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Messaggioda Saana Leyla » 06/04/2013, 16:54

[Vicolo - Mercoledì - ore 20.13]


Immagine


Tic tac. Tic tac.
L'orologio della vita, o meglio, di madama Morte risuonava inesorabile nella testa della figura che con passo felino si incamminava nei vicoli di Notturn Alley. Notturn Alley. Un nome troppo pomposo per quelle quattro stradine del c***o, secondo l'essere umano. Lei che era cresciuta nei veri sobborghi, in mezzo alla feccia, lei sapeva cosa voleva dire vivere nella notte, vivere nel terrore. Passi leggeri, vestiti pesanti, contraddizioni su contraddizioni. L'oscuro potere della sera che scendeva gradassa su di lei stava iniziando a farsi sentire, lasciandole un gusto amaro in bocca e un brivido di piacere sulla pelle candida. Un incontro, quello che si accingeva a fare, che rischiava di mettere il suo mondo sottosopra, come attraverso uno specchio dove ogni cosa è l'opposto di ciò che appare.

Una boccata dopo l'altra, la sigaretta si spense fra le dita sottili di Saana, che buttò il restante tabacco sul ciglio della strada prima di fermarsi sul bordo del vicolo dove l'appuntamento era stato stabilito. Donna, una donna. Stava attendendo prorpio una donna, e non aveva la minima idea di che effetto le avrebbe fatto sottostare ai comandi di una sua simile. Lei che delle regole se ne era sempre altamente fottuta. Forse avrebbe fatto meglio a starsene in guardia quella che l'avrebbe presa sotto i suoi comandi, visto che lei un giorno sorrideva e l'altro ammazzava. Non per niente era diventata Mangiamorte. Ma ecco che una figura si avvicinava...un bel portamento per quella che Saana avrebbe fatto diventare una malata mentale.

Saana la osservava da sotto il cappuccio blu, gli occhi color ghiaccio che saettavano da una parte all'altra del vicolo per accertarsi che fosse sola e che non fosse una trappola. Meglio essere previdenti che ricevere una botta nella schiena dopo. Si avvicnò con passo sicuro e guardò la donna dritta negli occhi. Non poteva permettersi di mostrarsi debole, non in quel momento. Si assicurò che non ci fosse nessuno e si calò il cappuccio, leccandosi le labbra prima di iniziare a parlare.
Immagine


Immagino che tu sia quella che dovevo incontrare...mi sbaglio?

Pronunciò a voce bassa senza la minima emozione. Aveva la capacità di mostrarsi stronza anche quando avrebbe dovuto essere docile e sottomessa. Ma non era il caso, non era lei. Lei era Saana Leyla Ayed, strega del peggior rango, omicida e vogliosa di uccidere ancora.

Ayed, incantata...ti piacerebbe

Pensò mentre pronunciava quelle poche parole.
Non poteva, e non voleva, darle a vedere cosa realmente pensava dei capi.
Li odiava.

Verrà la Morte, e i tuoi occhi avrà
e la bellezza tua, vanità di vanità...
Verrà la Morte e porterà con sé
tutto il tuo impero, tutto, insieme a te...


Quelle parole risuonavano nella sua mente. Parole di Morte, parole di un assassino che tanto tempo prima le aveva insegnato a odiare.

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Messaggioda Julie » 06/04/2013, 18:10

Passi svelti, ma all'apparenza tranquilli, come se il tempo non avesse importanza e lei non avesse nulla da fare, nessun impegno né appuntamento, quando era l'esatto contrario: ma poteva anche far attendere la donna che doveva incontrare in fondo, no?
Era lei, in quel caso, ad essere un gradino sopra l'altra, e per quanto Julie per prima odiasse le gerarchie, sapeva che andare contro la Setta poteva essere molto pericoloso: e la Setta era molto precisa, sulle gerarchie, si basava su di esse e tutti, tutti dovevano rispettarle. A meno di non finire male, naturalmente.
Poco dopo, una donna entrò nel suo campo visivo, calandosi il cappuccio e palesandosi di fronte a lei: capelli rossi, pelle diafana, occhi azzurri... sembrava una bambola.
E quel genere di persone, Julie e odiava con tutta se stessa.

Immagino che tu sia quella che dovevo incontrare...mi sbaglio?

Affatto.
Julie Sanders, è un piacere conoscerti.
E tu sei?


Ayed, incantata...


Poteva quasi giurare che fosse tutta una farsa, quella di Saana Leyla, ma non aveva importanza: che la odiasse, se le andava, fino a che seguiva gli ordini della Setta ed agiva per i loro scopi, il resto era solo un dettaglio irrilevante.
La studiò ancora, da capo a piedi, lentamente, prima di fermarsi sui suoi occhi e sorridere lentamente, con un cenno di assenso del capo: dall'ombra, intanto, sbucò il collega incappucciato di poco prima, che sussurrò qualcosa all'orecchio della Sanders prima di allontanarsi da loro, e sparire; oh, erano bravissimi, i Mangiamorte, nelle uscite ad effetto.

Allora, Ayed... direi che è venuto il momento di conoscerci meglio.
Da adesso in poi, siamo nella stessa squadra... anche se sono superiore a te.


E il sorriso si ampliò sulle sue labbra, da perfetta stronza qual era.
Ma per aumentare di grado, in quell'ambiente, si doveva faticare e non poco, ed era fiera che la Setta avesse riconosciuto il suo valore, dopo aver ucciso Pryce. Ed era stato un vero piacere farlo.

Vieni, facciamo due passi.


La invitò la Mangiamorte, abbassandosi il cappuccio così da rivelare il suo volto all'altra, prendendo a passeggiare per le stradine di Notturn Alley con portamento elegante, di classe, che poco si addiceva a quel luogo: d'altronde, una Mangiamorte doveva sapersi adattare a tutto, anche a situazioni come quella.

Non so cosa ti abbiano detto... ma noi agiamo per loro conto.
Uccidiamo chi loro ci dicono di uccidere, torturiamo chi loro ci dicono di torturare, e risparmiamo chi loro ci dicono di risparmiare.
E in cambio, diventiamo immortali.


Iniziò a dire, occhieggiando coloro che passavano accanto alle due donne con scarso interesse, all'apparenza, ma con occhio ben vigile, in realtà: la Setta aveva parecchi nemici, e quelli come lei o la Ayed erano le prime vittime di chi voleva farla sparire.
Non si poteva mai abbassare la guardia.

Abbiamo anche del tempo libero, ogni tanto, in cui possiamo fare quello che più ci aggrada.
Pedinamenti, regolamenti di conti... vendette...


Proseguì, passandosi la lingua sulle labbra, con aria eccitata, a quell'ultima parola.

Ma senza togliere tempo ai nostri doveri.
Attualmente abbiamo due infiltrati ad Hogwarts, due studenti molto speciali, sono da tenere d'occhio per assicurarci che nessuno li scopra... ma quello è un compito che mi sono assunta l'onere di portare a termine, ho un affare personale da regolare con uno degli insegnanti.


E nuovamente, mentre raggiungevano l'imbocco di Notturn Alley, quello da cui si accedeva tramite la ben più rispettabile Diagon Alley, la voce assunse un tono basso, erotico e malizioso, mentre nella sua mente l'immagine di Lucas prendeva forma, facendola fremere per un secondo, prima di farla tornare con lo sguardo su colei che le stava accanto.

Domande?
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Messaggioda Saana Leyla » 07/04/2013, 21:31

Occhi contro occhi.
Credeva di aver ben capito come si stava comportando, o meglio, come gestiva la situazione.
Serietà, attenzione, un radar umano.
Doveva cercare di capire se lei era qualcuno di cui poteva fidarsi o meno. Con altri sicuramente non gli era andata bene, affatto, quindi almeno con lei doveva cercare di fare buona impressione, o meglio, di scoprire se lei era come gli altri o meno.
Si stavano squadrando, e questo la faceva ridere.
Due alieni, di due pianeti diversi, che cercavano di comprendersi pur parlando due lingue completamente diverse.
Non aveva la minima intenzione di perdere tempo se per lei l'importante era sapere di potersi fidare.
Lei era lì per uccidere, fare il suo lavoro. Stop.

Julie Sanders, è un piacere conoscerti.
Allora, Ayed... direi che è venuto il momento di conoscerci meglio.
Da adesso in poi, siamo nella stessa squadra... anche se sono superiore a te.


T***a. Era solo una t***a che si dava delle arie.
E lei odiava chi si dava delle arie, quindi già le giravano già le palle.
E uno dei suoi lecchini già le parlava all'orecchio. Chissà quante volte se l'era portato a letto.
La guardò sbuffando e prendendosi un'altra sigaretta, accendendola con un fiammifero.
La ascoltò parlare prima di rispondere, tanto non gliene fotteva niente comunque.

Vieni, facciamo due passi.
Non so cosa ti abbiano detto... ma noi agiamo per loro conto.
Uccidiamo chi loro ci dicono di uccidere, torturiamo chi loro ci dicono di torturare, e risparmiamo chi loro ci dicono di risparmiare.
E in cambio, diventiamo immortali.


Saana camminava lentamente, un paio di pantaloni in pelle borchiati alle gambe, un maglione non troppo lungo nero come la pece e a collo alto ed un tre quarti di pelle color fumo addosso le davano un'aria più seria del dovuto, tanto che i capelli erano raccolti in una treccia morbida e ai piedi portava degli anfibi rinnovati da qualche catenella.
Non proprio ciò che si sarebbe detto un abbigliamento formale, ma non cambiava il suo modo di essere da un minuto all'altro per un'estranea.
E poi di quella non gliene fregava niente, superiore o non superiore. Lei voleva solo uccidere, e tanto bastava, poco importa l'obiettivo.
Immortali, non immortali. Le bastava sentire il sangue sulle dita per essere soddisfatta.

Capito, fino a qua ti seguo.

Poche parole, niente di eccezionale.
Lei era fatta così. Non parlava, lei agiva.
Ancora parlava, quella.
E a lei toccava sorbirsi la solita manfrina di tutte le confraternite in cui era stata, ma a cui non era mai appartenuta veramente. La sua anima era devota solo al sangue, all'assassinio.

Abbiamo anche del tempo libero, ogni tanto, in cui possiamo fare quello che più ci aggrada.
Pedinamenti, regolamenti di conti... vendette...
Ma senza togliere tempo ai nostri doveri.
Attualmente abbiamo due infiltrati ad Hogwarts, due studenti molto speciali, sono da tenere d'occhio per assicurarci che nessuno li scopra... ma quello è un compito che mi sono assunta l'onere di portare a termine, ho un affare personale da regolare con uno degli insegnanti.


Saana prestò l'orecchio alle ultime parole.
Una Mangiamorte con un conto in sospeso con uno di quei mediocri esseri insipidi di Hogwarts?
Quella era una novità, per Saana
Una stronzata, comunque. Lei non amava le vendette. Non amava niente e nessuno.
Solo se stessa, solo il suo unico scopo.

Vendette? Regolamenti di conti? Non è il mio genere.
Le mie mani toccano un'arma solo per il piacere del sangue, Sanders, non per altro.
E' questo, il mio piacevole peccato.
E no, non ho domande. Ditemi chi devo uccidere, e io lo farò, punto.


Finì di dire quelle parole con amarezza, ma anche con un sottile gusto di rame sulla lingua.
Il gusto del sangue, della crudeltà.
Della Morte. E lei della Morte era la figlia.

I miei ricordi sono flebili lamenti
che si perdono nel vento,
nascosti da un'anima immortale che,
straziata, cede al dolore. Vado, errando,
in cerca di una ragione per vivere, se mai
in questo mondo di tenebre è rimasta
una speranza, una luce che permetta al mio
cuore senza vita di ritornare a battere.

I miei occhi non vedono altro che
lo strazio del mondo.
Le mie orecchie non sentono altro che
le grida di dolore di una ferita ancora
aperta e sanguinante.
Le mie labbra non sussurrano altro che
parole di rancore.

E la luna rischiara la notte ancora giovane,
ma piena di ombre assassine.
Il mio corpo senz'anima vaga, in cerca di
vendetta.
Quella vendetta fredda e atroce che solo
la morte può ripagare.


Parole che la Madre Morte le aveva regalato e che erano rimaste incise nel suo cuore indelebilmente.
Parole.
Il suo credo.
La sua vita, se di vita poteva parlare.
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Messaggioda Lucas » 07/04/2013, 22:40

[Vicino all'ingresso per Notturn Alley - ore 20.21]


Sono riuscito a perdermi, lo sapevo.
Ma perché, perché non mi sono fatto spiegare meglio dove si trovi questo fottuto negozio?


Diciamo che aveva visto momenti migliori.
Lucas Turner, docente di Trasfigurazione alla Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts, in quel momento stava davvero fuori di sé: aveva chiesto alla Vice Preside informazioni su dove trovare i migliori articoli per la cura degli animali - voleva prendere un piccolo pensiero per Idra, il famiglio di Tisifone - ma come uno stupido non si era premurato di chiedere a Monique indicazioni precise su dove questo negozio si trovasse, e il risultato era che ora girava per Diagon Alley come uno stupido, la fronte corrugata e gli occhi che passavano da un negozio all'altro da dietro le lenti degli occhiali da Sole che in realtà non schermavano niente, erano soltanto utili per celare le sue fattezze: da quando aveva saputo che la sorellastra di Monique, potenzialmente letale, girava nei dintorni, e da quando l'aveva incontrata allo Sheliak&Vega, preferiva tenere un basso profilo; stava con la cugina della Vice Preside, dopotutto, e non si poteva mai sapere cosa i nemici della donna potessero inventarsi per ferirla.

D'accordo, riproviamo.

Mormorò tra sé il giovane uomo, con un lieve sospiro, sistemandosi il cappello sulla testa: un vestiario informale e molto giovanile, quello di Turner, che se a scuola tentava di mantenere un abbigliamento più che mai adulto e decoroso - evitando quello da mago che non gli donava affatto - quando usciva, specialmente da solo, lasciava più libero sfogo al ragazzo che ancora faceva parte di lui, e che quindi non aveva problemi a vestirsi in quel modo.
E dunque jeans, scarpe da ginnastica babbane, polo bianca con chiodo aperto sopra, sciarpa al collo, cappello ed occhiali da Sole, un abbigliamento appunto ben poco da insegnante ma, fuori dal Castello, lui era soltanto Lucas e come tale si comportava.

Dubito sia di qui, Monique non mi avrebbe mai mandato in uno dei negozi di Notturn Alley...

Pensò Turner, voltando lo sguardo a destra e poi a sinistra: e fu in quel secondo movimento, che gli occhi catturarono qualcosa, o meglio qualcuno, da dietro le lenti scure, tanto da fermare all'istante il suo incedere, l'espressione del viso che si faceva più seria e grave.


Immagine


Julie...

Mormorò, riconoscendo quel volto tra mille: non poteva non essere lei, ne era sicuro.
E la donna che aveva accanto forse era un'amica, forse no, non avrebbe saputo dirlo: se avesse mantenuto il cappuccio abbassato, comunque, Lucas ne avrebbe colto i capelli rossi e la pelle diafana, ma era troppo lontano per studiare il colore dei suoi occhi.
Non disse nulla né riuscì a muoversi: immobilizzato, come un Petrificus in pieno petto; ma di una cosa, ora, era sicuro... Julie Sanders era a Londra - a Notturn Alley, per la precisione - e questo voleva dire guai.
Grossi, giganteschi, incommensurabili guai.

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Messaggioda Julie » 07/04/2013, 23:45

E che all'altra non sembrasse importare nulla della questione "affare da regolare", per Julie era soltanto qualcosa in meno di cui doversi preoccupare: Lucas e tutto ciò che lo riguardava era qualcosa che solo alla Sanders spettava mettere mano, e non per niente aveva chiesto aiuto all'infiltrata della Setta a scuola per ottenere ciò che voleva; Melia era stata "pagata" e non poco per il suo disturbo, ma ne valeva la pena... riavere Turner per sé, poter nuovamente gemere facendo sesso con lui, provare una seconda volta l'inebriante sensazione di appartenergli, tutto questo valeva sicuramente il costo di una pozione illegale, con la quale aveva convinto la Herbert a darle una mano.
Ma era inutile pensarci ora, non con Saana Leyla accanto a sé, comunque; passò appena lo sguardo su di lei, sentendo le sue parole che la fecero sorridere divertita e sì, forse anche in tono un po' strafottente.

Vendette? Regolamenti di conti? Non è il mio genere.
Le mie mani toccano un'arma solo per il piacere del sangue, Sanders, non per altro.
E' questo, il mio piacevole peccato.
E no, non ho domande. Ditemi chi devo uccidere, e io lo farò, punto.


Sono punti di vista...
Se proprio devo peccare, io preferisco farlo con un uomo sotto di me, e ti assicuro che non esiste peccato più piacevole.
Ad esempio con un uomo come...


Fermò il suo dire, la voce che sfumò dalle sue labbra e lo sguardo che si focalizzò su una figura non troppo distante da lei, un uomo che anche con cappello ed occhiali non sarebbe comunque riuscito a passare inosservato, non agli occhi della Mangiamorte - e, sospettava, a quelli di qualunque altra donna.

... quello.


Era passato qualche anno, ma lui era bello come sempre, come se lo ricordava: si morse il labbro, incurante del fatto che la Neofita accanto a sé si sarebbe potuta accorgere della cosa, mentre un sorriso malizioso e saputo si dipinse sul suo volto, la cui bocca venne lentamente umettata dalla lingua in un gesto di pura provocazione verso l'uomo su cui era fisso lo sguardo di Julie.

Lucas Turner...


Sussurrò la Sanders, sicura che il docente di Trasfigurazione avesse appena pronunciato il suo nome: e il fatto che si fosse fermato, che non avesse proseguito per la sua strada, era per lei fonte di grande soddisfazione, il segno che vederla non era qualcosa da poco, per lui, qualcosa che gli permetteva di comportarsi con indifferenza.

Il mio... Lucas.


Aggiunse Julie subito dopo, quasi a rimarcare quella possessione a Saana e a qualsiasi donna si trovasse nei paraggi: e poco le importava che fosse di Tisifone, al momento, presto sarebbe tornato tra le sue braccia e non c'era nulla che la Samyliak potesse fare, per impedirglielo.

Andiamocene da qui, prima che l'istinto mi spinga a fare qualcosa di cui, poi, mi troverei a pentirmi...


Sussurrò verso la Ayed, calandosi il cappuccio sul capo: e quel qualcosa sarebbe potuto essere schiantare Lucas, prenderlo, portarlo a casa propria e tenerlo prigioniero fino a che non si fosse deciso a mandare a p*****e la sua storia con la Divinante per stare con lei; piano geniale, magari,ma deleterio a lungo andare. Doveva essere paziente, per una volta, ed aspettare che la Herbert facesse il suo lavoro... e allora sì, che se ne sarebbe finalmente andata all'Inferno...
Con lui.
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Messaggioda Asher » 08/04/2013, 13:54

[Diagon Alley -> Nocturn Alley - Mercoledì ore 20.22]


Passeggiare la sera per Diagon Alley, per di più da solo, non era una delle sue attività preferite ma Demetri era sempre pronto a fare una qualche eccezione alle regole se ne valeva la pena. E festeggiare in maniera degna una ricorrenza importante quale il compleanno della sua adorata Milaja valeva il fastidio di dover sopportare tutto quell’inutile chiacchiericcio, sopratutto se Materializzarsi direttamente nel negozio dov’era diretto era altamente sconsigliato a chi tenesse alla propria incolumità fisica.

Sotto quegli strati di pozione urticante batte un cuore romantico.

Lo aveva preso in giro Asher, quando gli aveva comunicato che sarebbe andato a fare compere e per quanto gli desse fastidio ammetterlo, il compagno aveva ragione. Era una tradizione, la loro tradizione, che lui reperisse qualcosa di raro per Tisifone per rendere ancora più speciale il giorno del suo compleanno e non avrebbe permesso ai dissapori che ancora sussistevano tra loro di impedirgli di onorarla.

Non permetterò a quel maledetto Lucas Turner di impedirmi di fare qualcosa.

Si corresse mentalmente, stringendo con forza i pugni nascosti nelle tasche del mantello in un impeto d’ira, cosa che gli capitava spesso quando la mente si soffermava sul compagno della sua bambina. Odiava il modo in cui il giovane, con i suoi modi di fare fintamente spontanei e il visino da bravo ragazzo, si era rigirato il compagno e la figlioccia e avrebbe fatto qualsiasi cosa pur di dimostrare a entrambi quanto si sbagliavano sul suo conto.
Camminava con passo sicuro, il bastone da passeggio che tintinnava sull’acciottolato a dargli l’aria di un innocuo passante, il cappuccio del mantello sollevato sul capo come a volerlo proteggere dal leggero venticello che rinfrescava l’aria piuttosto che celarne i lineamenti, lo sguardo vigile con cui teneva sotto controllo tutto quello che accadeva intorno a lui.

Immagine


Superati anche gli ultimi negozi, alle cui vetrine non riservò neanche una semplice occhiata, il Pozionista si avviò verso il vicolo buio che conduceva alla parte meno rispettabile della Londra Magica, posto a lui più congeniale e ben conosciuto visto che spesso le sue pozioni necessitavano di ingredienti rari e non propriamente legali. Nello stesso istante due figure stavano compiendo lo stesso tragitto nel senso inverso e Demetri rivolse loro un’occhiata fugace, l’angolo destro della bocca che si sollevava in un ghigno saputo appena accennato. Per quanto fossero passati anni da quando aveva appeso la sua Veste Nera al chiodo per dedicarsi esclusivamente alle sue pozioni qualcosa gli diceva [Intuito(S)=27] che quelle non erano due gentildonne che avevano sbagliato strada. Pur avendo deciso di donare il suo cuore ad Asher, i suoi occhi funzionavano ancora bene e sapeva distinguere una bella donna quando ne incontrava una, così come sapeva ancora goderne le curve anche se quello era ormai un piacere segreto che si concedeva raramente. Come tutte le cose anche l’amore e la fedeltà avevano dei risvolti relativi per Demetri soprattutto perché non si poteva parlare di tradimento quando il suo giocattolo di turno aveva una natura completamente diversa dall’uomo della sua vita. Rallentò quindi il passo per poter squadrare meglio le due donne, soffermandosi in maniera sfuggevole sui contrasti dei loro colori, castano contro rosso, rosa contro bianco latte, scuro contro chiaro. Man mano che quei dettagli si andavano a incastrare nella sua mente, però, il suo incedere si faceva sempre più lento fino a fermarsi del tutto un po’ in disparte verso le ragazze che ormai lo avevano superato di un paio di metri.

Non è possibile – mormorò tra sé, rigirandosi tra le mani il pomello in argento a forma di testa di grifone che sormontava il suo bastone da passeggio, regalo del suo compagno. – Alla fine i tuoi lombi marci hanno davvero prodotto qualcosa Drokonimov… Chissà se la copia è venuta meglio dell’originale.

Aggiunse, lasciando vagare lo sguardo sul corpo di Saana Leyla in maniera volontariamente vistosa, come a voler mettere alla prova i suoi sensi e verificare quanto erano sviluppati. Un sfida che in realtà l’uomo non stava lanciando alla ragazza ma a quello che doveva essere necessariamente suo padre, una vecchia conoscenza dell’ex Serpeverde dei bei tempi andati.

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Ultima modifica di Asher il 08/04/2013, 22:34, modificato 1 volta in totale.
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Messaggioda Saana Leyla » 08/04/2013, 14:18

Occhiale da sole strategico, giubbotto di pelle invecchiato, jeans scolpiti.
La figura che Saana scorgeva in lontananza sembrava proprio un bel tipo, non fosse stato...
...non fosse stato per il fatto che a Saana gli uomini interessanvano solo per determinati scopi.
La suite era semplice. Sesso. Informazioni. Arma alla mano. Morte. Fine della trasmissione.
Ma un pensierino, se fosse stata un'altra, ce l'avrebbe fatto.
E a quanto pare anche la mangiamorte che le stava alle costole.
Una pausa nelle parole di quella donna le fece soffermare lo sguardo su quell'uomo.

Sono punti di vista...
Se proprio devo peccare, io preferisco farlo con un uomo sotto di me, e ti assicuro che non esiste peccato più piacevole.
Ad esempio con un uomo come...quello.
Lucas Turner...il mio Lucas.



Lucas Turner...avrebbe dovuto tenere quel nome bene in mente, in un futuro prossimo.
Di sicuro Julie Sanders non se lo immaginava, ma quella informazione avrebbe potuto essere di alta utilità per i piani di Saana.
La possessività, la gelosia...quell'uomo non le apparteneva più, era già di qualcun altro.
Forse in un passato non troppo lontano era stato suo, ma in quel preciso istante Lucas Turner non apparteneva più a Julie Sanders...né viceversa.
La donna aveva un punto debole, dunque, come la maggior parte degli esseri umani.
Certo, non poteva immediatamente metterli in atto, i suoi piani.
Ma presto tutti si sarebbero resi conto di chi era Saana Leyla Ayed...o meglio...Drokonimov.
Da quando suo padre si era rifatto vivo, non poteva non pensare a quanto lo avrebbe volentieri ammazzato con le proprie mani. Ma di fatti era stato lui a prendere contatto con la setta, quindi non poteva non ringraziarlo almeno da questo punto di vista.
E anche lui presto sarebbe rimasto schiacciato.
Come una formica, come le decine di formiche che lei avrebbe lasciato morire sotto i suoi piedi.

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Ehi, bambola, risvegliati dai sogni erotici. Non abbiamo tempo da perdere con questo genere di cose.

Sarcastica con la maggior parte, gentile con pochi, stronza con tutti.
Poco gliene importava se quella era una sua superiore. Lei era così, punto.
Si calò il cappuccio sulla testa gettando un ultimo sguardo all'uomo, pietrificato dietro le lenti dei suoi occhiali da sole.
Lucas Turner. Avrebbe dovuto prendere informazioni. Chi era, cosa faceva, qual era il suo legame con miss Sanders, e in quale modo avrebbe potuto avvicinarlo.
Di certo se ne sarebbe servita. E in un modo o nell'altro ci sarebbe riuscita.

Andiamocene da qui, prima che l'istinto mi spinga a fare qualcosa di cui, poi, mi troverei a pentirmi...


Saana annuì e prese la direzione opposta, inoltrandosi in un vicolo vicino.
Ancora una volta si prese una sigaretta.
Tabacco, fumo, gola rauca e amara. Il gusto del farsi del male nella consapevolezza di farlo.
Masochismo? No. Semplice stile di vita.
Come ai tempi del silicio, quando gli uomini lo portavano per fare penitenza.
La sigaretta era la sua penitenza.
Una penitenza da scontare per tutti coloro che non aveva ancora ucciso.
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Messaggioda Lucas » 08/04/2013, 15:04

A Tissi prenderà un colpo.

Fu questo il primo pensiero di Turner, mentre rimaneva lì, immobile, a fissare Julie come se non avesse mai visto una donna prima di allora: ma non era certo per quello che la fissava, perché era una donna... insomma, era bellissima, nulla da ridire, ma per lui Tisifone era molto, molto meglio.
No, era il fatto che si trattasse proprio di lei, e che nonostante sapesse che si trovava da quelle parti proprio per i segnali che la Sanders stessa gli aveva mandato, trovarsela di fronte a poca distanza gli faceva comunque un certo effetto.
Occhi negli occhi, anche se quelli di Lucas schermati dalle lenti scure, e mente che tornava indietro, ai ricordi di un tempo passato che non sarebbe mai più potuto tornare.


Hai finito di dare ripetizioni a mia sorella?


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Si chiuse la porta alle spalle, sospirando alla vista della giovane donna così bella e tentarice, distesa su quel letto come se stesse attendendo soltanto lui.

Sì, anche se mi riesce difficile concentrarmi con te che passi in salone ogni cinque minuti... credevo avessi a cuore l'educazione di Margaret.

Lei rise di rimando.
Amava la sua risata così piena di gioia, di libertà. Era bella, come ogni cosa in lei.

Ho più a cuore il riuscire a non lasciare mai i tuoi pensieri, in verità.

Sai già di aver ottenuto ciò che vuoi, Julie.

Allora vieni qui...


Riusciva sempre a convincerlo con un sorriso, una carezza, un bacio.
E lui, stupido ingenuo, si aggrappava a quelle manifestazioni d'affetto sperando fossero reali... invece erano tutte menzogne.
Scosse il capo, come riprendendosi da quei pensieri, proprio mentre lei e la donna che le stava accanto facevano per andarsene: non sapeva chi fosse la rossa, ma se stava con l'americana non doveva essere qualcuno di molto raccomandabile; non era il caso di porsi il problema ora, comunque, lo sapeva bene.
Doveva trovare ciò che stava cercando e tornare a casa dalla sua Tissi, preparandosi intanto a raccontarle di quell'incontro, per quanto casuale e a distanza: si volse, dunque, lanciando un'ultima occhiata alle due, e prese a camminare nuovamente per Diagon Alley, allontanandosi così del tutto dalla Mangiamorte che, un tempo, gli aveva rubato il cuore.


[EXIT]


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Messaggioda Julie » 08/04/2013, 19:39

Ehi, bambola, risvegliati dai sogni erotici. Non abbiamo tempo da perdere con questo genere di cose.


No, Saana Leyla aveva ragione... non avevano tempo, e soprattutto quello non era il luogo più adatto per lasciarsi andare all'istinto.
Ci sarebbe stato tempo, doveva solo aspettare che Melia compisse il suo lavoro, e allora Lucas sarebbe stato di fronte a lei, non con quello sguardo impietrito, ma con quello ferito di qualcuno a cui è appena stato spezzato il cuore: un cuore pronto per essere irretito, coercizzato, sporcato.
E lei, il cuore, gliel'avrebbe sporcato molto volentieri.
Lo fissò per un paio d'istanti, ancora, come se non riuscisse a staccare gli occhi da lui: forse, semplicemente, non voleva che se ne andasse; voleva vendetta per come lui l'aveva lasciata, non poteva negarlo, ma al tempo stesso voleva riaverlo per sé, solo per sé.
Voleva che diventasse suo com'era un tempo, ed era anche disposta a dedicarglisi completamente se lui le avesse donato il proprio cuore su un piatto d'argento.
Un sorriso, l'ultimo, venne rivolto a Turner, prima di tirarsi su il cappuccio per sparire nuovamente nell'ombra, accanto alla Ayed: per sua fortuna, alla rossa non sembravano interessare troppo gli uomini...
Meglio così.

C'è qualcuno che invece pare interessato a lei.


Si disse Julie, notando con la coda dell'occhio un uomo che, poco distante dalle due, sembrava aver adocchiato Saana, o comunque pareva aver provato un interesse piuttosto esplicito per lei: poiché però la rossa non si era accorta di niente - o aveva finto di non accorgersene - nemmeno la Sanders fiatò, preferendo sparire nell'ombra insieme a lei per accompagnarla al covo della Setta, o meglio, ad uno dei tanti dove quelli come loro si incontravano.
Per mettere le mani su quel delizioso bocconcino di un insegnante, infatti, c'era tempo.

[EXIT]


Spoiler:
Asher, Monique. Come richiesto da quest'ultima per notare Demetri: Intuito (Sesto Senso) > 35 => Mio risultato: d20/13 + 24 = 37
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Julie
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Messaggioda Asher » 08/04/2013, 20:27

Per una manciata di secondi Diagon Alley con i suoi chiacchiericci cessò di esistere per Demetri, lo sguardo che scivolava insistente lungo le curve attraenti di quella che se la vista non lo ingannava – e non lo faceva mai – doveva essere la figlia di una vecchia conoscenza. Continuò a fissarla anche quando l’attenzione delle due donne fu calamitata da qualcosa in fondo alla via, sperando inconsciamente che la rossa si accorgesse di lui, e questo gli fece perdere l’occasione di scontrarsi direttamente con una delle persone che più odiava in quel momento: Lucas Turner. Non avrebbe avuto alcuna remore, il Pozionista, a porre il docente di Trasfigurazione sotto Imperio alle ombre lievi della sera in modo da averlo in suo potere.

L’hai istruita davvero male, tovarisch.

Mormorò sprezzante quando ormai gli fu chiaro che la donna non aveva avvertito la sua presenza, nonostante il modo insistente con cui la stava osservando. Una superficialità quella che in un’altra occasione le sarebbe stata fatale. Rivolse un’occhiata veloce anche alla sua compagna, per memorizzarne i lineamenti, perché era sempre bene tenersi informati sulle nuove leve, e se anche si fosse sbagliato, il volto di quelle due belle donne non avrebbero di certo alimentato i suoi incubi notturni, anzi. Un angolo della bocca si sollevò in un sorrisino malizioso che non coinvolse anche gli occhi, un modo per complimentarsi con lei per averlo individuato.
Riprese quindi la sua passeggiata, lasciandosi in poco tempo alle spalle la perbenista Diagon Alley e avventurarsi nei vicoli scuri di Nocturn Alley.

[Black Lotus]


Una vecchia insegna di legno malconcia con la scritta sbiadita che cigolava a ogni soffio di vento era l’unico indizio che quella casupola semidiroccata con una finestra sprangata da imposte di legno marcio al posto delle vetrine fosse in realtà il Black Lotus. Dopotutto un negozio che vendeva per lo più roba illegale che avrebbe fatto drizzare i capelli grigi dei dipendenti del Ministero non poteva mica dare troppo nell’occhio.

Toc toc… toc toc toc…

La testa d’argento di Grifone sul bastone di Demetri battè sistematicamente sulla porticina chiusa, prima in maniera lieve poi sempre più insistente.

E’ chiuso, hai capito? E’ chiuso?

La voce gracchiante, probabilmente del proprietario, si levò dall’interno del negozio, strappando all’uomo un ghigno di disprezzo: quanto in basso doveva stare nella scala sociale quell’essere per dover vivere nel retro della sua malridotta bottega? Altri colpi, sempre più insistenti, a dimostrazione che Demetri non se ne sarebbe andato via così facilmente e soprattutto non a mani vuote.
Dall’interno si sentiva il rumore di piedi strascicati, un mobile che veniva urato e una serie di imprecazioni colorite poco prima che il volto di un uomo sulla cinquantina, stempiato e leggermente gobbo facesse la sua comparsa nel vano della porta semiaperta del negozio.

Che sei sordo o cosa? Ho detto che…

In silenzio Demetri abbassò leggermente il cappuccio del suo mantello in modo da permettere all’uomo di vedere il suo volto, riconoscere i lineamenti freddi e la luce di cattiveria che illuminava i suoi occhi.

Signo…re… mi … scusi… non sapevo… non.. potevo… mi perdoni…

Si corresse subito il venditore con un tono spaventato e ossequioso mentre strisciava all’indietro in modo da fare entrare l’importante visitatore nel suo umile negozio. Con passo sicuro Demetri varcò la soglia e iniziò a vagare per la piccola stanza angusta osservando con attenzione le diverse boccette polverose che si trovavano sugli scaffali.

Cosa le posso dare, Signore?

Chiese nervoso l’uomo, trottorellandogli dietro.

Nessuno di questi intrugli. – rispose con voce secca – Volevo qualcosa di raro che giustificasse lo sforzo di essere sceso in questa fogna ma a quanto pare dovrò restare deluso.

Aggiunse non facendo nulla per palesare il disgusto nel suo sguardo e avviandosi verso l’uscita.

Questa non è la sola merce che ho. – si affrettò a dire il venditore con aria saputa, avvicinandosi al bancone e chinandosi a prendere qualcosa da chissà dove - Per un intenditore come voi ci sono queste… fatti con gli ingredienti più rari…aiutano i maghi e le streghe a migliorare alcune delle loro caratteristiche…sono …

Perfette.

Concluse Demetri, osservando attentamente la descrizione di ogni pozione. Concentrazione, Riflessi, Elaborazione… era davvero possibile trovare lì la risposta a qualsiasi necessità si avesse.

Tranne il babbano sale in zucca. E’ questo che dovrei distillare per Tissy.

Si ritrovò a pensare l’ex Serpeverde, prima di prendere una boccetta verde e posare sul bancone un sacchetto contenente 400 galeoni. Se proprio non poteva aiutare la figlioccia a ritrovare un po’ di buon senso almeno l’avrebbe aiutata a potenziare i suoi Riflessi in modo da essere pronta a schivare i colpi bassi che Turner di certo le avrebbe inflitto.

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JulieSaana Leyla
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Asher
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