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Portico

Messaggioda Miyabi » 21/12/2013, 21:58

Anata ga shinrai shitsumon suru dake de daremoga sonzai shinai koto o kakuninshitekudasai?
Anata no atarashī ie wa, kono gakkōdeatte mo, ichibu no hitobito wa, ima kara anata no seikatsu no naka de motte iru koto no jūyō-sei o kashō hyōka shinaide kudasai. Anata ga kōtei-teki ni odoroku kamo shiremasen.
Soretomo, sudeni kanmei o motte ite, mada kidzuite inai.


··· Onaji monode wa arimasen.
(... non è la stessa cosa.)

Replicò a bassa voce Miyabi, abbassando lo sguardo per non incrociare quello di Yamato: possibile che nessuno capisse che sì, poteva avere tanti amici e persone speciali su cui contare, primo tra tutti Ethan-kun, ma che comunque nessuno avrebbe mai potuto compensare il valore di ciò che aveva perso?
Sapeva bene che persone come Ethan, come Kayleen, Jorge o Cappie avrebbero avuto un ruolo fondamentale nel suo percorso di crescita, e così probabilmente alcuni professori... ma nessuno avrebbe potuto sostituire un padre, una madre, un cugino o un nonno, mai e poi mai.

Watashi wa, sekaijū no tomodachi o motte imasuga, kore wa watashi wa ushinatta mono o watashi ni modotte fukugen suru suru tsumori wanai.
(Posso avere tutti gli amici del mondo, ma questo non mi ridarà indietro ciò che ho perso.)

Aggiunse la Grifondoro come spiegazione, sperando che l'uomo riuscisse a capire almeno in parte il suo punto di vista: non pretendeva che fosse considerato giusto, ma che perlomeno venisse rispettato in quanto tale.
Quando comunque l'altro gli posò di fronte quel ciondolo contenente la foto dei suoi genitori, il muro di distacco della ragazzina cadde, e gli occhi si velarono di lacrime di sofferenza che, poco dopo, riversò in un pianto spontaneo, fomentato dalle braccia aperte di Yamato dentro le quali lei si appoggiò, riversando il proprio dolore per sfogarsi un po', visto che magari aveva smesso di piangere di notte, ma il dolore di certo non era diminuito; pianse piuttosto a lungo, lasciandosi cullare dal suo calore e dalle sue carezze mentre le manine esili della Giapponese stringevano il ciondolo che portava ora appeso al collo, quasi a volersi aggrappare ad esso; quando sentì di stare relativamente meglio, la Grifondoro si scostò dall'abbraccio dell'altro, tornando a guardarlo negli occhi per poi appellarlo con quella specie di soprannome doverosa, visto il loro effettivo grado di parentela.

Nani mo... Magomusume.

Sorrise appena a quelle parole, soprattutto per l'ultima perché da tempo non la sentiva pronunciata verso di sé, e la cosa era bellissima e dolorosissima al tempo stesso; per non pensarci troppo s'informò sulla sua casa, chiedendogli se anch'egli si fosse ritrovato senza più un tetto sulla testa da un giorno all'altro.

Īe, watashi wa rekōdo keiyaku o motte, shigoto no tame ni Shizuoka ni sunde imasu.

Un discografico, un lavoro importante allora... eppure si trovava lì, per occuparsi di lei, per conoscerla e consolarla... un gesto premuroso che colpì non poco Miyabi, anche se forse non fu in grado di darlo a vedere - come invece sarebbe accaduto un tempo.

Watashi wa natsu no ato, anata wa watashi kara no janpu o tsukuru koto ga dekiru koto o kangaete ita.
Sū-shūkan taizai shi, aratana kūki o eru.


Shizuoka no?
(A Shizuoka?)

Domandò Miyabi, come se non avesse compreso del tutto il senso di quelle parole.

Watashi wa chōdo sore o yoi aidea o mitsuke, anata to sore o sugosu tame ni sono toki o ritaglierei?
Watashi wa sudeni fuku kōchō to hanashite iru, kyoka o shinpaishinaide kudasai.


Non rispose subito, abbassando lo sguardo con le mani ancora strette intorno al ciondolo, quasi avesse paura che qualcosa di terribile potesse accadere se lo avesse lasciato andare; alla fine, con un lieve sospiro, rialzò lo sguardo sull'altro, cercandone gli occhi.

Watashi wa anata ni e no futan ni naritakunai.
(Non voglio essere un peso per te.)

Rispose dunque, con voce atona ma evidentemente sincera.

Watashi wa anata ga watashi wa watashitoisshoni anata no jinsei o hōki hōki suru hitsuyō, anata wa hijō ni isogashī sōzō shite mite kudasai... Watashi wa Shizuoka o goran suru koto wa hijō ni shiawase ni narimasu, soko ni itta koto ga arimasen.
(Immagino tu sia molto impegnato, non devi rinunciare alla tua vita per stare con me... ma sarò molto felice di visitare Shizuoka, non ci sono mai stata.)

Aggiunse la ragazzina, accettando dunque il suo invito a cambiare aria ma non volendo che l'uomo rinunciasse ai suoi impegni e alla sua vita quotidiana per starle dietro: d'altronde non era più una bambina piccola, avrebbe potuto benissimo visitare la città da sola e stare con lui la sera, magari per la cena e dopo di essa; ci teneva a non limitare la libertà di nessuno, Miyabi, così come quando era andata da Ethan ed aveva accettato sempre di fare tutto ciò che lui proponeva, per fargli piacere e non deluderlo.
Ora voleva usare lo stesso metodo anche con l'Ignis Elios, titolo che lei ignorava assolutamente, il quale peraltro non aveva ancora finito con le sorprese.

Kōchō wa, anata ga shomei shita baai, watashi wa anata no hogo-sha no kazoku ni naru koto o kyoka-shi o motte imasu.
Watashi wa mainā nanjinode, watashi mo sore ni shomei suru kamo shirenaiga, watashi wa sore ga kimeru koto ga dekiru yuiitsu no hito watashi no meidearu koto ga wakatta. Watashi wa, watashi wa chikau, watashi wa nani mo oku koto wa arimasen.


Tutore familiare: questo presupponeva affidarsi nuovamente a qualcuno, lasciare che qualcuno si prendesse cura di lei; certo, Yamato le stava dicendo che non le avrebbe mai imposto nulla, lasciandola sostanzialmente libera di compiere le proprie scelte in tutta serenità, ma comunque avrebbe avuto qualcuno su cui fare affidamento dopo tanto, forse troppo tempo passato da sola, ad occuparsi di se stessa nella solitudine e nel dolore più totale.
Era pronta a tutto questo? A fidarsi ancora di qualcuno, anzi, non di una persona qualsiasi, ma di un suo familiare, col rischio di perderlo una seconda volta?
Una parte di lei avrebbe preferito rimanere sola così da non poter più soffrire... ma nel profondo del suo cuore, Miyabi sentiva di aver bisogno di appoggiarsi ancora a qualcuno di adulto, di maturo e in grado di consigliarla, qualcuno che potesse consolarla quando stava male ed aiutarla quand'era in difficoltà, qualcuno che, insomma, rappresentasse nuovamente per lei una famiglia di sangue, un vincolo che andava oltre l'amicizia e affondava le sue radici nella tradizione familiare: per questo, alla fine, la Giapponese annuì lentamente, sforzandosi più che poté di aprire le labbra ad un lieve ed incerto sorriso.

Anata wa watashinokazokudesu... To watashi wa watashi o michibiku tame ni dareka o hitsuyō to shite imasu. Anata wa watashi no hōtei kōken'nin ni naru baai, watashi wa shiawase ni naru.
(Sei tu la mia famiglia... e io ho bisogno di qualcuno che mi guidi.
Sarei felice se tu accettassi di diventare il mio tutore legale.)
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Messaggioda Yamato » 24/12/2013, 0:42

[tahoma]Watashi wa, sekaijū no tomodachi o motte imasuga, kore wa watashi wa ushinatta mono o watashi ni modotte fukugen suru suru tsumori wanai.

Īe, anata wa mada michi no anata no kokoro no bubun ni aratana yorokobi o sakusei suru koto ga dekimasu.
Kore ijō no anata no seishin de anata no kazoku no utsukushī omoide o tsuika shimasenga, anata ga ki ni hoka no hitobito to sorera o ōkikusuru to, jikan no keika to tomoni itami o keigen shimasu.
Anata wa, shinai nani mo oya o okikaemasenga, nani mo shite mo, tomodachi ga okikae rarenai?


[ Questo no, ma potrà creare nuova gioia a porzioni del tuo cuore ancora sconosciute.
Non aggiungerai più ricordi belli della tua famiglia nel tuo spirito, ma aumentando quelli con altre persone a te care alleggerirai il dolore nel tempo.
Niente sostituisce i genitori, ma niente sostituisce anche gli amici, non trovi? ]


Comprendeva il suo punto di vista ma voleva che allargasse i suoi orizzonti alla comprensione dell'infinito potere dell'amore e dell'affetto umano.
Parte di quei concetti veniva direttamente dalla filosofia buddista, una delle sue preferite per altro.
Essere a contatto stretto con gli amici, con persone esterne ma vicine emotivamente, avrebbe di sicuro purificato la ferita inferta al cuore della bambina, aiutandola a riprendersi molto prima, cosa che per ora non stava facendo, incapace di lasciarsi andare, incapace di sorridere realmente.
Per far si però che lei davvero potesse un giorno decidere di cominciare a dare spazio a quelle zone della sua anima abbandonate momentaneamente, era necessario che si allontanasse un po' con lui, che tornasse nella sua terra, alle sue origini, che osservasse la vita da un nuovo punto di vista e le venisse insegnato il modo di pensare più profondo, più razionale e aulico che esistesse sulla faccia del pianeta.
Yamato non insegnava solo arti marziali, ma sapeva quali dottrine in esse venivano racchiuse e se lei glielo avesse permesso, le avrebbe insegnato ogni cosa, le avrebbe trasmesso ogni brandello del suo sapere, conducendola su una nuova strada meno irta di ostacoli e più ricca di tesori per lo spirito e per il corpo. La chiamò con quell'appellativo affettuoso e fu la prima volta che vide negli occhi di Miyabi una luce ancora più viva.
Ci sarebbe voluto del tempo, indubbiamente, ma quando era necessario, il Sole sapeva essere molto paziente, specie per la sua famiglia.

Watashi wa anata ni e no futan ni naritakunai.

Naze anata wa sore o iu nodesu ka?

[ Perché dici questo? ]

Watashi wa anata ga watashi wa watashitoisshoni anata no jinsei o hōki hōki suru hitsuyō, anata wa hijō ni isogashī sōzō shite mite kudasai... Watashi wa Shizuoka o goran suru koto wa hijō ni shiawase ni narimasu, soko ni itta koto ga arimasen.

Subete no ima shite kyūka o hitsuyō to suru subete no. Wareware wa, tan'ni sorera no toki ni matchi shimasushi, karera wa issho ni sunde imasu. Watashi o shinjite, karera wa itsumo watashi no sukejūru ni hijō ni kikubarideari, watashi wa idō suru koto ga dekinakatta baai wa, watashi mo ko no yōna teian o suru koto wa yurusa renaidarou...

[ Tutti necessitano di una vacanza ogni tanto.
Faremo semplicemente combaciare quei periodi e li vivremo assieme.
Credimi, sono sempre molto attento ai miei impegni e se non avessi potuto spostarli non mi sarei nemmeno permesso di farti una simile proposta... ]


Rassicurazioni, premure, gentilezze: di questo aveva bisogno ora la giovane Miyabi-chan per tornare a respirare aria non velenosa.
Yamato aveva perso una donna fondamentale per la sua vita, una donna anche sposata, in passato, una donna amata esponenzialmente.
Non poteva essere ricondotto alla perdita di una intera stirpe, naturalmente, ma affrontare un lutto in un modo o nell'altro, che siano 1000 persone o una sola, possedeva un iter da seguire identico, diverso solo nel tempo e solo a seconda della forza interiore del soggetto.
Credeva nell'energia latente di Miyabi? Yamato non poteva ancora dirlo con certezza, ma già che era riuscito a farla sorridere faceva intendere che i presupposti per un ritorno alle origini con la consapevolezza del dolore c'erano tutti, andavano solo aiutati a crescere e maturarsi.
Intanto bisognava vedere se a lei stava bene possedere lui come proprio tutore familiare da quel giorno in poi.
Per quanto Yamato possedesse tutti i diritti per firmare le carte di sua volontà senza interpellarla, sapeva che una mossa simile avrebbe significato perdita della fiducia da parte della studentessa e il primo tassello da aggiungere al puzzle della di lei rinascita era proprio la fiducia.
Evidentemente quel gesto fu molto apprezzato poiché senza pensarci troppo, la giovane Grifondoro rispose quasi subito dando vita ad un sorriso soddisfatto sul volto saggio del Sole.

Anata wa watashinokazokudesu... To watashi wa watashi o michibiku tame ni dareka o hitsuyō to shite imasu. Anata wa watashi no hōtei kōken'nin ni naru baai, watashi wa shiawase ni naru.

Avvicinò una mano fino alla guancia della ragazza, facendole una piccola carezza, scostandole indietro una ciocca di capelli scuri e curati.
Annuì con la testa, sussurrandole un "grazie" simbolico, tornando in piedi eretto col busto, fiero, sereno e con la schiena illuminata dal Sole.

Watashi ga go an'nai shimasu, watashi wa anata no seishin no kizu ni hōtai o oku koto o hoshō.
...Watashi wa anata no hogo-sha to shite, nani o kaishi suru koto ga dekiru koto wa arimasu ka?
Anata no oji? Herupu ya adobaisu ga hitsuyōdesu ka?


[ Ti guiderò e ti assicuro che porrò delle bende sulle ferite del tuo spirito.
... C'è qualcosa che posso cominciare a fare in veste di tuo tutore?
Di tuo zio? Hai bisogno di aiuto o di un consiglio? ]
[/tahoma]
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Messaggioda Miyabi » 28/12/2013, 12:42

Īe, anata wa mada michi no anata no kokoro no bubun ni aratana yorokobi o sakusei suru koto ga dekimasu.
Kore ijō no anata no seishin de anata no kazoku no utsukushī omoide o tsuika shimasenga, anata ga ki ni hoka no hitobito to sorera o ōkikusuru to, jikan no keika to tomoni itami o keigen shimasu.
Anata wa, shinai nani mo oya o okikaemasenga, nani mo shite mo, tomodachi ga okikae rarenai?


Tabun...
(Forse...)

Concesse la Giapponese, che però in tutta onestà pareva ben poco convinta: non riteneva sbagliate le parole di Yamato, semplicemente dubitava che dei ricordi legati agli amici, per quanto belli, potessero in qualche modo eclissare o mitigare il suo dolore; certo, sarebbe stata piena di bei momenti con le persone a cui voleva bene - e non erano nemmeno molte - ma quando avesse pensato alla propria famiglia, avrebbe sempre e comunque finito per piangere e stare male... avrebbe ricominciato a sorridere, forse, ma sempre fino ad un certo punto.
E difficilmente la Miyabi di un tempo sarebbe mai potuta tornare.
In ogni caso non voleva proseguire troppo su quel discorso, aveva l'impressione che lei e l'altro avrebbero sempre visto le cose in modo diverso e non le andava di continuare un botta e risposta sterile, perché era ovvio che non li avrebbe portati a niente.
C'era altro a cui pensare, su cui riflettere, come la proposta che Kusanagi le fece poco dopo: passare del tempo con lui, via da Hogwarts e anche dall'Inghilterra, seguirlo a Shizuoka e prendersi così una pausa da tutto e tutti; l'idea alla Grifondoro non dispiaceva, in realtà, ma come in passato anche adesso la sua preoccupazione era di poter essere un peso ed un fastidio per qualcuno... avrebbe seguito il suggerimento ed accolto la proposta di Yamato, questo sì, ma non voleva certo che lui si complicasse la vita per starle accanto, perché lei avrebbe potuto benissimo cavarsela da sola, fare la turista a Shizuoka in solitudine e comunque cambiare aria proprio come voleva lui.

Subete no ima shite kyūka o hitsuyō to suru subete no. Wareware wa, tan'ni sorera no toki ni matchi shimasushi, karera wa issho ni sunde imasu. Watashi o shinjite, karera wa itsumo watashi no sukejūru ni hijō ni kikubarideari, watashi wa idō suru koto ga dekinakatta baai wa, watashi mo ko no yōna teian o suru koto wa yurusa renaidarou...

... Jā yoroshikuonegaishimasu.
(... beh, allora grazie.)

Non seppe che altro dire la ragazzina, perché insistere sul fatto che Yamato non doveva preoccuparsi per lei sarebbe stato come mettere in dubbio le sue parole precedenti, secondo le quali egli aveva modo, incastrando i propri impegni sapientemente, di prendersi un po' di tempo per stare con lei; e d'altronde, anche volendo rimanere sola, anche volendo rifiutare la sua compagnia, Miyabi sapeva bene dentro di sé di averne bisogno, perché non poteva negare la solitudine che provava continuamente ed la necessità latente di tornare a vivere.
Si sentiva spenta, vuota, alla deriva, e forse l'altro poteva rappresentare la sua unica speranza di salvezza... come avrebbe potuto rifiutare quel desiderio del cuore di tornare a battere, quando di fronte forse aveva la soluzione al problema? Per questo, quand'egli le propose di diventare il suo tutore legale, essendo lei ancora minorenne, la Stevens decise di accettare, perché sapeva e sentiva di aver bisogno di una guida, di non poter assolutamente fare tutto da sola: aveva bisogno di qualcuno di famiglia.
Accolse la carezza di Yamato con un piccolo sorriso, niente di esagerato per i suoi standard attuali, e mosse appena il capo verso di lui, come per rispondere al suo "grazie" con un "prego" silenzioso, anche se probabilmente sarebbe dovuta essere lei a ringraziare e non il contrario.

Watashi ga go an'nai shimasu, watashi wa anata no seishin no kizu ni hōtai o oku koto o hoshō.

Annuì lievemente a quelle parole, poiché istintivamente sentiva che all'uomo si poteva dare fiducia: certo, Miyabi era sempre stata molto ingenua, ma tante cose erano cambiate nel tempo e forse anche lei non era più totalmente la ragazzina sprovveduta di una volta.

...Watashi wa anata no hogo-sha to shite, nani o kaishi suru koto ga dekiru koto wa arimasu ka?
Anata no oji? Herupu ya adobaisu ga hitsuyōdesu ka?


Wareware wa hitotsu no kotodarou...
(Una cosa ci sarebbe...)

Ammise la Grifa dopo alcuni istanti di silenziosa riflessione, giungendo alla conclusione che forse l'unico modo per risolvere il problema che la tormentava in modo veloce ed indolore fosse proprio rivolgersi allo zio.

Watashitachi ga seika-tai e no tasuku o ataerareta... watashi wa hoka no no on'nanoko to utauga, watashi wa kanjinai.
Nanika o okonau koto ga dekimasu ka?

(Ci è stato affidato un compito, per il Coro... dovrei cantare con altre ragazze, ma non me la sento.
Puoi fare qualcosa?)


Si decise allora a domandargli, sperando che Yamato non decidesse di provare a spingerla a cantare - pessima mossa - e che comprendesse che semplicemente al momento Miyabi voleva essere lasciata in pace.
Anche dalla musica.
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Messaggioda Yamato » 30/12/2013, 15:48

[tahoma]
Tabun...

Non era ancora abbastanza forte per accettare quella realtà, non era ancora abbastanza viva ed era tutto normale, non bisognava avere fretta.
Un giorno forse la considerazione della ragazza sarebbe cambiata, forse un giorno sarebbe riuscita a tornare a sorridere come un tempo chiudendo in un cassetto della propria anima tutto il dolore e la sofferenza provati, concentrandosi sulle meraviglie della vita, su tutte le cose belle.
Ma ora era davvero troppo chiederle un'impresa simile, non a quindici anni: troppo giovane e sopratutto con una ferita troppo fresca sul cuore.
La tranquillizzò sul fatto che non doveva preoccuparsi dei suoi impegni, che avrebbe cercato di sistemarli in modo da poter passare la maggior parte del tempo con lei, per starle vicino e farle risentire il calore di una famiglia, di un affetto di sangue, osservando spuntarle un leggero sorriso.
Allo stesso tempo, Yamato si concentrò anche per provare a individuare una scintilla di fuoco o elettricità nello spirito della bambina, per quanto già ad una prima occhiata fosse possibile capire che non c'era assolutamente una possibilità del genere, ed infatti fu così.
L'indole della piccola non aveva nulla di ribelle ed anche la sofferenza per la perdita dei genitori non l'aveva scossa in tal senso da far uscire un lato nuovo, una scintilla di pura energia Ignis in grado da accomunarla a tutti i confratelli del Sole.
Sarebbe stato più semplice, le avrebbe potuto garantire una nuova famiglia alternativa con lui al suo interno, ma il destino non era dello stesso avviso e quindi l'Ignis Elios si ritrovò a sospirare debolmente senza lasciare intendere nessuna disdetta nei suoi occhi scuri orientali.

Wareware wa hitotsu no kotodarou...

Sonotame, hanasu...
Osoreru koto wa, watashi wa anata o tasukeru koto ga dekiru hōhō o oshie, Miyabi-chan wa arimasen...


[ Parla, dunque...
Non aver paura e dimmi come posso aiutarti, piccola Miyabi... ]


Watashitachi ga seika-tai e no tasuku o ataerareta... watashi wa hoka no no on'nanoko to utauga, watashi wa kanjinai.
Nanika o okonau koto ga dekimasu ka?


Quindi la sua nipotina faceva ancora parte del coro della scuola.
Non si era fatto dare quella dritta dalla Vice Preside, trovando la questione superflua, ma sapendolo adesso il Sole poté raggiungere una nuova consapevolezza sia positiva che affascinante: Miyabi amava molto la musica e la rispettava.
Con tutto che il dolore albergava nel suo animo, aveva scelto di non abbandonare il coro, di non sottrarsi all'ascolto delle canzoni proseguendo nell'incentivare i suoi amici a lavorare sodo per migliorare e sconfiggere la squadra avversaria con la quale avevano fatto una figura neutra l'ultima volta, uscendone sconfitti per via della più alta qualità tecnica e carismatica degli americani.
Adesso però aveva ricevuto un compito, la giovane giapponese, un compito che non se la sentiva di portare a termine, perché per quanto la musica fosse un tassello importante in lei, non era abbastanza per fornirle di nuovo la forza di aprire bocca e cantare, liberare il cuore e l'istinto.
Un confronto molto duro nella Grifondoro: da una parte la musica che veniva rifiutata e dall'altra convinta a rimanerle accanto, come un piccolo angelo custode sicuro che prima o poi la sua protetta avrebbe ripreso a cantare e dargli giustizia.
Miyabi praticamente pendeva dalle labbra dello zio, volendo a tutti i costi che lui la togliesse da quel guaio tremendo senza spingerla a mettersi alla prova, perché ora non ne aveva intenzione, desiderio, possibilità.
Assottigliò lo sguardo sulla piccola, il Sole, annuendo lentamente, fornendole con forte probabilità un lungo respiro di sollievo.

Watashi ga kōdinētā to hanasu to, kono posuto kara esonerarti o onegaishimasu.
Shikashi, anata wa, anata ga futsū no nakama no seika-tai no yō ni, chīmumeito ni chikaku, karera wa sore o hitsuyō to suru toki, karera ni jogen o ataeru junbi ga dekite, Nihon ni kuru made, okaeshi ni watashi o yakusoku shinakereba naranai.
Kore de, sutēji ni agaru to, nanigadekiruka o shimesu tame ni kanjiru koto wa arimasenga, shikashi, jibun no kangae o yusuru tame ni ongaku o nokoshimasu.
Kanojo wa kore made ni, anata ga itsumo daijōbu, itta yō ni, anata o kiite keizoku suru dake no koto, nani mo suru koto o kyōsei shinai nodarou ka?


[ Parlerò io con la Coordinatrice e le chiederò di esonerarti da questo incarico.
Tu però in cambio devi promettermi che fino a quando non verrai in Giappone sarai vicina ai tuoi compagni e pronta a dare loro consigli qualora ne avessero bisogno, proprio come una normalissima collega del coro.
Anche se ora non te la senti di salire sul palco e far vedere di cosa sei capace, lascia comunque che la musica culli i tuoi pensieri.
Lei non ti costringerà mai a far nulla, basta che proseguirai a sentirla in te, come hai sempre fatto, va bene? ]


Sorrise, facendole un'altra carezza, questa volta con maggiore convinzione e fiducia, trasmettendole un poco di quel calore che era insito in lui per la sua natura di Ignis che era certo lei non avrebbe disdegnato, essendo più simile ad un caldo tepore volto a coccolare la pelle e il sangue.
Tornato in piedi le tese la mano per farsela prendere e accompagnarla di nuovo al portico dove le amiche, messesi da parte, attendevano che lei tornasse per chiacchierare, commentare forse l'identità dell'uomo e magari scambiarsi qualche parere sui compiti da svolgere.
Nessuna si azzardava ad avvicinarsi ma di tanto in tanto qualche occhiata ci scappava, timida e curiosa oltre che perplessa.

Sūjitsuchū ni, watashi wa anata ni betsu no purezento o ookuri shimasu.
Shikashi, watashi no sutaffu o shi, watashi no mei no tame ni.
Nai mono ga, yori orijinaruna mono.
Sugu ni modotte anata no nichijō seikatsu ni modori, sorera no izureka o kesshite wasurenai.
Anata o aishi, watashi wa anata ga sudeni kore o shitte iru to omoimasu.


[ Nei prossimi giorni ti manderò un altro regalo.
Quello però sarà mio, personale, per mia nipote.
Non un ricordo ma qualcosa di più originale.
Adesso torna alla tua quotidianità e non dimenticarti mai di nessuno di loro.
Ti vogliono bene, ma credo che tu questo lo sappia già. ]


Era giunto per lui il momento di andare, aveva molti impegni e non era solito rimandarli senza avvertire con i dovuti tempi di anticipo.
L'importante era aver donato alla nipote la piccola speranza di un parente ancora in vita intenzionato a starle accanto.
Per adesso ci si poteva accontentare, tanto avrebbero avuto un'altra lunga occasione per stare più a contatto e conoscersi meglio.
Le rivolse un ultimo sguardo, annuendo in sua direzione, permettendole di allontanarsi e tornare al suo gruppo di compagne.
Un giorno avrebbe iniziato a dargli del "lei" e utilizzare dei suffissi formali come da educazione giapponese, ma si doveva prima abituare a lui e cominciare a sentirsi sua nipote al 100%, si sperava in un futuro non troppo lontano.
La salutò, e non appena lei si fosse distanziata per tornare agli affari scolastici, l'uomo si sarebbe voltato per camminare fino ai limiti della Foresta Proibita e lì, scomparire diretto verso la Nuova Zelanda.

Itsu demo watashi ni denshi mēru o okuru koto jiyū ni kanji.
Yoi tsuitachi, watashi no chīsakute utsukushī magomusume.


[ Sentiti libera di scrivermi quando vuoi.
Buona giornata, mia piccola e bellissima nipote. ]



) Conclusione per Yamato (
[/tahoma]
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Messaggioda Miyabi » 30/12/2013, 16:55

Avere uno zio su cui contare, un nuovo parente al quale appoggiarsi, su cui fare affidamento: qualcosa che Miyabi non avrebbe mai pensato di poter vivere ancora dopo la tragedia di Enoshima, dopo che nessuno si era presentato per rivendicare un minimo di parentela con lei, magari uno zio alla lontana come si era rivelato essere Yamato; ce ne aveva messo di tempo, Kusanagi, per mostrarsi a lei e alla Preside di Hogwarts che aveva fatto "adottare" in un certo senso la Grifondoro alla scuola, ma alla fine le era arrivato davanti, si era presentato, e la Stevens aveva persino accettato di considerarlo il proprio tutore legale.
Alla luce di tutto ciò, considerando quanto per lei fosse risultato pesante anche il solo pensiero di dover cantare per il compito che le era stato affidato da Robyn, perché non provare a chiedere al neo-zio d'intercedere per lei ed evitarle il problema? Magari non avrebbe potuto fare niente, ma tentare di sicuro non sarebbe nuociuto a nessuno.
Quando, poi, Yamato annuì lentamente, la Grifondoro sentì che un enorme peso dal petto si librava verso l'alto e spariva, ed un flebile ma sentito sospiro di sollievo sgusciò dalle labbra della Giapponese.

Watashi ga kōdinētā to hanasu to, kono posuto kara esonerarti o onegaishimasu.

Ojisan, arigatōgozaimashita.
(Grazie mille, zio.)

Shikashi, anata wa, anata ga futsū no nakama no seika-tai no yō ni, chīmumeito ni chikaku, karera wa sore o hitsuyō to suru toki, karera ni jogen o ataeru junbi ga dekite, Nihon ni kuru made, okaeshi ni watashi o yakusoku shinakereba naranai.
Kore de, sutēji ni agaru to, nanigadekiruka o shimesu tame ni kanjiru koto wa arimasenga, shikashi, jibun no kangae o yusuru tame ni ongaku o nokoshimasu.
Kanojo wa kore made ni, anata ga itsumo daijōbu, itta yō ni, anata o kiite keizoku suru dake no koto, nani mo suru koto o kyōsei shinai nodarou ka?


Watashi wa anata ni yakusoku shimasu.
(Te lo prometto.)

Rispose solennemente Miyabi, che in base all'educazione ricevuta mai si sarebbe sognata di venire meno a quell'impegno su cui aveva dato la propria parola: avrebbe continuato a fare come sempre, anche e soprattutto grazie alla presenza di Ethan accanto a sé, supportando i compagni del Coro come possibile... ed in cambio si sarebbe evitata di dover cantare con Brianna ed Elisabeth o di dover scegliere per la prima una canzone, lasciando che la musica non diventasse un obbligo ma rimanesse sempre e comunque un piacere.
Le guance della Giapponese s'imporporarono quando Yamato le fece una carezza leggera, trasmettendole in quel gesto parte del proprio calore, ed un lieve sorriso incurvò le sue labbra mentre gli prendeva la mano e con lui tornava vicino alle compagne di Casata ancora intente ad aspettarla, silenziose ma palesemente curiose di scoprire l'identità dell'uomo.

Sūjitsuchū ni, watashi wa anata ni betsu no purezento o ookuri shimasu.
Shikashi, watashi no sutaffu o shi, watashi no mei no tame ni.
Nai mono ga, yori orijinaruna mono.


Ā... Arigatō.
(Oh... grazie.)

Mormorò Miyabi, nient'affatto abituata ai regali, nemmeno dai parenti, soprattutto quando Yamato gliene aveva già fatto uno e per di più molto importante, come il ciondolo che ora le adornava il collo.

Sugu ni modotte anata no nichijō seikatsu ni modori, sorera no izureka o kesshite wasurenai.
Anata o aishi, watashi wa anata ga sudeni kore o shitte iru to omoimasu.


Hai...
(Sì...)

Confermò la 15enne, riservandogli un ultimo, piccolo sorriso prima di fare un lieve inchino col capo ed osservarlo andare via, scomparire dalla sua vista ma non dalla sua vita, o almeno così sarebbe dovuto essere.

Itsu demo watashi ni denshi mēru o okuru koto jiyū ni kanji.
Yoi tsuitachi, watashi no chīsakute utsukushī magomusume.


Hayaku o ai shimashou... Ojisan.
(A presto... zio.)

[FINE GIOCATA]
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Messaggioda Logan » 04/09/2015, 22:20

Portico di Hogwarts
05 Novembre 2110
Ore 00:16
Sereno Poco Nuvoloso


C'era proprio una bella Luna quella notte, di quelle che splendevano come un Sole notturno, senza scottare, pallida e malinconica.
Era una di quelle sere nelle quali la Luna la si guardava con un occhio diverso, più intenso, più sensibile, più immerso nei pensieri.
Logan Sykes la osservava esattamente in quel modo, analizzandone i contorni, con una espressione neutra, morbida, calma.
Durante quegli anni era cambiato molto, maturandosi, uscendo fuori come un trentenne a tutti gli effetti, a differenza dei fratelli.
Nigel sicuramente si mostrava molto più adulto per la sua età, ma ancora inesperto su tanti fatti della vita.
L'Auror invece era il più grande e come tale intendeva comportarsi, pur mantenendo sempre il suo intramontabile estro di famiglia.
Il vento però non perdonava, quella notte, per questo si era adeguatamente coperto, in modo da non prendersi qualcosa.
Appoggiato al parapetto in pietra del portico di Hogwarts, rifletteva un po' sugli ultimi eventi e intanto sospirava, incapace di sentirsi bene.
Dopo il tradimento di Bree, non era più riuscito a riprendersi. Pur essendosi impegnata, la ragazza, nel cercare di recuperare, la ferita inferta all'omone di colore si rivelò troppo profondo a causa dei suoi precedenti, costringendolo a lasciar stare ed allontanarsi da lei definitivamente dopo qualche settimana di incertezze e tentativi andati sempre così così, i quali facevano presagire facilmente verso quale direzione stesse andando quel rapporto ormai corrotto.
Credeva di aver trovato la persona giusta, credeva di potersi fermare dal cercare una volta per tutte, adesso però i dubbi erano tornati prepotenti.
Si sistemò lo zuccotto sulla testa, come anche la sciarpa, sembrava un gigante grosso il doppio della sua normale stazza già di per sé massiccia.
Cosa avrebbe dovuto fare? Come si sarebbe dovuto comportare? Perché doveva stare così tanto male? Non aveva forse sofferto abbastanza.
L'infedeltà per lui era davvero un tasto dolente, le sue due ultime relazioni si erano concluse proprio per la stessa questione, seppur in salse diverse.
Al Ministero lo avevano informato del fatto che ormai gli Auror non erano più parte del corpo di sicurezza cittadino e che quindi ben presto avrebbero revocato la loro presenza dall'esterno di Hogwarts. Onestamente a lui non andava di lasciare incustodito il Castello, anche se ormai l'accaduto dei draghi era avvenuto da diverso tempo. Restare lì ad essere di Guardia significava quindi aderire al corpo della Vigilanza Magica, passare il test per la graduatoria e poi farsi assegnare alla Scuola di Magia in status perenne o quasi. Sua zia lo avrebbe aiutato per la seconda parte ma per la prima... beh, avrebbe dovuto fare tutto da solo, ma c'era da pensarci, non era una decisione da poter prendere così su due piedi, specie quando l'emotività stava da tutt'altra parte.
Un altro sospiro, un'altra volta gli occhi semi lucidi... grande grosso e sentimentalone.

Aveva ragione nonna Anne Marie: dovevo diventare Chierico della Trama e dimenticare il gentil sesso!
... Già, la faceva facile lei, ma mica sono più un bambino che preferisce una pizza ad un paio di tette...
Beh, per carità, una pizza margherita è sempre una pizza margherita, ma un paio di tette sono sempre un paio di tette...
... Ok sto decisamente divagando!


Tentò di sorridere, tentò di buttarla da solo sullo scherzo, ma non ci riuscì e ben presto, lo sguardo serio tornò sul suo volto.

Perché c'è sempre qualcuno che fa concorrenza... E vince?
... Sono davvero un così pessimo partito?


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Spoiler:
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Messaggioda Rebecca » 04/09/2015, 23:18

Hogwarts - Stanza di Rebecca
5 Novembre 2110
Ore 00:16


Immagine


Era stata una giornata piena. Stiracchiandosi di fronte alla finestra della sua stanza ad Hogwarts, Rebecca sentiva ogni singolo osso scrocchiare, mentre tendeva le braccia all'insù, tentando di dare sollievo alle proprie articolazioni. Rimanere in piedi tutto il giorno girando per il castello non faceva bene al suo corpo che, aggravato dalla presenza del suo abbondante davanzale, le portava qualche piccolo problema alla schiena, costretta a sostenere tutto quel peso.
Non si lamentava però l'Auditore, ben felice di trovarsi all'interno di quella struttura: in parte per il lavoro che vi svolgeva, in parte per le persone che le frequentavano -in primis Phoebe- sentiva di aver finalmente trovato un luogo dove, esclusa la Gilda, sentiva di appartenere con tutta sè stessa.
Era diventata ormai parte integrante di quell'ambiente, instaurando rapporti più o meno profondi con gli altri colleghi docenti: la sprizzante Amy, la diffidente Tisifone, il gentile Irvyne, il simpatico Lucas, per non parlare poi di quel ragazzo tanto giovane ma già tanto maturo come Vergil e di tutto il resto del corpo docente.
Poi c'erano anche amici all'infuori dei professori, come Logan Sykes, il suo beniamino.
Era stato il primo che aveva conosciuto all'interno di Hogwarts ed il primo a conquistarsi subito le simpatie della bella italiana. Fu proprio la sua figura che vide da lontano, affacciandosi meglio alla finestra, fermo e in piedi sotto il portico della scuola. Non che volesse discutere la sua decisione di rimanersene lì a fare non si sa cosa, ma il tempo non era certo clemente quella sera e l'uomo stava rischiando di prendersi un bruttissimo raffreddore a rimanere come uno stoccafisso all'esterno.
Senza pensarci più di due secondi, Rebecca afferrò il suo cappotto più pesante, indossandolo sopra il maglione largo color verde e un paio di pantaloni neri attillati, infilati dentro degli stivali foderati di pelliccia sintetica. Prima di uscire fuori, fece un salto nelle cucine di Hogwarts, dove alcuni elfi domestici, ancora svegli e indaffarati, furono più che felici di poter esaudire la richiesta dell'Auditore.

Hogwarts - Portico
Ore 00:21


Hai un buon motivo per rimanere qui fuori tutto solo oppure stai cercando di trasformarti in una statua di ghiaccio?

Chiese avvicinandosi con un enorme sorriso e in mano due tazze fumanti di cioccolata calda aromatizzata alla cannella e arricchiti da una manciata di marshmellow bianchi, morbidi e zuccherosi.

Immagine


Tieni, questo è per te.
Fai attenzione che scotta! Li ho incantati perchè rimanessero belli caldi.


Disse orgogliosa, sperando in quel modo di aver fatto un gesto gradito all'amico, la bacchetta che spuntava dalla tacca esterna del cappotto.

Ripeto la domanda di prima: come mai sei qui?
... E' successo qualcosa?


Chiese, notando o forse semplicemente intuendo la tristezza celata dietro lo sguardo dell'uomo.
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Messaggioda Logan » 05/09/2015, 0:45

Hai un buon motivo per rimanere qui fuori tutto solo oppure stai cercando di trasformarti in una statua di ghiaccio?

Quando la voce di Rebecca lo raggiunse, con quel tipico sound italianeggiante, non poté fare a meno di sorridere un poco, voltandosi per incontrare i suoi occhi color nocciola, bellissimi e luminosi come la Luna di quella notte. Lei sì che era felice, serena, senza preoccupazioni di sorta. Non c'era bisogno che le facesse spazio, il parapetto era decisamente ampio. C'era tanto silenzio intorno a loro, ma non quel silenzio inquietante da film horror babbano, bensì un silenzio rilassante, piacevole all'ascolto, da atmosfera. Quando la donna gli passò la tazza con dentro la cioccolata calda, Logan rimase qualche secondo a fissare i tanti piccoli dolcetti che in superficie galleggiavano qua e là. C'era sempre moltissima premura nel suo comportamento verso di lui, la premura di un'amica e nulla più, ma non era un buon motivo per non apprezzarla.

Tieni, questo è per te.
Fai attenzione che scotta!
Li ho incantati perché rimanessero belli caldi.


Mi farai morire grasso e felice...
... Grazie!


Fece una piccola risata, scuotendo il capo, tornando con gli occhi verso l'orizzonte.

Ripeto la domanda di prima: come mai sei qui?
... E' successo qualcosa?


Impicciona...

Replicò inizialmente, quasi a voler scappare da quel dialogo, ma sapeva bene che non era l'ideale tenersi dentro tutto, lui era il primo a cercare di far confidare amici e parenti quando notava in loro l'ombra di un problema. Predicare bene e razzolare male non stava al primo posto tra le sue prerogative di vita, anzi, non stava proprio in nessuna lista. Soffiò sulla cioccolata, mandandone giù un sorso che gli scaldò la gola e i sensi. Chiuse gli occhi godendosi quel momento così piccolo ma delizioso, facendosi un po' più vicino alla Auditore, così che i loro corpi fossero a contatto. Per lei poteva significare poco, ma per lui era una ricerca intima di vicinanza, di affetto. Non poteva neanche lontanamente immaginare quanto il maggiore dei Sykes fosse un tenerone.
Le passò una mano sulla guancia, nel silenzioso intento di ringraziarla di essere lì, poi, decise di provare a parlare.

... Bree mi ha tradito, circa due mesi fa.
Non so di chi si tratti e mi ha giurato che non era in sé, che è stato una specie di... Momento di debolezza, però mi ha scosso profondamente.
Abbiamo cercato di riprovare, di sistemare, ma non c'è stato verso, non ci sono riuscito, non ce l'ho fatta, quindi è finita.
In più, al Ministero mi hanno detto che presto revocheranno il permesso per avere un Auror a Guardia di Sicurezza del Castello.
Per proseguire ad aggirarmi da queste parti ed assicurarmi che tutto fili sempre liscio, dovrei entrare a far parte della Vigilanza Magica.
... Un esame da preparare, chissà quante cose da rispolverare, in primis Pozioni e affini dove non è che andassi esattamente una spada!
Pensare che sono stato un Corvonero, il Cappello Parlante quella sera aveva brindato alla grande, te lo dico io, fidati.


Si screditava molto, ma la verità era che come studente non aveva mai dato il minimo indispensabile, anzi, quando si presentava l'occorrenza di mettersi all'opera e darsi da fare nell'apprendere qualcosa di nuovo, Logan era il primo a far fronte a tutte le sue lacune. Probabilmente fu per quello che venne smistato nella Casata Blu-Nera, la Casata dei cervelli svegli e attenti, non forzatamente super sviluppati o troppo vincolati ai regolamenti.
Nigel, pur avendo le sue stesse attitudini, metteva anche molto impegno in generale ed una forza di volontà che spaziava nel desiderio di aiutare il prossimo con tutto se stesso, ecco perché a differenza sua era stato mandato a Tassorosso. Gli sembravano così lontani i tempi della scuola ed in effetti era proprio così... Quanto avrebbe voluto tornare indietro e ripartire daccapo.

... Tu saresti stata un'ottima Grifondoro, lo sai?
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Messaggioda Rebecca » 06/09/2015, 20:51

Mi farai morire grasso e felice...

Se sei felice non vedo perchè preoccuparti dell'essere grasso!
L'importante è avere sempre un sorriso sulle labbra, no?


Disse, convinta di ciò che stava dicendo perchè era sicura che un corpo perfetto non valeva nulla di fronte alla felicità e al benessere di una persona.

... Grazie!

Figurati, ti ho visto qua fuori tutto solo soletto e mi sono detta: perchè non andare a trovare il mio amico Logan Sykes?
E già che ci sono, perchè non fargli mettere qualche chilo in più?
Ha bisogno di mettere su massa, è uno scheletro povero ragazzo!


Ovviamente il tono con il quale venne ripetuta quella frase fu molto caricata, per strappare un sorriso al volto triste e cupo dell'uomo. Le dispiaceva vederlo in quel modo e voleva capire perchè l'Auror avesse deciso di passare la notte al freddo, piuttosto che rintanarsi al caldo sotto le coperte.
Ovviamente essendoci fra loro molta confidenza, non si fece problemi a chiederlo al diretto interessato.

Impicciona...

Solo quando le persone alle quali voglio bene sembrano stare male.
E ti voglio troppo bene per vederti con questa espressione triste addosso.
Che cosa è successo?


Non si scostò quando l'ex professore di Babbanologia si avvicinò a lei e sorrise sempre con un velo di preoccupazione negli occhi quando il Sykes le fece una tenerissima carezza sulla guancia: sapeva che a dispetto del suo fisico possente, l'uomo dentro era come un tenero orsacchiotto biognoso di coccole e affetto.
Rebecca non poteva sapere che il contatto fisico ricercato da Logan mirasse proprio a quello, ma certo non gli avrebbe negato un abbraccio se solo le avesse fatto comprendere in maniera più esplicita di averne profondo bisogno.

... Bree mi ha tradito, circa due mesi fa.

Oh... tesoro...

Non so di chi si tratti e mi ha giurato che non era in sé, che è stato una specie di... Momento di debolezza, però mi ha scosso profondamente.
Abbiamo cercato di riprovare, di sistemare, ma non c'è stato verso, non ci sono riuscito, non ce l'ho fatta, quindi è finita.
In più, al Ministero mi hanno detto che presto revocheranno il permesso per avere un Auror a Guardia di Sicurezza del Castello.
Per proseguire ad aggirarmi da queste parti ed assicurarmi che tutto fili sempre liscio, dovrei entrare a far parte della Vigilanza Magica.
... Un esame da preparare, chissà quante cose da rispolverare, in primis Pozioni e affini dove non è che andassi esattamente una spada!
Pensare che sono stato un Corvonero, il Cappello Parlante quella sera aveva brindato alla grande, te lo dico io, fidati.


Passò qualche secondo nel più totale silenzio, il tempo per l'Auditore di elaborare quanto le era stato detto dall'amico e per Logan di perdersi nelle proprie, personali riflessioni. Rebecca aveva toccato solo un minimo la propria cioccolata calda, poichè adesso tutta la sua attenzione era rivolta esclusivamente a Logan. Stava per dire qualcosa, quando l'uomo di colore la anticipò, uscendosene con un'affermazione che la lasciò abbastanza perplessa, ma anche incuriosita.

... Tu saresti stata un'ottima Grifondoro, lo sai?

Davvero? Per quale motivo?

Chiese, ascoltando l'eventuale spiegazione dell'uomo e annuendo, per poi passare all'argomento Vigilanza Magica, il quale preoccupava non poco l'amico ed ex-collega.

Per quanto riguarda quel posto da vigilante, lo sai che se deciderai di sostenere l'esame potrai contare sul mio aiuto vero?
Almeno in Erbologia non me la cavo affatto male e per Pozioni puoi chiedere alla professoressa Bennet, dico bene?
- chiese, convinta che Martha Bennet non avrebbe certo rifiutato un aiuto ad un collega -E per quanto riguarda Bree...

Posò la tazza sul parapetto del portico, stando ben attenta affinchè non cadesse, poi si avvicinò al corpo dell'uomo, abbracciandolo con le braccia che gli circondavano completamente il collo. La mano destra nel frattempo gli accarezzava la testa coperta dallo zuccotto, con dolcezza e tanto tanto amore, lo stesso amore che Rebecca provava nei confronti dell'amico.

Se hai voglia di fare il tenerone e di scioglierti un po' in lacrime fai pure.
Rimarrò ad abbracciarti fino a quando non smetterai...
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Messaggioda Logan » 06/09/2015, 22:53

... Tu saresti stata un'ottima Grifondoro, lo sai?

Davvero? Per quale motivo?

Perché non hanno mai istituito Muccabianca?

Le diede una piccola spintarella col gomito sulla spalla, fissandola appena divertito, anche se il sorriso non contagiava del tutto lo sguardo.

Coraggio, forza di volontà, un pizzico di trasgressione, cuore buono.
Alla fine queste sono tutte caratteristiche tipiche e facilmente riscontrabili nei Grifondoro, no?
Lo so, non bisogna fare di tutta l'erba un fascio, ma credo proprio che saresti finita lì, assolutamente...


Tornò con gli occhi sull'orizzonte, bevendo la sua cioccolata, riscaldando il corpo ma non il cuore, già, per quello ci voleva ben altro.

Per quanto riguarda quel posto da vigilante, lo sai che se deciderai di sostenere l'esame potrai contare sul mio aiuto vero?
Almeno in Erbologia non me la cavo affatto male e per Pozioni puoi chiedere alla professoressa Bennet, dico bene?


Diciamo che di fare un salto dalla Bennet ci avevo già pensato, ma mi scoccia disturbare il prossimo.
La pagherei, per carità, ma ha già un impiego e di sicuro non mi sognerei di condizionarle le vacanze natalizie.


La zia, la cara Madeline, era un genio con l'Abilità Magica. Lo avrebbe aiutato volentieri, ma aveva più appuntamenti del Ministro della Magia.
Ormai la Vice Preside Vireau svolgeva la maggior parte delle questioni burocratiche al posto suo, quindi scartata anche l'ipotesi di chiedere ad una parente.
Era indeciso, prendere la nuova carriera avrebbe aumentato i suoi guadagni ma avrebbe ridotto la possibilità di proseguire assiduamente un impiego bello come il Dragoniere. Tanti conciliavano il tempo in modi anche più complessi del suo, lo sapeva e ne prendeva atto, come ad esempio J.D., ma forse dietro tutta quella storia c'era lo stato d'animo. Era quello che non riusciva a farlo sbloccare in un senso o in un altro. Emotività, gran brutta bestia, specie in quelle situazioni.

E per quanto riguarda Bree...

La vide cambiare posizione, sporgersi verso di lui, fargli una carezza, guardarlo con affetto, un affetto fortissimo, dolcissimo.

Se hai voglia di fare il tenerone e di scioglierti un po' in lacrime fai pure.
Rimarrò ad abbracciarti fino a quando non smetterai...


Ahahah... Sarebbe proprio una bella prospettiva...

Fu una risata leggerissima, lievemente amara, quella che accompagnò il gesto di dare a Rebecca un piccolo bacio sulla guancia.

Ho pianto anche troppo, per ora i rubinetti sono in ricarica... E menomale.
Però mi fa piacere parlare con te, ed anzi, l'abbraccio me lo rubo lo stesso, ecco.


La strinse così tanto forte che lasciarla senza fiato, alzandola anche di qualche centimetro da terra, visto che rispetto a lui era bassetta.

Perché non mi racconti come vanno a te le cose?
E' da una decina di giorni che non ci facciamo una chiacchierata come si deve.
Sei già stata qualche volta al Circolo MagiFilosofico?
Che posto è?
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2012-10-27 23:42:06 Vergil d20 11  
2012-10-27 23:10:44 Melia d20 13  
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