Re: Ingresso Foresta
Inviato: 26/05/2013, 18:04
Non per essere maleducata, professoressa Samyliak, ma questi sono dettagli personali riguardanti la mia vita che, se non le dispiace, preferirei tenere per me.
Non aveva bisogno di guardarla negli occhi, cosa che in ogni caso il sole le impediva di fare, per sapere che Indigo si stava prendendo gioco di lei e della sua ignoranza. Le bastava affidarsi al suo intuito [Intuito (S)=36] per rendersene conto e leggere nel suo tono di voce, oltre che nelle parole, una ilarità strafottente e questo la irritò non poco, molto più che il non aver ricevuto una risposta, acuendo la sensazione che tutti quei sorrisi e quella gentilezza non fossero nient’altro che una maschera costruita ad arte, un po’ come la sua. Ma mentre Tisifone tendeva a tenere alla larga le persone, Indigo con quel suo modo di fare da santarellina di sicuro otteneva l’effetto opposto, spingendo gli altri a fidarsi di lei e darle così la possibilità di pugnalarli alle spalle con tutto comodo.
Forse dovrei cambiare anch’io strategia…
Si disse Tisifone, scrollando le spalle con aria di noncuranza che sarebbe potuta essere scambiata per superiorità come risposta a quelle parole di scherno. Non le interessava approfondire l'argomento perché aveva, o forse solo credeva di avere, altri modi per scoprire chi fosse realmente Indigo, visto che ormai il dubbio che non fosse una strega normale si era insinuato in lei. Sapeva che maghi e streghe non erano gli unici detentori della magia, anche se la donna seduta davanti a lei non aveva l'aria né di un Elfo né tantomeno di un Centauro, ma nulla le impediva di fare qualche ricerca presso la Biblioteca di Hogwarts, caso mai supportata dalla cugina, né di rispolverare la sua vecchia sfera. In ogni caso quello di certo non era il momento più adatto per soffermarsi su certi dettagli visto che, maga, babbana o Elfa, quello che interessava a Tisifone era il rapporto che la legava a Lucas. E fu proprio di lui che le due donne iniziarono a parlare, di come si sentiva e di cosa fosse meglio fare. E per quanto il discorso sembrasse essere generale, la Divinante iniziava ad avere la sensazione che entrambe parlassero di qualcosa di concreto. Per la prima volta da quando aveva incontrato Indigo, Tisifone si chiese fino a che punto Turner si fosse confidato con quella donna.
Sono d'accordo… anche se a volte non è la verità che ci rifiutiamo di sentire, quanto la voce che la esprime, non crede?
Aveva colpito nel segno, la Druida, e questo non fece che alimentare il dubbio di Tisifone che sapesse molto più di quello che dava a intendere, incrementando di pari passo la sua rabbia e il suo odio che però, adesso, sembravano avere un obiettivo ben preciso su cui scaricarsi. Ma non poteva fare o dire nulla di avventato, non con la probabilità che Lucas giungesse lì da un momento all’altro e travisasse il suo comportamento, perdendo così l’occasione di poter parlare con lui, forse, civilmente. Quel pensiero ne portò un altro, di pari importanza, e cioè se avesse senso o meno continuare quella pantomima quando non appena Indigo avesse notato il modo con cui il docente di Trasfigurazione la guardava – sempre ammesso che nel suo sguardo ci fosse stato ancora solo rabbia e delusione e non anche qualcosa di peggio, come distacco o rassegnazione – si sarebbe resa immediatamente conto che era lei la causa del dolore che tanto affliggeva l’uomo.
La voce è solo un tramite, un mezzo che la verità ha per palesarsi a noi. – si risolse a dire alla fine, spostando lo sguardo da Indigo a un punto al di sopra della sua spalla, un po’ per via del Sole che la costringeva a sbattere le ciglia e le rendeva difficoltoso mantenere fissi gli occhi davanti a sé, un po’ perché si stava perdendo di nuovo nella sua mente – Ma mentre la verità è unica e assoluta, i mezzi invece posso essere tanti. Se tutti ci sono invisi allora forse è la verità quella che temiamo e non vogliamo conoscere.
E di persone che potevano spiegare a Lucas che il suo non era stato un tradimento reale, pianificato e voluto con il cuore, erano tante, se solo lui avesse voluto ascoltarle.
Se parla di Fato, immagino sarà d'accordo con me che esista un Destino per ciascuno di noi, un Destino che sicuramente abbiamo la possibilità di cambiare con le nostre scelte, nel corso della vita, ma che fa accadere determinate cose per un motivo. Stando così le cose, viene da chiedersi se ciò che il Fato ha lasciato accadere sia davvero un voltarci le spalle, o piuttosto un modo per farci imboccare una via migliore della precedente.
Fato. Destino. Tutti concetti con cui Tisifone aveva a che fare fin da piccola e che conosceva molto approfonditamente, più delle persone normali a causa del suo dono. Sapeva quanto potesse essere infingardo il Fato e volubile, capace di ingarbugliare i fili del Destino delle persone per un proprio capriccio e stare poi a guardare come essi vengono dipanati. Ma sapeva anche che non era intoccabile, che poteva essere a sua volta manipolato e raggirato, e in tal caso non c’era più alcun segno premonitore in quello che accadeva, ma solo l’espressione del volere umano.
Viviamo in un Mondo in cui le persone possono spostarsi da un luogo a un altro semplicemente focalizzando la propria attenzione su un punto, popolato da Creature che per le credenze comuni non dovrebbero esistere... - e pensando a Mezzo Draghi e Draghi enormi senza ali, non parlava solo di credenze babbane- Crede davvero che il Fato non possa essere manipolato affinchè faccia accadere ciò che è più comodo accada? E quando non si è più padroni del proprio Destino, quando la strada che si percorre non è più quella che il Fato ha scelto per lei ma è stata disegnata dai desideri di qualcun altro, crede davvero che la via che le si vuol far imboccare sia migliore della precedente? O forse non è solo un modo per indurla alla perdizione?
Aveva parlato in maniera pacata, anche se nel silenzio che circondava sempre la Foresta Proibita le loro voci riecheggiavano cristalline, come se l’argomento non la toccasse intimamente, perdendo però forse quell’aurea di distacco e di generalità che la conversazione aveva tenuto fino a quel momento. Che l’altra pensasse pure quello che voleva, che fosse un’amica intima di Lucas che si preoccupava per lui, o la donna che lo aveva ferito, poco le importava, considerato che da lì a poco in ogni caso avrebbe scoperto la verità. Quello che aveva necessità di fare, in quel momento, era poter esprimere il proprio punto di vista sull’argomento liberamente, senza alcuna costrizione, e se una piccola parte di sé sperava di essere compresa, per il resto Tisifone sapeva che le sue sarebbero state solo parole gettate al vento. Da quel poco che si erano dette, aveva intuito [Intuto (P)=26] che Indigo provava un interesse nei confronti di Lucas e quindi a lei poteva solo fare comodo che il ragazzo non l’ascoltasse e credesse davvero che il tradimento, per quanto non voluto, fosse un segno del Destino per spingerlo a prendere una strada migliore. Sospirò, stanca, come se invece che chiacchierare stesse duellando e in parte era così, perché stava combattendo per il suo amore, sperava solo di non essere l’unica a combattere per quel motivo.
Ho una percezione del tempo tutta mia, indi per cui non credo di poter essere d'accordo con lei, o almeno non del tutto. Per quanto mi riguarda, sono piuttosto convinta che chi si ferma a pensare sia perduto. Un momento, che duri un istante o una vita intera, è sempre e comunque unico nel suo genere, ed è prezioso proprio per questo, perciò fermarsi ad analizzarlo, a stilare la lista del perché sarebbe meglio lasciarsi andare ad esso, è una semplice perdita di tempo: cogliere l'attimo, viverlo come se fosse l'ultimo, togliersi ogni sfizio, ogni capriccio per non avere rimpianti ma al massimo rimorsi, così dovrebbe essere vissuta la vita secondo una mia personale visione, perché ce n'è una ed una sola. Ma non pretendo certo di avere ragione, forse il mio pensiero è semplicemente dettato dall'inesperienza.
Ascoltò attentamente le parole dell’altra, chiedendosi distrattamente se l’avere una percezione del tempo sui generis potesse essere o meno un altro indizio sul suo non essere una maga normale, e un sorriso lieve comparve sul viso di Tisifone, ammorbidendone i tratti ma senza scoprirne i denti, perché secondo una vecchia tradizione russa quello era un gesto di minaccia inequivocabile. Attese che i rintocchi della Torre dell’Orologio terminassero di risuonare per tutta la vallata, mentre i pensieri vorticavano confusi nella sua mente, per poi umettarsi le labbra e sciogliere l’abbraccio in cui aveva costretto Idra, lasciandola libera di muoversi lungo il suo corpo e il divano su cui era seduta come meglio credeva.
Forse l’esperienza può portare a mutare leggermente il proprio modo di fare, ma difficilmente agisce in maniera talmente radicata da ribaltare quella che mi sembra essere una filosofia di vita – esordì quindi, facendo scivolare le gambe a terra e sollevandole leggermente, agitando i piedi in avanti e indietro come spesso aveva visto fare ai suoi studenti quando li accoglieva nei suoi alloggi su alla Torre, per poi sollevarle nuovamente e assumere quella che per lei era una posizione molto comoda. Un modo per sgranchire i muscoli e anche per prendere tempo, per permettere alla propria mente di continuare a vagare dove meglio credeva – Sa, credo che quello che abbia appena posto è uno dei dilemmi esistenziali che affligge l'uomo in quanto tale da secoli. Meglio vivere con il rimpianto di non aver colto l'attimo o con il rimorso di averlo fatto? Lei sembra guardare all'attimo, io do più importanza al tutto. Certo la vita é costituita da attimi, ma non tutti ci pongono di fronte a una scelta, anzi molti di essi finiamo per subirli perché conseguenze di decisioni prese precedentemente. – e spesso quelle decisioni erano state prese da altri, aggiunse tra sé con una punta di rabbia, pur continuando a parlare con la pacatezza che l’aveva contraddistinta fino a quel momento .- E rapportati a una vita intera entrambi i casi si traducano in una infelicità di fondo con cui convivere in eterno perché indietro non é dato tornare. E allora le chiedo cosa preferisce, una vita serena offuscata da un attimo di malinconia per qualcosa che avrebbe potuto fare o una vita spesa a rincorrere attimi che sembrano preziosi ma che non le lasciano nulla, con il rimorso di aver perso qualcosa d'importante lungo la strada? Personalmente preferiscono tendere a vivere una vita serena quindi a effettuare le mie scelte su basi sicure, nel tentativo di evitare gli uni e gli altri, e fino a quando ho potuto disporre della mia vita in libertà non me ne sono mai dovuta pentire.
E lo sguardo si perse lontano, oltre Hogwarts, oltre la Scozia, per focalizzarsi a Londra, nel Ministero della Magia e poi oltre, verso una palazzina all’apparenza anonima in cui aveva vissuto reclusa per anni, e dove probabilmente Arthur Kittys conduceva ancora la sua inutile vita disponendo liberamente di quella degli altri.
Non aveva bisogno di guardarla negli occhi, cosa che in ogni caso il sole le impediva di fare, per sapere che Indigo si stava prendendo gioco di lei e della sua ignoranza. Le bastava affidarsi al suo intuito [Intuito (S)=36] per rendersene conto e leggere nel suo tono di voce, oltre che nelle parole, una ilarità strafottente e questo la irritò non poco, molto più che il non aver ricevuto una risposta, acuendo la sensazione che tutti quei sorrisi e quella gentilezza non fossero nient’altro che una maschera costruita ad arte, un po’ come la sua. Ma mentre Tisifone tendeva a tenere alla larga le persone, Indigo con quel suo modo di fare da santarellina di sicuro otteneva l’effetto opposto, spingendo gli altri a fidarsi di lei e darle così la possibilità di pugnalarli alle spalle con tutto comodo.
Forse dovrei cambiare anch’io strategia…
Si disse Tisifone, scrollando le spalle con aria di noncuranza che sarebbe potuta essere scambiata per superiorità come risposta a quelle parole di scherno. Non le interessava approfondire l'argomento perché aveva, o forse solo credeva di avere, altri modi per scoprire chi fosse realmente Indigo, visto che ormai il dubbio che non fosse una strega normale si era insinuato in lei. Sapeva che maghi e streghe non erano gli unici detentori della magia, anche se la donna seduta davanti a lei non aveva l'aria né di un Elfo né tantomeno di un Centauro, ma nulla le impediva di fare qualche ricerca presso la Biblioteca di Hogwarts, caso mai supportata dalla cugina, né di rispolverare la sua vecchia sfera. In ogni caso quello di certo non era il momento più adatto per soffermarsi su certi dettagli visto che, maga, babbana o Elfa, quello che interessava a Tisifone era il rapporto che la legava a Lucas. E fu proprio di lui che le due donne iniziarono a parlare, di come si sentiva e di cosa fosse meglio fare. E per quanto il discorso sembrasse essere generale, la Divinante iniziava ad avere la sensazione che entrambe parlassero di qualcosa di concreto. Per la prima volta da quando aveva incontrato Indigo, Tisifone si chiese fino a che punto Turner si fosse confidato con quella donna.
Sono d'accordo… anche se a volte non è la verità che ci rifiutiamo di sentire, quanto la voce che la esprime, non crede?
Aveva colpito nel segno, la Druida, e questo non fece che alimentare il dubbio di Tisifone che sapesse molto più di quello che dava a intendere, incrementando di pari passo la sua rabbia e il suo odio che però, adesso, sembravano avere un obiettivo ben preciso su cui scaricarsi. Ma non poteva fare o dire nulla di avventato, non con la probabilità che Lucas giungesse lì da un momento all’altro e travisasse il suo comportamento, perdendo così l’occasione di poter parlare con lui, forse, civilmente. Quel pensiero ne portò un altro, di pari importanza, e cioè se avesse senso o meno continuare quella pantomima quando non appena Indigo avesse notato il modo con cui il docente di Trasfigurazione la guardava – sempre ammesso che nel suo sguardo ci fosse stato ancora solo rabbia e delusione e non anche qualcosa di peggio, come distacco o rassegnazione – si sarebbe resa immediatamente conto che era lei la causa del dolore che tanto affliggeva l’uomo.
La voce è solo un tramite, un mezzo che la verità ha per palesarsi a noi. – si risolse a dire alla fine, spostando lo sguardo da Indigo a un punto al di sopra della sua spalla, un po’ per via del Sole che la costringeva a sbattere le ciglia e le rendeva difficoltoso mantenere fissi gli occhi davanti a sé, un po’ perché si stava perdendo di nuovo nella sua mente – Ma mentre la verità è unica e assoluta, i mezzi invece posso essere tanti. Se tutti ci sono invisi allora forse è la verità quella che temiamo e non vogliamo conoscere.
E di persone che potevano spiegare a Lucas che il suo non era stato un tradimento reale, pianificato e voluto con il cuore, erano tante, se solo lui avesse voluto ascoltarle.
Se parla di Fato, immagino sarà d'accordo con me che esista un Destino per ciascuno di noi, un Destino che sicuramente abbiamo la possibilità di cambiare con le nostre scelte, nel corso della vita, ma che fa accadere determinate cose per un motivo. Stando così le cose, viene da chiedersi se ciò che il Fato ha lasciato accadere sia davvero un voltarci le spalle, o piuttosto un modo per farci imboccare una via migliore della precedente.
Fato. Destino. Tutti concetti con cui Tisifone aveva a che fare fin da piccola e che conosceva molto approfonditamente, più delle persone normali a causa del suo dono. Sapeva quanto potesse essere infingardo il Fato e volubile, capace di ingarbugliare i fili del Destino delle persone per un proprio capriccio e stare poi a guardare come essi vengono dipanati. Ma sapeva anche che non era intoccabile, che poteva essere a sua volta manipolato e raggirato, e in tal caso non c’era più alcun segno premonitore in quello che accadeva, ma solo l’espressione del volere umano.
Viviamo in un Mondo in cui le persone possono spostarsi da un luogo a un altro semplicemente focalizzando la propria attenzione su un punto, popolato da Creature che per le credenze comuni non dovrebbero esistere... - e pensando a Mezzo Draghi e Draghi enormi senza ali, non parlava solo di credenze babbane- Crede davvero che il Fato non possa essere manipolato affinchè faccia accadere ciò che è più comodo accada? E quando non si è più padroni del proprio Destino, quando la strada che si percorre non è più quella che il Fato ha scelto per lei ma è stata disegnata dai desideri di qualcun altro, crede davvero che la via che le si vuol far imboccare sia migliore della precedente? O forse non è solo un modo per indurla alla perdizione?
Aveva parlato in maniera pacata, anche se nel silenzio che circondava sempre la Foresta Proibita le loro voci riecheggiavano cristalline, come se l’argomento non la toccasse intimamente, perdendo però forse quell’aurea di distacco e di generalità che la conversazione aveva tenuto fino a quel momento. Che l’altra pensasse pure quello che voleva, che fosse un’amica intima di Lucas che si preoccupava per lui, o la donna che lo aveva ferito, poco le importava, considerato che da lì a poco in ogni caso avrebbe scoperto la verità. Quello che aveva necessità di fare, in quel momento, era poter esprimere il proprio punto di vista sull’argomento liberamente, senza alcuna costrizione, e se una piccola parte di sé sperava di essere compresa, per il resto Tisifone sapeva che le sue sarebbero state solo parole gettate al vento. Da quel poco che si erano dette, aveva intuito [Intuto (P)=26] che Indigo provava un interesse nei confronti di Lucas e quindi a lei poteva solo fare comodo che il ragazzo non l’ascoltasse e credesse davvero che il tradimento, per quanto non voluto, fosse un segno del Destino per spingerlo a prendere una strada migliore. Sospirò, stanca, come se invece che chiacchierare stesse duellando e in parte era così, perché stava combattendo per il suo amore, sperava solo di non essere l’unica a combattere per quel motivo.
Ho una percezione del tempo tutta mia, indi per cui non credo di poter essere d'accordo con lei, o almeno non del tutto. Per quanto mi riguarda, sono piuttosto convinta che chi si ferma a pensare sia perduto. Un momento, che duri un istante o una vita intera, è sempre e comunque unico nel suo genere, ed è prezioso proprio per questo, perciò fermarsi ad analizzarlo, a stilare la lista del perché sarebbe meglio lasciarsi andare ad esso, è una semplice perdita di tempo: cogliere l'attimo, viverlo come se fosse l'ultimo, togliersi ogni sfizio, ogni capriccio per non avere rimpianti ma al massimo rimorsi, così dovrebbe essere vissuta la vita secondo una mia personale visione, perché ce n'è una ed una sola. Ma non pretendo certo di avere ragione, forse il mio pensiero è semplicemente dettato dall'inesperienza.
Ascoltò attentamente le parole dell’altra, chiedendosi distrattamente se l’avere una percezione del tempo sui generis potesse essere o meno un altro indizio sul suo non essere una maga normale, e un sorriso lieve comparve sul viso di Tisifone, ammorbidendone i tratti ma senza scoprirne i denti, perché secondo una vecchia tradizione russa quello era un gesto di minaccia inequivocabile. Attese che i rintocchi della Torre dell’Orologio terminassero di risuonare per tutta la vallata, mentre i pensieri vorticavano confusi nella sua mente, per poi umettarsi le labbra e sciogliere l’abbraccio in cui aveva costretto Idra, lasciandola libera di muoversi lungo il suo corpo e il divano su cui era seduta come meglio credeva.
Forse l’esperienza può portare a mutare leggermente il proprio modo di fare, ma difficilmente agisce in maniera talmente radicata da ribaltare quella che mi sembra essere una filosofia di vita – esordì quindi, facendo scivolare le gambe a terra e sollevandole leggermente, agitando i piedi in avanti e indietro come spesso aveva visto fare ai suoi studenti quando li accoglieva nei suoi alloggi su alla Torre, per poi sollevarle nuovamente e assumere quella che per lei era una posizione molto comoda. Un modo per sgranchire i muscoli e anche per prendere tempo, per permettere alla propria mente di continuare a vagare dove meglio credeva – Sa, credo che quello che abbia appena posto è uno dei dilemmi esistenziali che affligge l'uomo in quanto tale da secoli. Meglio vivere con il rimpianto di non aver colto l'attimo o con il rimorso di averlo fatto? Lei sembra guardare all'attimo, io do più importanza al tutto. Certo la vita é costituita da attimi, ma non tutti ci pongono di fronte a una scelta, anzi molti di essi finiamo per subirli perché conseguenze di decisioni prese precedentemente. – e spesso quelle decisioni erano state prese da altri, aggiunse tra sé con una punta di rabbia, pur continuando a parlare con la pacatezza che l’aveva contraddistinta fino a quel momento .- E rapportati a una vita intera entrambi i casi si traducano in una infelicità di fondo con cui convivere in eterno perché indietro non é dato tornare. E allora le chiedo cosa preferisce, una vita serena offuscata da un attimo di malinconia per qualcosa che avrebbe potuto fare o una vita spesa a rincorrere attimi che sembrano preziosi ma che non le lasciano nulla, con il rimorso di aver perso qualcosa d'importante lungo la strada? Personalmente preferiscono tendere a vivere una vita serena quindi a effettuare le mie scelte su basi sicure, nel tentativo di evitare gli uni e gli altri, e fino a quando ho potuto disporre della mia vita in libertà non me ne sono mai dovuta pentire.
E lo sguardo si perse lontano, oltre Hogwarts, oltre la Scozia, per focalizzarsi a Londra, nel Ministero della Magia e poi oltre, verso una palazzina all’apparenza anonima in cui aveva vissuto reclusa per anni, e dove probabilmente Arthur Kittys conduceva ancora la sua inutile vita disponendo liberamente di quella degli altri.