Re: Pozioni - Ufficio
Inviato: 13/10/2012, 15:54
Signorino Alvares...signorina O'Neill...mi state forse contraddicendo?
La domanda della Professoressa lo colpì con la stessa violenza di uno schiaffo, facendolo fisicamente scattare indietro con la schiena, gli occhi leggermente sgranati. Certo la sua risposta non gli era piaciuta, ma non la stava contraddicendo, solo aveva posto dei dubbi che proprio lei gli aveva fatto sorgere. Fece un piccolo sospiro, afflosciando le spalle, sconfitto: se anche quando metteva tutto se stesso nel fare il bravo e rispettoso studente falliva, allora che si impegnava a fare?
Ovvio che l'arte delle Pozioni non può essere appresa solo leggendo un libro. Come ogni disciplina che si rispetti, per eccellere in essa c'è bisogno di costanza, arguzia, passione e -perché no?- anche di un pizzico di talento. Questo se si vuole fare delle Pozioni la propria vita. – Fare delle Pozioni la propria vita… Quella frase sembrò ridare un po’ di colorito al viso spento di Jorge che riprese ad ascoltare la Bennet con rinnovato interesse - Ma in questo caso, si sta parlando di una strega che ha in sé tutte le capacità che le possono servire al raggiungimento della sufficienza in una materia scolastica. Senza bisogno di esercitazioni extra. Ciò che lei non è in grado di fare, signorina O'Neill, è di concentrarsi appieno quando è in classe. I suoi errori non sono dovuti alla sua inadeguatezza come pozionista, ma alla distrazione.
Quindi non pensa che Cappie possa diventare una grande pozionista…
Rilfettè tra sé il delfino, probabilmente travisando il senso delle parole della donna ma cogliendone solo una parte e cioè che per raggiungere la sufficienza in Pozioni non bisognava essere per forza portati per esse, ma semplicemente applicarsi come in qualsiasi altra materia.
Diversa sarebbe la situazione se lei, signorina O'Neill -o anche lei signorino Alvares-, dimostraste una sorta di attitudine o di...affinità-se mi passate il termine- nei confronti della mia materia. Sarebbe un onore allora poter istruirvi ancora e meglio su ciò che ritengo una delle arti più affascinanti della magia. Ma non lo ritengo questo il vostro caso. Lei è in grado di farcela da sola e in più siete ancora troppo giovani.
Non pensa che io abbia un’attitudine verso la sua materia?
E questa volta Jorge non riuscì a impedirsi di pronunciare a voce alta quella domanda, facendo trasparire dal tono basso della voce quanto l’affermazione della docente l’avesse ferito. Era troppo piccolo, di sicuro, per pensare al proprio futuro, per sapere quale carriera avrebbe intrapreso una volta fuori dal Castello ma solo in quel momento si rendeva conto che aveva sempre dato per scontato che il suo calderone sarebbe stato lì a fargli compagni. Che la sua fosse solo una sorta di “infatuazione infantile”? Doveva saperlo, giusto per non impegnarsi in qualcosa in cui non avrebbe mai potuto eccellere, visto che per lui, la mediocrità non era un’opzione praticabile.
Inoltre, anche se vi concedessi l'uso dell'aula, non potrei mai e poi mai lasciarvi lì da soli. Per quanto lei, signorino Alvares, sia uno degli studenti più bravi del mio corso, dubito che sia in grado di elevarsi al rango diinsegnante...dovrei essere presente io e, credetemi, non sono proprio il tipo di persona che ha tutto questo tempo libero a disposizione.
Non ritengo la vostra ragione abbastanza valida da indurmi a concedervi quello che mi chiedete...quindi la mia risposta continua ad essere no.
Confusione. Ecco quello che si agitava dopo quell’ultima precisazione nell’animo del portoghese. Era uno dei più bravi del corso ma non aveva cosa? Il Dono in Pozioni, come quello di cui andava blaterando sempre la Samyliak?
Mi scusi Professoressa, credo di aver peccato di… superbia? – e il tono interrogativo dipendeva del fatto che quella era una parola nuova per lui, imparata a casa durante l’estate e temeva di averla usata a sproposito. Stava pensando di chiedere alla sua Prefetta Perfetta di supervisionarli ma qualcosa gli diceva che la Bennet non avrebbe lasciato a nessuno e nessun motivo la conduzione della sua aula in sua assenza – Con il suo permesso tornerò da lei tra due anni e spero che allora potrà dirmi se le Pozioni potranno occupare o meno un posto importante nella mia vita. – e così non avrebbe perso tempo a scegliere di conseguire i M.A.G.O. in una materia per cui, appunto, non era portato – Scusi ancora per il disturbo e grazie per averci ricevuti.
Concluse, voltando lo sguardo verso Caroline Priscilla e attendendo che anche lei dicesse qualcosa. Una volta che anche la tassetta si fosse congedata, Jorge si sarebbe alzato dalla poltrona e dopo aver saluto una seconda volta la Professoressa sarebbe uscito dall’ufficio con più dubbi e dilemmi di quelli che aveva quando era entrato.
La domanda della Professoressa lo colpì con la stessa violenza di uno schiaffo, facendolo fisicamente scattare indietro con la schiena, gli occhi leggermente sgranati. Certo la sua risposta non gli era piaciuta, ma non la stava contraddicendo, solo aveva posto dei dubbi che proprio lei gli aveva fatto sorgere. Fece un piccolo sospiro, afflosciando le spalle, sconfitto: se anche quando metteva tutto se stesso nel fare il bravo e rispettoso studente falliva, allora che si impegnava a fare?
Ovvio che l'arte delle Pozioni non può essere appresa solo leggendo un libro. Come ogni disciplina che si rispetti, per eccellere in essa c'è bisogno di costanza, arguzia, passione e -perché no?- anche di un pizzico di talento. Questo se si vuole fare delle Pozioni la propria vita. – Fare delle Pozioni la propria vita… Quella frase sembrò ridare un po’ di colorito al viso spento di Jorge che riprese ad ascoltare la Bennet con rinnovato interesse - Ma in questo caso, si sta parlando di una strega che ha in sé tutte le capacità che le possono servire al raggiungimento della sufficienza in una materia scolastica. Senza bisogno di esercitazioni extra. Ciò che lei non è in grado di fare, signorina O'Neill, è di concentrarsi appieno quando è in classe. I suoi errori non sono dovuti alla sua inadeguatezza come pozionista, ma alla distrazione.
Quindi non pensa che Cappie possa diventare una grande pozionista…
Rilfettè tra sé il delfino, probabilmente travisando il senso delle parole della donna ma cogliendone solo una parte e cioè che per raggiungere la sufficienza in Pozioni non bisognava essere per forza portati per esse, ma semplicemente applicarsi come in qualsiasi altra materia.
Diversa sarebbe la situazione se lei, signorina O'Neill -o anche lei signorino Alvares-, dimostraste una sorta di attitudine o di...affinità-se mi passate il termine- nei confronti della mia materia. Sarebbe un onore allora poter istruirvi ancora e meglio su ciò che ritengo una delle arti più affascinanti della magia. Ma non lo ritengo questo il vostro caso. Lei è in grado di farcela da sola e in più siete ancora troppo giovani.
Non pensa che io abbia un’attitudine verso la sua materia?
E questa volta Jorge non riuscì a impedirsi di pronunciare a voce alta quella domanda, facendo trasparire dal tono basso della voce quanto l’affermazione della docente l’avesse ferito. Era troppo piccolo, di sicuro, per pensare al proprio futuro, per sapere quale carriera avrebbe intrapreso una volta fuori dal Castello ma solo in quel momento si rendeva conto che aveva sempre dato per scontato che il suo calderone sarebbe stato lì a fargli compagni. Che la sua fosse solo una sorta di “infatuazione infantile”? Doveva saperlo, giusto per non impegnarsi in qualcosa in cui non avrebbe mai potuto eccellere, visto che per lui, la mediocrità non era un’opzione praticabile.
Inoltre, anche se vi concedessi l'uso dell'aula, non potrei mai e poi mai lasciarvi lì da soli. Per quanto lei, signorino Alvares, sia uno degli studenti più bravi del mio corso, dubito che sia in grado di elevarsi al rango diinsegnante...dovrei essere presente io e, credetemi, non sono proprio il tipo di persona che ha tutto questo tempo libero a disposizione.
Non ritengo la vostra ragione abbastanza valida da indurmi a concedervi quello che mi chiedete...quindi la mia risposta continua ad essere no.
Confusione. Ecco quello che si agitava dopo quell’ultima precisazione nell’animo del portoghese. Era uno dei più bravi del corso ma non aveva cosa? Il Dono in Pozioni, come quello di cui andava blaterando sempre la Samyliak?
Mi scusi Professoressa, credo di aver peccato di… superbia? – e il tono interrogativo dipendeva del fatto che quella era una parola nuova per lui, imparata a casa durante l’estate e temeva di averla usata a sproposito. Stava pensando di chiedere alla sua Prefetta Perfetta di supervisionarli ma qualcosa gli diceva che la Bennet non avrebbe lasciato a nessuno e nessun motivo la conduzione della sua aula in sua assenza – Con il suo permesso tornerò da lei tra due anni e spero che allora potrà dirmi se le Pozioni potranno occupare o meno un posto importante nella mia vita. – e così non avrebbe perso tempo a scegliere di conseguire i M.A.G.O. in una materia per cui, appunto, non era portato – Scusi ancora per il disturbo e grazie per averci ricevuti.
Concluse, voltando lo sguardo verso Caroline Priscilla e attendendo che anche lei dicesse qualcosa. Una volta che anche la tassetta si fosse congedata, Jorge si sarebbe alzato dalla poltrona e dopo aver saluto una seconda volta la Professoressa sarebbe uscito dall’ufficio con più dubbi e dilemmi di quelli che aveva quando era entrato.