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Guferia

Messaggioda Viktorie » 07/09/2013, 2:14

27 Gennaio Ore 16:36 - Lunedì, Neve.



Il passo era lento e così il respiro, quel giorno era calma e al tempo stesso malinconica, indossava la divisa invernale e quindi le rosse ciocche di capelli erano mezzi nascosti tra mantello e cappellino. La sciarpa era lasciata a ciondolare sul busto mentre le mani rimanevano nude (tutte tranne l'indice destro che recava il simbolo delle seconde possibilità: l'anello a farfalla) perchè, da brava Russa, adorava accarezzare il bianco manto che si poggiava qua e là. Infondo le ricordava casa, le ricordava la neve bianca, i giochi in giardino, le giornate passate davanti al camino caldo con suo zio, quelle al pianoforte col padre mentre fuori la neve scendeva ed il natale, e le feste in famiglia. Ricordava ancora l'immagine della prima neve nella nuova casa, appena sveglia. Era radiosa e felice come non mai dopo il trasloco.

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Non era il tipo da andare in guferia poichè le lettere le ritirava dal proprio prefetto o le arrivavano direttamente tramite gufo. Salì le scale per la guferia poggiando la mano destra sul corrimano così da raccogliere un pò di neve, sentire il freddo tra le dita stuzzicarne i sensi e riportarla ancora una volta a casa. Prima o poi nelle vacanze ci tornerà in Russia. La mano sinistra reggeva il dolce guinzaglio di colore nero che era collegato al collare di Masha, la sua lince che era solita portarsi in giro per il castello quando usciva da sola.

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Tibiè nràvitza? - "Ti piace?" Domandò alla lince che alzò il rosso muso verso di lei, quasi a risponderle. Con lei era solita parlare nella lingua natia, forse per avere qualcuno con cui farlo o per non perderci la mano.

Una volta entrata nella Guferia controllò con lo sguardo, vagando tra i nidi, se qualche gufo aveva una lettere appiccicata alle zampe, di quelle senza nome e mai recapitate ma non trovò nulla se non Peter. Masha rimaneva al suo fianco, tranquilla e senza istinti uccellicidi verso i figli di Ermes. Lo studiò come di consueto mentre si avvicinava a lui. Infondo si divertiva a prenderlo alla sprovvista, probabilmente lui sapeva già che da lì a poco la rossa sarebbe spuntata alla "margheritina style", dal nulla, per fargli prendere una sincope.

Sorrise a quel pensiero prima di porsi dietro di lui, si chinò verso la sua figura, così da poter avvicinare le labbra al suo orecchio e dopo un secondo..

Dòbri diègn. Ancora a rileggere le lettere prima di spedirle? - rialzò il busto detto ciò, se si fosse alzato di scatto lei si sarebbe giocata il mento e non voleva certamente rischiare.- Caro Corvo, il tuo modo pignolo e minuzioso di controllare e ricontrollare le cose ti rallenterà un giorno di questi! . - la tipica presa in giro che riproponeva ogni volta, ormai quello era il suo saluto verso Peter seppur talvolta si abbandonasse ad un abbraccio di quelli normali, non i suoi per scherzo o enfasi, ma di quelli da "mi sei mancato" dopo il rientro dalle vacanze che gli propinava ogni anno. La lince rimase seduta affianco alla gamba sinistra della rossa per tutto il tempo ormai abituatasi pure lei alla presenza dell'altro.

Fece due passi indietro per lasciare la libertà di muoversi a Peter, così da non essergli d'impaccio. - La solita lettere ai tuoi genitori? - ormai, volente o no, aveva imparato a capire cosa faceva il Corvo, forse perchè abitudinario e metodico o Dio solo sa cosa. Attese così, quindi, il suo responso senza null'altro dire, infondo non era tipo da troppe parole, non quando si trattava di iniziare un discorso.


Spoiler:
Peter
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Messaggioda Peter » 12/09/2013, 0:29

Stava rileggendo la sua lettera quando una voce dalla sua schiena lo fece trasalire. Poteva riconoscerla tranquillamente. Non si mosse da quella posizione ascoltando tutto quello che la misteriosa voce gli stava dicendo.

Dòbri diègn. Ancora a rileggere le lettere prima di spedirle?

Non sapeva il Russo, ma alcune parole se l'era fatte spiegare dalla compagna più grande. Fece un bel sorriso riconoscendo subito la voce di Viktoire. Si morse il labbro inferiore rimanendo comunque silente e richiudendo la busta con velocità. Socchiuse gli occhi in quel movimento così fluido e meccanico.

Caro Corvo, il tuo modo pignolo e minuzioso di controllare e ricontrollare le cose ti rallenterà un giorno di questi!

Ridacchiò a quelle parole. Non era cambiata per niente in quattro anni che la conosceva. Prenderlo in giro era il modo per comunicare il loro affetto nel modo più spontaneo possibile. Ovviamente il Corvo non si fece aspettare per rispondere alla compagna.

Cara Draghessa, il mio modo pignolo e minuzioso di controllare e ricontrollare le cose ti salverà un giorno di questi.

Si girò tranquillamente solo con la testa verso la rossa facendole un bel sorriso dei suoi, socchiudendo gli occhi nell'azione. Le iridi poi si abbassarono verso la lince che Vik si portava in giro. Non disse nulla, le fece un sorriso ed un ciao con la manina. Tornò alla fine verso il gufo che era rimasto imbambolato sul proprio trespolo.

Bene Phil, ora va!

Lo osservò. Vide Phil muoversi svogliato per togliersi da quella posizione comoda. Gli occhi ancora semichiusi si fermarono sulla figura di Peter. Sembrava volesse dirgli qualcosa. Il Corvo gli sorrise gioiosamente. Anche se quel gufo era asociale, pigro, nullafacente e lento, incredibilmente lento nel suo unico dovere, era comunque la miglior scelta che poteva fare. Il piccolo rapace si mosse zampettando sul trespolo per avvicinarsi il più possibile alla finestrella, sicuramente per fare meno strada in volo. Quando vide il volatile spiccare il volo ed uscire da quella piccola finestra posta in fondo al muro si girò verso la russa portando le mani in tasca.

La solita lettere ai tuoi genitori?

Solita... Si preoccupano per me, allora di tanto in tanto gli faccio sapere che sono ancora vivo e che non sono esploso con una delle tante pozioni della Bennet!

Ridacchiò a quelle sue parole osservandola meglio. Lui era al primo anno quando incontrò quella particolare ragazza del terzo sul treno per arrivare al castello. Avevano cominciato a chiacchierare del più e del meno. Ovviamente Peter non sapeva un bel nulla del Mondo Magico e sentir parlare la russa lo lasciò praticamente sbigottito. fecero amicizia su quel treno. L'irlandese la trovava simpatica e socievole, ovviamente non poteva sapere cosa pensasse lei di lui, ma poteva intuirlo in ogni suo abbraccio alla fine delle vacanze. Rimase con le mani in tasca andando chinare la testa di lato.

E tu invece? Come mai qui?

Si in effetti ci ha riflettuto parecchio. Lei non era tipa da Guferia, almeno non l'aveva mai sentita nominare il luogo nelle loro chiacchierate. Inarcò un sopracciglio fissandola intensamente per qualche secondo. Infine gli occhi si mossero sulla sua lince. Era veramente uno splendore, piccola, morbida. Peccato che doveva lasciarla in sala comune per andare a lezione. Almeno era quello che gli disse la rossa tempo addietro.
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Messaggioda Viktorie » 13/09/2013, 13:57

Cara Draghessa, il mio modo pignolo e minuzioso di controllare e ricontrollare le cose ti salverà un giorno di questi.

Ya ne znayu - "non lo so" la sua risposta. Anche con Peter si divertiva, di tanto in tanto, tirare fuori frasi in russo. Essendo un Corvo alla fine per lei era naturale pensare che lo divertisse conoscere una lingua in più e di certo poteva tornarle utile insegnargli qualcosa nel caso in cui, in un futuro, avesse voluto esprimere con lui un parere o semplicemente dire qualcosa che ad altri doveva rimanere estraneo. Lo lasciò parolottare con il gufo, lasciandogli la libertà di tornare a quanto stesse facendo prima. Un docile versetto uscì dalla lince in risposta al saluto di Peter, animale intelligente che , ormai, aveva imparato a rispondere a quel gesto, riconoscerlo da parte del ragazzino.

Sorrise poi, la Russa, alla battutta dell'amico. Effettivamente pure lei avrebbe dovuto dare notizia a casa ma la voglia era poca. Nell'ultimo periodo i rapporti fra tutti si erano tesi e lei non era di certo il tipo che cercava di smuoverli, non quando comprendeva il padre così bene.

Indossava una camicetta pianca con lo scollo a barca, un semplice paio di jeans e delle sneakers, aveva già raccolto i capelli una volta salutati i suoi perchè aveva intenzione di mettersi a ripassare le cose dette l'anno precedente. Il treno era lo stesso preso i due anni precedenti. Il posto? Sempre quello, in fondo , proprio in fondo, per avere modo di respirare, salutare bene gli ultimi istanti i suoi genitori con la quale recitava la solita frase dal finestrino :
"nadéžda moj kómpas zemnoy
ah udaci nagráda za smélost'
ah pesnja dovól'no odín štoby
tól’ko dom v nej polosá"
"Speranza – la mia bussola terrestre,
e la fortuna – il premio per l’audacia.
E le canzoni… Ne basta una,
purché in essa si canti di casa."

Era una tradizione da tempo immemore, costruita negli anni e già nell'infanzia della piccola Russa, quando doveva rimanere qualche giorno con la nonna o lo zio perchè i suoi genitori approfittavano delle feste per tenere i negozi aperti il più a lungo possibile. Quella volta il piccolo Corvo, al tempo ancora da smistare, entrò nel vagone e prese posto davanti a lei. Si era scusato della stramba entrata e semplicemente avevano iniziato a parlare del più e del meno in quanto il treno era pieno. Iniziò così la loro amicizia, lei mise da parte il quaderno e continuò a parlare con lui, cosa che faceva raramente, da prima in modo più stretto e quasi monosillabico per poi rilassarsi e parlare tranquillamente, mostrarsi loquace.


Erano passati tre anni da allora e lei non era cambiata di una virgola, sempre ad iniziare le cose in modo freddo e lasciarsi andare dopo. Come detto, le uniche volte in cui si mostrava diversa era quando tornavano dalle vacanze e quindi gli elargiva un caldo abbraccio e una frase dolce, per poi tornare a prenderlo il giro per gioco.

Mh..? Facevo una passeggiata! - Mise enfasi nel tono, cosa che non era da lei, la mano destra si mosse con un movimento un pò forzato da destra a sinistra come a dire "non ci far caso". Si guardò attorno poi un ultima volta prima di sospirare, c'erano poche persone ed effettivamente nessuno che riconoscesse o conoscesse in quel momento. Non era sua abitudine mentire a Peter e quindi in quei due secondi già si sentiva in colpa.

Sono venuta a vedere se qualche gufo aveva tenuto per se una busta senza mittente ne destinatario... Sai.. Per mio zio. - Era una fissazione e Peter lo sapeva, gli aveva raccontato tutto a metà del suo secondo anno quando, dopo un pò, la rossa semplicemente crollò. Sapeva perfettamente quale fosse anche la situazione in casa, come il padre si fosse lentamente spento per la sparizione del fratello e come, quindi, anche le abitudini in casa fossero cambiate. Per un periodo temette pure che il padre volesse chiudere il negozio eppure il momento di crisi passò.

Gli sorrise semplicemente, facendo finta di non aver detto nulla di così diverso da un "ciao come stai?". Pensò svelta a come cambiare discorso, non era il momento ne il luogo e tanto meno voleva rattristarsi così tanto. - Uhm.. Dopo abbiamo Storia della Magia.. Solito posto? Sai che non riesco a seguirla dopo un pò.. - tutte le volte la stessa frase, una scusa bella e buona per averlo come compagno di banco e , al tempo stesso, una richiesta di aiuto, infondo non era esattamente la sua materia preferita quella di Storia.

Si piegò appena per dare un buffetto alla lince che tranquilla e buona si era dolcemente posizionata sul pavimento, sdraiata e comoda. Dopo poco si rialzò attendendo , tranquilla pure lei, la risposta dell'amico. Poteva capitare, effettivamente, che qualche volta non potesse condividere con lei il banco, talvolta per stare con altri compagni, talvolta perchè semplicemente lei arrivava in ritardo ed ovviamente le toccava la prima fila a quel punto.
Ultima modifica di Viktorie il 09/10/2013, 23:04, modificato 1 volta in totale.
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Messaggioda Peter » 09/10/2013, 15:31

Ya ne znayu.

Erano quattro anni che frequentava la rossa, ormai era abituato ad ascoltare alcune delle sue parole dette in lingua natia. Stava anche riuscendo a capire quello che significava. Gli piaceva il russo come lingua e non vedeva l'ora di saperlo parlare correttamente con lei. Glissò sul suo "non lo so" facendole una smorfia giocherellona. Sapeva che scherzava.

Mh..? Facevo una passeggiata!

Bugiarda. Peter sapeva riconoscere quando non voleva dire quello che le passava per la testa. La sua troppa enfasi ed il modo sbrigativo di chiudere quel discorso erano delle ottime prove. Fece finta di nulla per il momento, era in grado di capire quando poteva indagare sullo stato d'animo dell'amica e quando no. Rimase un attimo in silenzio guardandola mesto.

Sono venuta a vedere se qualche gufo aveva tenuto per se una busta senza mittente ne destinatario... Sai.. Per mio zio.

Ecco, questa era la verità. Peter si strinse nelle spalle cercando di capire lo stato d'animo della ragazza. Si umettò le labbra facendo un passo in avanti. Non voleva mettere il dito nella piaga e decise di sorriderle come lei stava sorridendo al Corvo.

Uhm.. Dopo abbiamo Storia della Magia.. Solito posto? Sai che non riesco a seguirla dopo un pò..

Sorrise dolcemente alla ragazza. Conosceva il suo brutto rapporto con Storia della magia e Pozioni. Annuì lentamente spostandosi di lato senza calpestare la piccola lince.

Certo! Anche perché devo passarti gli appunti sulla Storia del Ministero e sull' Ordine di Merlino. Il professor Armstrong ci tiene che tutti abbiamo quelle pergamene sempre sott'occhio... e visto che tu hai dato fuoco alle tue per disperazione, ti conviene ricopiarle di nuovo!

Risatina la sua con quella frase di scherno. Ovviamente non voleva offenderla ma ormai era abituato ai suoi modi di fare ed alla sua poca pazienza per quelle materie. Fortuna che la Bennet non era così fiscale con le pergamene. Rimase in silenzio infine, mancava poco alla lezione di Storia e non voleva fare tardi in modo da avere il posto vicino a Viktorie.
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Messaggioda Caroline Priscilla » 09/10/2013, 18:42

[Guferia - Primi di Novembre, anno 2106 - Ore 7.35]


4 Novembre
Sala Comune dei Tassorosso, Hogwarts


Ciao Devo!
Com'è andato il viaggio? Scusa se ci ho messo tanto a scriverti, ma ho avuto un sacco da fare e subito dopo la sfida sono stata a studiare tutto il giorno sui libri per rimettermi in pari con le lezioni!
Ho pensato molto a quello che ci siamo detti l'ultima volta e mi dispiace molto di averti ferito. Mi sono comportata davvero male con te...
Se per te non è un problema credo che possiamo ancora frequentarci, sempre se non hai cambiato idea...Ma in quel caso non preoccuparti, va benissimo anche così! Nel senso, accetto ogni tua decisione, com'è giusto che sia...

Ti sembro un po' strana non è vero? Scusami, purtroppo come sai questo non è proprio un bel momento. Fra qualche mese inizieranno le vacanze di Natale e sarò costretta a ritornare a casa...
Non ne ho molta voglia...

Comunque...tu come te la passi? Questo dovrebbe essere il tuo ultimo anno alla Cyprus, giusto?
Ti starai sicuramente preparando per gli esami! Per mia fortuna a me manca ancora un anno prima dei miei G.U.F.O., quindi ora devo concentrarmi solo nel non andare male a Pozioni!
Scusami, non so bene cosa scrivere. E' la prima volta che mando una lettera ad un ragazzo, se escludi il mio migliore amico!

Mi stavo chiedendo...ti piacciono i Saber Dynamos? Spero che facciano un concerto anche qui, almeno potrò andarli a vedere!

Spero di rivederti presto e non solo in veste di "nemico ufficiale"...

Scrivimi, mi raccomando!
Cappie

P.S. Ah dimenticavo la cosa più importante! Il gufo che ti consegnerà la lettera, Gilbert, è molto, molto scontroso...per permettergli di legare la tua risposta alla zampa devi dargli almeno due Biscotti Gufici, così sarà troppo impegnato a masticare e non ti beccherà!


Cappie aveva letto e riletto la propria lettera almeno un milione di volte, cancellato frasi e riscritto alcune parti, prima di essere completamente soddisfatta del proprio lavoro. Aveva poi ricopiato il tutto su un foglio di pergamena nuovo, in una grafia che fosse quanto più chiara e leggibile. Una cosa non facile, dal momento che la ragazza versava in uno stato di agitazione tale che la mano a volte le tremava, producendo orribili macchie di inchiostro sulla carta giallastra e lettere scritte a zigzag. Alla fine, dopo vari tentativi, era riuscita a fare un lavoro soddisfacente e, dopo averle dato una seconda occhiata, aveva arrotolato con cura il foglio e legato con uno spago sottile, chiuso da un doppio nodo con fiocchetto finale. Quella precauzione sarebbe potuta risultare superflua, ma la Tassorosso, agitata per quello che avrebbe compiuto, non se la sentiva di affidare il proprio messaggio a Gilbert senza prima essere sicura che non si sarebbe aperto mentre era in volo.
Perchè la ragazza versava in uno stato simile? In primo luogo, perchè temeva di apparire stupida agli occhi del destinatario del messaggio, Devo Nightmare, e che quindi non avrebbe fatto una bella figura con lui; in secondo luogo, perchè temeva la reazione del suo migliore amico se avesse scoperto che aveva deciso di accettare il parere di Ariel sulla questione e quindi di buttarsi e vedere che cosa sarebbe accaduto con quella relazione. Certo, la tassetta non aveva dimenticato le parole del Delfino, che le rinfacciavano come quelli della Cyprus avessero trattato la loro amica, facendola addirittura piangere; non solo, in più Cappie ricordava bene la rissa che aveva coinvolto alla fine il prefetto dei Draghi, Typhon Seal, e uno dei loro avversari, quando quest'ultimo aveva osato sfidarlo una volta di troppo tirando in ballo la fidanzata del biondo ossigenato. La giovane strega si era sentita male, quel giorno, perchè da una parte avrebbe voluto vedere Seal spaccare la faccia a uno di quegli s****i, ma dall'altra temeva la reazione di Devo nel vedere tanta solidarietà verso il Dragargenteo in quello scontro. Alla fine, per fortuna, non era successo nulla di irreparabile e nonostante quel violento alterco, i musicanti della Cyprus erano partiti e con loro la pace era ritornata ad Hogwarts. Stessa cosa non si poteva dire per la Tassorosso, che aveva promesso ad uno di loro di mantenere i contatti e, dopo averci pensato tanto (e su suggerimento di Ariel stessa), aveva infine preso la sua decisione. Per questo, dopo aver passato tutta la sera a scrivere quella lettera al riparo da sguardi indiscreti, si era sbrigata il giorno dopo a raggiungere la Guferia della scuola, dove avrebbe trovato il proprio Gilbert appollaiato su un trespolo insieme agli altri volatili, il solito sguardo truce sul volto e la solita aria da animale scocciato.

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Gilbert...avanti vieni...

Disse, cacciando fuori dalla tasca interna del mantello un paio di Biscotti Gufici della sua marca preferita e agitandoglieli sotto il naso, fino a quando il riottoso animale non scese planando dal punto in cui si era appollaiato per adagiarsi sul braccio teso della Tassorosso e ricevere da lei il suo tanto agognato biscotto. Cappie lo osservò mentre trangugiava soddisfatto la sua colazione, spargendo briciole col becco adunco e accarezzandogli il bel piumaggio marrone. Ci erano voluti anni perchè il gufo si fidasse di lei ma alla fine, grazie anche ai consigli del professor McDullan, la tassetta ce l'aveva fatta e ora poteva tranquillamente legargli una lettera alla zampa senza subire beccate furiose o ire funeste da parte del volatile.

Oggi dovrai fare un lungo, lunghissimo viaggio. Devi arrivare fino in America, ci sei? E poi da lì, trovare la Scuola di Magia americana, la Cyprus. Cerca un bel ragazzo, alto, con i capelli neri e gli occhi blu scuro. Si chiama Devo, è lui il destinatario della mia lettera...

Spiegò dolcemente al suo animale, grattandolo dietro la testa nel punto dove più preferiva. Aveva scritto bene l'indirizzo del ragazzo e sperava che il suo Gilbert non si perdesse durante il tragitto. Ma era anche fiduciosa che forse, un viaggio tanto lungo, sarebbe stato tanto stancante quanto divertente per il Gufo, sempre costretto a vivere vicino alla sua padroncina. Con un ultimo sospiro, la tassetta si avvicinò alla porta della Guferia, Gil ancora sul suo braccio, aprendola e lasciando che il vento gelido di Novembre le tagliasse per l'ennesima volta le morbide labbra. Faceva molto freddo e il cielo era coperto da una fitta nube bianca. Se non avesse iniziato a nevicare quel giorno, pensò, probabilmente sarebbe accaduto molto, molto presto.

Mi raccomando Gil, stai attento e consegna la lettera solo a lui!
Se vedi che non ti risponde entro pochi giorni...ritorna da me, d'accordo?


Lasciò che il gufo le beccasse la mano, ferendola si, ma con quel suo modo di fare che era feroce e allo stesso tempo affettuoso. Dopodichè, Cappie alzò il braccio dando a Gilbert lo slancio per poter aprire le ali e volare verso Ovest, dove Devo attendeva sicuramente una sua lettera. La Tassorosso sperava di star facendo la cosa giusta, di non aver provocato qualche contorta e strana azione del Destino. Il Destino, già...sembrava essersi accanito nei confronti della ragazza e pensare ad esso le portava alla mente il colloquio avuto con la docente di Divinazione. Uno strano rimescolio attaccò il suo stomaco, facendole portare una mano sulla pancia in attesa che passasse: cos'era quella sensazione che stava provando? Dolore? Paura? Si, decise infine, era paura: paura che qualcosa andasse storto, paura che presto avrebbe dovuto riaffrontare la realtà e che questa si sarebbe dimostrata ancora una volta spietata e crudele con lei come la lama tagliente di una ghigliottina.

Meglio che vada...prima che incontri qualcuno.

Cappie chiuse la porta del capanno dietro di sè, lasciando quella miriade di gufi, civette e barbagianni a bearsi dell'oscurità che era nuovamente calata all'interno della Guferia. Di lì a breve sarebbero ricominciate le lezioni ed era meglio concentrarsi su ciò che avrebbe studiato, piuttosto che su quello che le avrebbe riservato il futuro. La tassetta accarezzoò l'idea di saltare quasi la lezione di Divinazione, ma si controllò subito, ricordando che con la Samyliak aveva ancora qualcosa in sospeso. Si allontanò quindi da quel luogo, lasciandosi dietro, almeno per il momento, tutte le sue paure e i suoi pensieri negativi, concentrandosi invece sul suo presente.

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Messaggioda Viktorie » 09/10/2013, 23:49

Quasi lo ringraziò mentalmente per non aver tentato di abbracciarla o simili, lo faceva ogni volta che evitava quei gesti, non appartenendo questi al suo essere. La russa si accoccolò appena nel mantello pesante lasciando muovere il Corvo come meglio credesse, adorava il calore che riusciva a donarle quel capo, era un calore dolce, di quello affettuoso o forse era solo una sua impressione anche se avrebbe giurato che non sentiva differenza tra il calore del mantello e quello del camino.

Ascoltò le sue parole dalla prima all'ultima e per una volta si abbandonò ad una risata di gusto al suo - visto che tu hai dato fuoco alle tue per disperazione, ti conviene ricopiarle di nuovo! -

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Ci pensò sù.. Era vero, quella volta semplicemente scoppiò e le pergamene bruciarono e dovette ammettere di essere alquanto soddisfatta dopo quell'atto. La mano destra si mosse a rimettere dietro l'orecchio una ciocca di capelli scappata durante quella risata che comunque non durò abbastanza per essere segnata sul calendario.

Cercherò di controllarmi d'ora in poi, va bene? - il tono era dolce e propositivo mentre, sorridendogli, si mostrava diversa, forse stava solo maturando o era uno di quei momenti dove provava a migliorarsi, infondo più di una volta aveva cercato di modificare il proprio modo di fare perchè talvolta quello del corvo si mostrava più pratico.

Stavo pensando di far richiesta al professore Mc Dullan per divenire sua assistente.. Infondo le sue lezioni mi piacciono e le trovo stimolanti.. Avevo pure pensato di fare domanda al professore di Difesa o a quella di Incantesimi solo che poi riflettendoci bene - cosa che Viktorie non era solita fare - ho notato che il loro stile di lavoro non si addice al mio carattere.. Infondo Masha non è l'unico animale che ho, ne qui ne a casa.. - Prese una piccola pausa per prendere fiato - Non mi dispiacerebbe potermici rapportare meglio, più ne so e meglio posso accudirli.. Che ne pensi?

Idee che lancia così, oggi se ne esce con questa, domani con il voler giocare a quiddich, ormai Peter avrà imparato a capire che non è una cosa strana, Viktorie cerca di impegnare il proprio tempo in milioni di attività così da poter occupare il cervello.

Che ne dici, ci avviamo verso l'aula? Tanto Masha da lì sa arrivare da sola! - fece verso di lui in tutta tranquillità, muovendo i primi passi per dare l'input all'amico. Infondo se doveva riscrivere le pergamene doveva arrivare prima il che voleva dire non arrivare all'ultimo secondo come le era di consuetudine.
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Messaggioda Peter » 10/10/2013, 10:19

Cercherò di controllarmi d'ora in poi, va bene?

Rise a quelle parole facendo un cenno di assenso con la testa. Aveva davvero un caratteraccio alcune volte ma a Peter piaceva così. Lui era molto più calmo, più... come dire... pacato. Lei era il fuoco che lui aveva fatto spegnere il primo giorno di scuola. Si umettò le labbra chinando la testa di lato, quel sorrisetto che non lasciava il suo volto neanche quando si rompeva un arto.

Lo spero bene! Non posso spegnere i tuoi incendi dolosi ogni giorno!

Rise di gusto a quella battuta facendo un passo indietro e lasciando lo spazio alla russa ed alla sua lince in modo da farle muovere in libertà. Lo sguardo alla fine si mosse di nuovo verso la finestra ed al bianco oltre ad essa. Le giornate stavano passando tranquille e non poteva dire certo di annoiarsi. Ricordava quando, di tanto in tanto, sognava di essere un grande mago con il tipico cappello a punta ed il bastone pronto a lanciare miriadi di palle di fuoco contro i nemici. Quando gli arrivò quella lettera, quando vennero a parlare con i suoi genitori lui non ci aveva creduto. Era convinto che fosse tutto uno scherzo. Poi Londra, Diagon Alley, il binario, il treno, il castello. Il suo cuore si fermò così come il suo ardore. No, non era diventato apatico ma aveva deciso di mettercela tutta e di "abbassare la cresta" come diceva sempre sua madre. Si morse il labbro superiore osservando ancora i capelli rossi della sua amica.

Stavo pensando di far richiesta al professore McDullan per divenire sua assistente.. Infondo le sue lezioni mi piacciono e le trovo stimolanti..
Avevo pure pensato di fare domanda al professore di Difesa o a quella di Incantesimi solo che poi riflettendoci bene ho notato che il loro stile di lavoro non si addice al mio carattere..
Infondo Masha non è l'unico animale che ho, ne qui ne a casa..
Non mi dispiacerebbe potermici rapportare meglio, più ne so e meglio posso accudirli.. Che ne pensi?


Fiumi di parole dalla Draghessa. Peter rimase lì ad ascoltarla attento. Era davvero una buona idea. Annuiva ad ogni parola che diceva. Anche lui aveva in mente di diventare assistente, ma ancora non l'aveva detto a nessuno. Non era ancora del tutto sicuro della scelta. Decise dunque di tenerlo per se fino a quando non avesse deciso cosa fare della sua carriera scolastica. Non l'aveva detto neanche ai suoi genitori che sicuramente ne sarebbero stati veramente entusiasti.

Tu...che rifletti?

Battuta la sua verso di lei, conoscendone il carattere impulsivo. La fece continuare a parlare prima di darle una risposta ben oculata sulla sua decisione, anche perchè non sapeva se avrebbe cambiato idea il giorno dopo.

Beh il professor McDullan è davvero un bravo insegnante. Sicuramente avresti molto da imparare da uno come lui, e poi, mi potresti passare gli argomenti delle lezioni in anteprima! Mi salveresti!

Cominciò a dire ovviamente scherzando. Vide alcuni ragazzi avvicinarsi a dei gufi, lasciare delle lettere ed andarsene. Sicuramente erano del primo anno e quella era la loro prima lettera. Anche lui era così i primi momenti. Si meravigliava di tutto, anche delle piccola cose. Era diverso in questo dalla purosangue che invece ci viveva in quel Mondo. Peter invece ci si era dovuto abituare.

Che ne dici, ci avviamo verso l'aula? Tanto Masha da lì sa arrivare da sola!

Era ora di andare. Peter annuì a quelle parole e cominciò a camminare accanto a Viktorie ed a Masha. Mise le mani in tasca. Anche se dentro il castello la temperatura non cambiava poi più di tanto lui a volte poteva sentire quel gelo che entrava nelle ossa. Rimase sbalordito da tutto quello zelo di arrivare in tempo a lezione. Di solito era lui che le teneva il posto in modo da averla vicina e darle una mano.

Sai, che ne dici se per le prossime vacanze le passi dai miei? Ti farei vedere dove sono nato e cresciuto!

Piccola proposta la sua, era divertente per l'irlandese averla attorno, si trovava bene e questo non lo poteva negare. Rimase in silenzio alla fine aspettando la risposta dell'amica mentre si avvicinavano alle scale che portavano ai piedi della guferia.
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Messaggioda Viktorie » 16/10/2013, 15:05

Sorrise alle parole dell'amico, infondo aveva ragione, Mc Dullan era un bravo professore e lei avrebbe potuto imparare molto da lui, stava aspettando solo la prossima lezione di Cura, così da poterlo prendere da parte a fine della lezione senza doverlo disturbare in altri momenti, cosa che sarebbe potuta essere tediosa per il professore. Aveva pure intenzione di iscriversi al Club dei Duellanti ma quello non aveva voglia di dirlo, infondo era quasi scontato essendo lei una Dragargenteo chiunque si aspettava di vederla entrare lì, era più sicuro che si sarebbe iscritta a quello invece che al coro ma , ovviamente, lei doveva stupire con effetti speciali così da continuare a portare vigore e splendore alla propria casata.

Sai, che ne dici se per le prossime vacanze le passi dai miei? Ti farei vedere dove sono nato e cresciuto!

Annuì vigorosamente d'istinto, camminando, l'idea le piaceva, infondo era curiosa, adorava quando il giovane corvo le passava libri di letteratura babbana, quando la sorprendeva con qualcosa di nuovo. Andare a vedere dov'era nato il corvo poteva donarle una bella esperienza magari sarebbe riuscita a capirne di più dal mondo babbano, dai loro modi, forse dalla cultura. Non era andata da nessuna parte se non in Inghilterra o in giro per la Russia e il corvo veniva da tutt'altro posto e quindi poteva essere una nuova scoperta.

Per me va bene! Mi piacerebbe davvero tanto! Devi chiedere ai tuoi genitori se non è un problema, come io dovrei chiederlo ai miei! - il tono era vivo, enfatizzato, contento. Forse per una volta si mostrava genuinamente umana, non più fredda, non solo un guscio di ghiaccio ma anche reattiva. L'idea continuava a rimbalzarle in testa, era entusiasta al solo pensiero, quasi aveva fretta, quasi non vedeva l'ora che passassero veloci i mesi che la separavano dalle vacanze. Forse cambiare aria le avrebbe pure fatto bene, forse non sarebbe stata così spenta.

Continuò a camminare uscendo così dalla Guferia e iniziando a scendere le scale. - Magari la volta dopo potresti venire tu da me, forse riesco a convincere i miei genitori a passare un paio di settimane a Mosca, potresti vedere la Russia, la Russia Magica! - aveva precisato la Russia Magica per fargli capire che intendeva mostrargli la festosità di Mosca, quello che effettivamente aveva da regalare, i suoi colori e i suoi giochi, i negozi, i libri, era certa che il corvo lì si sarebbe divertito e interessato.

Si strinse nelle spalle per poi girarsi in modo da ritrovarsi di fronte il Corvo. Masha si sedette in risposta al gesto comprendendo che non avrebbe fatto tanta altra strada. Perfortuna c'era ancora tempo prima della lezione e lei semplicemente aveva voglia di rompere le scatole al Corvo che ora lei stava fissando negli occhi. Era un idea, le balenò in testa per poco meno di mezzo secondo eppure nel fissarlo non mosse ciglio, anzi solo si permise di dire due parole prima che il corpo si posse in un movimento lento e fluido.

- Chissà se...-


Immagine


Spostò il piede destro sullo scalino dove doveva essere posto il Corvo, a logica per permettere a lei e Masha di scendere le scale e al tempo stesso di farle salire agli altri studenti Peter doveva essere rimasto uno scalino indietro rispetto a lei. I movimenti furono fluidi, approfittando del lieve tacco che la portava così ad essere pari all'altro in altezza e , senza scostare lo sguardo dal suo, spostò il peso sulla gamba destra. Il viso si avvicinò a quello del babbano e , accostando il naso macchiato di lentiggini a lato di quello dell'amico andò quasi a nullificare la distanza tra le labbra dei due, forse mezzo centimetro li divideva e lei, ovviamente, da quel punto in poi, non si mosse più. Dischiuse appena le rosee in attesa della reazione della sua vittima.

Sapeva perfettamente che Peter non era abituato a quel tipo di comportamento, non con la Russa e lei, dispettosa, voleva vedere quale sarebbe stata la sua reazione, come si sarebbe mosso. Sapeva perfettamente di potersi aspettare di tutto e a tutto era pronta. La prossima mossa era nella mano del Corvo o forse, strano ma vero, poteva esserci la possibilità che fosse già stata calcolata dalla Draghessa e che, in realtà la prossima mossa fosse ancora in mano sua.


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Messaggioda Peter » 20/10/2013, 0:40

La neve stava scendendo come i granelli di sabbia nella clessidra del tempo. Si stavano avviando fuori dalla guferia. Peter ormai aveva fatto quello che doveva in quella torre. Pensava a cosa avrebbero detto i suoi alla vista di quelle parole. Gli mancavano da morire, come era giusto che fosse. L'irlandese mise le mani in tasca per proteggerle dal freddo. Attese impaziente la risposta dell'amica, era anche pronto a sentire un "no" come risposta. Certamente non si sarebbe offeso per il rifiuto, avrebbe capito la situazione.

Per me va bene! Mi piacerebbe davvero tanto! Devi chiedere ai tuoi genitori se non è un problema, come io dovrei chiederlo ai miei!

Sgranò gli occhi a quella risposta. Aveva detto di si! Peter non stava più nella pelle, sarebbe stata la sua prima amica a visitare il posto dove era nato. Gli occhi divennero piccoli e lucenti mentre sul suo viso si ampliava ogni secondo che passava un sorriso. Poteva notarla anche Viktorie la sua espressione gioiosa. La sua mente era già partita all'insegna dei luoghi che poteva farle vedere. Sfogliava come un album di fotografie i posti conosciuti.

Davvero? Fantastico! Non vedo l'ora che arrivino queste vacanze! Per i miei genitori non sarà un problema non ti preoccupare! Ti farò vedere il mare con le spiagge, e poi ti farò vedere il mio bar preferito...Ah! Certo...se i tuoi genitori ti daranno il permesso.

il suo entusiasmo venne smorzato dall'evenienza dei genitori di Vik. Non li aveva mai conosciuti di persona. Li aveva sempre visti da quel finestrino del treno al binario 9 e 3/4. Vedeva come si comportavano con la sua amica e con l'ambiente circostante. Provava un poco di invidia per la russa. I suoi erano sempre confusi e spaesati ogni volta che l'accompagnavano.

"E sicuramente non si abitueranno mai."

Fece un piccolo sorriso e si strinse nelle spalle. Ogni anno che passa Peter sembrava perdere un po' delle sue abitudini da babbano. Ogni anno sembrava diventare sempre di più una persona diversa, una persona estranea. Eh si, aveva paura, paura di non essere più riconosciuto dalla sua famiglia, di essere additato come quello strano. Vik sicuramente a questo problema non aveva mai dato peso. I suoi genitori erano dei Maghi, non un pescatore ed una fioraia. Non era arrabbiato con la rossa, anzi, provava ammirazione per tutte le cose che poteva vedere anche fuori dalla scuola. Lui ogni volta che tornava a casa sognava sempre il suo ritorno tra quelle mura.

Magari la volta dopo potresti venire tu da me, forse riesco a convincere i miei genitori a passare un paio di settimane a Mosca, potresti vedere la Russia, la Russia Magica!

Si fermò un attimo. L'aveva per caso letto nella mente? come avrà fatto? Quella proposta colpì il ragazzo come un fulmine a ciel sereno. Fissò sbalordito la sua amica. L'aveva proprio invitato da lei? Non ci poteva credere! Perse tutto il suo entusiasmo per trasformarlo in improvvisa timidezza.

Io? Beh...se non disturbo, mi farebbe piacere ecco!

Disse poi abbassando lo sguardo. Cercò subito di cambiare discorso tornando a parlare della sua Irlanda.

Dai, allora, mi devi dire cosa preferiresti vedere. Non lo so, i campi verdi? Magari possiamo anche andare sulla barca di papà una volta! Sempre se non hai paura dell'acqua o simili. Comunque non ti preoccupare, troveremo qualcosa con cui divertirci! Tu cerca di convincere i tuoi...

Chissà se...

Non riuscì a finire la frase. osservò con i suoi freddi occhi grigi la ragazza avvicinarsi. rimase impietrito su quello scalino. Deglutì sonoramente notando come essa si stia avvicinando sempre di più al viso dell' irlandese. Cominciò a sudare freddo, non capiva quello che stava succedendo. Sbattè diverse volte le palpebre cercando di realizzare qualche pensiero di senso compiuto.

"Bene, che sta facendo? Si sta avvicinando...che devo fare? Non lo so. Avanti su! Uh, non avevo mai visto il suo naso da così vicino... è carino... Ehi sveglia! Non puoi fissarti su particolari come il suo naso! Devi decidere adesso! Magari è uno scherzo! Sicuramente si toglierà e si metterà a ridere dicendo che sarei stato un allocco a cascarci! Si deve essere così... ehi, sono proprio carine le sue efelidi...Oh dacci un taglio! "

Il giovane Irlandese si trovava nei guai. Non trovava una risposta alle mille domande che stavano assillando la sua mente. Si morse il labbro superiore non sapendo cosa fare.

Vik...che stai...facendo?

Disse quasi titubante, chiudendo gli occhi e rimanendo fermo in quella posizione, quasi aspettando l'arrivo della russa. Le gote erano due pomodori mentre le mani tremavano per il nervosismo. Aveva la gola secca, secchissima, troppo secca, doveva bere qualcosa, qualsiasi cosa, anche la neve andava bene! Scottava, faceva caldo come se fosse estate e lui si fosse messo un maglione. Non sapeva davvero cosa fare, era in balia del suo cuore che batteva all'impazzata. Lo poteva sentire fin nella testa.
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Messaggioda Viktorie » 20/10/2013, 2:13

L'enfasi dell'amico era quasi divertente per la rossa, non pensava di vederlo così contento per così poco, la cosa la rese contenta di rimando, infondo con lui aveva imparato ad essere empatica o, forse, era l'unica persona con cui si permetteva di esserlo.Non gli rispose, stava viaggiando da un discorso all'altro così celeremente che lei non ne ebbe il tempo quindi semplicemente si arrese a lasciarlo parlare da solo. Vederlo poi intimidirsi davanti alla proposta di passare le vacanze nella sua Patria la fece intenerire. Era buffo quanto tenero, quasi gli avrebbe donato un buffetto in quel momento per fargli capire che non vi era da preoccuparsi ma infine decise che dirlo a parole fosse la cosa migliore.

Non preoccuparti, se te lo propongo è perchè sono certa che i miei genitori saranno d'accordo. Infondo potrebbe fargli piacere conoscere il compagno di studi della quale gli parlo tanto quando scrivo!- E non era un segreto che il più delle volte sua madre le chiedesse di Peter. Più di una volta le erano arrivati pacchetti di biscotti o dolci sulla quale vi era scritto che doveva assolutamente condividerli con lui come ringraziamento. Secondo il pensiero della Draghessa questo comportamento era sintomo che la madre era contenta di vedere e sentire la figlia rilassata non sempre tesa o dura come il padre che si era lentamente fossilizzato. Sicuramente la donna era felice di sapere che la sua vita ad Hogwarts vedeva al suo fianco un amico, una sorta di fidato consigliere. Era certa che avere la madre dalla propria avrebbe aiutato ad avere l'irlandese in casa, il padre non si sarebbe smosso più di tanto e non gli sarebbe pesato di certo.

****

Quando si accostò al viso dell'amico, poi, notò il lento ma lieve ritardo di reazione tra le proprie azioni e le sue. In quel breve lasso di tempo il suo respiro si era fatto leggermente più pesante, sentiva quello del Corvonero infrangersi sul proprio viso e andare a solleticarle la pelle del viso infreddolita per il tempo. La neve continuava a cadere come a incorniciare un momento che fin troppo istintivamente la russa Draghessa aveva creato. Alla reazione dell'amico rimase interdetta. Non riusciva a capire se il suo tono era semplicemente stupito, sorpreso oppure infastidito. Era una reazione che effettivamente poteva aspettarsi da lui che adorava i libri, che si era tuffato nello studio ed era più riflessivo di lei. Forse aveva iniziato un gioco senza rendersi conto di quanto quella cosa avrebbe potuto toglierle la terra dai sotto i piedi.

... - Non capiva se era un rimprovero o meno. Solitamente il tono dell'amico era più semplice da leggere e comprendere, in quel momento il suo cervello aveva staccato i contatti con tutto il resto o era andato in vacanza perchè lei si trovò semplicemente in un buco nero di pensieri.

Deglutì lentamente, silenziosa e ferma. Come un incudine che cade su Willy il coyote un pensiero le fulminò la mente... Se non fosse stata un azione spinta dalla semplice voglia di giocare? Infondo seppur avesse compagni con cui studiare e passare il tempo, compagni con la quale faceva la lotta in sala comune, con la quale iniziava le guerre di tiro al calamaio, lei, se poteva, stava con Peter. Lo cercava, il più delle volte ritrovandolo con il muso infossato nei libri, lei andava a disturbare lui, i suoi ritmi. Era lei che andava a tediarlo, forse l'altro non era così contento di averla intorno come invece faceva vedere.

Poteva fare ben poco. Poteva giocarsi la carta, infondo non mancava poco e poteva invece levarsi e cercare di recuperare la situazione o quanto meno salvare l'amicizia con Peter. Per la prima volta, dopo gli esami, si ritrovava in difficoltà, che fosse reale o meno non aveva importanza, non aveva modo nè tempo per riflettere e ponderare, doveva decidere lì, in quel momento.. Fare leva sul proprio istinto e affidarvisi completamente.

Il cervello invece che rendersi utile mise in loop una vecchia canzone, Kissing you di Des'ree, non l'ascolta da anni. era riuscita a trovarla in un vecchio cd, le era piaciuta talmente tanto che la imparò a memoria e non smise di cantarla per tutta casa mentre la madre la guardava intenerita e divertita al tempo stesso tenendole compagnia. Si scrollò tutti i pensieri di dosso cercando di riportarsi al momento presente. Doveva smetterla di rinchiudersi nei propri pensieri o ricordi e quindi annullare intere ore di presenza a lezione o rimanendo ferma sul letto a fissare il soffitto. Respirò lentamente non avendo ancora mosso un muscolo rispetto il Corvonero che invece rischiava di tremare come una foglia.

La mano destra lasciando il guinzaglio di Masha, che tanto non si sarebbe mossa di lì, si spostò sulla guancia sinistra del giovane di fronte a lei. il pollice si mosse per andare sul lato destro del mento altrui così da girare delicatamente e dolcemente il suo viso.

*Pride can stand a thousand trials. The strong will never fall [...] I'm kissing you, oh.* Quella maledetta canzone continuava a riecheggiarle nel cervello, possibile che la sua mente avesse una colonna sonora per ogni cosa? Voleva quasi sbuffare al pensiero ma invece increspò le labbra in un dolce e tenero sorriso.

Chiuse gli occhi e con un minimo e lento movimento del viso andò ad apportare le labbra all'angolo destro di quelle del giovane Peter. Premette dolcemente e delicatamente. Rimase ferma così due secondi, le labbra percepirono il calore che aveva pervaso il Corvo. Gli diede il tempo di realizzare, non lo baciò, non come ci si aspettava vedendo quella situazione dall'esterno. Non era il momento forse o lei non riuscendo a comprendere l'amico semplicemente cambiò i piani. Si scostò lentamente andando pure a riportare il piede destro sul proprio scalino di "appartenenza". Piegò appena il capo verso il basso nel levarsi, dando una lieve spinta al viso di Peter, un pò come potevano fare i felini in modo coccoloso. Lo rialzò poi riaprendo gli occhi e guardandolo.


Questa volta la prossima mossa era totalmente lasciata nelle mani del Corvo poichè lei non disse nulla,
solo la mano destra si mosse levandosi dal viso altrui per andare a scostare una ciocca dal viso della russa.


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