Re: Ingresso Giardino
Inviato: 09/06/2015, 18:50
Verità scomode e preoccupanti, dunque.
Se non è andato dagli Auror significa che... Roger Milton doveva averlo tenuto buono in qualche maniera.
Roger Milton. Era un nome, una possibile pista dal quale partire a fare le proprie ricerche, sempre di averne il tempo. La O'Neill sapeva che una volta congedato lo sconosciuto avrebbe scritto di filato a Marshall Rosenberg chiedendo un suo parere e implicitamente il suo aiuto per riuscire a ricavarci qualcosa. Shuyun, per quanto disponibile a ricevere informazioni da lei, non sembrava altrettanto disposto a condividere le proprie scoperte. Era un investigatore di stampo completamente diverso da quello di Marshall, ma nonostante l'atteggiamento a Cappie non interessava che fosse più o meno simpatico rispetto al Rosenberg. Avrebbe potuto scoprire, durante le sue indagini, qualcosa su Nathaniel O'Neill e questo bastava per rendere l'irlandese molto collaborativa ed efficiente, al punto tale da promettere di passargli qualsiasi informazione aggiuntiva le fosse venuta in mente in cambio delle scoperte che il Muramasa avrebbe potuto fare riguardo suo padre.
Vedrò quello che posso fare.
Ogni Domenica notte puoi trovarmi al pub magico "Tempestade" di Aveiro.
Ogni Mercoledì notte invece puoi trovarmi all'Hard Rock Café Babbano di Berlino.
Grazie, grazie mille!- disse, mentre scriveva frenetica quegli indirizzi sul proprio foglio di pergamena -Non sa quanto le sono grata anche solo per questo!
Avevo perso le speranze, credevo che nessuno si stesse più occupando del caso e invece...
... Avvicinati.
Quel semplice ordine servì a zittire la ex-Tassorosso e a guardare Shuyun con occhi diversi, come se fosse suo preciso dovere obbedirgli. Non che si sentisse sotto effetto di un Imperio (e tanto, anche se fosse stato così neanche se ne sarebbe resa conto) semplicemente sapeva che quello era il suo dovere, un dovere talmente forte da spingerla a mettere via penna e pezzo di carta e ad avvicinarsi di qualche passo verso la figura dell'uomo.
...
Rimase in silenzio per tutto il tempo che l'asiatico ci mise a comprendere quanto fosse forte l'elemento dentro di lei, informazioni che Cappie ovviamente ignorava, non sapendo che il Fulmine del quale era intriso il suo spirito stesse premendo per uscire fuori a tutti i costi.
Ma che...?
A quanto pare esso non era l'unico a voler uscire. Ermes si stava agitando all'interno della sua borsa a tracolla, come se l'animale stesse provando a trasformarsi dentro un contenitore troppo piccolo per lui.
Uhm?
Cosa nascondi lì dentro?
Fallo venire fuori.
Anche se l'irlandese avesse voluto disobberdirgli, le sarebbe stato impossibile farlo perchè ben presto Ermes avrebbe assunto la sua forma reale, diventando troppo pesante da portare in borsa, una borsa che inoltre non poteva contenerlo. Cappie tirò fuori quindi il morbido peluche di lana che, sotto gli occhi di Shuyun, si trasformò nella pecorella che la ragazza aveva salvato all'interno dell'Ottavo Piano, sprizzando qualche minima scarica elettrica dal corpo lanoso. Lo tenne in braccio stretto a sè, convinta che il suo fedele compagno fosse semplicemente stanco di stare dentro uno spazio chiuso. Invece, quando Ermes continuò ad agitarsi, facendole comprendere che non voleva starle in braccio, la O'Neill lo posò a terra stupefatta, fissandolo mentre si approcciava quasi con tenerezza verso Shuyun.
Che strano... Non ha mai fatto così!
Se vuole fargli una carezza lo tocchi solo sul muso: la lana è elettrostatica, in molti si sono presi una bella scossa.
Già, eppure lei lo aveva tenuto in braccio senza problemi, come se il contatto con il suo corpo elettrico non le desse affatto fastidio. Probabile che anche quel particolare avrebbe contribuito a far comprendere al Muramasa che la scintilla di Ignis, nella O'Neill, era presente eccome.
Comunque si chiama Ermes...
Non sapeva come comportarsi con l'uomo: Ermes non era certo una creatura magica conosciuta, anzi era unico nel suo genere e sapeva che per gente poco fidata avrebbe rappresentato un bel bottino se solo fossero riusciti ad impadronirsene. Per questo la O'Neill preferiva nasconderne la presenza il più delle volte, per evitare che qualcuno potesse davvero metterci gli occhi addosso. Con Shuyun era stata costretta a mostrarlo, a causa della volontà stessa dell'animale che ora sembrava apprezzare particolarmente la presenza dell'Ignis lì con loro.
Se non è andato dagli Auror significa che... Roger Milton doveva averlo tenuto buono in qualche maniera.
Roger Milton. Era un nome, una possibile pista dal quale partire a fare le proprie ricerche, sempre di averne il tempo. La O'Neill sapeva che una volta congedato lo sconosciuto avrebbe scritto di filato a Marshall Rosenberg chiedendo un suo parere e implicitamente il suo aiuto per riuscire a ricavarci qualcosa. Shuyun, per quanto disponibile a ricevere informazioni da lei, non sembrava altrettanto disposto a condividere le proprie scoperte. Era un investigatore di stampo completamente diverso da quello di Marshall, ma nonostante l'atteggiamento a Cappie non interessava che fosse più o meno simpatico rispetto al Rosenberg. Avrebbe potuto scoprire, durante le sue indagini, qualcosa su Nathaniel O'Neill e questo bastava per rendere l'irlandese molto collaborativa ed efficiente, al punto tale da promettere di passargli qualsiasi informazione aggiuntiva le fosse venuta in mente in cambio delle scoperte che il Muramasa avrebbe potuto fare riguardo suo padre.
Vedrò quello che posso fare.
Ogni Domenica notte puoi trovarmi al pub magico "Tempestade" di Aveiro.
Ogni Mercoledì notte invece puoi trovarmi all'Hard Rock Café Babbano di Berlino.
Grazie, grazie mille!- disse, mentre scriveva frenetica quegli indirizzi sul proprio foglio di pergamena -Non sa quanto le sono grata anche solo per questo!
Avevo perso le speranze, credevo che nessuno si stesse più occupando del caso e invece...
... Avvicinati.
Quel semplice ordine servì a zittire la ex-Tassorosso e a guardare Shuyun con occhi diversi, come se fosse suo preciso dovere obbedirgli. Non che si sentisse sotto effetto di un Imperio (e tanto, anche se fosse stato così neanche se ne sarebbe resa conto) semplicemente sapeva che quello era il suo dovere, un dovere talmente forte da spingerla a mettere via penna e pezzo di carta e ad avvicinarsi di qualche passo verso la figura dell'uomo.
...
Rimase in silenzio per tutto il tempo che l'asiatico ci mise a comprendere quanto fosse forte l'elemento dentro di lei, informazioni che Cappie ovviamente ignorava, non sapendo che il Fulmine del quale era intriso il suo spirito stesse premendo per uscire fuori a tutti i costi.
Ma che...?
A quanto pare esso non era l'unico a voler uscire. Ermes si stava agitando all'interno della sua borsa a tracolla, come se l'animale stesse provando a trasformarsi dentro un contenitore troppo piccolo per lui.
Uhm?
Cosa nascondi lì dentro?
Fallo venire fuori.
Anche se l'irlandese avesse voluto disobberdirgli, le sarebbe stato impossibile farlo perchè ben presto Ermes avrebbe assunto la sua forma reale, diventando troppo pesante da portare in borsa, una borsa che inoltre non poteva contenerlo. Cappie tirò fuori quindi il morbido peluche di lana che, sotto gli occhi di Shuyun, si trasformò nella pecorella che la ragazza aveva salvato all'interno dell'Ottavo Piano, sprizzando qualche minima scarica elettrica dal corpo lanoso. Lo tenne in braccio stretto a sè, convinta che il suo fedele compagno fosse semplicemente stanco di stare dentro uno spazio chiuso. Invece, quando Ermes continuò ad agitarsi, facendole comprendere che non voleva starle in braccio, la O'Neill lo posò a terra stupefatta, fissandolo mentre si approcciava quasi con tenerezza verso Shuyun.
Che strano... Non ha mai fatto così!
Se vuole fargli una carezza lo tocchi solo sul muso: la lana è elettrostatica, in molti si sono presi una bella scossa.
Già, eppure lei lo aveva tenuto in braccio senza problemi, come se il contatto con il suo corpo elettrico non le desse affatto fastidio. Probabile che anche quel particolare avrebbe contribuito a far comprendere al Muramasa che la scintilla di Ignis, nella O'Neill, era presente eccome.
Comunque si chiama Ermes...
Non sapeva come comportarsi con l'uomo: Ermes non era certo una creatura magica conosciuta, anzi era unico nel suo genere e sapeva che per gente poco fidata avrebbe rappresentato un bel bottino se solo fossero riusciti ad impadronirsene. Per questo la O'Neill preferiva nasconderne la presenza il più delle volte, per evitare che qualcuno potesse davvero metterci gli occhi addosso. Con Shuyun era stata costretta a mostrarlo, a causa della volontà stessa dell'animale che ora sembrava apprezzare particolarmente la presenza dell'Ignis lì con loro.