Re: Biblioteca
Inviato: 02/06/2014, 22:47
[Fine Aprile 2108 – Biblioteca]
Dopo il tradimento ricevuto dal suo amato libro di Pozioni, e di riflesso da quello di Cure, Jorge aveva deciso di prendersi un week end libero per svuotare la mente e cercare un nuovo approccio per risolvere l’enigma che la Bennet gli aveva posto e da cui dipendeva il suo ruolo come Assistente di Pozioni. Per quanto fosse “razzista” nei confronti delle altre arti magiche, infatti, era consapevole che materie come Erbologia e Alchimia avrebbero potuto essergli di grande aiuto e conforto nell’individuare l’elemento o gli elementi necessari per contrastare il livello di tossicità del suo esperimento ma dopo settimane passate a sbattere la testa su una strada ben definita – e che si era rivelata completamente sbagliata - temeva che, se non avesse “staccato la spina”, avrebbe ripreso le ricerche con il classico piede sbagliato. Il week end successivo il decretato fallimento, quindi, il Delfino aveva messo da parte la sua ormai stropicciata pergamena e si era comportato come ogni studente che si rispettasse e cioè andando in giro per Hogsmeade con la sua sorellina a rimpinzarsi di dolci di Mielandia e pettegolezzi su quello che accadeva in giro per il Castello. Era stato però il primo pomeriggio di domenica, mentre stava sonnecchiando pigramente sul divano della Sala Comune mentre alcuni ragazzini del terzo anno discutevano sull’ultima lezione di Storia della Magia, che gli era venuta la classica intuizione – o almeno si sperava fosse tale.
E’ inutile e noiosa… - si stava lamentando una ragazzina, chiudendo di scatto il libro di Storia che non stava studiando – Non possiamo fare due ore di Volo in più piuttosto che sorbirci tutte quelle nozioni inutili?
Non è inutile – rispose piccata l’amica, continuando a scrivere come furia sulla propria pergamena – E’ fondamentale. Come pretendi di capire il presente e anche solo immaginare il futuro se non conosci il passato? Sia quanti errori si sarebbero potuti evitare se solo…
Il resto della discussione si era perso in un brusio indistinto perché Jorge era scattato in piedi ed era corso nella sua stanza per consultare il libro di Erbologia, sperando che quel concetto - che senza passato non era possibile conoscere il proprio futuro - potesse rappresentare il “nuovo approccio” di cui aveva bisogno. Rileggendo l’appendice al libro di testo dove veniva fatto un breve excursus sui principali testi “storici” da cui erano state tratte alcune delle citazioni presenti nelle note al margine delle varie piante, aveva così scovato il Naturalis Historia che, scritta nel primo secolo dopo Cristo da un autore babbano chiamato Plinio il Vecchio, rappresentava a tutti gli effetti il più vecchio, o quasi, trattato naturalistico esistente.
Bè alla fine da qualche parte devo pure iniziare…
Aveva mormorato tra sé e, confortato dalle parole della Vilvarin, secondo cui la natura era pressocchè unica e che tutte le piante, magiche e non, erano visibili tanto ai maghi quanto ai babbani, era quasi letteralmente volato in Biblioteca per prendere in prestito il volume XXIII dedicato a “botanica, piante medicinali e proprietà o virtù delle diverse piante vini, aceti e frutti” per poi scontrarsi con la dura realtà. La Biblioteca di Hogwarts non conteneva libri babbani.
Come diavolo fanno a pretendere integrazione e rispetto dagli studenti quando loro sono i primi a non dare spazio alla cultura babbana?
Aveva borbottato indignato e frustrato, rintanandosi nel suo angolino con i soli libri di testo che mai, come in quel momento, gli erano sembrati di ben poca utilità. Svogliato si era messo a leggere la breve citazione sull’opera di Plinio il Vecchio quando il nome di una pianta, la Verbena, lo aveva riscosso da quel pessimismo cosmico che minacciava di avvolgerlo, dando un senso, almeno ai suoi occhi, all’accenno della Bennet alla sua scarsa memoria. Quella pianta infatti era stata oggetto di una delle prime lezioni di Erbologia a cui aveva preso parte appena arrivato a Hogwarts e a quanto sembrava, si era persa nel limbo della sua memoria insieme alle sue proprietà curative e di contrastare il veleno dei serpenti, oltre ai suoi effetti sulla vita amorosa degli individui.
Se solo potessi metterti le mani addosso…
Si era lamentato, passando l’indice più volte sul titolo del trattato, cercando di ricordare perché quel nome non gli era del tutto nuovo.
Ma certo, la rivista parascientifica di Xavier!
Aveva esclamato, dandosi una manata in fronte e ricordandosi così – non proprio per il colpo subito ma quasi – della discussione avuta con il cugino durante le ultime vacanze di Pasqua in merito alla validità o meno di un articolo bizzarro costruito intorno a una citazione del Naturalis Historia sul fatto che gli antidoti potevano essere ingeriti solo insieme a un grano di sale.
Sempre meglio che dover rileggere il libro di Alchimia tutto dalla prima all’ultima pagina…
Si era detto, reputando ininfluente andare a controllare quel dettaglio quando in ogni caso avrebbe dovuto spulciare il libro di Alchimia alla ricerca di una qualche idea da utilizzare per il suo composto e aprendo il libro direttamente alla parte che gli interessava. In realtà, considerato che nei processi alchemici quando si parlava di “Sale” non ci si riferiva all’elemento naturale “cloruro di sodio” quanto a uno dei tre principi originari, e cioè a quello che rappresentava la qualità corporea, il Delfino si era ritrovato a girare un po’ a vuoto prima di centrare il paragrafo esatto. Aveva così scoperto l’esistenza di un sale cristallino naturale inalterato privo di sostanze chimiche – il sale rosa – proveniente dalle miniere dell’Himalaya e nato dall’evaporazione di mari formatisi milioni di anni prima e rimasti imprigionati nella catena montuosa.
“Ricco di oligoelementi ed incontaminato, il sale rosa ha proprietà idratanti, equilibra la pressione sanguigna, è antimicotico, pulisce l'apparato epatobiliare e l'intestino, disintossica dal metalli pesanti e dalle tossine endogene ed esogene. Inoltre, remineralizza garantendo l'assimilazione degli oltre 80 elementi di cui è composto tra cui: potassio, magnesio, calcio, silicio e ferro.”
Di tutte le informazioni che aveva ricavato sul Sale Rosa, la parte relativa alla sua capacità di disintossicare il corpo umano era quella che, per ovvie ragioni, l’aveva maggiormente interessato anche se una piccola nota al margine su come attraverso l’uso del sale cristallino il sintomo esistente non veniva soppresso ma portato a sfogarsi come accadeva nell’omeopatia l’aveva lasciato leggermente disorientato.
Non ditemi che anche i maghi sono fissati con l’omeopatia!
Aveva esclamato allibito, passando dal libro di Alchimia a quello di Erbologia dove, con suo sommo stupore, aveva trovato un intero capitolo ad esso dedicato a partire da una approfondita trattazione del suo principio base, detto della similitudine, secondo cui:
[tahoma]"Ogni sostanza capace a dosi ponderali di provocare dei sintomi in un soggetto sano, può, a basse dosi, guarire quegli stessi sintomi in un soggetto malato"[/tahoma]
Quindi basta trovare una pianta la cui assunzione produca gli stessi sintomi di un avvelenamento e il gioco è fatto…
Riflettè a bassa voce con un tono decisamente scettico. Per poter sfruttare di una pianta solo le proprietà terapeutiche annullandone l’effetto tossico era infatti necessario sottoporla a un processo specifico di “omeopatizzazione”, e non vi era alcuna certezza che impiegandola all’interno di una pozione, e non al naturale, si ottenesse lo stesso risultato de – tossicizzante. Purtroppo però i criteri di scelta a sua disposizione erano decisamente giunti agli sgoccioli così Jorge si era attaccato a quella esigua probabilità e dopo una ricerca fatta per “sintomi” aveva finito per individuare l’Arnica che, se assunta per bocca al naturale, comportava nausea, coliche addominali, vomito, diarrea e sanguinamento, esattamente come nei casi più comuni di avvelenamento. Dopo aver appuntato anche quell’ingrediente, Jorge aveva quasi alzato bandiera bianca quando una seconda occhiata al libro di Alchimia gli aveva fatto venire il dubbio di star tralasciando qualcosa. In effetti, una volta finito di leggere il paragrafo relativo al Sale Rosa era saltato direttamente al libro di Erbologia senza verificare se ci fossero altri tipi di sale che avrebbero potuto fare al caso suo. Era così che si era imbattuto nel Cloruro di Magnesio, l’unico tra i Sali di magnesio che sembrava avere una qualche efficacia nel curare le malattie infettive e, di conseguenza, nel Magnesio puro che, per quanto fosse difficile da maneggiare visto che a contatto con l’aria tendeva a bruciare in una fiammata bianca, sembrava agire positivamente sia sul metabolismo umano che sul sistema immunitario. In aggiunta a ciò, quello che vinse le resistenze di Jorge nei confronti di questo minerale era che vi si poteva applicare lo stesso principio di similitudine omeopatica dell’arnica in quanto l’omeopatia sfruttava non solo sostanze di origine vegetale, ma anche animale e minerale e un sovradosaggi di magnesio determinava delle conseguenze tossiche con effetti anch’essi simili all’avvelenamento.
Così dopo altre due settimane di ricerche approfondite, il Delfino aveva aggiunto alla pergamena iniziale ben altri quattro ingredienti solo per ritrovarsi esattamente al punto di partenza o quasi e cioè quali di quelli doveva mettere nel suo calderone?
Verbena -> antidoto contro il morso dei serpenti e panacea per tutte le malattie
Arnica -> Trattata cura se stessa al naturale
Sale rosa -> Rafforza il sistema immunitario e disintossica il corpo
Magnesio -> Protegge dallo shock anafilattico e stimola il sistema immunitario e il metabolismo
Spoiler: