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Messaggioda Jorge » 04/06/2013, 22:21

Vedere Elbeth entrare in Infermeria dopo cinque giorni in cui aveva potuto interagire solo con Caroline Priscilla e anche poco a causa dei suoi sensi di colpa fu come vedere un Patronus venirti incontro mentre un centinaio di Dissennatori stavano tentando di fregarti l’anima. Se poi ci si metteva anche una cotta adolescenziale che invece di sfumare con il tempo si era accentuata allora era facile comprendere come la felicità di Jorge in quel momento rasentava quasi il cielo. Il sorriso con cui l’accolse si ampliò maggiormente quando notò i generi di conforto che aveva portato loro, quasi commosso nel vedere tutti quei lecca lecca al sangue piovere sul suo grembo perché voleva dire che la Menina per quanto scontrosa e tendenzialmente sulle sue si era ricordata che quelli erano i suoi dolci preferiti in assoluto. In altre circostanze avrebbe gongolato per tutte quelle attenzioni, facendo anche qualche battuta divertente ma il senso di colpa era proprio una brutta bestia e quindi si sentì costretto a rifiutare quei doni.

Non la stai facendo un pò troppo tragica, Alvares? In fondo, mi pare che stiate bene...

Si benone ma non per merito mio.

Mugugnò, invidioso e contento allo stesso tempo di vedere Cappie reagire in maniera positiva a quella visita inattesa sbafandosi cioccorane a ripetizione. Era quasi certo che se uno di quei dolciumi si fosse azzardato a compiere un balzo serio, la Tassetta semplicemente avrebbe saltato a presso a lei e l’avrebbe mangiata al volo.

Jorge piantala! Digiunare non cancellerà quello che è successo...

A quel rimprovero il portoghese si mordicchiò il labbro inferiore, rendendosi conto che forse si stava comportando in maniera patetica e tra tutti gli studenti di Hogwarts proprio di fronte alla piccola Grifa. Lanciò un’occhiata di sbieco ai lecca lecca ammassati sul comodino e dovette muoversi rumorosamente sul letto, con la scusa di fare maggior posto a Elbeth, urtando volontariamente la spalliera di metallo con le braccia nel tentativo di nascondere i gorgheggi che il suo stomaco stava producendo, come se si stesse anche lui ribellando di fronte a quella sua decisione di digiunare.

Menin...cioè, Elbeth grazie per il pensiero. Sei la mia salvezza! Stavo morendo qua dentro: cinque giorni senza cioccolata! Ti rendi conto? Ho un calo di zuccheri da far paura...

Calo di zuccheri che però non ti ha impedito di intontirmi di chiacchiere per tutto il tempo… Fortuna che ero intontito dagli intrugli della Vilvarin se no correvo il rischio di scoprire che parli anche nel sonno.

La punzecchiò, ritrovando un po’ della sua verve e del suo umorismo non proprio carino mentre fulmineo rubava la figurina di Silente dalle mani della Grifa.

Io ho trovato Rain...Sage...ehi, ma non è la tizia di cui ci ha parlato la Bennet a lezione?

Sì... è proprio quella. Ce l'ho...

Si è quel genio di donna che ha scritto un libro stupendo sui veleni – confermò Jorge sporgendosi con il busto in avanti, la mano tesa verso la figurina che aveva la sua sorellina nella speranza che fosse anche quello un doppione e che quindi poteva appropiarsene – Il mio libro bellissimo sui Veleni le dedica un capitolo intero.

Aggiunse, gli occhi che gli brillavano spiritati come ogni volta che parlava di Pozioni e, ultimamente anche di Alchimia. Quanto era stato contento di ricevere quel libro in regalo dalla Bennet? Più di quanto la donna potesse mai immaginare di certo e la cosa strabiliante era che non l’aveva ancora usato per combinare nessun guaio.

Ciao ragazzi – la voce di Brianna riecheggiò dolce e un po’ timida alle sue spalle e Jorge si voltò per rivolgerle un sorriso di ben venuto - ho portato qualcosina, ma vedo che sono stata battuta sul tempo! Ma voi fate la collezione delle figurine di cioccorane? Rain Sage? mi fai vedere?

Non ti preoccupare Ape Maia non credo che verrà mai il giorno in cui dirò “ci sono troppi dolci in questa stanza”

Commentò divertito, ritirando la mano in modo che Cappie avrebbe potuto, se avesse voluto, mostrare alla piccola Delfina la figurina in questione, per poi restare a fissare in silenzio le due ragazzine.

Menina non so se ti ho mai presentato la mia compagna di Casata, Ape Maia… Anche lei è una voce del coro di Hogwarts. Sembra piccolina ma ha una voce temibile…

E non c’era traccia di scherno nella sua voce mentre pronunciava quelle parole. Certo il suo campo musicale, per così dire, erano gli strumenti a corda possibilmente però quello non gli impediva di apprezzare la buona musica anche se forse non era ancora capace di andare molto al di là del proprio gusto ed esprimere pareri tecnici. Quelle chiacchiere pressoché inconsistenti, tipici dei ragazzi della loro età, però non durarono a lungo visto che ben presto la Grifa chiese loro cosa li avesse condotti in Infermeria, subito supportata dalla Delfina.

Si, esatto, cosa vi è successo?

Jorge si trovò così combattuto tra il desiderio di raccontare le loro gesta, che nonostante tutto gli apparivano in parte epiche, e la normale ritrosia nutrita dal senso di colpa e dalla paura di fare la figura dello stupido immaturo di fronte a Elbeth così sollevò leggermente la testa in direzione di Cappie, lanciandole un’occhiata chiara che sperava la sorellina comprendesse, prima di informarsi a sua volta realmente curioso su ciò che si diceva in giro sul loro conto. Inutile dire che quando la Grifa indietreggiò sul letto facendosi di fatto più vicino a lui per rispondere alla sua domanda, Jorge si congratulò con se stesso per la stupenda pensata.

Beh! La versione più accreditata tra le Casate è che abbiate violato il coprifuoco andando nella Foresta Proibita, - il cuore di Jorge accelerò a quell’accenno alla Foresta Proibita ma non si mosse né disse nulla, sperando che le altre versioni fossero un po’ più fantasiose e divertenti - un'altra sostiene che abbiate fatto razzia nelle cucine e che gli elfi domestici si siano arrabbiati e ne abbiano parlato con i prof e l'ultima, un pò più fantasiosa, che abbiate trovato un nuovo passaggio segreto per Hogsmeade... che invece portava all'ufficio della Vice Preside!
Anche quest'ultima versione mi convince poco, anche se un'esplorazione dei sotterranei del castello potrebbe riservarci qualche sorpresa in tal senso...


Menina non ti azzardare ad andare a curiosare nei sotterranei da sola, non è posto per Grifi solitari anche se coraggiosi – la rimproverò, agitandole il dito di fronte al viso con un sorriso furbetto che gli illuminava gli occhi - Ma se vorrai sarò più che lieto di scortarti in tutte le esplorazioni che ti verranno in mente, tanto ormai sono quasi di casa da quelle parti.

E le strizzò l’occhio con un’aria divertita e un po’ complice: infatti tra la tana dei Tassi, l’aula della Bennet e la sua Ninfa si poteva dire che Jorge conoscesse i sotterranei quasi come la Torre dei Delfini. Sbirciando da sopra la spalla della ragazzina il portoghese si perse l’espressione del suo viso ma riuscì a vedere la figurina che aveva trovato.

Toh, la tipa di cui parla sempre il Gigante Buono… Forse dovrei…

Mangia, su!

Lo sguardo dolce che gli rivolse la ragazzina gli fece morire le parole sulle labbra, costringendolo a tossicchiare per mascherare il fatto che stava deglutendo a vuoto. Fulmineo allungò la mano a prendere la cioccorana già scartata e la spezzò in due, infilandosi in bocca la sua metà e allungando la mano verso la bocca dell’altra per offrirle l’altra.

Grazie Menina ma i lecca lecca al sangue sono i miei preferiti.

Le confidò con un tono di voce basso e non appena la ragazzina avesse mangiato la sua metà di dolce – direttamente dalla sua mano o meno – Jorge si sarebbe allungato verso il comodino, afferrato un lecca lecca e, dopo averlo scartato, se lo sarebbe infilato in bocca, emettendo un sospiro estasiato. Si godette per una manciata di secondi il sapore ferroso e dolciastro del sangue o di quello che era riempirgli la bocca, concedendosi l’illusione che fosse una giornata qualunque e che non si trovavano in Infermeria ma in Sala Grande, ma le parole con la Grifa aveva esordito gli ronzavano in testa e così non potè evitare di chiedere cosa fosse accaduto mentre loro erano svenuti e doloranti.

Si, infatti! Racconta un po'...

Non mi dite che non avete saputo niente?

Nulla di nulla. – confermò Jorge, togliendosi il dolciume di bocca per non sembrare uno stupido - C’è stato un gran via vai di Professori ma nessuno ci ha degnato di uno sguardo.

Ok quello non era del tutto esatto, di occhiate ne avevano ricevute a bizzeffe e nessuna di simpatia o compassione ma nessuno aveva detto loro una singola sillaba che non fosse “apra la bocca” “ingoi tutto” “ non si muovi”. Rimase quindi in attesa di avere delucidazioni quando una terza persona li raggiunse e decisamente quella, di visita, non rese Jorge per nulla felice ma sapeva che doveva abbozzare e fare anche la persona educata, giusto per non indispettire la Tassetta.

Buongiorno ragazzi come state?

A quanto pare non sono il solo a cui Elisabeth non sta simpatica.

Pensò tra sé non potendo evitare, vista l’esigua distanza, il modo in cui Elbeth aveva reagito all’arrivo della Serpe, cosa questa che fece aumentare di molto la stima già elevata che il portoghese nutriva per la Grifa.

Fino a un secondo fa ottimamente, grazie Lingua Argentata, ma questo è pur sempre un posto di dolore e sofferenza.

Mormorò a voce bassa, infilandosi di nuovo il lecca lecca in bocca per evitare che Cappie la sentisse, anche se forse la Grifa ci sarebbe riuscita senza troppe difficoltà, abbozzando un sorriso di circostanza che lo rese un po’ buffo.

Vedo che vi hanno già portato dei dolci. Beh uno in più uno in meno non dovrebbe fare molta differenza.
Specialità francesi … compreso quel dolce al cioccolato di cui ti ho parlato tempo fa.


Grazie – rispose in automatico perché in fondo un po’ di buona educazione la conosceva anche lui – ma io con i dolci inglesi sto già a posto…

Si, in effetti ne aveva davvero poca di educazione ma per quanto non gli fossero dispiaciuti i dolci francesi che aveva assaggiato una volta in Biblioteca non aveva intenzione di rovinarsi la bocca con tutto quello zucchero e così probabilmente avrebbe anche fatto un piacere a Elisabeth che non sarebbe stata costretta a mostrarsi gentile e offrirglieli.

Allora ragazzi di cosa parlavate prima del mio arrivo? Spero che fosse qualcosa di divertente.

Veramente stavamo aspettando che qualcuno ci raccontasse qualcosa su questo scontro epico…

Affermò Jorge con un tono di voce un po’ spazientito: non gli piaceva essere all’oscuro delle cose e tutto quel mistero iniziava a dargli sui nervi non poco.

Divertente...
Mmm... non definirei divertente uno scontro con dei Mezzi Draghi ....o quel che erano!


Alla parola Mezzo Drago, Jorge istintivamente scattò in avanti, le mani ad afferrarsi al bordo del letto, intrappolando involontariamente Elbeth tra le proprie braccia,gli occhi che saettavano da un viso all’altro delle ragazze per poi seguire la direzione di quello della Grifa e guardare anche lui in fondo alla stanza.

Mezzi Draghi? Vuoi dire che il mostro che ha incendiato la Foresta Proibita anni fa è tornato e non era da solo? – chiese non essendogli sfuggito il plurale usato dalla ragazza. Che i due minidrago con cui si erano scontrati fossero tornati all’attacco? Oppure non vivevano da soli ai confini di Hogwarts e qualche genitore era andato a vendicarli? – Forza non fatevi tirare fuori le parole con le pinze, diteci qualcosa… per favore

E le ultime due paroline magiche, come le chiamava la madre, vennero praticamente sussurrate all’orecchio della Grifa, sempre ammesso che non si fosse spostata da dov’era seduta. Se invece Elbeth si fosse spostata Jorge non avrebbe mai pronunciato quelle due paroline.
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Messaggioda Miyabi » 05/06/2013, 16:03

Anche lei si era preoccupata molto per i due piccoli pazienti dell'Infermeria, forse più per Jorge che non per Caroline Priscilla, ma perché conosceva un po' di meno la seconda rispetto al primo, anche se da quando stavano entrambe nel Coro avevano avuto modo di parlare un po' più spesso: il primo istinto, dopo lo scontro tra i professori e quelle creature orribili, era stato subito quello d'informarsi sulla salute del professor Sykes, che da quanto aveva visto era quello messo peggio dei quattro; tuttavia, l'accesso all'Infermeria era stato interdetto a chiunque non fosse un docente, e dunque la ragazzina non aveva potuto sapere nulla.
Nei giorni di attesa, però, aveva scoperto non solo che il professor Sykes era fuori pericolo di vita, seppur ancora molto debole e ancora gravemente ferito, ma anche che due sue compagni di scuola, Alvares ed O'Neill appunto, erano finiti a loro volta in Infermeria, seppur Miyabi non sapesse esattamente quando questo fosse avvenuto: da lì la preoccupazione, che la spinse a chiedere alla docente Vilvarin quando potesse vedere i suoi amici; al quinto giorno d'attesa, perché così le aveva detto l'insegnante, finalmente la Grifondoro aveva potuto mettere piede nel luogo di degenza del Castello, preoccupandosi però prima di farsi mandare qualche tipico dolce giapponese da casa vista la passione smisurata dei due convalescenti per gli zuccheri - e forse un po' tutto il cibo in generale.
Quando la Grifetta raggiunse l'Infermeria, però, non era sola: al contrario, molte persone l'avevano preceduta, portando doni come regalo per tirare su di morale Il Delfino e la Tassorosso; Elisabeth e Brianna le conosceva piuttosto bene, mentre la terza bambina, Elbeth, l'aveva vista solo in Dormitorio essendo della stessa Casata, ma oltre al nome non avrebbe saputo dire altro di lei.

Mezzi Draghi? Vuoi dire che il mostro che ha incendiato la Foresta Proibita anni fa è tornato e non era da solo? Forza non fatevi tirare fuori le parole con le pinze, diteci qualcosa…

L'arrivo di Miyabi giunse in concomitanza con quella preghiera fatta da Jorge, chiaro segno che evidentemente né lui né Cappie sapevano cosa fosse successo mentre loro se ne stavano in Infermeria.

Permesso...

Mormorò Miyabi, ma con un tono di voce abbastanza forte da farsi udire da tutti i presenti, elargendo ai due pazienti un sorriso affettuoso e genuino.

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Finalmente riesco a vedervi, temevo di non riuscire più entrare in Infermeria! - esclamò la Stevens, facendo qualche passetto in avanti così da farsi notare meglio da loro e dalle altre ragazze presenti - Cappie-chan, Jorge-kun, che bello vedere che state bene! - perchè per lei, visto che stavano chiacchierando e mangiando, dovevano star bene per forza - Vi ho portato questi... li ha mandati la mia mamma, spero vi piacciano. Si chiamano mochi, sono dolcetti di riso giapponesi!

Spiegò Miyabi, allungando con un gran sorriso una scatola alla Tassetta ed una al Delfino, con all'interno gli stessi dolci colorati.

Immagine


Ciao Elisabeth-chan, ciao Brianna-chan, a quanto pare abbiamo avuto tutte la stessa idea, eh?

Disse poi con un gran sorriso, facendo un piccolo inchino alle due amiche ed indicando i dolci che loro avevano portato, segno che la fama di golosi di Cappie ed Jorge era davvero arrivata in ogni angolo di Hogwarts.
Lo sguardo violaceo della Grifondoro si spostò poi sul Elbeth, alla quale Miyabi sorrise e di fronte a cui s'inchinò più rispettosamente, in segno di saluto ma anche di presentazione.

Piacere di conoscerti, io sono Miyabi Fuyutsuki Stevens... non ci siamo mai presentato ufficialmente, ma tu ti chiami Elbeth, giusto?

Domandò alla bambina, il tono di voce cortese, amichevole e gentile: in quegli anni scolastici aveva imparato, grazie alla vicinanza dei compagni di scuola, ad aprirsi un po' di più al prossimo, ed i risultati erano davvero notevoli.

Allora eravate davvero assenti quando è successo il putiferio... - commentò poi la Grifa, riagganciandosi alle parole precedenti di Jorge - Credevo semplicemente di non avervi visto in giro, ma c'era tutta la scuola in Sala Grande e pensavo fosse normale...

Aggiunse, dando un'occhiata alle altre ragazzine presenti come a chiedere loro se andasse bene che fosse lei a raccontare - ma in fondo avrebbero potuto dare tutte il proprio punto di vista - e prese un poco di fiato, incrociando le mani dietro alla schiena prima d'iniziare un breve riassunto di cosa fosse successo.

Cinque giorni fa tutta la scuola ha ricevuto la comunicazione di recarsi in Sala Grande, perché tre professori, la Vilvarin, Vastnor, la Vireau e più avanti anche il professor Sykes, erano usciti dal Castello con l'intento di eliminare definitivamente il pericolo che si aggirava nella Foresta Proibita.
Ovviamente abbiamo tutti pensato subito al Mezzo-Drago
- e guardò le altre visitatrici per avere conferma che anche loro avessero fatto quel collegamento - Ma all'inizio non potevamo vedere nulla di quello che stava succedendo, finché la professoressa Samyliak non ha trasfigurato una parete in una maxi finestra trasparente così da farci seguire lo scontro... solo che i nemici non erano uno, ma due! All'inizio di fronte alle Serre c'era un enorme Drago senz'ali che ha tentato di colpire la scuola con due sfere giganti, intercettate dalla Vireau e da Vastnor, poi per aria si è visto volare il Mezzo-Drago - proseguì, parlando lentamente così da permettere ai due d'interromperla, se avessero voluto - così i professori si sono divisi: la Vilvarin e Vastnor sono rimasti a lottare contro il Drago senz'ali all'altezza delle Serre, mentre la Vireau e Sykes sono corsi verso la Foresta Proibita. Non potevamo vedere niente del secondo scontro, fino a che non è intervenuta la Preside in persona che con un potentissimo incantesimo ha trasformato la finestra in due schermi, così abbiamo eseguito gli scontri in contemporanea!

Si fermò un secondo solo per riprendere fiato, rendendosi conto distrattamente che era il discorso più lungo che avesse mai fatto, poi riprese.

I primi a vincere sono stati la Vilvarin e Vastnor, poi lei è rimasta sola mentre il professore di Difesa correva verso la Foresta ed ha affrontato tre cuccioli di Drago... ha fatto comparire dal nulla una roccia e poi l'ha scagliata contro uno dei tre, è stato un bell'incantesimo! - ammise Miyabi, continuando subito dopo - Nella Foresta Proibita lo scontro è stato più complesso invece, il professor Sykes ha subìto un sacco di colpi e la Vireau ha fatto scendere dal cielo un Drago magico tutto fatto di fulmini! - quello era stato, visivamente, qualcosa d'incredibile, o forse era lei ad emozionarsi per cose del genere e si notava chiaramente dal tono ammirato della sua voce - Alla fine qualcuno ha scagliato l'Anatema che Uccide contro il Mezzo-Drago, ma non ho proprio idea - Intuito (Perspicacia): 6 - di chi possa essere stato... comunque hanno vinto e sono stati portati tutti in Infermeria, credo, noi ce ne siamo dovuti tornare nelle nostre sale comuni.

Un altro respiro bello profondo, poi lo sguardo della giapponese si volse verso Elbeth, Brianna ed Elisabeth, scrutandole con espressione corrucciata.

Mi sono dimenticata di dire qualcosa?
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Messaggioda Caroline Priscilla » 05/06/2013, 21:45

La degenza all'interno dell'Infermeria, per quanto le avesse dato molto tempo per riflettere su tutta la vicenda che aveva coinvolto lei e Jorge, non aveva minimamente scalfito invece l'appetito della tassetta, specie la sua golosità per tutto ciò che fosse pieno di zuccheri e cioccolato. Questo non era sintomo del menefreghismo della ragazza, anzi: semplicemente Cappie, lontana dallo sguardo glaciale della Vireau e ignara di tutto quello che era successo a causa della loro gita nella Foresta, riusciva a mascherare meglio l'ansia e il senso di colpa che provava dentro di sè. Specialmente poi se persone così carine come Elbeth, Elisabeth, Brianna e Miyabi erano venute a trovarli, portando con loro ogni genere di conforto ad alto tasso di zucchero.
Già all'ingresso di Elbeth, l'aria all'interno di quel luogo era totalmente cambiata. Il suo fratellino sembrava molto più attento e propenso al dialogo di quanto non lo fosse stato con lei nei giorni passati e in più la Grifondoro, col suo sorriso e soprattutto le Cioccorane, aveva fatto il resto, regalando ai due sopravvissuti un piccolo momento di buonumore. Insomma un quadretto idilliaco, interrotto però quando la Grifa, neanche a farlo apposta, nominò uno scontro a suo dire epico avvenuto ad Hogwarts. Il sorriso sulle labbra della Tassorosso si era per un attimo congelato, convinta che lo scontro di cui stava parlando Elbeth fosse quello affrontato da lei e il Delfino. Le guance si tinsero di rosso per la vergogna: la giovane strega non andava fiera di quello che era successo con i due mezzodraghi nè avrebbe mai voluto che la notizia si spargesse in giro così presto. Per sua fortuna venne salvata dall'ingresso di Brianna.

Ciao ragazzi ho portato qualcosina, ma vedo che sono stata battuta sul tempo! Ma voi fate la collezione delle figurine di cioccorane? Rain Sage? mi fai vedere?

La ragazza sorrise riconoscente alla concasata dell'amico, porgendole la figurina che Jorge le aveva restituito e tentando di farle un po' di spazio sul suo letto, gamba permettendo. Accettò di buon grado la scatola che la Delfina aveva portato loro, piena della maggior parte dei dolciumi preferiti della tassetta.

Brianna ti ringrazio...ecco, serviti anche tu se vuoi!
Allora Elbeth...che cosa si dice di noi in giro?


Chiese Cappie, volendo constatare quali voci erano trapelate sul loro conto e quindi quanto tutta la scuola sapesse della loro vicenda e quanto era frutto di fantasia.

Beh! La versione più accreditata tra le Casate è che abbiate violato il coprifuoco andando nella Foresta Proibita, un'altra sostiene che abbiate fatto razzia nelle cucine e che gli elfi domestici si siano arrabbiati e ne abbiano parlato con i prof e l'ultima, un pò più fantasiosa, che abbiate trovato un nuovo passaggio segreto per Hogsmeade... che invece portava all'ufficio della Vice Preside!
Anche quest'ultima versione mi convince poco, anche se un'esplorazione dei sotterranei del castello potrebbe riservarci qualche sorpresa in tal senso...


Le tre versioni riportate dalla Grifa fecero strabuzzare gli occhi della Tassorosso, che non potè fare a meno di sorridere pensando a quanto i pettegolezzi che giravano in giro fossero completamente assurdi e del tutto lontani dalla realtà. Be, quasi tutti. Il primo ci aveva quasi azzeccato, ma su quel punto Cappie si astenne dal precisarlo.

Menina non ti azzardare ad andare a curiosare nei sotterranei da sola, non è posto per Grifi solitari anche se coraggiosi. Ma se vorrai sarò più che lieto di scortarti in tutte le esplorazioni che ti verranno in mente, tanto ormai sono quasi di casa da quelle parti.

Ehi! Guarda che nei Sotterranei ci sono anch'io! Noi Tassi non mordiamo...e neanche le Serpi...almeno alcune!

Buongiorno ragazzi come state?

L'entrata in scena di Elisabeth fece voltare la tassetta, impedendole quindi di proseguire il suo discorso in difesa delle due casate che vivevano nel luogo più angusto di Hogwarts. Cappie sapeva che il fratellino mal sopportava i Serpeverde, in particolar modo quella Serpeverde che era appena entrata dalla porta, salutandoli con una scatola in mano dal quale si sprigionava un buonissimo odore. Ma la giovane strega non avrebbe permesso di trascinare in quel giudizio negativo anche Elbeth. Salvo constatando poi [Intuito(P):8] quanto quest'ultima fosse poco incline ad accogliere la sua amica con gentilezza e solarità. Dal canto suo, la Tassorosso l'avrebbe difesa sempre e comunque: Ellie era il tipo di persona che attaccava solo per difendersi. In più con lei si era sempre dimostrata molto gentile e carina. Per questo, non riusciva a credere che potesse risultare antipatica a qualcuno.

Ellie! Che gioia rivederti! Vieni siediti...uhm...be', se Brianna si stringe un po' potete stare tutte sul mio letto. Basta che non mi schiacciate la gamba!
Io sto bene grazie, tu? Cosa c'è lì dentro?


Chiese euforica. Evitò di lanciare occhiatacce verso il Delfino, dopo la risposta che diede ad Elisabeth, sia perchè non le andava di lanciarsi in una discussione con lui sulla buona educazione nel salutare un'amica, sia perchè non era convinta se lui avesse bofonchiato un insulto o un saluto.

Specialità franscesi … compreso quel dolce al cioccolato di cui ti ho parlato tempo fa
Allora ragazzi di cosa parlavate prima del mio arrivo? Spero che fosse qualcosa di divertente.


Veramente stavamo aspettando che qualcuno ci raccontasse qualcosa su questo scontro epico…

Divertente...
Mmm... non definirei divertente uno scontro con dei Mezzi Draghi ....o quel che erano!


La tassetta la fissò in silenzio, aspettando che Elbeth aggiungesse qualcosa alla frase che aveva appena pronunciato. Ecco, finalmente erano stati nominati i mezzi draghi o qualunque cosa fossero quelle bestie che li avevano attaccati nella Foresta. Tuttavia, sembrava che nessuno in particolare volesse prendere la parola e raccontare quello che era successo: lei e Jorge non volevano spifferare quanto erano stati stupidi a mettersi nei guai a causa di uno scherzo di cattivo, cattivissimo gusto; d'altro canto, Elbeth, Elisabeth e Brianna non volevano scucirsi su quanto era successo ad Hogwarts prima di aver saputo perchè entrambi non erano presenti durante lo scontro. Proprio ripensando ai motivi che avevano spinto i due amici a litigare, Cappie ebbe un lampo di genio: Brianna era anche lei un Delfinazzurro, magari potevano chiederle se avesse sentito parlare di uno scherzo ai danni di Jorge nella sua Sala Comune e da parte di chi. Le sue riflessioni, tuttavia, vennero interrotte dall'arrivo della piccola Miyabi, anche ella con due scatole piene, ne era sicura, di deliziose leccornie.

Finalmente riesco a vedervi, temevo di non riuscire più entrare in Infermeria! - Cappie-chan, Jorge-kun, che bello vedere che state bene! Vi ho portato questi... li ha mandati la mia mamma, spero vi piacciano. Si chiamano mochi, sono dolcetti di riso giapponesi!

Gli occhi della ragazza si illuminarono all'idea di assaggiare un dolce mai visto prima in vita sua.

Miyabi...grazie!

Riuscì a dire soltanto, aprendo la sua scatola e tirandone fuori un dolcetto color rosa. Nel frattempo, attese che fosse il fratellino ad invitare la nuova arrivata a sedersi sul suo di letto, visto che quello della Tassorosso sarebbe stato già occupato, se la Serpe e la Delfina si fossero accomodate lì. Diede un morso al suo dolcetto, sentendone la consistenza pastosa scontrarsi con quella morbida e dolce della marmellata di azuki del quale era ripieno. La ragazza dovette masticare a lungo e lentamente prima di abituarsi a quel tipo di sapore a lei sconosciuto. Tuttavia, con le dita appiccicose, fece segno a Miyabi che il dolce era squisito e dimostrò il suo apprezzamento prendendone subito un altro.

Allora eravate davvero assenti quando è successo il putiferio...Credevo semplicemente di non avervi visto in giro, ma c'era tutta la scuola in Sala Grande e pensavo fosse normale...
Cinque giorni fa tutta la scuola ha ricevuto la comunicazione di recarsi in Sala Grande, perché tre professori, la Vilvarin, Vastnor, la Vireau e più avanti anche il professor Sykes, erano usciti dal Castello con l'intento di eliminare definitivamente il pericolo che si aggirava nella Foresta Proibita...


La Stevens fu la prima a raccontare per filo e per segno che cosa realmente fosse successo mentre lei e Jorge erano svenuti. Man mano che lei continuava il suo racconto, varie cose la lasciarono incredula e senza parole: in primo luogo, assistere ad un discorso lungo fatto da Miyabi, cosa già di per sè spettacolare, vista la nota timidezza della piccola giapponese. Poi scoprire che i mezzi draghi citati da Elbeth, non erano i cuccioli affrontati da loro due, ma quelli veri, quelli grossi e cattivi che avrebbero potuto incenerirli con un soffio. Venire a conoscenza che dietro le tendine non riposavano degli studenti come loro, ma professori! E questo faceva combaciare finalmente tutte le stranezze alle quali la Tassorosso aveva assistito da quando era lì. Infine, capire con dolore e rabbia, che il loro comportamento sconsiderato aveva rischiato di causare una catastrofe di dimensioni inimmaginabili. Cappie era sbiancata quando ormai la ragazza concluse il suo racconto. Aveva persino smesso di ingurgitarsi di dolciumi, sentendo il proprio stomaco contrarsi nauseato alla vista di tutto quel cibo. Non riusciva neanche a voltare la testa in direzione del Delfino, presumendo che lui stesse più o meno nelle sue stesse condizioni.

Mi sono dimenticata di dire qualcosa?

Cappie attese che le altre ragazze rispondessero alla domanda di Miyabi, magari aggiungendo particolari che avrebbero contribuito ad acuire il senso di colpa e di nausea che ora gravava sulla tassetta. Dopo aver saputo la verità, infatti, la Tassorosso era ancor meno propensa a raccontare il genere di guaio nel quale lei e Jorge si erano cacciati.

Ragazze...scusate...non credo di sentirmi molto bene...vi spiace se mi...stendo un po'?

Avrebbe chiesto quindi in seguito, lanciando solo in quel momento un fugace sguardo all'amico. Dopodichè, se avessero acconsentito, la giovane strega si sarebbe stesa per bene, tirando le coperte fin sopra il mento e restando con gli occhi aperti, ma senza proferire parola.
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Messaggioda Elbeth » 12/06/2013, 0:18

Ora che avevano iniziato a mangiare i dolci, Elbeth ebbe l’impressione che i due fratellini stessero meglio.
Anche se c’era da dire che l’umore di Alvares era particolarmente strano…
Non capiva cosa lo turbava, ma era troppo dimesso per il suo standard naturale!
Addirittura la riprese perché aveva esternato il suo desiderio di “esplorare” i sotterranei del Castello!
Scosse leggermente il capo: c’era proprio qualcosa che non andava in lui…
Lo fissò con i suoi occhi scuri, mentre lo osservava accettare almeno la cioccorana e porgergliene un pezzo a sua volta. Sorrise e prese l’altra metà dalla sua mano.

Grazie Menina ma i lecca lecca al sangue sono i miei preferiti.

Glielo sussurrò appena, facendola un po’ arrossire per l’eccessiva confidenza, che fu subito sostituita da un sorriso furbo: lo sapeva benissimo che erano i suoi preferiti! Li aveva portati apposta! Quindi fu contenta quando ne scartò uno e lo infilò in bocca.
L’ingresso di Elisabeth prima e di Miyabi poi, aumentarono il piccolo gruppo di ragazzini che era venuto a fare visita a Cappie e Jorge. Sembravano aumentare a vista d’occhio, ma d’altronde i due fratellini erano abbastanza noti al Castello.

Grazie ma con i dolci inglesi io sono già a posto…

Non riuscì a trattenere un sorrisino compiaciuto alla battuta del delfino, lanciandogli uno sguardo complice.

Permesso…

La dolce Miyabi, la ragazzina asiatica che tante volte aveva notato in Sala comune, fece il suo ingresso in infermeria.
Con la compitezza che la contraddistingueva si avvicinò e si presentò educatamente, tanto che Elbeth al suo inchino non potè fare a meno di chinare la testa a sua volta.

Piacere di conoscerti io sono Miyabi Fuyutsuki Stevens… non ci siamo mai presentate ufficialmente, ma tu ti chiami Elbeth, vero?

Il tono pacato della ragazzina ed i suoi modi gentili, le strapparono un altro sorriso ed un cenno di assenso.

Esatto, sono io. Il piacere è tutto mio!

Disse con la stessa dolcezza di Miyabi.
Era felice quel giorno, di poter fare conoscenza anche con altri studenti.
Era sempre un po’ troppo schiva… o semplicemente diffidente.
Ogni tanto invece sarebbe stato bene lasciarsi un po’ andare.
Alvares interruppe con tutta la sua irruenza e curiosità le sue ultime riflessioni.
E la conversazione si spostò inevitabilmente su quanto era successo nella Foresta Proibita tra i quattro professori ed i Mezzi Draghi. A quella notizia, il delfino infatti sembrò improvvisamente rivitalizzato!

Forza non fatevi tirare fuori le parole con le pinze, diteci qualcosa…

Elbeth sghignazzò leggermente.

… Per favore…

Ancora una volta il sussurro del ragazzino la raggiunse imprevisto e inaspettato.
Questa volta la piccola grifa non potè trattenersi dallo scansarsi in modo un po’ troppo brusco, nonostante le due parole fossero state da lei udite molto bene. L’imbarazzo era palpabile in lei, tanto da bloccare la risatina e paralizzarle la bocca.
Non riuscì a dire nulla. Sapeva solo che si era ritratta, come scottata da qualcosa.
Per fortuna ci pensò Miyabi a colmare un silenzio che altrimenti sarebbe stato oltre che visibile, molto imbarazzante. Chinò il capo, di modo che i capelli leggermente mossi e la solita treccia che portava, scorressero di lato a coprirle il volto, soprattutto dallo sguardo di Jorge.
Un riccio… era così che si sentiva!
Si stava chiudendo, il suo solito modo di reagire a cose e sensazioni inaspettate.
Si rabbuiò un attimo.
Pensò al passato, ad un altro incontro, a come fosse semplice per lei tenere a distanza le persone.
Si mordicchiò il labbro inferiore. Le dispiaceva fosse accaduto anche con Jorge…

Mi sono dimenticata di dire qualcosa?

La domanda della Stevens la colse impreparata!
Non aveva minimamente prestato attenzione al racconto della piccola grifa. Si guardò intorno, cercando di non dare a vedere il suo senso di smarrimento.

Non mi pare…

Mormorò ancora un pò imbarazzata.
Lanciò uno sguardo a Jorge, per vedere se il delfino stesse bene o se si fosse offeso per il suo atteggiamento scostante.
E, ancora una volta, i suoi pensieri furono interrotti da Cappie.

Ragazze… scusate.. non credo di sentirmi molto bene… vi spiace se mi… stendo un po’?

Elbeth si girò verso di lei preoccupata.
Tutti presi dai loro racconti (oltre che dai propri pensieri!), non si erano ricordati che forse i due ragazzini avevano bisogno di riposo.

Vuoi che andiamo via, Cappie? Ti abbiamo affaticato troppo, forse…

Sorrise dolcemente all’amica, vedendo che si sdraiava e si tirava le coperte quasi fin su la testa.
Aggrottò le sopracciglia e fissò perplessa Jorge. Cosa diavolo era successo alla tassetta?

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Messaggioda Jorge » 25/06/2013, 11:52

Con l'arrivo di Elbeth e dei suoi generi di conforto, la degenza in Infermeria per Jorge era diventata all'improvviso molto più piacevole e sopportabile. Certo anche vedere Brianna e Miyabi aveva risollevato l'umore del portoghese, ma il ragazzo aveva già compreso da tempo che la Menina occupava un posto particolare nel suo cuore di adolescente con gli ormoni impazziti e dopo aver parlato con Vergil non solo era sceso a patti con le sue nuove pulsioni ma aveva anche deciso di darsi da fare il prima possibile. Peccato che la presenza di Elisabeth e dei suoi dolcetti francesi rovinava, secondo Jorge, un po' l'atmosfera allegra che si era venuta a creare ma purtroppo sapeva che sopportare la presenza di Lingua Argentata era lo scotto che doveva pagare per avere Caroline Priscilla come sorella di sangue. Inutile dire che lo sguardo complice che la Menina gli rivolse in seguito alla sua battuta suoi dolci non fece altro che ringalluzzirlo ancora di più.

Finalmente riesco a vedervi, temevo di non riuscire più entrare in Infermeria! Cappie-chan, Jorge-kun, che bello vedere che state bene! Vi ho portato questi... li ha mandati la mia mamma, spero vi piacciano. Si chiamano mochi, sono dolcetti di riso giapponesi!

E se poteva trattare male la Serpe, rifiutando i suoi dolci, la stessa cosa non poteva fare con Visino di pesca non solo perchè la Grifoncina era troppo dolce e gentile per poter suscitare in chiunque un qualche sentimento di astio. Semplicemente anche il Delfino, esattamente come la sua sorellina, non sapeva resistere di fronte a un qualche dolciume che non aveva mai visto e che sopratutto aveva un aspetto così invitante come quelli che stava porgendo loro Miyabi. I dolci francesi, invece, erano qualcosa di già visto, di già provato, visto che Elisabeth glieli aveva offerti in precedenza in Biblioteca e non avevano riscosso troppo successo presso il palato grossolano di Jorge.

Visino di pesca porta qui quel cestino prima che Cappie si mangi tutto e siediti con noi così Menina non si sentirà in minoranza.

Affermò con tono autoritario e un sorriso enorme sul viso, spostando i piedi verso il lato opposto del letto e liberando il posto per la Grifoncina, gongolando interiormente per la compagnia molto piacevole che gli era toccato. Di sicuro non si sarebbe mostrato così gentile e disponibile con Lingua Argentata. Non appena i mochi furono a portata di mano, il Delfino ne prese uno e gli diede un bel morso, gli occhietti ridotti a due fessure e un'espressione concentrata in volto per cercare di comprendere se gli piaceva o meno. Masticava lentamente per cogliere ogni sfumatura di quel sapore nuovo per poi spalancare gli occhi ed esprimere tutto il suo apprezzamento.

Sono buonissimi... Menina devi assolutamente assaggiarli

E così dicendo prese un altro mochi dal cestino e lo porse alla Grifondoro più piccola.

Allora eravate davvero assenti quando è successo il putiferio...Credevo semplicemente di non avervi visto in giro, ma c'era tutta la scuola in Sala Grande e pensavo fosse normale...

Più che assenti stesi...

Mormorò Jorge, ricordando come fosse svenuto non appena messo piede in Infermeria ed essersi risvegliato solo molte ore dopo. Il delfino però non era propriamente una persona paziente e l'attesa di sapere in cosa consistesse il "putiferio" di cui parlavano tutti iniziava a essere snervante così decise di pungolare un po' le loro amiche nella speranza che qualcuna decidesse di vuotare il sacco, approfittando anche dell'occasione per sondare il terreno con Elbeth. Le si era accostato maggiormente, senza sfiorarla, ma facendo in modo che le sue parole le solleticassero la nuca e poi rimase in attesa di una qualche reazione che non tardò ad arrivare.

E vai.... Intraprendenza 1 Schiaffi 0!

Esultò tra sè Jorge interpretando a modo suo, ovviamente, l'allontanamento dell'altra. Secondo la logica contorta del quattordicenne infatti il non averlo schiaffeggiato voleva dire che non le era completamente indifferente e che forse, lavorandoci un po' su, forse sarebbe riuscito ad assaggiare quel nuovo gusto di gelato.

Se la mia Capa non mi sbatte fuori da Hogwarts a calci devo assolutamente trovare il modo di invitarla fuori...

Iniziò a pianificare allegro, prima che il racconto di Miyabi raggiungesse i suoi neuroni, sbattendogli in faccia una realtà che non conosceva e che era di gran lunga peggiore di qualsiasi sua aspettativa.

Cinque giorni fa tutta la scuola ha ricevuto la comunicazione di recarsi in Sala Grande, perché tre professori, la Vilvarin, Vastnor, la Vireau e più avanti anche il professor Sykes, erano usciti dal Castello con l'intento di eliminare definitivamente il pericolo che si aggirava nella Foresta Proibita...

L'accenno alla Foresta Proibita fece comprendere a Jorge che qualsiasi cosa fosse accaduto quel giorno erano stati loro a causarla perchè l'unico pericolo che era presente in quel luogo erano i due minidraghi che li avevano attaccati e chissà forse anche la madre. Preso dallo sconforto il Delfino si sdraiò sul letto, il viso rivolto verso il soffitto e gli occhi chiusi, così che man mano che Miyabi proseguiva nel suo racconto immagini terrificanti andavano proiettandosi nella sua mente, rendendo sempre più grosso e soffocante il macigno che gli opprimeva il petto da giorni. Con la sua avventatezza e la sua pessima abitudine di agire prima di pensare aveva messo a repentaglio non solo la vita di Cappie ma la sicurezza di tutta l'intera scolaresca per non parlare del fatto che con molte probabilità [Intuito (P)= ] dietro tenda magica posta in fondo all'Infermeria doveva essere ricoverato uno degli Insegnanti coinvolti nello scontro, Logan o Vastnor, visto che la Vilvarin si era presa cura di loro insieme a Seal e Monique li aveva già fulminati con lo sguardo più di una volta da quando si erano ripresi.

Mi sono dimenticata di dire qualcosa?

Spero proprio di no...

Mormorò il Delfino con un filo di voce, cercando con lo sguardo quello della sua sorellina. Quando si rese conto che l'altra stava facendo di tutto pur non guardarlo negli occhi, la rabbia e il senso di colpa travolsero il ragazzino, facendogli temere che la Tassa avesse deciso che era troppo pericoloso essere suo amico e che quindi iniziava a prendere le distanze da lui. Strinse con forza il lenzuolo tra le mani, incanalando tutte le sensazioni negative verso se stesso e la sua stupidità.

Non mi pare…

Non ci fu sollievo per Jorge in seguito al commento di Elbeth perchè non credeva possibile esistesse qualcosa che poteva farlo sentire peggio di come si sentiva in quel momento.

Ragazze… scusate.. non credo di sentirmi molto bene… vi spiace se mi… stendo un po’?

Vuoi che andiamo via, Cappie? Ti abbiamo affaticato troppo, forse…

Non è colpa vostra ma mia... - rispose prontamente Jorge, riuscendo a essere sincero anche se in parte quello che stava per dire era una menzogna - A quanto pare sono un compagno di stanza troppo rumoroso per le sue orecchie delicate e questo non le ha permesso di riposare molto... Inoltre la Vilvarin ha deciso che non valeva la pena sprecare le sue preziose erbe per conciliare il sonno di due vandali.

Bè in realtà non erano state proprio quelle le parole dell'Erbologa, che si era limitata a rispondere alla sua richiesta di un po' di Pozione Antisogno voltandogli le spalle, ma difficilmente qualcuno avrebbe potuto contestare la validità della sua affermazione, visto che tutti conoscevano bene il carattere poco affabile della donna.

Credo non abbia apprezzato il fatto che il quadro a cui abbiamo dato accidentalmente fuoco era una natura morta...

Aggiunse, imbastendo così su due piedi una scusa plausibile che giustificasse il loro ricovero in Infermeria e la spalla bruciata di Cappie.

Forse però è il caso di lasciarla riposare un po' visto che stanotte non ne avrà occasione...

E se le altre ragazze si fossero dimostrate d'accordo Jorge le avrebbe salutate con un sorriso stirato, che sarebbe potuto apparire come una conseguenza di mancanza di sonno anche in lui, e poi si sarebbe steso di nuovo sul suo letto, di spalle alla Tassetta perchè troppo codardo per guardare in faccia le sue colpe.

[FINE ROLE]
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Messaggioda Tisifone » 08/07/2013, 21:55

[Settembre - Venerdì – ore 17.00 – Ufficio di Divinazione – Tre settimane prima]


Quando Lucas era uscito dal suo ufficio dopo averle detto che pur amandola non riusciva a restare con lei perché aveva troppa paura che potesse accadere qualcosa che li spingesse nuovamente a ferirsi, Tisifone aveva atteso che la porta si richiudesse dietro le spalle dell’ormai ex compagno prima di permettere alle sue gambe di cedere e di ripiegarsi su se stessa. L’unica cosa che le aveva impedito di cadere a terra era stato il suo Pensatoio, rimasto al centro della stanza dopo che lo avevano utilizzato per verificare che effettivamente erano stati vittima di una manipolazione magica, a cui si era aggrappata con tutte le sue forze, posando la testa sul bordo di pietra lavica incurante dei graffi che la pietra grezza stavano lasciando sulla sua pelle delicata. Forse fu a causa della traccia magica e psichica di Lucas ancora vivida intorno a lei o forse fu semplicemente l’ennesimo scherzo del Fato che aveva deciso di mettere alla prova la forza del suo animo e vedere quanti colpi sarebbe riuscita ad assorbire prima di impazzire del tutto, fatto sta che non appena Tisifone si rilassò contro l’oggetto magico il mondo intorno a lei iniziò a roteare, i contorni del suo ufficio sfumarono per poi sparire del tutto ed essere sostituite con un arredamento che non conosceva. Istintivamente, per cercare di proteggersi, serrò gli occhi fisici e quelli della mente con forza ma fu tutto inutile perché non vi era nulla che potesse fare per contrastare il suo dono [Intuito (S)= 36 + 10/d20= 46]. E così si ritrovò a dover osservare un Lucas sorridente e rilassato che pranzava – almeno a giudicare dalla luce naturale che sembrava illuminare la scena – in compagnia di una giovane donna e subito dopo le loro labbra che si incontravano in un bacio passionale e sensuale che faceva pensare a un preludio di qualcosa di più intenso e fisico. Rabbia, delusione, odio, vendetta. Questi e altri sentimenti negativi pervasero Tisifone, soppiantando persino il dolore che provava per quell’ennesimo chiodo che veniva piantato nel suo animo, animandola di un furore che non aveva provato mai prima neanche quando aveva lo aveva visto baciare Indigo e ne conosceva perfettamente il motivo. Perché Estelle Moreau non era una sconosciuta incontrata per caso con cui passare una serata piacevole e nulla più, ma era qualcuno che proveniva direttamente dal loro passato, era stata anche se solo per poche settimane “l’altra”, quella che aveva affascinato con i suoi modi fintamente pudici l’ex Tassorosso e il cui ritorno a Hogwarts, avvenuto in concomitanza con la tragedia che li aveva colpiti, era di un tempismo troppo perfetto per non far insospettire Tisifone.

Dovremo fare una intensa chiacchierata io e lei, Signorina Moreau.

Sibilò cattiva, rimettendo a fuoco il proprio ufficio con la forza dell’odio che le aveva impedito di lasciarsi affascinare dall’Oblio del suo dono.


[Secondo Lunedì di Ottobre – ore 18.00]


Per quanto desiderasse confrontarsi con la nuova Infermiera della scuola e cercare di comprendere che intenzioni avesse nei confronti del suo ex compagno, Tisifone aveva dovuto desistere dal seguire il suo istinto rosso oro e fare immediatamente irruzione negli alloggi della Moreau chiedendo spiegazioni per ripiegare su un azione più da Serpeverde. Aveva quindi impiegato il tempo a propria disposizione subito dopo la rottura con Lucas per recuperare il suo autocontrollo e il suo sangue freddo, raggiungendo un grado di atarassia tale da permetterle di aggirarsi serenamente e a testa alta per i corridoi di Hogwarts, anche se ancora raramente consumava i pasti in Sala Grande, più per mancanza di stimoli che per il desiderio di solitudine. Inoltre era anche riuscita nell’intento di trovare qualcuno che la potesse aiutare a migliorare come duellante, facendola sentire come se non avesse sprecato settimane solo a piangersi addosso, anche se dopo la cena che aveva consumato il sabato precedente a casa di Noah si era chiesta più volte se avesse fatto la scelta giusta o se non si fosse andata a impelagare in una situazione che non era in grado di gestire.
In ogni caso quella che quel lunedì pomeriggio fece il suo ingresso in Infermeria era una Tisifone all’apparenza calma e controllata, con indosso uno dei soliti abiti tradizionali lunghi fino alla caviglia con una gonna ampia che scendeva morbida sulle curve a pieghe nere e bianche come il corpetto a mezze maniche stretto in vita e svasato sulle spalle in modo da non accentuare troppo il suo decolté generoso, cosa quella che sarebbe stata sconveniente considerato che aveva appena terminato una lezione. Teneva i capelli sciolti che coprivano gli orecchini di giada che le avevano regalato i padrini e il pendaglio a forma di drago era semi coperto dallo scollo del corpetto mentre al polso sinistro spiccava il braccialetto che le aveva regalato Lucas e che aveva deciso di indossare spinta da un impulso prettamente infantile.

C’è nessuno?

Chiese e la sua voce riecheggiò pacata nell’Infermeria apparentemente vuota mentre il suo sguardo freddo e inespressivo come il resto dei suoi lineamenti vagavano per la stanza alla ricerca di una qualche traccia di Estelle, curiosa di vedere come l’altra avrebbe reagito trovandola di fronte all’improvviso.

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Messaggioda Estelle » 09/07/2013, 8:45

[Secondo lunedì di ottobre - Ore 18.05]


Un normale lunedì di ottobre, Estelle come suo solito impegnata all'interno dell'Infermeria, indaffarata a piegare garzine, riporle al loro posto e mettere in ordine i medicinali negli armadi appositi. Il suo turno di lavoro non era ancora terminato. Non provava alcun fastidio, comunque. Non aveva pazienti a cui dedicarsi, sembrava che Hogwarts fosse tranquillo più del solito, in quel periodo, e nessuno aveva causato mal di testa o altro. Alcune volte si era chiesta se fosse per la sua presenza, ma non appena cominciarono a venire a trovarla molti studenti, represse tale pensiero.
Quel giorno, quindi, era sola. Ma non le dispiaceva affatto, ed in più aveva sempre il suo bel da fare lì. Aveva persino rimodernato l'Infermeria, spostando mobili qua e là.
Quando era tornata aveva trovato un posto libero per fortuna, perciò aveva deciso di dedicarsi a tale impiego, impegnandosi davvero. Era anche piacevole stare a contatto con la gente, ed in più le piaceva essere disponibile, poter dare una mano se ce n'era bisogno.
Sembrava una maniaca dell'ordine quando, alla fine di ogni giornata, soleva porre in ordine alfabetico i medicinali, o anche porli secondo le loro proprietà curative. Sorrise di quel pensiero, ma allo stesso tempo capì di sentirsi più tranquilla solo così, in modo da trovare facilmente ciò che stava cercando.

Perciò quel pomeriggio, apparentemente tranquillo, non si sarebbe aspettata di ricevere visite.

C’è nessuno?

Sono qui. Arrivo!

Nascosta dietro ad un lettino, impegnata a pulire con foga una macchia che non aveva notato, non si curò di alzare lo sguardo per vedere chi fosse. Non sentì muoversi nessuno, eppure era sicura che la ragazza - aveva riconosciuto una voce femminile - fosse ancora lì ad attenderla. La macchia era del tutto scomparsa, quando Estelle decise di mettersi in piedi e così dedicarsi alla sua nuova paziente. Ma, in realtà, quel pomeriggio non si sarebbe dedicata a curare più nessuno.

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Buon pomeriggio, Tisifone.

Sempre cordiale, lei, senza alcuna ombra di perplessità sul volto. Sapeva che prima o poi quel momento sarebbe arrivato. L'aver deciso, con Lucas, di frequentarsi, avrebbe portato sicuramente ad un incontro del genere, ma aveva sempre pensato che Tisifone fosse una donna abbastanza matura per evitare tali dispiaceri.
Estelle non aveva comunque alcuna intenzione di litigare. Non aveva nulla contro di lei e, per quanto ne sapeva, Lucas e Tisifone avevano rotto definitivamente, quindi non aveva motivo per sentirsi in colpa. In più, non avrebbe reagito in alcun modo. Sarebbe stato un incontro normalissimo, ed Estelle avrebbe ascoltato con piacere ciò che Tisifone aveva intenzione di dirle, di qualunque tipo fosse l'argomento.

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Messaggioda Tisifone » 09/07/2013, 15:19

Sono qui. Arrivo!

La voce squillante e allegra - o almeno così era risuonata alle orecchie di Tisifone - di Estellesembrava provenire da un punto indefinito dietro un paravento dove la donna sperava non si celasse alcun malato bisognoso delle cure della nuova Infermiera. Non ci teneva particolarmente affinchè la loro conversazione avesse qualche spettatore nè voleva sottrarre tempo all'altra nel caso si fosse trovata impegnata a soccorrere un qualche studente uscito malconcio da una delle lezioni di Pozioni o di Volo. Così con passo leggero e silenzioso, facilitato dal fatto che indossasse delle ballerine basse quindi sprovviste di tacchi che potessero riecheggiare sulle vecchie pietre del Castello, e le mani incrociate in grembo, la Divinante si avvicinò alla zona lettini, allontanandosi allo stesso tempo dall'ingresso dell'Infermeria, la cui porta aveva precedentemente richiuso alle proprie spalle.

Buon pomeriggio, Tisifone.

Signorina Moreau, buon pomeriggio.

Rispose a sua volta, con un tono di voce pacato ed educato ma anche freddo e distaccato, il tono di voce che utilizzava con chiunque non avesse un rapporto stretto e, al di là di quello che stava o presupponeva stesse accadendo tra l'Infermiera e Turner, di sicuro lei ed Estelle non potevano essere considerate amiche, nonostante la promessa che l'ex compagno le aveva strappato anni prima di provare a conoscere meglio la francese e darle una possibilità.

Adesso sei tu a volerle dare una seconda possibilità, vero golub'?

Pensò ironica mentre calcava con le parole sul cognome dell'altra e sull'appellativo con cui le si era rivolta, mostrandole un'educazione che, secondo la sua modesta opinione, non si meritava ma che le doveva per non apparire maleducata. Evitò per il momento di lasciar vagare lo sguardo sulla figura dell'altra, preferendo concentrarsi sul suo viso, guardandola dritta negli occhi con i propri praticamente privi di qualsiasi espressione o sentimento. Vuoti, così qualcuno avrebbe potuto definirli, o anche inquietanti perchè per quanto non lasciassero trasparire nulla sembravano voler scavare nell'animo altrui.

Spero di non disturbarla mentre sta prestando soccorso a uno dei nostri studenti o peggio a qualche collega.

Le chiese quindi con un velo di sarcasmo a colorire la voce senza però accennare minimamente a spostarsi per sincerarsi personalmente che dietro al paravento non ci fosse nessuno. Non aveva intenzione di mancarle di rispetto, non in un modo poco elegante e grossolano, dimostrando con i fatti che era pronta a fidarsi della sua parola e quindi se fosse stata impegnata in qualcosa di importanza vitale sarebbe andata via all'istante, riservandosi di tornare a trovarla in un'altra occasione.

Dopotutto la mia è solo una visita di cortesia.

Precisò con voce melliflua e gentile.
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Messaggioda Estelle » 09/07/2013, 15:51

Non si mostrò affatto timorosa. Sembrava esser consapevole che quel momento doveva arrivare, prima o poi. Poi, che fosse giunto troppo presto era stato solo un caso. Sì, presto perchè le cose tra lei e Lucas non avevano raggiunto alcun risultato, quindi non capiva per quale motivo Tisifone si fosse presentata molto in anticipo. Un po' la capiva: forse anche lei, nella sua situazione, avrebbe reagito allo stesso modo, marcando il territorio anche dopo una storia finita. Eppure, Estelle non aveva colpa, lei perlomeno non sentiva di averne. Non aveva voluto nulla da Lucas, non lo aveva nemmeno obbligato a seguirla a pranzo, e non lo aveva obbligato nemmeno a baciarlo.
Ah, quel bacio. Lo ricordava come se lo avesse vissuto un attimo prima. Ricordava perfettamente ogni istante di quella giornata. Come poteva dimenticare?
Lucas aveva scelto per sè, non era stato indotto in tentazione, nè era sotto effetto di incantesimi. Aveva scelto da solo, ed Estelle aveva semplicemente seguito il proprio istinto. Ma poi cosa le vietava davvero di frequentare una persona?
Le due donne si guardarono per un istante che le sembrò interminabile. La tensione si sentiva. Sembrava che dalla figura della collega fuoriuscissero saette di varie dimensioni.
Aveva sempre visto la figura della professoressa di Divinazione come una donna burbera. Non le aveva mai rivolto la parola - non che le dispiacesse. Anzi, Estelle non aveva mai sentito il bisogno di farsela amica. In fondo, per lei era solo una puttanella, tutto questo solo perchè era bionda, ed anche carina. Aveva avuto timore di lei, per un breve periodo, senza averle mai fatto nulla di male.

Signorina Moreau, buon pomeriggio.

Rispose al suo saluto, sempre cordiale, scrutandola, magari cominciando già a pensare a cosa dirle, punendola per qualcosa che non aveva fatto, o che non era ancora accaduto.
Tornando al castello, non aveva inserito un incontro con Tisifone, nei suoi programmi. Però, allo stesso tempo, era accaduto tutto così in fretta, e i suoi programmi erano stati sconvolti. Aveva trovato un lavoro, ed anche qualcuno con cui poter trascorrere il suo tempo.

Spero di non disturbarla mentre sta prestando soccorso a uno dei nostri studenti o peggio a qualche collega.
Dopotutto la mia è solo una visita di cortesia.


Poteva essere la sua salvezza. La giovane Corvonero avrebbe potuto inventare di essere impegnata, per evitarsi una conversazione spiacevole, che magari l'avrebbe indotta anche al malumore. Ma aveva aspettato quel momento, sapeva che sarebbe arrivato, perciò scappare non sarebbe stata una soluzione, ma sarebbe stato solo da codardi. Ed Estelle non aveva paura, perchè sentiva di essere nel giusto.

A quest'ora del pomeriggio, di solito, è tutto molto tranquillo. Quindi no, non disturbi affatto.

Avrebbe voluto dirle che in realtà disturbava, che magari se la conversazione avesse raggiunto i punti già immaginati sarebbe risultato semplicemente patetico da parte sua l'essersi presentata al suo cospetto. Evitò di pensarci. Non era da lei essere maleducata, ed in più era anche un po' curiosa di sentire cosa aveva da dirle.

Dimmi un po'.. come mai sei qui?

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Messaggioda Tisifone » 09/07/2013, 23:00

L’espressione del viso di Tisifone era pacata, serena, non lasciava trasparire alcuna sensazione di minaccia e anche i suoi occhi non trasmettevano alcuna emozione perché lei era stata educata a mantenerle sotto controllo sempre e in ogni circostanza ed erano ormai giorni che era tornata a padroneggiare in maniera egregia non solo il suo autocontrollo ma anche l’Occlumanzia. Spostò lo sguardo dal viso della ragazza alla sua figura, apprezzandone in silenzio l’abbigliamento sobrio che ben si confaceva a un’Infermiera di una struttura scolastica. A differenza di quello che si sarebbe potuto pensare, Tisifone non si era mai soffermata molto, soprattutto i primi tempi, ad analizzare i suoi colleghi e quindi non si era fatta un’idea precisa sulla Moreau se si escludeva il fatto che avesse un discutibile gusto nel vestire. Ma secondo i rigidi canoni di Tisifone persino la cugina spesso e volentieri sbagliava mise, optando per abiti babbani un po’ troppo sbarazzini per un luogo come Hogwarts. In ogni caso non era lì per giudicare il suo abbigliamento o per comprendere cosa l’altra pensasse di lei e fugare così le sue opinioni, ma semplicemente per fare finalmente la sua conoscenza. Non avendo però un motivo cogente per trattenersi in Infermeria fu cura della Divinante informarsi preventivamente che l’altra non fosse in qualche modo occupata, rivolgendosi a lei con toni pacati e gentili che avrebbero dovuto farla rilassare a meno che, ovviamente, l’altra non avesse quella che i babbani chiamavano coda di paglia. Se c’era tensione nell’aria, di certo Tisifone non la avvertiva e soprattutto stava facendo il possibile per non generarne.

A quest'ora del pomeriggio, di solito, è tutto molto tranquillo. Quindi no, non disturbi affatto.

Il sentirsi dare del tu da una persona pressocchè sconosciuta non le faceva per nulla piacere ma rimarcare nuovamente quella mancanza di educazione da parte dell’altra non sarebbe stato elegante e così Tisifone si limitò a scrollare lievemente le spalle mentre continuava a guardarsi in giro.

Dimmi un po'.. come mai sei qui?

Non credevo che la mia presenza potesse recarle fastidio né che fosse vietato andare a far visita a una ex collega che non si vede da tempo e che non si ha mai avuto la possibilità di conoscere davvero.

La sorpresa mista a risentimento per una domanda così diretta e che poteva essere considerata anche offensiva emerse chiaramente dal tono di voce di Tisifone che fece persino un passo indietro, come a volersi ritirare di fronte a quell’attacco verbale gratuito. Dopotutto non stava facendo nulla di male se non portare i propri saluti a un nuovo membro dello staff.

Sa la sua partenza improvvisa, anni fa, destò non poche perplessità e come ben immagina non passò molto tempo prima che i pettegolezzi più disparati iniziassero a girare per il Castello. Qualcuno insinuò persino che stesse scappando da una delusione di amore – aveva ripreso a parlare con un tono casuale, leggero, senza lasciar trasparire se lei avesse creduto o meno a quelle dicerie.- Con Lucas ci chiedemmo spesso cosa l'avesse spinta davvero ad andare via senza salutare nessuno. Eravate amici, se non sbaglio.

Fece sfumare l’ultima parola, dando al tutto una nota interrogativa, aspettando che lei le desse una qualche risposta. Non insinuava nulla, non dava nulla per scontato, dimostrandosi anzi il più disponibile possibile ad ascoltare la sua versione come se ci fosse ancora qualcuno che nutrisse dei dubbi sul perché se ne fosse andata e per quel che ne sapevano entrambi poteva anche essere. Il tempo era sempre qualcosa di relativo quando scorreva in una realtà piccola e che offriva pochi svaghi come Hogwarts.

E così come se ne era andata eccola tornare, come se avesse una predilezione per il teatro babbano – su cui lei si era documentata visto l’impegno di Noah di portarla a vedere un qualche spettacolo – e per le uscite e in questo caso le entrate ad effetto.

Aveva iniziato a camminare, muovendosi silenziosa tra i lettini, sfiorando con le dita le garze ordinatamente disposte e le boccette, prendendole in mano per poi riposarle in gesti casuali e per nulla preordinati ma che avrebbe potuto innervosire l’altra o anche solo darle fastidio.

Un ritorno inaspettato e tempestivo il suo avvenuto in un frangente a dir poco delicato. Qualcuno potrebbe insinuare che il suo desiderio di tornare in Inghilterra non fosse poi così improvviso e genuino come voglia far credere ma frutto di una attenta pianificazione.

Teneva sempre un tono leggero, stando ben attenta a non esporsi in prima persona, anzi scuotendo la testa con fare triste come se non potesse credere che esistessero davvero persone così cattive da pensare una cosa del genere, sempre pronta ad ascoltare qualsiasi opinione l’altra avesse intenzione di esporle. Certo lei non aveva le prove ma qualcosa le diceva che Estelle non era la santarellina che voleva a tutti i costi apparire, che dietro a quel visino pulito si nascondesse un animo nero che l’aveva spinta a prendere parte al complotto che era stato ordito alle loro spalle. Semplice paranoia o forse il suo dono stava cercando di dirle qualcosa? Tisifone ancora non lo sapeva ma aveva tutte le intenzioni di scoprirlo perché poteva anche accettare – e ancora non l’aveva fatto – che Lucas non era più suo ma non avrebbe mai permesso a chi li aveva divisi di avere vita semplice.

Purtroppo non tutti sono disposti a credere che esista ancora qualcuno privo di ombre, capace di piegarsi al volere del Fato senza cercare di opporvisi con tutte le proprie forze – aveva ripreso a dire muovendosi in circolo intorno alla ragazza sia che fosse rimasta ferma sia che si fosse mossa a sua volta, tenendo un tono di voce basso e confidenziale – E’ come se ognuno di noi dovesse per forza custodire un lato oscuro, un segreto che se rivelato potrebbe portare alla rovina. Peccato che non esista segreto che possa essere tenuto nascosto se si sa dove cercare…

E nel suo girovagare apparentemente senza meta alla fine riuscì a sfiorare qualcosa che l'Infermiera aveva maneggiato da poco vicino al lettino dove si trovava quando era entrata ed era talmente concentrata su di lei [Concentrazione 15 + 1 Bonus orecchini=16] che quel labile contatto bastò per attivare il suo dono[Intuito (S)=36 +19/d20=45], proiettando nella sua mente una immagine nitida di Estelle seduta a un tavolo appartato con la maggiore delle Sanders, due cocktail di fronte e i sottobicchieri con il nome del locale. Non poteva sentire cosa si stavano dicendo ma il modo in cui i loro bicchieri stavano tintinnando lasciava presupporre che le due avessero stretto un qualche accordo e Tisifone sapeva per esperienza personale che nulla di buono poteva venire da un qualsiasi patto con Julie. Nonostante si aspettasse la visione, anzi l’avesse cercata e blandita, non riuscì a gestirla al meglio e come le era accaduto nella Foresta Proibita con Indigo si ritrovò a barcollare.

Forse dopotutto mi vedrò costretta a dovermi avvalere della sua consulenza professionale, Signorina Moreau.

Mormorò quindi, tenendosi le tempie con la mano destra mente con la sinistra cercava di mantenere l’equilibrio almeno fino a quando non si ritrovò a urtare con il retro delle gambe uno dei lettini dell’infermeria per poi accasciarvisi. Il momentaneo giramento di testa unito al pallore del suo viso e alle piccole goccioline di sudore freddo che le stavano scorrendo lungo le tempie non avrebbero potuto far sorgere alcun dubbio nell’altra che Tisifone fosse stata colta da un semplice malore, considerato che solo quattro persone al Mondo erano a conoscenza del suo dono e di certo Estelle Moreau non era una di queste.
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