Re: Osservatorio di Astronomia
Inviato:
16/10/2012, 21:50
da Melia
Sorrise deliziata nel vedere quanto Jorge fosse felice di poter andare alla festa con lei: in fondo, che male c'era? Si sarebbe divertita, ci sarebbe stato Dylan forse e chissà, anche Zephyr... oh sì, se la sarebbe spassata alla grande.
Però…
Non ci vestiamo da coppia, va bene?
Il sorriso divenne una risata vera e propria, di quelle spontanee ed argentine che avrebbero scaldato un ambiente anche con 20 gradi sotto zero e che tanto piacevano al Delfino: gli occhi dorati dal taglio felino scintillavano di divertimento mentre il capo della Serpeverde veniva smosso in un cenno di diniego, facendo danzare così i capelli a destra e poi a sinistra ed espandendo il loro profumo nell'aria, così intensamente che Jorge si sarebbe potuto spostare fino all'uscita dell'Osservatorio e l'avrebbe comunque potuto distintamente percepire.
Ma c'era altro su cui Melia si focalizzò subito dopo: irretire il bambino al punto di legarlo a sé senza nemmeno dover ricorrere all'ipnosi; che bisogno c'era di usare il suo potere quando Jorge pendeva dalle sue labbra con una semplice risata o uno sguardo della Prefetta?
E infatti, quandi la Serpeverde gli assicurò che sarebbe stata sua se lui, a sua volta, si fosse sempre considerato suo, la reazione del Delfinazzurro fu la migliore in cui potesse sperare.
Tuo… mia…
Si si…tuo…
Bravo piccolo mio.
Saremo sempre uniti, te lo prometto.
Aggiunse Melia, annuendo subito dopo come a voler enfatizzare quelle sue parole, come a voler promettere solennemente al Delfino che lei ci sarebbe stata sempre, che non l'avrebbe mai lasciato solo e che, soprattutto, di lei si poteva totalmente fidare perché niente li avrebbe potuti separare.
E la riprova arrivò al ragazzino poco dopo, quando la Serpeverde decise che sì, l'avrebbe preso sotto la sua ala per insegnargli ciò che sapeva.
Mi insegnerai a difendermi senza mettermi nei guai?
Ti insegnerò a fare ciò che vuoi senza avere paura delle conseguenze.
E per lei era una cosa ben diversa, perché guardando ad un futuro dove Jorge sarebbe stato più grande, maturo e consapevole, non sarebbe stato tanto il volerla passare liscia per i guai combinati quello che gli sarebbe interessato, quanto piegare le persone al suo volere ed ottenere il controllo su esse - o almeno era questo che lei puntava a raggiungere col Delfino.
Ma era necessario che lui si fidasse di lei totalmente, altrimenti come avrebbe mai potuto insegnargli qualcosa? Quel pensiero, il pensiero che Jorge non avesse fiducia in lei, portò Melia ad adombrarsi anche se per finzione, una finzione che comunque il bambino percepiva come reale, tanto da tranquillizzarla subito non solo con le parole ma anche con una piccola carezza sulla guancia.
Certo che si… Tu sei la mia Ninfa, la mia amica e la mia mentora… come potrei non fidarmi?
Farò tutto quello che mi dirai… su dai, mettimi alla prova.
Una prova.
Musica per le orecchie della Herbert che si lasciò accarezzare il viso freddo, quella pelle levigata e perfetta, dalla mano del bambino per poi alzare gli occhi su di lui, quello sguardo che riprendeva ad animarsi di una luce pura ed intensa in grado di far risaltare al massimo l'oro delle iridi.
Una prova? Va bene piccolo Delfino... allora voglio che tu faccia una cosa per me.
Voglio che tu ti metta a spiare un Tassorosso di nome Vergil Cartwright, e che mi riferisci tutto ciò che scopri su di lui.
Pensi di poterlo fare?
Re: Osservatorio di Astronomia
Inviato:
17/10/2012, 12:44
da Jorge
Aveva avanzato la richiesta di non vestire allo stesso modo, tipo coppietta, spinto da una repulsione tutta infantile di poter essere preso in giro dai compagni di Casata, paura che però cozzava decisamente con il senso di orgoglio e di importanza che gli stava montando nel petto all'idea di poter fare il suo ingresso nel negozio portando al braccio una creatura stupenda come la sua Ninfa. Il mondo dei bambini poteva anche essere privo di problemi, ma di sicuro non di contraddizioni. In ogni caso, temendo una reazione negativa da parte di Melia, Jorge aveva cercato di farsi piccolo piccolo, incassando la testa nelle spalle e solo quando l'Osservatorio si riempì della sua risata cristallina si rilassò visibilmente, rilassando i muscoli delle braccia e sollevando la testa come un fiore che rinasceva ai primi raggi del sole.
Un fiore totalmente succube del suo sole, visto il modo estasiato con cui aveva accettato subito, senza alcuna remora o pensiero, di essere suo. Non sapeva il piccolo Jorge che in quel modo si stava andando a mettere in un guaio enorme, mettendo la sua giovane età e inesperienza nelle mani di una persona sadica e subdola come la Prefetta verde argento. E anche se lo avesse saputo, probabile che non gliene sarebbe importato nulla perchè la sua Ninfa gli stava dando quello che aveva sempre voluto: ascolto, accettazione, importante e affetto. Che poi Melia non provasse nulla di tutto questo nei suoi riguardi era tutto un'altro discorso.
Bravo piccolo mio.
Saremo sempre uniti, te lo prometto.
Sorrise raggiante, a quella ulteriore promessa che non faceva altro che farlo sentire importante e rendere ancora più profonda la fossa che si stava scavando da solo.
Ti insegnerò a fare ciò che vuoi senza avere paura delle conseguenze.
Fare quello che voleva, sempre e comunque, senza aver paura di essere ripreso, espulso o arrestato. Prendersi le sue infantili rivincite su amici babbani e studenti più grandi, proteggere la sua mamma e darle finalmente la vita che meritava: queste erano le cosa che voleva Jorge e per ottenerle avrebbe seguito Melia anche fino all'Inferno. Che poi sarebbe stata una dolce discesa se poteva bearsi del dolce profumo di lei e della sua melodiosa risata. E infatti suggellò il loro patto con una totale ammissione di sottomissione, con un sorriso splendente in volto e una carezza lieve sulla guancia della ragazza, invitandola a metterlo a prova se proprio non gli credeva.
Una prova? Va bene piccolo Delfino... allora voglio che tu faccia una cosa per me.
Voglio che tu ti metta a spiare un Tassorosso di nome Vergil Cartwright, e che mi riferisci tutto ciò che scopri su di lui.
Pensi di poterlo fare?
Vergil Cartwright? - ripetè con voce sorpresa,mentre un ghigno saputo gli compariva sul volto. Poteva essere così fortunato? Cosa poteva esserci di più semplice per lui che sapere tutto quello che riguardava il Prefetto più giovane dei Tassi quando il suddetto Prefetto era l'amore segreto della sua sorellina? Doveva solo trovare il modo di fare a Cappie le domande giuste senza insospettirla - Non c'è alcun problema.
Affermò quindi serio, senza fare altre domande. Dopotutto non era suo interesse sapere perchè la sua Ninfa voleva avere delle informazioni sul ragazzo e il fatto che questo fosse fidanzato teneva anche a bada la gelosia infantile del piccolo Delfino.
Ti va di andare a cena ora? - chiese poi con una punta di imbarazzo, mentre il suo stomaco si faceva sentire imperioso - O vuoi forse dirmi qualcos'altro?
E nel caso in cui Melia avesse acconsentito ad andare a cena, Jorge le avrebbe offerto il suo braccetto come un vero cavaliere. In caso contrario sarebbe rimasto lì fermo a pendere dalle sue dolci labbra.
Re: Osservatorio di Astronomia
Inviato:
02/07/2013, 13:46
da Caroline Priscilla
Era sorprendentemente facile prendersela con qualcuno che, in fondo, non centrava assolutamente nulla. La Tassorosso stava scoprendo un nuovo mondo dentro di sè, modi di fare, pensieri e comportamenti che mai prima di allora avrebbe pensato facessero parte del suo essere. C'era da dire che la scomparsa di suo padre aveva avuto un brutto effetto su di lei: era diventata nervosa e permalosa, meno sorridente e molto più sulle sue di quanto non fosse mai stata in tutta la sua vita. Erano piccoli cambiamenti che chiunque avrebbe potuto notare e che avrebbero potuto giudicare di poco conto. Eppure nessuno conosceva il turbamento profondo nel quale versava in quel periodo la tassetta, un turbamento che le impediva di andare avanti serenamente nella propria vita. Un limbo, come lo aveva definito lei, un limbo dal quale non poteva fuggire. E l'unico cosa che poteva fare era concentrare tutte le sue energie sulla realtà, impiegandole in qualcosa di utile o di distruttivo non aveva importanza. Per questo, il pessimo comportamento dei ragazzi della Cyprus era stato un buon motivo per reagire a quell'apatia che minacciava costantemente di rapirla. Trovarsi di fronte uno di quelli che la ragazza aveva etichettato come nemici, aveva fatto montare una rabbia repressa in lei, che l'aveva spinta a parlare in quel modo poco cortese e molto acido. Ma la risposta di Devo, tranquilla e per nulla infastidito dal suo tono di voce, destabilizzò per un attimo la sua voglia di insultarlo pesantemente per le cose che i suoi compagni avevano detto ad Ariel e al resto della squadra.
Non stavo dormendo.
Fuori ci sono troppe persone, troppa confusione, ed io volevo rimanere un po' da solo.
No, decisamente non era la risposta che si sarebbe aspettata. Un insulto, una presa in giro, quello si, ma non una voce calma e pacata che le spiegava addirittura con logica e razionalità cosa ci faceva dentro l'Osservatorio di Astronomia. Ma quello che la lasciò più interdetta, fu lo sguardo che subito dopo le lanciò il ragazzo tenebroso. Nessuno l'aveva mai guardata in quel modo. Non dritto negli occhi, non insistentemente, quasi il suo intento fosse quello di sondarle l'anima, di carpirne ogni minimo segreto. In altre circostanze, l'orgoglio l'avrebbe spinta a sostenere quello sguardo, come in una sorta di gara a chi avrebbe abbassato per prima gli occhi. Tuttavia, la sua fragilità nascosta rischiava di venire a galla ogni qual volta qualcuno tentava di sfidare la corazza che si era costruita intorno al cuore. Distolse gli occhi verde smeraldo, concentrandosi sulla ricerca del suo orologio da polso. Non potè, però, evitare di sentire il volto infiammarsi per l'imbarazzo: quel ragazzo era il demonio in persona, se riusciva a suscitare in lei una simile reazione.
Se hai perso qualcosa qui, non ti basterebbe usare la bacchetta ed appellarla?
E' esattamente quello che avevo intenzione di fare!
Rispose piccata alle sue parole, interpretando la frase del ragazzo come un insulto alla sua intelligenza. Cosa non avrebbe fatto, la tassetta, pur di attribuire alla suo avversario pessime qualità.
Arrogante, stupido, infido, verme, saccente...è il peggio del peggio!
Comunque, se ti serve un aiuto... posso pensarci io.
No grazie, so farlo anche da sola...
Rispose, senza degnarlo di uno sguardo mentre si metteva eretto col busto. Non voleva dargli modo di scoprire nessuna delle sue debolezze, cosa che probabilmente il ragazzo conosceva già. Ed in ogni caso, era davvero superfluo chiderle se volesse aiuto con un Incantesimo d'Appello, visto che era una delle specialità della Tassorosso. Già, Cappie non aveva dimenticato come fosse riuscita ad appellare il proprio fischietto, che si trovava nella sua stanza ad Hogwarts, dall'interno del Labirinto, durante il suo primo anno lì a scuola. Da quel momento, la giovane strega non aveva mai sbagliato ad appellare neanche un oggetto ed era più che convinta a dimostare al bellimbusto che, anche se era fuori dal Coro e non brava quanto lui a cantare, anche lei sapeva fare qualcosa. Certo, era una minima parte, ma la tassetta mise a tacere il suo buon senso, per dare modo al suo orgoglio di esultare non appena avesse messo le mani sopra il proprio orologio. Quindi, estraendo la bacchetta dalla sua borsa a tracolla, Cappie si preparò mentalmente, muovendo il polso nel modo in cui le aveva insegnato la Vireau tanto tempo fa e pronunciando le parole dell'incantesimo [Capacità Magica: 3 +1 Bonus Bacchetta= 4].
Accio orologio!
Il suo prezioso cimelio venne fuori all'istante, sollevandosi da dietro un angolo e dirigendosi verso la mano tesa della tassetta. Un sorriso compiaciuto si aprì sul suo volto, mentre controllava che l'oggetto non fosse danneggiato in qualche modo e allacciandosi poi il cinturino sul polso sinistro. Era soddisfatta, aveva ottenuto quello che voleva ed era più che intenzionata a lasciare il ragazzo a sonnecchiare, cantare, inventare insulti lì nell'Osservatorio da solo. Tuttavia, la sua frase successiva le impedì di muoversi dal suo posto, almeno per il momento.
Deduco che tutto questo astio derivi dalle cose che i miei colleghi hanno detto ieri... posso almeno sapere il nome di colei che mi odia tanto?
Io non ti odio!
Rispose istintivamente Cappie, fermandosi poi di colpo a pensare quanto era stata stupida a rispondergli. Avrebbe dovuto andarsene subito da lì e invece era caduta nella sua trappola, dandogli corda e rispondendo ad una sua domanda. Ripensandoci meglio, però, la Tassorosso non odiava il ragazzo: no, pensava che fosse stato scorretto e si, provava tanto astio nei suoi confronti per quello che i suoi compagni avevano fatto. Un lampo passò nella mente della ragazza, ricordando perfettamente come si, il resto della squadra li avevano presi in giro, ma non lui: lui era rimasto silenzioso per tutto il tempo, senza dire nulla, ma solo squadrandoli uno ad uno. La tassetta lo aveva inserito nel gruppo dei malfattori solo perchè andava alla Cyprus. Ma, come le aveva sempre insegnato sua madre, non si fa di tutta l'erba un fascio. E se Cappie non avesse creduto a quelle parole, non avrebbe mai fatto amicizia con Elisabeth, la sua amica Serpeverde. Dovette ammettere a sè stessa che forse lo stava giudicando male, ma la prudenza, in quel caso, non era mai troppa. Lo fissò un po' guardinga, le braccia incrociate sul petto e un simil broncio sulle labbra. Poi, distese la fronte corrugata, sospirando appena e appoggiando la schiena sul muro dietro di sè. Doveva concedergli il beneficio del dubbio, no?
Cappi...cioè, Caroline Priscilla- Non era un suo amico, non si fidava di lui, quindi non poteva dirgli il soprannome col quale si faceva chiamare. Preferiva mantenere le distanze con quel ragazzo dallo sguardo profondo, riferendogli il suo nome per intero, quello che mal sopportava -Tu invece sei...Nightmare, giusto? Non ricordo il nome, scusa...- disse sincera perchè di lui l'aveva colpita maggiormente il cognome per il suo significato rispetto al nome, che alla tassetta non diceva nulla -E scusa anche per l'acidume di prima...ma sai, i tuoi amici non sono stati molto carini con noi!- continuò, tentando di giustificare il proprio comportamento agli occhi dell'altro, non mancando però di sottolineare quanto i ragazzi della Cyprus fossero stati crudeli. Forse il ragazzo stava fingendo, forse lui era come tutti gli altri, ma questo la ragazza non poteva saperlo. E non potendolo sapere, preferiva optare per l'unica via che conosceva: innocente fino a prova contraria. Nel frattempo, sarebbe stata molto attenta a non rivelare troppo nè di sè e nè dei suoi compagni.