’evidenza che se il suo corpo si stava lentamente disintossicandosi da quello dell’ex compagno, il suo cuore era ancora restio a lasciarlo andare. Con un sospiro di resa, misto a dolore fisico, si rimise in piedi, il braccio con la bacchetta steso lungo il fianco e gli occhi ancora incatenati a quelli di lui, le sopracciglia che si aggrottarono leggermente quando vide un lampo di preoccupazione e forse rabbia increspare quelle acque placide.

Tissi, cosa ti è successo?!

Il suo cuore perse un battito o forse due nel sentire la voce dell’uomo cariche nuovamente di quelle sfumature di dolcezza e protezione che l’avevano cullata e fatto sentire speciale ogni attimo che avevano trascorso insieme. Era così concentrata nel cercare di comprendere cosa diavolo stesse accadendo in lei da non tentare neanche di articolare una qualche frase di senso compiuto e quindi chiedere all’altro di cosa stesse parlando. Si limitò quindi a osservarlo mentre si avvicinava maggiormente a lei, gli occhi ancora inespressivi, incurante del fatto che forse l’altro avrebbe potuto interpretare in maniera errata quel suo silenzio emotivo.

Chi è stato, quando ti hanno picchiata?!

Picchiata?

Mormorò perplessa, abbassando il capo a guardarsi le braccia dove spiccavano i segni del recente allenamento. Era scappata così in fretta che non aveva pensato a curarli, soprattutto perché solitamente era Noah che si occupava di quella incombenza in virtù del riadattamento di un proverbio babbano che adesso recitava più o meno: chi ferisce guarisce e si sorbisce le lamentele.

Vado a chiamare la Preside, tu non preoccuparti, andrà tutto bene d'accordo?

Al tocco delle mani di lui sulle guance, che di certo sarebbero apparse all’uomo leggermente fredde nonostante un accenno di colorito roseo, Tisifone sbattè le palpebre come se qualcuno le avesse lanciato un Finitem, liberandola dal Pietrificus di prima. Per un secondo si irrigidì, ricordando a se stessa che quelle erano ormai mani sconosciute, per poi rilassarsi e chiudere gli occhi, lasciando che quell’inutile quanto piacevole sensazione di tranquillità si diffondesse dentro di lei. Avrebbe dovuto allontanarsi, chiarire l’equivoco con brevi frasi lapidarie e pretendere di iniziare la loro ronda, ma per quanto lo odiasse profondamente per aver deciso che non valeva la pena di combattere per loro, una parte di lei continuava a provare un sentimento forte nei suoi confronti, per certi versi simile a quello di protezione che l’uomo nutriva per lei, anche se ancora caricato di mille altre sfumature. Il ricordo delle visioni su Estelle la investì con forza e se il bacio che si erano o si sarebbero scambiati – lei ancora non lo sapeva – le fece salire un piccolo conato di bile, lo sguardo complice che la francese aveva rivolto a Julie la fece rabbrividire e innervosire allo stesso tempo, dandole la spinta necessaria per prendere una decisione.

Lo so che andrà tutto bene – sussurrò quindi dolcemente, la mano libera che avrebbe tentato di posarsi sul polso di lui non per scostarlo ma semplicemente per accarezzarlo riconoscente, il viso che si inclinava dal lato opposto per strusciarsi veloce sull’altra mano. Riportando la testa in posizione dritta, dischiuse quindi gli occhi, puntandoli in quelli dell’altro, vivi adesso, brillanti di un blu accesso e che sembravano trasmettere sollievo, serenità e un pizzico di imbarazzo – E mi spiace se ti sei preoccupato, avrei dovuto farli sparire prima di entrare in Giardino.

Abbozzò un sorriso ed esercitò una leggera pressione sulla mano di lui per farla scivolare delicatamente via dalla sua guancia: non lo stava scacciando perché il contatto le desse fastidio, cosa facilmente intuibile, ma solo perché quella posizione era un po’ troppo intima e quindi non a lungo sostenibile. Se lui non si fosse opposto, la mano di Tisifone avrebbe accompagnato la sua lungo il breve tragitto in un gesto spontaneo, rimanendo avvolta morbidamente intorno al suo polso Quando e se il braccio si fosse ritrovato di nuovo disteso lungo il fianco dell’uomo, Tisifone avrebbe ritirato la mano, sfiorando con la punta delle dita il dorso di quella di lui e lasciandola lì sospesa a pochi millimetri, tanto che sarebbe bastato un respiro un po’ più profondo per spingerle a sfiorarsi di nuovo.

Non devi avvertire nessuno perché nessuno mi ha picchiata – affermò sempre con un tono basso nel mentre, senza distogliere gli occhi da quelli di Lucas per essere certa che lui comprendesse che non gli stava mentendo – Sono stata ad allenarmi e bè… è evidente che me la cavo molto meglio con le Profezie che con la bacchetta.

Aggiunse lievemente indispettita, agitando il proprio catalizzatore ancora stretto nella mano destra, consapevole che Lucas era una delle poche persone che avrebbe compreso quanto quella non fosse solo una battuta per sminuire la situazione, essendo a conoscenza dell’effettiva portata del suo Dono.

Anche se forse un Vestis dovrei essere ancora in grado di farlo… Devo sembrare proprio ridicola vestita in questo modo. Tu invece sei così... elegante... per una ronda.
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Messaggioda Lucas » 03/08/2013, 13:59

Non si sarebbe mai aspettato di trovarsi di fronte Tisifone, più che altro perché secondo i turni che erano stati organizzati si sarebbe trovato in compagnia di Irvyne: chiaro quindi che le emozioni iniziali, percepibili sul volto di Lucas, fossero lo sconcerto e la perplessità; sostituiti subito dalla preoccupazione e dall'ansia perché lo sguardo chiaro del docente individuò senza alcuna fatica i lividi presenti sul corpo della donna.
E naturalmente Turner fraintese alla grande la situazione, temendo che qualcuno l'avesse aggredita: ma come avrebbe potuto immaginare quale fosse la verità? Vederla col viso stanco e provato, col corpo pieno di lividi e anche con un po' di fiatone gli fece pensare istantaneamente che avesse combattuto per difendersi, e quello fosse stato il risultato; allo stesso modo non poté impedirsi di preoccuparsi per lei, sentendo con forza nel petto il desiderio di proteggerla, di tranquillizzarla, di prendersi cura della sua ex compagna come si era ripromesso di fare quando l'aveva lasciata.
Perché nonostante tutto avrebbe sempre provato dell'amore per lei, un amore diverso ora, più portato al desiderio di proteggerla e far sì che nessuno le facesse mai del male, ma comunque presente, quel genere di amore che lo avrebbe spinto a dare la vita per lei se fosse stato necessario, perché teneva a Tisifone, forse anche più di quanto fosse disposto ad ammettere.
Le accarezzò dolcemente le guance, sentendole fredde, pronto a scattare per andare a chiamare la Preside e portare successivamente la donna in Infermeria, così da essere libero di poter andare a riempire di pugni e calci chi aveva osato farle del male: allibito fu quindi lo sguardo che le rivolse quando, contro ogni previsione e prendendolo in contropiede, Tisifone gli posò le mani sui polsi, accarezzandoli e strusciando il viso su una delle due mani dell'altro; Lucas, dal canto suo, accarezzò la pelle di entrambe le guance coi polpastrelli, cercando di comprendere come la donna potesse risultare così tranquilla e serena nonostante i mille lividi che le coloravano l'incarnato pallido.

Lo so che andrà tutto bene.
E mi spiace se ti sei preoccupato, avrei dovuto farli sparire prima di entrare in Giardino.


Farli sparire?!
Ma cosa stai dicendo, Tissi?


Domandò lui incredulo, scuotendo il capo come se non potesse credere alle proprie orecchie, usando quel nomignolo che una volta era il suo modus operandi per chiamarla e cercando il suo sguardo come a voler capire il senso delle sue parole che, al momento, gli risultava del tutto incomprensibile.
Lasciò andare le sue guance, immaginando anche se forse a torto che quel contatto le desse fastidio, riportando le braccia lungo i fianchi e mantenendo gli occhi fissi sul volto di lei.

Non devi avvertire nessuno perché nessuno mi ha picchiata.

Ma... questi lividi...

Sono stata ad allenarmi e bè… è evidente che me la cavo molto meglio con le Profezie che con la bacchetta.

Allenarti?! - ripeté lui, inizialmente incredulo da quell'affermazione, per poi riprendersi velocemente così da non darle da pensare che volesse offenderla o altro - Scusami, non credevo avessi deciso di allenarti nei... duelli, giusto? Vuoi migliorare in combattimento? - le domandò, incuriosito e sicuramente un filo ancora preoccupato, perché evidentemente si stava facendo parecchio male nell'allenarsi - Ti stai allenando da sola o ti da' una mano qualcuno?

Le chiese ancora, ed era palese che volesse sapere, che fosse interessato a lei, che ci fosse una volontà di essere aggiornato sulla sua vita anche se sapeva bene di non avere più alcun diritto in tal senso, che Tisifone avrebbe potuto dirgli di farsi gli affari suoi e lui non avrebbe potuto replicare nulla.

Anche se forse un Vestis dovrei essere ancora in grado di farlo… Devo sembrare proprio ridicola vestita in questo modo. Tu invece sei così... elegante... per una ronda.

Come?
Ah, no, non è per la ronda... sono uscito a cena con alcuni amici che sono venuti a trovarmi, e non ho fatto in tempo a cambiarmi
- rispose con un mezzo sorriso imbarazzato, perché all'effettiva si stava rendendo conto solo in quel momento di quanto dovesse sembrare ridicolo tutto in tiro - Per quanto riguarda i tuoi, di vestiti... io non ti trovo affatto ridicola, anzi. Sei molto bella.

Aggiunse l'uomo, accarezzando il corpo dell'altra con lo sguardo per parlare poi con voce sincera, trovandola davvero molto bella. E Lucas d'altronde era sempre stato sensibile al fascino femminile, come quello indiscutibile di Tisifone, soprattutto nell'ultimo periodo di astintenza forzata.

Ma forse hai freddo vestita così, quella maglia mi sembra fin troppo leggera... conviene che ti vai a cambiare, non voglio che tu ti prenda un raffreddore.
Io aspetto Irvyne, dovrebbe arrivare a momenti per la ronda...


Concluse Turner, non avendo minimamente realizzato che Irvyne era stato sostituito da Tisifone, e che quindi sarebbero stati loro due, insieme, ad occuparsi della ronda in giro per il Castello di Hogwarts e dintorni.
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Messaggioda Tisifone » 04/08/2013, 23:55

Veder comparire il suo ex compagno dalla penombra dell’Atrio aveva avuto su Tisifone un effetto alquanto destabilizzante che rimarcò pesantemente dentro di lei come in quelle settimane gli eventi si fossero concatenati, più o meno spontaneamente, in modo da impedire che loro due si ritrovassero a dover interagire da soli per un lasso di tempo superiore a un civile scambio di saluti. Disabituata a quel tono di voce dolce, a quello sguardo preoccupato e alla sicurezza che il calore e il tocco dell’altro sapeva donarle, la prima reazione di Tisifone fu quella di chiudersi a riccio, trincerarsi dietro la sua maschera di freddezza e rivolgergli uno sguardo vuoto, celandogli così i suoi sentimenti. O meglio la cacofonia di sensazioni che stava riverberando in lei, facendola sentire come una schizofrenica visti i segnali contrastanti che il suo cuore e il suo corpo le stavano trasmettendo. Le mani le prudevano dal desiderio di essere lasciate libere di scorrere tra i suoi capelli e farsi solleticare dall’accenno di barba, oppure da quello di prenderlo a schiaffi per quello che le aveva fatto passare? E il suo cuore aveva preso a battere all’impazzata per la felicità o la paura di sprofondare nuovamente nel baratro di depressione da cui era uscita da poco? Interrogativi pesanti, certo, ma che in quell’istante suonavano inutili e solo fastidiosi visto che il Fato o chi per lui sembrava aver appena dato a Tisifone la possibilità di realizzare il piano che aveva delineato dopo la sua visita in Infermeria e cioè tentare di rientrare nella vita di Lucas, anche solo come amica, in modo da tenere d’occhio la Moreau e proteggere il suo Tassorosso. Perchè per quanto il tempo potesse guarire ogni ferita e la vita andare avanti, la donna si stava lentamente arrendendo all’idea che l’odio che provava per Turner non sarebbe mai riuscito a soffocare del tutto l’amore che aveva nutrito per lui e che sperava si sarebbe potuto tramutare in una solida per quanto inusuale amicizia. Fu per questo che lasciò parte dei suoi sentimenti liberi di fluire come meglio credevano, rivolgendogli uno sguardo vivo e colmo di ringraziamento, mentre approfittava della situazione per prendere un po’ del suo calore che si trasmise non solo al suo corpo ma anche alla sua anima.

Farli sparire?!
Ma cosa stai dicendo, Tissi?


Un tuffo al cuore, ecco cosa avvertì sentendosi chiamare con quel nomignolo, gli occhi che si velarono di una dolce malinconia, spingendo forse l’altro a spostare le sue mani, le guance che adesso le sembravano ancora più fredde di prima. No, decisamente a certe cose non si sarebbe mai abituata.

Sono graffi superficiali, avrei potuto guarirli in un istante ma non volevo perdere tempo…

Cercò di spiegarsi, rendendosi conto che forse non era stata proprio una scelta felice la sua associare le parole “sparire” e “lividi” di fronte a una delle poche persone che fosse a conoscenza della sua cicatrice e di come se l’era procurata. Avvertendo quello sguardo indagatore e preoccupato cercare di sondarle l’anima, Tisifone optò per essere il più chiara possibile, specificando che nessuno l’aveva picchiata e che quelli non erano altro che gli effetti collaterali degli allenamenti a cui si era sottoposta.

Allenarti?!

Il tono incredulo con cui Turner aveva ripetuto quella parola, la offesero non poco, facendole assottigliare gli occhi e fare un passo indietro, il suo orgoglio già ampliamente abusato quella sera, che scalpitava per ottenere un minimo di difesa. Soprattutto le bruciava l’idea che il suo ex compagno non la considerasse abbastanza - forte, capace, determinata, pericolosa?- da potersi allenare in combattimento.

Scusami, non credevo avessi deciso di allenarti nei... duelli, giusto? Vuoi migliorare in combattimento?

Esatto. Sai quanto l’ultima battaglia contro il MezzoDrago mi abbia provato – e come poteva non saperlo considerato che all’epoca erano ancora una coppia felice e quindi Tisifone non gli aveva fatto mistero del suo disappunto, giusto per usare un eufemismo, per essere stata relegata dalla Bergman a “balia per gli studenti” in caso le cose fossero degenerate? – per non parlare degli ultimi avvenimenti - la voce fino a quel momento ferma si incrinò leggermente senza però perdere la sua nota seria - che mi hanno fatto sentire indifesa e vulnerabile. Due cose che non sopporto. Così ho deciso di giocare d’anticipo su Demetri e darmi da fare per risolvere il problema.

Sapeva perfettamente che il suo padrino verde – argento aveva qualcosa che bolliva nel calderone e che la riguardava da vicino, non sarebbe mai rimasto con le mani in mano dopo quello che le era successo, ma lei non aveva intenzione di restare ferma a guardare mentre il pozionista decideva della sua vita anche se questo non le avrebbe impedito di valutare qualsiasi aiuto l’altro avrebbe voluto offrirle.

Ti stai allenando da sola o ti da' una mano qualcuno?

Non sarei mai una buona maestra per me stessa – commentò molto più rilassata, abbozzando un sorriso ironico, mentre una strana bolla di calore si espandeva nel suo petto nel constatare [Intuito (P)= 26] che le domande di Lucas non erano un proforma ma nascondevano un reale interesse per lei. Forse dopotutto riuscire a instaurare un qualche rapporto di amicizia non sarebbe stato proprio così difficile – In altre circostanze avrei chiesto a te di aiutarmi ma non sarebbe stata un’idea saggia quella di permettermi di puntarti una bacchetta contro – e il sorriso si ampliò, sincero, adombrato da un velo di senso di colpa, la bacchetta puntato verso il basso, mentre cercava di fare dell’ironia sul loro recente passato. Era stata sciocca, avventata e anche disperata quando gli aveva proposto di Oblivare entrambi, e adesso doveva essergli grata per essersi rifiutato e averle dato, in parte, il coraggio per non farlo solo a se stessa – e non penso saresti stato così entusiasta all'idea di farti coinvolgere in una lotta babbana corpo a corpo, così sono stata costretta a ripiegare su un dipendente del Ministero della Magia.

E per quanto il “ripiego” nelle vesti di Noah Pellegrino si stava rivelando essere la cosa migliore che potesse mai capitarle, l’odio intrinseco che Tisifone provava per il Ministero e quello che aveva dovuto sopportare a causa loro fece si che il suo tono di voce fosse talmente schifato e intriso d’odio che per poco non sputò quelle parole.

Solo – aggiunse titubante, addolcendo di nuovo il tono della voce – tu e Monique siete le uniche persone che lo sanno e gradirei che continui a essere così.

Sapeva perfettamente che l’altro fosse un tipo discreto e affidabile, tanto che mai, neanche dopo che si erano lasciati, le era venuto il dubbio che potesse tradire alcuni dei suoi segreti. L’ aver iniziato ad allenarsi però non era propriamente un qualcosa di cui vergognarsi o da nascondere per evitare spiacevoli conseguenze, come invece lo era il suo Dono, quindi Lucas avrebbe potuto benissimo non vederci nulla di male nel parlarne con qualcuno. Lei invece ci vedeva molto, di male, nell’aver dovuto ammettere non solo con se stessa ma anche con un estraneo il suo non essere portata nell’utilizzo della bacchetta in impieghi più seri di qualche elementare incanto di trasfigurazione, motivo per cui la stava brandendo in quel momento. Prima però di modificare il proprio aspetto, si trovò a commentare quello del collega, troppo elegante per una semplice ronda.

Come?
Ah, no, non è per la ronda... sono uscito a cena con alcuni amici che sono venuti a trovarmi, e non ho fatto in tempo a cambiarmi.


Hummm… avrei detto più per un appuntamento galante – mormorò, picchiettandosi la punta del naso con l’indice, lasciando scorrere di nuovo liberamente gli occhi su tutto il suo corpo e questa volta l’apprezzamento era palese nel suo sguardo – Però ammetto che una cena solo uomini suona molto più allettante, almeno per me. Immagino i sospiri e i cuori infranti.

Aggiunse con un sorriso malizioso e un’aria divertita, giusto nel caso la sua occhiata non fosse stata abbastanza eloquente, appuntandosi mentalmente che la vicinanza di Noah le faceva decisamente male, soprattutto nei confronti delle poche persone con cui aveva una certa familiarità. Mai si sarebbe sognata di dire una cosa del genere al suo Prefetto o alla Bennet, ma con Lucas era diverso, lui conosceva già quella parte di lei spensierata e libera dalla maschera che portava solitamente, anche se forse non credeva che l’avrebbe mai più vista così serena e a tratti sfacciata.

Per quanto riguarda i tuoi, di vestiti... io non ti trovo affatto ridicola, anzi. Sei molto bella.

Spiegami cosa ci trovi di bello in un paio di leggins neri e in una maglietta con dei buffi disegni sopra, ti prego perché io proprio non lo capisco.

Gli chiese con aria disperata, gli occhi illuminati da una luce divertita. Non stava mettendo in dubbio le sue parole, non avrebbe avuto motivo di mentirle e il brivido che le era corso lungo la schiena mentre la stava osservando era più eloquente di mille parole, ma realmente non riusciva a comprendere cosa gli uomini potessero trovarci di bello in un abbigliamento così semplice e anonimo. E visto che non aveva avuto l’occasione di chiederlo al suo Master Teacher si risolse a porre la domanda all’unico altro uomo a cui avrebbe potuto farlo. Nel mentre però, gongolando un po’ del complimento ricevuto, decise di non trasfigurare la tuta. Fece quindi un passo indietro e si inginocchiò nuovamente per rimettere la bacchetta nella fondina attaccata alla gamba.

Ma forse hai freddo vestita così, quella maglia mi sembra fin troppo leggera... conviene che ti vai a cambiare, non voglio che tu ti prenda un raffreddore.
Io aspetto Irvyne, dovrebbe arrivare a momenti per la ronda...


Sollevò il viso verso di lui, guardandolo per un attimo dal basso verso l’alto, in una posizione un po’ ambigua considerata l’esigua distanza, un sorrisino divertito sul viso per poi posare entrambe le mani sulle ginocchia e darsi una spinta per rimettersi in piedi.

Hummm… mi sa che dovrò correre il rischio di prendere un raffreddore visto che passerò le prossime ore a vigilare insieme a te affinche nessuno si trovi nei dintorni del Castello – affermò, sollevando le spalle a incassare leggermente la testa in un gesto di sincera innocenza. Dopotutto quell’incontro era stata casuale e quindi non aveva da rimproverarsi nulla – A meno che tu non preferisca altrimenti… Posso andare al primo piano e chiedere a uno dei Prefetti di venire qui fuori con te mentre io rimango dentro.

Aggiunse come colta da una illuminazione improvvisa, il tono privo di particolare intonazione e gli occhi bassi, mentre faceva un passo indietro per allontanarsi da lui, il dubbio di aver interpretato male gesti e parole che si insinuava nella sua mente.
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Messaggioda Lucas » 27/08/2013, 21:13

Sono graffi superficiali, avrei potuto guarirli in un istante ma non volevo perdere tempo…

Non riesco a capire...

Mormorò Lucas, la fronte aggrottata e l'espressione confusa di chi non riusciva a seguire pienamente quel discorso, consapevole che qualcosa gli stesse sfuggendo: l'unico graffio, ormai cicatrice, che Tisifone nascondeva al mondo era il ricordo di un'esperienza traumatica con un suo ex babbano e fuori di testa...
Quindi le domande erano due: chi era stato a ferirla, e perché lei voleva nascondere le prove che avrebbero potuto farlo arrestare per violenza? Solo dopo, proprio grazie alla spiegazione della donna, Turner capì quanto fosse in errore nel suo pensiero: nessuna violenza, nessuna lotta contro qualcuno che voleva farle del male, solo degli allenamenti che la Divinante stessa aveva deciso di seguire per migliorare le sue abilità in un duello magico, una decisione che, per quanto avesse inizialmente sorpreso il docente di Trasfigurazione, acquistava un senso sentendo le successive parole di lei.

Esatto. Sai quanto l’ultima battaglia contro il MezzoDrago mi abbia provato, per non parlare degli ultimi avvenimenti che mi hanno fatto sentire indifesa e vulnerabile. Due cose che non sopporto. Così ho deciso di giocare d’anticipo su Demetri e darmi da fare per risolvere il problema.

Sapeva bene quanto l'essere stata designata, nel corso della lotta col Mezzo-Drago, a tutrice degli studenti avesse dato fastidio alla donna, soprattutto nel vedere sua cugina che, invece, si era lanciata senza pensarci nemmeno un istante verso il pericolo, combattendo fieramente e con valore: conosceva Tisifone, e al di là di tutto sapeva bene quanto odiasse essere presa alla sprovvista, soprattutto in certi frangenti.
E come biasimarla?

Qualsiasi cosa tu faccia, se impedisce a Demetri di mettersi in mezzo è ben accetta.

Commentò senza pensare, dimenticandosi che non era più nella posizione di fare certe affermazioni e che se ora i padrini lo odiavano, per quanto Korvanikov l'avesse sempre fatto, non avevano tutti i torti.

Scusami, non avevo alcun diritto di parlare in quel modo... certe cose sono difficili da dimenticare.

Come la volontà di proteggerla sempre, anche dai suoi stessi padrini, il che era un po' un eufemismo pensando che lui era stato il primo a farle del male, seppur per una scelta presa con coscienza: questo, però, non gli avrebbe di certo impedito di vegliare su di lei, anche solo da lontano, nell'ombra, e se ciò significava tenerla lontana dai deliri oscuri di Demetri, beh, avrebbe corso il rischio di farsi male.
Tanto non sarebbe stato l'unico, nel caso, a riportare qualche ferita, visto il risultato degli allenamenti di Tisifone che, come gli venne spiegato poco dopo, erano frutto di sessioni effettuate non da sola, ma con la compagnia e l'attenzione di un esperto.

Non sarei mai una buona maestra per me stessa.
In altre circostanze avrei chiesto a te di aiutarmi ma non sarebbe stata un’idea saggia quella di permettermi di puntarti una bacchetta contro, e non penso saresti stato così entusiasta all'idea di farti coinvolgere in una lotta babbana corpo a corpo, così sono stata costretta a ripiegare su un dipendente del Ministero della Magia.


In effetti credo sia stata una scelta saggia da parte tua evitare di coinvolgermi... non so cosa sarebbe stato peggio, se puntarti una bacchetta al corpo o buttarti a terra direttamente col mio, di corpo.

Ammise Lucas, non potendo evitare che la sua voce assumesse una sfumatura più calda e maliziosa, un momento che il giovane uomo tentò di bloccare all'istante schiarendosi la voce: era pur sempre fatto di carne, era in astinenza, e Tisifone gli faceva sangue, parecchio sangue, era ovvio che fosse così altrimenti non sarebbe mai potuto stare con lei, l'alchimia fisica dopotutto era importante quanto quella caratteriale.
Per fortuna la conversazione andò avanti quasi subito, così da evitare ulteriori momenti di strano imbarazzo o disagio, e da permettere a Lucas di maledirsi mentalmente per ciò che aveva detto, o forse per come l'aveva detto.

Solo... tu e Monique siete le uniche persone che lo sanno e gradirei che continui a essere così.

Non lo dirò a nessuno, promesso.
E se dovessi avere bisogno di una mano per quanto torni al Castello tutta rotta... chiamami, ok?
- perché ci sarebbe sempre stato per lei, e voleva che fosse chiaro - Questo dipendente del Ministero è un tizio affidabile? Ti senti tranquilla, con lui?

Le domandò subito dopo, non potendo immaginare che si trattasse del suo grande amico Noah Pellegrino e che per di più tra i due non ci fosse un puro e semplice rapporto lavorativo.
Subito dopo, il giovane professore spiegò all'ex compagna perché si fosse vestito in quel modo, considerando che in effetti era davvero troppo galante per una semplice e classica ronda per il Castello.

Hummm… avrei detto più per un appuntamento galante.
Però ammetto che una cena solo uomini suona molto più allettante, almeno per me. Immagino i sospiri e i cuori infranti.


Voli troppo con la fantasia, e poi non tutti i miei amici sono belli come me, sai? - scherzò Turner, lisciandosi la giacca con fare molto arrogante prima di strizzarle l'occhio e sorridere affabile e divertito, come sempre - E' stata una bella cena, ritrovare i propri amici dopo tanto tempo è stato strano all'inizio, ma dopo è diventato tutto molto naturale... sì, sono stato bene.

Ammise Lucas con un sorriso sereno sulle labbra, alzando appena le spalle: dopo tanti anni era stato anche normale e comprensibile non sapere bene che dirsi, ma era bastata la battuta giusta e tutto era andato a posto, facendoli tornare quelli di sempre.

Spiegami cosa ci trovi di bello in un paio di leggins neri e in una maglietta con dei buffi disegni sopra, ti prego perché io proprio non lo capisco.

Tu - rispose semplicemente alla sua domanda, con una schiettezza quasi spiazzante - Ecco cosa c'è di bello, il modo in cui indossi quei leggings e quella maglietta coi buffi disegni sopra.
Ma la cosa non mi stupisce... a te sta bene tutto.


Un complimento sincero alla sua figura, ma perché mentire su quel punto quand'era ovvio che la trovasse bella come sempre, come quando si era innamorato di lei?
Non stavano più insieme, certo, ma questo non gli impediva di ammirarne la bellezza, di contemplarne le forme, perché era pur sempre un uomo e gli occhi per vedere oh, quelli sì che li aveva.

Hummm… mi sa che dovrò correre il rischio di prendere un raffreddore visto che passerò le prossime ore a vigilare insieme a te affinche nessuno si trovi nei dintorni del Castello.
A meno che tu non preferisca altrimenti… Posso andare al primo piano e chiedere a uno dei Prefetti di venire qui fuori con te mentre io rimango dentro.


Ma no, scherzi? - disse subito lui, scuotendo il capo, premurandosi di farle capire subito che non gli dava affatto fastidio la sua presenza, anzi - Però se dobbiamo fare la ronda insieme, voglio che indossi questa.

Aggiunse, sfilandosi la giacca da spalle e braccia per avvicinarsi al corpo della donna e, se lei glielo avesse permesso, poggiarla sulle sue spalle così da coprirla almeno un po', visto che sicuramente aveva un torace ben più ampio di quello di lei.

Ecco, così va molto meglio.
Vogliamo andare, signorina Tisifone?


Le domandò dunque, mostrandole il braccio cosicché lei potesse, nel caso, prenderlo e iniziare così la loro prima ronda insieme dopo la fine del loro rapporto.
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Messaggioda Tisifone » 27/08/2013, 23:58

Non riesco a capire...

E come mai avrebbe potuto Lucas comprendere quello che era accaduto a Tisifone quando la donna, sorpresa di dover svolgere quella ronda notturna con l’ex compagno, parlava in maniera enigmatica, dando per scontato concetti che, purtroppo tali non erano più. Così resistendo alla tentazione di appianare le rughe di perplessità che erano comparse sulla fronte dell’uomo accarezzandole con la punta del dito o, peggio, con le labbra, come era solita fare in un tempo ormai sfumato, la Divinante espose qual era l’origine dei suoi lividi con poche e semplici parole, conscia che l’altro avrebbe compreso al volo tutte le implicazioni che l’avevano spinta a prendere una decisione del genere. Non ultimo il desiderio di provare a impedire al suo padrino verde argento di architettare qualcosa per porre rimedio ai suoi innumerevoli rifiuti passati di allenarla con la bacchetta.


Qualsiasi cosa tu faccia, se impedisce a Demetri di mettersi in mezzo è ben accetta.

Sgranò leggermente gli occhi di fronte a quel commento, così naturale e spontaneo e soprattutto che sapeva tanto di “Lucas”, del suo indomito Tassorosso che, per quanto di indole mite e un po’ ingenua, era sempre stato pronto a difenderla contro tutti e tutto, persino la sua famiglia. Mantenendo il respiro regolare, Tisifone contò mentalmente fino a dieci, tentando di scindere il ricordo vivido dell’uomo che aveva amato con tutta se stessa e che in parte continuava ad amare con la figura che si trovava adesso di fronte a lei. Erano e non erano allo stesso tempo la stessa persona e lei doveva riuscire a ricordarlo, onde evitare di fare qualcosa di cui avrebbe potuto pentirsi dopo. Come, per esempio, sollevare una mano e posarla sulla sua guancia, il pollice che accarezzava lento la pelle vicino all’angolo della bocca dell’uomo. Un gesto istintivo, naturale, che non potè evitare di compiere quando sentì le successive parole di lui.

Scusami, non avevo alcun diritto di parlare in quel modo... certe cose sono difficili da dimenticare.

Finchè le esporrai in maniera così pacata e sincera vorrò sempre ascoltare le tue opinioni, anche e soprattutto in merito alla mia famiglia. Sai quanto io possa essere poco obiettiva nei loro confronti – lo tranquillizzò, il tono di voce basso, gli occhi che brillavano per una gioia molto infantile nel sentirlo parlare in quel modo – Cerca però di non incrociare la sua strada. Per quanto possa essere contento di come si sono evolute le cose il rancore che prova per te non è scemato.

Ed era chiaro che, nonostante tutto quello che era accaduto loro, Tisifone provava ancora una senso di protezione nei confronti di Turner che l’avrebbe spinta a tenerlo al sicuro da tutti, che fosse stato il suo padrino o la nuova infermiera della scuola. La sua mano si attardò un altro secondo sul viso di lui, prima di scivolare nuovamente lungo il fianco, un lieve rossore che colorava le guancie della donna per l’imbarazzo di aver compiuto un gesto così intimo. Avrebbe dovuto impegnarsi molto per riuscire a soffocare tutti quei piccoli gesti spontanei che avevano condiviso ma che adesso avrebbero potuto far sentire l’altro a disagio o essere fraintesi.
Ignorando l’improvviso calore al viso, Tisifone gli raccontò di come avesse dovuto ricorrere al Ministero per trovare un valido insegnante dal momento che i rapporti che intercorrevano tra loro le avevano impedito di chiedergli di aiutarla.

In effetti credo sia stata una scelta saggia da parte tua evitare di coinvolgermi... non so cosa sarebbe stato peggio, se puntarti una bacchetta al corpo o buttarti a terra direttamente col mio, di corpo.

Un brivido corse lungo la schiena della donna, che di certo non aveva nulla a che vedere con la bassa temperatura ottobrina, facendole formicolare la pelle e sfarfallare lo stomaco. La nota calda e maliziosa della voce dell’altro era scivolata tentatrice sulla pelle della donna e il suo corpo vi aveva prontamente risposto, fremendo di anticipazione per una promessa che in realtà non esisteva.

Sarei destinata a soccombere sotto di te - mormorò a sua volta, con voce suadente, la testa inclinata di lato e l’indice a picchiettare sulla punta del naso, gli occhi che per quanto tentassero di rimanere fissi in quelli di Lucas, finivano immancabilmente per scivolare lungo tutta la sua figura - a meno di barare, ovviamente.

La punta della lingua guizzò a inumidirle la labbra e nel silenzio che seguì quelle semplici parole danzarono tra di loro cariche di una miriade di sottointesi non propriamente casti. Si era sentita provocata, a torto o a ragione, e i buoni propositi espressi poco prima erano evaporati in un attimo come vittima di un Evanesco. Aveva quindi ribattuto in maniera forse un po’ troppo sfacciata ma istintiva senza alcuna remora o vergogna, perché negare l’attrazione che ancora provava per l’altro sarebbe stato ipocrita e censurare ogni pensiero o gesto avrebbe reso la conversazione falsa e ingessata. Ciò non toglieva che si sarebbe impegnata a farlo nel caso in cui avesse avuto sentore che tutta quella spontaneità infastidiva Lucas o lo metteva a disagio.

Non lo dirò a nessuno, promesso.
E se dovessi avere bisogno di una mano per quanto torni al Castello tutta rotta... chiamami, ok?


Non mancherò, soprattutto perché gli incantesimi di guarigione non sono contemplati nel pacchetto.

Scherzò lei, sorvolando sul fatto che solitamente era il suo insegnante a prendersi cura del suo corpo dopo averlo massacrato per bene. Per una frazione di secondo l’immagine di Lucas si sostituì a quella di Noah nell’atto di massaggiarle le spalle per sciogliere i muscoli o spalmare un unguento lenitivo sulle gambe e la schiena e Tisifone avvertì una fastidiosa contrazione all’altezza della bocca dello stomaco, come se ci fosse qualcosa di errato in quella “sostituzione”, su cui però non si soffermò.

Questo dipendente del Ministero è un tizio affidabile? Ti senti tranquilla, con lui?

Hummm… per quanto affidabile non sia decisamente il primo aggettivo che mi verrebbe in mente per descriverlo … si, mi sento tranquilla con lui. E’ competente, preparato, riesce a far sembrare semplice anche gli incantesimi o i movimenti più complicati e sorprendentemente ha molta pazienza – e ne doveva avere a iosa per riuscire a sopportarla – Ci va giù pesante e di questo posso essere solo felice anche se dolorante.

D’altronde non avrebbe mai accettato nulla di meno e se avesse avuto il sentore che lui si trattenesse solo perché era una donna o peggio perché avevano una sorta di “non relazione” Tisifone non ci avrebbe pensato due volte a cercassi un altro insegnante.

E’ un ottimo insegnante e spero che il Ministero non impieghi secoli per rendersene conto e restituirgli lo status che merita.

Concluse con uno strano luccichio negli occhi che poteva benissimo essere inteso come ammirazione. E in fondo Tisifone ammirava moltissimo Pellegrino sotto svariati punti di vista, primo tra tutti l’aver rinunciato al ruolo di Master Teacher in America per perseguire i propri desideri. Successivamente Tisifone, notando l’abbigliamento elegante del docente di Trasfigurazione, lo prese in giro bonariamente ipotizzando una cena tra amici circondanti da uno stuolo di donne in adorazione.

Voli troppo con la fantasia, e poi non tutti i miei amici sono belli come me, sai?

E neanche modesti scommetto…

E' stata una bella cena, ritrovare i propri amici dopo tanto tempo è stato strano all'inizio, ma dopo è diventato tutto molto naturale... sì, sono stato bene.

Un velo di malinconia appannò lo sguardo della Divinante per una manciata di secondi. Non aveva mai avuto amici stretti che le sarebbe piaciuto rincontrare e quindi non comprendeva a fondo lo stato di serenità e benessere che sembrava emanare l’altro. E vedendo quel sorriso dolce sul viso dell’uomo per la prima volta si chiese se per caso non si fosse persa qualcosa in tutti quegli anni e se fosse davvero tardi per recuperare. Dall’abbigliamento di lui passarono a quello di lei e incredula per il complimento ricevuto, Tisifone chiese a Lucas di spiegarle cosa diavolo trovasse di bello in quella mise sportiva.

Tu – arrossì vistosamente per quella risposta secca, chiedendosi distrattamente se l’essere così diretti e sfacciati fosse una prerogativa tutta maschile o accumunava solo gli uomini che frequentava - Ecco cosa c'è di bello, il modo in cui indossi quei leggings e quella maglietta coi buffi disegni sopra.
Ma la cosa non mi stupisce... a te sta bene tutto.


Signor Turner faccia attenzione. Se mi fa tutti questi complimenti potrei pensare che ci sta provando con me.

Commentò con un tono di voce divertito e leggero che contagiava anche gli occhi a riprova che non lo stava rimproverando di nulla e che non si sentiva in imbarazzo. Il rossore delle guance e il battito accelerato del cuore non le permettevano di nascondere quanto quelle semplici parole le avessero fatto piacere. Tanto che decise di non mutare il suo abbigliamento con un colpo di bacchetta, rivelando allo stesso tempo all’altro che quella sera sarebbe stata lei a tenergli compagnia durante la ronda e non Irvyne. Temendo però che l’atmosfera rilassata che sembrava avvolgerli fosse solo frutto della sua immaginazione, Tisifone si premunì di offrire a Lucas un’alternativa, proponendogli di scambiarsi con qualcun altro dei Prefetti che a quell’ora stavano di certo iniziando il proprio turno di ronda all’interno del Castello.

Ma no, scherzi? Però se dobbiamo fare la ronda insieme, voglio che indossi questa.

Non potrei mai rifiutare un’offerta così galante.

Accettò sorridendo, voltandogli le spalle in modo che lui potesse posarvi sopra la giacca. Subito un senso di tepore la avvolse insieme al profumo così familiare di Lucas e senza pensare incasso la testa tra le spalle e si rannicchiò all’interno di quel tessuto, pinzando i baveri tra pollice e indice e avvicinandoli sotto il collo.

Ecco, così va molto meglio.

Decisamente meglio anche se in maniera… strana.

Pensò tra sé la donna, la sensazione che ci fosse qualcosa di fuori posto che aleggiava nella sua mente.

Vogliamo andare, signorina Tisifone?

Certamente Signor Turner.

E con una spontaneità e serenità d’animo che fino a qualche settimana prima sarebbe stato impensabile, Tisifone prese il braccio di Lucas, e mentre con l’altra mano teneva la giacca ferma sulle proprie spalle, si avviarono verso i giardini.

Camminarono per alcuni minuti in silenzio, probabilmente ognuno immerso nei propri pensieri, senza però che esso pesasse su di loro in alcun modo. Il cervello di Tisifone lavorava senza sosta, cercando di comprendere quello che era accaduto negli ultimi minuti e di inserirlo in un contesto che per lei avesse un senso. Quando aveva compreso che non voleva escludere del tutto Lucas dalla sua vita si era immaginata, dal basso delle sue scarse esperienze, di dover combattere una strenua quanto sottile battaglia. Temeva che quello che li aveva legati come coppia avrebbe finito per rappresentare un ostacolo e non invece un mezzo per creare tra loro una qualche complicità che avrebbe potuto agevolare la creazione di un rapporto di amicizia. Certo l’attrazione fisica che sembravano provare l’un l’altro mal si coniugava con qualcosa di puro com’era l’amicizia ma forse sarebbe bastato un’abbondante dose di sincerità e onestà intellettuale per riuscire a far funzionare le cose. Sempre ammesso che Tisifone riuscisse a uscire dalla situazione di empasse in cui si trovava. Con pochi gesti e sincere parole, Turner era riuscito a sconvolgere il suo mondo e mandare all’aria i suoi piani tanto che adesso non sapeva cosa fare.

Quando sei andato via dal mio ufficio credevo che non avrei mai più potuto guardarti in faccia senza provare dolore e rabbia – mormorò alla fine, mordendosi il labbro inferiore titubante e stringendo un po’ di più la mano sul suo avambraccio quasi avesse timore che potesse scappare – Invece adesso lo stare qui con te a chiacchierare o anche solo a passeggiare per vigilare sulla sicurezza della scuola si sta dimostrando essere qualcosa di estremamente rilassante – e calcò su quel termine così inusuale per far comprendere all’altro come la pura attrazione fisica che provava, e che probabilmente era reciproca, fosse solo una componente residuale nel mix di sensazioni che stava provando - Dici che ha un senso tutto questo?

Chiese, distogliendo lo sguardo dall'orizzonte per posarlo sul viso dell'uomo al suo fianco in modo da ammirarne il profilo o da guardarlo negli occhi a seconda se lui si fosse a sua volta voltato o meno.
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Messaggioda Lucas » 28/08/2013, 0:49

Aveva parlato senza riflettere, senza ponderare prima su quali fossero le parole migliori da usare in quel contesto, e quello era stato il risultato: senza alcun giro di parole aveva ribadito per l'ennesima volta, perché di certo non era una novità quella, la poca fiducia provata nei confronti di Demetri, padrino di Tisifone fin troppo a suo agio con le arti oscure; eppure una differenza rispetto al passato c'era, un particolare nemmeno così tanto piccolo, al contrario... lui e la Divinante non stavano più insieme, e di conseguenza non aveva alcun diritto, Turner, di commentare in quel modo i membri della sua famiglia.
Si morse la lingua non appena quelle parole uscirono istintive ed incontrollabili dalle sue labbra, e si prodigò subito in scuse che avrebbero dovuto evitargli uno schiaffo in piena faccia, o magari l'allontanamento di un'offesissima Tisifone; grande fu la sua sorpresa quando, invece, sentì la sua mano sulla guancia donargli una carezza dolce, delicata.

Finchè le esporrai in maniera così pacata e sincera vorrò sempre ascoltare le tue opinioni, anche e soprattutto in merito alla mia famiglia. Sai quanto io possa essere poco obiettiva nei loro confronti.

Credo mi sarebbe molto difficile farne a meno - ammise Lucas, sincero perché, nel bene o nel male, le aveva sempre detto cosa pensasse in ogni frangente, per ogni situazione - So che può suonare... ipocrita, detto da me, ma non voglio che qualcuno ti faccia del male, e sai come la penso sugli "interventi" di Demetri, perciò...

Non finì la frase, limitandosi ad una veloce alzata di spalle, sicuro che comunque la donna l'avrebbe compresa alla perfezione.

Cerca però di non incrociare la sua strada. Per quanto possa essere contento di come si sono evolute le cose il rancore che prova per te non è scemato.

In realtà mi stupisce molto che lui e Asher non siano venuti personalmente da me per incenerirmi, trasfigurarmi in uno struzzo o qualcosa del genere... me lo meriterei.

E non tanto per la scelta fatta, che era soggettiva e pertanto opinabile fino ad un certo punto, quanto per il fatto che prendendo tale decisione aveva finito per ferire Tisifone pur avendo promesso, in passato, di non farlo mai, di volersi prendere cura di lei sempre; e nonostante fosse ben deciso a mantenere la seconda parte della promessa, comprendeva perfettamente che né Asher, né tantomeno Demetri, avrebbero mai avuto motivo di fidarsi ancora di lui - fermo restando che il secondo dei due padrini non ci aveva mai nemmeno pensato.
Cambiando argomento, parlando degli allenamenti di Tisifone, Lucas fece una piccola gaffe, non riuscendo ad impedire alla malizia che gli era venuto spontaneo usare di farsi cogliere dalla donna: temeva di dare l'impressione sbagliata, di passare per quello che voleva flirtare con lei pur avendo deciso di lasciarla, e non era così; voleva starle vicino, voleva essere ancora parte della sua vita, e pur avendo deciso d'interrompere la loro relazione, dopo un anno insieme non era semplice cancellare di punto in bianco ogni gesto istintivo, ogni modo di fare dapprima considerato consueto e normale, anche piccole cose come l'uso della malizia che erano diventate delle costanti nella coppia.
Temette dunque, per la seconda volta, di aver infastidito la Divinante col suo modo di fare, ma ancora una volta lei lo sorprese, dimostrando si saper perfettamente ribattere a tono a quella provocazione non voluta.

Sarei destinata a soccombere sotto di te... a meno di barare, ovviamente.

Fu molto difficile non esibire alcuna palese emozione a quelle parole, soprattutto perché si stava pur sempre parlando dell'ex di Turner che, ultimamente, stava in astinenza, non avendo avuto ancora alcun rapporto intimo con Estelle e non avendo alcuna intenzione di farle pressione per questo; certo era che avere di fronte una bella donna come Tisifone che parlava in un certo modo, con quel tono, e ricordare la sua bravura sotto le lenzuola non lo aiutava a rimanere buono e tranquillo.
Un piccolo sospiro uscì infatti dalle labbra del docente di Trasfigurazione, che in cambio donò a Tisifone quel sorriso sghembo di cui, mesi prima, si era innamorata: non sarebbe stato facile starle accanto, abituarsi alla sua presenza in un contesto del tutto diverso dal precedente... difficile, sì, ma non impossibile, ammesso e non concesso che fosse un rapporto voluto da entrambi.

Hummm… per quanto affidabile non sia decisamente il primo aggettivo che mi verrebbe in mente per descriverlo … si, mi sento tranquilla con lui. E’ competente, preparato, riesce a far sembrare semplice anche gli incantesimi o i movimenti più complicati e sorprendentemente ha molta pazienza. Ci va giù pesante e di questo posso essere solo felice anche se dolorante.
E’ un ottimo insegnante e spero che il Ministero non impieghi secoli per rendersene conto e restituirgli lo status che merita.


Forse, ore dopo, si sarebbe soffermato sull'ultima parte delle affermazioni di lei, e forse quelle parole gli avrebbero fatto venire qualche sospetto sulla possibilità che il dipendente del Ministero che dava lezioni a Tisifone fosse proprio Noah Pellegrino, ma sul momento non ci fece il minimo caso, limitandosi ad annuire con aria più tranquilla: se Tisifone sentiva di potersi fidare di lui, visto che si parlava di lottare magicamente e di temprare il proprio fisico con esercizi estenuanti, tutte cose che richiedevano vicinanza e serenità col proprio coach, allora non c'era motivo di agitarsi.
E di sicuro la cosa che Lucas e Noah avevano in comune era la sincerità, quel modo di fare schietto e diretto che trasudava genuinità da tutti i pori, anche se spesso poteva risultare un po' spiazzante.

Signor Turner faccia attenzione. Se mi fa tutti questi complimenti potrei pensare che ci sta provando con me.

Perché, avrei forse qualche chance, signorina Samyliak?

Replicò divertito lui, percependo nell'aria qualcosa di strano, una considerazione che prima non si sarebbe mai permesso di fare: stava riuscendo ad interagire con lei.
No, anzi, molto di più: stavano parlando, si stavano reciprocamente interessando alle loro vite, si erano detti, seppur in modo velato, di tenere ancora all'opinione dell'altro, stavano persino riuscendo a scherzare; tutto quello che Lucas temeva di aver perso, con Tisifone, era improvvisamente risbucato fuori tra loro con una semplicità decisamente disarmante, che lo lasciava interdetto.
Eppure non poteva che esserne felice, per quanto tentasse di rimanere coi piedi per terra per non darsi false speranze: poteva davvero sperare di rimanere parte della sua vita nonostante ciò che era successo? E avrebbe potuto, allo stesso modo, sperare di poter mantenere la presenza di Tisifone nella propria, come punto di riferimento e di appoggio?
Era possibile, per due ex compagni, diventare amici? E nel caso, sarebbe stato ciò che entrambi volevano?
Mentre si poneva tutte quelle domande, Lucas si sfilò la giacca, posandola dolcemente sulle spalle della donna perché, se dovevano fare la ronda insieme fuori dal Castello, voleva evitare che lei prendesse freddo, e subito dopo si avviò con lei oltre il portone d'ingresso, immersi nei giardini della scuola abbracciati dalla notte e dal silenzio, quest'ultimo interrotto solo dal rumore degli animali notturni.

Quando sei andato via dal mio ufficio credevo che non avrei mai più potuto guardarti in faccia senza provare dolore e rabbia.

La voce di Tisifone lo raggiunse dopo una manciata di minuti di silenzio totale, facendolo voltare appena in sua direzione mentre stringeva la sua mano tra braccio e fianco, in risposta alla stretta di lei, per farle capire che non aveva alcuna intenzione di andarsene e lasciarla lì da sola, e che poteva quindi tranquillizzarsi e continuare a parlare.

Invece adesso lo stare qui con te a chiacchierare o anche solo a passeggiare per vigilare sulla sicurezza della scuola si sta dimostrando essere qualcosa di estremamente rilassante.
Dici che ha un senso tutto questo?


Non ti so rispondere.
Ero preparato a sentirmi strano, a disagio, nel rivederti, ero preparato ad essere distaccato per come ci eravamo salutati, ero preparato persino a sentire il desiderio di te, perché certi istinti non sono semplici da reprimere...
- e sarebbe stato da ipocrita negarli - ma non ero preparato a poter parlare, sorridere e scherzare con te in modo così naturale, come se fosse così da sempre.
Non so dirti se abbia senso, ma posso dirti che non mi dispiace affatto... mi sei mancata, Tissi.
Sento di avere bisogno di te, a prescindere dal tipo di rapporto che c'è tra noi e per quanto sia egoista da parte mia affermare una cosa del genere.


L'aveva guardata negli occhi per tutto quel tempo, ma alla fine di quell'affermazione tornò col viso dritto di fronte a sé, donandole così il suo profilo.

Sono proprio uno stronzo, vero?
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