Re: Bagno Prefetti
Inviato: 07/09/2013, 23:44
[newsgoth]
Un sussurro che fu più un gemito soffuso, un richiamo eccitato e una supplica degli ormoni e del corpo allo stesso tempo.
Quando il ragazzo udì una voce della compagna tanto roca, candidamente sporca e su di giri, ebbe un momentaneo calo di concentrazione.
Anche lui era eccitato ad averla vicino e quel bacio aveva ulteriormente contribuito a dargli le stesse sensazioni che provava normalmente un qualunque ragazzo della sua età, ma sentirla così, in quella maniera, strusciarsi su di lui, seppur accidentalmente, lo fece deglutire e respirare più forte, smuovendo qualcosa nel basso ventre, che probabilmente lei avrebbe riconosciuto senza molti problemi.
Non apparve comunque dispiaciuto o imbarazzato, Zephyr, anzi, teneva la situazione sotto controllo, reputando quello un complimento automatico nei confronti del bellissimo e sensuale aspetto della colombiana, la quale non pensava, erroneamente, di poter risultare un oggetto del desiderio per un maschio come lui, ed invece, come poteva sentire sotto di se, il desiderio era forte eccome.
Incertezza, questo si leggeva negli occhi di lei, la quale forse voleva dire molto di più, far presente una sua volontà, ma forse non era facile, non in un contesto simile, non in un contesto nuovo come quello, non con quegli occhi rossi che la fissavano come fosse l'unica cosa esistente al mondo.
Forse anche per complicare più le cose, ma più per un bisogno personale, Kenway le diede altri baci sul collo e sulla clavicola, solleticandole la pelle con quell'iniziale accenno di barba bionda che adornava il suo mento e il contorno delle labbra.
E chi se lo aspettava dalla piccola, innocente e timidissima Jiménez? Non lui, forse proprio nessuno, ed invece, era molto più sveglia di quel che sembrava. Fu un impeto improvviso e Kenway non ci pensò un solo secondo a non sottrarcisi, lasciandosi catturare le labbra per baciarla di nuovo.
Quello che non aveva calcolato però, era che l'intenzione di Ariel fosse utilizzare anche la lingua.
Un colpo forte per i suoi nervi saldi, i quali cercavano di aiutarlo a non lasciarsi andare, soprattutto perché non sapeva cosa sarebbe potuto succedere se avesse perso il controllo su sé stesso e sul suo corpo, ma doveva ammettere che la ragazza lo stava colpendo nei punti giusti, probabilmente senza nemmeno saperlo. La destra del Corvonero raggiunse la natica corrispondente della ragazza e spinse in avanti per avvicinarla a sé e si, anche per sfiorarle il di dietro, perché dannazione anche se un tempo era sovrappeso, adesso non c'era nulla in lei che non fosse sodo e tonico. Di riflesso la Grifondoro strinse le gambe strusciando ulteriormente con la coscia sul cavallo dei pantaloni dell'innamorato, cavallo già fin troppo agitato di suo e adesso divenuto simile ad una specie di "collinetta".
Per quanto egli sentisse una ingenua dolcezza in quel gesto, ovvio che aggiungesse anche una inconsapevole passione e voglia non indifferenti.
Schiuse le labbra e carezzò con la lingua quella della colombiana, prendendo a scambiarsi saliva e calore, respirando eccitato e stringendo poco di più la mano sulla natica, sentendo la robustezza muscolare di quella zona appena proibita e perfetta.
Sincero completamente, con una voce anch'essa bassa, graffiante, virile e quasi peccaminosa, aggressiva.
La mancina scorreva lungo tutto il corpo, sul fianco, sul ventre, risalendo e sfiorando un secondo la curva del seno, poi al collo e alla guancia.
Discese prendendo la sua, portandola fino alle proprie labbra per baciarla sul dorso, il polso, poi l'avambraccio, coprendola di baci bollenti.
Guardandola negli occhi ancora una volta le intimò con lo sguardo di scendere nuovamente, perché voleva ripetere e replicare il bacio, ma questa volta forse da parte di entrambi ci fu la volontà di far sgusciare immediatamente la lingua, ed il terzo bacio fu totalmente adulto, senza intoppi, senza timori di comportarsi male o secondo le aspettative altrui, con maggiore naturalezza ed un erotismo insito automatico.
Lei scorreva con la destra tra i suoi capelli e lui faceva lo stesso, vincolati l'uno a l'altra senza la minima voglia di andarsene da quel bagno.
Per Zephyr era una scoperta nuova, un nuovo simbolo del piacere, più forte di qualunque altro... Per lei, beh, la prima volta in generale, in assoluto. Prima di continuare quell'atto umido, caldo, sentito, Kenway si impose di staccarsi un momento da quelle labbra tentatrici per sussurrarle una frase che sapeva in cuor suo l'avrebbe non solo gratificata, ma anche aiutata a sciogliersi ulteriormente.
Zephyr, ti prego...
Un sussurro che fu più un gemito soffuso, un richiamo eccitato e una supplica degli ormoni e del corpo allo stesso tempo.
Quando il ragazzo udì una voce della compagna tanto roca, candidamente sporca e su di giri, ebbe un momentaneo calo di concentrazione.
Anche lui era eccitato ad averla vicino e quel bacio aveva ulteriormente contribuito a dargli le stesse sensazioni che provava normalmente un qualunque ragazzo della sua età, ma sentirla così, in quella maniera, strusciarsi su di lui, seppur accidentalmente, lo fece deglutire e respirare più forte, smuovendo qualcosa nel basso ventre, che probabilmente lei avrebbe riconosciuto senza molti problemi.
Non apparve comunque dispiaciuto o imbarazzato, Zephyr, anzi, teneva la situazione sotto controllo, reputando quello un complimento automatico nei confronti del bellissimo e sensuale aspetto della colombiana, la quale non pensava, erroneamente, di poter risultare un oggetto del desiderio per un maschio come lui, ed invece, come poteva sentire sotto di se, il desiderio era forte eccome.
Incertezza, questo si leggeva negli occhi di lei, la quale forse voleva dire molto di più, far presente una sua volontà, ma forse non era facile, non in un contesto simile, non in un contesto nuovo come quello, non con quegli occhi rossi che la fissavano come fosse l'unica cosa esistente al mondo.
Forse anche per complicare più le cose, ma più per un bisogno personale, Kenway le diede altri baci sul collo e sulla clavicola, solleticandole la pelle con quell'iniziale accenno di barba bionda che adornava il suo mento e il contorno delle labbra.
Io... so solo che ora come ora, vorrei...
Vorresti? ... !!
Vorresti? ... !!
E chi se lo aspettava dalla piccola, innocente e timidissima Jiménez? Non lui, forse proprio nessuno, ed invece, era molto più sveglia di quel che sembrava. Fu un impeto improvviso e Kenway non ci pensò un solo secondo a non sottrarcisi, lasciandosi catturare le labbra per baciarla di nuovo.
Quello che non aveva calcolato però, era che l'intenzione di Ariel fosse utilizzare anche la lingua.
Un colpo forte per i suoi nervi saldi, i quali cercavano di aiutarlo a non lasciarsi andare, soprattutto perché non sapeva cosa sarebbe potuto succedere se avesse perso il controllo su sé stesso e sul suo corpo, ma doveva ammettere che la ragazza lo stava colpendo nei punti giusti, probabilmente senza nemmeno saperlo. La destra del Corvonero raggiunse la natica corrispondente della ragazza e spinse in avanti per avvicinarla a sé e si, anche per sfiorarle il di dietro, perché dannazione anche se un tempo era sovrappeso, adesso non c'era nulla in lei che non fosse sodo e tonico. Di riflesso la Grifondoro strinse le gambe strusciando ulteriormente con la coscia sul cavallo dei pantaloni dell'innamorato, cavallo già fin troppo agitato di suo e adesso divenuto simile ad una specie di "collinetta".
Per quanto egli sentisse una ingenua dolcezza in quel gesto, ovvio che aggiungesse anche una inconsapevole passione e voglia non indifferenti.
Schiuse le labbra e carezzò con la lingua quella della colombiana, prendendo a scambiarsi saliva e calore, respirando eccitato e stringendo poco di più la mano sulla natica, sentendo la robustezza muscolare di quella zona appena proibita e perfetta.
Mi è impossibile resisterti.
Non c'è parte di te che non mi ecciti.
Non c'è parte di te che non mi ecciti.
Sincero completamente, con una voce anch'essa bassa, graffiante, virile e quasi peccaminosa, aggressiva.
La mancina scorreva lungo tutto il corpo, sul fianco, sul ventre, risalendo e sfiorando un secondo la curva del seno, poi al collo e alla guancia.
Discese prendendo la sua, portandola fino alle proprie labbra per baciarla sul dorso, il polso, poi l'avambraccio, coprendola di baci bollenti.
Guardandola negli occhi ancora una volta le intimò con lo sguardo di scendere nuovamente, perché voleva ripetere e replicare il bacio, ma questa volta forse da parte di entrambi ci fu la volontà di far sgusciare immediatamente la lingua, ed il terzo bacio fu totalmente adulto, senza intoppi, senza timori di comportarsi male o secondo le aspettative altrui, con maggiore naturalezza ed un erotismo insito automatico.
Lei scorreva con la destra tra i suoi capelli e lui faceva lo stesso, vincolati l'uno a l'altra senza la minima voglia di andarsene da quel bagno.
Per Zephyr era una scoperta nuova, un nuovo simbolo del piacere, più forte di qualunque altro... Per lei, beh, la prima volta in generale, in assoluto. Prima di continuare quell'atto umido, caldo, sentito, Kenway si impose di staccarsi un momento da quelle labbra tentatrici per sussurrarle una frase che sapeva in cuor suo l'avrebbe non solo gratificata, ma anche aiutata a sciogliersi ulteriormente.
Ce ne vogliono mille di Regina, Charlie, Ashley... Per fare una Ariel.
[/newsgoth]