Re: Giardino Interno
Inviato: 15/06/2015, 21:28
Mi scusi...
Hum?
Mugugnò sottovoce Tisifone, assottigliando lo sguardo, diffidente. Aveva abbastanza onestà intellettuale da ammettere, almeno con se stessa, di essere stata davvero una stronza nel dare una risposta tagliente alla domanda educata dell'Harada, ma allora perché l'altra si stava scusando? Ci teneva davvero così tanto a non contrariarla? Dubitava che Lucas le avesse chiesto di provare a esserle amica visto come minimizzava la loro relazione con lei, ma allora se non partiva da lui perché comportarsi in quel modo? Il pensiero che fosse solo Amy a voler dare una possibilità a loro due non la stava sfiorando minimamente, troppo assurda come ipotesi dal suo punto di vista.
Ho capito che la mia presenza é di troppo, può anche evitare di aizzarmi contro quel quel ...
Pitone? - concluse per lei istintivamente, la mente altrove, tanto che impiegò una manciata di secondi per comprendere di cosa l'altra la stesse accusando e di quanto stupida dovette suonare la sua risposta. - Aizzargliela contro? Crede di essere così pericolosa che io debba chiedere al mio famiglio di difendermi?
Ironica e tagliente questa volta non per cattiveria quanto perché si sentiva offesa.
In ogni caso mi faccia un favore, quando stasera a cena un gufo le consegnerà una pergamena, non perda tempo a leggerla, la bruci direttamente.
Una pergamena? Non capisco di cosa stia parlando.
Pensi come sono stata ingenua, ho creduto che lei potesse accettare un mio invito per un tè e una chiacchierata tra persone civili ma a quanto pare noi due non abbiamo nulla da dirci.
Un tè e una chiacchierata tra persone civili?
Ripeté tra sé allibita mentre all'esterno mostrava un'espressione neutra. La nippoirlandese ci teneva così tanto a conoscerla da arrivare a invitarla per un tè? Una parte di lei, piccola ed eccessivamente sospettosa, le stava sussurrando che di certo aveva un secondo fine nel farlo ma Tisifone non le diede molto peso tanti erano gli interrogativi che le stavano affollando la mente. Erano davvero così diverse da non avere nulla da dirsi? A essere sinceri ne dubitava. Si considerava una piacevole conversatrice e la sua curiosità innata le permetteva di avere una discreta cultura su molti argomenti oltre a renderla un'ottima ascoltatrice. Probabilmente quindi avrebbero trovato qualcosa di cui parlare o su cui litigare. L'incognita reale era come avrebbe reagito trovandosi davanti un invito del genere. Avrebbe vinto il sospetto e la diffidenza o la curiosità e la parola data? Così su due piedi non avrebbe saputo dirlo e mai l'avrebbe scoperto. L'Harada infatti aveva deciso, giustamente, di andare via. Era quello che Tisifone aveva voluto fin da quando l' aveva visto, eppure adesso non provava né sollievo né soddisfazione quanto un senso di incompiutezza. Senza sapere se e cosa ci fosse da aggiungere si voltò verso Amy nello stesso istante in cui l'altra fermava il proprio incedere. Le due donne si trovarono quindi l'una di fronte all'altra, forse non proprio minacciose ma di certo non amichevoli.
In realtà io ho qualcosa da dirle anzi no da dirti - la russa abbozzò una smorfia contrariata per l'uso del "tu" ma non disse nulla, preferendo ascoltare cosa le avesse fatto cambiare idea anche se le braccia conserte e lo sguardo freddo non invitavano molto al colloquio- Volevo che le cose tra noi funzionassero solo per rendere felice Lucas ma non sono disposta a snaturare me stessa per farlo.
Vedere felice Lucas, esattamente come lo era lei con Noah, era ciò che le stava maggiormente a cuore eppure non aveva mai pensato che le sarebbe bastato provare ad andare d'accordo con Amy per riuscirci, anche se più di una persona aveva tentato di farglielo comprendere. Poteva ripetersi all'infinito che dipendeva dal fatto che non lo sentiva convinto -dopotutto ci stava andando con i piedi di piombo, lui - quanto invece la verità era una sola. Tutto l'ottimismo e positività di suo marito non erano ancora riusciti a soffocare completamente la sua innata diffidenza e ritrosia. Mentiva quindi quando sosteneva che avrebbe fatto di tutto per di vedere Turner felice? No, eppure non era lei quella che le aveva davvero provate tutte e quella consapevolezza la faceva soffrire più di qualsiasi cattiveria l'Harada avesse intenzione di vomitarle addosso, o quasi.
Io sono esattamente come mi vedi, solare, spigliata, chiacchierona, un po’ sfacciata e diretta. Do il lei a chi è più grande di me o che non conosco, il tu a chiunque mi stia anche solo un pochino simpatico e tendo a evitare chi invece mi sta sulle scatole. -dentro di sé la Divinante sogghignò ironica. Avevano tecnicamente lo stesso modo di trattare il prossimo, solo utilizzavano due metri differenti per valutare chi dovesse rientrare tra i "simpatici" e chi tra gli "sconosciuti"- Trovo irritante questo tuo continuo offendermi in maniera velata o celata da una rigida educazione. Ti sto antipatica? Bene allora dimmelo in faccia… -si passò la punta della lingua sulle labbra, come se stesse pregustando quel momento da tempo, ma quando le dischiuse per parlare non riuscì a pronunciare neanche una sillaba - anche se non so come diavolo sia possibile visto che non ti sei degnata di scambiare due parole con me…
Quella era una verità inconfutabile e una immensa sensazione di fastidio la pervase non appena ne ebbe preso atto. Persino Rebecca le aveva fatto notare quanto inconsistenti fossero le motivazioni che aveva portato a sostegno della sua campagna "contro" l'Harada e nonostante ciò l’aveva difesa, descrivendola come una buona amica o anche semplicemente come una brava persona.
Ho provato a capirti, a venirti incontro, a credere alle parole di Rebecca e di Lucas che in fondo sei una persona squisita e un’ottima amica ma visti i risultati non credo più che ne valga la pena. Non ti piaccio? È solo un problema tuo. A Lucas piaccio un sacco esattamente così come sono ed è questa l’unica cosa che conta per me…
Per la prima volta si trovava senza parole e quindi, non potendo ribattere nulla di intelligente, preferì tacere aspettando la stoccata finale. E quella si, che le fece male!
Che poi cosa diavolo un ragazzo dolce, sensibile e divertente come lui abbia trovato in te lo sanno solo i Kami…
Sgranò lievemente gli occhi e dischiuse le labbra in una O di sorpresa mentre un’espressione ferita le si dipingeva in volto, cosa che l'Harada probabilmente non notò visto che si era voltata subito. Si era posta quella stessa domanda almeno un miliardo di volte in passato ma solo in quel momento, quando era stato qualcun altro a pronunciarla ad alta voce, suonava come una sorta di accusa, nei suoi confronti. Agli occhi di Amy – e di chissà quanta altra gente – appariva davvero come una persona talmente pessima da compatire Lucas per l’essersi un tempo innamorata di lei?
Semplicemente non mostro le mie qualità a chiunque.
Si autogiustificò ma quelle parole risuonarono alle sue stesse orecchie come dei fastidiosi pat pat di consolazione su una spalla. In ogni caso non poteva permettere che la Cioccolataia se ne andasse così, senza neanche darle la possibilità di ribattere e ricambiarle il favore dicendole cosa pensava di lei. Senza pensare alle conseguenze del suo gesto, Tisifone si voltò di scatto e allungò la mano per bloccare la ragazza ma non appena le sue dite si avvolsero sul suo avambraccio una serie di flash non richiesti Concentrazione/19+ SS/37+1 Bonus Orecchino + 7/d20=64] le offuscarono la vista e venne sommersa da ondate di dolore talmente intense che istintivamente spalancò la bocca per incamerare aria e combattere la sensazione terribile di starvi annegando.
Aveva avuto delle visioni sul passato dell’Harada, così brevi che quando la ragazza si fosse voltata,anche solo per dirle di lasciarle il braccio, Tisifone si era già quasi del tutto ricomposta. Esternamente solo il pallore improvviso del viso e delle goccioline di sudore lungo le tempie denotavano che c’era qualcosa che non andava in lei. Internamente, invece, la Divinante si sentiva ancora dilaniata dal riverbero del dolore che la nippo irlandese aveva provato in passato mentre guardava ogni volta il proprio ragazzo andare via da lei.
Ha sofferto così tanto a causa degli uomini eppure… è così aperta, sorridente, fiduciosa…
Mentre quella considerazione si faceva strada in lei, Tisifone rimase immobile a guardare, nel caso la ragazza si fosse voltata, la Cioccolataia dritta negli occhi come se la vedesse per la prima volta e dal suo sguardo trapelava un rispetto che prima non vi era mai stato. Ci voleva un immenso coraggio e forza d’animo, secondo la propria esperienza, per non permettere a certi eventi di trascinarti sul fondo e ancorarti a esso. Lei, quella forza e quel coraggio, non li aveva avuti ed era rimasta avvolta nella sua fredda corazza, isolata dagli altri, per anni, spesso soffrendone senza neanche rendersene conto. Ed era per quello che non poteva che ammirare Amy per essere, nonostante tutto, una ragazza allegra e spensierata, capace di buttarsi a capo fitto in una relazione e metterci tutta se stessa per farla funzionare, fregandosene di quello che sarebbe potuto accadere.
Credo che ti sbagli… - avrebbe detto infine ritrovando finalmente la voce dopo diversi minuti di silenzio - … avremmo un sacco di cose da dirci…
Non che fosse disposta a confidarsi con lei o a confrontare le proprie disastrate esperienze passate con gli uomini, ma probabilmente quelle non erano le sole cose che avevano in comune.
Se l’invito è ancora valido lo prenderei volentieri quel tè insieme domani o in qualunque altro giorno tu voglia…
Hum?
Mugugnò sottovoce Tisifone, assottigliando lo sguardo, diffidente. Aveva abbastanza onestà intellettuale da ammettere, almeno con se stessa, di essere stata davvero una stronza nel dare una risposta tagliente alla domanda educata dell'Harada, ma allora perché l'altra si stava scusando? Ci teneva davvero così tanto a non contrariarla? Dubitava che Lucas le avesse chiesto di provare a esserle amica visto come minimizzava la loro relazione con lei, ma allora se non partiva da lui perché comportarsi in quel modo? Il pensiero che fosse solo Amy a voler dare una possibilità a loro due non la stava sfiorando minimamente, troppo assurda come ipotesi dal suo punto di vista.
Ho capito che la mia presenza é di troppo, può anche evitare di aizzarmi contro quel quel ...
Pitone? - concluse per lei istintivamente, la mente altrove, tanto che impiegò una manciata di secondi per comprendere di cosa l'altra la stesse accusando e di quanto stupida dovette suonare la sua risposta. - Aizzargliela contro? Crede di essere così pericolosa che io debba chiedere al mio famiglio di difendermi?
Ironica e tagliente questa volta non per cattiveria quanto perché si sentiva offesa.
In ogni caso mi faccia un favore, quando stasera a cena un gufo le consegnerà una pergamena, non perda tempo a leggerla, la bruci direttamente.
Una pergamena? Non capisco di cosa stia parlando.
Pensi come sono stata ingenua, ho creduto che lei potesse accettare un mio invito per un tè e una chiacchierata tra persone civili ma a quanto pare noi due non abbiamo nulla da dirci.
Un tè e una chiacchierata tra persone civili?
Ripeté tra sé allibita mentre all'esterno mostrava un'espressione neutra. La nippoirlandese ci teneva così tanto a conoscerla da arrivare a invitarla per un tè? Una parte di lei, piccola ed eccessivamente sospettosa, le stava sussurrando che di certo aveva un secondo fine nel farlo ma Tisifone non le diede molto peso tanti erano gli interrogativi che le stavano affollando la mente. Erano davvero così diverse da non avere nulla da dirsi? A essere sinceri ne dubitava. Si considerava una piacevole conversatrice e la sua curiosità innata le permetteva di avere una discreta cultura su molti argomenti oltre a renderla un'ottima ascoltatrice. Probabilmente quindi avrebbero trovato qualcosa di cui parlare o su cui litigare. L'incognita reale era come avrebbe reagito trovandosi davanti un invito del genere. Avrebbe vinto il sospetto e la diffidenza o la curiosità e la parola data? Così su due piedi non avrebbe saputo dirlo e mai l'avrebbe scoperto. L'Harada infatti aveva deciso, giustamente, di andare via. Era quello che Tisifone aveva voluto fin da quando l' aveva visto, eppure adesso non provava né sollievo né soddisfazione quanto un senso di incompiutezza. Senza sapere se e cosa ci fosse da aggiungere si voltò verso Amy nello stesso istante in cui l'altra fermava il proprio incedere. Le due donne si trovarono quindi l'una di fronte all'altra, forse non proprio minacciose ma di certo non amichevoli.
In realtà io ho qualcosa da dirle anzi no da dirti - la russa abbozzò una smorfia contrariata per l'uso del "tu" ma non disse nulla, preferendo ascoltare cosa le avesse fatto cambiare idea anche se le braccia conserte e lo sguardo freddo non invitavano molto al colloquio- Volevo che le cose tra noi funzionassero solo per rendere felice Lucas ma non sono disposta a snaturare me stessa per farlo.
Vedere felice Lucas, esattamente come lo era lei con Noah, era ciò che le stava maggiormente a cuore eppure non aveva mai pensato che le sarebbe bastato provare ad andare d'accordo con Amy per riuscirci, anche se più di una persona aveva tentato di farglielo comprendere. Poteva ripetersi all'infinito che dipendeva dal fatto che non lo sentiva convinto -dopotutto ci stava andando con i piedi di piombo, lui - quanto invece la verità era una sola. Tutto l'ottimismo e positività di suo marito non erano ancora riusciti a soffocare completamente la sua innata diffidenza e ritrosia. Mentiva quindi quando sosteneva che avrebbe fatto di tutto per di vedere Turner felice? No, eppure non era lei quella che le aveva davvero provate tutte e quella consapevolezza la faceva soffrire più di qualsiasi cattiveria l'Harada avesse intenzione di vomitarle addosso, o quasi.
Io sono esattamente come mi vedi, solare, spigliata, chiacchierona, un po’ sfacciata e diretta. Do il lei a chi è più grande di me o che non conosco, il tu a chiunque mi stia anche solo un pochino simpatico e tendo a evitare chi invece mi sta sulle scatole. -dentro di sé la Divinante sogghignò ironica. Avevano tecnicamente lo stesso modo di trattare il prossimo, solo utilizzavano due metri differenti per valutare chi dovesse rientrare tra i "simpatici" e chi tra gli "sconosciuti"- Trovo irritante questo tuo continuo offendermi in maniera velata o celata da una rigida educazione. Ti sto antipatica? Bene allora dimmelo in faccia… -si passò la punta della lingua sulle labbra, come se stesse pregustando quel momento da tempo, ma quando le dischiuse per parlare non riuscì a pronunciare neanche una sillaba - anche se non so come diavolo sia possibile visto che non ti sei degnata di scambiare due parole con me…
Quella era una verità inconfutabile e una immensa sensazione di fastidio la pervase non appena ne ebbe preso atto. Persino Rebecca le aveva fatto notare quanto inconsistenti fossero le motivazioni che aveva portato a sostegno della sua campagna "contro" l'Harada e nonostante ciò l’aveva difesa, descrivendola come una buona amica o anche semplicemente come una brava persona.
Ho provato a capirti, a venirti incontro, a credere alle parole di Rebecca e di Lucas che in fondo sei una persona squisita e un’ottima amica ma visti i risultati non credo più che ne valga la pena. Non ti piaccio? È solo un problema tuo. A Lucas piaccio un sacco esattamente così come sono ed è questa l’unica cosa che conta per me…
Per la prima volta si trovava senza parole e quindi, non potendo ribattere nulla di intelligente, preferì tacere aspettando la stoccata finale. E quella si, che le fece male!
Che poi cosa diavolo un ragazzo dolce, sensibile e divertente come lui abbia trovato in te lo sanno solo i Kami…
Sgranò lievemente gli occhi e dischiuse le labbra in una O di sorpresa mentre un’espressione ferita le si dipingeva in volto, cosa che l'Harada probabilmente non notò visto che si era voltata subito. Si era posta quella stessa domanda almeno un miliardo di volte in passato ma solo in quel momento, quando era stato qualcun altro a pronunciarla ad alta voce, suonava come una sorta di accusa, nei suoi confronti. Agli occhi di Amy – e di chissà quanta altra gente – appariva davvero come una persona talmente pessima da compatire Lucas per l’essersi un tempo innamorata di lei?
Semplicemente non mostro le mie qualità a chiunque.
Si autogiustificò ma quelle parole risuonarono alle sue stesse orecchie come dei fastidiosi pat pat di consolazione su una spalla. In ogni caso non poteva permettere che la Cioccolataia se ne andasse così, senza neanche darle la possibilità di ribattere e ricambiarle il favore dicendole cosa pensava di lei. Senza pensare alle conseguenze del suo gesto, Tisifone si voltò di scatto e allungò la mano per bloccare la ragazza ma non appena le sue dite si avvolsero sul suo avambraccio una serie di flash non richiesti Concentrazione/19+ SS/37+1 Bonus Orecchino + 7/d20=64] le offuscarono la vista e venne sommersa da ondate di dolore talmente intense che istintivamente spalancò la bocca per incamerare aria e combattere la sensazione terribile di starvi annegando.
Aveva avuto delle visioni sul passato dell’Harada, così brevi che quando la ragazza si fosse voltata,anche solo per dirle di lasciarle il braccio, Tisifone si era già quasi del tutto ricomposta. Esternamente solo il pallore improvviso del viso e delle goccioline di sudore lungo le tempie denotavano che c’era qualcosa che non andava in lei. Internamente, invece, la Divinante si sentiva ancora dilaniata dal riverbero del dolore che la nippo irlandese aveva provato in passato mentre guardava ogni volta il proprio ragazzo andare via da lei.
Ha sofferto così tanto a causa degli uomini eppure… è così aperta, sorridente, fiduciosa…
Mentre quella considerazione si faceva strada in lei, Tisifone rimase immobile a guardare, nel caso la ragazza si fosse voltata, la Cioccolataia dritta negli occhi come se la vedesse per la prima volta e dal suo sguardo trapelava un rispetto che prima non vi era mai stato. Ci voleva un immenso coraggio e forza d’animo, secondo la propria esperienza, per non permettere a certi eventi di trascinarti sul fondo e ancorarti a esso. Lei, quella forza e quel coraggio, non li aveva avuti ed era rimasta avvolta nella sua fredda corazza, isolata dagli altri, per anni, spesso soffrendone senza neanche rendersene conto. Ed era per quello che non poteva che ammirare Amy per essere, nonostante tutto, una ragazza allegra e spensierata, capace di buttarsi a capo fitto in una relazione e metterci tutta se stessa per farla funzionare, fregandosene di quello che sarebbe potuto accadere.
Credo che ti sbagli… - avrebbe detto infine ritrovando finalmente la voce dopo diversi minuti di silenzio - … avremmo un sacco di cose da dirci…
Non che fosse disposta a confidarsi con lei o a confrontare le proprie disastrate esperienze passate con gli uomini, ma probabilmente quelle non erano le sole cose che avevano in comune.
Se l’invito è ancora valido lo prenderei volentieri quel tè insieme domani o in qualunque altro giorno tu voglia…