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Messaggioda Estelle » 25/11/2013, 15:49

[10 maggio 2107 - Gordon's Wine Bar, Notturn Alley, Londra - Ore 18.45]

Aveva rimandato gli impegni e chiuso l'Infermeria in anticipo per essere libera.
Non aveva proferito parola con nessuno. Aveva lasciato il suo loft e si era diretta a Londra, con passo spedito, senza lasciarsi attrarre troppo dalle bancarelle presenti nel centro di Hogsmeade, o dalla gente che la salutava per la strada. La giovane Corvonero ricambiava con un debole sorriso e un cenno della mano e proseguiva, senza guardarsi troppo attorno.
Aveva programmato quell'incontro qualche giorno prima. I giorni avanzavano, e ancora non aveva trovato alcune soluzione.
Alya era scomparsa.
Sua sorella, quell'angelo biondo che le aveva cambiato la vita, l'aveva resa felice; la persona a cui aveva promesso di cambiarle la vita, di insegnarle qualche incantesimo di Magia, visti i rapporti tesi con la madre. Agnès ancora non se ne faceva una ragione, e cercava in tutti i modi di allontanare Alya da quel mondo, e persino da Estelle stessa. I rapporti, quindi, col tempo si erano andati via via degradando, ed Estelle aveva quasi del tutto rotto i ponti con la madre. Era anche per questo che rimase scettica dal gufo che ricevette da parte della madre. Si stupì che ne sapesse usare uno, ed ancor di più che la stesse cercando.
Ma quando seppe che Alya era scomparsa, non poteva pensarci molto, e il più in fretta possibile arrivò a Dublino, per rendersi davvero conto che non ci fosse nulla di falso in tutto ciò, anche se in cuor suo sapeva che la madre non avrebbe mai potuto mentirle, e non su un fatto simile, soprattutto.
Fu anche per questo che la giovane Corvonero prese la decisione di rivolgersi ad una società investigativa. Teneva ad Alya in un modo fortissimo, e sarebbe stata disposta a tutto pur di ritrovarla. Non aveva problemi economici, inoltre, ma anche se li avesse avuti non se ne sarebbe fatta un problema. Alya era la priorità per lei.
Era proprio per questo che ora la bionda francese si ritrovava sola a Notturn Alley, in particolare in un Wine bar, sicuramente non un posto chiccoso, ma apprezzabile. Lo aveva scelto con cura prima di inviare l'ultima lettera alla società investigativa.
Un quarto d'ora in anticipo, Estelle fece capolino nel wine bar. Una cameriera dai lunghi capelli rossi, raccolti elegantemente in una coda di cavallo, la raggiunse, con espressione quasi annoiata, come se stesse eseguendo mille azioni in una sequenza che si ripeteva all'infinito.

Buonasera.
Posso esserle utile?


Un tavolo per due, per favore. Preferirei un privè, possibilmente.


Certo. Mi segua.

Come ad imitarla, Estelle prese a camminare proprio dietro la commessa, senza guardarsi attorno, mantenendo un profilo basso proprio per non attirare l'attenzione. Uno sguardo di sottecchi le bastò per notare che il locale era abbastanza pieno, per essere un'ora non troppo tarda del pomeriggio. La cameriera tendeva a guardarla, con veloci sguardi, magari pensando che fosse una prostituta in attesa del suo cliente.
Abbozzò un sorriso al solo pensiero, decidendo di non interferire nei suoi pensieri, lasciandola così nel dubbio.
Forse la stava sicuramente facendo più grande di quanto era, in fondo era semplicemente un incontro di "lavoro", se così poteva definirsi. Ad ogni modo, aveva bisogno di un posto abbastanza tranquillo ed isolato, in modo che nessuno potesse notarli e, soprattutto, disturbarli.
Seguì la cameriera per quasi tutto il locale, raggiungendo infine una stanza, non troppo piccola, separata da una tenda scura dal resto del locale. Al suo interno un paio di divanetti color caki, dei tavolini antistanti, oltre a qualche tavolo di media grandezza.

Qualcos'altro?

Un Watermelon Pepper, per ora.
Aspetto qualcuno; se chiedono di Moreau li faccia pure entrare.


La cameriera fece un cenno di assendo, l'espressione quasi sorpresa, ed allo stesso tempo sembrava quasi certa dei presentimenti precedentemente fatti su di lei, chiedendosi magari chi fosse questa Moreau di cui parlava, e se magari il nome le dicesse qualcosa.
Estelle rispose con un cenno del capo, sforzandosi di sorridere per quanto poteva, mentre entrava nella stanza, e la cameriera richiudeva dietro di sè la tenda scura, così da separarla dal resto del locale, ed in qualche modo anche dalla musica che lo riempiva.
Prese posto ad uno dei tavoli, appoggiandosi così al piano di legno, aspettando il suo interlocutore.

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Messaggioda Marshall » 25/11/2013, 20:17

10 maggio 2107 - Agenzia Investigativa Atwood/Rosenberg - Ore 16:30

A che ora hai l'appuntamento con la cliente?

Alle 19:00, ma preferisco prepararmi adesso, prima ho degli altri giri da fare in quella zona...

D'accordo.
Ah che cosa hai scoperto a proposito del caso "Lloyd Saturnia"?


Il Presidente sganciava mazzette al Vice Segretario di Stato per avere agevolazioni e qualche ragazza tutto pepe.
Sembra inoltre che il figlio del Direttore Generale della società lavorasse da ben quattro anni in una organizzazione malavitosa volta a fornire materiali di uso magico a basso costo proprio alla "Lloyd Saturnia", ricevendo in cambio il 24% del ricavato sulle vendite.


Quindi anche questa storia la potremmo considerare chiusa...
Il compenso della "Vivid Memories"?


Ci verrà trasferito sul conto non prima del fine settimana: 3800 Galeoni, una miseria per il lavoro che c'è stato dietro!

Non potevamo prevederlo, in teoria credevamo di cavarcela parecchio prima, ed invece...

Beh comunque, la signorina Moreau è arrivata giusto in tempo, se avevamo ancora attiva questa faccenda ci toccava rifiutare...
Un rapimento... Uff, da quant'è che non ce ne capitava uno?


Caso "Pepper Donovan", due anni fa, ricordi?

Ah già, giusto... Sequestro di un'intera famiglia, caspita, al confronto una sorellina pare una passeggiata di salute!

Non dimenticare mai che non conta quante persone sono state prese, ma chi è il rapitore e a che pro ha agito in tal modo.
E' una bella donna, almeno, la nostra cliente?


Te lo farò sapere domani, non ho avuto tempo per cercare info a suo proposito... Ecco, direi che sono pronto!
Che ne dici?


Immagine

Ma si, elegante abbastanza ma senza scadere nell'eccesso di formalità.
Vi vedrete...


... Al "Gordon's Wine Bar", Notturn Alley di Londra, posticino interessante e discreto!

Uhm, le cose sono due: o la cliente non vuole farsi riconoscere da nessuno oppure fa la finta preoccupata.
Non è posto per brave persone, magari è proprio lei l'organizzatrice del rapimento e vuole far ricadere la colpa su qualcuno...


E prendersi l'onere di pagare una parcella salata, ingaggiare un ente privato e architettare un piano così elaborato da sembrare completamente opposto alla sua persona?
Soltanto un pazzo o un genio del male si metterebbe a crearsi così tanti casini e credo che la nostra cliente sia solo una sorella preoccupata.


Tanto, come hai detto tu... Mi racconterai domani per filo e per segno!

Ovviamente collega!
Adesso scappo o non riuscirò ad essere lì in tempo con tutti i giri che devo fare... Ci vediamo, buona serata!
Cosa fai stasera, tra l'altro?


Cena fuori con Veronique, la sorella e la migliore amica... La maggiore vuole metter pace tra la minore e Celine.

Oooohhh, prevedo bei fulmini!

Anche io...
Eh va beh, ci sentiamo: per qualunque cosa non esitare a contattarmi!


All right!
See ya...


Gordon's Wine Bar, Notturn Alley, Londra - Ore 18.55

Fortunatamente, anche se aveva dovuto girare mezza Berlino e mezza Mosca per le altre faccende in sospeso, Marshall Rosenberg era riuscito a presentarsi in tempo all'appuntamento con Estelle Moreau, la donna che aveva richiesto assistenza alla loro agenzia investigativa al seguito del rapimento di Alya Moreau, la sorella minore non molto più giovane e adesso chissà dove legata o magari peggio.
Ovviamente non si potevano fare supposizioni pesanti senza controllare attentamente ogni dettaglio nei giorni seguenti, ma quando una persona scompariva per così tanto tempo e le autorità non riuscivano a rinvenire il corpo in tempi brevi, bisognava davvero iniziare a preoccuparsi.
Guardando con aria un po' distaccata l'insegna del locale, l'uomo si sistemò meglio la camicia e il bomber di pelle nero che indossava come copertura ulteriore alla fresca arietta inglese che, seppur ormai in Primavera sapeva entrare nelle ossa e infastidire non poco.
Con passo fermo e una breve occhiataccia in direzione di un paio di loschi individui che lo fissavano da dietro un vicolo buio, l'investigatore si addentrò nel Bar accorgendosi che quello non era una classica bettola da Notturn Alley, bensì un luogo abbastanza moderno che staccava dal solito marciume degli angoli remoti di quella zona oscura.
Una ragazza con i capelli raccolti gli chiese se attendeva qualcuno o era lì per qualcuno già arrivato ed infatti la risposta del Rosenberg fu affermativa e immediatamente venne condotto nell'area privata dove alcuni tavoli venivano elegantemente coperti al pubblico per mantenere intatte e intime le conversazioni e i comportamenti dei clienti.
Non appena si trovò di fronte la signorina Moreau, Marshall ringraziò fermamente la Trama di non avergli mandato una cliente nella media.
Ultimamente non incontrava molte donne di bell'aspetto tra le clienti e sicuramente Estelle dimostrava una mise ed un carisma decisamente cool.
Labbra carnose, sguardo intenso, capelli ad onda morbida, corpo prosperoso e dita affusolate: niente male, davvero niente male.

Estelle Moreau, giusto?
Marshall Rosenberg, per la Atwood/Rosenberg investigazioni, piacere di conoscerla!


Non ci furono complimenti velati o palesi, non con una donna che non stava chiedendo al detective di trovare informazioni sul fidanzato traditore o riguardo le molestie sessuali del suo datore di lavoro, bensì l'aiuto per ritrovare una persona cara, una persona importante, una sorella.
Una volta stretta la mano della francese, facendo dovuta attenzione a non imporre troppa energia in quel gesto di saluto, Marshall prese posto attendendo che fosse prima lei a sedersi, per poi mettersi comodo ma dritto con la schiena, godendosi il piacevole suono di musica jazz che irradiava tutta la stanza immersa nei profumi del cibo e dei cocktail ma sopratutto dei vini di ogni provenienza.
Quando tornò la cameriera a chiedere informazioni su cosa ordinare, l'investigatore evitò gli alcolici essendo in servizio, preferendo optare per un aperitivo analcolico non fruttato e qualche cosa per mettere a tacere lo stomaco senza necessariamente riempirlo fino all'orlo.
Quando poi anche la bionda chiese la sua preferenza lasciando andar via per diversi minuti la ragazza adibita al servizio, finalmente giunse il momento per trattare di lavoro ed in particolar modo dei dettagli legati alla vittima.

Prima di guardare le fotografie che ha portato è necessario che mi faccia il resoconto più dettagliato possibile.
Una volta fatto ciò, mi dovrà dire se ha per caso dei sospetti se c'è qualcuno che sarebbe interessato a far soffrire lei, sua sorella o un qualsiasi membro della vostra famiglia oppure se non esiste ipotesi che le sovviene all'attuale.
Non si preoccupi se prendo appunti, lei parli pure normalmente, la seguo senza problemi...


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Messaggioda Estelle » 06/12/2013, 16:10

[[10 maggio 2107 - Gordon's Wine Bar, Notturn Alley, Londra]


Seppur il luogo non fosse dei più appropriati, quel locale costituiva decisamente un barlume di luce in mezzo alle tenebre. Non era affatto male, era abbastanza moderno e, almeno i privè, erano graziosamente arredati. Forse l'unica pecca erano alcune delle tante persone che quella sera erano come lei in quel locale. Ma si sapeva che ogni locale aveva il suo lato oscuro.
Non dovette attendere molto. Il suo Watermelon Pepper arrivò qualche minuto dopo averlo richiesto, e la bionda Corvonero venne lasciata di nuovo sola nel suo privè, con i suoi pensieri.
Alya era scomparsa. Non rapita, ma scomparsa. Ed ora poteva essere ovunque, e con chiunque. Qualcuno che non conosceva magari, o qualcuno che voleva solo farle del male. Sperava con tutto il cuore che riuscisse a non privarla almeno della sua verginità. Non avrebbe mai saputo come poterla fare stare meglio in caso di violenza. Non sapeva nemmeno se sarebbe stata in grado di restare ad Hogsmeade senza fare nulla per lei, ed essere quindi così lontana da sua sorella, che aveva bisogno solo di sua sorella maggiore.
Sperava stesse bene in quel momento, magari da qualcuno di sua conoscenza. In fondo, poteva capirla: Agnès, la madre, non era di certo l'esempio dell'amore, ma amava Alya, tanto da vietarle di appartenere al mondo magico per non perderla.
Era straziante. Estelle avrebbe voluto dare la colpa a sua madre, prendersela con lei e magari sentirsi meglio, ma non poteva, non ci riusciva: sua madre non aveva tutti i torti, stava facendo solo ciò che avrebbe fatto ogni madre con certi pensieri.
Ad ogni modo, ciò non bastava. Alya non c'era più, e il pensiero che sua sorella non le scrivesse da otto giorni ormai le straziava il cuore.

Non rimase sola a lungo.
Per i dieci minuti successivi prese a fissare la tenda che la separava dal resto del locale. Intravedeva figure che ogni tanto si soffermavano a sbirciare, curiosi magari su chi fosse in quel privè e, soprattutto, su cosa si stesse facendo. Se non fosse stata troppo depressa, ne avrebbe riso. Non avrebbe mai pensato di poter avere il volto di una escort, ma era anche vero che da un bel po' di anni la generazione, ormai, era cambiata. Si bruciavano le tappe, troppo presto, e la vita perdeva il proprio valore.
Era anche per quello che Estelle era rimasta così legata ad Alya, per non far sì che si rovinasse, che diventasse come le altre, ma che si conservasse pura, sempre con quello sguardo angelico sul volto, ed allegro. Ma era anche vero che non poteva starle dietro come una madre, perchè non era quello il suo ruolo.

Per l'ennesima volta la tenda si mosse. Estelle alzò lo sguardo.
Prima una figura si muoveva all'esterno, poi, d'un tratto, come in precedenza scomparve. Ma la tenda si aprì comunque ed Estelle trattenne il respiro, alzandosi di scatto, sorpresa che finalmente qualcuno avesse avuto il coraggio di entrare senza imbarazzo.

Estelle Moreau, giusto?
Marshall Rosenberg, per la Atwood/Rosenberg investigazioni, piacere di conoscerla!


Tirò un sospiro di sollievo, improvvisamente consapevole che quell'uomo affascinante che ora le era di fronte non era nessuno che avrebbe potuto farle del male. Era anche per questo che aveva scelto un privè, oltre che per la privacy.
Non si era presentato affatto come Estelle si era immaginata molte volte nei giorni precedenti. Anzi, sembrava una persona normalissima. Forse era anche per questo che faceva parte di una società di investigazioni. Eppure Estelle non poteva ancora credere che quell'uomo potesse essere l'uomo che stava aspettando.

Piacere mio. - Accettò con piacere la mano che, gentilmente, Marshall le stava porgendo. La strinse, ricambiando così il suo gesto ed i due presero posto al tavolino, pronti a parlare. - Le chiedo scusa per la scelta del locale, ma non sono molto esperta di queste parti e le mie conoscenze sono molto limitate. Ad ogni modo, ha trovato difficoltà a trovare il locale?


Chiese, per gentilezza ma anche per essere consapevole di non aver esagerato troppo con la scelta del luogo, non avendo pensato ad altri posti a cui potersi incontrare.
Poggiandosi su una mano, alzò gli occhi azzurri sul viso del suo interlocutore. Il suo sguardo balzò sulla sua maglietta, ed anche sul colletto della camicia, perfettamente ripiegato. Le sembrava che Marshall riuscisse ad essere elegante anche essendo vestito in maniera casual.

Prima di guardare le fotografie che ha portato è necessario che mi faccia il resoconto più dettagliato possibile.
Una volta fatto ciò, mi dovrà dire se ha per caso dei sospetti se c'è qualcuno che sarebbe interessato a far soffrire lei, sua sorella o un qualsiasi membro della vostra famiglia oppure se non esiste ipotesi che le sovviene all'attuale.
Non si preoccupi se prendo appunti, lei parli pure normalmente, la seguo senza problemi...


Sembrava un copione ripetuto più volte di quanto poteva credere. Si sentì del tutto impreparata. Non aveva mai avuto l'occasione nè di contattare una agenzia investigativa, nè di dover essere tanto disperata da doverne ricorrere. Ora che purtroppo ne era all'interno, avrebbe voluto che non fosse mai successo nulla.

Sospetti su qualcuno che sarebbe interessato a far soffrire me..


Anche se in cuor suo sapeva che nessuno avrebbe potuto odiarla così tanto da farle questa, visto che non erano neanche tante le persone che conosceva sia ad Hogsmeade che al castello, ci pensò comunque. Ed all'inizio le sembrò tutto vuoto e non riuscì a trovare una risposta. Poi, come una lampadina che si accendeva, un pensiero cominciò a balenarle per la mente. Da quando era tornata poteva dire che c'era una sola persona che poteva non apprezzarla.
Tisifone.
Estelle era tornata al castello quando la docente di Divinazione si era lasciata con Lucas Turner - ora diventato il suo compagno. Tisifone, in qualche modo, sembrava incolparla della fine della loro storia.
Ma poteva essere capace di farle del male fino a quel punto? Ne dubitava.

No, non penso ci sia nessuno così arrabbiato da rapire una ragazzina solo per farmi del male. - Rispose lei, quasi con rabbia, spostandosi una ciocca di capelli biondi che le ricadeva davanti al volto. Riprese. - La famiglia consideriamolo un capitolo chiuso già in partenza. Non conosco quasi nessuno, quindi non saprei dirle. Alya, comunque, a Dublino viveva una vita normalissima. Aveva degli amici di cui mi parlava spesso; spesso andava a trovarli quando mia madre glielo permetteva, ma è sempre stata una ragazza obbediente, mai ribelle, neanche con mia madre, quando le impediva di venirmi a trovare.. o di frequentare Hogwarts. - Aggiunse, con amarezza, ripensando alle mille volte che era andata a Dublino per vedere la sorella solo perchè Agnès non le faceva incontrare. - Ho pensato a mille ragioni per cui Alya avrebbe potuto allontanarsi volontariamente.. ma non ne ho mai trovate.


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Messaggioda Marshall » 25/12/2013, 0:02

Piacere mio.
Le chiedo scusa per la scelta del locale, ma non sono molto esperta di queste parti e le mie conoscenze sono molto limitate.
Ad ogni modo, ha trovato difficoltà a individuare il posto?


Ben poche, i miei informatori raggiungono anche luoghi impensabili, miss Moreau.
Non si deve scusare, più il luogo è appartato, meglio sarà per la nostra conversazione...


Cercò di memorizzare attentamente ogni dettaglio del viso ed anche del corpo della ragazza, questo per semplice prassi di indagine.
Non era strano infatti annoverare nei pensieri ogni caratteristica di una indagine, a partire proprio da chi la stava richiedendo.
Questo non significava certo che Estelle dovesse essere subito presa come indiziata, ma visualizzare e archiviare comportamenti, determinati movimenti delle labbra o degli occhi, tic nervosi o particolari dello sguardo, erano alla base per poter poi eseguire collegamenti con altre "false" persone, in fondo la polisucco a cosa altro poteva servire sennò?
Il suo istinto gli diceva che c'era da fidarsi della bella bionda, ma l'esperienza, di tutt'altro avviso, gli ricordò che in un lavoro come il suo le impressioni funzionavano al 70%, il resto era sempre un'incognita.

Sospetti su qualcuno che sarebbe interessato a far soffrire me...

Si.
Calcolando l'identità della vittima, si potrebbe parlare di persone molto subdole e con ben pochi scrupoli.
Le viene in mente nessuno?


No, non penso ci sia nessuno così arrabbiato da rapire una ragazzina solo per farmi del male.
La famiglia consideriamolo un capitolo chiuso già in partenza.
Non conosco quasi nessuno, quindi non saprei dirle.
Alya, comunque, a Dublino viveva una vita normalissima.


Decise di non commentare niente, almeno per il momento, prendendo appunti silenzioso e riflettendo con attenzione su ogni parola esposta dalla donna, la quale, almeno ad una prima occhiata appariva molto nervosa, infastidita, sofferente e preoccupata.
Non c'era traccia di interpretazione, nessun teatrino, questo lo poteva affermare quasi con certezza, ma quel "quasi" era sempre da mettere in conto. La chioma bionda della francese ondeggiava ad ogni frase e gli occhi azzurri scintillanti era come se chiedessero aiuto.
Non gli era successo molte volte di ricevere richieste simili di assistente, da privati per di più con lavori normali, non ultra pagati.
Secondo le ricerche effettuate su di lei, Estelle faceva l'infermiera ad Hogwarts e prima era stata una docente di Babbanologia. Nessuna eredità particolare, nessun compagno influente o marito ricco, un appartamento acquistato da poco ad Hogsmeade, nulla che facesse ipotizzare ad un quantitativo di liquidi abbastanza cospicuo da prendere con leggerezza una chiamata simile ad un'agenzia privata.
Non si fidava delle autorità pubbliche, non c'era nemmeno bisogno di chiederglielo e visti i recenti pochi sviluppi di molti casi appartenenti al settore investigativo del Ministero, Marshall non se la sentì proprio di darle torto.

Aveva degli amici di cui mi parlava spesso; spesso andava a trovarli quando mia madre glielo permetteva, ma è sempre stata una ragazza obbediente, mai ribelle, neanche con mia madre, quando le impediva di venirmi a trovare... O di frequentare Hogwarts.
Ho pensato a mille ragioni per cui Alya avrebbe potuto allontanarsi volontariamente... Ma non ne ho mai trovate.


A quanto ho capito, sua sorella è più giovane di lei ed ancora nella fase adolescenziale, giusto?
Non si può mai sapere come cambierà il carattere di una persona nel tempo: potrebbe aver fatto conoscenze sbagliate o letto qualche articolo e qualche libro che parlasse di fughe improvvise per motivazioni di ogni genere, ma non è questo al momento che ci interessa.
Saprebbe dirmi invece almeno tre o quattro luoghi frequentati abitualmente da sua sorella e tre o quattro amici o persone di fiducia?
Comincerò ad indagare da lì e a parlare con loro, forse siamo ancora in tempo per rendere questo caso più semplice di quanto non sembri.


La voce dell'uomo era ferma, calma, tranquilla, la tipica voce di chi sapeva perfettamente come rassicurare il prossimo.
Evidentemente per lavoro aveva dovuto sviluppare una simile capacità, nonostante questo non era facile distinguere se stesse dicendo quelle parole di conforto tanto per, oppure se fosse sul serio convinto di ogni parola.
La mano destra con la penna era pronto a segnarsi tutti quanti i luoghi e le persone che la signorina Moreau avrebbe pronunciato, così Marshall nel mentre era libero di ragionare con attenzione sulla faccenda attuale, sul modo di comportarsi di Alya descritto dalla sorella maggiore e su altri metodi per trovare la ragazzina scomparsa.
Ascoltando la bionda, non poté comunque evitare di commentare dentro di sé quanto gli piacesse l'accento francese, anche quando una persona parlava correttamente la lingua del Regno Unito.
Rimaneva sempre molto colpito quando in ufficio passava la fidanzata del socio, Veronique. Parlarci era un vero piacere e qualche volta le chiedeva anche di esprimere parti della conversazione nella sua lingua madre per bearsi di quel parlato fluido, morbido e quasi poetico.
Stessa cosa adesso stava accadendo con Estelle, ma era chiaro che mai si sarebbe sognato di chiederle di dire qualcosa in francese durante un dialogo così delicato e sopratutto di lavoro.

Le chiedo scusa ma è necessario affrontare un istante la questione economica.
E' sicura di potersi permettere i nostri servizi?
La parcella sarà piuttosto alta in base ai tempi di investigazione e come ben sa, siamo la prima agenzia al mondo.
Fosse per me, in base alla sua bellezza mi accontenterei di farla pagare in sorrisi ma temo che il mio socio non sarebbe così contento!


Si permise una piccola battuta per stemperare la tensione del rapimento e di quell'incontro così improvviso.
Bevve un sorso del suo drink, respirando a fondo l'aria profumata del locale, guardandosi un secondo attorno per esser certo che non ci fossero ascoltatori nei paraggi. No, almeno a giudicare dai rumori che percepiva intorno a sé e dalle ombre create dalle luci magiche, nessun impiccione.
Meglio così.

Ad ogni modo, una volta stipulato il contratto con me, avrà il pieno diritto di potermi incontrare e contattare in qualunque momento, a prescindere dall'orario d'ufficio o dai miei impegni personali.
Questo significa che se ci fossero novità da lei riscontrate o indizi che le vengono forniti in circostanze misteriose come anche lettere minatorie e richieste di riscatto, lei ha tutto il diritto di farmi arrivare dalla sua persona anche nel cuore della notte.
Ci sono altre domande che le premono, miss Moreau?
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Messaggioda Estelle » 10/01/2014, 18:28

Si era presa il pomeriggio libero, fortunatamente, perchè l'attesa, a quanto pare, si stava prolungando. Una vocina nella sua testa le ricordò che era stata lei ad arrivare in anticipo. Stupida coscienza. Fece una smorfia di disappunto, rigirando nervosa la cannuccia nel bicchiere pieno del suo Watermelon pepper. Ottimo. Era l'unico modo per distrarsi. I movimenti continui della tenda che la separava dal resto del locale le metteva molta ansia, e per di più gli sguardi indiscreti dei curiosi la rendevano nervosa. Che idiozia.
Dovette lottare con la voglia di alzarsi e andare da loro, e sbattergli in faccia che, magari con loro grande dispiacere, non era affatto una prostituta, ma era lì solo per un incontro "di lavoro", se così poteva definirsi.
Sbuffò, quindi, quando per l'ennesima volta la tenda si mosse, ma questa volta con sua grande sorpresa un uomo finalmente fece capolino nella stanza, e la Corvonero si mise quasi automaticamente in piedi. L'uomo si presentò, e dovette ricredersi sui suoi dubbi iniziali: quell'affascinante uomo che ora le era di fronte era colui che stava aspettando. Finalmente.
Fatte le presentazioni, la giovane Corvonero si scusò per la scelta del luogo, imbarazzata dalla gente che era al proprio interno, ma comunque sorpresa che al di là di ciò quel locale fosse finemente arredato, e l'unico che conoscesse.

Ben poche, i miei informatori raggiungono anche luoghi impensabili, miss Moreau.
Non si deve scusare, più il luogo è appartato, meglio sarà per la nostra conversazione...


Non rispose, ma si limitò ad annuire, prendendo quindi posto al tavolino, sul comodo divanetto rosso, prendendo di nuovo la posizione precedente. Si allungò verso il tavolo, appoggiando il mento su un palmo, mentre con l'altra mano continuava a giocare con la cannuccia. La conversazione iniziò, e per prima cosa l'investigatore le chiese se avesse dei sospetti su qualcuno, qualcuno che magari avrebbe potuto rapire e portare via con sè sua sorella solo per farle del male. Estelle ci pensò, e fu totalmente sincera con il suo interlocutore. Non le sembrava ci fosse nessuno capace di farle del male in quel modo, anche perchè Estelle era sempre stata molto cauta nel raccontare i particolari più intimi della sua vita. Si sorprese anche nel pensare che potesse essere la professoressa di Divinazione la causa di tutto ciò, magari indispettita dalla sua relazione con il suo ex compagno, ma eliminò subito il dubbio, sicura che la donna non potesse essere capace di tanto. Pensò, più che altro, che se avesse avuto davvero voglia di affrontarla avrebbe potuto farlo con una bacchetta magica, o con qualche altro tipo di magia.
Rispose alle domande, come facendo un intervista, cercando di essere il più accurata possibile, e di raccontare ogni cosa nei minimi dettagli, in modo che Marshall fosse più preparato possibile e ciò potesse aiutarlo a trovare sua sorella.

A quanto ho capito, sua sorella è più giovane di lei ed ancora nella fase adolescenziale, giusto?

Ha 14 anni.. sta crescendo.. ma è ancora una ragazzina..


Non si può mai sapere come cambierà il carattere di una persona nel tempo: potrebbe aver fatto conoscenze sbagliate o letto qualche articolo e qualche libro che parlasse di fughe improvvise per motivazioni di ogni genere, ma non è questo al momento che ci interessa.

Allargò gli occhi, sorpresa dalle parole dell'investigatore. Poteva essere un'ipotesi valida, ma non era quello il profilo di Alya: sua sorella non viveva nel mondo delle favole, e neanche nel mondo della magia. Non aveva mai avuto a che fare con esperienze simili, e non avrebbe mai potuto pensare che sua sorella potesse lasciarsi trasportare da un libro, o magari dalle fantasie di un amico. Quindi cercò di non pensare anche a quell'opzione, per un attimo dubbiosa delle capacità di sua sorella.

Saprebbe dirmi invece almeno tre o quattro luoghi frequentati abitualmente da sua sorella e tre o quattro amici o persone di fiducia?
Comincerò ad indagare da lì e a parlare con loro, forse siamo ancora in tempo per rendere questo caso più semplice di quanto non sembri.


Da ciò che mi raccontava, e da ciò che mi ha detto anche mia madre, i luoghi che frequentava di più erano scuola, casa, il St Stephen's Green garden e spesso andava a trovare alcune amiche, se non ricordo male.. Hannah Doherty e.. Sabrina Terry.


Osservava il movimento fluido della mano dell'investigatore, che prendeva appunti con attenzione, annotava ogni singola parola che le fuoriusciva dalle labbra. Cercò di osservare la calligrafia, sinuosa e rotonda; si sorprese di quanto potesse essere quasi perfetta per essere quella di un uomo. Abbozzò un sorriso, bevendo un altro sorso del suo drink.

Le chiedo scusa ma è necessario affrontare un istante la questione economica.
E' sicura di potersi permettere i nostri servizi?
La parcella sarà piuttosto alta in base ai tempi di investigazione e come ben sa, siamo la prima agenzia al mondo.
Fosse per me, in base alla sua bellezza mi accontenterei di farla pagare in sorrisi ma temo che il mio socio non sarebbe così contento!


Allungò le labbra verso l'alto, sorridendo con sincero divertimento, per quanto le era possibile in un momento simile. Oltre a sembrare un perfetto investigatore privato, sapeva essere anche un gentiluomo.

Quando ho saputo che Alya era scomparsa, mi sono ripromessa che avrei fatto qualsiasi cosa per lei. Ho dei risparmi da parte, e mio padre si è offerto di aiutarmi. Quindi non deve preoccuparsi.


Abbozzò un altro sorriso, abbassando poi lo sguardo, e per un attimo si fece cupa. Stavano unendo un po' tutti le forze per aiutarla, e per aiutare sua sorella. L'avrebbero ritrovata, fosse stata l'ultima cosa che avrebbe fatto in vita.

Ad ogni modo, una volta stipulato il contratto con me, avrà il pieno diritto di potermi incontrare e contattare in qualunque momento, a prescindere dall'orario d'ufficio o dai miei impegni personali.
Questo significa che se ci fossero novità da lei riscontrate o indizi che le vengono forniti in circostanze misteriose come anche lettere minatorie e richieste di riscatto, lei ha tutto il diritto di farmi arrivare dalla sua persona anche nel cuore della notte.
Ci sono altre domande che le premono, miss Moreau?


No, è tutto chiaro. La ringrazio, Monsieur Rosenberg.


Pronunciò lei, in un francese perfetto, terminando il suo drink.

Posso aiutarla in qualche altro modo?


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Messaggioda Marshall » 14/01/2014, 16:44

Ha 14 anni.. sta crescendo.. ma è ancora una ragazzina..

Quattordici anni.
Un'età difficile per ogni ragazzo o ragazza.
Età attraversata dai primi batticuore, ad esempio.
Non appena Estelle espresse il suo parere riguardo il fatto che Alya Moreau fosse ancora una bambina ai suoi occhi, le rotelle del cervello di Marshall cominciarono immediatamente a girare ad un ritmo più svelto, elaborando già qualche nuova possibile ipotesi.
Parlarne con la donna, adesso, sarebbe stato completamente inutile.
Ella non stava a contatto con la sorella minore nel tempo libero o la sera dopo il lavoro, ergo potevano esserci delle informazioni delle quali non era a conoscenza, come ad esempio un amore, tanto per dirne una, amore corrisposto per gioco forse, con l'intento di prendere in giro Alya e magari... Anche farle del male.
Se fosse stato un ragazzo molto più grande con intenti economici avrebbe già chiamato la famiglia, ma visto che erano già passati diversi giorni, l'investigatore si sentì di escludere quella pista, ipotizzando di più un giovane stupido e tendenzialmente sadico o disturbato.
La faccenda però andava ad impelagarsi in un terreno molto complesso e fastidioso, ovvero quello della malattia mentale.
Non avrebbe potuto escludere lo stupro, come anche l'omicidio, ma come sempre quando le sue rotelle prendevano ad andare fuori giri era necessario che ci fosse il suo collega a farle rallentare con un poco del suo proverbiale ottimismo.

Da ciò che mi raccontava, e da ciò che mi ha detto anche mia madre, i luoghi che frequentava di più erano scuola, casa, il St Stephen's Green garden e spesso andava a trovare alcune amiche, se non ricordo male.. Hannah Doherty e.. Sabrina Terry.

Frequentazioni maschili? Nessuna?
Qualche amico, anche di vecchia data, cugini di terzo o quarto grado... Non importa l'età.


Forse da quell'ultima frase tenuta in sospeso Estelle avrebbe potuto intuire dov'era che andava a parare Marshall, ma quando si analizzavano casistiche simili, sopratutto all'inizio, escludere a priori le eventualità peggiori rischiava di essere fatale per la riuscita e la risoluzione del caso.
Prendeva appunti svelto, segnandosi i nomi delle persone e dei luoghi, senza perdere nemmeno un dettaglio, guardando di tanto in tanto negli occhi la sua interlocutrice che, finalmente, si decise a regalargli un piccolo sorriso per quel velato e sincero complimento ricevuto gratuitamente.
Rosenberg rispose al sorriso con uno più flebile, professionale: non era lì per rimorchiare ma per lavorare, due cose che per troppo tempo aveva fatto insieme e se anche in passato avesse cercato di portare a letto la propria cliente con qualche giusta mossa di charme, prima di tutto al tempo si trattava di casi più leggeri e meno gravi ed inoltre ad ora doveva ancora capire bene in che rapporti si trovava con la sua segretaria.

No, è tutto chiaro. La ringrazio, Monsieur Rosenberg.

L'accento francese, uno dei suoi preferiti per altro.
Poche volte quando aveva incontrato la fidanzata del collega Vastnor si era trovato a pregarla di fare un po' di conversazione in francese, giusto per il piacere di ascoltarla, specie quando in base alla provenienza geografica il tono, l'inclinazione e l'apertura di alcune lettere cambiava.
La signorina Moreau terminò il suo drink, cosa che fece anche lui per altro, appuntando qualche altro pensiero che tenne strettamente per sé.
Allarmare una persona senza motivo certificato era contro la sua etica professionale e morale, sua e della società per la precisione.
Quando passò nuovamente la cameriera a chiedere se volevano qualcos'altro, Marshall evitò di ordinare ulteriori aperitivi analcolici: lo irritava il non potersi prendere un bell'amaro o un liquore più sofisticato, a quel punto meglio nulla, decisamente.

Posso aiutarla in qualche altro modo?

Beh, non rimane che osservare qualche fotografia della ragazza che terrò con me, per il resto no, penso che per questo incontro sia tutto...
Mi riservo di farle avere mie notizie tramite messaggio privato a distanza di una settimana partendo da domani.
Nessun anticipo, ovviamente, ci mancherebbe altro.


Attese semplicemente che Estelle gli mostrasse e consegnasse le foto, per poi alzarsi in piedi e tendere la mano alla donna.
Non la strinse, bensì eseguì un baciamano velato ed elegante, completamente nel suo stile da galantuomo anche un po' playboy dei vecchi tempi.
Già a partire dalla mattina seguente avrebbe iniziato le ricerche, spaziando tra i luoghi scritti ed interrogando le persone citate.
Non amava quando venivano messi in mezzo dei ragazzi così giovani: loro non avevano alcun motivo per essere molestati o per rendere le loro vite un inferno. Dovevano crescere, imparare a destreggiarsi nella vita e scoprire tutto ciò che di più bella poteva riservare loro il destino.
Forse da una parte c'era anche il fisso pensiero del fratello minore mai conosciuto e trovato ormai troppo tardi nemmeno due anni fa, ma di base quella era una filosofia sempre posseduta, al massimo rafforzata da quegli eventi personali e mai e poi mai dimenticati.

La prego di non dannarsi troppo, almeno fino a quando non ci saranno davvero brutte notizie, miss Moreau.
Non esiti a contattarmi, glielo ricordo, per qualsiasi cosa, d'accordo?
Farò anche l'impossibile per ritrovare sua sorella, glielo prometto...
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Messaggioda Estelle » 18/01/2014, 15:41

La conversazione proseguiva. Estelle era ancora in ansia. Non riusciva a rimuovere l'idea che in quel momento, mentre lei era in quel locale a conversare con un uomo, a bere il suo drink, senza che nessuno potesse interferire in tutto ciò, sua sorella potesse essere in pericolo.
Povera Alya, così piccola e fragile, se le stavano davvero facendo del male le stavano rovinando l'adolescenza. Sicuramente, non sarebbe stato facile rimuovere dalla sua mente quei ricordi.
Si ripromise, in seguito a quei pensieri, che se Alya fosse tornata sana e salva a casa, l'avrebbe tenuta con sè, nel suo loft, e non le avrebbe mai più permesso di tornare con sua madre, a meno che non lo avesse voluto lei. Era inevitabile per la giovane Corvonero dare una parte della colpa per la madre. Agnès non era mai stata presente nella sua vita, ma si era impegnata per essere un'ottima madre almeno per Alya, e di questo, a suo modo, ne era felice. Ma fino a che punto poteva spingersi credendo di fare la cosa giusta?
Alya doveva ancora conoscere il mondo magico, e sua madre non le aveva mai dato modo di decidere. Non era più una bambina, ma nemmeno tanto grande per decidere da sola, però sapeva pensare, ed era abbastanza intelligente, sicuramente con poco probabilità sarebbe potuta entrare in situazioni pericolose. Ciò le fece pensare che mai Alya si sarebbe potuta allontanare volontariamente, visto che non conosceva alcun paese all'infuori di Dublino, Lille e Hogsmeade.

Frequentazioni maschili? Nessuna?
Qualche amico, anche di vecchia data, cugini di terzo o quarto grado... Non importa l'età.


Inarcò un sopracciglio, sorpresa dalla domanda. O forse, sorpresa dal fatto che lei non avesse pensato affatto a ciò che ora Marshall Rosenberg stava ipotizzando. Le vennero in mente spezzono della sua vita: tornando indietro, ora anche lei aveva 14 anni e frequentava Hogwarts; era in piedi, appoggiata ad una colonna, e guardava con sguardo adorante un ragazzo dell'ultimo anno. In quel momento, troppo presa, avrebbe fatto qualsiasi cosa pur di farsi notare da lui.
Vide Alya al suo posto, ma questa volta in un ambiente diverso. La scuola, o Dublino, in generale. Alya non gliene aveva parlato mai con sincerità, anzi, non aveva mai accennato ad un ragazzo che le piacesse, ed Estelle non aveva mai dubitato il contrario vista la fiducia che riponeva in lei, e visto il fatto che Alya le raccontava praticamente tutto. Forse si era sbagliata.
Non voleva pensarci. Non voleva pensare alla fiducia riposta in lei, o al fatto che Alya le avesse volontariamente mentito per poi fare un gesto stupido.

Qualche compagno di classe, ma non ricordo i loro nomi. Spesso usciva anche con loro. Ma non aveva contatti con parenti, se non con i fratelli di mio padre, le loro mogli e i loro figli. Ma sono tutti a Lille e li vedeva poco.

Rispose, sincera, ripensando all'ultima volta che si erano visti, tutti assieme lo scorso Natale. Alya era riuscita ad essere presente con Agnès, che a quanto pare stava frequentando un uomo. Estelle aveva sempre cercato di non pensare a quel particolare. Ma avrebbe dovuto dirlo a Marshall? Non era importante, visto che non aveva ancora avuto modo di conoscere Alya.

Beh, non rimane che osservare qualche fotografia della ragazza che terrò con me, per il resto no, penso che per questo incontro sia tutto...
Mi riservo di farle avere mie notizie tramite messaggio privato a distanza di una settimana partendo da domani.
Nessun anticipo, ovviamente, ci mancherebbe altro.


Bene, tutto chiaro. - Rispose lei, frugando nella sua borsetta in cerca del suo portafogli, da cui estrasse una fotografia, che portava sempre con sè. - Ecco la foto.. è lei

Immagine

Osservò la foto sul tavolo, il volto sorridente di sua sorella in quella foto che le aveva scattato qualche settimana prima, i suoi morbidi ricci biondi. Erano così simili, ed Alya era bellissima. Lo era ora, in un modo sorprendente, e crescendo lo sarebbe stata ancora di più.
Si costrinse a distogliere la sguardo, le faceva male osservarla sorridente sapendo che in quel momento era scomparsa, e forse sofferente.

La prego di non dannarsi troppo, almeno fino a quando non ci saranno davvero brutte notizie, miss Moreau.
Non esiti a contattarmi, glielo ricordo, per qualsiasi cosa, d'accordo?
Farò anche l'impossibile per ritrovare sua sorella, glielo prometto...


Le sono molto grata, Monsieur Rosenberg. - si limitò a dire lei, mettendosi in piedi, una volta riposto il portafogli nella borsetta. - La ringrazio davvero per l'incontro, e per il vostro lavoro. Sono sicura che saprete darmi una risposta al più presto. - Sorrise, seguendo l'uomo verso l'uscita del privè e di conseguenza verso l'entrata del locale.
Confido in lei. Arrivederci.

E detto questo, i due si separarono, uno con un compito da svolgere, l'altra con un grosso peso nel cuore, ma con la speranza, e la certezza, che l'uomo l'avrebbe sicuramente aiutata.
La vita non faceva altro che stupirla. Ogni giorno.

[Fine role]

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