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Ingresso Foresta

Messaggioda Tisifone » 21/05/2013, 16:55

La Pozione Antisogno di Demetri aveva permesso a Tisifone di abbandonarsi a un breve sonno ristoratore da cui si era svegliata rinvigorita se non nello spirito almeno nel corpo. Quella che fece ritorno a Hogwarts quel giovedì mattina quindi era una docente di Divinazione in piena forma fisica, solo più taciturna e distaccata del solito. Solo lo sguardo, per chi la conosceva bene poteva lasciare denotare che ci fosse qualcosa che non andava: gli occhi erano circondati da una linea dura, come se non esistesse al mondo qualcosa capace di farla ridere, spenti, tanto da sembrare che la donna si trovasse in uno stato di trance perenne, se non fosse stato per dei lampi di rabbia che a volte li illuminavano sinistramente e senza motivo esterno apparente. Uscita dal camino della sua stanza su alla Torre dei Grifondoro, Tisifone si era fatta una doccia veloce e aveva cambiato abito, indossandone uno più consono al suo ruolo di docente e alla se stessa che era determinata a ritrovare. Scartò, però, qualsiasi capo che avesse dei pendenti tintinnanti cuciti al bordo delle maniche e all’orlo della gonna, perché aveva intenzione di muoversi il più furtivamente possibile per il Castello, optando per un abito tradizionale rosa antico ricoperto di perline e piccoli specchietti che contribuivano a darle un’apparenza luminosa. L’abito aveva, come sempre, una gonna ampia che scendeva morbida fino a terra, coprendole le gambe che, solo in pochi, sapevano essere completamente nude al di sotto di tutta quella stoffa, e saliva in un corpetto aderente che ne metteva in evidenza le curve abbondanti anche se lo scollo a barca non scopriva nulla al di fuori della linea del collo e di quelle delle spalle. Aveva raccolto i capelli neri in tre fasce, dando vita a una treccia principale che scendeva tra le scapole fino al fondo schiena e a due piccole trecce laterali a disegnare l’ovale del viso, con una frangetta che avrebbe dovuto nascondere gli occhi ma che finiva inesorabilmente per attirare lo sguardo lì. Molti, forse, avrebbero potuto giudicare quell’acconciatura elaborata come espressione di un desiderio civettuolo di farsi ammirare. I pochi che la conoscevano invece sapevano perfettamente che era segno di nervosismo, un sistema, quello di intrecciarsi i capelli, di tenere le mani impegnate in qualcosa di innocuo e lontano dalla propria bacchetta o peggio. Non avendo ancora deciso come e con chi utilizzarla, ma reputando utile averne una piccola scorta personale a disposizione, Tisifone aveva nascosto la fiala di Veritaserum nella sua stanza e, una volta che Idra era scivolata sulle sue spalle, facendo tintinnare gli orecchini di ambra che le pendevano dalle orecchie, era uscita ad affrontare Hogwarts.

Mojna bi hugje
(Poteva andare peggio…)


Sibilò Tisifone mentre approfittava della fine delle lezioni per prendere una boccata d’aria nei pressi della Foresta Proibita, l’unico luogo che, pur essendo nei pressi del Castello, le avrebbe dovuto poter assicurare la privacy di cui aveva bisogno e che l’aveva spinta a consumare un pasto frugale nel suo Ufficio invece che in Sala Grande. Il giorno prima, infatti, aveva promesso a Lucas che gli avrebbe concesso il tempo per sbollire la rabbia e recuperare un minimo di lucidità prima di pretendere un confronto con lui e, conoscendo la socievolezza e la golosità del compagno – perché una parte di lei si rifiutava di definirlo ex – aveva preferito lasciargli la possibilità di scegliere liberamente se approfittare o meno del banchetto degli elfi e della compagnia dei loro colleghi. A terra a pochi passi da lei Idra stava zigzagando per il terreno alla ricerca di qualcosa da mangiare o con cui giocare e apparentemente ignorava quelle affermazioni della padrona. Tisifone avanzava in silenzio – per quello che poteva fare una donna accorta su scarpe basse – le mani incrociate in grembo e il viso sollevato verso l’alto, gli occhi chiusi, come se volesse trarre forza dalla luce del sole che le accarezzava la pelle, donandole quella sensazione di calore che, interiormente, non aveva. La pace che la circondava creava un contrasto stridente con il caos che regnava nell’animo della donna, dove piani di vendetta verso persone ignote si mischiavano con la sensazione di perdita che l’aveva invasa la notte precedente accompagnata da quel viso femminile sfocato. Chi poteva mai essere quella donna? La strega – in ogni senso – che l’aveva magicamente ipnotizzata? La persona che aveva teso loro questa trappola? Qualcuno che avrebbe tentato di portarle via Lucas? O forse tutte queste cose allo stesso tempo? Sbagliava a credere che quello fosse solo un piano complesso per distruggere irrimediabilmente la sua storia con Turner? Che forse Veronique potesse davvero ottenere qualcosa da quella rottura per fare del male a Monique? E se così fosse, cosa?
Scosse la testa, come se in quel modo potesse riuscire a mettere ordine in tutte quelle tessere, ottenendo un quadro più chiaro della situazione, per poi sentire Idra sibilare perplessa:

Chjeloviek?
( Persona?)


Subito si fermò e aprì gli occhi, voltando la testa in ogni direzione per cercare di vedere questa fantomatica persona di cui Idra doveva aver avvertito l’odore. Memore di quello che le era accaduto e dell’incontro che tempo prima aveva avuto con uno sconosciuto proprio in quel posto, Tisifone avanzò con maggiore cautela, l’impugnatura della bacchetta stretta nella mano destra mentre il resto era nascosto nella manica del vestito, seguendo Idra che aveva preso a strisciare avanti a lei, come se andasse in avanscoperta. La prima persona che Indigo potè vedere, se avesse diretto lo sguardo verso i cespugli alla sua sinistra, fu il Blood Piton che avanzava verso di lei con quella che i comuni mortali potevano intendere come un fare minaccioso, mentre in realtà era solo curioso.

Immagine


Gjenshina…sdies?
( Una donna… qui?)


Sibilò il serpente con quello che alle orecchie di chi poteva comprenderla suonava come un tono perplesso, dovuto al fatto che quello per lei era un odore nuovo, sconosciuto, ma senza essere minaccioso. A distanza di due minuti buoni da quegli stessi cespugli emerse Tisifone che, rimasta interdetta dallo spettacolo decisamente inusuale che le si parò davanti, si fermò per un istante o due a contemplare la figura della druida adagiata su una poltrona nel cuore della Foresta Proibita, gli occhi socchiusi per il riverbero del sole che si trovava di fronte a lei.

Immagine


Sbattè le palpebre più volte per cercare di mettere a fuoco meglio i dettagli del viso della donna che sembrava quasi eterea in quel contesto così bucolico quando una morsa improvvisa e fulminea le attanagliò le viscere, facendole correre il rischio di perdere l’equilibrio, la stessa morsa che ne aveva causato lo svenimento la notte precedente. Con grazia Tisifone posò una mano su un albero lì vicino, come a volersi appoggiare a lui per superare una radice un po’ troppo sporgente e in cui avrebbe corso il rischio di inciampare, l’altra stesa lungo il fianco, dimostrando così all’altra di non essere, per così dire, armata. Sul viso una espressione di leggero stupore che non si prese la briga di dissimulare perché sarebbe stato abbastanza ovvio per l’altra che a generarlo era stata la sua presenza lì. In realtà esso era dato per la maggior parte dalla sensazione [Intuito (S)=36] che quella fosse la donna della sua visione.

Buon pomeriggio – esordì quindi, riprendendo a camminare nella direzione di Indigo, avvicinandosi a lei da lato delle gambe e non della testa, con un tono privo di intonazione nonostante la frase educata. – Una scelta al quanto bizzarra usare la Foresta Proibita come salotto di casa, non trova?

Aggiunse, la sensazione di prima che invece che dissolversi andava rafforzandosi senza però diventare una certezza [Intuito (S)=36 +16/d20= 52]. Quel dubbio era un rompicapo in più che non poteva tollerare nel suo animo già provato e questo la spinse a tentare di fare qualcosa che solitamente evitata perché conscia che mai il Fato rispondeva esattamente nel modo in cui si desiderava, sempre se acconsentiva a piegarsi alla sua volontà.

Posso chiederle come mai si trova qui?

Domandò quindi, sempre in maniera educata e priva di intonazione, ben sapendo di non avere alcuna autorità in quel luogo, continuando ad avanzare, con le mani di nuovo incrociate in grembo e un portamento fiero senza essere rigido, negli occhi un lampo di curiosità comprensibile. Se Indigo in qualche modo non glielo avesse impedito, Tisifone avrebbe continuato a camminare con quell’andatura lenta e per nulla minacciosa fino a fermarsi a pochi centimetri da lei, sfiorando la poltrona e un lembo dei vaporosi volant dell’abito dell’altra, in una posa defilata in modo che la druida non si sentisse oppressa dalla sua presenza. Rimase quindi in attesa di una risposta dalla donna, gli occhi che saettavano dalla sua figura all’uccellino sul ramo lì accanto, riversando su di lei tutta la sua concentrazione nella speranza che il Fato accogliesse la sua richiesta e le desse una qualsiasi informazione su di lei per comprendere se rappresentasse o meno una minaccia.
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Messaggioda Indigo » 21/05/2013, 21:19

Il tempo passava lento ed inesorabile, ma Indigo sembrava non rendersene nemmeno conto: forse perché quel pettirosso l'aveva appena aggiornata su tutto ciò che e era successo negli ultimi mesi nella Foresta Proibita, dai cuccioli di Drago che avevano attaccato gli studenti al Mezzo-Drago, una sorta di ibrido a metà tra l'umano ed il draconico, che aveva terrorizzato tutti, e che due professori erano riusciti ad eliminare; sarebbe potuta andare avanti a farsi raccontare ciò che riguardava il Castello e i suoi abitanti per ore, ma qualcosa glielo impedì, qualcosa che non dipendeva dalla volontà della Druida.
Un nuovo animale si palesò nel perimetro di terra intorno a lei, un animale strisciante che mise sull'attenti anche il pettirosso così simpatico e socevole fino a quel momento: un serpente, un pitone in realtà, simile al famiglio di Indigo anche se il suo era più grosso, decisamente.
La ragazza lo fissò per alcuni istanti, sbattendo le palpebre con aria perplessa, non spaventata né infastidita: lo sguardo era rivolto verso di lui, lei in realtà, era una femmina ma questo Indigo non poteva saperlo, le iridi color cioccolato fisse sui suoi movimenti ed il capo abbassato leggermente, coi capelli ad accarezzarle entrambi i lati del viso; tuttavia, la Druida non ebbe tempo di domandare all'animale alcunché, poiché poco dopo di lui, dal fogliame, fece la sua apparizione un'altra figura, questa volta interamente umana.
Il viso di lei si alzò nuovamente verso l'alto, squadrando la donna da capo a piedi per poi soffermarsi sul suo viso: sembrava... diffidente, come se qualcosa nella figura di Indigo - I/SS 32 - le desse fastidio.

Buon pomeriggio.

Buon pomeriggio a lei.

Le labbra di Indigo si incurvarono verso l'alto con serenità assoluta, schiudendosi per mettere in mostra i denti bianchi e regolari, donando così una lucentezza nuova e perfetta al suo incarnato olivastro; no, non sapeva ancora di avere davanti proprio Tisifone, la donna che tanto aveva ferito colui che lei stava aspettando, ma se anche quell'informazione fosse già stata sua, comunque il suo modo di porsi non sarebbe cambiato, nemmeno nella più piccola sfumatura, poiché quello era il suo modo di porsi, con chiunque.

Una scelta al quanto bizzarra usare la Foresta Proibita come salotto di casa, non trova?

In effetti non era nei miei programmi, ma quando la natura offre una così comoda sedia, come si fa a rifiutarla?

Replicò la Druida ancora sorridente, serena e pacata nel tono che non presentava alcuna sfumatura di strafottenza, di presa in giro o supponenza: ed in effetti, se Tisifone avesse guardato bene, si sarebbe accorta che la sedia era fatta di foglie e di radici intrecciate, con tanto di braccioli, un risultato non troppo confortevole per chiunque altro ma che, per Indigo, rappresentava invece il massimo della morbidezza; ma non sarebbe potuto essere diversamente per lei, che la Terra ce l'aveva nel sangue.
Tisifone intanto si era avvicinata sempre di più a lei, ma la Druida non diede alcun segno di fastidio per la volontà dell'altra di affiancarla quasi, dalla parte dei piedi: il tono di voce della donna era privo di intonazioni particolari, ma Indigo ipotizzava, a giudicare dalla sua diffidenza - I/P 38 - che in realtà l'altra stesse semplicemente valutando se considerare la ragazza in abito bianco una minaccia o meno.

Posso chiederle come mai si trova qui?

Seppure educazione imponga di presentarsi prima di porre determinate domande... sì, può chiederlo.
Sto aspettando una persona, un professore... non credo ne avrà ancora per molto, perciò stia tranquilla, me ne andrò dalla Foresta quanto prima, per quanto sia un luogo pubblico.


Rispose Indigo, e nonostante le parole potessero sembrare quasi un affronto verso l'altra, una presa in giro sarcastica verso il suo modo di fare così distaccato e matronale, il tono di voce fu sinceramente gentile: sapeva, capiva che la sua presenza lì potesse inquietare, a maggior ragione dopo i fatti recentemente avvenuti; d'altronde stava davvero aspettando Lucas, ed una volta che questo fosse arrivato, la Druida non avrebbe più avuto motivi per rimanere nei dintorni.
Una volta risposto alla domanda della donna sconosciuta, poiché non aveva palesato la sua identità ancora, Indigo si permise di abbassare nuovamente lo sguardo sul pitone che sembrava molto legato alla sua interlocutrice.

E' il suo compagno animale? - le domandò dunque, tornando con gli occhi sul viso dell'altra ed una sfumatura curiosa sia nel tono della voce che nell'espressione del viso - E' molto bello. Come si chiama?
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Messaggioda Tisifone » 22/05/2013, 15:48

Si era recata nella Foresta Proibita per cercare di attingere dalla serenità di quel luogo, ottenuto al prezzo di grossi sacrifici, la calma di cui sentiva il bisogno per poter mettere ordine nei suoi pensieri e tracciare una sorta di piano per poter riavere la sua vita. E invece vi trovò solo altri interrogativi, altri dubbi che rosicchiavano il suo animo e mettevano a dura prova la fiducia, più che l’amore, che Tisifone nutriva nei confronti di Lucas. Questo rappresentava per la Divinante la donna che si trovava seduta nel cuore della Foresta Proibita, con un’aria serena e a suo agio come se si trovasse nel salotto di casa propria, e un modo di porsi all’apparenza educato che lasciò Tisifone del tutto indifferente. Anche se gli eventi di due notti prima non fossero esistiti e se i tratti del viso di Indigo non le facessero tornare alla mente la visione che aveva avuto al Manor, in ogni caso Tisifone si sarebbe comportata allo stesso modo, educata certo ma fredda e distaccata perché la paranoia e la diffidenza facevano parte del suo carattere e gli ultimi eventi non avevano fatto altro che accentuarli.

Buon pomeriggio a lei.

Forse in altre circostanze la Divinante avrebbe apprezzato i modi dell'altra e giudicato un po` troppo vaporosi i suoi abiti, ma quelle erano circostanze particolari e la mente della donna era concentrata su ben altri dettagli che, però, avrebbe potuto approfondire solo con la benedizione del Fato.

In effetti non era nei miei programmi, ma quando la natura offre una così comoda sedia, come si fa a rifiutarla?

Istintivamente lo sguardo di Tisifone si spostò dal viso della donna alla poltroncina su cui era seduta, inarcando un sopracciglio tra il perplesso e il sorpreso, non riuscendo a comprendere se fosse un oggetto realizzato da qualcuno e lì abbandonato o se le radici uscissero direttamente dal terreno e che quindi fosse stata Madre Natura in persona a crearlo. Di sicuro, agli occhi della Divinante, appariva scomodo, con i nodi dei rami e le attaccature delle foglie sparsi ovunque a premere, probabilmente, le carni dell'altra, ma non espresse alcun commento in materia. Non voleva in alcun modo indispettire la donna, spingerla con una battuta troppo caustica ad alzarsi e andarsene perché aveva assoluto bisogno di mettere alla prova il suo Dono e sperare che il Fato andasse in suo aiuto e le mostrasse qualcosa della Druida che potesse aiutarla a comprendere se fosse o meno un pericolo per lei. Continuò quindi ad avanzare, perché maggiore era la vicinanza maggiori erano le probabilità di avere un'altra visione, cercando allo stesso tempo di fare conversazione.

Seppure educazione imponga di presentarsi prima di porre determinate domande... sì, può chiederlo.

Mi scusi, ha ragione. Credo che trovarla qui in queste condizioni mi abbia fatto mettere da parte la buona educazione...

Si scusò, facendo anche un leggero cenno del capo che avrebbe dovuto rappresentare un inchino, sincera nella voce che, nonostante tutto, continuava a rimanere priva di alcuna inflessione. Sarebbe potuto apparire strano tutto quel formalismo vista la confusione che aleggiava nell’animo di Tisifone ma la ferrea educazione che aveva ricevuto le imponeva di comportarsi in quel modo, soprattutto se non voleva infangare la memoria dei suoi genitori, cosa che non avrebbe fatto mai. Per far meglio comprendere all'altra a cosa si riferiva, la mano destra scivolò giù dal polso sinistro, su cui era incrociata, per tracciare un piccolo arco in aria a indicare non tanto Indigo ma la posa in cui si trovava. Così facendo urtò volontariamente la gonna dell'altra e venne “benedetta” dal Fato con una visione che, unita alle parole che la donna stava pronunciando, le fece venir meno l'appoggio sulle gambe.

Sto aspettando una persona, un professore... non credo ne avrà ancora per molto, perciò stia tranquilla, me ne andrò dalla Foresta quanto prima, per quanto sia un luogo pubblico.

Era preparata a quello che le stava accadendo, anche se le era capitato poche volte di forzare la mano del Fato in quel modo, così non perse completamente il contatto con la realtà come le accadde con Zephyr. Le sue orecchie registrarono le parole di Indigo ma senza trasmetterle in tempo reale al suo cervello che in quel momento era proiettato in un altro posto insieme alla sua vista che, all'improvviso, si offuscò, velandosi di grigio come se la donna stesse per svenire, sensazione questa che la Druida avrebbe potuto avere, considerato che nello stesso tempo, il corpo di Tisifone vacillò all’indietro come se stesse cercando un appiglio.

Dissimulare, milaja, sempre. Ricordalo.

Le parole di Demetri le diedero la serrare gli occhi e sollevare una mano tremante a reggersi la testa, mentre l'altra annaspava nell'aria per recuperare l'equilibrio, il battito del cuore talmente accelerato che per vari istanti fu l'unico suono che riuscì a percepire. Deglutì a vuoto una, due volte, cercando di mandare giù insieme alla saliva che non aveva l'immagine di quella donna che passeggiava sulla spiaggia insieme a un Lucas quasi sorridente, che appariva, nella sua visione, più rilassato di come l'aveva lasciato andare solo poche ore prima. Aveva visto in un flash le loro mani intrecciate e poi, in un altro, i corpi sfiorarsi mentre camminavano l'uno accanto all'altro e sapeva, non perché vi erano dei riferimenti temporali precisi ma perché glielo urlava il suo Dono, che quello non era qualcosa che sarebbe dovuto avvenire, ma che era già accaduta. Quella donna si era già insinuata tra loro, stava adesso a Tisifone comprendere fino a che profondità.

Mi scusi di nuovo - disse quindi con voce leggermente tremolante, tipico di chi si stava riprendendo da un malore improvviso - Un giramento di testa. Ecco a cosa si va incontro quando si antepone il lavoro alla propria salute - aggiunse anche questa volta sincera, almeno in parte, visto che non consumava un pasto degno di quel nome dalla cena in Sala Grande di martedì sera. - Permette...

Chiese, facendo scivolare la bacchetta fuori dalla manica del vestito. Se Indigo non avesse opposto un rifiuto, Tisifone avrebbe fatto apparire una poltrona per sé in vimini, giusto per mantenere l'aspetto bulico della situazione e vi si sarebbe lasciata cadere con grazia, emettendo anche un leggero sospiro di sollievo per quel sostegno. Si sarebbe così venuta a trovare seduta di fronte alla Druida, dando le spalle al Castello e quindi offuscando in parte la vista a chiunque fosse venuto da quella direzione.


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Sto aspettando una persona, un professore... non credo ne avrà ancora per molto, perciò stia tranquilla, me ne andrò dalla Foresta quanto prima, per quanto sia un luogo pubblico.

Come un eco, le sue orecchie rilasciarono le parole che Indigo aveva pronunciato poco prima, e Tisifone le assorbì senza lasciar trasparire alcun turbamento e questo grazie alla visione che aveva appena avuto.

Non era mia intenzione cacciarla - esordì quindi, non appena le forze le furono tornate e fu sicura che la sua voce risuonasse quella di sempre, incolore e ferma - Come ha sottolineato lei questo è un luogo pubblico e ha tutto il diritto di starci quanto crede, nonostante i pericoli che vi si annidano. - una ovvietà che forse poteva suonare come una minaccia ma che non lo era, non ancora almeno. Doveva capire come stavano le cose, comprendere cosa la legava a Lucas e soprattutto cosa legava lui a lei, dopo forse avrebbe potuto diventare minacciosa - E non è stato molto gentile da parte del mio collega lasciarla ad attendere in un posto simile.

Con quella insinuazione forse voleva spingere l'altra a chiarire chi fosse questo docente che stava aspettando, o forse a rivelarle qualcosa in più su di lei, o forse, ancora, era solo una riflessione personale pronunciata a voce alta. Difficile dirlo quando la stessa Tisifone non se lo sapeva spiegare.

In ogni caso mi chiamo Tisifone Samyliak e insegno a Hogwarts, come avrà potuto comprendere.

Si presentò alla fine, per non ripetere due volte la stessa mancanza di educazione, senza però chiedere all'altra le sue generalità. Qualcosa le diceva [Intuito (S)=36] che l'altra di sarebbe presentata da sola, senza alcuna insistenza da parte sua, anche solo per non incorrere nel suo stesso errore di maleducazione. Nel frattempo Idra si era avvicinata a lei e si era sollevata sulle spire posteriori, quelle anteriori che ondeggiavano a destra e a sinistra, il muso dritto verso di lei, come a volersi sincerare che stesse bene.

E' il suo compagno animale? E' molto bello. Come si chiama?

Si, è il mio famiglio e si chiama Idra - rispose Tisifone, una nota di dolcezza nella voce mentre gli angoli della bocca si sollevavano verso l’alto in un piccolo sorriso rivolto completamente a Idra, nella cui direzione stava guardando - Lei non ha paura dei serpenti.

Avrebbe dovuto essere una domanda ma alla fine le uscì più come un'affermazione dovuta al modo con cui l'altra si stava rapportando con Idra, più incuriosito che spaventato come invece facevano la maggior parte delle persone in presenza del serpente.
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Messaggioda Indigo » 22/05/2013, 23:49

Mi scusi, ha ragione. Credo che trovarla qui in queste condizioni mi abbia fatto mettere da parte la buona educazione...

Immagino che, da un punto di vista esterno, io possa sembrare alquanto... fuori luogo, per il mio modo di pormi, di vestire, e per il posto stesso nel quale mi trovo, quindi non si preoccupi, non da niente.

Replicò Indigo con un sorriso gentile, non potendo certo biasimare Tisifone se si era ritrovata alquanto interdetta da colei che aveva di fronte e che, di solito, faceva quell'effetto un po' a tutti, quando si trovava nel proprio Elemento, quello di Druida che non doveva mischiarsi col resto del mondo.
Poi, di punto in bianco, la donna sembrò perdere le forze, impallidendo e tremando sulle sue stesse gambe: ovviamente la ragazza, per quanto fosse stata istruita sulla magia "convenzionale" non aveva idea di quale fosse il problema, di cosa stesse succedendo alla Divinante, e dunque si preoccupò come qualsiasi altra persona avrebbe fatto in quel momento, posando le gambe a terra ed accennando ad alzarsi in piedi per aiutare l'altra se ce ne fosse stato bisogno.

Si sente bene?

Mi scusi di nuovo...
Un giramento di testa. Ecco a cosa si va incontro quando si antepone il lavoro alla propria salute.


Non deve scusarsi, ci mancherebbe... è sicura di non voler rientrare al Castello?

Le domandò Indigo, una piccola linea orizzontale sulla fronte di preoccupazione ad indicare l'emozione predominante in quel momento, che d'altronde si poteva percepire anche in una punta d'ansia della voce; non conosceva la sua interlocutrice, ma di certo le sarebbe spiaciuto se si fosse sentita male all'improvviso.

Permette...

Ma naturalmente.

Rispose solo lei, accompagnando quell'affermazione consensuale con un lieve cenno del capo, osservandola sedersi di fronte a sé e sorridendole di rimando, quasi sollevata nel vederla stare meglio, ora; le gambe tornarono ad alzarsi per posarsi su uno dei braccioli della poltrona arborea, il capo leggermente reclinato, sul lato sinistro, come sempre, quando si trovava di fronte una persona nuova o aveva intenzione di studiare a fondo qualcosa, in questo caso qualcuno.

Non era mia intenzione cacciarla. Come ha sottolineato lei questo è un luogo pubblico e ha tutto il diritto di starci quanto crede, nonostante i pericoli che vi si annidano.

Sì, è un particolare che mi è già stato riferito... - da Ferdy prima, poi da Lucas anche se in entrambi i casi in modo piuttosto superficiale, ed infine dal pettirosso di poco prima che, invece, le aveva spiegato nel dettaglio quali fossero stati i problemi di quelle zone - Ma ultimamente mi sono resa conto di come la mia concezione del pericolo sia un poco diversa da quella degli altri.

Ammise la giovane donna, senza perdere la pacata serenità con cui pronunciava ogni parola: se la voce di Tisifone suonava incolore, quella di Indigo al contrario pareva intrisa di mille sfumature di colori diversi che si armonizzavano perfettamente, uniti da una pacatezza che non poteva essere solo simulata, che doveva far per forza parte del suo essere, in quel momento, e quasi sempre del resto, in comunione totale con la natura.

E non è stato molto gentile da parte del mio collega lasciarla ad attendere in un posto simile.

Oh, in realtà mi ha fatto il favore più grande che potessi sperare di ricevere.
Sono immersa nella natura o quasi, essendo questa la parte più esterna della Foresta, seduta comodamente sotto questo bel Sole... non potrei desiderare altro, al momento.


Replicò Indigo, ed era più che normale per lei pronunciare parole simili anche se, forse, per l'altra sarebbero suonate come assurde: era davvero felice di stare in mezzo alla Foresta Proibita su una poltrona che la Divinante, giustamente, reputava oltremodo scomoda, ad aspettare magari anche per più di un'ora i comodi di qualcun altro?
Sì, assolutamente, ma la ragazza era la variabile misteriosa ed imprevedibile di qualsiasi equazione.

In ogni caso mi chiamo Tisifone Samyliak e insegno a Hogwarts, come avrà potuto comprendere.

Professoressa di... ? - lasciò che una sfumatura interrogativa abbracciasse quelle parole, per farle capire che era curiosa di conoscere la materia da lei insegnata al Castello - Mi chiamo Indigo, è un piacere conoscerla.

E come sempre niente cognome, ma era un classico per la ragazza non pronunciarlo, se non in circostanze eccezionali, non perché avesse qualcosa da nascondere ma perché, semplicemente, non lo considerava come indicativo della propria persona, al contrario del nome.
Le due donne però non erano sole, e questo la Druida l'aveva compreso fin dall'inizio, al punto da posare ora lo sguardo curioso sull'animale dell'altra.

Si, è il mio famiglio e si chiama Idra.

Una femminuccia, dunque... è davvero bellissima, ed ha uno sguardo molto intelligente.

Commentò con un sorriso rivolto verso il serpente, che naturalmente non avrebbe avvertito in lei alcuna minaccia: e come avrebbe potuto, dato che si trovava di fronte ad una figlia del Mana?

Lei non ha paura dei serpenti.

L'affermazione di Tisifone, perché così era suonata alle orecchie dell'altra, la portò ad alzare viso e di conseguenza sguardo su di lei, sbattendo le palpebre un paio di volte prima di muovere il capo in un placido segno di diniego.

No, per niente.
Forse dipende dal fatto che anch'io ho un animale simile per compagno animale, un esemplare maschio di pitone bianco.


Svelò Indigo, sorridendo appena: le mancava Caraid, e molto, ma non poteva portarlo agevolmente con sé nei suoi vari spostamenti per via delle sue dimensioni, e spesso dunque si trovava costretta a lasciarlo a casa; si faceva perdonare però ogni volta, coccolandolo quando rientrava fino allo sfinimento.

Come mai una docente di Hogwarts è venuta da queste parti?
Turno di ronda in un luogo proibito, o aveva semplicemente voglia di una passeggiata solitaria?


Le domandò poi, sistemandosi più comodamente sulla poltrona e portandosi una ciocca di capelli ondulati e lucenti dietro l'orecchio sinistro, prima di posare la mano corrispondente in grembo, appena sopra la gemella, sorridendo curiosa alla donna che aveva di fronte.
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Messaggioda Tisifone » 23/05/2013, 14:40

Immagino che, da un punto di vista esterno, io possa sembrare alquanto... fuori luogo, per il mio modo di pormi, di vestire, e per il posto stesso nel quale mi trovo, quindi non si preoccupi, non da niente.

In realtà è esattamente il contrario – tentò di contraddirla Tisifone, sempre con quel modo pacato ma freddo che la contraddistingueva, prima che la sua mano del tutto volontariamente sfiorasse il vestito dell’altra trasmettendola un’immagine vivida appartenente al recente passato in cui Lucas e Indigo passeggiavano insieme in riva al mare. Per quanto preparata alla visione, l’impatto emotivo fu tale da riverberarsi anche sul fisico della Divinante che finì con il barcollare all’indietro, suscitando nella Druida quello che sembrava essere un sentimento di reale preoccupazione.

Si sente bene?

Con un leggero tentennamento della testa, ancora stretta nella morsa della mano destra, Tisifone rassicurò la sua interlocutrice e, per dissimulare quello che le era appena accaduto con un semplice mancamento dovuto a un calo di zuccheri, diede colpa alla scarsa cura che si era, realmente, presa di sé in quei giorni.

Non deve scusarsi, ci mancherebbe... è sicura di non voler rientrare al Castello?

Aria pura e tranquillità mi gioveranno molto di più di quattro mura oppressive e rumorose.

Mormorò, declinando in quel modo cortese l’offerta di Indigo. Tornare al Castello in quel momento era l’ultima cosa che voleva fare, non solo perché non sarebbe riuscita a fingere che non ci fosse nulla che non andava, ma perché il dubbio misto alla curiosità di sapere cosa legasse realmente quella donna a Lucas le avrebbe corroso l’anima. E poi credeva, a torto probabilmente, che avrebbe potuto sfruttare quella situazione per raccogliere quante più informazioni possibili su quella che avrebbe potuto a tutti gli effetti essere una rivale e una minaccia. Sfilò quindi dalla manica dell’abito la bacchetta e, dopo aver chiesto il permesso all’altra, un po’ come se si trovassero davvero nel salotto di casa della Druida, fece apparire per sé una comoda poltrona in vimini su cui prese posto in maniera del tutto convenzionale, non solo perché il suo corpo ancora risentiva della debolezza accusata poco prima, ma anche perché il modo in cui la giovane si era seduta, con le gambe sollevate, era per una posizione un po’ troppo sbarazzina e maliziosa.

Forse è per questo che gli piace…

Si ritrovò a pensare, suo malgrado, notando come l’altra nei modi di fare e di porsi sembrava sempre così a proprio agio, così spontanea, sorridente e curiosa, tutte cose che lei non era più, grazie agli eventi che aveva vissuto in passato, e che solo grazie alla vicinanza di Lucas stava lentamente riscoprendo di poter essere. Un pensiero fugace, il suo, che scacciò immediatamente, la mano sinistra che le sfiorava la fronte per agevolare, metaforicamente, la sua sparizione mentre le dite scostavano leggermente di lato la frangetta, liberandole così del tutto la visuale. Portato a termine quel gesto, la mano di Tisifone scivolò di nuovo in grembo, sulla gemella, donandole una pausa austera, con la schiena rigida e i piedi saldamente posati a terra, come se dovesse ancora prendere una decisione nei riguardi dell’altra. In realtà aveva già scelto ma non aveva intenzione di fingere di abbassare la guardia così presto. La rassicurò quindi sul non aver intenzione di cacciarla, mettendola in guardia sui pericolo insiti nella Foresta Proibita.

Sì, è un particolare che mi è già stato riferito... Ma ultimamente mi sono resa conto di come la mia concezione del pericolo sia un poco diversa da quella degli altri.

E di grazia cosa la spinge a considerare una situazione pericolosa?

E una sfumatura di scettica curiosità, reale o forse volute, accompagnò quella domanda, il viso leggermente inclinato verso destra come a voler comprendere se l’altra la stesse prendendo in giro o meno. Se era vero che Turner l’aveva resa edotta di ciò che era accaduto tempo prima in quei luoghi, e Tisifone non aveva la possibilità di sapere che altre e ben più informate erano le fonti a cui la sua interlocutrice poteva attingere, non poteva davvero credere che qualcuno potesse rimanere indifferente e non considerare pericoloso un attacco da parte di Creature Magiche ibride com’erano il Mezzo Drago e la sua progenie. Spinta da questa considerazione personale, Tisifone espresse ad alta voce il suo dissenso nei confronti di questo fantomatico collega per aver scelto un posto così sconveniente per dare appuntamento a qualcuno. Inutile dire che il cuore della Divinante si era stretto in una morsa di pura sofferenza al dover utilizzare quel termine per descrivere quello che c’era tra Lucas e la giovane donna di fronte a lei.

Oh, in realtà mi ha fatto il favore più grande che potessi sperare di ricevere. Sono immersa nella natura o quasi, essendo questa la parte più esterna della Foresta, seduta comodamente sotto questo bel Sole... non potrei desiderare altro, al momento.

Non fatico a crederle – mormorò Tisifone, lo sguardo blu leggermente più intenso di prima, animato da una punta di curiosità, che sembrava accarezzare per intero la figura di Indigo per poi spostarsi sulla sedia di radici su cui era seduta e sulla Foresta nel suo insieme. - Sembra talmente in sintonia con la natura che la circonda che a una prima occhiata si è portati a chiedersi se sia reale o meno.

In parte le aveva fatto un complimento dovuto. Era innegabile che Indigo fosse una bella donna e completamente in sintonia con la natura che li circondava e Tisifone non era così stolta o peggio, piccola, da non ammettere l’ovvio. La Divinante, però, era anche una persona diffidente e paranoica e questo la spingeva, d’altro canto, a mettere in dubbio la genuinità del suo modo di essere, come fosse in realtà una finzione una maschera creata ad arte per spingere il prossimo a fidarsi di lei e a sottovalutarne la pericolosità in qualche modo. In ogni caso era giunto il momento di rimediare al gesto di maleducazione di poco prima e così la Divinante si presentò per poi attendere che l’altra facesse lo stesso di sua spontanea volontà.

Professoressa di... ?

Nulla di cui valga la pena chiacchierare – rispose, sminuendo come era solita fare la sua materia, la mano destra sollevata di lato all’altezza del viso ad agitare l’aria per sottolineare quel concetto. Non c’era nulla di affettato in quel gesto istintivo e sincero, frutto di un meccanismo di autodifesa così rodato nel tempo da essere pressocchè perfetto tanto che quando si sentiva depressa, come in quel momento, finiva per crederci lei stessa – La Divinazione è una materia così vuota e priva di risvolti pratici che spesso mi meraviglio di trovare degli studenti seduti nella mia aula.

Mi chiamo Indigo, è un piacere conoscerla.

Un nome davvero particolare non c’è che dire. – commentò mentre una leggera smorfia di contrarietà fece capolino sul suo viso per un attimo prima di sparire del tutto per non aver saputo anche il cognome. Non che lo considerasse un dettaglio rilevante, non per il momento in ogni caso, ma quella presentazione monca le suonava come una mancanza di rispetto. – E non mi sembra originario di questi parti, o sbaglio?

Il tono della voce di Tisifone questa volta era ammantato non solo di una velata curiosità ma anche dal dubbio dovuto al fatto che non essendo lei per prima originaria dell’Inghilterra non poteva essere certa che quel nome non derivasse da qualche landa a lei sconosciuta. Nel frattempo Idra si era avvicinata a loro e, posizionatasi al centro tra le due poltrone, si era alzata sulle spire posteriori e la stava fissando con insistenza. Avevano deciso, di comune accordo, di non parlare tra loro in presenza di estranei a causa della errata credenza che ancora albergava in certi maghi che il serpentese fosse la lingua del Male Oscuro. Per tranquillizzare il suo famiglio e traendo forza e serenità da esso, Tisifone ammorbidì la sua postura, sollevando le gambe e piegandole sotto il sedere verso destra e spostando il busto dall’alto opposto in modo da poggiare il gomito sinistro sul bracciolo della poltrona, assumendo una posa simile e opposta a quella dell’altra ma più consona al suo modo di essere.

Una femminuccia, dunque... è davvero bellissima, ed ha uno sguardo molto intelligente.

Ha ragione… A volte penso che se potesse parlare liberamente avrebbe molte più cose da dire di molte persone di mia conoscenza.

E come quello di Indigo, anche lo sguardo di Tisifone, colmo di affetto, era fisso su Idra che, come colta da una rivelazione improvvisa, stava ruotando la testa verso la Druida, la punta biforcuta della lingua che saettava veloce dentro e fuori dalla sua bocca che se avesse avvertito qualcosa di strano nell’aria.

Chijustvujo zapak smjok...
(Sento odore di serpente…)


Sibilò il famiglio di Tisifone nello stesso istante in cui Indigo rispondeva alla sua domanda sulla paura dei serpenti.

No, per niente. Forse dipende dal fatto che anch'io ho un animale simile per compagno animale, un esemplare maschio di pitone bianco.

E non le manca?

Chiese di getto Tisifone, spostando nuovamente gli occhi che per un attimo si erano posati sul viso di Indigo per ascoltarne la risposta sul suo pitone. Lei si sarebbe sentita irrimediabilmente sola senza Idra al suo fianco e aveva ringraziato Merlino e tutti i grandi maghi del passato quando il serpente aveva accettato di sottoporsi a un incantesimo di blocco della crescita pur di rimanere con lei a Hogwarts. E Tisifone si faceva perdonare per questa costrizione, portandola lontano dai centri abitati e lasciandola libera ogni volta che poteva.

Come mai una docente di Hogwarts è venuta da queste parti? Turno di ronda in un luogo proibito, o aveva semplicemente voglia di una passeggiata solitaria?

Fortunatamente non si tratta di una ronda se no non mi sarei potuta permettere questa sosta. – rispose pacata, il tono di voce nuovamente incolore considerato che si stava parlando di lei e questo argomento non le suscitava particolari emozioni – Avevo semplicemente voglia di lasciarmi il caos umano alle spalle e inebriarmi un po’ della pace e della forza di questo luogo. E’ stupefacente come, nonostante tutto quello che sia stato costretto a subire, sia ancora qui, forte e rigoglioso come quando Hogwarts fu fondata, se non prima. – una riflessione strana forse quella per qualcuno che viveva di Trama e non di Mana, ma Tisifone era cresciuta in un villaggio immerso nella natura e le avevano insegnato fin da piccola il rispetto per essa, rispetto quello che Demetri non aveva fatto altro che alimentare, in virtù del suo amore per le Pozioni naturali – Crede che anche gli uomini posseggano in loro questa forza?

Chiese sovrappensiero, peccando di egocentrismo paragonando quello che era accaduto alla Foresta Proibita agli accadimenti che le avevano sconvolto la vita. Anche lei sarebbe stata capace di mettere da parte le macerie del suo cuore e andare avanti, resuscitando più forte e più determinata di prima? E Lucas le sarebbe stato accanto in quel processo di rinascita o forse avrebbe svolto il ruolo di semplice spettatore esterno?

Mi scusi non volevo appesantirla con simili discorsi, probabilmente lei ha in mente programmi ben più piacevoli per la serata – affermò, la linea delle labbra che si distendeva leggermente e l’angolo destro che si sollevava all’insù in una smorfia di scuse, mentre si chinava in avanti con il busto per invitare Idra ad andare ad appollaiarsi sulle sue gambe e non essere così costretta a guardare in faccia Indigo senza per quello essere scortese. I suoi occhi infatti si erano oscurati per la rabbia e la sofferenza di dover pronunciare le parole seguenti. – Sembra che sia un’occasione speciale, festeggiate qualcosa di particolare?

La voce risultò ferma e con una lieve sfumatura di curiosità e lo sguardo che Tisifone posò sul viso dell’altra, una volta immerse le braccia nelle spirali di Idra, era nuovamente sgombro da qualsiasi sentimento negativo mentre il suo cuore batteva all’impazzata come se dovesse esploderle nel petto da un momento all’altro.
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Messaggioda Indigo » 23/05/2013, 22:01

L'aveva vista tremare, quasi sul punto di svenire, ed ovviamente si era preoccupata: che si stesse sentendo male? Stava quasi per alzarsi, ma era stata Tisifone stessa a tranquillizzarla del fatto che non ce n'era motivo, che stava bene senza che l'altra intervenisse, che era un semplice calo di zuccheri e dunque, sedendosi, sarebbe stata bene; se la ritrovò di fronte, dunque, ma la sua presenza non la infastidiva affatto, tanto che Indigo continuò a sorridere per tutto il tempo, serena e rilassata in quel luogo che, per lei, rappresentava più una cosa che un posto pieno di pericoli.

E di grazia cosa la spinge a considerare una situazione pericolosa?

Onestamente non credo di essermici mai trovata.... - ammise la Druida con un piccolo sorriso di scuse verso l'altra, come se temesse che questa sua mancanza potesse dare fastidio alla sua interlocutrice - Ma credo che il timore dei pericoli sia, tra tutti, il pericolo maggiore, quindi probabilmente sarebbe per me pericolosa una situazione in cui io stessa ho paura. E mi capita raramente.

Non strafottente né arrogante nel pronunciare quelle parole, semplicemente seria e pacata: no, un po' per come aveva vissuto nella comunità druidica di Pirin, un po' per la protezione di Dominique, ed un po' per la consapevolezza delle proprie capacità, ad Indigo era capitato davvero poche volte di avere paura, e questo la poneva nella condizione di sminuire spesso quei contesti che, per gli altri, erano davvero pericolosi, a differenza sua.
Stava benissimo, comunque, in mezzo alla Foresta Proibita, per lei era il posto più bello del mondo perché era circondata dalla Terra baciata dal Sole, un connubio a dir poco perfetto visto che, tra l'altro, a non troppa distanza da lì, dentro in confini del Castello però, era presente anche l'Elemento dell'Acqua grazie al Lago Nero.

Non fatico a crederle.
Sembra talmente in sintonia con la natura che la circonda che a una prima occhiata si è portati a chiedersi se sia reale o meno.


La ringrazio per il complimento - perché per lei era tale a tutti gli effetti - In effetti, credo ci siano poche persone così legate alla natura come la sottoscritta... - a parte gli altri Druidi, ovviamente, loro le erano legati quanto Indigo e la ragazza non avrebbe mai potuto affermare il contrario - E' un dono in tutto e per tutto.

Concluse sorridente, sbattendo le palpebre un paio di volte per proteggere le iridi color cioccolato dai raggi del Sole per andare poi a dondolare appena i piedi, come se rimanere immobile per così tanto tempo necessitasse poi di un minimo di movimento.
Si ravviò i capelli dietro le orecchie, anche se bastò una piccola folata di Vento per farli tornare ad accarezzare dolcemente il suo viso, e tornò a fissare la professoressa con aria curiosa, il capo appena inclinato di lato, chiedendole quale materia insegnasse ad Hogwarts.

Nulla di cui valga la pena chiacchierare.

Perché dice così?

La Divinazione è una materia così vuota e priva di risvolti pratici che spesso mi meraviglio di trovare degli studenti seduti nella mia aula.

La pratica forzata è per chi ha poca fiducia in se stesso, poiché ha continuamente bisogno di comprovare in modo concreto le sue doti, dimostrando a se stesso di poter fare quella determinata cosa; è un bene che abbia pochi studenti, significa che sono davvero interessati alla sua materia indipendentemente dal fatto che ne siano portati o meno.

Replicò Indigo, alzando leggermente le spalle con noncuranza ma lasciando che il sorriso le permanesse sulle labbra: lei non conosceva nulla delle materie di Hogwarts e non ci teneva a cambiare lo stato delle cose, poiché era figlia del Mana e tale voleva rimanere, in purezza, ma anche nella comunità druidica dov'era cresciuta le avevano insegnato l'importanza della teoria, perciò non l'avrebbe mai sminuita a favore della pratica.

Un nome davvero particolare non c’è che dire. E non mi sembra originario di questi parti, o sbaglio?

No, affatto.
Sono nata in Bulgaria, ma il nome ha poco a che fare con la mia nazionalità... è stata una scelta dei miei genitori, volevano qualcosa di... insolito, credo. Ma credo anche che mi stia benissimo addosso, e mi basta.


E sorrise, come faceva sempre con tutti, radiosa e a proprio agio come pochi altri sarebbero potuti essere, soprattutto in quel luogo; e non era solo la natura che Indigo amava, in mezzo ci si dovevano mettere anche gli animali e questo Tisifone avrebbe potuto facilmente intuirlo dal modo in cui aveva parlato del serpente di lei, Idra, definendolo come molto intelligente a giudicare dallo sguardo.

Ha ragione… A volte penso che se potesse parlare liberamente avrebbe molte più cose da dire di molte persone di mia conoscenza.

Già, è un peccato non poterci parlare, come facciamo tra noi, ogni volta che vogliamo... chissà quante cose potremmo imparare sugli animali, sulla vita e forse anche su noi stessi, se li ascoltassimo un poco di più.

Confermò la Druida, ma non poté evitare alla propria voce di tingersi leggermente d'ironia per quelle parole appena pronunciate: non perché stesse prendendo in giro Tisifone, affatto, ma perché in realtà lei poteva parlare con gli animali, con qualsiasi animale, ogni volta e per tutto il tempo che voleva, senza restrizioni; quindi, in realtà, quella mancanza la ragazza non la sentiva per niente.
E a proposito di mancanza...

E non le manca?

Lo vedo ogni sera, quando torno a casa, quindi non posso dire che mi manchi troppo... d'altronde è troppo grosso per poterlo portare sempre con me; e poi, si dice che l'amicizia vera non è schiava del tempo e dello spazio, ed io ci credo fermamente.

Sorrise dolcemente al pensiero del suo compagno animale, che probabilmente in quel momento stava prendendo un po' di Sole nel giardino di fronte all'ingresso di casa: sapeva che stava bene e che le voleva bene come lei ne voleva a lui, non avevano bisogno di altro.

Fortunatamente non si tratta di una ronda se no non mi sarei potuta permettere questa sosta. Avevo semplicemente voglia di lasciarmi il caos umano alle spalle e inebriarmi un po’ della pace e della forza di questo luogo. E’ stupefacente come, nonostante tutto quello che sia stato costretto a subire, sia ancora qui, forte e rigoglioso come quando Hogwarts fu fondata, se non prima.

Inutile dire che, per dirla alla maniera dei non-maghi, con quel discorso Tisifone stava sfondando una porta aperta: la forza della natura, poteva esserci una persona migliore oltre Indigo, Druidi esclusi naturalmente, con cui affrontare quel preciso argomento?

Crede che anche gli uomini posseggano in loro questa forza?

Gli uomini peccano spesso di arroganza, pensando di essere più forti della natura che li circonda, di poter affrontare tutto e rialzarsi in piedi perché possiedono una mente e dei poteri, che siano magici o meno - rispose Indigo, pacato il tono ma reverenziale nella seconda parte del suo discorso - Non si rendono conto che la vera forza della natura sta proprio nel non avere poteri particolari, nell'accettare con fermezza il proprio destino. Vivere, morire, rinascere... in luoghi come questo tutto è relativo, perché l'albero che viene abbattuto può risorgere dalle proprie ceneri, ricreare le proprie radici e tornare forte, più di prima; gli uomini questo non hanno ancora imparato a farlo.

Si fermò un momento per riprendere fiato, ma in realtà stava semplicemente riordinando le idee che erano esplose nella sua mente, alcune connesse al discorso appena affrontato, altre meno, ma lei era fatta così e spesso tutto si palesava nei suoi pensieri in contemporanea, pur non avendo sempre un senso logico.

Mi scusi non volevo appesantirla con simili discorsi, probabilmente lei ha in mente programmi ben più piacevoli per la serata.

Come ha potuto notare, sono sempre ben più che disposta a parlare di natura, purché si rispetti la sua superiorità.

Replicò Indigo sorridendo, notando i movimenti dell'altra e studiandoli silenziosa, seguendo il corpo della sua interlocutrice con lo sguardo non perché si sentiva diffidente nei suoi confronti, ma perché semplicemente era incuriosita da lei.

Sembra che sia un’occasione speciale, festeggiate qualcosa di particolare?

Nulla più di un incontro casuale ma fortuito - rispose Indigo, aprendo le labbra ad un sorriso più radioso e solare di quelli precedenti - Io ed il suo collega di Trasfigurazione, Lucas Turner, abbiamo in programma di andare a cena fuori, e magari di organizzare qualcosa per il weekend. In realtà la seconda parte è solo una mia idea per ora, ma spero che accetti.

Aggiunse la Druida, non immaginando che forse, con quelle parole, avrebbe spezzato il cuore dell'altra.
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Messaggioda Tisifone » 24/05/2013, 15:00

Aveva avuto quella che voleva, una visione su quella donna e l’uomo che una parte di lei si ostinava a continuare a considerare suo. Aveva mascherato l’impatto fisico ed emotivo che quella scoperta aveva avuto su di lei con un malore e adesso si trovava seduta ai margini della Foresta Proibita a colloquiare in maniera educata e a tratti piacevole con una delle donne che avrebbe volentieri schiantato o Oblivato con le proprie mani. Ovviamente nessun sentimento negativo o di rancore nei confronti di Indigo traspariva dai modi di porsi o di parlare di Tisifone un po’ in virtù dei duri insegnamenti di Demetri che le avevano fatto acquistato nel tempo un ferreo controllo sulle proprie emozioni, un po’ per quel suo senso di appartenenza a Lucas, che la tratteneva dal saltare a conclusioni affrettate, dimostrando quindi di avere scarsa fiducia in lui e nel suo senso dell’onore. Inoltre, sarebbe stata una grande mancanza di fiducia nei confronti di Lucas seguir fino a quel momento, la Druida non le aveva dato alcun motivo di “esplodere” se non la sua semplice esistenza nella vita di Lucas e quello, per quanto arrabbiata e territoriale fosse, non poteva essere considerato una condizione valida per farlo. Almeno non per il momento. Per tutti questi motivi messi insieme e altri di più o meno importanza, stava portando avanti la conversazione, soffermandosi su quando una situazione possa essere considerata pericolosa o meno, vista la serenità con cui Indigo aveva accettato di attendere Turner in un posto da tutti considerato pericoloso.

Onestamente non credo di essermici mai trovata...

Un plauso alla sua famiglia che è stata capace per tutto questo tempo di tenerla lontano da qualsiasi pericolo.

Commentò Tisifone inclinando leggermente la testa di lato per poi spostarla in avanti nell’imitazione di un inchino. In nulla, né nel tono della voce né in quel gesto, era riscontrabile sarcasmo o incredulità. Semplicemente, vista la storia della Divinante, era spontaneo per lei credere che solo una famiglia forte e presente alle spalle potesse impedire a qualcuno di compiere errori o cadere in tranelli tali da poterlo mettere in pericolo.

Ma credo che il timore dei pericoli sia, tra tutti, il pericolo maggiore, quindi probabilmente sarebbe per me pericolosa una situazione in cui io stessa ho paura. E mi capita raramente.

Rimase in silenzio una manciata di secondi, giocherellando con una delle pietre che adornavano il suo abito, riflettendo attentamente non solo sulle parole appena ascoltate ma anche su quelle da pronunciare in risposta. Una parte di lei condivideva la visione di Indigo, avere paura era il primo passo per mettersi in pericolo, ma l’esperienza diretta che aveva avuto con il Mezzo Drago le aveva anche dimostrato il contrario e cioè che anche il non temere nulla poteva condurre in situazioni rischiose.

La paura solitamente paralizza, impedisce di fare alcunché, anche di prendere una semplice decisione, e questo è più pericoloso di qualsiasi Creatura o Incantesimo ci si possa trovare contro. – affermò, dando quindi ragione alla ragazza – D’altra parte però chi non ha paura di nulla tende a essere arrogante e superbo, qualità entrambe che spingono ad essere imprudenti. Probabilmente, come in tutte le cose, la soluzione migliore sta nel mezzo, e quindi approcciarsi agli eventi, soprattutto quelli che non si conoscono, con un po’ di timore che ti costringe a riflettere prima di agire forse è la cosa più saggia da fare.

Un consiglio forse per la sua interlocutrice o un monito per se stessa, o ancora una semplice disquisizione accademica. Il pensiero di Tisifone poteva essere interpretato in mille modi diversi, ma non il modo in cui era stato espresso, con serenità e distacco, proprio di chi si limitava a condividere un’idea senza volersi arrogare il diritto di voler convincere l’altro della veridicità assoluta delle sue parole. Alla fine ognuno era libero di vivere secondo le proprie credenze, accentandone le conseguenze, e ciò che poteva andare bene a Indigo, come per esempio la sedia di radici su cui era accomodata, poteva anche non andare a bene a Tisifone che, per quanto fosse un amante della natura, avrebbe mille volte preferito sedersi a contatto con la nuda terra piuttosto che scoprire quanto nodose fossero in realtà quelle radici.

La ringrazio per il complimento. In effetti, credo ci siano poche persone così legate alla natura come la sottoscritta... E' un dono in tutto e per tutto.

Avrebbe potuto obiettare che lei conosceva qualcuno che si trovava a proprio agio tra le piante molto più che con gli uomini, che considerava la Natura un dono prezioso da preservare anche a costo della propria vita e viveva in sintonia con essa – molto più di quanto Tisifone stessa avrebbe mai compreso e saputo – ma tirare in ballo la Vilvarin avrebbe probabilmente fatto deviare la conversazione su argomenti che in quel momento non reputava interessanti. Voleva approfondire la conoscenza della donna che sedeva di fronte a lei anche se per fare ciò avrebbe dovuto a sua volta farsi conoscere, almeno in superficie, iniziando con la materia che insegnava a Hogwarts.

La pratica forzata è per chi ha poca fiducia in se stesso, poiché ha continuamente bisogno di comprovare in modo concreto le sue doti, dimostrando a se stesso di poter fare quella determinata cosa; è un bene che abbia pochi studenti, significa che sono davvero interessati alla sua materia indipendentemente dal fatto che ne siano portati o meno.

Se il sorriso non spariva mai dalle labbra di Indigo a sua volta Tisifone manteneva sempre un’espressione del viso pressoché neutra, quasi distaccata, non perché non desse importanza all’altra o si sentisse superiore a lei, ma semplicemente perché era fatta così. Inoltre dando le spalle al sole non era neanche costretta a schermarsi gli occhi in qualche modo o a esprimere un qualche moto di fastidio. Solo quando una folata di Vento un po’ più consistente delle altre le accarezzò il viso, si ritrovò a chiudere gli occhi, per bearsi di quel contatto tiepido che le regalava un po’ del calore a cui tanto ambiva.

Deve essere stata una studentessa modello all’epoca. Probabilmente una Corvonero, visto il modo che ha di pensare e forse la Divinazione e la Storia della Magia erano tra le sue materie preferite?

Un complimento esplicito questo, almeno dal punto di vista della donna, visto che la Casata di Priscilla Corvonero era famosa per l’intelletto sviluppato e l’amore per lo studio dei suoi appartenenti, dando per scontato, a torto, che Indigo fosse a sua volta una strega, perché mai Lucas avrebbe condotto una babbana qualunque alle porte di Castello, e che avesse studiato a Hogwarts, anche se il nome particolare che aveva poteva tranquillamente celare una nazionalità americana o orientale.

No, affatto. Sono nata in Bulgaria, ma il nome ha poco a che fare con la mia nazionalità... è stata una scelta dei miei genitori, volevano qualcosa di... insolito, credo. Ma credo anche che mi stia benissimo addosso, e mi basta.

Bulgara. Come Demetri. Per un attimo Tisifone si chiese se il padrino potesse conoscere quella giovane o la sua famiglia visto che, dal modo in cui parlava e si poneva, la donna dubitava fortemente che si trattasse di una natababbana o di una mezzosangue. Deduzioni giuste probabilmente e allo stesso tempo errate considerato che Indigo proveniva si da una famiglia purosangue ma non nel senso magico del termine, bensì druido. Inoltre senza un cognome da poter riferire al padrino non vi era molto che la Divinante potesse fare.

A volte i nomi riflettono ciò che il destino ha in serbo per noi – commentò Tisifone, spostando lo sguardo per un attimo dal viso della donna a un punto indefinito sopra la sua spalla. Dall’intensità del suo sguardo poteva quasi sembrare che stesse osservando qualcosa di reale, mentre in realtà si era solo persa dietro alle proprie associazione di idee. Il suo di nome indicava nella Mitologia colei che punisce gli assassini e non aveva lei stessa fatto della sua missione di vita trovare gli assassini dei suoi genitori e vendicarsi? – Presumo che il suo abbia un preciso significato nella sua lingua.

Chiese subito dopo, riportando lo sguardo sul viso di Indigo che vi avrebbe potuto agevolmente scorgere un lampo di curiosità, come se dal significato di quel nome così insolito avrebbe potuto scoprire chissà cosa sulla persona che lo portava, oltre al suo amore per la natura e per gli animali, come denotava il modo con cui si stava rapportando nei confronti di Idra.

Già, è un peccato non poterci parlare, come facciamo tra noi, ogni volta che vogliamo... chissà quante cose potremmo imparare sugli animali, sulla vita e forse anche su noi stessi, se li ascoltassimo un poco di più.

Si era messa comoda Tisifone mentre chiacchieravano, sollevando le gambe e posando la mano destra sul bracciolo sinistro in modo da tenere sollevato il braccio quel tanto che bastava per permetterle di appoggiare il mento sul palmo della mano in una posa di aperta curiosità nei confronti dell’altra, considerando inutile e senza senso farle credere, o almeno provandoci, che quello che si stavano dicendo la lasciasse indifferente. Non le sfuggì quindi [Intuito (P)=26] la nota di ironia che accompagnò l’ultima affermazione della Druida, facendole sollevare il sopracciglio destro in un gesto di incomprensione: stava prendendo in giro lei o forse considerava una perdita di tempo parlare con gli animali? Qualunque fosse il motivo, quell’atteggiamento non piacque per nulla alla Divinante che però preferì non farlo notare più del dovuto e andare avanti nella conversazione, informandosi sul rapporto che esisteva tra la donna e il suo, di famiglio.

Lo vedo ogni sera, quando torno a casa, quindi non posso dire che mi manchi troppo... d'altronde è troppo grosso per poterlo portare sempre con me; e poi, si dice che l'amicizia vera non è schiava del tempo e dello spazio, ed io ci credo fermamente.

La dolcezza che traspariva dal sorriso apparso sul viso di Indigo ammorbidì un po’ il senso di offesa,probabilmente immotivato, che albergava nella donna perché era la stessa dolcezza di cui si colmava i suoi occhi quando parlava di Idra.

Qualsiasi sentimento, quando è vero e puro e disinteressato, è capace di sopravvivere a qualsiasi cosa.

E per quanto avesse cercato di tenere un tono neutro, nella sua voce risuonò una nota di tristezza perché quella frase all’apparenza innocua le costringeva a interrogarsi su un punto che fino a quel momento aveva evitato di affrontare. Lei amava Lucas di un amore puro e sincero e sapeva che mai avrebbe potuto rinunciare a lui, qualsiasi cosa fosse accaduto e che il tempo non sarebbe mai riuscito a cancellare o anche solo a smorzare l’intensità dell’amore che provava. Ma per lui era la stessa cosa? L’amore che lui aveva professato provare per lei era davvero anch’esso puro e vero, capace di superare qualsiasi prova che il destino avesse messo, e che aveva messo, lungo il loro cammino? Non credeva che lui le avesse mentito sulla portata dei suoi sentimenti, ma che forse si era ingannato lui stesso? Interrogativi quelli a cui solo il tempo avrebbe potuto dare una risposta ma che la spinsero a porre a Indigo, o forse a se stessa, la domanda sulla capacità degli uomini di affrontare qualsiasi tragedia possa capitare loro e continuare ad andare avanti.

Gli uomini peccano spesso di arroganza, pensando di essere più forti della natura che li circonda, di poter affrontare tutto e rialzarsi in piedi perché possiedono una mente e dei poteri, che siano magici o meno. Non si rendono conto che la vera forza della natura sta proprio nel non avere poteri particolari, nell'accettare con fermezza il proprio destino. Vivere, morire, rinascere... in luoghi come questo tutto è relativo, perché l'albero che viene abbattuto può risorgere dalle proprie ceneri, ricreare le proprie radici e tornare forte, più di prima; gli uomini questo non hanno ancora imparato a farlo.

Accettare con fermezza il proprio destino. No, questo Tisifone non era disposta a farlo, non se questo voleva dire dover rinunciare a Lucas senza lottare, senza provare a ogni costo a difendere quell’amore che provava per lui, non senza prima avere la prova reale, priva di alcun artificio magico o non, che l’amore che provava per lei era solo un’illusione.

Credo che alcuni abbiano imparato, accettando che l’immortalità risieda nella progenie ed educando i propri figli partendo dai propri errori affinchè non li compiano a loro volta, crescendoli forti nell’animo e non solo nello spirito e lasciandoli liberi di seguire la propria strada.

Fu più un mormorio quello di Tisifone, come una riflessione personale, come se le parole della Druida avessero risvegliato in lei altri interrogativi a cui aveva dato risposta ad alta voce. Un po’ per porre rimedio alla gaffe che aveva appena compiuto un po’ per celare all’altra la sofferenza che il pronunciare la successiva domanda le suscitava, un po’ per trarre forza dal proprio famiglio, Tisifone si chinò in avanti e, tenendo le braccia tese davanti a sé con le dita che sfioravano il terreno, incitò Idra a strisciare verso di lei, in modo da poter raccogliere le sue spire e adagiarsele in grembo. Una volta che il pitone si fu acciambellato su di lei, Tisifone sollevò lo sguardo su Indigo giusto il tempo per porre quella domanda un po’ invadente, per poi riportarlo immediatamente su Idra, come se non fosse realmente interessata alla risposta.

Nulla più di un incontro casuale ma fortuito. Io ed il suo collega di Trasfigurazione, Lucas Turner, abbiamo in programma di andare a cena fuori, e magari di organizzare qualcosa per il weekend. In realtà la seconda parte è solo una mia idea per ora, ma spero che accetti.

Con il capo chino e la mano destra che accarezzava ritmicamente le morbide spire di Idra, la Divinante registrò ogni singola parola uscita dalle labbra sorridenti dell’altra, il cuore che aveva preso a battere all’impazzata per poi bloccarsi di colpo sentendo quali erano i loro progetti, o meglio quelli di Indigo. Le sue mani continuarono a muoversi in automatico e solo Idra avrebbe potuto dire che non vi era sentimento in quel gesto all’apparenza amorevole mentre gli occhi, occultati in parte dalla frangetta, si velavano di rabbia e indignazione. Era così che Turner aveva impiegato il tempo che lei gli aveva concesso per sbollire la rabbia? Rimorchiando un’altra donna? Allora forse aveva sbagliato la sera prima a lasciarlo andare invece che costringerlo a starla ad ascoltare? Quella donna era diventata così importante per lui nel giro di poche ore da invitarla a Hogwarts e a cena e poi addirittura per un weekend? Era solo il comportamento di un uomo ferito o forse la prova che l’amore che provava per lei non era così forte come credevano? Non sarebbe mai riuscita a convincerlo a non andare a cena con Indigo, perché era un uomo d’onore e non sarebbe mai venuto meno alla parola data, ma almeno poteva convincerlo a tornare da lei dopo, ad ascoltare quello che aveva scoperto. E se poi lui fosse partito lo stesso bè, si sarebbe comportata di conseguenza.

Il Professor Turner è un ragazzo piacente e un’ottima compagnia – riuscì a dire dopo poco, la voce atona e gli occhi ancora fissi sulle striature rossastre di idra, come se stesse facendo una riflessione senza importanza, mentre in realtà doveva lottare contro la gola chiusa per poter far uscire ogni singola parola - E io sarò una donna all’antica ma passare un weekend con qualcuno che si conosce appena lo considero un po’ … impegnativo.

E alla fine riuscì a staccare gli occhi dal suo serpente e sollevare il viso in modo da poterli posare sulla figura di Indigo, occhi inespressivi i suoi, come lo erano stati per la maggior parte della conversazione che avevano avuto fino a quel momento, anche se adesso lo sforzo che la donna doveva fare per impedirsi di lasciar trasparire ciò che realmente sentiva era enorme.
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Messaggioda Indigo » 24/05/2013, 22:03

Un plauso alla sua famiglia che è stata capace per tutto questo tempo di tenerla lontano da qualsiasi pericolo.

La mia famiglia? - un sorrisetto ironico si palesò sulle labbra della Druida, mentre il capo veniva smosso un paio di volte in segno di diniego facendo ondeggiare insieme ad esso anche i capelli lunghi ed ondulati - No, non c'entrano niente i miei genitori. Ho fatto tutto da sola.

Spiegò Indigo a Tisifone, evitando di menzionare il fatto che, come Druida, già di suo era solitamente meno portata a considerare pericolose delle situazioni che invece, per umani e maghi comuni, erano tali; un incontro con delle bestie feroci ed aggressive, ad esempio, per lei non era da considerarsi un pericolo visto che era in sintonia con tutte le creature animali esistenti, così come non era per lei un problema ritrovarsi a temperatura altissime o bassissime con indumenti non adatti, poiché non percepiva differenze tra caldo e freddo.
La conversazione procedeva, tranquilla e serena, i pareri che venivano espressi da entrambe le parti in modo educato ma deciso, così da poterli mettere a confronto in modo costruttivo.

La paura solitamente paralizza, impedisce di fare alcunché, anche di prendere una semplice decisione, e questo è più pericoloso di qualsiasi Creatura o Incantesimo ci si possa trovare contro.
D’altra parte però chi non ha paura di nulla tende a essere arrogante e superbo, qualità entrambe che spingono ad essere imprudenti. Probabilmente, come in tutte le cose, la soluzione migliore sta nel mezzo, e quindi approcciarsi agli eventi, soprattutto quelli che non si conoscono, con un po’ di timore che ti costringe a riflettere prima di agire forse è la cosa più saggia da fare.


E' possibile.
E tuttavia non sono totalmente in accordo con lei. Non avere paura credo non significhi necessariamente essere arroganti o sopravvalutare le proprie abilità... a volte significa semplicemente essere cosciente di ciò che si sa fare, e del fatto che con quelle capacità è possibile superare ogni cosa. Questo permette di mantenere il sangue freddo necessario per ragionare, e così arrivare sempre al proprio obiettivo senza difficoltà.


Come per la sua interlocutrice, anche quel commento venne espresso in tutta tranquillità, il sorriso che permaneva sulle labbra della Druida senza sforzo, evidentemente sincero; era persin felice di fare quel tipo di discorso, non avendo spesso la possibilità di confrontarsi con altre persone.
Osservò la donna di fronte a sé chiudere gli occhi per qualche istante, quando il Vento accarezzò con un suo refolo la pelle di entrambe, e quel gesto le fece quasi tenerezza: sembrava ferma, impassibile la sua interlocutrice, eppure Indigo aveva la sensazione - I/SS 32 - che fosse tutta una finzione; perfetta, certo, ma pur sempre una finzione.

Deve essere stata una studentessa modello all’epoca. Probabilmente una Corvonero, visto il modo che ha di pensare e forse la Divinazione e la Storia della Magia erano tra le sue materie preferite?

La ringrazio, ma no. Non ho studiato ad Hogwarts... - un piccolo sorriso divertito le spuntò sulle labbra a quelle parole, andando ad illuminare anche gli occhi - In effetti, sono piuttosto ignorante per ciò che riguarda la cultura magica.

Aggiunse senza problemi né imbarazzo: le serviva a poco conoscere la Trama e ciò che era connesso ad essa, quando il Mana scorreva dentro di lei e le dava vita ad ogni respiro, ad ogni battito del cuore contro il petto. No, era fiera di essere una Druida, era fiera di conoscere la propria cultura e solo quella, per quanto Dominique si fosse premurata, negli anni, di darle qualche infarinatura teorica di tutto ciò che riguardava il mondo magico comune, così da non permettere a nessuno di coglierla impreparata.

A volte i nomi riflettono ciò che il destino ha in serbo per noi...
Presumo che il suo abbia un preciso significato nella sua lingua.


I miei genitori hanno una predilezione per il mare, credo abbiano deciso di chiamarmi così perché l'indigo, come colore, ne richiama la parte più profonda, quella lontano dalla riva... in mezzo al nulla.

Commentò Indigo, alzando leggermente le esili spalle: in realtà i genitori, entrambi Druidi, avevano scelto quel nome in onore di Nettuno, quasi come a chiedergli di proteggere la loro bambina da ogni male, almeno mentre si trovava in Acqua.
Ancora parole, ancora commenti, ancora riflessioni: la ragazza non sapeva quanto tempo fosse trascorso da quando aveva incontrato Tisifone, ma anche adesso, in compagnia, si sentiva bene comunque; e se la donna aveva bisogno di avere Idra vicino a sé, di percepire un contatto con lei, l'altra aveva l'intera Foresta ad abbracciarla, e non si sarebbe potuta sentire meglio di così.

Il Professor Turner è un ragazzo piacente e un’ottima compagnia...
E io sarò una donna all’antica ma passare un weekend con qualcuno che si conosce appena lo considero un po’ … impegnativo.


Qualcosa nel modo di fare di Tisifone - I/P 38 - mise sull'attenti Indigo, come se la donna si stesse sforzando di prendere in considerazione quell'argomento: forse si sbagliava, ma l'intuito - I/SS 32 - di Indigo difficilmente prendeva un abbaglio; ciò nonostante, il sorriso permase sulle labbra della giovane Druida, che annuì e si accinse a rispondere al commento della propria interlocutrice con serenità, la stessa con cui aveva portato avanti l'intera conversazione.

Non posso che confermare, anche se quando l'ho incontrato per caso mi sembrava molto triste. Credo abbia bisogno di un'amica che gli stia accanto, non è un buon periodo per lui... - affermò, parlando con voluta leggerezza, uno stratagemma in realtà per carpire le reazioni dell'altra - Mi ha proposto di fare un giro per Londra e mangiare qualcosa insieme, e in fondo, come ha detto lei, si tratta di una piacevole compagnia, quindi come rifiutare? - sorride radiosa a quelle parole, sicuramente sincera ma anche attenta nell'osservare con la maggiore discrezione possibile la docente di Divinazione di Hogwarts - Per quanto riguarda il weekend, forse sarà impegnativo... ma quando due persone si trovano così in sintonia com'è successo a noi, perché fare i preziosi invece che godersi il momento?

Concluse, posando lo sguardo su di lei come ad attendere una sua conferma.
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Messaggioda Tisifone » 25/05/2013, 15:26

No, non c'entrano niente i miei genitori. Ho fatto tutto da sola.

Quel diniego lasciò perplessa Tisifone, dispiegando davanti a lei un ventaglio di possibilità e domande molto ampio ma che sarebbero destinati a rimanere senza risposta, almeno per quell'occasione. La cosa certa era che la sicurezza che trapelava dal comportamento e dalle parole di Indigo apparivano del tutto reali e la Divinante non riusciva a comprendere se dipendessero da una piena consapevolezza delle proprie capacità o da un sopravvalutare le stesse. La risposta, anche se indirettamente, le giunse poco dopo quando la donna espresse la propria opinione in merito al suo ragionamento sulla via di mezzo tra la spavalderia e la paura.

E' possibile. E tuttavia non sono totalmente in accordo con lei. Non avere paura credo non significhi necessariamente essere arroganti o sopravvalutare le proprie abilità... a volte significa semplicemente essere cosciente di ciò che si sa fare, e del fatto che con quelle capacità è possibile superare ogni cosa. Questo permette di mantenere il sangue freddo necessario per ragionare, e così arrivare sempre al proprio obiettivo senza difficoltà.

Non avendo interesse a controbattere e cercare di convincere l'altra della bontà della propria posizione o delle falle della sua teoria, Tisifone si limitò a scuotere le spalle, la lunga treccia che sobbalzava al di là dello schienale della poltrona, con un'aria pacifica e per nulla risentita, mentre la sua mente indugiava sulla necessità di mantenere il sangue freddo in ogni circostanza. Era uno degli insegnamenti principali di Demetri e qualcosa che era solita fare sempre, e invece l'altra mattina l'aveva perso. Si era lasciata travolgere dal panico e dall'orrore di quello che era accaduto, aveva scorrazzato come un fantasma per il Castello e se Monique non l'avesse intercettata in tempo avrebbe finito per ribaltare tutta Londra, magica e non. Indurì per un attimo lo sguardo e serrò la mascella in un'espressione determinata, per poi rilassare i muscoli e tornare a essere rilassata e molto più serena non solo all'apparenza ma anche dentro di sé. Aveva appena deciso che mai più avrebbe permesso alle sue emozioni di prendere il sopravvento facendole dimenticare chi era. E dato che una parte di lei era un'Insegnante di Hogwarts l'argomento di conversazione cadde, gioco forza, sulla scuola e sulle attitudini di Indigo che, secondo la Divinante, la rendevano una perfetta Corvonero.

La ringrazio, ma no. Non ho studiato ad Hogwarts... In effetti, sono piuttosto ignorante per ciò che riguarda la cultura magica.

Se dalla sua prima affermazione Tisifone aveva ipotizzato che potesse aver studiato in qualche altra scuola magica, come la Musashi o la Cyprus o addirittura aver avuto dei tutori privati, la secondo affermazione la lasciò pressocchè interdetta. Per quanto la sua esperienza con ragazzi che avevano studiato a casa si limitava esclusivamente alla Herbert e a Kenway, la donna aveva riscontrato nella loro preparazione solo delle leggere lacune e inoltre non poteva credere che dei genitori potessero lasciare il proprio figlio all'oscuro della cultura magica. Certo poteva anche essere una natababbana i cui genitori avevano deciso di crescerla secondo la propria cultura, lasciando che ignorasse l'esistenza del Mondo Magico, ma qualcosa [Intuito (S)= 36] nella sicurezza che ostentava, nel modo in cui sedeva tranquilla nella Foresta Proibita a pochi passi da Centauri e una scuola piena di maghi, le fecero scartare subito quella ipotesi. Come conciliare quindi quella sorta di confessione fatta in maniera pacata con la propria visione, limitata ovviamente, del Mondo? Inclinò la testa di lato, aggrottando le sopracciglia e percorse con lo sguardo tutta la figura di Indigo come se la stesse vedendo per la prima volta e in parte era così, visto che adesso aveva la sensazione di trovarsi di fronte una persona completamente diversa da quello che credeva.

Eppure parlando con lei non mi è sembrata una sprovveduta. A cosa é dovuta tale ignoranza?

Si azzardò a chiedere curiosa e forse un po invadente ma non poteva fare altrimenti vista l'impossibilità di darsi da sola una risposta soddisfacente che potesse anche essere veritiera. E adesso agli occhi di Tisifone conoscere il significato del nome della donna assumeva un’altra valenza, come se da esso potesse trarre degli auspici su chi fosse e quale strada avrebbe percorso in futuro, ma non ebbe il tempo di soffermarsi a rifletterci più di tanto perché alla fine le due donne erano giunte ad affrontare l’argomento che la Divinante più desiderava e temeva allo stesso tempo: il rapporto esistente tra la Druida e Lucas. E se il fatto che il loro era stato un incontro casuale - a cui Tisifone stentava a credere -non le fece piacere, perché le faceva balenare alla mente immagini di Lucas intento a rimorchiare o a farsi rimorchiare, lo scoprire che avevano in programma una cena e forse anche un weekend da passare insieme le fece avvertire una fitta dolorosa all’altezza del cuore tale da mozzarle il respiro. Continuando ad accarezzare Idra, la Divinante cercò di calmare il tumulto del suo cuore e recuperare il sangue freddo di cui tanto andava fiera e, con una vena masochista, continuò quella conversazione con lo stesso tono leggero e noncurante con cui avevano affrontato altri argomenti prima di quello.

Non posso che confermare, anche se quando l'ho incontrato per caso mi sembrava molto triste. Credo abbia bisogno di un'amica che gli stia accanto, non è un buon periodo per lui...

Quando il Fato ci volta le spalle tutti abbiamo bisogno di un sostegno sincero e disinteressato che ci aiuti a ritrovare la lucidità necessaria per ascoltare la verità.

Commentò Tisifone seria, gli occhi blu fissi in quelli color nocciola di Indigo. Non un fremito nella voce o un barlume nello sguardo diverso dalla curiosità mostrata fino a quel momento per alcuni aspetti che riguardavano la ragazza. Anche la posa era rilassata, con la mano sinistra che penzolava dal bracciolo su cui era appoggiata, di lato, e quella destra immersa nelle spire di Idra. Non negò il fatto che era un brutto periodo per l'uomo né approfondì le motivazioni che lo avevano generato, lasciando supporre all'altra che essendo colleghi sapeva qualcosa ma non reputava educato parlarne con una sconosciuta e alle spalle del diretto interessato. Una calma quasi atarassica la pervadeva perché si era accesa in lei la flebile speranza che l'altra potesse rappresentare per Lucas quello che Monique aveva rappresentato per lei: una persona esterna che scacciasse la rabbia e gli restituisse la lucidità di cui aveva bisogno per poterla stare ad ascoltare. Forse si stava illudendo, ma quella illusione era l'unica cosa che in quel momento le permetteva di sentirsi, e quindi di apparire in tutta sincerità, calma e serafica.

Mi ha proposto di fare un giro per Londra e mangiare qualcosa insieme, e in fondo, come ha detto lei, si tratta di una piacevole compagnia, quindi come rifiutare? Per quanto riguarda il weekend, forse sarà impegnativo... ma quando due persone si trovano così in sintonia com'è successo a noi, perché fare i preziosi invece che godersi il momento!?

Sintonia. Godersi il momento. Parole che si abbatterono sulla corazza di Tisifone con la forza di una Bombarda Maxima, facendola tremare ma senza incrinarla. Socchiuse per un attimo gli occhi per proteggerli dal riverbero del sole che, seguendo il suo corso naturale, aveva cambiato di poco la sua posizione in cielo sfiorando con i suoi raggi il viso della Divinante e il suo abito che per un paio di istanti sembrò brillare a causa delle perline e degli specchietti che lo adornavano. Avrebbe potuto usare una mano per schermarsi il viso ma questo avrebbe rovinato la sensazione di benessere che le formicolava sulla pelle con il calore del sole. Poteva essere figlia della Trama ma questo non le impediva di godere di quei piccoli doni che la natura elargiva loro.

Momento. Che lasso temporale ambiguo, non trova? - commentò, non appena una nuvola bianca intercettò i raggi del sole permettendole di guardare di nuovo negli occhi Indigo. -É così breve e sfuggevole da trasmettere la sensazione che sarebbe da stolti non coglierlo, eppure spesso cedervi può risultare fatale.

Una parte di lei avrebbe voluto affermare che non c'erano momenti da cogliere perchè loro si appartenevano e non c'era spazio per nessun altro, ma la fiducia che aveva in Lucas mista alla speranza che bruciava flebile in lei misero a tacere la parte impulsiva della Divinante, dandole la capacità di parlare con voce sinceramente pacata che lasciava trapelare solo un velo di curiosità verso l'opinione dell'altra e di stanchezza che poteva benissimo derivare dal mancamento di prima.
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Messaggioda Indigo » 25/05/2013, 23:18

Sapeva di averla confusa con le proprie parole, ed era proprio questo il bello, per Indigo: le aveva fatto chiaramente intendere non solo di non aver frequentato Hogwarts, ma anche di non aver studiato in alcuna scuola magica, affermando di conoscere poco e niente della cultura dei maghi delle streghe comuni; ma allora come si spiegava Tisifone la sua naturalezza e l'agio palese col quale si trovava lì?

Eppure parlando con lei non mi è sembrata una sprovveduta. A cosa é dovuta tale ignoranza?

Non se lo spiegava, evidentemente, e quella ne era la prova palese: alla Druida veniva da ridere, non per schernire la donna che aveva di fronte, naturalmente, ma solo perché la situazione era alquanto surreale e trasmetteva una sensazione d'ilarità molto forte, e tuttavia non fece nulla del genere, limitandosi a sorridere gentilmente e permettendo solo agli occhi di brillare con un'intensità maggiore rispetto a prima, anche se sarebbe stato difficile cogliere quel particolare col Sole che le baciava il viso, lasciando solo ogni tanto spazio alle nuvole bianche e vaporose che insieme a lui governavano il cielo. Non rispose subito alla domanda della docente di Hogwarts, prendendosi il tuo tempo visto che era lei quella con la bacchetta, in via del tutto metaforica ovviamente, dalla parte del manico, ravviandosi prima i capelli dietro le orecchie e smuovendo un poco le gambe dalla loro posizione statica per non farle addormentare; solo dopo si permise di sorridere serena e divertita, quello sempre, verso la propria interlocutrice, un'espressione di gentilezza perenne sul suo volto privo di qualsivoglia imperfezione.

Non per essere maleducata, professoressa Samyliak, ma questi sono dettagli personali riguardanti la mia vita che, se non le dispiace, preferirei tenere per me.

Era piuttosto sicura che all'altra dispiacesse e come, ma non poteva certo costringerla a parlare, a palesare la propria natura contro la sua volontà; no, Tisifone avrebbe dovuto frenare la sua curiosità senza poter dire altro, al massimo porle altre educate domande per spingerla ad aprirsi e sperare che ciò avvenisse.
Il discorso, comunque, si spostò piuttosto velocemente su un collega della donna, Lucas Turner, la persona che Indigo stava aspettando e che, a quanto sembrava, l'interlocutrice della Druida conosceva bene.

Quando il Fato ci volta le spalle tutti abbiamo bisogno di un sostegno sincero e disinteressato che ci aiuti a ritrovare la lucidità necessaria per ascoltare la verità.

Sono d'accordo… anche se a volte non è la verità che ci rifiutiamo di sentire, quanto la voce che la esprime, non crede?

Domandò Indigo con noncuranza voluta, come se per lei quello fosse un argomento di conversazione come qualsiasi altro: la verità era che, nonostante l'ostentazione di indifferenza ed impassibilità da parte dell'altra, la Druida aveva intuito - I/P 38 - che ci fosse ben altro dietro, e questo la portava nella condizione di domandarsi cosa fosse questo qualcosa: era lei la donna che aveva reso Turner così triste quando l'aveva conosciuto, o forse una sua amica intima?
Tisifone parlava di verità, ma la ragazza era piuttosto convinta che al docente di Trasfigurazione servisse semplicemente tagliare i ponti col passato, con le sofferenze patite e con chi le aveva procurate.

Se parla di Fato, immagino sarà d'accordo con me che esista un Destino per ciascuno di noi, un Destino che sicuramente abbiamo la possibilità di cambiare con le nostre scelte, nel corso della vita, ma che fa accadere determinate cose per un motivo - riprese dopo un po' Indigo, la voce leggera di chi stava semplicemente chiacchierando di un argomento qualunque, senza doppi fini o altro - Stando così le cose, viene da chiedersi se ciò che il Fato ha lasciato accadere sia davvero un voltarci le spalle, o piuttosto un modo per farci imboccare una via migliore della precedente.

Aggiunse la giovane, sbattendo le palpebre un paio di volte così da dare un minimo di sollievo agli occhi, perennemente soggetti alla luce del Sole che brillava sopra le teste di entrambe: il tono non era mutato dall'inizio di quella conversazione, sempre cortese, sempre gentile, sempre rispettoso della sua interlocutrice, che però ora Indigo studiava con un'attenzione sicuramente maggiore rispetto a prima, ed una curiosità che la portò poco dopo, mentre l'altra parlava, ad inclinare leggermente il capo verso di lei, come a volerla ascoltare meglio nelle sue affermazioni.

Momento. Che lasso temporale ambiguo, non trova? É così breve e sfuggevole da trasmettere la sensazione che sarebbe da stolti non coglierlo, eppure spesso cedervi può risultare fatale.

Ho una percezione del tempo tutta mia, indi per cui non credo di poter essere d'accordo con lei, o almeno non del tutto.

Replicò la Druida, facendo anche un piccolo cenno col capo verso Tisifone a quelle parole, come se si stesse scusando con lei per quell'affermazione contraria a quella dell'altra.

Per quanto mi riguarda, sono piuttosto convinta che chi si ferma a pensare sia perduto. Un momento, che duri un istante o una vita intera, è sempre e comunque unico nel suo genere, ed è prezioso proprio per questo, perciò fermarsi ad analizzarlo, a stilare la lista del perché sarebbe meglio lasciarsi andare ad esso, è una semplice perdita di tempo: cogliere l'attimo, viverlo come se fosse l'ultimo, togliersi ogni sfizio, ogni capriccio per non avere rimpianti ma al massimo rimorsi, così dovrebbe essere vissuta la vita secondo una mia personale visione, perché ce n'è una ed una sola.

E che la sua durasse più di quella della donna era del tutto indifferente, nell'ottica della Druida, perché sempre di una singola vita si parlava.

Ma non pretendo certo di avere ragione, forse il mio pensiero è semplicemente dettato dall'inesperienza.

Aggiunse Indigo, incurvando le labbra in un sorriso più dolce, quasi imbarazzato, mettendo in mostra i denti bianchi e regolari in quel gesto; lontano da loro, il campanile di Hogwarts iniziò a far riecheggiare ovunque i suoi rintocchi, Foresta Proibita compresa, il che poteva voler dire una sola cosa… Lucas Turner sarebbe comparso presto.
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