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Messaggioda Martha » 08/03/2015, 23:45

[Ufficio privato di Martha Bennet - 3 Novembre 2109, ore 18:45]


Pioggia.
Cadeva incessantemente da quella mattina, rendendo impossibile agli studenti e ai professori di uscire fuori dalle mura del castello e godersi un po' di aria fredda.
Molti la odiavano per questo. Ma non la docente di Pozioni, un'Acuan risvegliata solo da qualche anno, che sorrideva mentre sentiva la pioggia ticchettare contro la finestra del suo ufficio. Stava sbrigando le sue solite faccende: correggere i compiti, preparare le lezioni, decidere i compiti da assegnare al suo assistente e portare avanti le proprie personali ricerche. Una donna molto indaffarata, insomma, che non sembrava avere tempo da sprecare in visite fuori programma e inaspettate.
Invece, fu proprio un bussare insistente alla sua porta che le fece alzare di scatto la testa dagli appunti che stava rileggendo -per controllare che fossero giusti- fissando incuriosita l'uscio prima di invitare l'inatteso ospite ad entrare.

Buonasera.

Sandyon Vastnor. Un uomo di poche parole, freddo e calcolatore, ma anche un ottimo collega di lavoro, se si sapeva come prenderlo. No, non in quel senso: pur avendo provato per lui una forte attrazione in passato -attrazione scaturita dall'ipnosi di Melia- Martha non stava pensando affatto a quanti favori sessuali gli avrebbe fatto, per ottenere da lui un buon rapporto sul luogo di lavoro. Era stata la disponibilità dell'ex-mercenario ad aiutarla in passato con un enigma a convincerla che di lui ci si potesse fidare e che uno scambio reciproco di favori avrebbe potuto giovare entrambi nel loro rapporto.
Lo stimava come docente, lo rispettava come uomo e probabilmente -anche se nessuno dei due era molto propenso a parlare- lo poteva considerare la persona adatta alla quale avrebbe chiesto aiuto nel caso in cui si fosse trovata in seri guai.

Buonasera a lei, professore.
A cosa devo la sua visita?


Chiese con cortesia, indicandogli con un gesto della mano di prendere posto a sedere e di parlare liberamente. L'uomo, invece, sembrava più interessato a mostrare alla donna il contenuto del sacchetto che si era portato dietro: era mediamente grande e a giudicare dalla consistenza anche molto pesante. Sandyon fece scivolare il sacco sulla scrivania della Bennet, aspettando che ella lo aprisse per guardarne il contenuto.

Immagine


L'espressione dubbiosa e scettica dovette essere molto leggibile da parte del docente di Difesa: senza neanche aspettare che la donna aprisse bocca, Sandyon la precedette e iniziò a parlare fornendo una spiegazione breve ma completa sul perchè avesse portato con sè tutti quei galeoni.

Non è una prestazione extra professionale che le sto chiedendo, non si preoccupi.
Credo però che un favore pozionistico che sfora più che abbondantemente la legalità magica debba essere ben pagato.


Quanti migliaia di galeoni dovevano esserci all'interno di quel sacco? Uno? Due? A giudicare dal volume, la Bennet era propensa a credere all'incirca due migliaia, forse qualcosa di più, sebbene non avrebbe potuto averne la certezza matematica fino a quando non avesse contato il denaro da sè. Tuttavia, sapere quanto avesse intenzione di pagarla Sandyon era l'ultimo dei suoi pensieri, mentre continuava a fissare il collega in volto con sguardo serio e deciso.
Avrebbe dovuto darle una spiegazione più precisa se avesse voluto una risposta diversa da un "no" secco e sbrigativo.

Si spieghi meglio.

Accavallò le gambe sotto il tavolo, incrociando le mani sotto il mento e fissando l'uomo, con i gomiti poggiati sulla scrivania. Gli chiese implicitamente se volesse qualcosa di forte, mentre parlavano, facendo apparire per lui -nel caso- un bicchiere di scotch, mentre per lei...della semplice acqua fresca!

Ho bisogno di una Pozione Ringiovanente, ma non di quelle classiche che si possono annullare con l'antidoto canonico o con una linea potente dell'età. Questa Pozione deve rendermi più giovane di circa dieci anni e farmi rimanere tale per un tempo totale di sette giorni.

E per quale motivo ne ha bisogno?

Devo iscrivermi allo stesso torneo al quale vuole partecipare mia figlia e voglio assicurarmi che ottenga un insegnamento come si deve.
Quando lotta con me, lo fa sempre al 70% delle sue possibilità, in quanto si rende conto che ha davanti un parente, in quanto sa che non sta scommettendo nulla, non deve vincere per alcun motivo superiore al suo miglioramento personale, che di per sé è un ottimo incentivo ma si sa, quando c'è di mezzo una vittoria e un premio le cose si fanno ancora più interessanti. Desidero che mi affronti pensando che sia un avversario qualsiasi così da rendermi conto del suo reale livello raggiunto e per farle dare qualche forte colpo di culo al terreno, colpi che le facciano male.
Le servirà per crescere, per fortificare lo spirito oltre che il corpo, dopo di che, quando e se sarò soddisfatto, potrò anche ritirarmi facendola vincere a tavolino, questo è il mio intento è questo è il perché di questa richiesta sotto pagamento.


Sentire Sandyon Vastnor fare un discorso tanto lungo come quello era quasi un evento straordinario, di quelli ai quali si assiste una sola volta nella vita. Almeno era così che si sentiva l'Acuan, mentre il suo sguardo si faceva più intenso ascoltando ogni singola parola provenire dalla bocca dell'ex-mercenario. Un metodo di insegnamento ed educazione anti-convenzionale -non c'era dubbio- ma anche con una sua logica di fondo non del tutto errata, secondo il giudizio della Bennet. Anche se Vastnor non le aveva chiesto alcun parere al riguardo, Martha si sentì ben più che giustificata a giudicare ciò che l'uomo voleva fare e sopratutto ciò che voleva lei facesse per lui, visto che ci andava di mezzo la sua reputazione nel lavoro. Non era tipa da infrangere le regole la Bennet -lei che bacchettava ogni giorno il suo allievo affinchè non sgarrasse neanche una volta - e per quanto nel suo campo, spesso, si era costretti ad avere a che fare con persone e oggetti ai limiti della legalità, la donna non aveva mai oltrepassato quel limite, se non di qualche passo.
Ora doveva chiedersi se fare un favore ad un amico - perchè di questo si trattava- le sarebbe costato molto più che oltrepassare quel limite oppure no. Se Sandyon non le avesse spiegato il motivo della sua richiesta, probabile che la docente si sarebbe rifiutata a prescindere di aiutarlo, nonostante quei soldi le servissero e anche tanto. Il silenzio sembrò durare anche fin troppo, spingendo l'uomo a riprendere parola e spezzare per un attimo il mutismo della Bennet.

Posso aggiungerne altri 500, oltre mi sembrerebbe un furto.

Un furto, collega?- chiese sarcastica, trafiggendo la sua figura con lo sguardo -Ha idea di cosa succederebbe se lei venisse scoperto e questa storia saltasse fuori?

Sapeva che Sandyon non era uno sprovveduto e che sarebbe stato ben attento a far si che mai, neanche una volta, il nome di Martha Bennet uscisse fuori qualora si fosse fatto scoprire -cosa della quale la donna dubitava. Ma era come lei si sarebbe sentita a metterle più pressione addosso, mentre rifletteva attentamente sul da farsi.

Mi giura solennemente che se le preparassi questa pozione la userebbe solo ed esclusivamente per lo scopo che mi ha citato prima?- chiese ad un certo punto, alzandosi in piedi e porgendogli la mano, per sugellare quel patto con una stretta di mano -Non voglio guai e sopratutto non voglio sentirmi in colpa per aver dato una mano ad un amico- sottolineò quella parola -ingannandomi sulle sue reali intenzioni.
Non le chiederò un Voto Infrangibile solo perchè mi sembra troppo eccessivo...e perchè mi fido di lei.
Ma ho bisogno di tempo per prepararle la pozione e non è detto che riesca ad ottenere esattamente ciò che vuole.
Non parlo dell'effetto, stia tranquillo, ma è difficile accontentarla sulla durata: è più facile che io riesca a prepararle una pozione che duri massimo 24 ore. Forse se mi impegno posso vedere se riesco ad allungarla fino a 48, ma non di più.


Avrebbe costretto Sandyon a dover dipendere da una fiaschetta piena di Pozione Ringiovanente, ma non poteva farci nulla: era meglio puntare sulla sua efficacia piuttosto che sui tempi d'azione, su questo era sicura che l'uomo fosse d'accordo con lei.

Accetto il pagamento, senza bisogno che lei aggiunga altri galeoni.
...Non so se considerare sua figlia molto fortunata o molto sfortunata ad avere un padre come lei...


Si permise di aggiungere, sorridendo sarcastica e riempiendosi un altro bicchiere d'acqua, facendo lo stesso ma con lo scotch per il professore di Difesa.

Rimanga pure seduto, dobbiamo discutere ancora di altri dettagli.
Le porterà via al massimo mezzora, non si preoccupi...


Detto questo, la Bennet passò i successivi trenta minuti a farsi spiegare nei minimi dettagli gli effetti che avrebbe voluto ottenere Sandyon da quella pozione, segnando il tutto su una pergamena e discutendo o meno sulla reperibilità degli ingredienti necessari per prepararla. Entrambi concordarono sulla necessità di fare una prova, prima di mandare Vastnor allo sbaraglio con delle pozioni difettose, una prova che Martha stabilì sarebbe avvenuta all'incirca due settimane dopo quell'incontro.
Dopo aver definito tutti i dettagli, finalmente la donna lasciò libero l'uomo di andare via, aspettando che la porta si fosse chiusa dietro di lui prima di fissare con un sospiro il sacco pieno di galeoni.

Mio caro Edward Atwood...stanno per entrare un bel po' di monete dentro le tue tasche...

[Fine]
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Messaggioda Jorge » 28/05/2015, 21:46

[Lisbona – Vacanze di Natale 2109 – Casa Alvares]


Io ancora non capisco perché mai debbano volerti ancora lì con loro. Io di sicuro non voglio che tu ci rimetta piede. Guardiamo in faccia la realtà, non prenderai mai quei cosi e se torni in quel … quel Castello per un altro anno corri solo il rischio di farti ammazzare.

No, non corro nessun rischio. Non questa volta. Ho imparato la lezione, nessun colpo di testa, nessuna infrazione a nessuna regola. Righerò dritto. Solo studio e lavoro – perché tanto ormai non gli restava più nulla a Hogwarts - Lo so che non mi credi, che è la stessa cosa che ti dissi l’altra volta ma… ti prego lasciami tornare. Se non prendo i M.A.G.O. non farò mai altro nella vita se non il garzone di bottega e io… voglio rendervi fieri di me.

Potevi pensarci prima di rubare quel diario e mettere in pericolo te stesso e tutte quelle persone – la presa della moglie sul braccio di Alvares Senior si fa più forte. L’uomo prende un profondo respiro – Nel tuo Mondo sei maggiorenne, nel nostro lo sarai tra pochi mesi quindi fa come vuoi … spero solo che la prossima volta che prenderò una di quelle passacose non sia per venire a prendere il tuo cadavere.

[ Metà Gennaio 2110 – ore 18:00 – Ufficio della docente di Pozioni]


Il tuo cadavere, il tuo cadavere, il tuo cadavere. Quelle erano state le ultime tre parole che il padre gli aveva rivolto prima di voltargli le spalle e uscire dalla cucina, comportandosi per il resto delle vacanze come se lui non esistesse, come se lo avesse già seppellito. Jorge aveva accettato quel comportamento senza battere ciglio. Non aveva più tentato di parlargli, di chiedergli scusa, anzi si era gradualmente allontanato anche da sua madre, per tenerla al sicuro. Da lui.
L’esame di coscienza che Cappie gli aveva intimato di fare durante il confronto che avevano avuto in quell’aula vuota del Settimo Piano era durato giorni e alla fine ne era uscito moralmente distrutto. Era tutto vero. Tutte le accuse, le ingiurie che Victoria gli aveva vomitato addosso quella notte non erano frutto solo del bisogno della Draghessa di sfogarsi, di trovare un capro espiatorio su cui riversare tutta la rabbia, la frustrazione e la paura accumulata durante il viaggio nell’Ottavo Piano. Aveva preso tutte le giustificazioni addotte in sua difesa e le aveva demolite a una a una, aveva scavato sempre più a fondo nel proprio animo, sbucciandolo come se fosse una cipolla, e quando lo aveva toccato, il fondo, quello che aveva visto lo aveva spaventato a morte. Aveva sempre saputo di non essere la brava persona che Cappie vedeva in lui, che molte delle sue buone azioni erano solo un riflesso della purezza d’animo della Tassetta, non realmente sentite ma dettate dal desiderio che fosse fiera di lui e dalla paura di perderla. Vivere in quel modo, contro la propria natura per certi versi, non gli era costato molto perché veniva ripagato con qualcosa di raro per chi era cresciuto come lui e cioè dall’affetto sincero e incondizionato di una persona che ammirava. Ma era bastato un attimo e tutto quello su cui aveva costruito la sua vita era venuto meno portando a galla quello che doveva essere il suo vero Io. Adesso sapeva di aver mentito quando professava di “non aver pensato”perché nel suo subconscio era sempre riecheggiato un terrificante e distinto pensiero: è da incoscienti lasciare tutta quella conoscenza a marcire lontano dagli occhi di tutti. C’era stato un terribile attimo in cui la voleva per sé più di quanto avesse mai voluto qualsiasi altra cosa, non per arricchirsi, non per primeggiare sugli altri o per agevolare la sua carriera ma semplicemente – e non sapeva se fosse un’aggravante o meno - per soddisfare la sua brama di sapere.

Il gioco vale la candela?

Aveva chiesto loro Vastnor e lui a mente lucida e lontano da qualsiasi tentazione si era detto sinceramente di no, che nulla poteva valere ciò che aveva perso e che avrebbe perduto. Tutta la conoscenza contenuta nel diario dell’Alchimista non gli avrebbe scaldato il cuore come il sorriso innamorato di Victoria, rallegrato le giornate come la voce squillante e allegra di Cappie, fatto maturare come i consigli preziosi della Bennet o reso fiero di sè come lo sguardo soddisfatto e quasi orgoglioso che la Vireau gli lanciava. Ma quale sarebbe stata la sua risposta mentre si trovava lì in quel laboratorio da solo a dover combattere contro se stesso e la propria brama? Quasi certamente un SI e non perché tutte quelle persone valessero ai suoi occhi di meno ma perché erano momentaneamente sparite dalla sua vita. Erano solo lui e il diario. E in quella solitudine non aveva nulla da perdere.

Non c’è alcuna differenza tra me e Donald.

Si era ripetuto alla fine del suo esame di coscienza e quella rivelazione l’aveva portato, una volta tornato al Castello, a tenere un profilo basso, isolarsi da tutti e passare tutto il tempo libero dalle lezioni in compagnia dell’album da disegno e della chitarra portoghese che sua madre gli aveva donato. Anche lo studio era ridotto al minimo per poter sperare di ottenere tutte le O necessarie per prendere i M.A.G.O. Non voleva approfondire nulla per paura di venire travolto nuovamente da quella brama di sapere. Si aggirava quindi per la scuola come il fantasma di se stesso, lo sguardo spento e l’espressione del viso perennemente seria, e quelle rare volte che gli capitava di vedere Cappie all’orizzonte cambiava strada. Non voleva rovinarle la giornata con la sua presenza indesiderata e per quanto quella lontananza lo facesse soffrire era fermamente convinto che lei fosse più al sicuro lontano da lui. Stesso motivo per cui, ancora, non si era deciso a scrivere due righe di scuse a Victoria.

Loro non sono le uniche a cui devo delle scuse…

Ed era quello il motivo per cui quel pomeriggio dopo le lezioni si trovava fuori dall’ufficio della docente di Pozioni con indosso la divisa dei Delfinazzurro in perfetto ordine e un groppo che gli serrava la gola. Non era rimasto per nulla sorpreso dalla decisione di Martha di togliergli il posto di Assistente ma quel gesto aveva acuito i suoi sensi di colpa tanto che non era più riuscito a guardare la donna negli occhi. Almeno fino a quel pomeriggio.

Dimostra almeno a te stesso di essere un uomo e affronta le conseguenze delle tue azioni.

Si rimproverò prima di bussare.

Professoressa, posso disturbarla? Le ruberò solo un attimo.

Chiese quindi con aria titubante, ben sapendo di non essere più il benvenuto in quella stanza né in nessun altro luogo del Castello. Nel caso in cui la donna avesse acconsentito, Jorge sarebbe entrato nell’ufficio e avrebbe posato su di lei uno sguardo sinceramente contrito e dispiaciuto.

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Volevo solo dirle che mi spiace aver tradito la sua fiducia e averle fatto perdere tempo prezioso dietro a un caso irrecuperabile quale mi sono dimostrato di essere.
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Messaggioda Martha » 29/05/2015, 18:10

[Ufficio privato di Martha - Metà Gennaio 2110, ore 18:00]


Cosa pensa di fare ora, professoressa Bennet?

Visto che l'omicidio non è contemplato gli toglierò la carica di mio assistente.
Mi ha dimostrato ampiamente di non meritarsela.


Sarebbe stata davvero capace di uccidere Jorge Alvares per l'incoscienza dimostrata il mese prima. Non tanto per aver infranto nuovamente le regole -cosa che l'avrebbe infastidita ma senza prendere provvedimenti tanto seri- quanto per quell'unico, singolo gesto che ai suoi occhi era il più grave, quello che più l'aveva fatta dubitare di sè stessa e dei suoi insegnamenti.
Il libro.
Non aveva neanche domandato al Delfinazzurro cosa l'avesse spinto a prendere quel libro. Sapeva che avrebbe demolito ogni sua giustificazione e che sarebbe rimasta ancora più delusa dal suo comportamento e anche dai suoi patetici tentativi di salvarsi la faccia. Per lei era palese che l'ingordigia, unita all'incapacità di saper valutare la situazione, lo avesse spinto a tenere per sè un diario che non gli apparteneva e che -a detta della collega Vireau- aveva messo nei guai anche le tre studentesse che l'avevano seguito in quella disavventura.
Ovviamente dalla O'Neill quasi se l'aspettava una bravata del genere -ed infatti per lei non meritava di diplomarsi- ma la Randall e la Wollis le erano sempre sembrate due ragazze abbastanza giudiziose e tranquille, non certo due tipe da farsi una scappatella notturna in giro per il Castello!
Per fortuna che non era accaduto nulla di troppo grave -non avevano rischiato la vita almeno- ma le conseguenze di quel gesto sarebbero rimaste attaccate a vita alla Dragargenteo e, purtroppo per lei, Martha era più che convinta che le decisioni sbagliate esigessero sempre un prezzo da pagare. Quello della ragazza era stato perdere il proprio reale aspetto per assumerne uno quasi totalmente diverso.
Era dispiaciuta per lei, quello è ovvio, ma al contempo sapeva che quella sarebbe stata una lezione che Victoria avrebbe imparato e la prossima volta ci avrebbe pensato due volte prima di dare retta a due sconsiderati piuttosto che al proprio buon senso.

Sono nauseata...

Perchè si dava tanta pena e continuava a pensarci? Perchè semplicemente non si toglieva dalla testa quel ragazzino incosciente e riprendeva il proprio lavoro, come giusto che fosse? Perchè da una parte sapeva che sarebbe andata contro gli insegnamenti del suo mentore, un uomo ben più che disposto verso i giovani e nel coreggerne i loro errori. Non era lui che le aveva insegnato forse come prendersi cura dell'istruzione e della crescita interiore di una persona? Era stato un insegnante eccezionale, capace di grande pazienza e dell'esperienza necessaria per guidare i propri allievi, senza mai togliere loro la possibilità di crescere da sè.
La sua rabbia e il suo disgusto erano principalmente frutto di un pensiero che l'aveva martellata fin da quel fatidico giorno: non era stata abbastanza per il suo assistente.
Non si era mai resa conto della sua cupidigia o della sua fin troppo estesa voglia di conoscenza. Aveva fatto un errore di valutazione e il gesto compiuto da Jorge era semplicemente il frutto di quell'errore. Ce l'aveva con Alvares ma anche con sè stessa perchè per la prima volta sentiva che ad essere stata messa in discussione erano le sue capacità e le sue qualità come insegnante.

Professoressa, posso disturbarla? Le ruberò solo un attimo.

Lupus in fabula...- commentò in tono freddo e sarcastico l'arrivo del suo ex-assistente. Era in piedi e non accennò minimamente a lui di sedersi, perchè non aveva alcuna intenzione di perdere tempo con qualcuno che di tempo gliene aveva fatto sprecare anche abbastanza -Fa in fretta. Sono molto occupata.

Volevo solo dirle che mi spiace aver tradito la sua fiducia e averle fatto perdere tempo prezioso dietro a un caso irrecuperabile quale mi sono dimostrato di essere.

Le stesse parole che avrebbe voluto rivolgergli lei ogni singolo giorno dopo l'accaduto. Lo fissò, con le labbra serrate, perchè non riusciva proprio a sorridere, a provare un minimo di compassione per quel ragazzo che era stato solo capace di farla sentire una stupida. Sentiva che l'Acqua dentro di sè iniziava ad agitarsi e, non ancora pratica a controllare quell'aspetto del suo Elemento, esso sarebbe presto venuto fuori, travolgendo con un'onda anomala quello che restava dell'animo -già distrutto- del Delfinazzurro.

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Irrecuperabile? Tu sei proprio un caso disperato!
Credevo che sarebbe bastato metterci tutto l'impegno e la buona volontà che avevo per aiutarti non solo a diventare un bravo pozionista, ma anche a crescere e a maturare, a saper usare il cervello prima dell'istinto e sono stata ripagata con la vergogna, sì, vergogna Alvares, di aver avuto come assistente un ragazzo come te.


Era sempre stata una donna di poche, pratiche parole, ma in quel momento la rabbia aveva sciolto la lingua all'Acuan, che ora la stava utilizzando per travolgere un ragazzo che -in fondo lo stava dimenticando- era proprio quello: un adolescente, immaturo, non ancora adulto. Non poteva certo pretendere che tutti diventassero dei Vergil Cartwright -il suo ex-allievo l'aveva davvero sorpresa in positivo- ma forse da una persona tanto vicina a lei un filino di maturità in più la pretendeva, giusto un po'.

Avrei anche potuto chiudere un occhio sul fatto di volerti intrufolare all'interno di un piano nascosto ad Hogwarts, ma quale giustificazione hai usato con te stesso per volerti tenere un libro che conteneva formule alchemiche pericolose e oscure!
A malapena ti concedevo il permesso di curiosare nel Settore Proibito della Biblioteca, credevi forse di essere capace di gestire una conoscenza di tal genere?
Rispondimi Alvares perchè ho veramente esaurito la pazienza e non so cosa mi stia trattenendo dall'andare in presidenza e chiedere la tua espulsione immediata!


Lo sapeva eccome: la consapevolezza che parte delle colpe di Jorge dipendevano anche da lei.
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Messaggioda Jorge » 01/06/2015, 21:48

Fa in fretta. Sono molto occupata.

Glaciale. Non vi era altro modo di descrivere il modo in cui la Bennet lo aveva ricevuto nel suo ufficio e per quanto la sua disponibilità ad ascoltarlo l’aveva preso positivamente un po’ alla sprovvista – una parte di lui era certo che non gli avrebbe concesso neanche un secondo in più del suo tempo – non potè evitare di rimanere ferito da quel comportamento. Aveva sudato le proverbiali sette camice e oltre per convincere la donna che non si sarebbe mai pentita di avergli concesso l’ambito posto di suo Assistente e quando aveva chiesto il suo aiuto per una ricerca privata gli era sembrato di toccare il cielo con un dito. Quel pomeriggio passato a frugare nel Settore Proibito della Biblioteca gli aveva dato più di qualsiasi altra cosa la sensazione di essere riuscito nel suo intento, di essersi finalmente guadagnato un piccolo posto nel cuore iper protetto della docente. Adesso del rispetto e della fiducia che si era guadagnato a costo di enormi sacrifici non rimaneva nulla e per quell’accoglienza – se così si poteva chiamare – fredda poteva incolpare solo se stesso.

Ecco un’altra cosa che ho perso!

Un sospiro mentale mentre la lista delle persone che aveva perso per la sua incosciente sete di conoscenza si andava allungando e una delle sue paure più grandi si andava piano piano concretizzando. Cosa avrebbe fatto se, o forse era più corretto dire quando, alla fine di quel percorso di autoanalisi si fosse trovato completamente da solo? Con nessuno a credere in lui e nessuno da rendere fiero di sé?

Quando non si ha nulla da perdere qualsiasi gioco vale la candela…

Gli ricordò la sua coscienza con una voce atona e incolore. Quello però non era il momento dell’autocommiserazione ma dell’ammissione di colpa. Così in piedi a pochi passi dalla porta, le braccia stese lungo i fianchi e lo sguardo, colmo di dispiacere e sincerità, fisso sul viso di Martha, Jorge le porse le sue più sentite scuse per essersi rivelato un completo fallimento e una totale delusione. Non appena anche l’ultima sillaba venne pronunciata, il Delfino fece un passo indietro con l’intento di congedarsi con un inchino rigido e uscire da quel luogo che, in un passato recentissimo, gli aveva dato molto ma la voce della Bennet lo pietrificò sul posto.

Irrecuperabile? Tu sei proprio un caso disperato!
Credevo che sarebbe bastato metterci tutto l'impegno e la buona volontà che avevo per aiutarti non solo a diventare un bravo pozionista, ma anche a crescere e a maturare, a saper usare il cervello prima dell'istinto e sono stata ripagata con la vergogna, sì, vergogna Alvares, di aver avuto come assistente un ragazzo come te.


Sgranò gli occhi e spinse la testa indietro come se la docente gli avesse appena tirato uno schiaffo in pieno viso. Magari lo avesse fatto. Di certo il dolore che avrebbe provato sarebbe stato mille volte inferiore. La persona che più di tutti aveva creduto in lui – perché per prenderlo come Assistente qualcosa doveva avervi visto nella sua persona – si vergognava di lui.

Ho nuociuto alla sua reputazione!

Fu questo secondo pensiero a fargli aumentare il battito del cuore, stringere la gola e pizzicare pericolosamente gli occhi tanto da costringerlo a conficcarsi le unghie nei palmi delle mani per impedirsi di piangere. Ecco un’altra cosa a cui non aveva pensato e cioè che le conseguenze delle sue azioni si sarebbero nel bene e nel male ripercosse sulla docente. Quanti avevano visto nel suo comportamento incosciente una mancanza da parte della Bennet? Quanti l’avevano biasimata per la mancanza di giudizio che aveva dimostrato quando lo aveva preso come suo Assistente? Ecco un altro fardello con cui avrebbe dovuto convivere, almeno fino a quando il peso delle sue colpe non si sarebbe dimostrato essere troppo gravoso per il suo giovane animo. Si umettò le labbra secche con la punta della lingua e sussurrò un flebile…

Mi dispiace!

… perché non si fidava della propria voce.


Avrei anche potuto chiudere un occhio sul fatto di volerti intrufolare all'interno di un piano nascosto ad Hogwarts, ma quale giustificazione hai usato con te stesso per volerti tenere un libro che conteneva formule alchemiche pericolose e oscure!
A malapena ti concedevo il permesso di curiosare nel Settore Proibito della Biblioteca, credevi forse di essere capace di gestire una conoscenza di tal genere?
Rispondimi Alvares perchè ho veramente esaurito la pazienza e non so cosa mi stia trattenendo dall'andare in presidenza e chiedere la tua espulsione immediata!


Forse è quello che dovrebbe fare, farmi espellere e rinchiudere da qualche parte in cui non possa involontariamente nuocere a nessuno… - rispose con un tono di voce atono e incolore. Non era ironico, non stava facendo una battuta sciocca, non voleva tentare di rabbonire la docente. Stava solo esprimendo ad alta voce un pensiero che lo stava tormentando fin da quando Vastnor li aveva fatti uscire dall’Ottavo Piano. – Di bugie a me stesso quella notte ne ho raccontate tante e ci ho creduto così fermamente che è stato uno shock rendermi conto della verità. L’unico motivo per cui ho preso quel libro è perché non potevo permettere che tutta quella conoscenza andasse sprecata così, dimenticata in un laboratorio a cui non poteva accedere nessuno. Non mi interessava far fruttare in qualche modo quelle scoperte ma solo comprenderle. Volevo capire com’era stato possibile creare quell’Ottavo Piano, com’era possibile dar vita a delle creature senzienti o quasi dal nulla, cos’era la Pietra Filosofale Sintetica… Non mi sono chiesto se sarei stato capace di gestire una conoscenza del genere per il semplice motivo che non era importante cosa ne avrei fatto di essa. Era la conoscenza fine a se stessa quella che mi stava a cuore e che mi ha fatto perdere il senno.

Spiegò e se quella era un’attenuante o un’aggravante stava solo a Martha stabilirlo.
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Messaggioda Martha » 02/06/2015, 16:06

Mi dispiace!

Se ne infischiava delle sue scuse. Era inutile pensarci adesso, quando ormai il danno era fatto e lei non aveva più alcun motivo di credere alle sue buone intenzioni: l'aveva messa in ridicolo di fronte a tutto il corpo docente ed era un affronto che la Bennet non riusciva a digerire facilmente. Aveva scelto di toglierlo come suo assistente perchè non poteva sopportare l'onta di aver fallito nell'educare un ragazzino nei più semplici principi basilari. Ma era curiosa -doveva ammetterlo- di ascoltare quali motivazioni avesse usato con sè stesso per prendere quel libro e infischiarsene così di tutte le conseguenze.
La risposta che le venne data, ovviamente, non le piacque per nulla.

Forse è quello che dovrebbe fare, farmi espellere e rinchiudere da qualche parte in cui non possa involontariamente nuocere a nessuno…

Sarebbe troppo facile in questo modo. Il difficile è essere pienamente coscienti delle scelte che si fanno e delle loro conseguenze.
Se non vuoi fare del male a nessuno, impara a controllarti per la Trama!


Meno male che in quel momento nessuno passava di lì o qualcuno avrebbe avuto qualcosa da ridire alla donna per il linguaggio poco consono utilizzato in quella sede. Ma era anche vero che la pazienza si era esaurita da molto tempo e Jorge non la stava certo aiutando a recuperarla.

Di bugie a me stesso quella notte ne ho raccontate tante e ci ho creduto così fermamente che è stato uno shock rendermi conto della verità. L’unico motivo per cui ho preso quel libro è perché non potevo permettere che tutta quella conoscenza andasse sprecata così, dimenticata in un laboratorio a cui non poteva accedere nessuno. Non mi interessava far fruttare in qualche modo quelle scoperte ma solo comprenderle. Volevo capire com’era stato possibile creare quell’Ottavo Piano, com’era possibile dar vita a delle creature senzienti o quasi dal nulla, cos’era la Pietra Filosofale Sintetica… Non mi sono chiesto se sarei stato capace di gestire una conoscenza del genere per il semplice motivo che non era importante cosa ne avrei fatto di essa. Era la conoscenza fine a se stessa quella che mi stava a cuore e che mi ha fatto perdere il senno.

Non era importante? Non era IMPORTANTE?- perse il controllo della propria voce per un momento, alzandola di volume e facendo tuonare quelle parole per tutto l'ufficio. Non poteva credere davvero che il portoghese non avesse imparato nulla stando a contatto con lei e questo costituiva per lei un grosso fallimento. Credeva di poter essere una buona insegnante, ma grazie al Delfinazzurro si stava rendendo conto di aver sbagliato tutto -Mi sbagliavo, mi sbagliavo completamente sul tuo conto: non hai una visione distorta della morale, tu la morale neanche sai cosa sia!

Portò la mano a massaggiarsi le tempie, là dove sentiva una forte fitta a causa dello stress che quel ragazzo le stava procurando. Era una risposta assurda e insensata la sua, come se Alvares non tenesse conto di una cosa fondamentale che distingueva i ragazzini dagli adulti: la responsabilità delle proprie azioni.
Una persona matura è consapevole di quali siano le proprie responsabilità; cercare di sfuggire ad esse -o non vederle nel caso del portoghese- era un comportamento che rasentava l'infantilismo.

Alvares, fammi capire: hai preso quel libro sperando di poter aumentare le tue conoscenze?
Dire che la sete di conoscenza ti ha impedito di valutare i pro e i contro di un'azione simile è preoccupante!
Cosa ne avresti fatto di quel libro una volta uscito fuori? C'erano formule talmente complesse che io stessa non saprei comprenderle senza l'aiuto di un bravo alchimista. Cosa speravi di poter ottenere tu? Un pozzo di conoscenza dal quale ti era impossibile attingere, ecco cosa!
E questo senza pensare alle conseguenze. Ti rendi conto di cosa accadrebbe se ogni scienziato, studioso o incantatore ragionasse nel tuo stesso identico modo? Ognuno penserebbe solo a sè stesso, al proprio scopo, non preoccupandosi dei danni o dei benefici che una simile conoscenza può apportare al resto del mondo.


Senza volerlo gli stava dando un'altra preziosissima lezione, sperando forse di farlo crescere, di fargli comprendere che non poteva agire solo e soltanto per sè stesso perchè il risultato sarebbe stato disastroso.

Saper distinguere ciò che è giusto da ciò che è sbagliato.
Saper valutare le priorità più importanti per noi stessi.
Essere responsabili.
Non era mia intenzione aiutarti solo ad impare meglio l'arte delle Pozioni, Alvares: io volevo che tu imparassi anche a crescere!
Ed ora mi chiedo dove ho sbagliato con te, perchè se tu sei stato capace di commettere un errore simile la colpa è anche mia che non ho saputo cogliere in te questa mancanza e colmarla...


Chiuse gli occhi per un istante, quasi fosse stanca, distrutta da quell'esperienza che stava mettendo in dubbio tutto ciò che l'Acuan aveva sempre creduto di essere.
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Messaggioda Jorge » 04/06/2015, 14:43

Sarebbe troppo facile in questo modo. Il difficile è essere pienamente coscienti delle scelte che si fanno e delle loro conseguenze.
Se non vuoi fare del male a nessuno, impara a controllarti per la Trama!


Io non volevo fare del male a nessuno. Ero certo che non ne avrei fatto!

Non lo disse, troppo mortificato per aver esasperato con le sue azioni la Bennet a tal punto da spingerla a utilizzare un tale linguaggio, eppure quello era l’unica “scusa” che, dopo giorni di autoanalisi, non era riuscito a smantellare. Sapeva che il libro conteneva formule alchemiche pericolose, che alcune delle pozioni citate potevano benissimo essere considerate “Oscure” se non proprio illegali ma mai neppure per un secondo aveva pensato che il portarlo con sé avrebbe potuto creare loro dei problemi mentre stavano nell’Ottavo Piano. Forse Cappie non gli avrebbe mai creduto – e quella probabilità non gli faceva così male come avrebbe dovuto solo perché era fermamente deciso a stare il più lontano possibile dalla Tassetta per il suo stesso bene - ma davvero era stato così stupido non solo a non pensare di lanciarvi sopra un semplice incanto di rivelazione ma anche da non credere che qualcuno avrebbe potuto maledire il diario in modo da trarre potere da chi lo avesse trafugato.

E quindi ammetti di essere un ladro!

Svelta la sua coscienza sottolineò le implicazioni del verbo utilizzato ma quella volta Jorge non sprecò tempo a controbattere perchè consapevole che difficilmente sarebbe riuscito a far comprendere a qualcuno che non fosse suo cugino Xavier o uno dei suoi amici di Alfama che non si sentiva né si sarebbe mai sentito un ladro. Dal suo punto di vista il libro non apparteneva a nessuno, era un oggetto abbandonato in un luogo dove non viveva nessuno e il suo legittimo proprietario, da quel poco che aveva letto, era deceduto quindi era stato un po’ come prendere qualcosa trovata per strada e in questo, da dove veniva lui, non c’era nulla di male. Soprattutto perché solitamente gli oggetti abbandonati non venivano utilizzati come trappole mortali. Quello che alla docente premeva di sapere, però, erano le motivazioni reali che lo avevano spinto a prendere il libro, motivazioni che le fecero letteralmente perdere il controllo di sé.

Non era importante? Non era IMPORTANTE?- un cenno di assenso con il capo leggero come il battito di ali di una farfalla e lo sguardo colmo di dispiacere per aver causato una tale reazione in una donna solitamente controllata in tutto ciò che faceva. - Mi sbagliavo, mi sbagliavo completamente sul tuo conto: non hai una visione distorta della morale, tu la morale neanche sai cosa sia!

Rimase impassibile di fronte a quella accusa o forse era più corretto dire di fronte a quella semplice constatazione visto che non si sentiva ferito, offeso o in qualche modo illuminato. Non che le parole della docente gli scivolassero addosso senza fare presa ma purtroppo aveva incassato tanti colpi diretti alla sua autostima, al suo carattere, al suo modo distorto e contorto di affrontare le cose che non era rimasto un solo brandello della sua anima e della sua coscienza abbastanza intatto da poter essere annientato.

Alvares, fammi capire: hai preso quel libro sperando di poter aumentare le tue conoscenze?
Dire che la sete di conoscenza ti ha impedito di valutare i pro e i contro di un'azione simile è preoccupante!
- lui stesso ne era consapevole, motivo per cui credeva che la cosa migliore per tutti fosse rinchiuderlo da qualche parte, o in alternativa continuare a vivere isolato da tutti quelli a cui voleva bene e tentare di tenere sotto controllo la sua sete di conoscenza -
Cosa ne avresti fatto di quel libro una volta uscito fuori? C'erano formule talmente complesse che io stessa non saprei comprenderle senza l'aiuto di un bravo alchimista. Cosa speravi di poter ottenere tu? Un pozzo di conoscenza dal quale ti era impossibile attingere, ecco cosa!

Inclinò la testa verso sinistra rivolgendo alla Pozionista un’occhiata di disaccordo. Forse non sarebbe mai stato in grado di creare qualcosa di nuovo, ma era fermamente convinto che se qualcuno era giunto a formularle quelle teorie alchemiche, a produrre quel tipo di pozioni allora era possibile per lui giungere a comprenderne il significato, a carpirne i segreti e chissà forse anche a riprodurli . Non da solo – non era così egocentrico da pensarlo - non nell’immediato futuro, ma con il tempo, studiando sodo, approfondendo gli argomenti, facendo ricerche e facendosi aiutare da qualcuno più esperto di lui, avrebbe placato la sua sete di conoscenza. D’altronde non era quello che aveva fatto negli ultimi sette anni? Essere posto di fronte a qualcosa di totalmente incomprensibile per lui per poi giungere, con l’aiuto della docente, a comprenderne i meccanismi.

E questo senza pensare alle conseguenze. Ti rendi conto di cosa accadrebbe se ogni scienziato, studioso o incantatore ragionasse nel tuo stesso identico modo? Ognuno penserebbe solo a sè stesso, al proprio scopo, non preoccupandosi dei danni o dei benefici che una simile conoscenza può apportare al resto del mondo.

Ma è quello che accade – commentò senza una particolare inflessione nel tono della voce se non forse perplessità. Di certo non stava cercando giustificazioni per le sue azioni – Ognuno pensa al proprio scopo, a giungere in fondo alla propria ricerca senza pensare agli effetti che essa avrà sul resto del mondo in caso contrario non avremmo le Maledizioni senza Perdono o pozioni e ritrovati alchemici letali. Non credo che la conoscenza in sé, così come la magia, sia buona o cattiva, essa lo diventa in seguito, in base all’uso che le singole persone ne fanno e se pensarla così vuol dire non avere morale allora… ha ragione.

Abbassò gli occhi sul pavimento mentre lo diceva perché non era nulla di cui andare fieri, a maggior ragione quando si trattava di un aspetto di sé che prima si ignorava e cioè essere capace di distinguere il bene dal male ma fregarsene quando aveva tra le mani un tale potenziale di conoscenza.

Saper distinguere ciò che è giusto da ciò che è sbagliato.
Saper valutare le priorità più importanti per noi stessi.
Essere responsabili.
Non era mia intenzione aiutarti solo ad imparare meglio l'arte delle Pozioni, Alvares: io volevo che tu imparassi anche a crescere!
Ed ora mi chiedo dove ho sbagliato con te, perchè se tu sei stato capace di commettere un errore simile la colpa è anche mia che non ho saputo cogliere in te questa mancanza e colmarla...


Questo non lo può fare! – sbottò serio e irritato, le mani serrate in due pugni lungo i fianchi, le braccia che tremavano per lo sforzo di rimanere fermo – Può dirmi che sono privo di morale, che sono stato egoista, infantile, avido, sconsiderato… Può anche farmi espellere se vuole ma non deve pensare mai, neanche per un secondo che una piccola infinitesima parte di ciò che ho fatto sia attribuibile a una sua mancanza. Ha fatto più lei per me nel periodo in cui ero suo Assistente che chiunque altro in tutta la mia vita e non potrò mai né farle comprendere quanto le sono grato per questo né ripagarla per tutto il tempo speso. Come poteva accorgersi di qualcosa che io per primo ignoravo di me stesso? Come poteva insegnarmi a resistere alle tentazioni quando io per primo non credevo esistesse qualcosa di così forte da farmi spegnere il cervello?- sentiva gli occhi bruciargli dall’intensità delle lacrime che premevano per uscire e per quello li strinse con forza, nel vano tentativo di fermarle - Se mi avesse somministrato il Veritaserum il giorno prima che ci avventurassimo all’Ottavo Piano le avrei detto di essere cresciuto, di essere diventato responsabile, che nulla veniva prima della sicurezza di Cappie e di Victoria… e invece al primo vero banco di prova che la vita mi ha messo davanti non solo ho fallito ma ho scoperto di essere una persona completamente diversa da quello che credevo di essere diventata.

Lacrime silenziose avevano iniziato a scendere lungo le guance di Jorge a bagnarli il viso deformato dalla rabbia e dal disgusto verso se stesso, verso quello che in fondo era e che non sapeva come gestire.

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Messaggioda Martha » 06/06/2015, 20:50

Non era sua intenzione sfogarsi con il suo ex-assistente di quanto accaduto qualche mese prima; quando Alvares però era entrato da quella porta, provando a scusarsi con lei del suo comportamento, Martha non era riuscita a mantenere la propria calma e un certo decoro, inveendo contro il ragazzo per la bravata di cui si era macchiato.
Non erano state le conseguenze a farla andare fuori di testa -non conoscendo la verità, le era impossibile- ma i possibili motivi che avevano spinto Jorge a trafugare un libro che non avrebbe dovuto trovarsi in mano sua. Il fatto che quel gesto avesse messo in pericolo le sue compagne di scuola era un dettaglio secondario per la Bennet, ma solo perchè non era cosciente della gravità delle conseguenze. L'unica cosa grave che invece essa vedeva era l'incapacità del Delfinazzurro di saper controllare i propri istinti o di saper riflettere a mente lucida su ciò che è giusto oppure non è giusto fare.

Ma è quello che accade. Ognuno pensa al proprio scopo, a giungere in fondo alla propria ricerca senza pensare agli effetti che essa avrà sul resto del mondo in caso contrario non avremmo le Maledizioni senza Perdono o pozioni e ritrovati alchemici letali.

E poichè il resto del mondo si comporta in questo modo, tu ti sei sentito giustificato a comportarti di conseguenza, dico bene?- commentò con tono gelido, provando l'irresistibile impulso di afferrare quel ragazzino e mollargli due schiaffoni in faccia, solo per vedere se un simile gesto avrebbe risvegliato in lui il cervello che in quel momento le stava dimostrando di non possedere.

Non credo che la conoscenza in sé, così come la magia, sia buona o cattiva, essa lo diventa in seguito, in base all’uso che le singole persone ne fanno e se pensarla così vuol dire non avere morale allora… ha ragione.

Alvares qui non si tratta solo di possedere una curiosità troppo spiccata e incontrollata per ciò che riguarda l'Alchimia e le Pozioni.
Qui si tratta che a scatenare la tua conoscenza è stato un libro pieno zeppo di formule oscure, cazzo!
- disse, sbattendo la mano sul tavolo, incapace di controllarsi -Un libro inoltre che non ti apparteneva e che non saresti mai, mai stato in grado di sfruttare, sia che tu avessi deciso di utilizzarlo a fin di bene, sia che il tuo unico scopo fosse stato semplicemente quello di imparare!

Non nutriva alcun dubbio che lui da solo non avrebbe mai potuto fare nulla con uno strumento simile nelle sue mani e se il suo pensiero era stato quello di portarlo alla docente di Pozioni per avere da lei l'aiuto che necessitava... Dimostrava allora di non avere davvero un po' di quel senno che Martha sperava possedesse.

Cosa ci avresti fatto dopo? Da solo non eri in grado di fare nulla e portarlo da me o dal professor Connor per farti aiutare sarebbe stata la cosa più stupida da fare! Se non hai pensato alle conseguenze che ti avrebbe portato immischiarti con la magia oscura, avresti almeno potuto pensare a quali conseguenze avrebbe avuto sul tuo rendimento scolastico far presente a due docenti che cosa ti eri portato dietro da quel piano!

E una volta che ci avesse pensato, la soluzione sarebbe stata una sola: tenerselo tutto per sè, dimostrando così di possedere una personalità che mai, in tutti quegli anni passati come sua insegnante, la Bennet era stata in grado di vedere con tanta chiarezza. Era stato proprio quello il nodo centrale di tutto il discorso: rendersi conto in un certo senso che gli errori del portoghese erano il riflesso del suo fallimento come sua docente lì a scuola.

Questo non lo può fare!

Che cosa non posso fare?

Può dirmi che sono privo di morale, che sono stato egoista, infantile, avido, sconsiderato… Può anche farmi espellere se vuole ma non deve pensare mai, neanche per un secondo che una piccola infinitesima parte di ciò che ho fatto sia attribuibile a una sua mancanza.

Non osare ragazzino...

Ha fatto più lei per me nel periodo in cui ero suo Assistente che chiunque altro in tutta la mia vita e non potrò mai né farle comprendere quanto le sono grato per questo né ripagarla per tutto il tempo speso.

Basta...

Come poteva accorgersi di qualcosa che io per primo ignoravo di me stesso? Come poteva insegnarmi a resistere alle tentazioni quando io per primo non credevo esistesse qualcosa di così forte da farmi spegnere il cervello?

Esatto, come avrebbe potuto? Era quella la domanda che si era rivolta tutte le notti di quell'ultimo mese, tentando di trovare una giustificazione al quale appigliarsi per non sentirsi tradita e umiliata dalla propria incapacità di fare l'insegnante. Ma a nulla erano valse le parole di fronte all'evidenza: aveva mancato in qualcosa, qualcosa che il suo mentore avrebbe visto fin da subito. Aveva tradito sè stessa ma anche la sua memoria, pensando di essersi comportata come lui e invece ritrovandosi di fronte il frutto dei propri errori che ora stava agitando l'Acqua dentro di sè con delle scuse-per lei- totalmente inutili.

Se mi avesse somministrato il Veritaserum il giorno prima che ci avventurassimo all’Ottavo Piano le avrei detto di essere cresciuto, di essere diventato responsabile, che nulla veniva prima della sicurezza di Cappie e di Victoria… e invece al primo vero banco di prova che la vita mi ha messo davanti non solo ho fallito ma ho scoperto di essere una persona completamente diversa da quello che credevo di essere diventata.

Stai facendo troppo affidamento sul Veritaserum... Te l'ho sempre detto che è una pozione molto insidiosa...- lo disse quasi in automatico, come se si trovasse a lezione con lui e gli stesse spiegando per l'ennesima volta qualcosa che avrebbe dovuto aver assimilato già da tempo -Anche io ero convinta che tu fossi diventato più maturo. Ne avevi di strada da fare, ma eri ancora solo un ragazzo che doveva imparare dai propri errori. Ne avresti fatti tanti e ne farai ancora tanti Alvares. Mi chiedo però quale lezione pensi di aver imparato da questo sbaglio, se lo consideri uno sbaglio...- perchè il ragazzo poteva anche essere convinto di non aver sbagliato affatto -Vorrei dirti che un errore lo facciamo tutti, che è una cosa assolutamente normale. Ma non è normale, neanche un po', sentirsi attratti dalla conoscenza di formule alchemiche oscure... Al punto tale da non saper più utilizzare il proprio buon senso.

Incrociò le braccia al petto, fissando quel ragazzino che ora le sembrava molto più piccolo di quanto fosse in realtà. Non era stata abbastanza attenta, non lo aveva protetto dal fascino che il male -o nel suo caso qualsiasi tipo di conoscenza- poteva esercitare su un animo ancora tanto inesperto e immaturo come il suo.
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Messaggioda Jorge » 08/06/2015, 21:55

E poichè il resto del mondo si comporta in questo modo, tu ti sei sentito giustificato a comportarti di conseguenza, dico bene?

No – rispose con voce ferma e pacata, prendendo subito dopo una piccola pausa per cercare le parole adatte a far comprendere alla Bennet che no, non aveva preso il diario, fregandosene delle conseguenze, perché così si comportava la maggior parte di scienziati e ricercatori, ma semplicemente perché per lui, in quel momento, era la cosa più importante da fare. - Se mi fossi fermato a riflettere che quel mio gesto poteva essere in qualche modo giustificato dal fatto che in molti mettono le proprie ricerche davanti a tutto e a tutti allora non l’avrei preso… Non per distinguermi dalla massa ma semplicemente perché voleva dire che ero pienamente cosciente delle mie azioni.

Era quello il nocciolo della situazione, il punto focale che, una volta venuto alla luce, lo aveva terrorizzato a morte e cioè l’aver fatto istintivamente qualcosa che teoricamente sarebbe dovuto andare contro la sua natura così come lui la conosceva.

Alvares qui non si tratta solo di possedere una curiosità troppo spiccata e incontrollata per ciò che riguarda l'Alchimia e le Pozioni.
Qui si tratta che a scatenare la tua conoscenza è stato un libro pieno zeppo di formule oscure, cazzo!


E’ stato solo un caso. L’avrei preso anche se conteneva solo formule di medimagia futuristiche…

Poteva anche aver scoperto di avere un lato oscuro, nascosto, venuto alla luce in un momento di estrema tentazione ma quello non lo rendeva automaticamente malvagio o succube della Magia Oscura. Lui voleva solo sapere, conoscere, imparare, indipendentemente dal “colore” della magia che doveva studiare.


Un libro inoltre che non ti apparteneva e che non saresti mai, mai stato in grado di sfruttare, sia che tu avessi deciso di utilizzarlo a fin di bene, sia che il tuo unico scopo fosse stato semplicemente quello di imparare!Cosa ci avresti fatto dopo? Da solo non eri in grado di fare nulla e portarlo da me o dal professor Connor per farti aiutare sarebbe stata la cosa più stupida da fare! Se non hai pensato alle conseguenze che ti avrebbe portato immischiarti con la magia oscura, avresti almeno potuto pensare a quali conseguenze avrebbe avuto sul tuo rendimento scolastico far presente a due docenti che cosa ti eri portato dietro da quel piano!


Non lo so cosa avrei fatto dopo, non ci ho pensato mentre lo portavo via – ripetè con un tono di voce sempre pacato e triste – Probabilmente avrei atteso di prendere i M.A.G.O. e iniziare i corsi al Ministero. Forse lì avrei conosciuto qualcuno preparato e degno di fiducia o forse… sarei tornato da lei…

Perché di lei si fidava più di chiunque altro, perché anche se le sue azioni sembravano dimostrare il contrario, la rispettava e le sarebbe stato grato in eterno per la fiducia che lei aveva (mal)riposto in lui in quegli anni. Per quel motivo non poteva assolutamente accettare che la docente si attribuisse colpe che non aveva, arrivando a chiedersi dove avesse sbagliato con lui per non essersi accorta prima di quel suo lato del suo carattere. Come poteva infatti rilevare qualcosa che persino lui ignorava di se stesso? Rabbia, frustrazione, vergogna, odio verso se stesso. Tutti questi sentimenti negativi si stavano agitando nell’animo del portoghese che perse il controllo di sé, finendo per scoppiare in un pianto silenzioso mentre confessava alla Pozionista quanto il comportamento che aveva tenuto lo avesse destabilizzato e che, prima di quella terribile notte, neanche il Veritaserum lo avrebbe indotto ad ammettere di possedere una sete di conoscenza tale da venire prima di qualsiasi cosa.

Stai facendo troppo affidamento sul Veritaserum... Te l'ho sempre detto che è una pozione molto insidiosa... – abbozzò un sorriso triste mentre i ricordi delle conversazioni/ spiegazioni che avevano avuto e che non si sarebbero mai più ripetute si affacciavano alla sua memoria -Anche io ero convinta che tu fossi diventato più maturo. Ne avevi di strada da fare, ma eri ancora solo un ragazzo che doveva imparare dai propri errori. Ne avresti fatti tanti e ne farai ancora tanti Alvares. Mi chiedo però quale lezione pensi di aver imparato da questo sbaglio, se lo consideri uno sbaglio...

Che non posso fidarmi di me stesso… - buttò fuori di getto perché era così che si sentiva- e che invece dovrei fidarmi maggiormente delle persone che mi stanno vicino – abbassò lo sguardo e un sospiro malinconico gli sfuggì dalle labbra. Quello era un insegnamento che non avrebbe mai più potuto mettere a frutto visto che ormai si trovava completamente da solo – Che le regole vanno rispettate sempre anche quando non se ne comprende la ragione e che non bisogna prendere qualcosa di cui non si conosce la provenienza.

Almeno non nel Mondo Magico.

Vorrei dirti che un errore lo facciamo tutti, che è una cosa assolutamente normale. Ma non è normale, neanche un po', sentirsi attratti dalla conoscenza di formule alchemiche oscure... Al punto tale da non saper più utilizzare il proprio buon senso.

Allora forse ho buttato gli ultimi sette anni della mia vita a rincorrere un sogno che mi porterà ad Azkaban se non direttamente nella tomba – mormorò rassegnato – Non ho avuto alcun problema a mollare il negozio di voodoo per diventare il suo Assistente e il Settore Proibito ha fin ora esercitato su di me un fascino relativo ma adesso che so cosa sono disposto a rischiare – praticamente tutto - per la sete di conoscenza non so quanto sia saggio continuare a percorrere la strada che mi sono prefissato. Come faccio a intraprendere la carriera di Pozionista e Alchimista se ora come ora il solo pensiero di fare una qualche ricerca più approfondita su un qualsiasi argomento mi terrorizza? O peggio, cosa farò quando la paura sarà diventata solo un ricordo e il fuoco della conoscenza tornerà ad ardere in me? Come farò a riconoscere il punto di svolta di ogni ricerca, quello che separa ciò che è un bene per la società da ciò che invece può rappresentare una minaccia e fermarmi in tempo?

Forse avrebbe dovuto cambiare i propri piani per il futuro, utilizzare quell’anno aggiuntivo per crearsi nuovi interessi, avvicinarsi ad altre materie, prendere in considerazione altri sbocchi professionali. Peccato che non si sentisse in grado di fare altro e l’idea di fare il garzone nel negozio di tatuaggi a vita non lo allettasse più di tanto.

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Messaggioda Martha » 10/06/2015, 21:24

Se mi fossi fermato a riflettere che quel mio gesto poteva essere in qualche modo giustificato dal fatto che in molti mettono le proprie ricerche davanti a tutto e a tutti allora non l’avrei preso… Non per distinguermi dalla massa ma semplicemente perché voleva dire che ero pienamente cosciente delle mie azioni.

Mi stai dicendo che eri sotto Imperio quando lo hai fatto?- chiese sarcasticamente, incrociando le braccia al petto -Non riesco a comprendere dove tu voglia andare a parare Alvares, lo giuro. Hai preso quel libro perchè smaniavi dall'idea di ciò che avresti potuto leggervi dentro eppure adesso mi stai dicendo che non eri in te quando lo hai fatto.
Mi sbaglio forse a vedere un'incongruenza in ciò che hai detto?


Ma non era finita lì. Jorge sembrava non voler comprendere o non riuscire a comprendere - se si voleva dargli il beneficio del dubbio- quale fosse l'enorme sbaglio compiuto nell'aver preso il libro. Non solo non avrebbe dovuto sentirsi attratto da un oggetto simile, ma non avrebbe mai dovuto prenderlo e questa convinzione si rafforzò ancora di più nella Bennet quando ascoltò ciò che il suo ex-assistente avrebbe voluto fare con quel dannato diario, una volta portato fuori dal suo laboratorio segreto.

Non lo so cosa avrei fatto dopo, non ci ho pensato mentre lo portavo via
Probabilmente avrei atteso di prendere i M.A.G.O. e iniziare i corsi al Ministero. Forse lì avrei conosciuto qualcuno preparato e degno di fiducia o forse… sarei tornato da lei…


Immagine


Disgustoso...

Sottolineò quella parola con estrema calma e pacatezza l'Acuan, dopo aver ascoltato le parole del portoghese. Si concesse qualche secondo di pausa, mentre i suoi occhi penetravano lo sguardo di Alvares, intimorendolo con tutta l'autorità che la sua persona -in quanto donna e insegnante- aveva sempre posseduto [Carisma(F):27].

Questo sarebbe stato un comportamento assolutamente disgustoso.
Sono felice che il professor Vastnor vi abbia fermato prima, perchè se tu avessi fatto davvero ciò che hai appena detto ti assicuro che non mi sarei posta alcun problema a rovinarti la carriera lavorativa per sempre.


Forse stava parlando in maniera troppo tagliente al ragazzo, ma era vero che Alvares aveva provocato un nervo scoperto nella donna, confessando un atteggiamento che lei non avrebbe mai, in alcun modo, potuto tollerare, men che meno in un suo allievo speciale come lo era stato lui.

Saresti ritornato a mostrarmelo solo dopo i MA.G.O. così da essere sicuro che non avrei più avuto l'autorità di togliertelo dalle mani e punirti, come avrei dovuto.
E mi stai dimostrando di essere anche uno stupido...
- continuò gelida -Dici di sapere come va il mondo, quasi ti arroghi il diritto di fare una lezione a me su come girano le cose all'interno del mio ambiente-quello di pozionisti e alchimisti, nel quale per la Bennet Jorge non ci sarebbe mai entrato -e poi credi veramente di poter trovare un mago di cui fidarti e disposto persino ad aiutarti nella comprensione di quel diario?- il tono vagamente sarcastico e di scherno sarebbe stato ben intuibile dal portoghese.

Preferisco non dirti ciò che sto pensando in questo momento Alvares.
Confido che tu possieda ancora un minimo di intelligenza per comprenderlo da solo.


Imbecille. Cretino. Nauseabondo.
Si sarebbe appropriato del lavoro di qualcun altro e senza nemmeno provare il minimo senso di colpa.
No, questo non era frutto di un insegnamento sbagliato da parte della pozionista, perchè sapeva quando riconoscere le sue mancanze e quando le sue qualità. Era una donna che credeva fermamente nella meritocrazia, in ogni ambito, e anche quando doveva decidere se prendere Jorge come suo assistente non gli aveva concesso alcuno sconto di pena. Per diventarlo, doveva dimostrarle di meritarselo e per guadagnarsi la fiducia della docente, doveva meritarsi anche quella.
Ledere quell'unico principio aveva significato per il portoghese perdere completamente la fiducia della sua insegnante di Pozioni, che ora lo fissava stanca, schifata e per nulla propensa a continuare una conversazione che per lei poteva chiudersi e morire già in quel momento.
Ma -per quanto arrabbiata- doveva comprendere se il Delfinazzurro avesse almeno compreso i propri torti o se, ancora una volta, le avesse dimostrato di possedere la mente di un quattordicenne privo di buon senso ed estremamente avido nel perseguire i propri egoismi.

Che non posso fidarmi di me stesso… e che invece dovrei fidarmi maggiormente delle persone che mi stanno vicino.
Che le regole vanno rispettate sempre anche quando non se ne comprende la ragione e che non bisogna prendere qualcosa di cui non si conosce la provenienza.


Non perse tempo a correggerlo nemmeno in quello, limitandosi ad ascoltarlo con la bocca serrata e il desiderio di essere lasciata da sola. Sentiva che avrebbe potuto affossare ancora lo studente semplicemente parlandogli in maniera tanto dura e crudele e questa consapevolezza la stava spingendo a trattenersi, perchè in fondo - e si stupì anche lei di ciò- a quel ragazzo si era affezionata e fargli del male come era accaduto prima, stranamente, la feriva tanto quanto avrebbe potuto ferire lui.

Allora forse ho buttato gli ultimi sette anni della mia vita a rincorrere un sogno che mi porterà ad Azkaban se non direttamente nella tomba.
Non ho avuto alcun problema a mollare il negozio di voodoo per diventare il suo Assistente e il Settore Proibito ha fin ora esercitato su di me un fascino relativo ma adesso che so cosa sono disposto a rischiare per la sete di conoscenza non so quanto sia saggio continuare a percorrere la strada che mi sono prefissato. Come faccio a intraprendere la carriera di Pozionista e Alchimista se ora come ora il solo pensiero di fare una qualche ricerca più approfondita su un qualsiasi argomento mi terrorizza? O peggio, cosa farò quando la paura sarà diventata solo un ricordo e il fuoco della conoscenza tornerà ad ardere in me? Come farò a riconoscere il punto di svolta di ogni ricerca, quello che separa ciò che è un bene per la società da ciò che invece può rappresentare una minaccia e fermarmi in tempo?


Ora basta Alvares.
Non fare il vittimista e asciugati quelle lacrime, piangere non è mai servito a nulla.
Non esagerare, non sei un pazzo scatenato che da un giorno all'altro si metterà in testa di diventare il nuovo Signore Oscuro.
- rispose con tono molto pratico e razionale, volendo porre fine a tutta quella pantomima -Sei solo un ragazzino sciocco e avido che ha messo davanti a tutto il proprio egoismo.
Non è una novità, l'intera l'umanità è così. Intendo dire avida ed egoista; gli sciocchi per il momento sono solo una maggioranza.


Fece una pausa, fissando il ragazzo dritto negli occhi: a modo suo, stava provando a spiegargli che non era diventato un mago cattivo, ma di sicuro non si stava dimostrando la persona più buona e leale di questo mondo.

Non diventerai malvagio, non credo proprio che tu ne abbia la stoffa...- per il momento non aveva ancora gioito nell'ammazzare qualcuno -Ma non ti sognare nemmeno che comportandoti in questo modo riuscirai a tenerti vicino persone come la O'Neill, la Wollis o la Randall.
Se credi che ciò che hai fatto possa essere giustificato in qualche modo, cercati persone più affini a te e che sappiano apprezzare questo tuo modo di comportarti.
Se pensi di aver sbagliato tutto e ti senti pentito, allora trova un modo per rimediare ai tuoi sbagli.
Ma non venire mai più dentro il mio ufficio a farmi perdere tempo in questo modo, ascoltando le lamentele di un ragazzino.
Sei maggiorenne ormai, impara a crescere.


Non aveva ancora risposto alla sua domanda principale. Martha si avvicinò alla porta, aprendola e facendo cenno al portoghese di andarsene via, perchè in quel momento la sua sola vista era capace di smuovere e agitare l'Acqua insita in lei. Tuttavia, quando ormai il ragazzo si trovava proprio al suo fianco, lo bloccò con le successive parole, l'ultima lezione -forse- che gli avrebbe impartito per il resto dei suoi giorni.

Per quanto riguarda la tua futura carriera, questo non è più un mio problema.
Se pensi di meritarti una seconda chance, puoi provare a dimostrarlo a me o al professor Connor o a chiunque sceglierai come tuo prossimo mentore.
Se invece deciderai che l'autocommiserazione è la via più facile per te, buona fortuna Alvares.
Ti servirà di questo passo.
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Messaggioda Jorge » 13/06/2015, 22:26

Mi stai dicendo che eri sotto Imperio quando lo hai fatto?- scosse la testa, un’espressione “vuota” in volto anche se dentro di sé avvertiva una morsa serrargli la bocca dello stomaco, consapevole in un certo senso di cosa nascondesse tutto quel sarcasmo - Non riesco a comprendere dove tu voglia andare a parare Alvares, lo giuro. Hai preso quel libro perchè smaniavi dall'idea di ciò che avresti potuto leggervi dentro eppure adesso mi stai dicendo che non eri in te quando lo hai fatto.
Mi sbaglio forse a vedere un'incongruenza in ciò che hai detto?


Si, si sbagliava, perché lei non teneva conto dell’effetto che i tentacoli della “medusa”avevano avuto sulle sue facoltà cognitive né del contesto reale in cui si era trovato e che gli aveva fornito prima di tutto con se stesso l’alibi perfetto per prendere il libro senza interrogarsi sui reali motivi che lo spingevano a farlo. Ed era solo una fortuna che la Bennet non fosse a conoscenza di quei particolari perché probabilmente avrebbe richiesto la sua testa su un piatto d’argento invece che la semplice espulsione da Hogwarts. Preferì quindi tacere, abbassando la testa e lo sguardo a terra con aria sinceramente mortificata, perché tanto di sciocchezze da farsi perdonare ne aveva commesso così tante che non aveva alcun motivo di fingere. In realtà se fin da subito avesse scelto quella linea di comportamento e cioè scusarsi con la docente e poi ascoltare in religioso silenzio la sua mega ramanzina forse avrebbe risparmiato al proprio animo qualche freccia avvelenata gratuita e preservato il fegato di Martha da ulteriori fiotti di acido e bile. La donna infatti non dimostrò per nulla di apprezzare la sua sincerità, soprattutto quando le spiegò a grandi linee che probabilmente sarebbe tornata da lei con il diario dopo aver sostenuto i M.A.G.O., definendolo in maniera pacata e per quello più doloroso come …

Disgustoso...

Questo ancora non me l’aveva detto nessuno… o forse si?

Tentò di fare dell’ironia almeno con se stesso, per cercare di alleggerire almeno di poco il peso opprimente che gli stava lacerando l’animo da giorni e che la chiacchierata con la docente non stava facendo altro che incrementare, ma con scarsi risultati. Non era andato lì in cerca di scusanti o di una metaforica pacca sulla spalla consolatoria ma per affrontare a testa alta le conseguenze delle proprie azioni. Fu per quel motivo che sollevò il viso e sostenne con un notevole sforzo di volontà lo sguardo della docente, non perché volesse sfidarla quanto per pensava di doverle almeno quello, di non sottrarsi a qualsiasi cosa lei avesse sentito la necessità di gettargli contro.

Questo sarebbe stato un comportamento assolutamente disgustoso.
Sono felice che il professor Vastnor vi abbia fermato prima, perchè se tu avessi fatto davvero ciò che hai appena detto ti assicuro che non mi sarei posta alcun problema a rovinarti la carriera lavorativa per sempre.


Quale carriera lavorativa?

Sbuffò tra sé, nuovamente con un tono falsamente ironico. In quel momento aveva solo una certezza per il futuro e cioè i tatuaggi. Il resto era stato messo in discussione nell’istante in cui aveva compreso che tra lui e Donald non vi erano poi così tante differenze.

Saresti ritornato a mostrarmelo solo dopo i MA.G.O. così da essere sicuro che non avrei più avuto l'autorità di togliertelo dalle mani e punirti, come avrei dovuto. E mi stai dimostrando di essere anche uno stupido... Dici di sapere come va il mondo, quasi ti arroghi il diritto di fare una lezione a me su come girano le cose all'interno del mio ambiente e poi credi veramente di poter trovare un mago di cui fidarti e disposto persino ad aiutarti nella comprensione di quel diario? Preferisco non dirti ciò che sto pensando in questo momento Alvares. Confido che tu possieda ancora un minimo di intelligenza per comprenderlo da solo.

Si morse la lingua non per impedirsi di ribattere quanto per punirsi di aver aperto bocca poco prima. Avrebbe davvero spacciato il lavoro di Mordenkainen per proprio? No. Quella non era un’opzione che aveva preso mai in considerazione, neanche dopo aver terminato di farsi un’approfondito esame di coscienza e aver scoperto di possedere un “lato oscuro” abbastanza accentuato. Avrebbe riconosciuto all’Alchimista la paternità delle sue scoperte e, se mai ne avesse compreso il meccanismo, sarebbe partito da quelle per migliorarle o per farne di nuove, come per esempio testare sulle pozioni alcuni dei conservanti babbani per vedere se vi potessero essere delle interazioni interessanti. Su una cosa, però, la Pozionista aveva ragione e cioè che, riflettendoci a mente lucida, non aveva la più pallida idea di come avrebbe potuto realizzare tutto quello. Probabilmente quindi il diario di Mordenkainen avrebbe finito per essere sepolto sul fondo di un baule dimenticato o nelle mani di qualcuno di poco scrupoloso che lo avrebbe raggirato per entrarne in possesso.

Sono un imbecille!

Si disse, non per la prima volta, tentando si arginare le lacrime che, nonostante i suoi sforzi, stavano scivolando lungo le sue guance. Piangeva per rabbia, per frustrazione, per le persone che aveva perso a causa della scarsa conoscenza di sé o dell’eccessiva brama di conoscenza, per la delusione che aveva dato loro, di certo non perché, come aveva sottolineato la Bennet poco prima, andando avanti di quel passo non sarebbe mai appartenuto al mondo di pozionisti e alchimisti di cui sognava fin da quando aveva messo piede per la prima volta nella sua aula. Da quando erano usciti dall’Ottavo Piano, infatti, Jorge aveva iniziato a mettere in discussione le proprie scelte, in parte terrorizzato da quello che avrebbe potuto combinare una volta fuori da Hogwarts . Anche in quel caso, però, avrebbe fatto meglio a tacere visto chela donna non solo non apprezzò il suo sfogo ma finì per deridere lui stesso e le sue paure. In altre circostanze si sarebbe incazzato da morire visto che non era solito aprire il suo cuore a chiunque – e probabilmente quella sarebbe stata l’ultima volta che l’avrebbe fatto – ma era troppo spossato e provato emotivamente e mentalmente per provare qualcosa che fosse più accentuata di una blanda offesa.

Ora basta Alvares.
Non fare il vittimista e asciugati quelle lacrime, piangere non è mai servito a nulla.
Non esagerare, non sei un pazzo scatenato che da un giorno all'altro si metterà in testa di diventare il nuovo Signore Oscuro. Sei solo un ragazzino sciocco e avido che ha messo davanti a tutto il proprio egoismo.
Non è una novità, l'intera l'umanità è così. Intendo dire avida ed egoista; gli sciocchi per il momento sono solo una maggioranza.


Ricambiò lo sguardo, lievemente perplesso: era forse quello un modo contorto per tirargli su il morale e tranquillizzarlo sul fatto che il fascino che a quanto sembrava le arti oscure avevano su di lui non lo rendeva automaticamente un mago oscuro?

Non diventerai malvagio, non credo proprio che tu ne abbia la stoffa... - si, a quanto pare lo era – Ma non ti sognare nemmeno che comportandoti in questo modo riuscirai a tenerti vicino persone come la O'Neill, la Wollis o la Randall. – l’accenno alla sua ex ragazza e alla sua ex sorellina, quello si che gli fece male e fu palese dalla smorfia di dolore in cui gli si contrasse il viso - Se credi che ciò che hai fatto possa essere giustificato in qualche modo, cercati persone più affini a te e che sappiano apprezzare questo tuo modo di comportarti. Se pensi di aver sbagliato tutto e ti senti pentito, allora trova un modo per rimediare ai tuoi sbagli. – era pentito ma non avrebbe rimediato ai propri sbagli, non avrebbe tentato di rientrare in qualche modo nelle loro vite perché loro non si meritavano un essere come lui al loro fianco -
Ma non venire mai più dentro il mio ufficio a farmi perdere tempo in questo modo, ascoltando le lamentele di un ragazzino.
Sei maggiorenne ormai, impara a crescere.


Non si preoccupi, non la disturberò mai più.

Serio e deciso, anche se mentre pronunciava quelle semplici parole si sentiva morire dentro. Non era più il suo Assistente e lei non sarebbe più stata la sua Mentore, la sua guida in un modo a lui sconosciuto e che, all’improvviso, era diventato anche in parte oscuro e pericoloso. Fece un piccolo inchino e si voltò, dirigendosi verso la porta che la donna gli stava tenendo aperta quasi volesse essere certa che avesse compreso di non essere più gradito nel suo ufficio.

Per quanto riguarda la tua futura carriera, questo non è più un mio problema.
Se pensi di meritarti una seconda chance, puoi provare a dimostrarlo a me o al professor Connor o a chiunque sceglierai come tuo prossimo mentore.
Se invece deciderai che l'autocommiserazione è la via più facile per te, buona fortuna Alvares.
Ti servirà di questo passo.


Era giunto al suo fianco, gli sarebbe bastato compiere un passo solo per oltrepassarla e uscire dal suo ufficio – per uscire dalla sua vita avrebbe dovuto attendere di prendere i M.A.G.O. – e invece si fermò, colpito sul vivo da una sola parola. Autocommiserazione. Era davvero quello che stava facendo? Credeva di starsi comportando da persona matura e saggia, riconoscendo i propri limiti e le proprie debolezze e decidendo di non metterle alla prova nuovamente per il bene proprio e degli altri e invece… si stava solo autocommiserando? In un attimo tutti i suoi dubbi, le sue perplessità su cosa avrebbe fatto della sua vita dopo il diploma vennero spazzati via. Aveva sempre desiderato fare il pozionista e l’alchimista, aveva lavorato duro negli scorsi anni per ottenere una preparazione sopra la media in quelle due materie e si era già informato, in parte, presso il Ministero di quali Master avrebbe dovuto seguire. No, non avrebbe gettato tutto alle ortiche per autocommiserazione.

Avrò una seconda chance.

Affermò quindi con aria determinata, gli occhi che finalmente tornavano ad ardere di vita. Sarebbe stato ancora più difficile, perché non avrebbe avuto il sostegno della Bennet, ma ci sarebbe riuscito a ogni costo. Nonostante le batoste emotive che la donna gli aveva dato, quello che uscì dall’ufficio di Martha Bennet era un Jorge Alvares molto più vivo e sicuro se non proprio di sé almeno di dove sarebbe andato.

FINE
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