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Messaggioda Jeremiah » 14/03/2014, 23:59

Non era rimasto sorpreso nel sentire che la Cyprus non era stata molto cordiale nei confronti degli studenti di Hogwarts: conosceva fin troppo bene i ragazzi che studiavano lì, lui stesso aveva risieduto lì per otto anni della sua vita.
L'educazione che veniva impartita nella scuola americana era ben differente rispetto a quella che ricevevano gli studenti inglesi: però c'era da dire che non tutti tra loro erano così, non era il suo caso. Anche lui quando era uno studente era molto snob e acido; quelle caratteristiche sembravano piacere ad alcune ragazzine che sghignazzavano qua e là in corridoio quando lui passava. La cosa lo aveva snervato parecchio, ma ogni volta si divertiva ad ammutolirle con un solo sguardo.
La realtà cambiava con il posto: gli americani in generale erano molto ostici con gli inglesi. In sostanza gli americani erano pur sempre inglesi che - durante la dinastia dei Tudor e degli Stuart - si erano trasferiti in massa sul continente americane, divenendo delle colonie. Da lì era partita una serie di conflitti per la conquista dell'indipendenza che, ovviamente, gli americani avevano ottenuto: i maghi non si erano schierati in quella faccenda politica, anche perché ne uscivano da un'età di profonde persecuzioni ed urgeva calmare le acque... Ma non è il momento della lezione di Storia.
Conoscendo Noel e i suoi amici poteva immaginare quel che era accaduto: parecchie volte aveva rimproverato la ragazza per il suo atteggiamento sbagliato e aveva suggerito di dire lo stesso ai suoi compagni, ma Noel era fatta così e le piaceva essere così, ma non con lui: tra loro c'era un legame che andava oltre una banale amicizia, per cui lei diventava un'altra persona quando stava con lui.
Era anche vero che Jeremiah sapeva prenderla per il verso giusto, una cosa non da poco quando si parlava di Noel Thate.

Non esplicito: nessuno ci ha trattati male né ha fatto qualcosa di sconveniente, ma era chiaro che non ci fosse un clima amichevole o propedeutico a fare semplicemente una bella gara che vedesse tutti felici e contenti, anche gli sconfitti.

Jeremiah annuì comprensivo e sinceramente dispiaciuto: si aspettava che Monique parlasse in quel modo ed era impossibile ignorare un tono di costernazione nelle sue parole. Se da una parte si sentiva orgoglioso della scuola in cui aveva studiato, dall'altra provava un moto di delusione: non seppe che dire in risposta a quelle parole e si limitò solo ad annuire con il capo.
Conosceva Clarissa e si era fatto un'idea di quello era potuto succedere nell'incontro fra i due Cori: sapeva a cosa mirava la Direttrice americana e sapeva che teneva tutto a cuore tranne la passione dei ragazzi, la quale andava via via svanendo a causa di quella vipera.
Aveva tentato di aprire gli occhi a Noel e Charlie anche su questo, ma loro non gli avevano dato retta più di tanto a quel tempo ed erano cadute nella trappola: una volta caduti in quella trappola era impossibile uscirne.
Monique gli chiese se avesse fatto parte del Coro a suo tempo, ma lui non era mai stato tra i ragazzi si Clarissa, perché aveva visto con chiarezza la situazione fin dall'inizio.

È sempre una questione di priorità e, ovviamente, di come si vive la musica: d'altronde non è necessario far parte di un Coro o vincere delle sfide per coltivare quella determinata passione... a volte farlo anche nella propria stanza da' più risultati che con altri metodi.

O sotto la doccia...

Scherzò lui, anche se, come per ogni scherzo, c'era sempre una porzione di verità: ma quel dettaglio preferì tenerselo per sé.
La sua attenzione fu distolta dall'esemplare di lupo, che si risvegliò non appena lui lo guardò. Era forse il più bello che avesse mai visto: i suoi occhi - ora che li aveva aperti poté vederli - erano scuri e il suo pelo era di un bianco simile alla neve. Bastava poco per capire che era perfettamente addomesticato:

La ringrazio, fa sempre piacere sentirsi apprezzare il proprio famiglio

Jeremiah non distolse lo sguardo dal lupo, mentre ascoltava le parole della VicePreside sul suo animale da compagnia: non sapeva che ad Hogwarts potessero ammettere degli animali da compagnia, ma in quei casi era possibile solo se l'animale era perfettamente addomesticato e perfettamente innocuo, probabilmente. Avrebbe tanto voluto protendersi per accarezzarlo, ma temeva che potesse avere una reazione brusca, ostile, per cui decise di rimanere ad ammirarlo e solo sé Monique glielo avesse concesso lo avrebbe fatto.

È un maschietto, si chiama Fire.
Sua madre, Flame, fu il mio animale domestico per tutto il periodo ad Hogwarts, e partorì dandolo alla luce: mi è praticamente nato tra le braccia, ed è stato amore fin dal primo sguardo.


Ciao Fire...

Salutò il lupo, sorridente, come se volesse esprimergli cordialità e piacere nel vederlo.

Lo vuole accarezzare?

Se è possibile...

Annuì lui con un filo di incertezza nel tono della voce, ma realmente desideroso di giocare un po con Fire. Dal comportamento che assumeva con la sua padrona Jeremiah aveva la netta impressione che a Fire piacessero molto le attenzioni altrui e che amasse molto giocare.
Seguì le indicazioni che la Vireau gli fornì subito dopo e allungò una mano verso Fire con fare dolce: il lupo gli si avvicinò piano e poi annusò la sua mano con il muso, sfiorandola e poi strofinando il suo muso contro: Jeremiah rise d'istinto e posò la mano sul suo capo e la fece scorrere dalla testa, lungo il collo e il collo, per poi solleticargli lì dove per un essere umano c'era il petto, facendo convergere l'Acqua nelle dita: il lupo avrebbe potuto avvertire in tal modo una sensazione più piacevole di una semplice carezza, quasi una sensazione di morbidezza e freschezza al contempo.

Lei possiede animali, o ne vorrebbe portare uno qui al Castello?
Sono i migliori amici che un uomo possa avere, io credo... è d'accordo?


Già... - distolse lo sguardo da Fire per tornare a guardare la signorina Vireau - Sono fedeli e sono capaci di amare più dell'uomo.

Osservò in accordo con lei; poi rispose alla seconda parte della domanda.

Non possiedo animali, ma mi piacerebbe tanto possedere una fenice: una creatura molto rara, ma affascinante ed estremamente forte e fedele.

Confessò lui.
Fin da bambino aveva nutrito interesse nelle fenici, ma non gli era mai capitato di vederne una, forse solo una volta durante una lezione di Cura delle Creature Magiche.
Gli animali non potevano tradire: essi riuscivano a comunicare solo con lo sguardo, avevano la capacità di trasmettere attraverso il loro comportamento. Essi sono pronti a leccare la faccia nei momenti di tristezza e sconforto, per asciugare le lacrime e consolare l'anima.
Gli animali avevano quel di più di cui non poteva disporre un semplice essere umano.
Fire era ancora vicino a lui e non poteva fare a meno di ammirarlo con lo sguardo ad intervalli regolari:

Quanti anni ha?

Chiese curioso.
Poi pensò a Monique Vireau, alla professoressa di Incantesimi, alla Direttrice del Coro, alla VicePreside di Hogwarts, all'addomesticatrice di lupi e alle tante altre cose che probabilmente era in grado di eseguire e lui non lo sapeva.
Una donna dalle mille risorse, senza ombra di dubbio.
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Messaggioda Monique » 15/03/2014, 1:42

Sapeva che Fire era in grado di conquistare anche gli animi più aridi: persino Sandyon, la prima volta che si erano conosciuti, non era riuscito a non fargli una carezza, accontentando così il lupo ancora cucciolo e la sua sfrenata voglia di giocare. Ovviamente era cresciuto, rispetto ad allora, ma la giocosità aveva continuato a fare parte di lui.
Ne sapeva qualcosa Dastel, che spesso passava ore intere a divertirsi con l'amico e fratello, seppur di un'altra razza, e anche il piccolo Moguri di Sandyon, che faceva divertire Fire facendosi rincorrere per ore, soprattutto intorno alla baita del quasi marito della Vireau, visto tutto lo spazio aperto che avevano a disposizione per giocare.
Fire era il suo... come poteva dire, "asso nella manica" segreto? Una cosa del genere, ma a lei faceva comodo: spesso era il suo lupacchiotto a far rompere il ghiaccio tra lei ed il suo interlocutore, ed a mettere il secondo a proprio agio - a meno che non avesse paura di quel tipo di animale, ovviamente, anche se c'era da dire che Fire tutto metteva tranne che ansia o paura... quando non era arrabbiato o convinto che la sua padrona fosse in pericolo; ma quello era un particolare di ogni animale addomesticato, preoccuparsi per i padroni e proteggerli come possibile. Nel caso di Fire, soprattutto, c'era anche da dire che Monique aveva imparato a farlo combattere con lei, addestrandolo anche grazie alle dritte di Sandyon, com'era stato per Flame all'epoca.
Le mancava la sua lupa, le sarebbe mancata sempre, ed era sicura che anche a Jeremiah sarebbe piaciuta, soprattutto per gli occhi ambrati: ma anche il figlio pareva aver conquistato il docente di Storia, che dopo aver lasciato indietro il discorso "simpatia della Cyprus" - anche perché non c'era molto da dire e non aveva motivo, lui, di scusarsi per l'eventuale comportamento di Clarissa o i suoi studenti - si era concentrato proprio sull'animale; quest'ultimo gli si avvicinò, annusando cautamente la sua mano, dopodiché decise di strofinare il muso su di essa, facendo una sorta di verso felice quando sentì che le dita di Jeremiah erano stranamente fresche al tatto, ma anche molto più piacevoli del normale.

Gli stai già simpatico, si vede.

Commentò Monique con un sorriso divertito verso il collega, notando la coda di Fire che scodinzolava e il muso dell'animale che continuava a strofinarsi contro la mani di lui - e Jeremiah avrebbe dovuto avere la pazienza di continuare ad accarezzarlo, se voleva davvero rendere il lupo felice e soddisfatto.
Si vedeva che all'americano piacevano gli animali, un punto che aveva in comune con la Vireau, comunque.

Non possiedo animali, ma mi piacerebbe tanto possedere una fenice: una creatura molto rara, ma affascinante ed estremamente forte e fedele.

Nemmeno io ho mai avuto l'onore di possederne una... onestamente non credo nemmeno di sapere come potermela "procurare", per quanto ho idea che per creature del genere debbano essere loro a decidere a chi legarsi, e non il contrario - disse la francese pensierosa, bevendo un sorso di tè prima di aggiungere - Tu cosa ne pensi? Ti pare tanto assurdo che sia una creatura magica a scegliere il suo padrone, e non viceversa?

Gli chiese curiosa di conoscere la sua opinione, perché confrontarsi era sempre un evento piacevole per lei, se la chiacchierata e lo scambio di opinione portava alla fine ad un esito positivo - in quel caso conoscere meglio la persona che aveva di fronte.

Quanti anni ha?

Cinque - rispose subito la donna - È nato l'anno prima che diventassi Vice Preside.

Aggiunse, e non sarebbe stato difficile capire, dunque, che erano quattro anni che gestiva la cattedra di Incantesimi e le attività amministrative del Castello, visto che spesso Madeline era via per affari di mediazione con le altre due scuole mondiali: non che a Monique dispiacesse, ma all'inizio era stato un incubo destreggiarsi in un ambiente così nuovo e sconosciuto, per lei.

Se sei interessato alle creature magiche, comunque, potresti trovare piacevole chiacchierare con la docente di Cura... è stata assunta il tuo stesso giorno, e dovrebbe arrivare qui nel weekend.

Suggerì Monique a Jeremiah: non è che volesse per forza spingerlo a fare amicizia con la nuova professoressa, Phoebe Chamberlain, ma avendo la stessa età i due, ed essendo entrambi due docenti appena arrivati, avrebbero forse potuto avere molte cose di cui parlare - e d'altronde era una cosa a cui la Vireau teneva molto, il fatto che tutti i professori andassero d'accordo tra loro.

Posso inoltre domandarti come intendi far approcciare i ragazzi a Storia della Magia? Non voglio avere un piano dettagliato del tuo programma di lezioni perché ritengo che a volte la cosa migliore sia improvvisare, ma sarei curiosa di sapere se avevi già pensato a come far diventare interessante una materia che, purtroppo, molti sottovalutano.

Come Divinazione, e Tisifone Samyliak - la cugina segreta di Monique lì ad Hogwarts - lo sapeva benissimo, visto che pochi erano gli studenti a seguire la sua materia e ancora meno quelli dotati.
Li capiva, ma capiva anche che stavano parlando di ragazzi con mille e più cose per la testa... bisognava sempre trovare il modo di stuzzicare la loro curiosità, se si voleva attirare la loro attenzione.
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Messaggioda Jeremiah » 15/03/2014, 17:42

Era così strano carezzare un lupo: insomma, era alquanto improbabile trovarne uno cordiale e incline a farsi coccolare, eppure quel lupo era ben addestrato: lo notava dal fatto che non aveva tentato di strappargli mezzo braccio.
Immaginava che per un lavoro tanto eccellente era stato necessario lavorare sodo, quasi come aspettarsi di piegare il piombo a mani nude. Continuò a passare la mano davanti il suo muso e a solleticargli più freneticamente il capo: era davvero un lupo giocherellone; il suo atteggiamento lo divertiva molto e non poteva fare a meno di ridere guardandolo. Era come se gli trasmettesse allegria, come se potesse passare una giornata intera a dargli attenzione senza mai stancarsi.
Forse Fire avvertiva la diversità in quel tocco e la cosa gli piaceva molto, forse perché aveva un carattere egocentrico, ma non sembrava affatto disturbato dal fatto che aveva interrotto il suo sonno.

Gli stai già simpatico, si vede.

Qualcosa lo fa pensare anche a me.

Rispose lui, con un sorriso contento: si chiedeva se con l'appellativo "famiglio" Monique non volesse dire qualcosa di più: riusciva forse a comunicare con il suo fedele amico? Se così fosse, Fire le avrebbe detto che il tocco della sua mano era diverso dagli altri? Ovviamente non avrebbe mai potuto capire di cosa si trattava, anche perché lo si poteva collegare a tante altre cose, ma questo avrebbe sollevato dei dubbi in lei; soprattutto, non doveva sapere assolutamente il suo segreto: sarebbe stato espulso dalla Gilda, avrebbe messo in pericolo la sua segretezza.
Immaginava le parole dell'Oceano, parole di delusione, parole forti e taglienti come pugnali acuminati.
Rabbrividì e allontanò quel pensiero, senza smettere di giocare con Fire.
Non amava tutti i generi di animali, ma erano poche le specie da cui non era attratto: quella che più lo attraeva era la volpe, ma anche la lince.
In un certo senso sentiva che la lince lo rispecchiasse parecchio; un po per il comportamento e per l'imponenza e il fascino che mostrava all'apparenza.

Nemmeno io ho mai avuto l'onore di possederne una... onestamente non credo nemmeno di sapere come potermela "procurare", per quanto ho idea che per creature del genere debbano essere loro a decidere a chi legarsi, e non il contrario

Jeremiah tornò a guardare Monique, annuendo alle sue parole per esprime il suo consenso.

Tu cosa ne pensi? Ti pare tanto assurdo che sia una creatura magica a scegliere il suo padrone, e non viceversa?

Penso che ci deve essere una specie di feeling tra la persona e la creatura, una specie di colpo di fulmine - tentò di spiegare - In questo modo si rafforza il legame tra l'animale e il padrone, divenendo una solida amicizia, perché no...

Lui non possedeva nessun animale domestico: nemmeno da studente non ebbe un animale al suo fianco, perché allora non ne aveva sentito il bisogno: ora che era una nuova persona gli sarebbe tanto piaciuto avere qualcuno al suo fianco che non lo avesse mai tradito, che avrebbe legato la sua anima alla propria e che lo avesse sempre difeso in tutto e per tutto e viceversa.
Ci sarebbe stato tempo per trovare la creatura adatta a lui, non c'era fretta.
Subito dopo Jeremiah guardò ancora Fire e chiese alla sua padrona quanti anni avesse: non era bravo in quel campo e nemmeno indicativamente riusciva a stabilire circa quanti anni potesse avere.

Cinque

Caspita, sei grandicello!

Esclamò con un gran sorriso, dando un delicato buffetto al lupo; si trattenne dalla voglia di coccolarlo ancora, altrimenti gli sarebbe venuto difficile andarsene da lì senza portarselo dietro. Avrebbe potuto continuare fino a fargli perdere tutto il pelo.

È nato l'anno prima che diventassi Vice Preside.

Sua madre?

Chiese in tono interrogativo: se Monique sapeva con esattezza quando era nato Fire, doveva sapere che fine avesse fatto la madre: non avrebbe mai immaginato che avesse avuto un altro lupo prima di Fire, Flame, nonché la madre del lupo lì presente.
Aveva commesso una gaffe, ma se avesse saputo si sarebbe fatto gli affari suoi, ovviamente: la professoressa avrebbe capito che non era solo una domanda di curiosità, non voleva assolutamente un tasto dolente, ma oramai il danno era fatto.
Era passato un po di tempo da quando era entrato nell'ufficio, eppure il tempo scorreva così velocemente: ciò significava che era una buona compagnia, che se cercava qualcuno per una conversazione tranquilla bastava rivolgersi a lei.

Se sei interessato alle creature magiche, comunque, potresti trovare piacevole chiacchierare con la docente di Cura... è stata assunta il tuo stesso giorno, e dovrebbe arrivare qui nel weekend.

Ah sì? - chiese sorpreso - E' la stagione degli acquisti per Hogwarts.
Qual'è il nome della collega di Cura delle Creature Magiche?


Non che si aspettasse di conoscerla, ma necessitava di imparare qualche nome in maniera tale da fare una bella figura una volta che incontrava queste persone: chissà che confusione che avrebbe fatto con gli studenti. Non era un caso disperato, non poteva pretendere di assimilare il tutto in un giorno solo: dopo una settimana sarebbe riuscito a fare meglio; memorizzava facilmente, per cui era il tempo necessario per acquisire una certa sicurezza.
Si chiedeva cosa avessero pensato di lui i suoi alunni: e se non lo avessero visto con buon occhio? Se l'avessero considerato troppo ligio e pesante? Certo, era un tipo molto esigente, ma avrebbe fatto in modo di trasmettere l'amore per quella materia.
Di certo si sarebbero scordati di poter saltare i compiti quando volevano o tralasciare lo studio: su quello era intransigente; chi avrebbe seguito il suo corso era tenuto a studiare la sua materia, altrimenti potevano benissimo lasciarla: lui non li avrebbe frenati.

Posso inoltre domandarti come intendi far approcciare i ragazzi a Storia della Magia? Non voglio avere un piano dettagliato del tuo programma di lezioni perché ritengo che a volte la cosa migliore sia improvvisare, ma sarei curiosa di sapere se avevi già pensato a come far diventare interessante una materia che, purtroppo, molti sottovalutano.

Sarà una bella sfida: sottovalutare la propria Storia è come sottovalutare la propria esistenza, il proprio sistema, il mondo in cui si vive.
Un poeta latino babbano, Sallustio, sosteneva che per capire il presente è necessario conoscere e comprendere il passato. Non è d'accordo? Inutile inculcare gli avvenimenti del passato senza una logica: i ragazzi finiranno con l'apprendere in maniera mnemonica e ben presto dimenticheranno gli aspetti fondamentali della Prima Guerra Magica
- agitò in aria la mano per farle capire che quello era un esempio banale - Per far sì che i ragazzi apprendano come si deve e con piacere è necessario presentare i protagonisti della storia come se fossero vecchi amici di data, come se la sera prima ci fossimo stati a cena insieme.
Non so se mi sono ben spiegato.


Concluse lui; temeva sempre di farsi prendere troppo dall'enfasi ogni qualvolta di parlasse di Storia della Magia, ma voleva che Monique comprendesse bene il suo metodo e che magari - l'avrebbe accettato - lo avesse criticato: perché la critica non è solo negativa, esiste anche la critica costruttiva, come gli insegnamenti e l'educazione. La critica costruttiva lo aveva reso quel che era: un ragazzo con la testa sulle spalle, con tante missioni nella vita, con un carattere forte e inscalfibile. La critica costruttiva aveva fatto sì che la critica distruttiva gli scivolasse addosso, perché era quel genere di critica che apparteneva agli invidiosi.
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Messaggioda Monique » 16/03/2014, 14:17

Qualcosa lo fa pensare anche a me.

Rise, Monique, di quelle parole, soprattutto perché Fire pareva starsene beato accanto a Jeremiah, a farsi coccolare da lui: a prima vista, lo si doveva ammettere, il lupo faceva la sua figura. Così candido, con quegli occhi scuri e il fisico non più del cucciolo, quindi più affusolato ed elegante, quasi affascinavano chi lo guardava; poi, quando lo si avvicinava, ci si rendeva conto di quanto fosse dolce, giocherellone, bisognoso di coccole. In questo senso, non appariva certo molto temibile... anzi.
Eppure, la Vireau sapeva bene quanto potesse essere pericoloso: ricordava - non avrebbe mai potuto dimenticarlo - come il proprio famiglio avesse preso le sue difese ogni volta che qualcuno aveva tentato di avvicinarla con fini negativi, o comunque di farle del male; ringhiava persino a Nicholas, insistentemente, quando l'uomo andava a fare "visita" alla figlia, il che per fortuna avveniva davvero di rado.
Aveva lo stesso carattere forte ed indomito della madre, di Flame, che ora anche da Patronus corporeo l'aiutava e la difendeva, come aveva fatto contro il Mezzo-Drago nella prima battaglia contro esso.
Era particolare il rapporto tra una persona e il proprio animale, e Monique era convinta che spesso fosse il secondo a scegliere il primo, e non viceversa; forse un pensiero stupido, il suo, al punto da volerlo condividere con il collega per conoscere anche il suo, di pensiero.

Penso che ci deve essere una specie di feeling tra la persona e la creatura, una specie di colpo di fulmine.
In questo modo si rafforza il legame tra l'animale e il padrone, divenendo una solida amicizia, perché no...


Sì, sono d'accordo - confermò lei - Molti animali mi piacciono, e quando appartengono ad altre persone mi fa piacere coccolarli, accarezzarli... - come Idra, il pitone della cugina - ma al tempo stesso sento che non fanno per me, mi spiego?
Finché appartengono a qualcun altro ed io ci sto a contatto bene, ma se devo prenderli con me in prima persona... no, non riuscirei a vantare un tale legame come quello che ho con Fire.


Scosse il capo, finendo il suo tè con un sospiro di piacere per una bevanda che aveva imparato ad apprezzare particolarmente da quando lavorava ad Hogwarts, per poi concludere il discorso.

È anche vero, però, che il rapporto tra me e lui si è sviluppato nel corso degli anni, ed è partito da molto prima che lui nascesse, con sua madre...

Ed una nota malinconica colorò la sua voce, come sempre le succedeva quando si parlava di lei: il fatto che avesse accettato la sua perdita non voleva certo dire che potesse parlarne tranquillamente, come nulla fosse.
Rose e Flame erano state, per Monique, la famiglia che non aveva mai avuto a causa del comportamento di Nicholas e Caroline - e per colpa del primo si era anche allontanata dalla sorella - e le aveva perse entrambe all'improvviso, nello stesso anno... un duro colpo che solo a fatica, e con la presenza di Fire, aveva superato.
Quando Jeremiah le chiese proprio della madre del lupo, la Vireau ci mise qualche istante a rispondere, schiarendosi la gola perché non era sicura della condizione nella quale, altrimenti, le sarebbe uscita dalle labbra.

Fu il regalo dei miei genitori per il mio quarto compleanno: la chiamai Flame, perché fu lei a suggerirmi in sogno quello stesso nome - adorava raccontare quella storia, soprattutto considerando che il nome inglese lei, a quattro anni, parlando ancora solo francese non lo conosceva né lo capiva, e sottolineava come il feeling di cui parlava Jeremiah fosse subito nato tra loro - Divenne la mia inseparabile compagna, la mia migliore amica... la mia famiglia.
Con lei mi sentivo sempre protetta, e mai sola: era meraviglioso averla accanto a me: quando partorì Fire pensai che sarebbe stato bellissimo averli entrambi con me, ma... morì, dandolo alla luce.


Abbassò lo sguardo, sapendo che c'era poco altro da aggiungere, deglutendo lentamente il groppo alla gola che le si era formato e tornando poi a guardare il giovane uomo cambiando argomento, così da non dover più pensare a certi avvenimenti tanto tristi: visto che Jeremiah pareva interessato alla possibilità di avere un animale, forse avrebbe potuto chiedere consiglio alla nuova docente di Cura, integrata da pochissimo nel corpo docenti, come lui.

Ah sì? E' la stagione degli acquisti per Hogwarts.

Quasi un miracolo, visto cosa sia successo lo scorso Dicembre...

Qual'è il nome della collega di Cura delle Creature Magiche?

Phoebe Chamberlain, ha... sì, ha praticamente la tua età - perché Jeremiah aveva compiuto i 26 anni da poco, a Dicembre, mentre la giovane donna ne aveva fatti 25 a Gennaio - Per quanto ne so dovrebbe arrivare domani, al massimo domenica.
Pare sia un'ottima Allevatrice che ha viaggiato molto... potrebbe suggerirti l'animale giusto per te.


Ammesso che l'altro volesse un consiglio, naturalmente, e quel tipo di scelta l'avrebbe ovviamente lasciata a lui, mica doveva imporgli qualcosa con la forza.
Visto che anche l'argomento era stato risolto, la donna decise di chiedergli delucidazioni su come intendesse far approcciare la Storia ai ragazzi, essendo una materia non tra le più amate o considerate interessanti.

Sarà una bella sfida: sottovalutare la propria Storia è come sottovalutare la propria esistenza, il proprio sistema, il mondo in cui si vive.
Un poeta latino babbano, Sallustio, sosteneva che per capire il presente è necessario conoscere e comprendere il passato. Non è d'accordo?


Assolutamente.

Inutile inculcare gli avvenimenti del passato senza una logica: i ragazzi finiranno con l'apprendere in maniera mnemonica e ben presto dimenticheranno gli aspetti fondamentali della Prima Guerra Magica.
Per far sì che i ragazzi apprendano come si deve e con piacere è necessario presentare i protagonisti della storia come se fossero vecchi amici di data, come se la sera prima ci fossimo stati a cena insieme.
Non so se mi sono ben spiegato.


Far sentire i protagonisti talmente vicini ai ragazzi da permettere loro d'identificarcisi, e di conseguenza interessarsi alla vicenda narrata... giusto? - domandò per conferma, per poi aggiungere - Sì, credo di aver capito, e penso sia un'ottima idea.
Ho come l'impressione che farai grandi cose con quella cattedra, Jeremiah.


E gli sorrise, sincera e più amichevole di quand'era entrato, avendo avuto modo di conoscerlo un po' meglio.

Ci sono domande che vuoi pormi?

Gli chiese, perché era giusto che come Vice Preside risolvesse tutti i suoi dubbi... altrimenti l'avrebbe congedato momentaneamente, visto che tanto l'avrebbe poi rivisto per cena.
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Messaggioda Jeremiah » 03/04/2014, 14:31

Che dire... Probabilmente il feeling che legava Monique e Fire, il suo lupo, era molto più ben saldo che in apparenza: il piccolo doveva essere diventato così fedele alla sua padrona che era come avere al fianco una persona carne e ossa, in grado di parlare, di amare e di essere fedele, così come un amico vero, se non molto di più.
Jeremiah guardò prima il lupo, gli regalò un sorriso sincero e affettivo, insieme ad una carezza; poi tornò a guardare Monique: una donna così giovane a trainare la scuola; sì, perché Monique era la VicePreside, dunque sostituiva Madeline Bergman quando questa non c'era: in pratica quasi sempre, considerando che aveva sempre degli impegni molto importanti da sbrigare.
Jeremiah era ancora intento ad osservare il comportamento di Fire: l'affascinante cucciolo di lupo di Monique. Aveva ascoltato con attenzione la sua storia ed era rimasto dispiaciuto per la povera Flame, madre di Fire, che non era riuscita a sopravvivere dopo il parto. Un'espressione di dispiacere si era dipinto sul volto del giovane insegnante di Storia della Magia; quello era un argomento molto spinoso, era meglio non scendere nei particolari, anche perché il loro rapporto non era tanto stretto da potersi permettere questa intimità.
Espresse il suo desiderio di avere al suo fianco anch'egli un famiglio e la sua tesi riguardo il feeling animale/mago.

Sì, sono d'accordo - concordò lei - Molti animali mi piacciono, e quando appartengono ad altre persone mi fa piacere coccolarli, accarezzarli... ma al tempo stesso sento che non fanno per me, mi spiego?

Capisco cosa intende.

Finché appartengono a qualcun altro ed io ci sto a contatto bene, ma se devo prenderli con me in prima persona... no, non riuscirei a vantare un tale legame come quello che ho con Fire.

Guardò ancora il lupo della professoressa Vireau, rivolgendogli uno sguardo che volesse comunicare qualcosa simile ad affetto, ma fu solo per una frazione di secondo, poi si concentrò sul suo interlocutore; sorrise dispiaciuto: non si sarebbe mai aspettato che Monique gli avrebbe raccontato la dinamica dei fatti, quello che era successo a Flame e il frutto che aveva lasciato: una storia commovente, ma lui non era il tipo da lasciarsi andare molto facilmente alle lacrime, anzi, quasi mai. Quando Monique ebbe finito di raccontare la storia selezionò con cura alle parole; quando si rimembra momenti tristi e personali è importante che non si sbagli a parlare, poiché qualunque parola potrebbe essere fraintendibile.

Professoressa Vireau... io non volevo in nessun modo essere... ecco, invadente...

Si scusò subito lui, anche se non poteva sapere come potesse essere colpa sua: non aveva esortato Monique a raccontarla, ma probabilmente il discorso e le parole che aveva usato avevano condotto Monique a raccontarla spontaneamente.
Monique faceva fatica a mandare giù quella patata bollente, anche dopo tanto tempo era una fitta scottante ripensare a quegli avvenimenti, come se fossero recenti, come se nemmeno il tempo ne avesse scalfito o arrotondato il profondo dolore che essi avevano provocato.
Estrasse la bacchetta dalla tasca e con un gesto della bacchetta fece levitare la sua tazza verso il tavolo, così come aveva fatto poco prima Monique: una sua abitudine usare la magia anche per gli sforzi minimi, una brutta abitudine, certo, ma era talmente affascinato dalla magia che era ben felice di usufruirne ogni qual volta se ne presentasse l'occasione (certo non si rimetteva in piedi con un incantesimo di levitazione).
Fu un sollievo per entrambi cambiare l'argomento della loro conversazione, qualcosa gli diceva che Monique fosse più sollevata di lui per quello.

Quasi un miracolo, visto cosa sia successo lo scorso Dicembre...

Disse lei, in merito alla sua osservazione riguardo i nuovi arrivi ad Hogwarts: la scuola si era fornita di nuovi insegnanti per il suo corpo docenti: cosa non troppo facile se si consideravano gli avvenimenti di dicembre: un vero e proprio scandalo; i genitori non avrebbero più mandato i figli a scuola e quest'ultima doveva urgentemente risanare quel danno per evitare la chiusura. Dubitava che la scelta degli insegnanti fosse stata casuale: la recente ferita andava curata in tutti gli aspetti con le migliori cure: i professori di Hogwarts dovevano essere molto preparati per garantire la sicurezza, l'educazione e l'apprendimento alle famiglie, dunque era onorato di far parte del corpo docenti.
Annuì con un'espressione triste al commento della VicePreside, per poi informarsi sulla nuova docente di Cura delle Creature Magiche:

Phoebe Chamberlain, ha... sì, ha praticamente la tua età - Jeremiah inarcò le sopracciglia, come per ricordare se conoscesse qualcuno con quel nome, ma alla fine fece spallucce - Per quanto ne so dovrebbe arrivare domani, al massimo domenica.
Pare sia un'ottima Allevatrice che ha viaggiato molto... potrebbe suggerirti l'animale giusto per te.


Allora sarà divertente fare una chiacchierata con la signorina Chamberlain.

Esordì, volgendo lo sguardo altrove, oltre le spalle di Monique, come se avesse avvistato qualcosa di inesistente. Poi parlarono di Storia della Magia, della sua passione e dell'importanza di tale materia, in quanto molto sottovalutata dagli studenti: ovviamente lo era, se non vengono impartiti i giusti insegnamenti e i valori che la disciplina cela. Chissà se il professore che lo aveva preceduto aveva fatto un buon lavoro con gli studenti, altrimenti gli sarebbe toccato ripartire dalle basi; a proposito, si era appena ricordato di richiedere i programmi degli argomenti svolti durante gli anni precedenti. Giusto per prendere visione delle "presunte" conoscenze degli studenti. Qualcosa gli diceva che qualunque fosse stato il professore di prima, avrebbe ripetuto tutto da capo, nonostante l'efficienza del lavoro: era fatto così, non gli andava bene nulla senza che lui ne avesse ritoccato qualcosa.

Ho come l'impressione che farai grandi cose con quella cattedra, Jeremiah.

Disse Monique infine, rivolgendogli un sorriso incoraggiante e fiducioso: aveva la netta impressione che le sue parole avessero fatto colpo, ovviamente: chi l'avrebbe mai detto? Il ragazzo chiuso e insicuro che si era rivelato un perfetto oratore? Padroneggiava l'arte del parlare come il babbano Cicerone, come Cesare, l'ingannatore che, con le sue parole - nel De Bello Gallico - si era conquistato la fiducia del popolo romano.
Lo stesso Silente sosteneva che le parole fossero la magia più forte e più grande: Jeremiah ne era l'esempio.
Jeremiah contraccambiò il sorriso della Vireau, ringraziandola con un cenno del capo.

Ci sono domande che vuoi pormi?

Oh... sì - disse in fretta, prima di dimenticare di soddisfare quelle piccole richieste - Potrebbe procurarmi i programmi svolti con il docente precedente? Ho letto "Storia di Hogwarts", ovviamente, ma potrebbe spiegarmi le caratteristiche che accomunano gli studenti ad ognuna delle sei casate e il meccanismo di assegnazione /sottrazione dei punti ai ragazzi? Anche alla Cyprus funziona a egual modo, ma non vorrei incorrere in spiacevoli errori o equivoci...

Era importante conoscere le dinamiche del castello: solo così si sarebbe dimostrato sicuro e pronto dinnanzi i suoi studenti, i quali avrebbe compreso chi avessero realmente di fronte e non avessero alzato la cresta fin da subito: figuriamoci se Jeremiah Murray avesse mai permesso una cosa simile.
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Jeremiah
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Messaggioda Monique » 03/04/2014, 15:49

Professoressa Vireau... io non volevo in nessun modo essere... ecco, invadente...

Non lo sei stato, non preoccuparti.

Lo rassicurò lei, con un sorriso tranquillo: in fondo non le aveva certo puntato la bacchetta alla tempia intimandole di parlare, aveva deciso di fare tutto da sola perché, ormai, quel che era successo apparteneva al passato, e negarlo non sarebbe servito a niente; Flame era stata una compagna di vita per lei, le aveva lasciato tanti bei ricordi e le aveva insegnato molto... e quando se n'era andata aveva però fatto in modo che Monique non rimanesse sola, che ci fosse qualcun altro con lei, a supportarla e aiutarla, a farle compagnia e prendere il suo posto... Fire.
Anche se non c'era più era comunque riuscita, in qualche modo, a starle accanto.
Andò avanti a parlare con lui, confrontandosi su diversi argomenti più o meno inerenti alla cattedra di Storia della Magia che Jeremiah avrebbe dovuto coprire, e nella mente della Vice Preside si formò un'opinione molto positiva dell'altro: come persona lo conosceva ancora poco, ma quello che di lui aveva visto le piaceva, e come docente le sembrava molto preparato e propositivo - essenziale, considerando che Storia non era una delle materie più amate e che spesso i ragazzi sapevano essere i giudici più crudeli del mondo.
Per questo gli domandò se aveva qualcosa in particolare che voleva chiederle: la Cyprus ed Hogwarts erano entrambe due scuole di magia, certo, ma si distinguevano su molti aspetti e probabilmente anche in ciò che riguardava la struttura delle lezioni e l'approccio con gli studenti... era ovvio - e giusto - che il giovane docente chiedesse tutto ciò che voleva.

Oh... sì.
Potrebbe procurarmi i programmi svolti con il docente precedente?


Naturalmente.
Entro domani farò sì che lei abbia il programma svolto dal professor Armstrong negli ultimi tre anni, così da permetterle di avere una visione completa del suo operato
- lo rassicurò Monique, con un sorriso - Voleva chiedermi altro?

Ho letto "Storia di Hogwarts", ovviamente, ma potrebbe spiegarmi le caratteristiche che accomunano gli studenti ad ognuna delle sei casate e il meccanismo di assegnazione /sottrazione dei punti ai ragazzi? Anche alla Cyprus funziona a egual modo, ma non vorrei incorrere in spiacevoli errori o equivoci...

Oh beh, in effetti negli anni si è persa molto l'abitudine di collegare il carattere di una persona ad una specifica Casata, e questo è un bene se pensiamo che così molti stereotipi sono finalmente scomparsi... tuttavia potremmo dire che i Grifondoro sono solitamente coraggiosi, intraprendenti... e con una lieve inclinazione ad infrangere le regole, se ritengono sia fatto per una buona causa - anche se quel particolare poteva essere comune un po' a tutti gli studenti - I Corvonero sono i più studiosi, riflessivi e razionali, amano la conoscenza e fanno di tutto per ampliare il proprio bagaglio culturale.
I Delfinazzurro sono i più artistici, usano le loro doti per comunicare col mondo le proprie emozioni, sono brillanti e propositivi.
I Tassorosso sono gentili, laboriosi e molto pazienti, ottimisti di natura.
I Dragargenteo sono decisamente i più competitivi e orgogliosi di tutta la scuola: sono conosciuti per la loro testardaggine, e per la loro impulsività, ma sono anche estremamente leali tra loro.
Infine abbiamo i Serpeverde, che solitamente sono etichettati come i più furbi e i più irriverenti della scuola, opportunisti all'occorrenza e calcolatori di natura.
Ma come le ho detto, non deve prendere queste informazioni come veritiere in assoluto: ci sono Serpeverde altruisti ed ingenui, Grifondoro timidi ed impacciati, e Delfinazzurro che di artistico hanno poco o niente... il mio consiglio è di conoscere ogni ragazzo per quello che è, e non per la Casata a cui appartiene.


Concluse Monique, prendendo un bel respiro visto il piccolo monologo che aveva appena fatto: eppure era felice di aver parlato così tanto, se questo poteva aiutare Jeremiah nell'approcciarsi più facilmente coi propri studenti, ed imparare a conoscerli nel modo più giusto.

Per quanto riguarda la sua seconda domanda, ogni professore ha un metodo proprio: non c'è una regola generale che impone di assegnare punti agli studenti per determinati motivi, e di sottrarne per altri... ciascun docente lo fa secondo coscienza - Sandyon, ad esempio, non ne dava e non ne toglieva quasi mai, a prescindere dal merito o dalla colpa dello studente - Io solitamente assegno punti extra durante le lezioni, se qualche studente partecipa in modo attivo e positivo alle spiegazioni che dò, e li tolgo se invece da' fastidio ai compagni o se, fuori dalla classe, viola le norme del regolamento scolastico... ma appunto, ciascun professore ha il suo modo di fare, ed è libero di farne uso come preferisce.

Le sembrava davvero di aver detto tutto, o perlomeno aveva risposto a tutte le domande che Jeremiah le aveva posto - in modo soddisfacente, dal suo punto di vista; era pronta a dire qualsiasi altra cosa, a fornirgli ulteriori spiegazioni se ne avesse avuto bisogno... altrimenti, com'era giusto che fosse, l'avrebbe definitivamente congedato per permettergli di ambientarsi al meglio nella scuola e per riprendere, sfortunatamente per lei, il suo lavoro di routine.

[FINE]
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