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Stamberga Strillante

E' la casa più infestata di spiriti della Gran Bretagna

Messaggioda Jorge » 30/07/2013, 16:20

Beh non è grande come Hogwarts, ma è un castello come Hogwarts! – Jorge roteò gli occhi per poi aggrottare le sopracciglia, cercando dare alle parole di Elbeth una sorta di veste grafica e l’unica cosa che ottenne fu una Hogwarts in miniatura, con due Torri e sette piani, sotterranei inclusi perché come una costruzione non poteva essere chiamata Castello senza di essi - Mio padre non è solo purosangue, è... ehm...è nobile. Sir Edward Queen, mio padre. Anche mia madre è nobile, ma il suo è un ramo cadetto...

Menina non ho la più pallida idea di cosa sia un ramo cadetto…

Ammise senza alcun problema, qualsiasi altro commento gelato sulla punta della lingua dal gesto della Grifa che lo lasciò alquanto basito. Lui adorava la propria famiglia e per quanto non fossero per nulla ricchi, né benestanti a dirla tutta, gli piaceva parlare di loro, anche se spesso ometteva dei dettagli che considerava imbarazzanti e per questo non riusciva a comprendere la ritrosia dell’altra. Però non poteva che apprezzarla perché la rendeva diversa dagli altri purosangue che aveva conosciuto e che disprezzava cordialmente come Lingua Argentata.

E' un bel castello, ma intorno non c'è nulla. Non ho mai avuto modo di fare amicizia, quindi.

E questo agli occhi di Jorge spiegava il carattere schivo della ragazzina anche se il portoghese faceva fatica a immaginare come dovesse essere vivere in un posto in cui non c’era nessuno, non si conosceva nessuno e quindi crescere da soli.

E qui... insomma... non è facile. Almeno non per me. Il primo amico che ho conosciuto qui, ora...non sono molto brava nelle amicizie, evidentemente.

Si, in effetti aveva notato che Elbeth stava quasi sempre da sola e anche con visino di pesca in Infermeria si erano comportate come se non si conoscessero proprio. Ma come poteva essere se appartenevano alla stessa Casata? Certo lui non conosceva tutti i Delfini di Hogwarts però poteva ammettere con orgoglio di essersi scontrato con almeno metà Casata.

Il maggiordomo serve per mandare avanti il castello... e me! Richard è... potrei dire tutto per me. Il mio migliore amico, il mio confidente, la mia guida e mi è mancato molto l'anno scorso.

Anche a lui il primo anno gli era mancata un sacco sua madre e anche suo cugino, ma non voleva dirlo ad alta voce per non sembrare melenso e poco virile, perché i ragazzi non hanno bisogno di nessuno,così diede un morso al panino per tenere occupata la bocca e lasciare i suoi neuroni liberi di pensare e fraintendere il comportamento dell’altra.

Non è mia abitudine mentire e non mi sono offesa. Solo non voglio parlare di quello che mi fa star male. Non voglio rovinare questa giornata, più di quanto non abbia già fatto.

Dischiuse le labbra, di nuovo, per sottolineare come se c’era qualcosa che la faceva stare male allora voleva dire che qualcuno le aveva detto qualcosa di cattivo e quindi gli aveva mentito, ma non riuscì a farlo, di nuovo, perché quello che aggiunse subito dopo la Grifa era esattamente la stessa cosa che pensava lui, almeno nella prima parte. Lui non pensava che lei avesse fatto qualcosa per rovinare la giornata, non gliene faceva una colpa per il modo in cui aveva reagito al bacio, anzi probabilmente doveva ringraziare Merlino che non l’avesse schiaffeggiato. Il bacio sulla guancia giunse inaspettato e lo fece sentire leggermente accaldato e sereno e a esso il portoghese reagì in maniera spontanea, abbracciando velocemente la ragazza e dandole un bacio sulla testa.

Prima, quando mi hai baciata...

In maniera naturale e spontanea, Jorge sciolse l’abbraccio, afferrando un panino al cioccolato per minacciare l’altra bonariamente e spronarla a rispondere alle domande che le aveva fatto prima. Non voleva parlare del bacio, le aveva promesso che non avrebbero più tirato in ballo quell’argomento ed era deciso a mantenere la parola data.

Veramente, sei tu che distrai me, Jorge.

Fischiettò con aria innocente, prendendo la metà di panino che lei gli stava porgendo e addentandola con gusto, peccato che l’ultima frase quasi sussurrata della Grifa glielo fece andare storto.

Il prima mi è piaciuto molto...

Tossì in maniera poco discreta,mentre infido un pezzetto di cioccolata decideva di ritrovare la libertà perduta risalendo lungo il suo naso, allungando la mano a prendere un bicchiere e bere un sorso di succo di zucca per liberare le sue povere vie respiratorie.

Menina – disse quindi non appena fu di nuovo libero di parlare senza correre il rischio di morire, cercando di prendere entrambe le mani della ragazzina tra le proprie – ti ho promesso che non ne avremo più parlato e non ho alcuna intenzione di venir meno alla parola data. Quindi questa sarà l’ultima volta che ne parleremo… - prese un profondo respiro, non sapendo bene come dire tutto quello che gli stava girando per la testa e soprattutto temendo di scegliere le parole sbagliate – E’ piaciuto molto anche a me perché sei una persona dolce e speciale anche se a volte ti comporti come un porcospino – e sorrise dolce mentre glielo diceva – Ma per quanto la tua testolina sia molto più matura di molti altri hai pur sempre dodici anni e io sono stato stupido e avventato… Non dovevo farlo e non lo farò mai più…

Affermò serio. Le piaceva certo ma era oggettivamente troppo piccola per poter anche solo pensare di avere qualcosa che andasse al di là di una semplice amicizia, sempre ammesso che lei lo volesse ancora.

Ancora amici?
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Messaggioda Elbeth » 30/07/2013, 22:05

Menina ti ho promesso che non ne avremo più parlato e non ho alcuna intenzione di venir meno alla parola data. Quindi questa sarà l’ultima volta che ne parleremo… E’ piaciuto molto anche a me perché sei una persona dolce e speciale anche se a volte ti comporti come un porcospino.

Elbeth sorrise.

Ma per quanto la tua testolina sia molto più matura di molti altri hai pur sempre dodici anni e io sono stato stupido e avventato… Non dovevo farlo e non lo farò mai più…
Ancora amici?


Gli occhi di Elbeth si puntarono improvvisamente seri su quelli di Jorge.
Aveva ascoltato le sue parole e le ultime frasi l’avevano colpita.
Non potè fare a meno di aggrottare le sopracciglia.
Il cuore batteva sempre velocemente, ma la sensazione non era più così piacevole come lo era stata prima.
Annuì leggermente col capo, come a valutare quello che il Delfino le aveva appena detto.
Era intelligente, non c'era poi molto da capire nel discorso di Jorge.
Respirò profondamente, tornando a guardare davanti a sè.
Appoggiò poi la guancia, piegando un pò il capo sulle ginocchia, voltando nuovamente il capo verso il portoghese, continuando a fissarlo in silenzio. Quasi potesse comprendere meglio quello che era accaduto tra loro.
Non aveva detto una parola.
Ed aveva continuato a farlo, da quando aveva capito cosa le stesse dicendo il Delfino.
Solo che ora era ancor più confusa di prima!
Non capiva ancora cosa si stesse agitando nel suo animo.
Non capiva neanche cosa muoveva il ragazzino davanti a lei.

Capiva, però, di sentirsi stranamente delusa.
Il ragazzino, invece, sembrava tranquillo mentre le parlava, quindi non aveva motivo di dubitare che le stesse dicendo la verità.
Tornò a fissare davanti a lei.
La radura che avevano appena percorso, i raggi del sole che si rincorrevano in mezzo alle foglie, giocando tra i rami.
Improvvisamente non aveva più fame.
Quindi posò il suo mezzo panino per terra, meccanicamente.
La fronte della ragazzina rimaneva ancora aggrottata.
Rimaneva spesso in silenzio.
Richard sapeva che in quelle situazioni, stava semplicemente riflettendo.
Essendo cresciuta da sola, ovviamente, era molto silenziosa di natura, non aveva bisogno di parlare, quindi non sapeva se Jorge avrebbe trovato quel suo comportamento stravagante. In quel momento tuttavia non stava pensando a lui, ma piuttosto alle sue parole.

Forse, al ragazzino nonostante quello che le aveva appena detto, non era piaciuto.
Ma allora perchè baciarla, così all’improvviso? Arrossì ancora, stavolta un pò inquieta.
Nella mente semplice della piccola Grifondoro, quel comportamento non era chiaro.
Semplicemente non lo capiva.
Ma si sentì improvvisamente triste.
Rifletteva.
Ancora.
In silenzio.
Tutto quel rimuginare, seppure durato solo qualche minuto, stava facendole venire il mal di testa.
Troppe emozioni tutte insieme, troppi pensieri non voluti, troppe parole dette.
Sospirò. Si sentiva strana...

Certo, che siamo amici.

Lo disse senza enfasi, dando la cosa per scontata, voltandosi verso Jorge e sfoggiando uno dei suoi migliori sorrisi di circostanza, quelli che era obbligata a fare ad ogni ricevimento dei suoi, anche se non aveva alcuna voglia di starci.
Era stata educata a non mostrare le sue emozioni.
Anche se non sempre, lei, ci riusciva! Ma in quella occasione si controllò.
Era tutto troppo confuso perchè potesse capire qualcosa di quello che era appena successo.
In quel momento però fece uno sforzo.
Un enorme sforzo di volontà.
Era impulsiva (anche un pò capricciosa, a sentire Richard!) ed in quel momento non voleva restare lì.
Voleva solo tornare ad Hogwarts!

Alvares... - aveva ripreso a chiamarlo con il cognome, non riuscendo più a trovare quella confidenza che per un attimo le aveva scaldato il cuore - ... mi riporti al castello?

La voce calma e dolce.
Un sorriso appena accennato sul volto.
Gli occhi scuri che lo fissavano supplicanti.

Non mi sento tanto bene...

Non voleva più stare lì.
Voleva solo tornare ad Hogwarts, ora, e... dimenticare quella giornata!
Almeno per oggi...
Si alzò in piedi, come a sottolineare l’urgenza della cosa.
Poi, dopo aver esitato un attimo, porse la mano al ragazzino, per aiutarlo a rialzarsi.

Andiamo?

Jorge non poteva sapere che una volta al castello, Elbeth l’avrebbe salutato, dandogli un bacio sulla guancia e salendo le scale (le tanto odiate scale del castello!) a due a due.
Non poteva sapere che gli occhi della ragazzina sarebbero diventati improvvisamente lucidi e che una volta nella Torre dei Grifondoro, si sarebbe sdraiata e sarebbe rimasta lì, sul letto a baldacchino, da sola, a pensare.

Non poteva fargliene una colpa, ma era come se il ragazzino le avesse rubato qualcosa di prezioso, senza comprendere il vero valore di quel tesoro...
E, forse, non lo capiva neanche lei.

[FINE PER ELBETH]
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Messaggioda Jorge » 31/07/2013, 11:04

La situazione gli era decisamente sfuggita dalle mani. Come diavolo aveva fatto a finire in quella situazione? Ah si, ormoni e attimi. L’attimo perfetto giunto a sobillare i suoi ormoni che l’avevano spinto a baciare la ragazzina che gli piaceva. Perché Elbeth era carina, su questo non c’erano dubbi ma da lì a provare sentimenti più profondi c’era un abisso e forse anche di più. Passato l’attimo, ricevuto il perdono, credeva di poter andare oltre, com’era accaduto con Melia: un bacio bellissimo che però non aveva portato a nulla di particolare, un’esperienza da serbare nel cuore e da riportare alla mente di notte. Dopotutto a quattordici anni, soprattutto se sei maschio, ci si soffermava poco sulle conseguenze delle proprie azioni. Poi quella bacio spontaneo da parte di Elbeth e quella piccola confessione, e il castello di carte che Jorge si era costruito in testa gli era crollato rovinosamente addosso. Poteva essere perspicace quando si trattava di intuire gli ingredienti di una pozione o cercare degli usi alternativi per le piante che la Vilvarin mostrava loro, ma quando si trattava di comprendere le femmine lì diventava un perfetto idiota e probabilmente non sarebbe valso a nulla portare come scusa il fatto che era pur sempre un uomo e che certe sottigliezze non era che non le capiva ma che proprio non le coglieva. Così aveva interpretato probabilmente male i gesti di Elbeth, come qualcosa dettati dal cuore e il terrore che per l’altra il bacio avesse avuto un significato diverso che per lui lo spinse a mettere le mani avanti, a spiegare che era stato uno stupido a lasciarsi andare e che non l’avrebbe fatto mai più. Ci teneva a lei, come persona, come amica, ma nulla di più e forse, gli diceva la sua mente da adolescente, se avesse subito chiarito tutto forse avrebbe limitato i danni.

Certo, che siamo amici.

Non le credette, perché la voce era priva di calore, perché il sorriso che gli stava rivolgendo non si avvicinava minimamente a quelli che gli aveva rivolto fino a quel momento, perché alla fine un po’ di intuito [Intuito(P)=10] ce l’aveva anche lui. Quella che gli sedeva accanto non era più la sua Menina ma la bellissima copia di Lingua Argentata e di questo non potè che dispiacersi.

Mi sa che ho fatto un bel casino.

Si ritrovò quindi a pensare, perdendo tutta la sua aria baldanzosa e furbetta, un’espressione moggia e seria in viso di chi sta per aspettarsi il peggio.

Alvares... – storse il naso a sentirsi chiamare per cognome ma non ribattè nulla. C’era di sicuro qualcosa che gli stava sfuggendo, qualcosa che aveva fatto di sbagliato o detto, ma per quanto ci si arrovellasse non riusciva a comprendere cosa. L’unica cosa certa era che rimanere in silenzio sembrava essere la cosa più saggia da fare. - ... mi riporti al castello? Non mi sento tanto bene...

Non volevo farti sentire male Menina, mi spiace.

Contrito e sincero, un piccolo sorriso mesto che si dipingeva sul suo viso in direzione dell’altra. Forse non tutto era perduto della loro amicizia. Il tono di voce della Grifa gli era sembrato dolce e reale e il fatto che non lo avesse mollato lì come un idiota doveva pure significare qualcosa e non solo che non avesse intenzione di rifare la strada da sola. Dopotutto avrebbe incontrato un sacco di studenti in entrambe le direzioni. Sollevato e titubante allo stesso tempo, si mise in ginocchio, raccolse tutto il cibo e la coperta e rimise tutto nel suo zaino, il ciondolo sul fondo.

Andiamo?

Annuì con un cenno del capo e, afferrata la mano della ragazzina, si tirò su a sedere e, messa la borsa a tracolla, si avviarono insieme al Castello. Una volta giunti a Hogwarts, Jorge avrebbe salutato la Grifa ai piedi delle scale e, ignaro di tutto, se ne sarebbe tornato a Hogsmeade: non sapeva il perché ma aveva un gran desiderio di una burrobirra o due e se avesse trovato un barista accondiscendente forse sarebbe riuscito a bere anche qualcosa di più forte.

[FINE]
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