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Giardino Interno

Messaggioda Sandyon » 18/11/2011, 0:11

[LUNEDI' NOTTE INOLTRATA - ORE: 1:07 CIRCA]


[yt]http://www.youtube.com/watch?v=QEjgPh4SEmU[/yt]


Non era affatto solito dormire molto oppure riposare eccessivamente, più che altro, con la posizione che ricopriva lì dentro tutto poteva fare meno che prendersela comoda tra pisolini o riposi eccessivamente lunghi e poi non aveva mai vissuto una vita piena di sonno o pigrizia, anzi, tutt'altro, per lui la vita e l'attività fisica era tutto, la fonte e la base di tutti gli sforzi e le vittorie, ciò che lo aveva reso più volte vincitore, ciò che nel più dei casi, lo aveva lasciato in vita.
Sandyon Vastnor sapeva bene che quell'orario poteva essere perfetto per dedicarsi un po' a se stesso, allo scaricare i nervi e lo stress, a rendere quella notte per lui movimentata come tutte le altre, sfoderando il suo lato più selvaggio, fregandosene dell'aria fredda che ricopriva il suo corpo nemmeno un minimo scalfito da quel vento sferzante che a dir poco gli faceva il solletico, con una canottiera attillata marrone scuro, dei pantaloni lunghi di cotone neri con una lunga striscia bianca sottile e capelli al vento, sudore in quantità limitata e viso concentrato il più possibile con occhi sbarrati e fissi sul suo obiettivo: un ipotetico nemico.
Un ipotetico nemico da abbattere, un ipotetico nemico da stordire o da eliminare, questo anche ai fini della motivazione per la quale era lì: proteggere ad ogni costo (almeno questo avrebbe voluto la Preside) la Vice Preside Monique Vireau, la donna che aveva incontrato appena il giorno precedente alla riunione con tutti i professori, tutta gente comunque a sua avviso ed osservazione di poca importanza o sfondo, ma lui era fatto così, poco incline a considerare subito il prossimo come un vero e proprio essere umano degno di attenzione o ancor di più... rispetto.
I fili d'erba bagnati della rugiada notturna inumidivano anche i suoi piedi, nudi per l'occasione del suo allenamento e rinfrescavano quindi la sua pelle che via via andando con l'attività fisica, si tonificava ogni istante in più, rinvigorendolo di energia pura e positiva e con essa, anche di naturale controllo sulla sua psiche e sul suo spirito di quei tempi non poco irrequieto.

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Nel corso degli anni passati a fare viaggi in tutti i luoghi del mondo, aveva avuto modo di apprendere che i babbani avevano delle modalità di combattimento molto utili e fondamentali nell'allenamento allo schivare attacchi, infierire danni letali al prossimo senza l'ausilio ovviamente della magia e sopratutto a regolare il respiro in modo che desse maggiore energia possibile ai muscoli.
Calci in volo, pugni, ganci veloci e capriole, tutti fondamenti tra le arti del ninjutsu, judo, pugilato, capoeira e muai thai.
Il tempo prometteva bene ed una luna alta nel cielo segnava che quella era la settimana mezzana del mese per quanto appunto fosse luminoso il cielo quella notte.
In effetti la temperatura non era stata fin troppo malvagia nei suoi confronti, anzi, per lo più l'uomo ormai arrivato ai suoi 31 anni di età faceva ancora piuttosto semplice il fatto di uscire ad un orario così tardo e non avere problemi poi il giorno dopo ad alzarsi. Forse tutta colpa delle trincee di guerra dove anche avere un'ora di sonno era davvero un lusso che pochi si potevano permettere e lui non era uno di quelli ai quali piaceva troppo il lusso.
Non molto distante da lui, il suo fedele amico e compagno, lasciato a cacciare nella foresta proibita di quei giorni per far si che si procacciasse un po' di cibo per conto suo e riprendesse le vecchie abitudini: Dastel, il suo coyote ormai amico e compagno di mille battaglie da svariati mesi: forte, affidabile, scaltro, silenzioso e come lui ovviamente, letale!

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Sapeva bene che nei dintorni qualcosa stava andando diversamente dal solito.
Era già la terza notte che si dirigeva lì e già dalla seconda aveva captato che da lontano, dalla finestra di un preciso ufficio una figura lo stava osservando, ma quella notte, già, proprio quella notte, Dastel non fu l'unico ad annusare nell'aria un odore ben diverso dalla semplice felce della sera o del vento che trasportava il profumo dei fiori di campo. Anche Sandyon Vastnor percepì che c'era qualcosa di nuovo lì intorno, che c'era qualcosa che di lì a poco si sarebbe avvicinato, ma sapeva anche bene che con molta probabilità non sarebbe stato un pericolo, insomma, almeno per una volta allarmi verdi.
Smise dopo il suo ultimo diretto con il pugno chiuso al vento, portando l'avambraccio gonfio e pulsante ad asciugarsi la fronte ricca di sudore, socchiudendo un istante gli occhi, nel mentre si voltava lentamente in direzione del movimento che aveva sentito da più di trenta secondi circa.
Nessun cenno di indietreggiare verso il coyote, giusto di farsi un po' più indietro, l'ultima cosa che voleva era mettersi a far spaventare qualcuno dato che non sapeva minimamente che la Vice Preside con i grossi canidi selvaggi aveva già ben avuto a che fare, e così, silenzioso e con sguardo piuttosto serio, vacuo e gelido, si limitò a rimanere immobile davanti ad un incrocio di querce secolari e qualche basso cespuglio, in attesa che la donna, perchè di certo di lei si trattava, si fosse fatta finalmente avanti mostrandosi a lui che più che altro, era ansioso semplicemente di liquidarla per riprendere il suo allenamento.

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Messaggioda Monique » 18/11/2011, 0:35

[Lunedì - ore 00.05]


No, non stava dormendo.
Anzi, era a dir poco carica: un po' perchè quella giornata era passata stranamente tranquilla e senza troppi impegni, ed un po' perchè finalmente aveva deciso di assecondare Fire nei suoi giochi notturni; era ancora piccolo il cucciolo, certo, ma voleva diventare forte come lo era stata un tempo la madre per poterla proteggere, perciò dopo una serie di minuti in cui Monique aveva resistito ai suoi occhioni imploranti, alla fine aveva ceduto.

Razza di furbo che non sei altro...

Mormorò Moni con un mezzo sorriso divertito ed un cenno di diniego della testa, a cui Fire rispose con un mezzo latrato di gioia: in effetti da quando stava con la donna, quella era la prima volta che lei decideva di passare un pochino di tempo sola con lui e l'animale non poteva che esserne entusiasta.

Uhm... chissà se si sta allenando anche stasera...

Una domanda strana nella mente della giovane VicePreside, che una sera aveva colto dal proprio ufficio la figura del professor Vastnor intento ad allenarsi nel giardino: non magicamente, no, quell'allenamento era del tutto babbano; la donna l'aveva osservato per un po' prima di andare a dormire, la testa piena di dubbi e domande sul professore misterioso.

Di sicuro sa come difendersi.

Pensò la francese, ricordando ciò che aveva visto dalla finestra: certo che però contro un Molliccio o un Berretto Rosso usare il karate o altro serviva davvero a poco, quindi ancora non riusciva proprio a capire perchè la Bergman avesse voluto inserirlo nel corpo docenti. Scosse il capo, cercando di non pensare, ma a ricondurla forzatamente su quei pensieri fu Fire che probabilmente annusò nell'aria la sua presenza dato che emise un piccolo guaito di avvertimento.

Non siamo soli, vero?

Domandò la donna, continuando a camminare senza alcuna fretta né timore fino a sbucare da una serie di arbusti e trovarsi a poca distanza e faccia a faccia con la persona a cui stava pensando fino a poco prima: Sandyon Vastnor; lo sguardo di Moni si fece più penetrante, le braccia vennero incrociate sotto il seno - un gesto più per coprirsi di freddo che altro, visto che stupidamente aveva indossato uno dei suoi soliti vestiti neri alla francese, corti e scollati con sopra un piccolo mantellino dello stesso colore aperto e stivali sotto il ginocchio in abbinato.

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Professor Vastnor...

Un saluto veloce quello della francese, che spostò gli occhi su Dastel senza però dare cenni di spavento, anzi: nel suoi sguardo balenò un lampo di dolcezza che però si spense quando si accorse dei movimenti di Fire, avvicinatosi al coyote con aria giocosa.

Lascialo stare.

Gli disse semplicemente, e così il cucciolo di lupo si sedette subito a terra con la linguetta di fuori come un piccolo - appunto - in cerca di un compagno di giochi.

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Messaggioda Sandyon » 18/11/2011, 1:01

L'attesa non fu poi così ampia e lenta, anzi, la professoressa di incantesimi si fece attendere davvero poco prima di uscire fuori dall'insieme di natura e notte che circondava il giardino in quell'orario così tardo di un Lunedì appena cominciato.
Le sue movenze sembravano essere tranquille ma gli occhi di Sandyon fissavano in un'unica direzione: quelli ghiacciati di lei, visto che era spesso sua abitudine tenere sempre lo sguardo attento agli spostamenti improvvisi e di certo tenere l'attenzione sul volto era la cosa più indicata visto che è la cosa più semplice da notare quando sta per scomparire.
Tuttavia comprese fin da subito che tutto poteva essere meno che una minaccia, in fondo se la doveva proteggere, perchè mai lei avrebbe dovuto attaccarlo?

Professor Vastnor...

Il saluto nei suoi confronti fu tra il formale e l'attento, in parole povere, si notava chiaramente che Monique non avesse ancora bene idea su come doversi comportare con lui, ma questo a Sandyon al momento non interessava, anzi, era piuttosto abituato alle persone che non avevano idea si come relazionarsi con lui, il che nella più dei casi era un bene perchè si scocciavano in fretta e si levavano dai piedi ancor prima.
Spostò l'attenzione velocemente e per un lieve istante sul cucciolo di lupo bianco poco più avanti di lei, incontrando per un breve lasso di tempo prima l'attenzione sugli stivali della donna, ma poi ancora sulla palletta di pelo bianco che fissava Dastel con estremo desiderio di gioco e almeno amicizia.

... Mmhhh... Vice...

No, chiamarla anche solo con un qualsiasi appellativo tra nome e cognome per lui sarebbe stato fin troppo confidenziale, anche perchè bisognava subito abituarsi con lui e i suoi modi di fare un po' fastidiosi, peccato che da quanto aveva capito da Madeline Bergman, Monique Vireau non era affatto una che si arrendeva troppo facilmente, anzi, nella maggior parte dei casi, sapeva sempre cosa volere e come ottenerlo.
Un cenno con il capo verso il proprio coyote che cominciò a camminare lentamente verso di Fire ma con un'evidente scondizolio che dava a significare comportamento pacifico e qualora la donna non avesse ripreso in mano il suo cucciolo, in breve Dastel avrebbe raggiunto il lupacchiotto e avrebbe cominciato ad annusarlo e a girargli intorno facendolo rotolare nel prato giocando con lui dandogli ogni tanto qualche leccatina affettuosa.
In quel caso, solo in quel caso, guardandoli per un solo secondo, sul viso dell'uomo sarebbe comparsa una minima smorfia simile alla lontana ad un sorriso, ma subito il tutto sarebbe tornato nella norma una volta ripreso a guardare Moni, nel mentre faceva scrocchiare il collo e le nocche e nel contempo lanciava un'occhiata furtiva al fodero della bacchetta di lei che ogni tanto si intravedeva con lo spostarsi della mantellina da mago oscillante al vento di quella sera che comunque aveva un effetto piuttosto fastidioso sulla pelle di lei che a differenza dell'ex mercenario il freddo lo percepiva eccome.

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Si spostò sulla destra, dirigendosi verso le proprie cose appoggiate piuttosto distrattamente sul prato, tra le quali un grosso mantellone pesante probabilmente in pelliccia sintetica o qualcosa di simile. Lo afferrò distrattamente lanciandola con energia abbastanza lontano da farla finire proprio davanti ai piedi della Vice Preside, nel mentre di seguito si sedeva sul praticello fresco e cominciava a rimettere indosso i calzini e gli anfibi neri, il tutto nel completo silenzio più totale.
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Messaggioda Monique » 18/11/2011, 12:55

Che Sandyon Vastnor fosse un uomo di poche parole l'aveva compreso fin da subito, ma ora che se lo ritrovava faccia a faccia da sola le era ancora più chiaro: un saluto breve il suo, nessun appellativo particolare a parte quel nomignolo che le fece storcere appena il naso, non tanto per l'abbreviazione ma quanto per il fatto che preferiva essere chiamata col nome, col cognome o anche solo professoressa, piuttosto che in quel modo.

Mi ci devo abituare, è questo che sono agli occhi degli altri...
... la VicePreside.


Pensò Monique con un piccolo sospiro, studiando l'uomo che, seppur non parlando, le diede parecchi spunti di conversazione: innanzitutto, il gesto che fece al proprio coyote di avvicinarsi pure a Fire; la donna non ebbe nulla in contrario visto l'animale di Sandyon sembrava pacifico e volenteroso di giocare col cucciolo, e quando i due esemplari si misero infatti in disparte per divertirsi tra loro - o meglio il coyote faceva divertire il piccolo lupo che uggiolava felice - Moni potè scorgere l'ombra di un sorriso sul volto di Sandyon.

Se Flame fosse stata qui avrebbe subito sfidato il coyote per scoprire chi è il più forte... già, la mia piccola...

Un momento di nostalgia quello della francese, che di seguito poté osservare due sguardi nel comportamento dell'uomo: il primo verso i propri stivali che la fece sorridere compiaciuta; certo, era possibilissimo che lui li avesse guardati perchè schifato da quel tipo di calzatura, ma Moni era sempre stata sicura di sé su quel fronte e per questo le veniva più facile pensare che li avesse guardati perchè in qualche modo interessato positivamente alla scarpa.
Il secondo sguardo invece durò una frazione di secondo - ma Moni di riflessi per accorgersene ne aveva eccome - e fu posato sul fodero contenente la bacchetta di lei, semi-nascosta nelle pieghe del mantellino leggero che indossava: e probabilmente Sandyon si accorse del freddo che la faceva tremare, dato che, senza troppe cerimonie, le lanciò ai piedi il proprio mantello pesante; Monique lo fissò per un momento e poi, con un sorriso, lo raccolse da terra fregandosene di eventuale erba rimastagli attaccata e se lo posò sulle spalle, consapevole del fatto che le stava enorme.

Grazie.

Perchè perdersi tempo in ringraziamenti lunghi e superficiali? Sei lettere con lui erano più che sufficienti: lo sguardo della donna tornò su Fire e il coyote che giocavano, ma si spostò poi velocemente sull'uomo di fronte a sé.

Ho notato che sembrava incuriosito dal fodero della mia bacchetta, ma immagino che fosse il suo contenuto ad interessarle... vuole vederla?

Commentò Moni, senza lasciargli il tempo di rispondere perchè, in fondo, non è che gli avesse proposto chissà che: oltretutto poteva trattarsi di un intenditore ed estimatore di cose preziose, e la bacchetta di lei lo era senza ombra di dubbio; per questo la lasciò elegantemente scivolare fuori dal fodero, posandola sul palmo della mano ben dritto e distose di fronte all'uomo.

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Legno di Yggdrasill, l'albero sacro nella città degli elfi, e corda di cuore di Antico Dragone di Cristallo... una bacchetta assolutamente unica creata e lavorata dagli elfi stessi dopo che li salvai dal simpatico dragone citato poc'anzi.

Raccontò Monique, ma non vi era alcuna particolare inflessione di compiacimento in quelle parole: in pratica non era stato un modo per autoincensarsi quello, ma semplicemente un raccontare la storia della sua bacchetta ed il perchè lei la possedesse dato che appunto non esistavano altri esemplari del genere in tutto il mondo magico.
Qualora Sandyon avesse voluto osservarla più da vicino o magari toccarla, Monique gliel'avrebbe lasciato fare senza problemi, ma se invece l'uomo fosse rimasto fermo, magari commentandola semplicemente o rimanendo in silenzio, dopo alcuni istanti la donna l'avrebbe rimessa al suo posto, tornando a concentrarsi sui due animali non troppo distanti da loro.

Ha un bellissimo coyote, come si chiama?

Gli chiese, e se il professor Vastnor fosse stato un tipo abbastanza perspicace si sarebbe accorto che quella non era una domanda fatta tanto per fare conversazione, ma perchè alla donna sembrava interessare davvero la risposta: in ogni caso, Moni avrebbe poi inclinato appena la testa di lato, facendo un piccolo sospiro.

... mi dispiace che il suo coyote debba fare da balia a Fire... se Flame, sua madre, fosse stata qui, le cose sarebbero state ben diverse. Sfortunatamente è morta dandolo alla luce.

Mormorò senza alcuna inflessione particolare nella voce, anche se gli occhi di lei sembravano ora essersi spenti di colpo come se la scintilla vitale che li animava si fosse persa al ricordo della sua lupa che ora non c'era più. Monique lanciò uno sguardo verso l'alto, come a cercarla in mezzo alle miriadi di stelle presenti nel cielo, dopodichè tornò con gli occhi su Sandyon.

Le dispiace se saluto il suo animale?

E qualora lui avesse dato il suo consenso, Monique avrebbe posato gli occhi sul coyote in attesa d'incrociarne lo sguardo, e poi si sarebbe concentrata su di esso: una pratica non facile quella che la donna voleva fare, affinata dopo 20 e più anni di esperienza con Flame... ma alla fine, riuscì a captare la coscienza dell'animale, seppur molto debole rispetto a quando lo faceva con la propria lupa, ed allora provò a stabilire un contatto mentale con essa.

Piacere di fare la tua conoscienza. Io mi chiamo Monique.
Non voglio farti del male né invadere il tuo spazio: voglio solo ringraziarti per aver fatto giocare il mio cucciolo, e chiederti se posso avvicinarmi per farti una carezza.


Qualcosa di assolutamente fuori dalla norma visto che solitamente una persona qualunque avrebbe chiesto direttamente al padrone se poteva accarezzarne o meno l'animale... ma Monique non era una persona qualunque, soprattutto quando si parlava di compagni di vita come poteva essere il coyote per Sandyon, o com'era stata Flame per lei. E a questi animali, Moni dava tutto il rispetto possibile, perchè per quanto la riguardava se lo meritavano appieno.
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Messaggioda Sandyon » 18/11/2011, 16:15

Una volta lanciato quel grosso mantello ai piedi della donna, Sandyon silenzioso si mise a sistemare nuovamente il suo vestiario, tra cui calzettoni e scarpe pesanti, sgombrando la mente, non focalizzandosi su nulla di particolare, semplicemente attendendo che quei minuti fossero passati per poter poi prendere passo verso il castello e scomparire nell'ombra dalla quale era venuto.
Si, in effetti il suo piano originario era quello, e lo sarebbe rimasto se non fosse stato che la Vice Preside, presa con un po' di coraggio, dopo ave ringraziato per l'indumento ed esserselo messo, si decise a prendere parola verbiando in direzione dell'uomo oscuro e misterioso con un atteggiamento abbastanza calmo e controllato.

Ho notato che sembrava incuriosito dal fodero della mia bacchetta, ma immagino che fosse il suo contenuto ad interessarle... vuole vederla?

Bloccò tutti i suoi movimenti, ascoltandola adesso aprire il fodero della bacchetta ed estrarne probabilmente il contenuto. Il capo si girò di pochissimi gradi e solo la coda dell'occhio rimase ben piantata sulla luce che l'oggetto emanava, ascoltando apparentemente interessato la descrizione della fattura di quell'oggetto che più che mai sembrava raro e di prima qualità. Forse nemmeno lo stesso Ollivander Junior avrebbe saputo descriverne la vera e naturale potenza, tanta ne emenava.
Teneva anche lui una bacchetta davvero notevole e unica nel suo genere, molto potente, ma non fino a quel livello, ma non vi fu moto di invidia, nessuno, semplicemente una constatazione con se stesso di qualcosa di calcolato su due piedi e poi a seguito, un movimento delle labbra che vibrando fece comprendere alla donna che la sua attenzione si era conclusa lì.

...simpatico dragone...

Giovane dentro, donna fuori...

...Capisco, buona prova... L'hai meritata in pieno allora.

Non si sarebbe dilungato oltre ma infatti Monique era come se sapesse bene di non poter pretendere troppo da lui, infatti rimise al suo posto la sua bacchetta in concomitanza con Sandyon che nel frattempo si alzava, messosi scarpe e pronto quindi ad allontanarsi.
Alzo le spalle, più che altro per ammorbidire i muscoli e far mettere in circolo un po' di acido lattico in eccesso, spostandosi di nuovo ad arrivare in linea d'aria con il corpo della donna che adesso coperta adeguatamente lo fissava e si permetteva infine di esporre un'altro ennesimo quesito.
Nel frattempo mentre i due "conversavano", invisibile agli occhi di entrambi, una creatura li osservava curiosa e divertita da tutta la vicenda.

Un dialogo per più di dieci minuti consecutivi, ma è un record! Ihihih...

Ha un bellissimo coyote, come si chiama? ... mi dispiace che debba fare da balia a Fire... se Flame, sua madre, fosse stata qui, le cose sarebbero state ben diverse. Sfortunatamente è morta dandolo alla luce.

Le iridi celeste-oro si mossero nuovamente in direzione dei due animali che si stavano conoscendo meglio, di sicuro più dei padroni, e l'attenzione naturalmente si focalizzò sulla spiegazione della triste sparizione della madre del piccolo lupo artico.
Quell'esemplare molto bello e giocherellone aveva un feeling molto tenue nei confronti della donna e questo Sandyon lo percepiva estremamente bene. C'era qualcosa, un velo di tristezza e leggera agonia che permeava il loro rapporto ed una nota di assenso alle sue indicazioni mentali prese ancora più forma quando con ancora la coda dell'occhio poté osservare lo sguardo di Monique spegnersi della sua luce quando cominciò a parlare di Flame, così si chiamava la madre di Fire, la lupa bianca che aveva perso partorendo il piccolo.
Riprese a fissarli, tutti e due e Dastel non accennava affatto a stancarsi di far giocare il cucciolo, come se fosse una sorta di zio giovane ed energico che si prendeva cura del suo divertimento e del suo buon umore.

Dastel ha sempre voluto un fratello più giovane, ma il resto della sua famiglia è stato sterminato, sono riuscito a salvare solo lui da un branco di yene, tre anni e mezzo circa or sono... Doveva essere una madre molto slanciata e curata, il figlio dimostra di crescere forte e dal carattere indomito, sarà un degno successore dell'onore della genitrice, gloria al suo passato... e al suo futuro.

Con questo lasciò ad intendere due cose fondamentali: la prima come si chiamava il suo esemplare di coyote e la seconda che aveva prestato molta attenzione alla tristezza di Moni, dato che con quelle parole voleva lasciarle ad intendere che Flame aveva fatto molto nella sua vita e dato tutto e Fire non poteva essere considerato altri che un prolungamento nell'eternità della sua anima, come se in un certo senso, non fosse mai morta ma fosse rimasta accanto alla donna attraverso gli occhi del piccolo cucciolo giocherellone e ancora con tante cose da imparare, ma di certo si vedeva da subito quanto fosse legato indissolubilmente a lei, dal modo in cui le obbediva e dal modo in cui sembrava quasi sorridere con la linguetta di fuori ogni volta che le era accanto.

... La madre diventa figlio... e il figlio... diventa madre...

Non aggiunse però altro a quel discorso, anche perchè si stava dilungando troppo, stava usando troppe parole e gli sembrava alquanto strano parlare così tanto nei confronti di una persona, lei per la precisione.
Decise di tornare nel silenzio, deglutendo un po' di saliva, spostando semplicemente di nuovo l'attenzione sul vestiario della donna senza fare la minima smorfia di apprezzamento o altro. Forse, stava semplicemente cercando di allontanare il discorso precedentemente effettuato dalle attenzioni del momento e forse in quel frangente fu proprio lei a fare in modo che questo potesse accadere, chiedendo cortesemente all'uomo se avesse mai potuto avvicinarsi e salutarlo adeguatamente, iniziando poi ad osservare Dastel quasi con insistenza, una sorta di occhiata che all'animale non sfuggì, difatti si fermò un secondo per incontrare gli occhi di ghiaccio di Monique, cominciando quasi a precepire qualcosa nella mente.

Mh... Cosa ha intenzione di fare?

Il coyote dopo alcuni istanti prese a ringhiare leggermente verso la professoressa di incantesimi, non infastidito ma solo molto ma molto stranito da quello che gli stava succedendo, e lanciò uno sguardo verso il padrone che, rimasto immobile e calcolatore, si umettò le labbra ritornando a guardare la donna che sembrava a suo agio nel cercare un contatto con lui.
Evidentemente era una pratica che eseguiva con il suo lupo femmina, questo era certo per Sandyon, veloce nell'elaborare le cose a livello logico, ed era anche facile che le mancasse ritrovare una sorta di comunicazione attiva con un esemplare di canide abbastanza adulto, ma nonostante questo, per Sandyon quella era una pratica sconosciuta e fonte di una certa curiosità mista a interesse, così, semplicemente, fece un cenno di assenso con il capo nei confronti dell'animale che allora si calmò decisamente, iniziando a stare più tranquillo, avanzando infine passo verso di lei raggiungendola per poi mettersi seduta e fissarla con i suoi occhi castano-giallo intensi e selvaggi, ancora di più di quanto potessero esserli quelli di un lupo.
Nello stesso momento quindi il piccolo Fire rimase da solo, dato che Dastel aveva momentaneamente smesso di giocare con lui. Un altro lievissimo sorriso verso quel piccolo animale bianco e batuffoloso da parte dell'uomo che, proseguendo adesso a fissare con assoluta calma e memoria le movenze della giovane donna dai capelli neri e la pelle nivea, prese dalla tasca del pantalone un piccolo tronchetto di carne secca speziata lanciandolo verso il cucciolo. Tale tronchetto era lungo quanto l'animaletto tra un po', anche perchè era a misura di Dastel, ma di sicuro lo avrebbe tenuto occupato a fare merenda per un bel po'.

...Stiamo a vedere.

Ed è anche riuscita a coglierne l'attenzione, wow, quante novità oggi ghghgh!
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Messaggioda Monique » 18/11/2011, 18:46

Non si aspettava sinceramente che Sandyon le rispondesse in modo prolisso od altro, onestamente le sarebbe andato bene se le avesse detto solo il nome del proprio coyote... invece in qualche modo l'uomo sembrava aver colto il dolore che permeava Monique quando parlava di Flame, e glielo dimostrò poco dopo con le parole.

Dastel ha sempre voluto un fratello più giovane, ma il resto della sua famiglia è stato sterminato, sono riuscito a salvare solo lui da un branco di yene, tre anni e mezzo circa or sono... Doveva essere una madre molto slanciata e curata, il figlio dimostra di crescere forte e dal carattere indomito, sarà un degno successore dell'onore della genitrice, gloria al suo passato... e al suo futuro.

Flame era... eccezionale. Eravamo una cosa sola, lei mi ha accompagnato praticamente per tutta la vita... a volte mi trovavo a pensare che in realtà lei fosse una parte stessa di me, come se avessimo un'anima in comune divisa in due corpi. Quando se n'è andata... è stato come se fosse morta una parte di quell'anima, e per quanto possa volere bene a Fire... non ero pronta a perderla, o ad avere qualcun altro accanto che non fosse lei.

Raccontò Moni rabbrividendo, questa volta non per il freddo dell'ambiente circostante ma per quello che le aveva attanagliato il cuore, come succedeva ogni volta che si fermava a pensare a lei. Per questo nella Foresta aveva usato l'illusione per rivederla... per ritrovare quella parte di sé, per quanto ormai persa per sempre: ma forse Sandyon aveva ragione, forse doveva guardare Fire con occhi diversi... forse quella parte di anima che Flame aveva, ora albergava nel corpo di suo figlio e quindi Monique avrebbe potuto sentirsi nuovamente completa, col tempo.

Forse devo imparare a guardarti con gli occhi di una madre...

Pensò Monique con un leggero sospiro, prima di regalare la sua attenzione a Dastel, il coyote di Sandyon di cui ora conosceva il nome: l'animale sembrava all'apparenza stranito dal modo in cui la donna riusciva a comunicare con lui, ma evidentemente il suo padrone ne fu abbastanza incuriosito da permetterle di avvicinarglisi, visto che poco dopo fu l'animale stesso ad andarle vicino per farsi accarezzare; Monique gli sorrise, allungando la mano per porgli una carezza leggera sul muso.

Sei davvero un bell'esemplare di coyote, Dastel. E guarda che non lo dico tanto per dire, sono sempre stata molto selettiva sulla bellezza animalesca. Sai, saresti piaciuto anche alla mia lupa, Flame... probabilmente a quest'ora avrebbe provato a sfidarti per scoprire chi dei due era il più forte.

Gli disse Monique con un sorriso, mentre Sandyon dava da mangiare a Fire il quale, con un mezzo uggiolio felice, prese a mangiucchiare con gioia il pezzo di carne, avvicinandosi però all'uomo così da potersi far coccolare da lui nel mentre mangiava... viziato? Forse, ma più che altro era un cucciolo e come tale costantemente in cerca di attenzioni.
Intanto, anche Moni aveva tirato fuori qualcosa dalla tasca interna del mantellino che portava, qualcosa all'apparenza meno invitante della carne secca...

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Lo so, lo so, probabilmente stai pensando che devo essere pazza se penso che ad uno come te possano piacere dei croccantini del genere, ma... fidati, sono magici. Tu li mangi e loro hanno il sapore di ciò che ti piace di più mangiare, inoltre rafforzano l'organismo lo sai? La mia Flame è vissuta 20 anni grazie a questi...

Gli raccontò, del tutto a proprio agio nel poter parlare nuovamente ad un animale che fosse adulto e quindi comprendesse a pieno i suoi discorsi, cosa che Fire ancora non poteva fare: ma naturalmente Dastel era un coyote di proprietà di qualcuno, perciò prima di avvicinare il croccantino al muso dell'animale, Moni alzò lo sguardo su Sandyon, occhi ora molto più morbidi e sereni forse proprio per la vicinanza a lui.

Posso dare da mangiare al tuo animale?
Non gli faranno male, anzi... te lo posso garantire.


Gli aveva dato del "tu", ma onestamente non credeva che lui si sarebbe offeso o l'avrebbe trovata sconveniente, anzi: e se Sandyon avesse dato il suo assenso e Dastel l'avesse voluto, Monique gli avrebbe fatto assaggiare quelle prelibatezze magiche che erano buone e rafforzavano il suo corpo.

Sai, il tuo padrone è un tipo misterioso, e ti confesso che non ero per niente convinta che fosse un bene averlo qui, però... deve essere in gamba se si è meritato la tua fiducia. E' che la Preside, hai presente... lei è un tipo strano, ed è stata proprio lei a sceglierlo, quindi... insomma, hai capito il senso.

Sperava proprio di non annoiare Dastel, ma era così bello parlare ancora con un animale che non riusciva a non farne a meno, tanto nel frattempo lui eventualmente poteva mangiare i croccantini magici che Monique si faceva mandare apposta dall'India e che avrebbero fatto sentire subito al coyote quale differenza a livello fisico potevano produrre: lei intanto si era persino messa seduta, fregandosene dell'erba e del freddo; parlava e gli accarezzava il muso, quell'animo gentile e dolce che ora sembrava tornato prepotentemente a galla grazie a quell'incontro.
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Messaggioda Sandyon » 18/11/2011, 20:44

Flame era... eccezionale. Eravamo una cosa sola, lei mi ha accompagnato praticamente per tutta la vita... a volte mi trovavo a pensare che in realtà lei fosse una parte stessa di me, come se avessimo un'anima in comune divisa in due corpi. Quando se n'è andata... è stato come se fosse morta una parte di quell'anima, e per quanto possa volere bene a Fire... non ero pronta a perderla, o ad avere qualcun altro accanto che non fosse lei.

Aveva ragione, la tristezza che proveniva dagli occhi della donna era perchè l'ombra dell'animale suo defunto era ancora troppo presente nella sua vita, ma in fondo era anche giusto visto che a giudicare dal suo racconto dovevano aver passato un'infinità di tempo assieme.
Sandyon si limitò ad ascoltare visto che la sua opinione l'aveva già data e fortunatamente sembrò far ragionare maggiormente la Vice Preside che per un istante fissò Fire come se stesse pensando tra se che le parole dell'uomo dovessero avere in un certo qual modo un fondo di verità e realtà. Quel piccolo cucciolo bianco era la prosecuzione della vita di sua madre e come tale poteva rappresentare quell'anello di congiunzione che avrebbe reso l'affetto e il legame che c'era tra Flame e Monique eterno e indissolubile.
Nel frattempo, il pezzo di carne che aveva lanciato in direzione di Fire fu più che accolto bene dal piccolo che si mise subito a mangiucchiarlo, prendendolo prima nella boccuccia dirigendosi verso il professore di Difesa come a ricercare attenzioni da lui visto che la padrona era intenta a fare conoscenza con il coyote che lo aveva fatto divertire poco prima.
Sandyon lo osservò attentamente senza distogliere troppo lo sguardo da quello che stava facendo Monique, ma comunque decise per mettersi un po' in ginocchio e cominciare a fargli qualche piccola carezza e grattino mentre il piccolo si nutriva più gioioso che mai guaendo ogni tanto sfilacciando la carne secca con gusto e soddisfazione.

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Nello stesso momento invece, Monique quindi si stava dilettando nel conversare mentalmente con Dastel il quale, pur non essendo stato all'inizio molto convinto della cosa, adesso la lasciava comunque parlare per comprendere bene cosa avesse da dirgli.
L'animale con il quale la donna stava andando a parlare non era poi come tutti gli altri. Nel corso degli anni aveva imparato ad affinare la sua intelligenza e comunicazione proprio per il grande rapporto che lo legava al suo padrone, per questo di certo gli sarebbe stato molto più semplice rispondere e comunicare con lei rispetto a molti altri animali selvaggi.

Sei davvero un bell'esemplare di coyote, Dastel. E guarda che non lo dico tanto per dire, sono sempre stata molto selettiva sulla bellezza animalesca. Sai, saresti piaciuto anche alla mia lupa, Flame... probabilmente a quest'ora avrebbe provato a sfidarti per scoprire chi dei due era il più forte.

L'angolo destro della bocca dell'animale si incurvò all'insù quasi quello significasse una sorta di piccolo sorriso di sfida nei confronti di quello che la Vice aveva appena detto.
Fece muovere la coda un po' più velocemente e le orecchie si rizzarono su belle aperte e rigide, segno che l'attenzione dell'animale era stata totalmente catturata, cosa che di sicuro riusciva più facile che catturare quella del padrone.

E tu sei un bell'esemplare di umana, anche Rachel lo era ma siete due tipe completamente diverse! Di certo sarei stato un ottimo sfidante e compagno per la tua lupa, ma è divertente anche a far giocare suo figlio, è molto morbido... Io ho 3 anni e mezzo, voi?

E così la conversazione era iniziata del tutto fra loro due e Dastel quindi non si fece alcun problema a parlare con Moni e farle vivere per un po' nuovamente l'emozione di avere un animale davanti che può capirla e può allo stesso tempo avere un legame con lei che possa andare oltre le semplici coccole o il nutrimento o cura. Con lui lei poteva sfogare qualche suo pensiero, dire qualche suo segreto e in sostanza parlargli nello stesso modo più forbito di come capitava con la sua lupa. Dastel questo lo percepiva e dunque non si infastidiva a stare a contatto con lei, anzi, proprio come il padrone era un tipo molto altruista ma di certo questo non era così facile capire.
Ma forse fu proprio per la naturale affezione che aveva la donna nei confronti di quei tipi di animali che decise per condividere con lui un cibo che teneva con se, proprio analogamente a quanto aveva fatto da poco Sandyon verso Fire.
Estrasse un po' di croccantini dall'aspetto molto asettico e li porse avanti al naso del coyote che prese ad annusarli, seguendo anche il discorso fatto da lei che lo voleva rassicurare che gli sarebbero piaciuti.
Il primo istinto dell'animale fu quello di voltarsi per ricevere disposizioni dal padrone e lo stesso fece anche lei la quale appunto chiese a Sandyon se potesse dare o meno da mangiare a Dastel.
Sandyon fissò a lungo tutti e due, gli sembrava così strano vedere quell'animale davanti ad un'altra donna così diversa da...

Già ma alla fine, neanche troppo...

Si limitò a fare un cenno di assenso verso tutti e due mentre ancora la sua mano carezzava il piccolo lupacchiotto il quale però sgusciò velocemente per avvicinarsi alla gamba dell'uomo e mettercisi sopra con le due zampette anteriori come a chiedergli di prenderlo in braccio.
Sandyon lo fissò per poco tempo, inarcando il sopracciglio inizialmente indeciso ma infine fu un abbaio piuttosto insistente di Fire a farlo sbloccare e così con facilità e leggerezza, lo afferrò con tutte e due le mani e lo portò in braccio a se mettendosi in piedi mentre il piccolo si preoccupava di dargli quale leccatina sulla mano che lo sorreggeva più vicina in segno di affetto e dolcezza.

Sai, il tuo padrone è un tipo misterioso, e ti confesso che non ero per niente convinta che fosse un bene averlo qui, però... deve essere in gamba se si è meritato la tua fiducia. E' che la Preside, hai presente... lei è un tipo strano, ed è stata proprio lei a sceglierlo, quindi... insomma, hai capito il senso.

Il coyote prese in bocca quindi una manciata di quei croccantini iniziando a masticare titubante, divenendo sempre più convinto ad ogni secondo in più che passava, mentre adesso ascoltava il dire della professoressa di incanti che si lasciava andare ad una sorta di piccola riflessione con lui, forse sperando anche potesse in un certo senso illuminarla sulla questione "Professore di Difesa". Certo Dastel sapeva bene che segreto c'era dietro al suo arrivo in quella scuola ma sapeva allo stesso tempo che non era autorizzato a dire niente e se lo avesse fatto per quanto gli fosse stata simpatica Monique, ne avrebbe risentito proprio quella stima e fiducia della quale si sentiva investito da molto tempo a quella parte.
Ma alla fine non aveva soltanto quello da dire, visto che di cose sul suo padrone se ne potevano dire tante, dato che sotto quella corazza di gelo e serietà si nascondeva una profondità molto ampia e assolutamente rara in un essere umano, almeno a parere del coyote.

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E' normale, il mio padrone non piace quasi mai a nessuno, ma è perchè è lui che non si fa voler bene da nessuno, non vuole che nessuno gliene voglia, non vuole che altre persone come Rachel possano provare tanto affetto per lui e quindi preferisce evitare troppi contatti. Così risulta sempre visto male, anche per la sua professione comunque, già, fare il mercenario non ti fa pochi nemici, ma ti assicuro che sa come difendere e come insegnare a farlo, visto che ha inventato nel tempo tantissimi incantesimi potenti da usare contro i nemici più forti... Uhm, buono questo cibo, sento in bocca lepre cruda e storione, e poi ho tutta la muscolatura in fermento, grazie!

Il conseguente comportamento di Dastel fece rimanere un attimo interdetto Sandyon, difatti il coyote si avvicinò di più a Monique e cominciò a strusciare il muso proprio sulla mano della donna, come a cercare le stesse attenzioni che cercherebbe un normale cucciolo.
Gli mancavano veramente tanto ed era sopratutto molto tempo che una mano delicata e morbida come quella di una femmina non gli sfioravano il pelo per donargli un po' di affetto e attenzione.
L'uomo rimase a fissare quella scena molto ma molto stranito, assottigliando lo sguardo prima su di lui e infine su di lei, ma non si curò di risultare fastidioso o suggestivo, anche perchè, già osservare quella scena era la suggestione più assurda che gli potesse capitare.
Quel suo sguardo però come al solito non più di pochissimi e brevi secondi, tant'è che successivamente, riprese a carezzare Fire scostando gli occhi da loro due lontani per focalizzare la sua attenzione su altro.

Scusami, era da tanto che non mi facevo carezzare da una mano più sottile e liscia...
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Messaggioda Monique » 18/11/2011, 22:12

E tu sei un bell'esemplare di umana, anche Rachel lo era ma siete due tipe completamente diverse! Di certo sarei stato un ottimo sfidante e compagno per la tua lupa, ma è divertente anche a far giocare suo figlio, è molto morbido... Io ho 3 anni e mezzo, voi?

Rachel?

Quando Dastel pronunciò quel nome femminile riferito a Sandyon, Monique spalancò gli occhi con aria sorpresa: c'era stata dunque una donna nella vita dell'uomo prima di arrivare al castello? Forse si erano lasciati e per questo lui era diventato freddo con tutti... in fondo il coyote aveva parlato di lei al passato... già, l'aveva sempre detto che parlare con gli animali era un'ottima cosa.

Io ho 27 anni mentre Fire ne ha 2 e mezzo... sembra più piccolo, non è vero? E' merito della magia che fortifica il corpo ma rallenta la vecchiaia, così gli animali che amiamo possono stare con noi più a lungo.

Spiegò a Dastel, ormai totalmente presa da quella conversazione così surreale e silenziosa: in effetti per uno spettatore esterno, lo stesso Sandyon ad esempio, i due interlocutori se ne stavano lì immobili senza dire nulla, semplicemente guardandosi; ma loro sapevano, complici, quante cose invece si potessero dire e raccontare senza parlare.
Nel frattempo Fire aveva deciso di farsi coccolare meglio dall'uomo chiedendogli di prenderlo in braccio - cosa che l'altro fece senza nemmeno troppo fastidio all'apparenza, e Dastel ebbe il permesso di mangiare i croccantini di Monique che, dopo qualche secondo di titubanza, iniziarono a piacere al coyote, tanto da farglieli sgranocchiare contento mentre ancora parlava con lei.

E' normale, il mio padrone non piace quasi mai a nessuno, ma è perchè è lui che non si fa voler bene da nessuno, non vuole che nessuno gliene voglia, non vuole che altre persone come Rachel possano provare tanto affetto per lui e quindi preferisce evitare troppi contatti. Così risulta sempre visto male, anche per la sua professione comunque, già, fare il mercenario non ti fa pochi nemici, ma ti assicuro che sa come difendere e come insegnare a farlo, visto che ha inventato nel tempo tantissimi incantesimi potenti da usare contro i nemici più forti... Uhm, buono questo cibo, sento in bocca lepre cruda e storione, e poi ho tutta la muscolatura in fermento, grazie!

Ancora quel nome femminile, che a giudicare dalle parole dell'animale rappresentava qualcuno di molto importante in passato nella vita dell'uomo, tanto da convincerlo a non farsi più avvicinare da nessun altro nel tempo. Annuì alle sue parole, sapeva già che fosse un mercenario - o meglio l'aveva intuito dalle parole della Bergman - e per quanto assurdo potesse sembrare, se Dastel diceva che era un buon professore, lei... ci credeva.

Tutto merito tuo...

Pensò Monique sentendo una fitta all'altezza del petto: sì, stava pensando a Flame. Ma fu proprio Dastel a riportarla coi piedi per terra, strusciando di più il muso sulla mano liscia e morbida di lei, sicuramente più delicata di quella del suo padrone che, anche se Moni non ci aveva fatto caso, li aveva fissati per un momento con aria interdetta e stranita.

Scusami, era da tanto che non mi facevo carezzare da una mano più sottile e liscia...

Non ti devi scusare, e poi a me piace fare le coccole...
... ti va di conoscere Flame?


Gli domandò Moni a bruciapelo, e se Dastel avesse accettato, la strega avrebbe tirato nuovamente fuori dal fodero della bacchetta, lanciando intanto una lunga occhiata a Sandyon per fargli comprendere le sue buone intenzioni, ed avrebbe lanciato un incanto Patronus non Verbale lì vicino: dalla sua bacchetta uscirono spruzzi argentati che, qualche secondo dopo, crearono l'apparizione di un Patronus, Flame appunto, assolutamente corporeo.

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Non posso parlarle quand'è in questa forma come faccio con te, ma già vederla è una gran cosa...

Comunicò a Dastel mentre la lupa si avvicinava loro fissando Monique negli occhi, sguardo pienamente condiviso dall'altra che dopo qualche secondo sfrecciò con le iridi su Dastel e poi nuovamente su di lei, come se avesse capito qualcosa e fosse dubbiosa a riguardo.

Uhm...

Professor Vastnor... posso far ascoltare una cosa al tuo animale?


E se Sandyon avesse deciso di continuare a lasciarla fare, forse incuriosito dal comportamento alquanto singolare della donna, Monique avrebbe fatto cenno a Flame di avvicinarsi e di affiancare Dastel.

Credo che la mia piccola sia convinta che tu possa amare la musica come l'amava lei, visto che sei riuscito ad instaurare un legame mentale con me... e di solito sai, non ci riesce quasi nessuno. Ti va di fare una prova?

Domandò a Dastel, e qualora lui avesse accettato, Monique gli avrebbe prima di tutto posato un bacino sul muso con dolcezza e delicatezza in un gesto di spontaneo affetto, alzando poi gli occhi su Fire che, quasi capendo ciò che stava per succedere, si sarebbe messo ad uggiolare come a chiedere a Sandyon di avvicinarsi entrambi un minimo alla propria padroncina. Moni, poi, avrebbe usato la bacchetta agitandola appena, per creare una sottile melodia nell'aria: un'illusione? No, era tutto assolutamente reale... questa volta, non c'era bisogno di rifugiarsi nel mondo dei sogni.

[yt]http://www.youtube.com/watch?v=Eg9jQOebTo8[/yt]


A new day has come
A new day has... come

I was waiting for so long
For a miracle to come
Everyone told me to be strong
Hold on and don't shed a tear

Through the darkness and good times
I knew I'd make it through
And the world thought I had it all
But I was waiting for you

Hush Now

I see a light in the sky
Oh, it's almost blinding me
I can't believe
I've been touched by an angel with love


Ed una musica dolcissima si diffuse nell'aria, creata da strumenti come pianoforte e chitarra, ma soprattutto resa unica dalla voce di Monique, che aveva deciso di cantare la canzone preferita di Flame... e di conseguenza anche di Fire, nella speranza che anche Dastel potesse essere rapito dalla bellezza di quelle onde sonore che rendevano tutto magico.

Let the rain come down and wash away my tears
Let it fill my soul and drown my fears
Let it shatter the walls for a new sun

A new day has come
A new day has... come

Where it was dark now there's light
Where there was pain now there's joy
Where there was weakness, I found my strength
All in the eyes of a boy

Hush Now

I see a light in the sky
Oh, it's almost blinding me
I can't believe
I've been touched by an angel with love


E sentendola, Flame si avvicinò appena di più alla padrona pur non potendola toccare come avrebbe voluto, osservandola a lungo seduta così, sull'erba, a cantare, e si accucciò ai suoi piedi, spostando lo sguardo su Dastel come a volersi assicurare di averci azzeccato su di lui; Moni, dal canto suo, non guardava Sandyon né nessun altro perciò non sapeva nemmeno che reazioni potessero avere... tanto, da quel po' che aveva capito di lui, se proprio si fosse scocciato avrebbe sempre potuto andarsene e lasciarla da sola.

Let the rain come down and wash away my tears
Let it fill my soul and drown my fears
Let it shatter the walls for a new sun

A new day has come
A new day has...

Let the rain come down and wash away my tears
Let it fill my soul and drown my fears
Let it shatter the walls for a new sun

A new day has come
A new day has... come

Ohhh, a light... OOh

Hush Now

I see a light in your eyes
All in the eyes of a boy
I can't believe
I've been touched by an angel with love

I can't believe
I've been touched by an angel with love


La musica si affievolì e così la voce di Monique che, a canzone conclusa, fece un lungo e lento sospiro, guardando prima Flame con gli occhi che brillavano nonostante l'alone puro che la circondava rendendola eterea, e poi Dastel che invece era ben presente poco distante da lei.

... che ne dici?
Ti è piaciuto?
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Messaggioda Sandyon » 19/11/2011, 0:00

La ragazza sembrava molto curiosa nei confronti di quel nome, Rachel, che Dastel aveva nominato più di una volta e in occasione di discorrere su questioni importanti che riguardavano il suo padrone.
In effetti gli era scappato, lo ammise quasi a se stesso il giovane animale, ma oramai quel che era fatto era fatto e poi aveva meno remore e problemi essendo di certo con meno coscienza rispetto a quella di un essere umano.
Abbassò un momento il capo e poi lo mosse un pochino su e giù come a voler annuire verso di Moni, per farle capire che aveva compreso bene il nome e la sua pronuncia, riprendendo poi a fissarla dritto negli occhi, un po' rattristato rispetto a pochi secondi prima, così mentre si lasciava un po' coccolare da lei, prese a parlare e a spiegare un po' meglio la situazione e l'identità della persona nominata segreta così importante per Sandyon.

Rachel è la moglie del mio padrone, o almeno lo era, è morta uccisa da un Auror due anni e mezzo fa ormai, viveva con il mio padrone da già quattro anni prima che io lo conoscessi. Dalla sua morte non ha più voluto avere nulla a che fare con le persone e sopratutto le donne per quanto non può negare di essere rimasto dentro di se una persona buona, però si è incattivito tanto da quel giorno, adesso per lui conta solo il denaro e nient'altro...

Sperò tanto che quella spiegazione per lei fosse più illuminante, ma sapeva anche bene che sporgersi così tanto a parlare del passato dell'uomo potesse essere per lui sul serio molto preoccupante e molto pericoloso, perchè mai e poi mai avrebbe detto di sua spontanea volontà ad anima viva quel fatto così terribile sulla sua esistenza, difatti non esitò un istante l'animale a parlare ancora nella mente della professoressa di incantesimi per mettere subito bene in chiaro le cose.

Questo fatto però è segretissimo quindi ti prego non dire mai al mio padrone che te l'ho raccontato... Ah, va bene si, mi farebbe piacere conoscerla!

Al seguito di quella richiesta, Monique poi gli fece presente la possibilità di poter conoscere Flame la sua lupa di un tempo passato e per Dastel di certo non fu affatto un problema, anzi, era contento di poterla vedere e rendersi conto dell'animale che aveva affiancato la bella donna fino a non molto tempo prima.
Ed ecco che quindi di seguito la ragazza tirò fuori ancora una volta la bacchetta per evocare il patronus corporeo del suo animale, Flame, la lupa artica che l'aveva accompagnata per la maggior parte della sua esistenza.
Non molto distante da loro, Sandyon osservava quell'incanto e silenzioso fissava ancora con maggiore curiosità velata però da uno sguardo di marmo nel mentre ancora qualche coccola era distribuita al piccolo Fire che iniziò a guaire probabilmente perchè si voleva ricongiungere un po' alla madre anche se frutto di un incantesimo.
Si, forse ci si sarebbe potuto aspettare che l'uomo si fosse avvicinato un minimo per far parte della questione ma era ancora troppo arido nel cuore per far si che una cosa del genere potesse avvenire, così, si chinò in avanti lasciando a terra il piccolo lupetto che subito corse verso Moni, Dastel e la madre/patronus iniziando a farle le feste felice saltellando anche intorno alla padrona.

Professor Vastnor... posso far ascoltare una cosa al tuo animale?

Oramai gli dava del tu, ma questo a lui non importava, difatti anche lui aveva fatto subito lo stesso con lui, quindi non lo stranì per niente, piuttosto adesso stava facendo attenzione a quella domanda alla quale però non si sentì di rispondere con un chiaro assenso.

Dopo quello che ho visto, credo che la parola in merito debba averla lui, non io... Che decida...

La questione stava cambiando lentamente, anche perchè Sandyon, tornato nuovamente eretto col busto, lasciò che fosse proprio il suo animale a decidere cosa potesse in quel momento fargli piacere anche se si notava chiaramente una nota di inizio fastidio nel suo tono di voce. Già, l'uomo che fino a poco tempo prima aveva vissuto sempre nella tranquillità della solitudine, per quanto tollerasse la presenza di lei, sentiva in ogni caso che il suo territorio era stato invaso anche troppo.
Sbattè le palpebre lentamente ascoltando che in qualche modo, una musica si stava facendo spazio tra le fronde della notte accompagnata di lì a poco proprio dalla voce della donna poco distante da lui che di certo possedeva una voce bellissima, si, Dastel aveva accettato comunque di ascoltare, per quanto timoroso del giudizio di Sandyon.
Duarante la prosecuzione della canzone, il coyote sembrava molto preso da quel ritmo, tant'è che cominciò a muovere la coda quasi al tempo delle note cantate da Monique, mentre fissava nel contempo Flame e poi il piccolo Fire che nel frattempo erano più che abituati a rilassarsi al suono di quella melodica ugola che adesso risuonava per tutto il giardino nella notte più buia.

... Mmmhh...

Incrociò le braccia al petto mentre Monique continuava a cantare. Indubbiamente aveva una voce splendida e questo dentro di se in parte lo riconobbe, ma tutta quell'atmosfera, quelle parole dolci e d'amore, quella melodia così romantica, malinconica e a tratti commovente non poteva far altro che aumentare quel suo fastidio interiore che barcollava tra ricordi, pensieri, idee, groppi all'anima e sensazioni represse per fin troppo tempo.
Non volle ascoltare oltre e così, verso metà della canzone, lasciò che il suo coyote si dilettasse come avesse voluto con lei e la compagnia e lui voltandosi e riprendendo le sue cose, si allontanò da lì dirigendosi più in profondita del giardino, nella radura che sbucava poi più in là sul lago interno, camminando a passo svelto, sapendo bene che qualora avesse voluto, Dastel con il suo olfatto sarebbe riuscito a trovarlo senza problemi.
Immaginava che a quel punto lei non lo seguisse ancora e quindi si ricordò anche che non aveva salutato la Vice Preside in maniera professionale e educata, ma in quel preciso istante, mentre molte cose tornavano in superficie nella sua mente e nel suo cuore, non gli fregava assolutamente niente di essere stato scostumato e fastidioso nei suoi confronti.

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Nello stesso tempo, Dastel finiva di ascoltare la musica cantata da Monique, più sereno e trasportato che mai, eseguendo anche un particolare ululato che andava quasi sulla stessa nota dell'acuto conclusivo della donna che, una volta finita la canzone, si limitò a sorridergli e chiedergli se aveva gradito la sua performance.
Dastel scodinzolò ancora un po' e rispondendo al gesto fatto prima da lei, si avvicinò col muso e diede una piccola leccatina sul naso della Vireau, accorgendosi però poco dopo che il suo padrone se ne era andato e questo lo mise molto in preoccupazione perchè rimanere ancora lì per molto gli avrebbe potuto far credere che la sua fedeltà era venuta meno e lui non voleva affatto che Sandyon rimanesse senza di lui, da solo, per ancora troppo tempo. Gli voleva bene, e tanto anche.

Assolutamente, è stata una musica veramente meravigliosa... Mi piace, molto... Potrò ascoltarti ancora? ... Oh, padrone! PADRONE! Chiedo scusa, mi dispiace ma devo andare...

E dicendo ciò, se nel caso Monique avesse deciso per non seguire il coyote e raggiungere di nuovo l'uomo che si era allontanato pur lasciandole senza problemi il suo mantello per proteggerla dal freddo, l'animale veloce e scattante si sarebbe diretto più preoccupato e ansioso che mai in direzione della radura aperta sul lago per far capire a Sandyon che non aveva la minima intenzione di abbandonarlo per nemmeno un minuto.
Giunto nei pressi del corpo dell'uomo, si avvicinò lento con la coda e il capo bassi, raggiungendo il suo fianco cominciando a guaire come a volergli chiedere scusa.
Il professore di Difesa rimase ancora immobile e girato di schiena, poi, si voltò lentamente verso di lui e si inginocchiò facendogli cenno di avvicinarsi. Dastel fece qualche passo avanti e le mani dell'uomo afferrarono il muso dell'animale in modo gentile e affettuoso, anche se era un affettuoso un po' più rude di quello che gli aveva donato poco prima la donna, che, se mai si fosse avvicinata senza farsi sentire, avrebbe potuto ascoltare chiaramente le parole che Sandyon, di lì a poco, disse a Dastel, con aria calma, sicura di se ma allo stesso tempo... morbida e comprensiva.

Non sentirti in colpa, non devi vivere nell'oscurità solo perchè ci vivo io. Hai il diritto di gioire delle meraviglie della vita ed io non farò mai nulla per impedire che ciò accada... siamo bene intesi?

Il coyote con gli occhi lucidi diede una piccola leccatina anche al naso dell'uomo che gli fece un sorriso lieve e di intesa, sporgendosi e posando la sua fronte a contatto con quella dell'animale, come un segno di amicizia eterna e di pace fatta. Si, adesso il coyote era molto più tranquillo.
Sandyon si alzò in piedi, inspirando profondamente, ancora curioso di ciò che era avvenuto tra il suo fedele amico e la Vice Preside, ma in quello stato di certo non poteva permettersi domande anche perchè al momento ne aveva poca voglia.
Si limitò a voltarsi di nuovo per fissare il lago in lontananza baciato ed illuminato dalla luna. Adesso era tutto così calmo, tutto così placido, era tornato tutto come a lui negli ultimi tempi andava bene: silenzioso.
A volte un silenzio, pari solo a quello della morte.

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Messaggioda Monique » 19/11/2011, 0:32

E così ecco scoperto un fatto altamente privato del passato di Sandyon... era addirittura stato sposato. Ovvio che quindi adesso, tutto ciò che volesse era stare lontano il più possibile dalle persone: ma allora perchè accettare il posto di professore di Difesa lì al castello?

... cosa gli hai promesso, Bergman?

Si domandò Monique senza riuscire a darsi una risposta, curiosa e con mille dubbi per la testa: tutto però venne dimenticato nel momento in cui la donna iniziò a cantare, facendo scivolare nella magia non solo il patronus di Flame e Fire, abituati alla voce di lei, ma anche Dastel che venne appunto rapito a differenza del padrone, il quale si allontanò da loro perchè forse tutto quell'affetto era per lui troppo da sopportare.

Assolutamente, è stata una musica veramente meravigliosa... Mi piace, molto... Potrò ascoltarti ancora? ... Oh, padrone! PADRONE! Chiedo scusa, mi dispiace ma devo andare...

Monique al termine della canzone si accorse, come Dastel, che Sandyon si era allontanato, e dunque il coyote si lanciò alla sua rincorsa forse temendo di averlo in qualche modo deluso: la francese si rialzò senza alcuna fretta, facendo sparire Flame con un sorriso malinconico sulle labbra e facendo cenno a Fire di seguirla in silenzio; voleva salutarlo quantomeno e ringraziarlo per il tempo che le aveva concesso di passare col suo animale... ma si bloccò quando, avvicinatasi, sentì le parole dell'uomo rivolte al coyote.

Non sentirti in colpa, non devi vivere nell'oscurità solo perchè ci vivo io. Hai il diritto di gioire delle meraviglie della vita ed io non farò mai nulla per impedire che ciò accada... siamo bene intesi?

Un piccolo sorriso spuntò dalle labbra di Moni a quelle parole: in quel momento Sandyon le appariva sotto una luce nuova... umana. Ed ovviamente sapere parte della verità sulla sua storia la aiutava a comprenderlo meglio, seppur si fosse ripromessa di non farne parola con nessuno.
Silenziosa, si scivolò via di dosso il mantello dell'uomo e lo poggiò con delicatezza a terra, posando poi gli occhi su Dastel che, seppur non la stava guardando, avrebbe potuto sentirla nella mente visto quanto i due si fossero avvicinati in poco tempo.

Potrai ascoltarmi ogni volta che lo desideri, ti basterà venire da me... grazie per avermi lasciato entrare nella tua mente, sei stato molto gentile e generoso. Lascio qui il mantello del tuo padrone, ricordagli di prenderlo, e... credo che Fire speri di poter giocare ancora con te. Buonanotte Dastel... e buonanotte anche a te, Sandyon.

No, non interruppe quel momento né tentò ancora di parlare col professore... non ve n'era motivo, le cose dovevano accadere lentamente e senza forzarle: sul mantello dell'uomo depositò un altro paio di croccantini per il coyote e poi prese in braccio Fire, che si accoccolò felice tra le braccia della padrona.

E ora andiamo, arrivati a casa ti faccio un bel bagno caldo e ti canto un'altra canzone per farti dormire, mh?

Gli sussurrò all'orecchio con voce dolce, quello stesso tono che aveva usato sempre con Flame ma mai con lui prima, tanto che a Fire vennero gli occhi lucidi per la felicità: quella che era cominciata come una nottata qualunque si era trasformata in un'occasione bellissima per Moni di farsi un nuovo amico, di avvicinarsi di più al suo animale... e chissà, forse di farsi conoscere un po' meglio da quell'uomo così triste e misterioso che adesso fissava la luna in silenzio.

[Fine]
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