1664 punti 1267 punti 1021 punti 1415 punti 1750 punti 1032 punti

Messaggioda Aryanne » 29/04/2012, 18:30

Non mancherò, anche se non mi sembra che lei si sia opposta o si sia scandalizzata più di tanto.

Una domanda valeva l'altra professoressa... poi vede, ero troppo curiosa di scoprire se sarei riuscita a mettere in pratica i suoi insegnamenti e per questo non ho fatto molto caso al quesito proposto.

Mentì Arianna spudoratamente, tanto a quanto aveva capito quella matta di Tisifone era fuori dalla grazia di Merlino per i cavoli suoi, quel giorno, quindi era inutile tentare di tranquillizzarla o di parlare d'altro: se voleva sfogarsi facendo una tragedia per una questione insignificante come quella, che si accomodasse pure.

Il motivo per cui l’ho fatta venire qui dipende semplicemente da quello che ha scritto qui,
Convocarla nel mio ufficio avrebbe significato attribuirgli un valore formale e ufficiale che non ha. Con le sue risposte ha dimostrato di non avere alcun rispetto né verso la mia materia né verso di me come Insegnante, perché io dovrei avere rispetto del suo lavoro?


Se non avessi rispettato il suo lavoro non l'avrei nemmeno svolto, il compito - ribattè Arianna, parlando senza filtri come invece era solita fare visto che tanto per lei era solo una questione di "sono nervosa e me la prendo con te col pretesto del compito" - Pensavo invece che avrebbe apprezzato la mia sincerità, e non che avrebbe fatto tante storie per una domanda...

Il problema non è solo quella domanda, ma tutto il compito dalla prima all’ultima riga.
Dovrebbe riflettere meglio prima di mettere nero su bianco tutto quello che le passa per la testa.


Vorrà dire che la prossima volta farò finta di essere deliziata dalla sua materia come fa la maggior parte degli studenti, invece di parlare sinceramente dicendo ciò che penso.

Un rapido scambio di battute quello, al termine del quale con tutta probabilità entrambe - o perlomeno per Arianna era così - stavano guardandosi reciprocamente in cagnesco. Ma ovviamente non erano allo stesso livello, perchè la Samyliak era un'insegnante e l'ultima parola, che alla Ricciardi piacesse o meno, spettava soltanto a lei.

Corre voce che il Professor Vastnor sia solito bruciare i compiti che non rispecchiano le sue aspettative. Io non sono così plateale, soprattutto perché non credo che le si spezzerebbe il cuore se mandassi in fumo questa pergamena.

Ma no, davvero?
Da cosa l'avrà capito?


Si domandò Arianna senza però dire niente, limitandosi ad incrociare le braccia all'altezza del petto col sopracciglio inarcato come in attesa della sentenza finale.

Forse per incentivarla a fare meglio la prossima volta è necessario ricordarle l’errore commesso…
…oltre a ricordare agli altri studenti la sua Casa di appartenenza.


Ed ecco il suo compito divenne un drago di carta che si posò sulla sua testa, ridicolizzando la sua figura: era ovvio che la Samyliak non la sopportasse, ma la Ricciardi non era da meno e prima o poi avrebbe trovato il modo di farla pagare all'insegnante.

E ora, se vuole scusarmi, ho alcune cose importanti a cui dedicarmi.

Ma prego... tante care cose, professoressa!

E vedi di andartene a fan****!!


E con quelle ultime parole - e pensieri - la ragazza osservò l'insegnante andarsene e lasciò anche lei la torre di Astronomia, meditando vendetta nei confronti di quell'insegnante pazza.
Avatar utente
Aryanne
Mercenario Con. su Terr. Nazionale
Mercenario Con. su Terr. Nazionale
 
Grado: 10
 
Messaggi: 473
Iscritto il: 11/11/2011, 22:33

Messaggioda Jorge » 14/10/2012, 20:54

[Lunedì dopo l’incontro con la Bennet - Corridoio – fuori dall’aula di Astronomia– ore 20.00]



L’incontro con la Bennet l’aveva a dir poco sconvolto. Era arrabbiato, offeso, incavolato nero e soprattutto ce l’aveva con chiunque avesse più di sedici anni, visto che nel Mondo Magico si entrava, per così dire, nell’età adulta a diciassette. E per il momento chiunque fosse da considerarsi adulto era un nemico agli occhi del portoghese. Dopo aver lasciato Cappie di fronte all’ufficio della docente di Pozioni con un brusco

Ci vediamo a cena, forse o domani a colazione

Jorge si era diretto a passo di marcia verso la Torre dei Delfiniazzurri con il chiaro intento di chiudersi nella sua stanza e spaccare qualsiasi cosa gli capitasse a tiro, salvo poi cercare di riaggiustarlo con un semplice Reparo. Le scale del Castello però a quanto sembrava avevano altri piani per il Delfino così invece di portarlo verso l’Ala Ovest, volteggiarono in aria per un paio di minuti e lo fecero scendere in corrispondenza della Torre Nord.

Maledette… vi ci mettete pure voi…

Inveì contro le scale che, per tutta risposta, se ne andarono via lasciandolo lì come un fesso ad agitare il pugnetto chiuso contro il nulla. Probabilmente sarebbe scoppiato in lacrime per la frustrazione e la sfiga, se non fosse stato per delle voci femminili che provenivano dalle sue spalle.

Certo che il Professor Trigger è davvero bravo… Peccato per quelle Serpi che devono sempre rompere le scatole.

Jorge si passò una mano sul visino, per cercare di recuperare un minimo di controllo, e poi si avvicinò al gruppetto di Corvonero, attirato dalla parola “serpi”.

Scusate… avete avuto lezione di Astronomia con i Serpeverde di che anno?

Chiese, sperando che la sua domanda non suonasse così assurda da spingere le ragazze a non rispondergli.

Del quarto anno… - rispose gentilmente una delle ragazze, per poi aggiungere – Perché ti sembriamo più piccole?

No anzi… mi meraviglio che siate solo al quarto anno… sembrate così mature…

Disse, mentendo spudoratamente, facendo affidamento sul fatto che di solito le ragazze di Corvonero non badavano all’aspetto fisicoa a quanto sembravano colte e intelligenti. In ogni caso Jorge le ringraziò e subito si mise a correre verso l’aula di Astronomia, arrivando proprio mentre un altro gruppetto di persone, questa volte tutte in verde argento, lasciavano l’aula.
In mezzo a esse stava Melia, la sua ninfa, e non appena i suoi occhietti colsero le sue ciocche ondulate, tutto intorno a lui perse d’importanza, tanto che non avrebbe saputo dire se la Prefetta stava parlando con gli altri o se si limitava solamente a camminare in mezzo a loro come la Dea che era.

Rimase lì fermo, imbambolato a guardala, incapace di dire una sola parola e non solo perché ammaliato da lei. Infatti era capitato lì per caso e quindi non aveva un piano per attirare la sua attenzione né sapeva se a lei avrebbe fatto piacere o meno farsi vedere in sua compagnia. Così alla fine fece la prima cosa, stupida, che gli venne in mente. A testa bassa si avventò verso il gruppetto, urtando con una spalla una delle serpi.

Scusa…

Borbottò, azzardandosi a lanciare un’occhiata verso la sua ninfa, per poi tirare dritto verso l’Osservatorio di Astronomia.

[Osservatorio di Astronomia – ore 20.10]


Gli insulti che la Serpe contro cui aveva urtato gli aveva lanciato contro se li sarebbe ricordati per sempre, sperava solo che con quel suo comportamento considero di essere riuscito nel suo intento. Attirare l’attenzione della sua ninfa e spingerla, per curiosità o forse per pietà, a seguirlo fino all’Osservatorio.
In sua attesa Jorge si era avvicinato alla balaustra dove si trovava l’enorme telescopio e, con una mano posata su di esso, si stava sporgendo verso l’esterno a contemplare il panorama.
Avatar utente
Jorge
Apprendista Tatuatore Magico
Apprendista Tatuatore Magico
 
Grado: 10
 
Messaggi: 735
Iscritto il: 28/11/2011, 13:20
Località: Roma

Messaggioda Melia » 14/10/2012, 22:00

[Venerdì - Fuori dall'Aula di Astronomia - ore 20.04]


La lezione era stata piacevole, tutto sommato, Trigger era un bravo professore e anche se i suoi compagni di Casata avevano fatto, al solito, un bel po' di casino, la Serpe era comunque riuscita a prendere gli appunti che le sarebbero serviti per svolgere i compiti al meglio.
Stava proprio uscendo dall'aula di lezione con alcune compagne vicino a sé, quando vide un bambino sfrecciare quasi contro di loro e sbattere contro un Serpeverde del gruppo davanti al suo: le bastò un'occhiata, posata su di lui proprio nel momento in cui il piccolo alzava gli occhi su di lei, per capire chi fosse, ed un sorriso divertito si dipinse sul volto della ragazza che scosse appena il capo prima di voltarsi verso i coetanei.

Scusate.
Ci vediamo dopo.


Si allontanò dal gruppo con quelle poche e semplici parole, decisa ad andare dal Delfino che con tanto coraggio aveva affrontato la conseguente ira di un Serpeverde al proprio gesto solo per poter attirare la sua attenzione.

[Osservatorio di Astronomia - ore 20.17]


Era arrivata senza alcuna fretta fino all'Osservatorio, seguendo la direzione che aveva preso Jorge, e poco dopo ecco che finalmente la figura di spalle del piccolo Delfinazzurro si palesò di fronte a lei, facendola sorridere.

Sei stato molto coraggioso, Jorge...

Lo salutò così, con quella voce calda e gentile che calcò di più l'accento sul nome del bambino, avvolgendolo di intimità, complicità ed affetto: se Alvares si fosse voltato, avrebbe subito notato gli occhi dorati e felini di Melia posati sul suo viso mentre si avvicinava a lui e lo circondava col profumo della sua pelle e dei suoi capelli, quelle onde morbide ed ondulate che sapevano di muschio bianco e che sembravano danzare intorno alla pelle candida del suo viso ad ogni passo.

Come mai quel visino adombrato?
Cos'è successo, racconta...


Aggiunse subito dopo, sporgendosi verso di lui per, se il Delfino gliel'avesse permesso, posargli un piccolo bacio con le labbra fredde sulla fronte, in un gesto puramente affettuoso che avrebbe dovuto farlo sentire onorato visto che difficilmente la Herbert si lasciava andare a gesti così dolci con altri studenti.
Avatar utente
Melia
Componente dei "Dodici"
Componente dei "Dodici"
 
Grado: 10+
 
Messaggi: 197
Iscritto il: 24/07/2012, 11:47

Messaggioda Jorge » 15/10/2012, 11:41

Una cosa che aveva scoperto di recente e grazie al primo compito di Astronomia che aveva fatto l'anno precedente era che guardare le stelle era una cosa che, a piccole dosi, aveva su di lui un effetto calmante, cosa di cui aveva un enorme bisogno in quel momento. Stava quindi con il volto proteso verso l'alto per cercare di cogliere le prime stelle che sarebbero comparse una volta calata definitivamente la sera, in attesa che la sua ninfa lo raggiungesse.

Sei stato molto coraggioso, Jorge...

Un piccolo sorriso di orgoglio si dipinse sul volto del portoghese e che palesò immediatamente a Melia, voltandosi verso di lei, per bearsi non solo della sua dolce voce ma anche dei suoi bellissimi occhi dorati, il tratto che da dodicenne preferiva in assoluto della Serpeverde. Respirò piano e a fondo il profumo di lei, trovandolo più inebriante e intossicante della volta precedente, a dimostrazione che la lontananza aveva offuscato i suo ricordi.

Avevo paura che ti saresti ... irritata - una nota interrogativa nella voce perchè la parola scelta era entrata a far parte del suo vocabolario recentemente - se ti avessi chiesto direttamente di parlare con me davanti a tutti...?

Quella che doveva essere un'affermazione finì per essere pronunciata dal Delfino come una domanda, una sorta di richiesta per sapere come si sarebbe dovuto comportare in futuro se avesse avuto bisogno o solo voglia di parlare con Melia. La ragazza inoltre non avrebbe fatto fatica, visto che Jorge non aveva fatto nulla per dissimularlo, a notare come ci fosse un sottofondo di tristezza nella voce del delfino all'idea che la sua ninfa potesse vergognarsi di farsi vedere in giro per il Castello con lui.

Come mai quel visino adombrato?
Cos'è successo, racconta...


L'arrivo della Prefetta gli aveva fatto dimenticare il motivo per cui era corso fino a lì, esempio di quanto fosse per lei facile obnubilare la sua mente, motivo che tornò prepotentemente a galla in seguito a quella domanda. I lineamenti del ragazzino si indurirono, facendolo sembrare più grande, le manine lungo i fianchi vennero chiuse a pugno e poi riaperte, ritmicamente, come se stesse facendo chissà quale esercizio di respirazione per calmarsi.

Quella...

Qualsiasi epiteto stesse per utilizzare per riferirsi alla Bennet gli morì in gola non appena Malia posò un piccolo bacio sulla sua fronte facendo impennare la sua temperatura corporea tanto da far esplodere un qualsiasi termometro babbano. Le guance di Jorge si tinsero di rosa e gli occhietti gli divennero lucidi e dilatati, come se fosse andato in overdose di qualcosa o, più in specifico, di muschio bianco. Lentamente sollevò la manina per andare a sfiorare il punto in cui lei lo aveva baciato, punto che, a differenza del resto del viso, aveva una temperatura più bassa ma quello era un dettaglio a cui Jorge non aveva nessuna possibilità di far caso. Qualcosa nel suo basso ventre iniziò a smuoversi, dandogli una fastidiosa sensazione di miliardi di farfalle che si muovevano impazzite al suo interno, cosa normale visto che per quanto dodicenne gli ormoni li aveva anche lui, ma che liquidò come un tentativo bastardo del suo stomaco di ricordargli che era l'ora di cena e lui non lo aveva ancora riempito.

La Bennet mi ha definito una perdita di tempo - disse quindi con voce atona, gli occhi fissi in quelli dorati di lei, come se fosse vittima di un qualche sortilegio. - Nonostante sia stato educato e mi sia umiliato facendomi difendere dalla mia sorellina... la odio... ma mi serve...

Sintetizzò in quel modo tutto quello che gli era capitato nel pomeriggio, la rabbia che provava fino a pochi secondi prima, evaporata sotto il bacio di Melia.
Istintivamente spostò la manina dalla sua fronte per tenderla verso il viso della Prefetta, muovendosi lentamente come se fosse in trance o come se fosse un cieco che aveva bisogno del tatto per capire dove si trovava. Se Melia non lo avesse fermato, Jorge avrebbe sfiorato con le sue ditina le labbra dell'altra, rabbrividendo questo volta a causa della sua temperatura più fredda.

Mia Ninfa, hai freddo? - chiese quindi un po' più presente a se stesso, ma senza muoversi di un muscolo - Vuoi il mio mantello?

Le offrì anche se ovviamente le sarebbe stato un po' piccolo.
Avatar utente
Jorge
Apprendista Tatuatore Magico
Apprendista Tatuatore Magico
 
Grado: 10
 
Messaggi: 735
Iscritto il: 28/11/2011, 13:20
Località: Roma

Messaggioda Melia » 15/10/2012, 15:06

Vederlo sorridere fu la prima dimostrazione di come lui non solo non si fosse dimenticato di lei, ma fosse al contrario molto, molto felice di vederla.
Melia si fece avanti, avvicinandosi al bambino che subito dopo parlò in tono un po' incerto.

Avevo paura che ti saresti ... irritata se ti avessi chiesto direttamente di parlare con me davanti a tutti...?

La Serpeverde scosse la testa, lasciandosi andare ad una piccola risata che permise al Delfino di ascoltare quel suono melodioso ancora una volta, simile a mille campanelli d'oro e d'argento che emettevano note di miele e zucchero.

Perché mai mi sarei dovuta irritare? - domandò di rimando la Herbert ad Jorge - Tu sei il mio piccolo Delfino, pensi davvero che possa infastidirmi parlarti davanti a tutti? A me non interessa quello che pensa la gente.

Ed il tono si fece se possibile ancora più caldo, più dolce ed intimo, a dimostrazione che Melia non solo sapeva alla perfezione come dire le cose…

M'importa solo di te.

… ma anche e soprattutto cosa dire.
Una dimostrazione di affetto del genere infatti, fatta proprio da lei che era la sua Ninfa, non avrebbe potuto fare altro che gonfiare ancora di più di orgoglio il petto del bambino, e portarlo a legarsi ulteriormente alla Serpeverde.
Ma a Melia non era certo sfuggita la sua espressione triste, per questo chiese subito dopo al Delfino cosa gli fosse successo: dandogli quel piccolo bacio, però, sorprese probabilmente Jorge che per qualche istante non seppe più che dire, limitandosi a toccarsi la fronte nel punto in cui le labbra rosse e gelide della Prefetta l'avevano sfiorato come se non potesse credere a quello che era successo.

La Bennet mi ha definito una perdita di tempo - riuscì a spiegarle alla fine - Nonostante sia stato educato e mi sia umiliato facendomi difendere dalla mia sorellina... la odio... ma mi serve...

Davvero la professoressa di Pozioni ti ha definito così?

Domandò Melia, spalancando appena gli occhi come se non potesse credere alle sue orecchie: era quasi certa, essendo il Delfino ancora piccolo, che non avesse compreso il significato delle parole dell'insegnante visto che difficilmente un docente avrebbe mai detto seriamente una cosa del genere ad alta voce; pensata, magari.

Quella donna non sa proprio che dice… come fa a non vedere quanto tu sia speciale?

Sì, sapeva perfettamente come irretirlo, come toccare i punti giusti, come farlo sentire importante perché in fondo era solo un bambino che necessitava di qualcuno che credesse in lui e Melia sembrava la persona perfetta per farlo.
Osservò la manina del Delfino che si allungava verso il proprio viso e lo lasciò fare senza alcun problema, regalandogli un'altra piccola e dolce risata alle sue successive parole.

Mia Ninfa, hai freddo? Vuoi il mio mantello?

Oh no, piccolo Jorge, ma ti ringrazio.
Vedi, noi Ninfe siamo fredde per natura.


Gli spiegò a bassa voce, come se gli stesse rivelando chissà quale importante segreto: la mano destra della Prefetta si allungò al contempo per accarezzare dolcemente la guancia del piccolo, in un gesto di affetto quasi materno.

Essere gentili non serve quasi mai a nulla, è solo una facciata che dobbiamo usare per non far capire agli altri le nostre vere intenzioni.

Aggiunse poco dopo, decidendo che quello sarebbe stato il momento buono per provare ad inculcare nel cervellino del piccolo portoghese qualche bella ed "utile" nozione.

Sono poche le persone di cui ti puoi fidare, e con quelle vale la pena di essere gentili sempre, perché tieni a loro. Con gli altri è necessario fingere la maggior parte delle volte, perché se sei davvero buono finisci per farti calpestare da tutti.

E vista la situazione da cui lui veniva non gli sarebbe stato difficile credere davvero alle parole della Serpeverde che, subito dopo, lasciò la guancia di Jorge per fissarlo più intensamente negli occhi con sguardo molto, molto curioso e per questo più luminoso del solito.

Chi è la tua sorellina?

Domandò quindi, non comprendendo chi mai potesse essere questa ragazzina di cui il Delfino non aveva fatto parola la prima volta che si erano incontrati.
Ma c'era un'altra cosa che le premeva sapere…

Hai detto che ti serve… ma per cosa?
Forse posso aiutarti io...
Avatar utente
Melia
Componente dei "Dodici"
Componente dei "Dodici"
 
Grado: 10+
 
Messaggi: 197
Iscritto il: 24/07/2012, 11:47

Messaggioda Jorge » 15/10/2012, 20:54

Quando era entrato nell’Osservatorio Jorge era pieno di rabbia e il suo unico pensiero era quello di sfogarsi e cercare un aiuto nella mente geniale di Melia. Ma una volta che aveva posato i suoi occhietti celesti su quelli dorati di lei, ogni altro pensiero che non fosse la sua ninfa, venne spazzata via e la prima cosa che le chiese era se lui fosse causa di imbarazzo per lei o se era libero di intercettarla quando meglio credeva anche nel bel mezzo della Sala Grande.
La risposta che ottenne fu quella bellissima risata melodiosa che lo aveva cullato le sere precedenti mentre scivolava tra le braccia di Morfeo. Si, da quando si erano incontrati, Jorge non aveva fatto altro che pensare a lei, ogni dettaglio ben stampato nella sua mente.

Perché mai mi sarei dovuta irritare? – Jorge scrollò le spalle come per dire che i motivi potevano essere milioni, primo tra tutti perché lui era il bersaglio preferito delle Serpi degli anni più grandi? - Tu sei il mio piccolo Delfino, pensi davvero che possa infastidirmi parlarti davanti a tutti? A me non interessa quello che pensa la gente. M'importa solo di te.

Jorge rimase letteralmente senza parole, imbambolato, per quella che alle sue orecchie era una vera e propria dichiarazione di rispetto. Raddrizzò la schiena per cercare di conquistare altri centimetri in altezza per mostrarsi più grande e se fosse un pavone di sicuro si sarebbe messo a fare la ruota. Si sentiva importante, o meglio Melia lo faceva sentire importante, grande, preso in considerazione, qualcuno la cui opinione valeva davvero qualcosa. Una sola altra persona lo faceva sentire così importante, la sua mamma, ma lei non si prendeva gioco di lui, non lo manipolava, non gli diceva quello che intimamente aveva più bisogno di sentirsi dire per usarlo per qualche scopo. Purtroppo la sua mamma non era lì con lui per tenerlo con i piedi per terra, per svegliarlo da quello stato di trance in cui la Serpe lo faceva cadere ogni volta. A quel riconoscimento la Prefetta aggiunse un bacio sulla sua fronte che mandò totalmente in tilt il portoghese tanto da farlo somigliare a una marionetta per il modo atono e cantilenante con cui le spiegò quello che gli era accaduto poco tempo prima nell’ufficio della Bennet.

Davvero la professoressa di Pozioni ti ha definito così?

Un’espressione mista di dolore e tradimento comparve sul viso del Delfino a quella domanda: come la sua Ninfa gli stava dando del bugiardo? Dopo avergli detto che lui era importante per lei? Quei pensieri o meglio quella versione travisata delle parole della Serpeverde gli impedirono di rispondere in qualsiasi modo a quella domanda, esprimendo il suo disagio improvviso dondolando sui talloni avanti e indietro.


Quella donna non sa proprio che dice… come fa a non vedere quanto tu sia speciale?

Per quanto essendo un ancora un bambino Jorge aveva una elevata capacità di cambiare umore velocemente, solo la presenza di Melia aveva il potere di farlo precipitare nella disperazione più nera e portarlo in cima al Mondo nel giro di una frase. E soprattutto solo la Serpeverde era capace di minare a tal punto la sua autostima dallo spingerlo a dubitare di se stesso del tutto. Un sorriso enorme gli comparve sul viso, illuminandolo praticamente a giorno.

Davvero sono speciale?

Era questo quello che avrebbe voluto chiederle, solo per il gusto di sentire quella voce melodiosa ripetere quelle parole bellissima, ma si sarebbe sentito troppo patetico nel farlo.

Mi ha detto che non vale la pena istituire per me un Corso speciale perché il suo tempo è prezioso…

Disse invece, avvicinandosi di più, questa volta, alla realtà di quello che era accaduto. Con il permesso della sua Ninfa, Jorge le sfiorò delicatamente le labbra come se non riuscisse ancora a rendersi conto che quelle meraviglie morbide e profumate si erano posate sulla sua fronte. In quel modo si accorse della temperatura più bassa della ragazza e, cavallerescamente, gli offrì il suo mantello.


Oh no, piccolo Jorge, ma ti ringrazio.
Vedi, noi Ninfe siamo fredde per natura.



Un segreto. Ecco quello che Melia gli aveva appena rivelato, o almeno era quella la percezione che Jorge aveva avuto per la voce bassa e calda con cui gli aveva risposto. Inclinò la testa di lato per andare incontro al gesto di affetto che seguì quella piccola confessione, chiudendo gli occhi per imprimersi di più nella sua mente la morbidezza della sua mano mentre il suo stomaco, perché lui credeva che fosse quello, riprendeva a farsi sentire.

Essere gentili non serve quasi mai a nulla, è solo una facciata che dobbiamo usare per non far capire agli altri le nostre vere intenzioni.

E’ per quello che sono stato bravo, che ho usato un tono educato, che mi sono portato dietro la mia sorellina.. sai lei è una Tassorosso.. cosa c’è di più innocuo e tenero di una ragazzina di Tassorosso?

Abbassò lo sguardo a terra, puntandolo sulle sue scarpe, per la vergogna di aver fallito in maniera così plateale pur avendo usato tutte le precauzioni che gli erano venute in mente.

Sono poche le persone di cui ti puoi fidare, e con quelle vale la pena di essere gentili sempre, perché tieni a loro. Con gli altri è necessario fingere la maggior parte delle volte, perché se sei davvero buono finisci per farti calpestare da tutti.

Io di te mi fido… e cerco sempre di essere gentile con te… - affermò serio sostenendole lo sguardo – anche della mia sorellina mi fido…però non sono sempre gentile...

E si fermò a riflettere di chi altro poteva fidarsi lì nel Castello, scartando lingua argentata ma rimanendo in dubbio su visino di pesca e figlia dei fiori. Voleva pronunciare anche i loro nomi ma aveva paura che se menzionava troppe persone allora Melia avrebbe pensato che lui non dava abbastanza importanza alla fiducia e la concedeva a tutti, quindi preferì rimanere non dire altro.

Chi è la tua sorellina?

E’ Cappie…Caroline Priscilla… - si corresse, visto che probabilmente l’altra non conosceva il soprannome della Tassetta. – Abbiamo fatto un giuramento di sangue… così l’ho legata a me … penso che sia la copertura migliore per qualsiasi cosa voglio fare… no?

Confidò con tranquillità, senza vergogna, ponendo il rituale del giuramento come se fosse stata una sua idea, architettata a posta per portare la tassetta dalla sua parte. Ma il tono della voce, alla fine, era interrogativa perché mentre pronunciava quelle parole gli era sorto il dubbio che forse non aveva proprio fatto una buona cosa.

Hai detto che ti serve… ma per cosa?
Forse posso aiutarti io...


Bè ecco… - imbarazzo, ecco quello che provava Jorge nel dover confidare quello che era accaduto quella estate e per spiegare perché aveva bisogno di esercitarsi in pozioni doveva per forza vuotare il sacco. Si allontanò da Melia, facendo un paio di passi indietro e con enorme difficoltà, come se dovesse smettere di respirare, le voltò la schiena – Quest’estate alcuni ragazzini più grandi mi hanno picchiato e io non ho potuto difendermi con la magia né alla maniera babbana.. poi a lezione la Bennet ci ha spiegato il Distillato della Pace e io ho pensato di prepararla per vendicarmi durante le vacanze di Natale…
Avatar utente
Jorge
Apprendista Tatuatore Magico
Apprendista Tatuatore Magico
 
Grado: 10
 
Messaggi: 735
Iscritto il: 28/11/2011, 13:20
Località: Roma

Messaggioda Melia » 15/10/2012, 22:27

E' sicura di aver fatto centro nel suo piccolo cuoricino, di essersi guadagnato la sua più eterna devozione e tutto questo grazie al suo viso, alla sua voce, a tutta la sua fisicità fatta per ammaliare, irretire, circuire e corrompere, oltre ovviamente al saper usare sempre le parole giuste al momento giusto.
E difatti ecco che subito si preoccupa di capire come mai la Bennet abbia detto quelle cose del suo piccolo Delfino, e cosa davvero intendesse nei suoi riguardi.

Mi ha detto che non vale la pena istituire per me un Corso speciale perché il suo tempo è prezioso…

Ecco spiegato l'arcano: probabilmente la professoressa intedeva dire che sarebbe stata una perdita di tempo creare un corso solo per lui - in effetti le era sembrato strano che la Bennet potesse dire una cosa del genere - che magari era ancora troppo giovane, ma Jorge sembrava aver inteso male e Melia... no, non aveva alcuna intenzione di modificare questa sua convinzione, anzi.

Quindi ti ha considerato un incapace... - commentò con disapprovazione nel tono di voce, come se se la stesse prendendo con la docente e, al tempo stesso, cercasse di farlo arrabbiare ancora di più al pensiero di ciò che la professoressa pensava di lui - Quella donna è completamente fuori di senno.

Aggiunse quindi con convinzione, a rimarcare il concetto che per lei il bambino era speciale, fuori dal comune, e che per lui sarebbe valsa la pena spendere tutto il tempo del mondo.
E subito dopo provò ad insinuare in lui i primi concetti fondamentali per la corruzione del suo animo, ad esempio il fatto che essere buoni non serviva a nulla se lo si faceva per davvero: doveva essere solo una facciata, uno specchio per le allodole insomma.

E’ per quello che sono stato bravo, che ho usato un tono educato, che mi sono portato dietro la mia sorellina.. sai lei è una Tassorosso.. cosa c’è di più innocuo e tenero di una ragazzina di Tassorosso?

In effetti aveva avuto una buona idea sull'usare una Tassa come copertura, peccato che evidentemente la Bennet si fosse rivelata un osso più duro del previsto.

Io di te mi fido… e cerco sempre di essere gentile con te… anche della mia sorellina mi fido…però non sono sempre gentile...

Continuò subito dopo il bambino, quando Melia gli spiegò che poteva fidarsi solo di alcune persone, e che con esse valeva davvero la pena essere gentili.
E visto che il piccolo aveva nominato questa "sorellina", alla Herbert venne spontaneo chiedere chi lei fosse.

E’ Cappie…Caroline Priscilla… Abbiamo fatto un giuramento di sangue… così l’ho legata a me … penso che sia la copertura migliore per qualsiasi cosa voglio fare… no?

Sei stato molto astuto, piccolo.
Perché un giorno non me la fai conoscere?


Gli propose Melia con voce suadente in risposta, chiedendosi se per caso anche lei potesse essere corrompibile: avere piccoli maghi dalla sua parte oggi significava avere collaboratori potenti accanto domani, e la cosa non doveva certo essere sottovalutata.
Ma la cosa che più la Prefetta delle Serpi voleva capire era perché Jorge si fosse impuntato tanto con la Bennet, ed anche in quel caso la risposta non tardò ad arrivare.

Bè ecco…
Quest’estate alcuni ragazzini più grandi mi hanno picchiato e io non ho potuto difendermi con la magia né alla maniera babbana.. poi a lezione la Bennet ci ha spiegato il Distillato della Pace e io ho pensato di prepararla per vendicarmi durante le vacanze di Natale…


Lo osservò mentre le dava le spalle, ed un piccolo sorriso si formò sulle sue labbra: quel Delfino che faceva tanto il sicuro di sé in realtà era come creta nelle sue mani, e stava solo alla Herbert decidere come plasmarlo.
Si avvicinò a lui, da dietro, e nuovamente posò le sue labbra sul suo corpo, questa volta tra i suoi capelli per baciarlo dolcemente e permettergli di respirare ed inebriarsi totalmente con quell'odore meraviglioso che solo lei riusciva a sprigionare in continuazione, senza smettere mai.

Hai avuto una bella idea, piccolo - sussurrò al suo orecchio, quella voce carezzevole, dolce e suadente che veniva accompagnata da una delle risate argentine che Jorge adorava tanto ascoltare - Ma forse è meglio che sia andata così. Pensaci...

Aggiunse, posando delicatamente le mani sulle sue esili spalle per convincerlo a voltarsi verso di lei.

Se la Pozione ti fosse riuscita male e tu l'avessi somministrata a quei ragazzi avresti anche potuto ucciderli per avvelenamento... e gli Auror del Ministero ci avrebbero messo poco a risalire a te.

Semplice logica quella di Melia, volta a tranquillizzare il Delfino sul fatto che, per quanto l'idea fosse sadica al punto giusto, la sua attuazione avrebbe potuto dargli più problemi che altro.

Ci sono tanti altri modi in cui ti puoi vendicare di quei ragazzini senza ricorrere direttamente alla magia, lo sai?
Bisogna usare il cervello, il più delle volte. Col tempo lo capirai... perché io te lo insegnerò.
Avatar utente
Melia
Componente dei "Dodici"
Componente dei "Dodici"
 
Grado: 10+
 
Messaggi: 197
Iscritto il: 24/07/2012, 11:47

Messaggioda Jorge » 16/10/2012, 17:09

Le aveva spiegato da cosa derivasse il suo astio nei confronti della Bennet, con la speranza di ricevere conforto e, perchè no, un sostegno e Melia gli diede tutto ciò, dicendogli esattamente quello che voleva sentirsi dire e cioè che la professoressa si sbagliava e che lui valeva qualsiasi sforzo.

Quindi ti ha considerato un incapace...

Nonostante sapesse che la sua Ninfa fosse dalla sua parte il sentirle pronunciare quella parola lo mandò su tutte le furie, tanto che digrignò i denti e strinse con più forza le manine a pugno, fino a far diventare bianche le nocche.

Non sono un incapace... - sibilò con astio, tutto rivolto alla docente - ... sono il migliore del suo corso...


Quella donna è completamente fuori di senno.

La farò rinsavire...

La rabbia che covava fece si che quelle parole suonassero come una minaccia, nonostante la sua intenzione fosse semplicemente quella di applicarsi maggiormente nella materia per diventare in assoluto il miglior studente di pozioni, e il più giovane per giunta. E visto che era ancora un bambino e anche un tantino megalomane si immaginava che a quel punto sarebbe stata la Bennet ad andare da lui a chiedergli se poteva prenderlo come pupillo e insegnarli quello che sapeva. Approfittando dell'adorazione che Jorge provava per lei, senza l'ausilio della sua magia, e delle sue insicurezze, la Prefetta verde argento avviò il processo di corruzione del ragazzino, avvallando il dubbio che gli era venuto durante la conversazione con la docente e cioè che essere buoni portava solo a riscuotere delusioni e porte in faccia. Raccontando dell'episodio nell'ufficio di Pozioni Jorge non poté evitare di menzionare Cappie così come fu il nome della Tassorosso il primo che gli venne in mente parlando di persone di cui ci si poteva fidare, dopo ovviamente la sua ninfa, spiegando con dovizia di particolari chi fosse Cappie e che rapporto esisteva tra loro.



Sei stato molto astuto, piccolo.-sorrise estasiato a quel complimento che non fece altro che gonfiare ancora un pò il suo orgoglio. Rendere Melia fiero di lui stava diventando importante quanto rendere felice sua madre. - Perché un giorno non me la fai conoscere?

Ma veramente...-balbettò titubante, assottigliando lo sguardo in cui comparve una luce di possesso tipico dei bambini quando non vogliono condividere le proprie cose con gli altri. E Melia era la sua ninfa. Stava quindi per inventarsi una scusa qualunque quando si ricordò del visino triste che l'altra aveva fatto la prima volta che si erano incontrati quando non le aveva detto il suo nome. Non poteva rischiare che lei diventasse di nuovo triste per causa sua.- Se proprio vuoi te la presento - acconsentì a malincuore per poi risollevarsi d'umore per l'idea che gli era appena venuta. - Te la presento alla festa che la mia Prefetta Perfetta terrà ad Hallowein nel suo nuovo negozio, sono sicuro che verrà.- piccola pausa per prendere il coraggio di continuare il discorso - Ci vieni anche tu, vero? Potremmo andarci insieme.

Parlò in fretta ma in maniera chiara e alla fine la guardò con occhi pieni di aspettativa. Dopotutto lei gli aveva detto chiaramente che era speciale e importante per lei quindi perché non provarci?
Farle quella proposta però esaurì tutto il suo coraggio, così quando dovette confessarle perché per lui era così importante avere il sostegno della Bennet fu costretto a voltarle le spalle.


Hai avuto una bella idea, piccolo.

Sussultò quando avvertì le labbra di Melia posarsi sulla sua testolina per poi chiudere gli occhi e respirare più profondamente quella droga che rappresentava per il suo profumo, un sorrisino che gli spuntava sul visetto a scacciare l’espressione triste e mortificata che aveva prima.

Grazie…

Mormorò senza celare la soddisfazione nel tono della sua voce, inclinando la testa all’indietro per poter affondare nei suoi capelli.

Ma forse è meglio che sia andata così. Pensaci...

Dici?

Chiese poi interrogativo, sollevando una manina per andarla a posare su quella di Melia: non sapeva per quale motivo ma si sentiva come se avesse bisogno di un contatto diretto e fisico con la sua ninfa. Così, se fosse riuscito nel suo intento, avrebbe iniziato ad accarezzare la mano della ragazza con gesti lenti e delicati dettati da un istinto tutto maschile che non sapeva ancora di avere.

Se la Pozione ti fosse riuscita male e tu l'avessi somministrata a quei ragazzi avresti anche potuto ucciderli per avvelenamento... e gli Auror del Ministero ci avrebbero messo poco a risalire a te.

Non ci avevo pensato…

Mormorò mesto, abbassando il viso ma senza smettere di accarezzarla.

Ci sono tanti altri modi in cui ti puoi vendicare di quei ragazzini senza ricorrere direttamente alla magia, lo sai?
Bisogna usare il cervello, il più delle volte. Col tempo lo capirai... perché io te lo insegnerò.


Davvero?

Esclamò estasiato, voltandosi all’improvviso in modo da ritrovarsi a pochi centimetri dal viso della ninfa, intrappolato, se lei non avesse cambiato posizione, tra le sue dolci braccia, gli occhietti che, come mossi da una volontà non sua, si spostavano veloci dai suoi occhi dorati alle sue labbra morbide e dolci.

Hai deciso di prendermi come tuo apprendista?
Avatar utente
Jorge
Apprendista Tatuatore Magico
Apprendista Tatuatore Magico
 
Grado: 10
 
Messaggi: 735
Iscritto il: 28/11/2011, 13:20
Località: Roma

Messaggioda Melia » 16/10/2012, 17:56

Sapeva bene che probabilmente la professoressa di Pozioni non intendeva affatto considerarlo un incapace o una perdita di tempo, ma a lei faceva solo comodo che Jorge avesse quella convinzione, perché era più facile manipolarlo: poteva quasi percepirla a pelle la rabbia che il Delfino provava, una rabbia che aspettava solo di essere incanalata nel modo giusto per poter diventare in tutto e per tutto distruttiva e letale.
Sembrava però che ci fosse qualcun altro nella vita del bambino di molto importante, una certa "sorellina" di Tassorosso che Melia chiese di poter conoscere.

Ma veramente..

La Serpeverde inclinò leggermente la testa di lato a quell'iniziale replica, lasciandosi scivolare morbidamente i capelli sulla spalla e puntando gli occhi felini e dorati sul volto del Delfino per comprendere quale fosse il problema: problema che però, qualunque esso fosse, sembrò scomparire poco dopo visto che Jorge sembrò acconsentire a quell'incontro.

Se proprio vuoi te la presento.
Te la presento alla festa che la mia Prefetta Perfetta terrà ad Hallowein nel suo nuovo negozio, sono sicuro che verrà.


Sì, aveva appeso lei stessa il volantino in sala comune su richiesta della Parker, in fondo si conoscevano anche se superficialmente perciò alla Prefetta non era stato difficile chiedere quel piccolo favore alla collega: già, aveva anche quel piccolo particolare da sistemare...

Ci vieni anche tu, vero? Potremmo andarci insieme.

Gli occhi, come lontani per un momento poiché immersi nei propri pensieri, tornarono a posarsi sul Delfino, che Melia fissò per un momento con intensità nuova, mentre lo sguardo s'illuminava, facendosi quasi scintillante.

Perché no? - in fondo non sarebbe mai potuta andarci con Dylan visto che la loro relazione doveva rimanere segreta - Ci andremo insieme, io e te. E per quanto riguarda la tua sorellina, anche se me la presenterai...

E qui si avvicinò di più al suo viso, accostandosi all'orecchio del Delfino per parlare in un soffio e far sentire solo a lui quello che stava per dire.

... io sarò sempre e comunque la tua Ninfa, a patto che tu rimanga sempre e comunque il mio Delfino.

Melia non era di certo stupida: aveva intuito - era piuttosto perspicace la Serpe - che Jorge fosse in un certo qual modo geloso di lei, ed aveva posto avanti quella frase che sapeva di giuramento e legame al contempo; in pratica gli prometteva di essere sempre sua, di preferire sempre prima lui rispetto a qualsiasi altro, con la condizione però che anche il Delfino sarebbe stato sempre prima della ragazza e poi degli altri.
La Herbert voleva così assicurarsi che, per quanto Jorge si potesse legare in amicizia ad altri, lei sarebbe sempre venuta prima e sarebbe sempre stata il suo primo punto di riferimento.
Si scostò da lui quando gli diede le spalle, avvicinandosi però poi nuovamente per baciargli i capelli e farsi accarezzare dal bambino la mano in un gesto gentile che le fece nascere un sorriso soddisfatto e compiaciuto sulle labbra: il Delfino sembrava piuttosto triste per non essere riuscito nel suo intento, ma Melia gli fece presente molto presto che era meglio così perché le conseguenze sarebbero potute essere negative per lui.
Jorge si rese forse conto che la Serpeverde aveva ragione, ma la sua tristezza venne spazzata presto quando questa si offrì di insegnargli ciò che sapeva per vendicarsi degli altri in modo subdolo e pulito.

Davvero?

Non si mosse di un millimetro quando lui si volse di scatto, le labbra rosse e perfette che si aprivano ad un sorriso radioso e puro di fronte alla sua espressione entusiasta.
Il capo si mosse in un gesto affermativo, spargendo ancor più il profumo dei suoi capelli nell'aria, mentre le pupille verticalie e dorate sembravano danzare mentre si spostavano su ogni dettaglio del viso di lui.

Hai deciso di prendermi come tuo apprendista?

Sì, credo tu sia pronto.
E poi sei così speciale che non posso permettere tu venga trattato in quel modo dagli altri.


Una frase con una doppia valenza, quella di rimarcare il suo considerarlo unico e particolare e di fargli covare ancora più rabbia nei confronti di tutti coloro che si erano approfittati di lui fino a quel momento.

Ma dovrai essere molto ubbidiente, e fare quello che ti dirò.
Prometti che ti fiderai di me fino a questo punto, mio piccolo Delfino?


Gli domandò subito dopo Melia, facendo sì che i suoi occhi perdessero luminosità al pensiero che la risposta di lui potesse essere negativa: e come si faceva a dire di no a quella figura così angelica, a quella Ninfa che sembrava nata da un campo di fiori bagnato dalla rugiada del mattino, con la voce degli Angeli più puri e gli occhi di puro oro colato?
Avatar utente
Melia
Componente dei "Dodici"
Componente dei "Dodici"
 
Grado: 10+
 
Messaggi: 197
Iscritto il: 24/07/2012, 11:47

Messaggioda Jorge » 16/10/2012, 20:20

Non voleva condividere la sua Ninfa con nessuno ma aveva paura che si fosse rifiutato di presentarle la sua sorellina, Melia si sarebbe offesa e il suo piccolo cuoricino non avrebbe retto a vedere quell’angelico viso trasfigurato dalla delusione o peggio dalla tristezza. Così aveva acconsentito, offrendosi di presentargliela la sera della inaugurazione del locale di Alexis e azzardandosi a proporre alla Prefetta di andarci insieme alla festa. Lo aveva detto così, spontaneamente, senza soffermarsi a riflettere che forse l’altra poteva volerci andare con qualcun altro o che semplicemente non avrebbe trovato divertente passare tutta la serata in compagnia di un dodicenne. La colpa però di quell’azzardo non era tutta del Delfino: infatti erano state le parole di Melia, quel suo continuo ripetergli di essere speciale, ad averlo spinto a credere di poter anche solo sperare di avere una sorta di appuntamento con lei.

Perché no? – e se gli occhi di Melia scintillavano quelli di Jorge di fronte a quella risposta divennero praticamente due fari blu, capaci di illuminare a giorno tutto il Castello, Foresta Proibita inclusa. Si sarebbe anche messo a saltare dalla gioia se una vocina interiore, terrificantemente simile a quella della sua sorellina, non gli avesse detto che non in quel modo si sarebbe reso ridicolo. - Ci andremo insieme, io e te.

Però… - e qui Jorge si morse il labbro inferiore, indeciso se dare voce o meno a quello che gli stava passando per la mente, temendo che anche quello potesse essere giudicato infantile dalla ragazza. Più stava in sua compagnia, infatti, più provava l’istinto di non comportarsi come un bambino, come se volesse apparire più grande e più maturo ai suoi occhi – Non ci vestiamo da coppia, va bene?

Vuotò alla fine il sacco, incassando la testa nelle spalle come se si aspettasse una risposta negativa o peggio, offesa.

E per quanto riguarda la tua sorellina, anche se me la presenterai... io sarò sempre e comunque la tua Ninfa, a patto che tu rimanga sempre e comunque il mio Delfino.

Rabbrividì quando il fiato caldo della Ninfa si infranse sulla pelle sensibile dietro l’orecchio, facendogli venire la pelle d’oca e scuotere le membra come se avesse preso la scossa. Ma più di tutto quello che lo fece andare fuori di testa fu l’uso dei pronomi possessivi da parte di Melia, facendogli provare qualcosa per lui di totalmente sconosciuto, a cui non sapeva ancora dare un nome e che gli fece temere di stare male: eccitazione. Se fosse stato un po’ più grande o più avvezzo a quello che accadeva in un uomo al cospetto di una donna che gli piaceva, si sarebbe reso conto che il senso di possesso che traspariva dalla voce e dalle parole di Melia lo stavano eccitando.

Tuo… mia… - ripetè quindi come in trance, come se volesse assaporare il gusto che avevano quelle due parole in quel preciso contesto – Si si…tuo…

Confermò quindi alla fine, convinto di aver appena toccato il cielo con un dito. Ma quella dichiarazione di reciproco – perché lui da illuso credeva che fosse reciproca la cosa – di possesso impallidì di fronte all’opportunità che Melia gli diede subito dopo di poter essere il suo apprendista.


Sì, credo tu sia pronto.
E poi sei così speciale che non posso permettere tu venga trattato in quel modo dagli altri.


Mi insegnerai a difendermi senza mettermi nei guai?

Chiese, giusto per conferma, stringendo di nuovo i pugnetti per la rabbia, gesto che però durò solo un attimo, il tempo di inebriarsi di nuovo del suo profumo che faceva passare in secondo piano qualsiasi cosa.

Ma dovrai essere molto ubbidiente, e fare quello che ti dirò.
Prometti che ti fiderai di me fino a questo punto, mio piccolo Delfino?



Certo che si… Tu sei la mia Ninfa, la mia amica e la mia mentora… - disse storpiando l’ultima parola perché non la conosceva davvero bene – come potrei non fidarmi? – e provò a sfiorarle la guancia con una mano per cercare di farle tornare il sorriso. – Farò tutto quello che mi dirai… su dai, mettimi alla prova.

Aggiunse baldanzoso, consegnandosi volontariamente e fieramente nelle mani sadiche e subdole di Melia.
Avatar utente
Jorge
Apprendista Tatuatore Magico
Apprendista Tatuatore Magico
 
Grado: 10
 
Messaggi: 735
Iscritto il: 28/11/2011, 13:20
Località: Roma

Data Utente Tipo Dado Risultato  
2013-07-05 23:06:50 Cyprus d20 19  
PrecedenteProssimo

 

Chi c’è in linea

Visitano il forum: Nessuno e 1 ospite