Re: Giardino Interno
Inviato: 07/04/2014, 0:23
In realtà non ho lezione oggi, quindi sono libera… mi fermo volentieri con te.
Bene, allora... Dopo di te.
E unendo le mani dietro la schiena si sarebbe inclinato in avanti in una sorta di buffo inchino, afferrando poi il cappello e indicando la direzione del giardino davanti a loro.
Monique gli aveva parlato di Phoebe nel loro primo incontro, nel suo ufficio, al sesto piano: era poco più piccola di lui, ma il suo aspetto la collocava fin troppo bene nella fascia dei venticinque anni; se non avesse saputo nulla sul suo conto avrebbe anche giurato che fosse più piccola. Per essere una ragazza era abbastanza alta, tutto sommato, anche se lui vedeva minuta qualunque ragazza per via del suo fisico slanciato. Osservò gli uccelli volare intorno a loro: un comportamento molto ambiguo, visto che quei volatili non erano molto inclini ad avvicinarsi agli essere umani; probabilmente l'ambiente era incantato in modo che gli uccelli si fidassero degli abitanti del castello, altrimenti non avrebbe saputo spiegare il fenomeno: non avrebbe mai pensato di ritrovarsi accanto ad una Terran: il suo Elemento non era ancora abbastanza sviluppato da permettergli di avvertire l'aura di un Elemento vicino.
Sei un nuovo acquisto di Hogwarts anche tu, vero? La Preside mi ha detto che noi due eravamo gli ultimi arrivati...
Eh già... Anch'io da poco arrivato, ma Hogwarts mi piace molto, è un po il mio habitat - ma Phoebe non avrebbe capito il motivo per cui parlava della scuola come se fosse un estraneo - Sai, io ho studiato alla Cyprus.
Noel non avrebbe mai approvato quella decisione: lo avrebbe schernito con quelle battutine del tipo "Ma in che razza di posto ti sei messo ad insegnare?": lo avrebbe detto solo perché le avrebbe dato la palla al balzo per insultare la scuola britannica, ma la ragazza sapeva benissimo che quello era il suo posto anche se non glielo avrebbe mai ammesso. Era così orgogliosa, soprattutto con lui, e Jeremiah aveva sempre provato una sorta di gelosia nei suoi confronti, così come la poteva provare un fratello maggiore verso la sorella più piccola. Chissà dov'era in quel momento, cosa stava facendo, se l'avesse rivista presto.
Per quanto fosse inavvertibile l'Elemento Terra, Jeremiah avvertiva ugualmente una strana sensazione, tuttavia non riusciva a identificare la verità.
La risposta non tardò ad arrivare: dopo qualche passo lei parlò in un'altra lingua, ma la dimestichezza che lui aveva nel comprenderla e nel parlarla gli permise di comprendere senza alcuna difficoltà quella rivelazione.
Finora avevo conosciuto solo una Acuan tra i miei colleghi… è un piacere scoprire ora che ce n'è anche un altro.
Co-come?!
Era rimasto spiazzato ovviamente: la sua bocca si era spalancata in un'espressione sorpresa e divertita al contempo; provava un moto di contentezza nel sapere che vicino a lui ci fosse qualcuno che potesse comprenderlo e con il quale non avere segreti. Non che trovasse difficile mantenere la segretezza, ma quando era a contatto con un protettore del Conflux era come se il suo ruolo fosse noto a tutti e tutto fosse la normalità: scosse lievemente il capo, non troppo certo di aver assimilato il significato di quella confessione, poi le sorrise felicemente.
Io sono protetta dal Vento, comunque. Spero che andremo ancora più d'accordo, ora, per il bene del Conflux.
Inizialmente non seppe che dire: il suo sconcerto era ben motivato, dopotutto.
Quando parlò, utilizzò la stessa lingua con la quale Phoebe gli aveva parlato; la cautela non era mai troppa, non poteva permettersi quella "defiance". Per potersi rivelare doveva aver avvertito l'Elemento dell'Acqua in lui fin dall'inizio; ora si sentiva quasi uno stupido.
Sono senza parole... Non mi era mai capitato di incontrare un Terran prima d'ora. La nostra missione comune non potrà che unirci ulteriormente.
Ecco perché il suo passo gli era risultato felpato al contatto con il prato, come se aleggiasse al di sopra del terreno. L'archetipo del Vento albergava in lei: aveva sempre avvertito il vento come ribelle, tempestoso e travolgente, chissà che Phoebe non celasse proprio quel carattere dietro lo sguardo gentile. Dunque conosceva un altro Acuan: la sua mente si allacciò subito alla figura di Martha Bennet, la docente di Pozioni proprio lì ad Hogwarts, che lui aveva conosciuto al villaggio e con la quale aveva preso da bere lo stesso giorno in cui l'aveva conosciuta, tempo prima.
Scrutò in volto Phoebe - quasi certo che ora che la conosceva per quel che era realmente potesse scorgere qualche altro particolare nascosto - poi abbassò lo sguardo, verso il prato che scorreva sotto i loro passi.
Se ti sembro scettico, non ti preoccupare: devo ancora abituarmi all'idea.
Disse ridendo, poi rivolse velocemente lo sguardo davanti a se e accarezzò con un dito dei fiori lì vicino: ne tirò uno con delicatezza e lo fece levitare con un gesto della bacchetta: questo zigzagò fra i loro corpi, infine si arrestò di fronte a lei, in attesa che lo afferrasse.
Sorrise in maniera gentile e abbassò lievemente la testa, esprimendo la sua felicità: felicità per la loro conoscenza, il loro incontro, per il Conflux.
Bene, allora... Dopo di te.
E unendo le mani dietro la schiena si sarebbe inclinato in avanti in una sorta di buffo inchino, afferrando poi il cappello e indicando la direzione del giardino davanti a loro.
Monique gli aveva parlato di Phoebe nel loro primo incontro, nel suo ufficio, al sesto piano: era poco più piccola di lui, ma il suo aspetto la collocava fin troppo bene nella fascia dei venticinque anni; se non avesse saputo nulla sul suo conto avrebbe anche giurato che fosse più piccola. Per essere una ragazza era abbastanza alta, tutto sommato, anche se lui vedeva minuta qualunque ragazza per via del suo fisico slanciato. Osservò gli uccelli volare intorno a loro: un comportamento molto ambiguo, visto che quei volatili non erano molto inclini ad avvicinarsi agli essere umani; probabilmente l'ambiente era incantato in modo che gli uccelli si fidassero degli abitanti del castello, altrimenti non avrebbe saputo spiegare il fenomeno: non avrebbe mai pensato di ritrovarsi accanto ad una Terran: il suo Elemento non era ancora abbastanza sviluppato da permettergli di avvertire l'aura di un Elemento vicino.
Sei un nuovo acquisto di Hogwarts anche tu, vero? La Preside mi ha detto che noi due eravamo gli ultimi arrivati...
Eh già... Anch'io da poco arrivato, ma Hogwarts mi piace molto, è un po il mio habitat - ma Phoebe non avrebbe capito il motivo per cui parlava della scuola come se fosse un estraneo - Sai, io ho studiato alla Cyprus.
Noel non avrebbe mai approvato quella decisione: lo avrebbe schernito con quelle battutine del tipo "Ma in che razza di posto ti sei messo ad insegnare?": lo avrebbe detto solo perché le avrebbe dato la palla al balzo per insultare la scuola britannica, ma la ragazza sapeva benissimo che quello era il suo posto anche se non glielo avrebbe mai ammesso. Era così orgogliosa, soprattutto con lui, e Jeremiah aveva sempre provato una sorta di gelosia nei suoi confronti, così come la poteva provare un fratello maggiore verso la sorella più piccola. Chissà dov'era in quel momento, cosa stava facendo, se l'avesse rivista presto.
Per quanto fosse inavvertibile l'Elemento Terra, Jeremiah avvertiva ugualmente una strana sensazione, tuttavia non riusciva a identificare la verità.
La risposta non tardò ad arrivare: dopo qualche passo lei parlò in un'altra lingua, ma la dimestichezza che lui aveva nel comprenderla e nel parlarla gli permise di comprendere senza alcuna difficoltà quella rivelazione.
Finora avevo conosciuto solo una Acuan tra i miei colleghi… è un piacere scoprire ora che ce n'è anche un altro.
Co-come?!
Era rimasto spiazzato ovviamente: la sua bocca si era spalancata in un'espressione sorpresa e divertita al contempo; provava un moto di contentezza nel sapere che vicino a lui ci fosse qualcuno che potesse comprenderlo e con il quale non avere segreti. Non che trovasse difficile mantenere la segretezza, ma quando era a contatto con un protettore del Conflux era come se il suo ruolo fosse noto a tutti e tutto fosse la normalità: scosse lievemente il capo, non troppo certo di aver assimilato il significato di quella confessione, poi le sorrise felicemente.
Io sono protetta dal Vento, comunque. Spero che andremo ancora più d'accordo, ora, per il bene del Conflux.
Inizialmente non seppe che dire: il suo sconcerto era ben motivato, dopotutto.
Quando parlò, utilizzò la stessa lingua con la quale Phoebe gli aveva parlato; la cautela non era mai troppa, non poteva permettersi quella "defiance". Per potersi rivelare doveva aver avvertito l'Elemento dell'Acqua in lui fin dall'inizio; ora si sentiva quasi uno stupido.
Sono senza parole... Non mi era mai capitato di incontrare un Terran prima d'ora. La nostra missione comune non potrà che unirci ulteriormente.
Ecco perché il suo passo gli era risultato felpato al contatto con il prato, come se aleggiasse al di sopra del terreno. L'archetipo del Vento albergava in lei: aveva sempre avvertito il vento come ribelle, tempestoso e travolgente, chissà che Phoebe non celasse proprio quel carattere dietro lo sguardo gentile. Dunque conosceva un altro Acuan: la sua mente si allacciò subito alla figura di Martha Bennet, la docente di Pozioni proprio lì ad Hogwarts, che lui aveva conosciuto al villaggio e con la quale aveva preso da bere lo stesso giorno in cui l'aveva conosciuta, tempo prima.
Scrutò in volto Phoebe - quasi certo che ora che la conosceva per quel che era realmente potesse scorgere qualche altro particolare nascosto - poi abbassò lo sguardo, verso il prato che scorreva sotto i loro passi.
Se ti sembro scettico, non ti preoccupare: devo ancora abituarmi all'idea.
Disse ridendo, poi rivolse velocemente lo sguardo davanti a se e accarezzò con un dito dei fiori lì vicino: ne tirò uno con delicatezza e lo fece levitare con un gesto della bacchetta: questo zigzagò fra i loro corpi, infine si arrestò di fronte a lei, in attesa che lo afferrasse.
Sorrise in maniera gentile e abbassò lievemente la testa, esprimendo la sua felicità: felicità per la loro conoscenza, il loro incontro, per il Conflux.