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Guferia

Messaggioda Miyabi » 09/11/2011, 15:27

[Lunedì, ore 11.25 circa]


Watashi wa zuibun kibun ga raku ni naru...
(Mi sento davvero meglio...)

Miyabi era felice ora, ed i suoi pensieri riflettevano il suo stato d'animo: parlare col professor Vastnor le era servito, per quanto forse sul momento non avrebbe mai pensato che un uomo all'apparenza così freddo potesse voler perdere tempo a darle consigli; ora un piccolo sorriso le incurvava le labbra e la voglia di scrivere ai suoi genitori era tornata più prepotente che mai.
Salì lentamente le scale che la portavano dentro la guferia, ed una volta entrata si guardò per un momento intorno, stupendosi ancora dalla quantità di gufi presenti: lei non aveva un gufo proprio ancora, forse l'avrebbe comprato per le vacanze di Natale, perciò per il momento avrebbe dovuto usare uno di quelli offerti dalla scuola.

Shigoto o shutoku shite mimashou!
(Mettiamoci al lavoro!)

Esclamò la piccola giapponesina, mettendosi in un angolino con la piuma, la pergamena e l'inchiostro che aveva preso dalla sua stanza in sala comune, per poi prendere a scrivere con aria seria e concentrata: voleva raccontare tutto ai propri genitori, non solo delle lezioni e dei compagni, ma anche delle proprie sensazioni e dei propri pensieri, così da far capire loro che in fondo era sempre la stessa.

Shin'ainaru otōsan to okāsan...
(Cari mamma e papà...)

Ed iniziò a scrivere dunque, lasciando andare i propri pensieri a ruota libera, aprendosi e liberandosi di tutto ciò che aveva dentro: e chissà per quale motivo, era convinta che quella sarebbe stata la lettera più bella che i suoi genitori avrebbero mai potuto ricevere.
Il tempo scorreva lento ma inesorabile, Miyabi era totalmente concentrata che non si sarebbe potuta accorgere di nulla... solo un rumore di passi, qualche minuto dopo, le fece alzare la testa di scatto, con aria semi-spaventata ed attenta.

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Ethan Travis
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Messaggioda Ethan Travis » 09/11/2011, 16:11

Non era passato che appena un giorno dl suo arrivo in quella scuola e si sentiva però già a casa sua.
No, non perchè si sentiva un mago da chissà quanto e non perchè avesse già stretto migliaia di amicizie, ma semplicemente perchè lì era il luogo dove il suo grande idolo si era formato ed aveva dato il via alla sua splendida storia come strega migliore mai esistita, già, stiamo parlando di nuovo di Hermione Granger.
Era fin troppo esaltato per quella figura del passato, ma era più forte di lui, si sentiva fortemente legato a lei e sopratutto al suo desiderio di apprendere e conoscere e lì era di sicuro un terreno ancora più fertile di tutti gli anni passati che nel corso delle ere avevano formato grandi e potenti maghi di ogni parte del mondo.

Ed io non posso certo essere da meno, giusto Hermy?

E così si guardò la sua spilletta attaccata al giubottino di pelle nera che teneva sopra la maglietta attillata dello stesso colore della giacca, con sopra raffigurata l'immagine e la faccina della sua maghetta preferita.
Il ragazzo quel giorno si era pettinato nella maniera più disordinata possibile, o meglio, aveva anche cercato di fare un buon lavoro ma i suoi capelli ribelli carichi come al solito di vortici da ogni zona non gli avevano permesso di presentarsi al pubblico come lui aveva dato ad intendere grazie alla spazzola, ma poco male, in fondo lo stile sbarazzino andava comunque bene e di moda.
Pantaloni a jeans blu scuro e scarpe da passeggio sportive con sopra il logo della casata dei Grifondoro cucitogli dalla madre poco prima che lui partisse.
Si in effetti non avrebbe dovuto azzardarsi a fare una cosa del genere prima di sapere dove sarebbe stato smistato ma Ethan era troppo convinto di dove sarebbe voluto andare, troppo convinto che quella casata era l'unica giusta per lui e dunque aveva pregato la madre di far lui quel piccolo dono per farlo felice e lei come al solito non seppe dirgli di no.

...Sarà meglio che la informi che le scarpe sono andate a buon fine altrimenti si preoccupa, quindi mio piccolo amico è meglio se fai presto presto così a casa si tranquillizzano tutti!

Pensò senza esitazione mentre saliva le scale che lo avrebbero condotto alla guferia. Una volta giunto in prossimità della porta, con il piccolo gheppio appoggiato in equilibrio sul suo braccio sinistro, Travis aprì la porta e nel contempo un'altra persona presente si voltò per capire chi fosse lì a quell'ora come lei per mandare messaggi.

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Gli occhi di Ethan brillarono all'istante nel vedere che aveva compagnia anche lì e per di più una compagnia anche molto gradita, si trattò infatti della sua collega di casata Miyabi.
Le rivolse un sorriso gentile, cordiale ed amichevole come al suo solito e non esitò un secondo a chiudere la porta ed avvicinarsi a lei, ricordandosi bene dell'inclinazione della giovane a stare un po' troppo in silenzio, ma preoccupandosene poco al momento.

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Ehi, guarda chi si vede, sei tu! Ciao piccola principessa-chan!

Disse semplice e dolce, fissandola negli occhi, perdendosi in quelle ametiste così profonde e luminescenti da farlo rimanere inebetito per almeno una decina buona di secondi.
Dalle sue parti, ragazzine orientali non ce ne erano quindi era soltanto una bella e gradita novità vederne in un posto come la scuola che adorava più di ogni altro edificio sulla faccia della terra.

Anche tu qui per scrivere a qualcuno? Io sto per mandare Layle a consegnare una lettera alla mia famiglia, così non si preoccupano e sanno che sono nella casata giusta e migliore di tutte, tu invece?

E non smetteva affatto di sorridere, anzi, non faceva che alimentare il suo buon umore ad ogni parola di più, riservandole sempre la stessa identica attenzione che si riserva ad una piccola lady preziosa e radiosa come il sole d'Estate.
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Messaggioda Miyabi » 09/11/2011, 17:07

Rumore di passi sempre più vicino, poi ecco che qualcuno fece capolino all'ingresso della guferia: uno sguardo familiare, un sorriso solare che Miyabi aveva avuto modo di conoscere un pochino in quei giorni... Ethan Travis, compagno di Casata della giapponesina, temperamento estroverso ed affabile, praticamente l'opposto, almeno per il momento, della ragazzina.

Ehi, guarda chi si vede, sei tu! Ciao piccola principessa-chan!

Ohayou Gozaimasu, Ethan-kun.
(Buongiorno, Ethan)

Mormorò Miyabi in risposta, abbassando lo sguardo: sapeva che lui preferiva essere chiamato semplicemente per nome, senza vezzeggiativi strani, ma la piccola sapeva allo stesso modo che per lei non era affatto facile una cosa del genere; per questo aveva trovato quella sorta di compromesso, visto che il -kun era in Giappone un suffisso che indicava una certa confidenza tra le persone.

Anche tu qui per scrivere a qualcuno? Io sto per mandare Layle a consegnare una lettera alla mia famiglia, così non si preoccupano e sanno che sono nella casata giusta e migliore di tutte, tu invece?

Koko ni dono kurai no shiawase o ni naru tame ni...
(Quant'è felice di essere qui...)


Pensò la bambina con un piccolo sorriso dolce, mettendosi eretta visto che stava ancora rannicchiata intenta a scrivere: ma ormai aveva finito, doveva solo rileggere la lettera per assicurarsi di aver scritto tutto e sarebbe stata a posto.

Io... anche io stavo scrivendo una lettera alla mia famiglia.

Rispose dunque, con quella voce dolce e melodica che si sposava perfettamente col carattere fragile e tenero della giapponesina che piegò per bene a metà la lettera prima d'infilarla nella busta; ora avrebbe solo dovuto prendere in prestito uno dei gufi della scuola per spedire la lettera, peccato che quando Miyabi si avvicinò ad un barbagianni lì vicino, questo fece un versaccio, spalancando le ali con aria minacciosa.

Ā... Naze anata wa ya~tsu ten no?
(Ah... perchè fai così?)

Mormorò Miyabi con aria mortificata, facendo un passetto indietro con gli occhi che divenivano lucidi per le lacrime: le sembrava stupido piangere per una cosa del genere, ma al momento proprio non poteva farne a meno; quando veniva rifiutata, anche che il rifiuto provenisse da un animale, si sentiva sempre malissimo.
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Messaggioda Ethan Travis » 09/11/2011, 17:59

Molto spesso la bambina si soffermava in silenzio per alcuni secondi.
Ethan non sapeva catalogare bene cosa significasse o semplicemente ancora non era talmente in grado di chiederselo con un senno particolare essendo ancora molto giovane, ma di certo questo lo lasciava ogni tanto spaesato, ma uno spaesato a dir poco positivo, si perchè per lui le pause non erano mai e poi mai delle cose brutte, sopratutto quando venivano eseguite da una piccola principessa come lei.
Fin da bambino prendeva in prestito di nascosto i libri della madre per leggerseli, curioso e assetato di sapere e conoscenza della lingue e del lessico, e la madre in stramaggioranza leggeva romanzi rosa e cose simili, quindi il grifoncino era cresciuto con in mente quei particolari principi di romanticismo e forse esagerata affettività nei rapporti, ma di certo questo lo avrebbe scoperto maggiormente nel tempo, per il momento quel silenzio di quella bambina poteva per lui significare una cosa sola.

Tante piccole pause per ascoltare il battito del proprio cuoricino e sentire cosa ci dice...

Ecco, questo era ciò che pensava Ethan dei silenzi di Miyabi, la stessa che poco dopo però riuscì a parlare ed anche andando incontro alla timidezza gli fece comprendere che anche lei era lì per la sua stessa motivazione e cioè scrivere una lettera alla famiglia, per dirci cosa però ovviamente erano piccoli segreti suoi e di certo Ethan non avrebbe insistito per saperne di più, la discrezione è il primo passo per una buona educazione, almeno questo aveva appreso dagli insegnamenti familiari.

Oh bene, saranno contenti di sentirti, io mi sa che a loro già manco, però sono certo che quando tornerò per le vacanze di Natale e farò vedere loro come so far levitare le cose saranno felicissimi...

Poi qualche attimo di pausa nel quale rifletté un minimo sulle sue parole e poi chinò il capo un po' sconsolato, sbuffando.

Ah no, è vero, la Vice Preside Vireau ha ricordato a tutti che non si possono fare incantesimi fuori dalla scuola fino al quinto anno... Peccato, dovranno credermi sulla parola!

E nel dire quelle ultime parole dopo la prima parte fino a "quinto", la ragazza poté notare come il sorriso era di nuovo tornato a splendere sul suo volto che non riusciva mai a spegnersi per troppo tempo, perchè dentro di lui c'era solo la volontà di ridere ed essere sereno quanto più possibile, in un modo o nell'altro, anche affrontando nel tempo tutte le difficoltà che la scuola gli avesse posto davanti.
A seguito quindi, la piccola principessa decise che era meglio andare a preparare il gufo per spedire la sua letterina piccola e delicata ma quest'ultimo forse un po' stanco o forse scorbutico di suo decise per aprire le ali e lamentarsi con lei intimandole di non avvicinarsi oltre, cosa che fece subito riempire gli occhioni viola della bambina di lacrime luccicanti e tenere.
Ethan che vide la scena non potè far altro che avvicinare le mani ai fianchi della bambina e premere un po' per farla allontanare dal pennuto irrequieto, lasciando subito la presa per non risultare invadente e avvicinandosi al gufo guardandolo male.

Ma dico è questo il modo di rivolgersi alle principesse? Se eri di cattivo umore andavi ad appollaiarti su un albero della foresta non ti mettevi qui a disposizione, allora ecco, adesso non ti meriti il biscottino che avresti preso se acconsentivi a mandare la lettera! Bleeeaahh!

Eh si, aveva proprio fatto una linguaccia al gufo che di riflesso lo fissò molto stranito e allo stesso tempo rabbuiato all'idea di non ricevere il biscottino, comprendendo forse di averci rimesso a non fare la consegna.
Una volta fatta quella bella scenetta divertente con il volatile, Ethan tornò velocemente davanti a Miyabi con un sorriso rassicurante, avanzando il braccio sinistro con sopra Layle, il suo gheppio fedele e cucciolo.

E' ancora molto giovane ma ti posso assicurar che è affidabile, manda pure la tua lettera con lui, non si dispiacerà affatto di portarne due. I gheppi sono dei rapaci molto cordiali, l'opposto dei falchi, anche se più piccoli e possono fare tantissime traversate senza stancarsi facilmente, puoi fidarti di Layle, anzi, prova a fargli una carezza, vedrai che non ti fa niente... e non piangere più. Le principesse devono solo sorridere...

Affermò alla fine con una voce forse poco poco più timida, nel mentre la testolina del gheppio si sporgeva in direzione della bambina, come a ricercare un minimo di coccola da lei, un po' di affetto, cosa che adorava da parte di tutti, cordiale e disponibile, sopratutto adesso che essendo molto giovane sapeva di poter portare a termine qualsiasi missione senza stancarsi troppo e consegnando ogni lettera il più velocemente possibile.
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Messaggioda Miyabi » 09/11/2011, 18:36

Un po' lo invidiava: beh, e come poteva essere altrimenti? Lui era tutto ciò che Miyabi non riusciva ad essere: solare, estroverso, espansivo. Quanto avrebbe voluto essere come lui... ma per la giapponesina, il carattere di Ethan era qualcosa di inarrivabile, almeno per il momento.

Oh bene, saranno contenti di sentirti, io mi sa che a loro già manco, però sono certo che quando tornerò per le vacanze di Natale e farò vedere loro come so far levitare le cose saranno felicissimi...

Commentò Ethan, ricordandosi da solo poco dopo che secondo le regole della scuola non era possibile usare gli incantesimi fuori dalla scuola: la tristezza che per un momento aveva fatto rabbuiare i suoi occhi scomparve poco dopo, sciogliendosi come neve al sole. Miyabi era quasi meravigliata dalla capacità del ragazzino di essere sempre sorridente, ma forse se si fosse vista dall'esterno si sarebbe resa conto che anche lei era un po' come l'altro, incapace di rimanere arrabbiata a lungo.

Hai (sì)... credo saranno contenti. Anche se sono ancora spaventati da ciò che sono: sai... non erano troppo felici quando hanno scoperto che sono una strega, ma hanno lasciato scegliere a me se venire a Hogwarts o meno. Temo che dovrò pazientare fino a che non si saranno abituati.

E forse si sarebbe messo a piovere viola, visto quanto Miyabi - per i suoi soliti standard - aveva appena parlato: un fiume di parole rispetto a quelle che di solito pronunciava la giapponesina, senza contare che non aveva mica parlato del tempo... no, aveva raccontato qualcosa di personale di sé ad Ethan Travis che si sperava, nonostante la sua giovane età, comprendesse la particolarità di quell'evento. Dopo essersi espressa in tal modo, comunque, le guance di Miyabi si colorarono di un tenue rosso, che indicava il puro e semplice imbarazzo della bambina.

Sumimasen, watashi wa taikutsu sa seru yō nozonde inai...
(Scusa, non volevo annoiarti...)

Mormorò Miyabi, dimenticandosi per un momento che difficilmente lui avrebbe potuto comprendere le sue parole visto che aveva parlato in giapponese: in ogni caso, poco dopo l'avvenimento principale fu il rifiuto da parte di un barbagianni di consegnare la lettera della piccola, che si sentiva ora mortificata e a disagio.
A salvarla, proprio come un "Principe Azzurro", fu Ethan, che la fece spostare dal volatile - una leggera presa sui fianchi del tutto innocente che però fece sentire Miyabi come se si fosse appena scottata - e poi una bella ramanzina all'esemplare con tanto di linguaccia, che fece scappare alla bambina una piccola risata divertita.

Sore wa hontōni yoidesu...
(E' davvero molto gentile...)

Pensò Miyabi tornando subito seria mentre Ethan le si avvicinava con sopra il braccio un esemplare di volatile che la bambina non avrebbe saputo identificare.

E' ancora molto giovane ma ti posso assicurar che è affidabile, manda pure la tua lettera con lui, non si dispiacerà affatto di portarne due. I gheppi sono dei rapaci molto cordiali, l'opposto dei falchi, anche se più piccoli e possono fare tantissime traversate senza stancarsi facilmente, puoi fidarti di Layle, anzi, prova a fargli una carezza, vedrai che non ti fa niente... e non piangere più. Le principesse devono solo sorridere...

Dunque si trattava di un gheppio: Miyabi fece un piccolo sorriso alle parole di lui, avvicinando la mano tremante ed un po' spaventata al capo del volatile per provare ad accarezzarlo dolcemente, il tocco morbido e delicato come il movimento delle ali di una farfalla.

... perchè mi chiami Principessa?

Domandò la bambina improvvisamente, prima domanda fatta spontaneamente forse da quando aveva messo piede in quella scuola: ma adesso era curiosa davvero, e voleva sapere, sperando che Ethan decidesse di risponderle.
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Messaggioda Ethan Travis » 09/11/2011, 19:13

Ma allora era capace anche lei di chiacchierare un po' ed anche di cose importanti!?
Insomma, fino a quel momento era regnato il silenzio nel suo atteggiamento e di sicuro vederla adesso intenta nel voler spiegare in modo preciso e prolisso la sua situazione a lui non potè che farlo sicuramente felice e soddisfatto, anche perchè questo poteva significare solo una cosa: che si stava fidando un pochino più di lui.
Però nonostante tutto, il ragazzino non potè fare a meno di capire che nelle parole di Miyabi c'era un minimo di tristezza e preoccupazione, forse appunto per via del problema sollevato dalla famiglia di lei.
Ethan era piccolo, quello si, ma al contrario di molti bambini della sua età sapeva anche fare ragionamenti abbastanza complessi quando voleva a tutti i costi aiutare le persone, sopratutto le belle persone come la giapponesina davanti a lui, quindi analizzando bene la situazione, fissando anche un istante Layle come a chiedergli aiuto nelle riflessioni, decise per rispondere nel modo più naturale possibile e con qualcosa che sperò sul serio potesse aiutare Miyabi a stare meglio e non rimanerci male.

Se la tua famiglia non voleva accettare subito che sei una streghetta allora non ti avrebbe nemmeno dato la possibilità di scegliere no? Te lo avrebbero subito proibito, invece se ti hanno dato la libertà di decidere significa che nel caso vogliono accettarlo perchè ti vogliono bene!

Un pensiero alla fine abbastanza elementare, ma di sicuro espresso con il cuore e con tutta l'intenzione di ragionare su ciò che aveva detto, anche perchè voleva essere sicuro che a livello logico tutte le sue parole avessero un senso e allo stesso tempo il potere per farla sentire un pochino meglio e farla tornare a sorridere, far tornare a sorridere quella principessa che adesso gli stava chiedendo il perchè dell'affibiazione di quella corona che forse non sentiva di meritare o forse chissà, semplicemente non comprendeva da dove veniva, ma alla fine Ethan Travis Fox aveva una risposta per tutto, sopratutto per quello che sentiva dentro come una cosa forte ed estremamente importante e veritiera.

Ti chiamo così perchè ai miei occhi sei in questo modo Miyabi-chan. Gentile, con il faccino dolce, tenera e riservata, proprio come una principessa, e poi tutte le principesse di solito hanno una cosa particolare e rarissima che le distingue da tutte le altre bambine...

Piccola pausa, un po' di imbarazzo, mano dietro la nuca, capo leggermente chinato in avanti, piede che sposta un po' di sabbietta nervosamente con la scarpa.

... e tu hai degli occhi dal colore bellissimo...

Guance anche le sue un po' arrossate, anzi molto, ma in fondo è naturale, è un bambino che sta adulando una bambina e quindi non ci può fare altro, pur essendo sempre molto sicuro di se e di quello che dice, non è detto che però le parole escano fuori con tanta tranquillità e nessun imbarazzo, anzi, il contrario, per lei ogni cosa detta è un piccolo sentimento di impaccio, più che altro perchè almeno nella sua mente un pensiero solo si focalizza, veritiero come non mai, per la sua piccola e minima quanto fondamentale esperienza di vita fino a quel momento:

In Galles non ho mai visto bambine belle come lei...

Concluse quindi quel piccolo intermezzo con una risatina sommessa e gentile, molto dolce e ancora timida, prima di tornare a fissarla con un po' più di sicurezza, riacquistandola piano piano come sempre era il suo solito fare, nel mentre il gheppio saltava sopra un trespolo vuoto cominciando a muovere un po' le ali come a sgranchirle e prepararsi alla grande traversata, più euforico che mai per il suo primo compito come aviatore postino e sopratutto inaugurando quell'occasione con un doppio compito da portare a termine.

E quindi se ti va puoi essere la mia principessa, ma solo se ti va eh, altrimenti no, non mi offendo, no no... Mi dispiace, ma non mi offendo... Comunque dai, metti pure la tua letterina alla zampa di Layle così poi io metto la mia all'altra e lo facciamo partire, vedrai che farà presto!
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Messaggioda Miyabi » 09/11/2011, 19:59

Proprio come aveva fatto il professor Vastnor, anche Ethan Travis sembrava voler in qualche modo tirare su il morale alla compagna di Casata, magari con parole meno ricercate ed elaborate vista la sua giovane età ma che esprimevano comunque un concetto che fece riflettere positivamente Miyabi; sì, forse lui aveva ragione, in fondo avrebbero potuto dirle di no, proibirle di andare a scuola...

Tabun karera wa tada osorete ushinau tame ni...
(Forse hanno solo paura di perdermi...)


Pensò Miyabi, mettendo insieme il parere dell'insegnante di Difesa con quello del Grifetto davanti a lei. Alla fine sorrise ed annuì, come se avesse capito il discorso.

Devo solo essere tanto paziente, come dice Vastnor-Sensei.

Disse la piccola, facendo così partecipe anche Ethan di quello che, in parte, Sandyon le aveva detto quando qualche ora prima l'aveva incrociato nel portico: ma ora la sua curiosità esigeva una risposta a quella domanda da lei posta, e cioè perchè il Grifondoro si ostinasse a definirla una Principessa.

Ti chiamo così perchè ai miei occhi sei in questo modo Miyabi-chan. Gentile, con il faccino dolce, tenera e riservata, proprio come una principessa, e poi tutte le principesse di solito hanno una cosa particolare e rarissima che le distingue da tutte le altre bambine...

Rispose lui, lasciando Miyabi un momento interdetta per l'impossibilità di capire il suo ragionamento: lei non si vedeva così speciale, anzi, si sentiva come tutte le altre... e poi non comprendeva cosa per lui ci fosse di particolare nella sua persona; ma nonostante l'imbarazzo, Ethan sembrava ben decisa a parlare.

... e tu hai degli occhi dal colore bellissimo...

Heee?!
(Cosa?)

Esclamò a bassa voce la bambina senza riuscire a trattenersi: le guance avvamparono vistosamente, gli occhi saettarono a terra in preda all'imbarazzo; non era abituata a ricevere dei complimenti, quindi Ethan la colse del tutto impreparata.

A-arigatou Ethan-kun...
(Grazie Ethan...)

Sussurrò la bambina, facendo un piccolo anche se leggermente impacciato inchino, regalandogli anche un piccolo sorriso mentre lui tornava solare ed amichevole come al solito, come se quel piccolo momento d'imbarazzo fosse ormai del tutto passato.

E quindi se ti va puoi essere la mia principessa, ma solo se ti va eh, altrimenti no, non mi offendo, no no... Mi dispiace, ma non mi offendo... Comunque dai, metti pure la tua letterina alla zampa di Layle così poi io metto la mia all'altra e lo facciamo partire, vedrai che farà presto!

Otsukai ni naru... Purinsesu?
(Essere la tua... Principessa?)

Ripetè Miyabi nella sua lingua madre, spalancando gli occhioni viola quasi non credesse alle proprie orecchie: non sapeva nemmeno bene cosa volesse dire quella proposta di Ethan, forse era un suo modo tutto speciale di essere amici.
In ogni caso, si avvicinò al suo gheppio e gli fece un piccolo sorriso: qualora questo le avesse porto la zampina, lei avrebbe legato la sua lettera intorno ad essa con attenzione e delicatezza.

Arigatou Gozaimasu.
(Grazie mille)

Sussurrò in direzione dell'animale prima di spostare lo sguardo su Ethan: lo fissò per un lungo secondo, ed infine gli fece un piccolo sorriso, timido ma sincero.

Mi va... di essere la tua Principessa...
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Messaggioda Ethan Travis » 09/11/2011, 20:37

Stavano affinando la loro conoscenza, stavano facendo amicizia molto da vicino ed ognuno poteva percepire le emozioni dell'altro con estrema semplicità e dolcezza. Era una dimensione abbastanza sconosciuta da Ethan che fino a quel momento non aveva mai avuto a che fare con persone timide che però si aprissero a lui, ma era comunque una conquista interessante, una conquista minima certo perchè adesso bisognava vedere come si sarebbe comportata la bambina con lui in pubblico, ma il piccolo grifoncino non era mai e poi mai stato un tipo frettoloso, ogni cosa a suo tempo in un modo o nell'altro e questo era l'importante.
Miyabi sistemò quindi sulla zampetta del gheppio la sua lettera e subito dopo quindi anche lui fece lo stesso, sinceramente contento di poter dare così tanta importanza al suo animale comprato con tanti risparmi e tanto affetto da parte dei suoi ed anche suo, difatti lo sbattito d'ali eccitato di Layle faceva intendere che l'emozione e la felicità per quella missione erano reciproche.

Ecco qui Layle, mi raccomando fai vedere chi sei alla nostra principessa-chan e torna il prima possibile, sono sicuro che sarai bravissimo!

Entusiasta e felice come non mai allora, Ethan fece di nuovo salire il piccolo volatile sul suo braccio sinistro e si diresse con lui fino al limitare della guferia dove con uno bello slancio lo fece planare verso il basso e poi schizzare via in mezzo alle nuvole, diretto probabilmente prima dalle parti londinesi per lei e poi da quelle gallesi per lui.
Una volta fatto questo, il ragazzo si voltò ancora a guardarla, lei che finalmente aveva preso la sua decisione ed aveva scelto di essere veramente la sua principessa, cosa che fece saltare il cuore in mille battiti ripetuti al signorino Fox che più euforico che mai, fece un gesto di vittoria verso di lei simboleggiato dalle dita a "V" effettuate con l'indice e il medio della destra, facendole un bell'occhiolino.

Evvai! Quindi significa che da adesso tu sei una mia amica molto speciale... la mia principessina dagli occhi di cerbiatta!

Aggiunse poi, abbassando il braccio e cercando poi velocemente nella tasca del giubottino di pelle un oggetto molto importante e prezioso, o almeno per lui lo era.
Finalmente dopo un vario cercare qui e lì, Ethan trovò quello che con tanto zelo stava cercando fino a quel momento:
Un semplice e candido polsino di spugna di quelli che si utilizzano nello sport, sopratutto nel tennis.

Oh eccolo qui!

Immagine

E così lo porse proprio a lei, a Miyabi, con fare assolutamente gentile e generoso.

Questo è il polsino che utilizzavo quando giocavo a tennis, è pulito eh, tranquilla principessa, te lo regalo, così hai un segno importante della mia amicizia e quando fa caldo e sudi ti può aiutare, è morbido morbido e assorbente assorbente, me lo ha detto papà!

Adesso non rimaneva solo che attendere la decisione della piccolina, qualora avesse deciso o meno di accettare quel gesto così spontaneo e desideroso da parte di Ethan che adesso non faceva null'altro se non fissarla intensamente negli occhi, tanto per lui era soltanto un piacere oltremodo incredibile poter continuare a fissare quelle due perle violacee brillanti e ipnotiche.
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Messaggioda Miyabi » 09/11/2011, 21:26

Sì, alla fine aveva deciso di accettare quell'offerta di Ethan perchè, onestamente, non ci vedeva nulla di male: il Grifondoro sembrava puro, ingenuo ma in senso positivo, e questo la spingeva forse per la prima volta nella sua vita a fidarsi di qualcuno.

Evvai! Quindi significa che da adesso tu sei una mia amica molto speciale... la mia principessina dagli occhi di cerbiatta!

Yūjin... Tokubetsuna?
(Un'amica... speciale?)

Ripetè nella sua lingua madre Miyabi, aggrottando per un momento la fronte come a non essere del tutto sicura di cosa ciò volesse dire: non ci fu però tempo di fare domande, visto che Ethan Travis, dopo aver cercato qualcosa nella tasca dei suoi pantaloni, finalmente sembrò trovare ciò che voleva e con un gran sorriso lo porse alla giapponesina che ora lo fissava incuriosita.

Oh eccolo qui!

Ed ecco che di fronte a lei, sulla mano del ragazzino comparve un oggetto bianco puro, spugnoso alla vista, che Miyabi identificò come un polsino, una sorta di fascetta antisudore che di solito usavano gli sportivi quando si allenavano.

Questo è il polsino che utilizzavo quando giocavo a tennis, è pulito eh, tranquilla principessa, te lo regalo, così hai un segno importante della mia amicizia e quando fa caldo e sudi ti può aiutare, è morbido morbido e assorbente assorbente, me lo ha detto papà!

Watashi no tame?
(Per me?)

Domandò in un sussurro Miyabi, spalancando gli occhi prima di fare un piccolo sorriso sorpreso ma felice, ed allungare la manina verso l'oggetto per sfiorarlo appena con le dita: alzò poi lo sguardo su Ethan e si scoprì lentamente il polso della mano destra, allungandolo poi verso il ragazzo.

... me lo metti?

Gli domandò con aria timida ma raggiante ora, augurandosi che lui non le dicesse di no.

Soshitekoko de watashi no saisho no yūjinda sō...
(E così tu sei il mio primo amico qui...)
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Messaggioda Ethan Travis » 10/11/2011, 0:36

La ragazzina forse non se ne stava per nulla accorgendo ma più andavano avanti con la conversazione e più lei proseguiva ad utilizzare il giapponese più frequentemente e in modo sciolto e naturale.
In effetti Ethan questa cosa l'aveva già notata da un poco, ma era anche vero che per certi versi si stava rifiutando di dirle qualcosa perchè ipotizzava che forse faceva così perchè si stava abituando un po' a lui ed evidentemente quando si sentiva sciolta con qualcuno tendeva ad utilizzare la lingua che era lei più conveniente.
Difatti rimase ancora a fissarla e a quel punto iniziò a ragionare in un certo modo per far si che potesse in qualche maniera comprendere quello che lei diceva attraverso il fattore dei gesti.

Se guardo come si comporta o che facce fa quando dice qualcosa che non capisco forse posso capire un po' di quello che intende, non voglio dirle che non ci capisco nulla, non voglio che si chiuda ancora con me...

Sorrise ancora gentile verso di lei quando decise, una volta accarezzato il polsino, di farsi aiutare da lui per sistemarselo.
Annuì sinceramente felice e si avvicino a lei, osservando per la prima volta con attenzione le sue manine, così delicate e affusolate con quelle unghiette bianche che erano appena lunghe quel tanto che bastava per risultare tremendamente curate e femminili.
Ethan adorava le mani femminili, gli sembrava quasi un mondo nuovo quello di osservare le manine di una bambina orientale, totalmente diverse da quelle delle bambine gallesi o comunque inglesi-europee, ma per la sua età non poteva che risultare un semplice aneddoto particolare del suo carattere e nulla più.

Certo che ti aiuto, che bella mano che hai!

Non si limitava mai con i complimenti verso di lei, non gli piaceva affatto dire bugie e per lui non dire qualcosa che si pensa era pari ad una bugia, così parlava e parlava, tanto dopo il complimento di poco prima, non poteva esserci altro di maggiormente imbarazzante.
Quindi sistemò il polsino su di lei in modo che fosse bene aderente al polso e comodo, per poi allontanarsi un po' per darle modo di guardarselo adeguatamente sotto la mano e vedere cosa ne pensasse, ma a suo parere comunque le stava davvero bene.

Ti dona sul serio e poi con questo puoi sempre ricordarti che Ethan ti pensa!

Layle era partito già da un po' e il sole stava avvicinandosi sempre di più verso il centro del cielo, insomma, a quanto sembrava il tempo stava scorrendo piuttosto velocemente, ma è normale quando si passa in maniera bella e rilassante come scambiare due chiacchiere con una persona simpatica e allo stesso tempo di buona compagnia.
Adesso forse era il momento per parlarle della lingua giapponese e che forse Miyabi avrebbe dovuto cercare di conversare con lui il più possibile con l'inglese per capirsi meglio, e così Travis cercò di nuovo il suo sguardo, quello di lei così profondo e violaceo da farlo ogni volta perdere, e lo trovò, i loro sguardi si incrociarono ed intrecciarono e fu in quello stesso istante, quando le parole gli si smorzarono sul nascere, che semplicemente pensò una cosa unica e istintiva che lo portò a dire tutt'altro rispetto a quanto effettivamente avrebbe voluto dire all'inizio...

... A costo di imparare il giapponese giorni dopo giorno, se lei quando è felice e serena mi parla questa lingua, allora vorrà dire che lascerò che continui a farlo, perchè significa che sono un amico speciale per lei e non è bello restituire i regali, anche quando non sono oggetti, e questo è un regalo bello bello...

... Tra cinque minuti credo che cominci erbologia e la professoressa Morker non ama i ritardatari, forse sarebbe meglio se facciamo una corsetta e andiamo, tanto se sudi un po' alla fronte sai come rimediare, vero principessa-chan? Andiamo?

Le chiese con gentilezza e cortesia, sorridendole di nuovo per poi voltarsi verso la porta essendole un po' davanti con il corpo, dandole quindi la schiena, ma puntando la mano un po' indietro, sperando con tutto se stesso, che la bambina orientale decidesse di prendergliela per poi correre insieme allegri, spensierati e finalmente amici verso la zona esterna della scuola diretti alle serre.
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Ethan Travis
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