Re: Infermeria del Castello
Inviato: 10/07/2013, 12:19
Non credevo che la mia presenza potesse recarle fastidio né che fosse vietato andare a far visita a una ex collega che non si vede da tempo e che non si ha mai avuto la possibilità di conoscere davvero.
Se stava recitando, allora era un'attrice provetta. Se l'aspettava, in fondo. Per quel poco che aveva potuto conoscere Tisifone sapeva che era una donna dalle mille sorprese. Estelle però decise di essere ottimista. Ammise che era stata forse un po' troppo precipitosa. Sapeva perfettamente che Tisifone non era lì per parlare del più e del meno, ma allo stesso tempo doveva semplicemente attendere che fosse lei ad uscire il discorso.
Estelle, comunque, non aveva nulla da dirle. Sapeva che ad Hogwarts giravano le voci più disperate sul suo conto ed anche sulla sua ancora non certa relazione con Lucas. La gente nel castello aveva una grande immaginazione. Forse era anche per questo che aveva deciso di comprare un appartamento fuori. L'unico elemento che la teneva ancora legata al castello erano i suoi incarichi da Infermiera e Vice coordinatrice del coro scolastico. Ma, se non fosse stato per quello, non credeva che ci sarebbe tornata.
Tisifone, comunque, era libera di credere ciò che voleva, Estelle non poteva darle torto.
Mi dispiace, sono stata scortese. Mi fa piacere vederla.
Ammise di aver sbagliato, ancora impassibile. Entrambe certamente non avevano cominciato con il piede giusto. Non vi era tensione, ma nemmeno quella cordialità che poteva esserci tra due sconosciuti che si apprestavano a conoscersi. Sapeva comunque che le donne, a volte, riescono anche ad essere più velenose dei serpenti. Le piaceva anche quel tratto della propria "specie".
Non si stava arrendendo, comunque. Aveva preso decisioni importanti, tornando, e aveva dei programmi precisi.
Sa la sua partenza improvvisa, anni fa, destò non poche perplessità e come ben immagina non passò molto tempo prima che i pettegolezzi più disparati iniziassero a girare per il Castello. Qualcuno insinuò persino che stesse scappando da una delusione di amore. Con Lucas ci chiedemmo spesso cosa l'avesse spinta davvero ad andare via senza salutare nessuno. Eravate amici, se non sbaglio.
Amici, certo. Così si erano sempre definiti quando Lucas aveva scelto un'altra al posto sua. Che poi non è che ci tenesse davvero, si era semplicemente illusa che le cose potessero cambiare, ma qualcosa era andato storto. Come aveva sempre pesanto, Tisifone era sicuramente più carismatica, coraggiosa e matura. Era chiaro perchè Lucas avesse scelto lei.
Aveva trascorso tutto il periodo della sua assenza a chiedersi per quali motivo il ragazzo avesse preso tale scelta, ed era giunta a queste conclusioni. Ma le era bastato davvero per vivere in pace?
Ad ogni modo, erano stati amici, un tempo. Poi qualcosa era cambiato e la loro amicizia era scomparsa con un colpo di bacchetta. Giorno prima aveva ammesso a Lucas che la sua lontananza aveva anche una causa per ciò che era successo tra di loro, ma la ragione principale era ben altro. Purtroppo, però Estelle non aveva ancora spiegato a nessuno - se non a Simon - il motivo della sua lontananza.
Alcune volte, la famiglia viene prima di tutto il resto. Ed io ho semplicemente dato più importanza alla famiglia, che non a Hogwarts. Non avevo nulla da perdere, qui, daltronde.
Semplice e chiara. Tisifone avrebbe potuto pensare che le stesse mentendo. In parte era così. Era partita per suo padre, per quella malattia che continuava a ridurre il suo tempo di vita. Era stato accanto a lui per anni, tre lunghi anni, lo aveva visto soffrire, e poi gioire. Gioire quando, ad esempio, Alya era venuto a trovarlo. In quel momento era tornato l'uomo che l'aveva cresciuta e le aveva dato ciò di cui aveva bisogno. E poi, quando aveva ritenuto che suo padre non avesse più bisogno di lei, aveva deciso di tornare, di ricominciare. Aveva sentito la mancanza del mondo magico, della sua magia, e di quelle poche persone che aveva avuto modo di conoscere durante la sua permanenza. Le era mancato l'essere a contatto con la gente, anche nuova. Perchè no, era tornata con l'intento di conoscerne di nuova, così da poter coltivare non sempre le stesse relazioni.
Non era tornata affatto con l'intento di appropriarsi di Lucas, anche perchè aveva scoperto della loro rottura solo e soltanto durante il loro primo incontro-scontro.
E così come se ne era andata eccola tornare, come se avesse una predilezione per il teatro babbano e per le uscite e in questo caso le entrate ad effetto.
Un ritorno inaspettato e tempestivo il suo avvenuto in un frangente a dir poco delicato. Qualcuno potrebbe insinuare che il suo desiderio di tornare in Inghilterra non fosse poi così improvviso e genuino come voglia far credere ma frutto di una attenta pianificazione.
Pianificazione, certo. Estelle naturalmente aveva avuto il tempo necessario per pianificare un ritorno ad effetto, magari con l'intento di dominare il mondo, chissà. Si sarebbe messa a ridere se solo avesse potuto, ma evitò, così da non rischiare di irritarla in qualche modo. Prese semplicemente ad osservarla, mentre prendeva a camminare con fare sospetto tra i lettini. Tutto il suo lavoro, poi, mandato all'aria da quel suo modo irritante di prendere tra le mani oggetti che chiaramente non erano suoi e riporli a caso sugli scaffali. Avrebbe trascorso l'intera serata a mettere di nuovo in ordine tutto, ma per quel momento lasciava correre. Ma non era nemmeno un segno della sua resa. Semplicemente lasciava andare le cose come doveva andare, senza interferire. Ascoltava anzi attenta le varie interpretazioni per la sua partenza.
Sorrise. Ne aveva davvero di fantasia la gente. Estelle si sentì persino lusingata nell'essere stata, un tempo, oggetto di attenzione da parte dei suoi colleghi, o degli studenti.
E magari sono tornata perchè ho voglia di distruggere questo castello e tutte le persone che vi sono al suo interno.
Davvero molto fantasioso.
Tisifone ancora continuava a muoversi, questa volta descrisse delle circonferenze attorno alla sua figura, con fare circospetto. Le sembrava di essere sotto interrogatorio. La cosa si stava facendo sempre più irritante. Di certo Estelle aveva cose di meglio da fare che non perdere tempo attorno a stupide dicerie. Non sapeva se Tisifone fosse capace di leggerle nel pensiero o cose simili, ma sembrava che la donna la osservasse proprio con l'intento di capire qualcosa di lei che Estelle non aveva mai avuto modo di raccontare a nessuno.
Distolse lo sguardo, passandosi una mano tra i capelli biondi.
Purtroppo non tutti sono disposti a credere che esista ancora qualcuno privo di ombre, capace di piegarsi al volere del Fato senza cercare di opporvisi con tutte le proprie forze. E’ come se ognuno di noi dovesse per forza custodire un lato oscuro, un segreto che se rivelato potrebbe portare alla rovina. Peccato che non esista segreto che possa essere tenuto nascosto se si sa dove cercare…
Ed ecco le sue supposizioni in qualche modo che trovavano conferma. Tisifone stava insinuando che il suo ritorno al castello combaciasse con qualche segreto che custodiva gelosamente. Inarcò le labbra, lasciandosi andare ad un sorriso sghembo. Si stava facendo tutto molto divertente, doveva ammetterlo.
Ognuno ha il suo lato oscuro.. chissà, forse anche io, nascosto proprio nel profondo..
Si lasciò andare ad un piccolo sbuffo, appoggiandosi con una mano ad un lettino accanto a lei. Vedeva ancora Tisifone muoversi. Non aveva affatto intenzione di fermarsi. Chissà, magari era il suo personale modo di sbollire, in qualche modo la rabbia, se era veramente arrabbiata, oppure di calmare l'ansia. Non poteva capirlo. Non conosceva tanto bene Tisifone da poter sapere come era solita comportarsi.
Ma ancora doveva capire per quale motivo Tisifone fosse lì. Semplicemente per indagare? No, pensava di no. Tisifone era lì per sapere. E non se ne sarebbe andata fin quando non avrebbe avuto delle risposte chiare che, Estelle, era davvero pronta a darle, se solo gliele avesse posto nel modo giusto.
Forse dopotutto mi vedrò costretta a dovermi avvalere della sua consulenza professionale, Signorina Moreau.
Ma d'un tratto Tisifone sembrò lasciarsi andare. Appoggiata ad un lettino, alle spalle la vide barcollare. Una parte di lei avrebbe preferito lasciarla lì, senza sostegno, ma la parte razionale le ricordò di avere un impegno nei suoi confronti, di aver preso un impegno nel momento in cui aveva accettato l'incarico da Infermiera. Poi, sarebbe stato davvero molto infantile lasciarla senza attenzioni in quel momento. Lucas se la sarebbe potuta prendere.
Estelle non sapeva bene come comportarsi, ma fece ciò che le venne più naturale, in quanto Infermiera. Con la braccia, aiutò Tisifone ad alzarsi, cercando di non farla urtare contro nessun oggetto e di non sballottarla troppo. Quello era chiaramente una perdita di coscienza improvvisa, che andava trattato, se frequente. Ovviamente, Estelle non poteva affatto sapere che tale svenimento derivasse dal dono che Tisifone custodiva.
E quindi l'aiutò a rialzarsi, facendo in modo di riporre la donna con attenzione sul lettino più vicino. Non sapeva se Tisifone si stesse accorgendo di ciò che la collega faceva, ma se per caso non avesse accettato la sua consulenza, Estelle avrebbe semplicemente detto che stava facendo il suo lavoro.
Per sicurezza, dovrei misurarle la pressione. E, se ne ha voglia, le servono zuccheri.
Se stava recitando, allora era un'attrice provetta. Se l'aspettava, in fondo. Per quel poco che aveva potuto conoscere Tisifone sapeva che era una donna dalle mille sorprese. Estelle però decise di essere ottimista. Ammise che era stata forse un po' troppo precipitosa. Sapeva perfettamente che Tisifone non era lì per parlare del più e del meno, ma allo stesso tempo doveva semplicemente attendere che fosse lei ad uscire il discorso.
Estelle, comunque, non aveva nulla da dirle. Sapeva che ad Hogwarts giravano le voci più disperate sul suo conto ed anche sulla sua ancora non certa relazione con Lucas. La gente nel castello aveva una grande immaginazione. Forse era anche per questo che aveva deciso di comprare un appartamento fuori. L'unico elemento che la teneva ancora legata al castello erano i suoi incarichi da Infermiera e Vice coordinatrice del coro scolastico. Ma, se non fosse stato per quello, non credeva che ci sarebbe tornata.
Tisifone, comunque, era libera di credere ciò che voleva, Estelle non poteva darle torto.
Mi dispiace, sono stata scortese. Mi fa piacere vederla.
Ammise di aver sbagliato, ancora impassibile. Entrambe certamente non avevano cominciato con il piede giusto. Non vi era tensione, ma nemmeno quella cordialità che poteva esserci tra due sconosciuti che si apprestavano a conoscersi. Sapeva comunque che le donne, a volte, riescono anche ad essere più velenose dei serpenti. Le piaceva anche quel tratto della propria "specie".
Non si stava arrendendo, comunque. Aveva preso decisioni importanti, tornando, e aveva dei programmi precisi.
Sa la sua partenza improvvisa, anni fa, destò non poche perplessità e come ben immagina non passò molto tempo prima che i pettegolezzi più disparati iniziassero a girare per il Castello. Qualcuno insinuò persino che stesse scappando da una delusione di amore. Con Lucas ci chiedemmo spesso cosa l'avesse spinta davvero ad andare via senza salutare nessuno. Eravate amici, se non sbaglio.
Amici, certo. Così si erano sempre definiti quando Lucas aveva scelto un'altra al posto sua. Che poi non è che ci tenesse davvero, si era semplicemente illusa che le cose potessero cambiare, ma qualcosa era andato storto. Come aveva sempre pesanto, Tisifone era sicuramente più carismatica, coraggiosa e matura. Era chiaro perchè Lucas avesse scelto lei.
Aveva trascorso tutto il periodo della sua assenza a chiedersi per quali motivo il ragazzo avesse preso tale scelta, ed era giunta a queste conclusioni. Ma le era bastato davvero per vivere in pace?
Ad ogni modo, erano stati amici, un tempo. Poi qualcosa era cambiato e la loro amicizia era scomparsa con un colpo di bacchetta. Giorno prima aveva ammesso a Lucas che la sua lontananza aveva anche una causa per ciò che era successo tra di loro, ma la ragione principale era ben altro. Purtroppo, però Estelle non aveva ancora spiegato a nessuno - se non a Simon - il motivo della sua lontananza.
Alcune volte, la famiglia viene prima di tutto il resto. Ed io ho semplicemente dato più importanza alla famiglia, che non a Hogwarts. Non avevo nulla da perdere, qui, daltronde.
Semplice e chiara. Tisifone avrebbe potuto pensare che le stesse mentendo. In parte era così. Era partita per suo padre, per quella malattia che continuava a ridurre il suo tempo di vita. Era stato accanto a lui per anni, tre lunghi anni, lo aveva visto soffrire, e poi gioire. Gioire quando, ad esempio, Alya era venuto a trovarlo. In quel momento era tornato l'uomo che l'aveva cresciuta e le aveva dato ciò di cui aveva bisogno. E poi, quando aveva ritenuto che suo padre non avesse più bisogno di lei, aveva deciso di tornare, di ricominciare. Aveva sentito la mancanza del mondo magico, della sua magia, e di quelle poche persone che aveva avuto modo di conoscere durante la sua permanenza. Le era mancato l'essere a contatto con la gente, anche nuova. Perchè no, era tornata con l'intento di conoscerne di nuova, così da poter coltivare non sempre le stesse relazioni.
Non era tornata affatto con l'intento di appropriarsi di Lucas, anche perchè aveva scoperto della loro rottura solo e soltanto durante il loro primo incontro-scontro.
E così come se ne era andata eccola tornare, come se avesse una predilezione per il teatro babbano e per le uscite e in questo caso le entrate ad effetto.
Un ritorno inaspettato e tempestivo il suo avvenuto in un frangente a dir poco delicato. Qualcuno potrebbe insinuare che il suo desiderio di tornare in Inghilterra non fosse poi così improvviso e genuino come voglia far credere ma frutto di una attenta pianificazione.
Pianificazione, certo. Estelle naturalmente aveva avuto il tempo necessario per pianificare un ritorno ad effetto, magari con l'intento di dominare il mondo, chissà. Si sarebbe messa a ridere se solo avesse potuto, ma evitò, così da non rischiare di irritarla in qualche modo. Prese semplicemente ad osservarla, mentre prendeva a camminare con fare sospetto tra i lettini. Tutto il suo lavoro, poi, mandato all'aria da quel suo modo irritante di prendere tra le mani oggetti che chiaramente non erano suoi e riporli a caso sugli scaffali. Avrebbe trascorso l'intera serata a mettere di nuovo in ordine tutto, ma per quel momento lasciava correre. Ma non era nemmeno un segno della sua resa. Semplicemente lasciava andare le cose come doveva andare, senza interferire. Ascoltava anzi attenta le varie interpretazioni per la sua partenza.
Sorrise. Ne aveva davvero di fantasia la gente. Estelle si sentì persino lusingata nell'essere stata, un tempo, oggetto di attenzione da parte dei suoi colleghi, o degli studenti.
E magari sono tornata perchè ho voglia di distruggere questo castello e tutte le persone che vi sono al suo interno.
Davvero molto fantasioso.
Tisifone ancora continuava a muoversi, questa volta descrisse delle circonferenze attorno alla sua figura, con fare circospetto. Le sembrava di essere sotto interrogatorio. La cosa si stava facendo sempre più irritante. Di certo Estelle aveva cose di meglio da fare che non perdere tempo attorno a stupide dicerie. Non sapeva se Tisifone fosse capace di leggerle nel pensiero o cose simili, ma sembrava che la donna la osservasse proprio con l'intento di capire qualcosa di lei che Estelle non aveva mai avuto modo di raccontare a nessuno.
Distolse lo sguardo, passandosi una mano tra i capelli biondi.
Purtroppo non tutti sono disposti a credere che esista ancora qualcuno privo di ombre, capace di piegarsi al volere del Fato senza cercare di opporvisi con tutte le proprie forze. E’ come se ognuno di noi dovesse per forza custodire un lato oscuro, un segreto che se rivelato potrebbe portare alla rovina. Peccato che non esista segreto che possa essere tenuto nascosto se si sa dove cercare…
Ed ecco le sue supposizioni in qualche modo che trovavano conferma. Tisifone stava insinuando che il suo ritorno al castello combaciasse con qualche segreto che custodiva gelosamente. Inarcò le labbra, lasciandosi andare ad un sorriso sghembo. Si stava facendo tutto molto divertente, doveva ammetterlo.
Ognuno ha il suo lato oscuro.. chissà, forse anche io, nascosto proprio nel profondo..
Si lasciò andare ad un piccolo sbuffo, appoggiandosi con una mano ad un lettino accanto a lei. Vedeva ancora Tisifone muoversi. Non aveva affatto intenzione di fermarsi. Chissà, magari era il suo personale modo di sbollire, in qualche modo la rabbia, se era veramente arrabbiata, oppure di calmare l'ansia. Non poteva capirlo. Non conosceva tanto bene Tisifone da poter sapere come era solita comportarsi.
Ma ancora doveva capire per quale motivo Tisifone fosse lì. Semplicemente per indagare? No, pensava di no. Tisifone era lì per sapere. E non se ne sarebbe andata fin quando non avrebbe avuto delle risposte chiare che, Estelle, era davvero pronta a darle, se solo gliele avesse posto nel modo giusto.
Forse dopotutto mi vedrò costretta a dovermi avvalere della sua consulenza professionale, Signorina Moreau.
Ma d'un tratto Tisifone sembrò lasciarsi andare. Appoggiata ad un lettino, alle spalle la vide barcollare. Una parte di lei avrebbe preferito lasciarla lì, senza sostegno, ma la parte razionale le ricordò di avere un impegno nei suoi confronti, di aver preso un impegno nel momento in cui aveva accettato l'incarico da Infermiera. Poi, sarebbe stato davvero molto infantile lasciarla senza attenzioni in quel momento. Lucas se la sarebbe potuta prendere.
Estelle non sapeva bene come comportarsi, ma fece ciò che le venne più naturale, in quanto Infermiera. Con la braccia, aiutò Tisifone ad alzarsi, cercando di non farla urtare contro nessun oggetto e di non sballottarla troppo. Quello era chiaramente una perdita di coscienza improvvisa, che andava trattato, se frequente. Ovviamente, Estelle non poteva affatto sapere che tale svenimento derivasse dal dono che Tisifone custodiva.
E quindi l'aiutò a rialzarsi, facendo in modo di riporre la donna con attenzione sul lettino più vicino. Non sapeva se Tisifone si stesse accorgendo di ciò che la collega faceva, ma se per caso non avesse accettato la sua consulenza, Estelle avrebbe semplicemente detto che stava facendo il suo lavoro.
Per sicurezza, dovrei misurarle la pressione. E, se ne ha voglia, le servono zuccheri.
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