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Riva del Lago

Messaggioda Aowin » 23/12/2013, 0:18

Non si era affatto pentita di aver raccontato la sua storia a Jorge anzi…era felice di averlo conosciuto e un po’ si dispiaceva per il fatto che lui non era della sua stessa casata, ma avrebbe potuto rivederlo il castello era cosi grande e sapeva che da lui poteva imparare molto. Era più grande di lei ma in qualche modo si sentita protetta al sicuro in sua presenza, erano tutte sensazioni che in quel pomeriggio erano affiorate solo nel parlare con lui. Qualcuno aveva voluto farli incontrare chiamiamolo destino ma non aveva mai avuto amici maschi con cui parlare liberamente ma adesso che si era confidata si sentiva meglio.

Porco Merlino! Altro che normali sogni da bambini…

Sorrise alla reazione di Jorge e nelle sue parole c’era una verità che in cuor suo le faceva male ma…la verità a volte fa molto male.

I miei sogni Jorge forse sono molto diversi da quelli che fanno i ragazzi della mia età, lo so benissimo….ma anche se mia zia ha sempre cercato di darmi tutto quello che mi serviva io nella mia testa lottavo per arrivare al mio scopo il mio obbiettivo….e lotto ancora Jorge.

Le sue parole erano gelide come il ghiaccio, decisa e senza paura, sapeva che non sarebbe stato facile arrivare al suo scopo ma non si buttava giù, sapere cosa o chi aveva ucciso i suoi genitori era più importante di qualsiasi altra cosa

Tranquilla, il tuo segreto con me sarà al sicuro.

Ti ringrazio so che posso fidarmi….

Era felice di averlo incontrato e sapeva di potersi fidare di lui, gli sorrise ascoltando le sue parole mentre si alzava stendendo il braccio verso Bianca per farla scendere da quel ramo, la civetta scese immediatamente e si posò sul suo braccio senza distogliere lo sguardo da Jorge.

Su questo non ci sono dubbi. Sei simpatica e anche intelligente quindi sono certo che non farai fatica a farti degli amici. In più se ti piace cantare o suonare potresti provare a entrare a far parte del Coro della scuola. Io e la mia sorellina facciamo da supporter così non ti troveresti completamente in un gruppo di sconosciuti.

Ti ingrazio io adoro cantare ma ora non sono in vena di far parte di un coro, scusami ma prometto che se ci ripenso sarai il primo a cui lo dirò. Sai è difficile trovare amici veri ed è solo la vera amicizia che cerco…. È stato bello parlare con te Jorge ci si vede in sala grande.

Si incammino con Bianca sul braccio verso il castello, a dire il vero aveva anche lei un certo languorino il tempo era volato quel pomeriggio e sperava di poterlo incontrare di nuovo per parlare con lui….



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Messaggioda Tisifone » 06/04/2014, 22:44

[ 21 Marzo 2018 - ore 19.00 - in Riva al Lago Nero]


La vendetta é un piatto che va gustato freddo.

Aveva sentito Demetri ripetere quella massima tante di quelle volte nel corso della sua adolescenza da averla fatta propria senza neanche rendersene conto. Era a lei, principalmente, che doveva il suo sangue freddo e il distacco con cui affrontava la maggior parte delle situazioni spinose, così come la pazienza di attendere mesi o anni il sopraggiungere del classico momento propizio per poter colpire con la sicurezza di fare più danni possibili. In passato quel modo di essere le aveva portato più vantaggi che problemi almeno fino a quando il Fato non era stato così magnanimo da porre sul suo cammino Noah Pellegrino e la sua avversione per ogni tipo di vendetta. Lo amava, come non credeva che sarebbe mai stata in grado di fare, ed era fermamente convinta che per essere felice e realizzata era lui l'unica cosa di cui avesse bisogno e al diavolo tutto il resto. Certe abitudini però erano così radicate nell'animo di Tisifone da essere spontanee come respirare e questo la portava a quattro mesi dalla scoperta della vera natura della Moreau a essere ancora così adirata -per usare un eufemismo- con lei da dover cambiare strada quando ne scorgeva la figura per i corridoi di Hogwarts.

Blin Pellegrino i yego obeshchaniya.

(Maledetto Pellegrino e le sue promesse.)


Sbuffò in russo guadagnandosi un sibilo interrogativo da parte di Idra a cui non si diede la pena di rispondere per non tediare ulteriormente il suo familio. Quando Lucas era andato a cena a casa loro dopo il confronto con Julie, Tisifone si era limitata ad ascoltare il racconto dell'amico e a consolarlo al meglio delle sue possibilità, per poi urlare e inveire contro quella piccola francese bugiarda e manipolatrice non appena lei e il compagno furono rimasti soli. Noah l'aveva lasciata sfogare per poi farle promettere che non avrebbe messo in atto nessuno dei piani sadici e fantasiosi che aveva appena finito di enunciare perché non avrebbero portato giovamento a nessuno, Lucas in primis. Così si era ingoiata il proprio orgoglio e aveva continuato a vivere la sua vita a Hogwarts come se Estelle non esistesse, facendo irruzione nell'ufficio della cugina -quante volte Monique era stata costretta a sentire la frase "ti avevo detto che di quella non ci si deve fidare"?- quando la situazione diventava per lei insostenibile. La capacità di portare rancore per un tempo indefinito unito all'impossibilità di scaricare la rabbia repressa infatti rappresentavano un mix esplosivo che metteva a dura prova il suo autocontrollo. Quella sera però la VicePreside era impegnata con il suo consorte così Tisifone aveva ripiegato su una lunga e rilassante passeggiata in riva al lago, approfittando dell'occasione per lasciare Idra libera di scorazzare per la Foresta Proibita alle sue dimensioni naturali, 180 cm di pitone. Avvolta in un leggero mantello di lino per proteggersi dal venticello che spirava nelle vicinanze del Lago Nero con il cappuccio tirato su a coprire la testa senza celarne i lineamenti, Tisifone si era fermata sul limitare della Foresta, una mano appoggiata a un tronco e lo sguardo fisso di fronte a sé a contemplare il tramonto sull’acqua.

Immagine


A un tratto un rumore, come di rami spezzati, preannunciò l’arrivo di qualcuno e istintivamente la Divinante fece un passo indietro, sfruttando la penombra della Foresta e i giochi di luce del sole morente per celarsi alla vista del nuovo arrivato, la mano libera che accarezzava il legno familiare della bacchetta nascosta tra le pieghe del mantello. Erano pur sempre fuori dai confini di Hogwarts e questo voleva dire che avrebbe potuto trovarsi di fronte chiunque e non necessariamente qualcuno armato di buone intenzioni.
Ultima modifica di Tisifone il 17/04/2014, 13:48, modificato 1 volta in totale.
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Messaggioda Estelle » 08/04/2014, 12:05

[Metà Marzo 2018 - ore 19.05 - in Riva al Lago Nero]

Marzo. Come volava il tempo.
Un attimo prima era appena tornata ad Hogwarts, e la sua vita era radicalmente cambiata. Un attimo dopo, si accorgeva di come avesse trascorso due anni lì senza averci neanche pensato davvero. Come volava il tempo.
Le piaceva marzo. Era un mese bizzarro, che riusciva a dare ben poche certezze sul clima. Un giorno pioveva, il giorno dopo splendeva un sole caldo e accogliente. Era un po' come l'umore delle persone: bastava una minima cosa per poterlo cambiare radicalmente. Un po' come lei, che si portava l'umore dietro in base a come si svegliava, e le bastava anche una minima cosa per chiudersi ancor più in se stessa.
Quella era una giornata come quelle. Era tutto cominciato bene, la sua vita procedeva come sempre, solita routine. Aveva lavorato, lavorato e poi ancora lavorato. Ultimamente, le serviva molto per distrarsi. Nel tempo libero, poi, cucinava, o passeggiava per Hogsmeade.

Si sentiva un po' sola ora che.. ora che cosa? Che Lucas non era con lei?
Già, Lucas. Capitolo chiuso, no?
Non lo sapeva ancora. Le sembrava di non averlo superato ancora, se comunque ci pensava, ma in realtà dentro di sè sapeva di averlo già fatto. Non si era visti per mesi, e ciò forse l'aveva aiutata. E non era più un'ossessione, come per i primi giorni; ora era solo un lontano ricordo.
Ma ora era pronta per ricominciare?
Si sorprese nel pensarlo, e soprattutto nel darsi una risposta affermativa. Era successo, aveva avuto una storia importante con un uomo che per lei era altrettanto importante. Era successo, era questo l'importante. Non se ne pentiva, ma non ne portava rancore. Si andava avanti.

Si stupì nell'essere positiva, quella sera.
Forse era il vento. Forse erano gli alberi che frecciavano veloci accanto a lei.
Correva da un'ora già. Non se n'era accorta neanche, tanto le sembrava piacevole. Sorrise tra sè, mentre lentamente rallentava, dopo aver superato il lago nero. Il caldo della corsa cominciava a farsi sentire, ed anche la stanchezza.
Man mano che rallentava, si accorse di aver superato giusto di un metro - o due - il limite della Foresta Proibita. E non era affatto quella la sua destinazione. In realtà, aveva cominciato a correre senza una meta precisa, e poi presa dall'entusiasmo e dalla bellezza di quel paesaggio aveva continuato a correre senza neanche accorgersene, sentendosi finalmente libera da ogni peso, mentale e fisico.

Tsk.. e meno male che doveva essere una corsetta..

Immagine

Pensò tra sè, guardandosi attorno un attimo. Era appena le 19 passate, ma anche all'inizio della Foresta non c'era abbastanza luce. Era alquanto inquietante.
Ripreso fiato, diede le spalle alla foresta e corse nella parte opposta, intenta a tornare al castello.

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Messaggioda Tisifone » 10/04/2014, 15:22

Non puoi essere talmente crudele da mettere così alla prova il mio autocontrollo.

Fu quello il primo pensiero, indirizzato al Fato, che attraversò la mente di Tisifone mentre, nascosta dietro a un albero al limitare della Foresta Proibita, osservava la causa della sua irritazione e malumore correre a una manciata di metri da lei. La mano che era scattata in direzione della bacchetta per proteggersi da un eventuale pericolo era ancora lì, tra le pieghe del mantello lasciandosi tentare dal calore familiare del legno. Sarebbe stato facile colpirla alle spalle con un incantesimo non letale e lasciarla lì tutta la notte in balia delle creature che abitavano la Foresta o in alternativa mettere alla prova l'apparato digerente della Piovra Gigante gettandola nel lago. Il suo spirito Verdeargento ghignava di fronte a tali scenari ma purtroppo o per fortuna il lato Grifondoro della famiglia era troppo fortemente radicato in lei per permetterle di venire meno a una promessa fatta senza essere stata debitamente attaccata.

Sssszmeya mossszhet polssszti k sssberegu ossszera i ossstanovit'sssya, yesssli esssto neobssskhodimo, po doroge , yesssli vy versssnetesss' ?
(Serpentello potresti strisciare verso la riva del Lago e sbarrarle, nel caso, la strada se torna indietro?)


Sibilò a Idra senza un motivo specifico: non aveva ancora deciso se palesarle la propria presenza e quindi rivolgerle la parola ma non voleva, in caso, essere costretta a urlare per attirare la sua attenzione.

Ya sssmogu s"yessst' ?
(La posso mangiare?)


Chiese il pitone e Tisifone avrebbe giurato, anche se non era possibile, di aver sentito un ringhio basso accompagnare quella domanda a dimostrazione di come l'odio verso la Moreau fosse pienamente condiviso.

K sssozhalesssniyu, net ...
(Purtroppo no...)


Rispose la donna, soffocando un risolino, prima di muoversi il più silenziosamente possibile tra gli alberi, per avvicinarsi, in linea d'aria, al punto in cui Estelle aveva interrotto la propria corsa e successivamente rivolgere verso se stessa la punta del proprio catalizzatore per castare un Visibula Noctambulus. Il sole era ormai tramontato e la sera stava avvolgendo la natura tra le sue spire scure cosa quella che, in condizioni normali, le avrebbe impedito di scrutare indisturbata il profilo dell'Infermeria alla ricerca di qualche segno di sofferenza per ciò che era accaduto o di pentimento per ciò che aveva fatto. Era stato quello, il vederla muoversi per Hogwarts con naturalezza, con quella espressione da santarellina con cui ingannava tutti, senza esternare un minimo di vergogna, che aveva alimentato la sua intolleranza nei confronti della francese. C'era da dire, però, che Tisifone non era esattamente l'incarnato dell'oggettività in quel caso specifico e che le sue valutazioni sull'atteggiamento che la Moreau aveva tenuto a scuola in quei mesi erano totalmente soggettivi e, perchè no, anche un po' sviati dalla convinzione che ci fosse lei dietro alla catastrofe che le aveva distrutto la vita e sopratutto la dignità. A nulla erano valse le obiezioni, tutte peraltro valide, che Monique aveva sollevato per smontare quella tesi: se aveva avuto ragione sull'inaffidabilità della francese una volta perchè avrebbe dovuto sbagliarsi proprio in quel caso? Chi li assicurava che fossero stati i sensi di colpa e la paura di essere costretta da Julie a onorare il patto che avevano stretto a farle lasciare Hogwarts? O che a Lille non si fosse dilettata di Arti Oscure? Non che la stimasse una strega così potente da poter padroneggiare incanti complessi sconosciuti persino alla cugina, ma sapeva anche che esistevano intrugli alchemici e pozionistici capaci di trasformare un magonò in un mago maldestro. Per non parlare del fatto che a lei, quando si erano incontrare in Infermeria aveva assicurato con un aria innocente e sincera che se ne era andata solo perchè la famiglia veniva prima di tutto.

Potrebbe solo voler salvare le apparenze, dopotutto é il suo posto di lavoro.

Le ripetè la sua coscienza con la voce ragionevole di Noah da cui sembrava aver assorbito in parte il concetto di "beneficio del dubbio", qualcosa di meno del dare fiducia a tutti e qualcosa di più del semplice non lasciarsi guidare dalle apparenze.

Adesso però é sola.

Borbottò tra sé soddisfatta e irritata allo stesso tempo da ciò che vedeva, o che voleva vedere, e cioè una giovane donna che contemplava con aria serena il panorama intorno a sè. Non appena Estelle si fosse girata per riprendere a correre in direzione del Castello avrebbe notato a poca distanza da lei un pitone di 180 cm che, sollevato sulle spire anteriori, la osservava immobile senza apparenti cattive intenzioni. Sperando che quella visione l'avrebbe quantomeno rallentata, Tisifone abbandonò la protezione degli alberi e, le mani incrociate in grembo nascoste sotto il mantello, la destra avvolta intorno alla propria bacchetta, fece alcuni passi calmi e misurati nella sua direzione, rimanendo però alle sue spalle così che si trovasse "tra due fuochi".

Buona sera Signorina Moreau...

Benchè pronunciato con un tono di voce contenuto, il saluto sarebbe riecheggiato in maniera chiara nel silenzio che avvolgeva il luogo, palesando così all'Infermiera la presenza della Divinante.

Una serata stupenda per una passeggiata, non trova? - avrebbe continuato se l'altra si fosse fermata, con un'aria serena, compiendo altri passi in avanti prima di fermarsi e portare la mano libera a coprire la bocca in una imitazione quasi perfetta di un'espressione sconcertata - Oh mi scusi... sono stata così indelicata ... forse ritiene sconveniente che una sgualdrina le rivolga la parola...

Ironica, tagliente, come lo sguardo affilato che le stava rivolgendo. Si, Lucas non le aveva nascosto nulla di quello che aveva scoperto, neanche l'opinione per nulla gratificante che l'Infermiera sembra avere di lei.
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Messaggioda Estelle » 11/04/2014, 10:55

Si stava facendo buio, e se si considerava il fatto che si trovasse al limite della Foresta Proibita sentiva di avere un motivo in più, oltre che per la stanchezza e la voglia di un bagno caldo nel calore del suo loft, per tornare indietro sui suoi passi.
Qualcosa non andava. Erano mesi che aveva quella sensazione, forse perchè d'un tratto la sua vita, come sempre, si era capovolta, questa volta in peggio, portandole solo mille motivi per scappare, di nuovo. Ma questa volta non ne aveva intenzione. Non c'era nulla a trattenerla, se non il suo lavoro, e la voglia di costruirsi una nuova vita, differente dal suo precedente soggiorno ad Hogwarts. Una nuova vita lontana da tutte le vecchie distrazioni.
Ora che la verità era tornata a galla, poteva davvero ricominciare. Non sarebbe stato facile perchè i sensi di colpa se li sarebbe sempre portati dietro, ma ora non aveva più segreti, e poteva sentirsi libera da ogni sofferenza.
Perlomeno così sperava.

Riprese le forze per potersi cimentare in un'altra corsa, diede ancora uno sguardo alla Foresta attorno a sè. Era inquietante, soprattutto per lei che non tanto apprezzava il buio, e soprattutto l'essere sola in uno spazio tale. Doveva fare in fretta, prima che la sera cominciasse a calare, e allora sì che non avrebbe potuto vedere nulla.
Diede quindi le spalle alla Foresta, ma prima di mettersi in cammino raccolse i capelli biondi in uno chignon, velocemente. Non era perfetto, ma le avrebbe tenuto i capelli lontano dal viso. Poi.. corse.

Ebbe il tempo di percorrere qualche metro, poi la sua corsa si interruppe. Qualcosa le bloccava le strada, e sicuramente aveva modo di fare qualche deviazione, ma capì improvvisamente di non potere. Di fronte a sè aveva un pitone, grande due metri, forse meno, ma grande abbastanza da bloccarle le strada. Qualsiasi sua deviazione sarebbe stata notata e per la sua lunghezza avrebbe raggiunto in fretta il punto per bloccarle di nuovo la via.
Non seppe che fare. Semplicemente restò immobile ad osservare l'animale, che non sembrava avere intenzione di attaccarla, ma semplicemente divertirsi nel bloccarla.
Ma a quale scopo poi? Sicuramente non avrebbe potuto bloccarla per sempre. O forse sì? Per un attimo la attraversò il timore di dover restare tutta sola in quella Foresta per ore e ore, e sicuramente non ne sarebbe uscita viva. Sapeva perfettamente che la Foresta non era il luogo più sicuro di Hogwarts.
Azzardò un passo. Il pitone si mosse con lei, ma non riusciva a vedere in che direzione. Una via di uscita era bloccata, ma forse poteva ancora contare sull'altra, esattamente il punto da cui aveva ripreso la sua corsa.

Buona sera Signorina Moreau...

Non ebbe il tempo di girarsi, non appena avuta l'idea di lasciare la Foresta dalla parte opposta, che quella voce - sapeva chi era - improvvisamente le fece capire di essere in.. trappola. Molto astuto da parte della Divinante, ed anche molto poco dignitoso.
Evitò di sorridere, non volendo peggiorare ulteriormente le cose. A parte l'astio che entrambe provavano nei confronti dell'altra, Estelle aveva comunque sempre pensato che Tisifone fosse una donna forte, ed anche matura, una che magari non sarebbe mai stata capace di affrontarla in quel modo.

Una serata stupenda per una passeggiata, non trova?

Non rispose, sapendo che sicuramente non finiva lì. Ma che intenzioni aveva? Sicuramente, lo avrebbe scoperto ben presto.
Non era un caso che avesse di fronte proprio Tisifone Samyliak, lo sapeva perfettamente. Aveva sempre saputo che prima o poi avrebbe dovuto affrontarla, e purtroppo non voleva neanche pensare al perchè, perchè questo, sicuramente, avrebbe implicato un certo rapporto tra la Divinante e il suo ex compagno.

Oh mi scusi... sono stata così indelicata ... forse ritiene sconveniente che una sgualdrina le rivolga la parola...

E quindi, purtroppo, doveva pensarci.
Anche se una parte di lei sapeva che Tisifone non poteva di certo restare all'oscuro dell'ultima vicenda che li aveva coinvolti, le dispiaceva. Anzi, non riuscì a non sentirsi ferita.
Quando aveva scelto di uscire con Lucas sapeva che per lui non era stata facile la rottura con Tisifone, nè che comunque sarebbe potuta scomparire così in fretta dalla sua vita. Lo sapeva perfettamente, ed aveva scelto comunque di stare con lui, un po' egoisticamente, scegliendo anche di non pensare al passato, ma semplicemente di godersi il futuro assieme. Ma ora aveva la verità di fronte, quel timore che aveva sempre avuto e che Lucas, a suo modo, non aveva mai pensato di cancellare.
Avevano ancora dei rapporti; come non pensarlo? Come aveva potuto essere così stupida da non pensarci?
Ma soprattutto.. come aveva potuto Lucas nasconderle una cosa simile?
Ma forse, ciò che la feriva di più, era il pensiero che Lucas avesse detto di amarla, ma allo stesso tempo provava ancora qualcosa per Tisifone.
Forse si sbagliava, forse no.
Sicuramente, Lucas era un caso chiuso e non avrebbe mai potuto affrontarlo. Era un caso chiuso da un po', ed era anche stata una sua scelta. Non lo aveva deciso lei. Quindi, ognuno viveva la sua vita.
Ma questa volta, per Estelle era davvero cambiato qualcosa.

Esattamente il clima giusto per una passeggiata. Nel mio caso, una corsa, ma purtroppo ho sbagliato strada. - Rispose, tranquilla, tralasciando l'ultima frase di Tisifone. Aveva la certezza che Tisifone sapesse anche lei tutta la verità, e sicuramente Estelle poteva spiegarle tutte le sue ragioni e magari anche dirle che le dispiaceva, perchè in fondo lo aveva fatto per rabbia, e l'aveva descritta in quel modo per lo stesso sentimento. Ma sarebbe stato inutile. Tisifone, ormai, l'aveva già condannata, e lei non avrebbe potuto farci nulla. - E lei? Cosa l'ha portata qui?

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Messaggioda Tisifone » 11/04/2014, 18:01

Aveva chiesto a Idra semplicemente di strisciare in direzione di Estelle per costringerla a rallentare la sua corsa, in modo che lei avrebbe potuto attirare la sua attenzione senza dover alzare la voce – cosa che la infastidiva enormemente. Non aveva riflettuto sul fatto che l’altra potesse non riconoscerla viste le dimensioni naturali certo ma non usuali – quando stavano nei confini di Hogwarts vicino agli studenti Idra era sottoposta a un incantesimo di contenimento – o che si potesse spaventare considerata la vicinanza con la Foresta Proibita e l’ora tarda, né che il suo familio potesse mostrarsi aggressivo o fraintendere la sua richiesta. Quando vide la schiena della Moreau – perché si trovava di fatto alle sue spalle – spostarsi in avanti nel tentativo di aggirare il suo pitone e quello muoversi di riflesso, strisciando nella stessa direzione della donna, ebbe timore per un attimo o due che Idra la potesse davvero attaccare per punirla di aver fatto soffrire “quel cucciolo d’uomo così dolce”. Affrettò quindi il passo non per salvare Estelle da una probabile morte abbastanza dolorosa quando il suo familio dal compiere un atto che avrebbe messo entrambe in un mare di guai per poi palesare la sua presenza con un saluto allo stesso tempo educato e gelido. Trovandosi così, intrappolata tra due fuochi, l’Infermiera avrebbe potuto pensare di essere caduta in una imboscata, in un qualcosa di premeditato, quando invece era stato solo colpa del Caso – o meglio del Fato dal punto di vista della Divinante – se tutte e tre si trovavano lì quella sera. Si avvicinò ancora di un paio di passi, mantenendo però sempre una certa distanza, lo sguardo fisso sul volto dell’altra nel tentativo di coglierne le sfumature e comprendere cosa le stesse passando per la mente. Sapeva che quella sorta di resa dei conti sarebbe arrivata? O si era illusa di poter continuare la sua finta vita perfetta senza dover mai renderle conto delle sue azioni? Forse la giudicava troppo debole per poter esigere rispetto e delle scuse? O peggio, una inutile pedina da muovere a proprio piacimento sulla scacchiera che lei e Julie aveva predisposto?
Strinse con rabbia la mano sinistra a pugno, intorno alla stoffa interna del mantello in modo che l’altra non potesse vedere quel gesto, per poi rivolgerle la parola con un tono di voce pacato e volutamente caustico e cattivo per scuotere l’altra e vedere se fosse finalmente uscita allo scoperto.

Esattamente il clima giusto per una passeggiata. Nel mio caso, una corsa, ma purtroppo ho sbagliato strada. E lei? Cosa l'ha portata qui?

Non rispose subito, restando in attesa di una qualche reazione alla frecciatina neanche troppo velata che le aveva scoccato e quando il silenzio che seguì la domanda di Estelle le rese chiaro che non ce ne sarebbe stata alcuna, Tisifone le rivolse uno sguardo pieno di disgusto. Forse era per l'educazione ricevuta o per le esperienze che ne avevano forgiato il carattere, fatto sta che la Divinante non poteva concepire che potesse esistere una persona così priva di spina dorsale o di amor proprio da non sentire il bisogno di scusarsi o avere il coraggio di dirle finalmente in faccia quello che pensava di lei, senza remore. Paradossalmente avrebbe avuto maggior rispetto di quella donnetta se l'avesse mandata cordialmente a quel paese o se avesse tentato di schiantarla.

Si ha decisamente sbagliato strada, la Francia dovrebbe essere in quella direzione. - si risolse a dire alla fine, spostando lo sguardo dal viso della francese alla superficie lievemente increspata del lago indicando con un cenno del capo un punto indefinito verso l'orizzonte dal lato opposto rispetto alla Foresta e al Castello - In realtà mi ha sorpreso molto rivederla a Hogwarts in questi mesi. Credevo avrebbe avuto almeno il buon gusto di non aggravare una situazione già di per sé pesante imponendoci la sua presenza - non stava parlando a nome di Lucas, non ne avrebbe avuto alcun diritto, ma nella sua visione del mondo le cose per lui sarebbe state meno difficili se non avesse dovuto girare per il Castello con il timore di incontrare la causa della sua sofferenza.- Hummm.. no, in effetti sarebbe stato troppo pretendere un po’ di correttezza da una persona come lei. – si corresse subito dopo facendo anche finta di averci dovuto riflettere - Una ex Corvonero, giusto? - chiese prima di proseguire - Una delle poche dimostrazioni che anche il Capello Parlante può sbagliare. Conosco molti Serpeverde che ammirerebbero la sua totale mancanza di morale e la sua capacità di manipolare gli altri... Mi chiedo cosa Lucas abbia trovato in lei.

Aggiunse e non appena ebbe pronunciato il nome dell'amico l'espressione del suo viso come il tono di voce si addolcirono all'istante, incurante di quale conclusione l’altra avrebbe potuto trarre da quel cambio improvviso. Attese quindi che la Moreau commentasse in qualche modo le sue parole prima di continuare.

In ogni caso, per rispondere alla sua domanda – giusto per non sembrare maleducata – Ero venuta in cerca di un po’ di tranquillità prima di dover affrontare il caos della Sala Grande… - e storse un po’ il naso perché a quel tipo di confusione non sarebbe riuscita ad abituarsi mai – Un effimero palliativo quando ciò che si desidera è solo tornare a casa da chi si ama, non crede?
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Messaggioda Estelle » 12/04/2014, 16:49

Era davvero tutto così strano, ma allo stesso tempo non lo era davvero. La cosa che la sorprendeva di più era come il Destino, ancora una volta, le stesse giocando uno scherzo meschino. Prima Julie, poi Lucas che sceglieva di stare con Tisifone, poi la sua partenza, poi il ritorno. Poi di nuovo Lucas, di nuovo Julie e di nuovo Tisifone.
Ma cosa aveva sbagliato? Perchè il Fato le stava dando quella punizione quando lei non si sentiva di aver commesso grandi errori?
Certo, l'unico errore di cui si pentiva davvero era di aver mentito a Lucas, l'unico uomo che avesse mai amato davvero e con sincerità. Lo aveva ferito, e questa era una cosa che non si sarebbe mai perdonata. Ma quello era stato il suo errore, quella scelta commessa anni prima - il patto con Julie e la partenza - e poi la menzogna. Ma, per il resto, ne era rimasta fuori, e mai aveva deciso di intromettersi nella loro vita privata.
Forse, a questo Tisifone non ci era ancora arrivata, forse troppo arrabbiata nei suoi confronti per poterle dare il beneficio del dubbio. Ciò la riportò alla consapevolezza di non poterle neanche spiegare, ma anche al pensiero che Tisifone non meritava neanche le sue scuse, o le sue spiegazioni. Nessuno le meritava quando decideva di colpevolizzare qualcuno senza ascoltare le versione da entrambe le parti. Si era fidata del giudizio di Lucas - ed era anche vero che Lucas era a conoscenza di tutto quanto - ma era giù dal primo giorno, e da quella specie di relazione che inizialmente si stava formando tra lei e Lucas, che Tisifone aveva provato un grande odio nei suoi confronti. Non poteva di certo ammettere il contrario, viste le ben poche conversazione avute. Naturalmente, si poteva dire che la cosa fosse reciproca anche per la Corvonero, ma in realtà non era così. Certo, non sarebbero mai potute diventare grandi amiche, ma Estelle non era mai partita prevenuta, anzi aveva sempre cercato di essere aperta a qualunque approccio. Poi era stata una decisione solo di Tisifone quella di non averne neanche uno.
Perchè era sempre lei a decidere di essere carina con tutti, ma alla fine tutto le si ritorceva contro? Si ritrovò a pensare che fosse un modo del Fato per dirle che quella non era la sua vita,che tornando ad Hogwarts aveva sbagliato. Forse non era quello il momento per tornare.
Eppure lo aveva fatto, ed erano anche trascorsi degli anni da quando era tornata. Ed era andato tutto bene. Fino a novembre dell'anno precedente, almeno. Ma poteva davvero abbattersi? Ormai era successo, ormai era lì e non poteva scappare ancora dalle sue paure e da quei sentimenti contrastanti che la riempivano e la rendevano confusa più che mai. Non poteva partire ancora, egoisticamente - come lo aveva definito Lucas - e fuggire da tutto in un solo istante. Era cresciuta dall'ultima volta ed aveva anche imparato molto. Non poteva e non lo avrebbe fatto, anche perchè il suo lavoro comunque le piaceva, ed anche la vita che si stava costruendo.

Si ha decisamente sbagliato strada, la Francia dovrebbe essere in quella direzione.

Maleducata e davvero immatura.
Sorrise di quei suoi pensieri, un sorriso celato naturalmente. Di certo non voleva farla indispettire maggiormente.
Sorrideva perchè davvero non si aspettava un colpo così basso da parte della Divinante, ritenendola una davvero più matura, e non invece la ragazzina che ora le era di fronte e, in qualche modo, le stava semplicemente dicendo di andare via. Come se non lo avesse capito.
E quanto avrebbe voluto accontentarla. Ma non sarebbe tornata in Francia. Semplicemente avrebbe voluto andare via dalla Foresta e lasciarla sola, e soprattutto non doverla più affrontare. Ma, ancora più immaturo, le aveva sbarrato la strada, come se non sapesse che il pitone le apparteneva.

In realtà no. E' dalla parte opposta.

Rispose subito dopo, sorridendo tra sè.
La situazione la divertiva ed allo stesso tempo la intimoriva. Sapeva che Tisifone avrebbe potuto avere altri mezzi per farla soffrire - come se già non soffrisse abbastanza - e lei di certo non avrebbe reagito. La bacchetta l'aveva con sè, ma la coscienza le diceva di non esagerare e non rispondere, e soprattutto, come le ricordava suo padre, di non abbassarsi a certi livelli.

In realtà mi ha sorpreso molto rivederla a Hogwarts in questi mesi. Credevo avrebbe avuto almeno il buon gusto di non aggravare una situazione già di per sé pesante imponendoci la sua presenza.

Si sorprese nel sentirla parlare al plurale, come se avesse il potere e soprattutto il permesso di parlare anche per Lucas.
Le ricordava molto Mrs Robinson nella trilogia di "Cinquanta Sfumature", la donna adulta che aveva violato un quindicenne e che, anche quando il ragazzo era ormai cresciuto, credeva di poter avanzare mille pretese su di lui, anche quando non aveva alcun diritto o permesso.
Sorrise nel pensare a ciò, ma allo stesso tempo infastidita da così tanta audacia.
Lucas aveva parlato con lei di ciò?
A lei, l'ultima volta che si erano incontrati, aveva giurato che tra loro sarebbe cambiato tutto, ma che la gentilezza non gli sarebbe mai mancata. E che quindi se l'avesse vista per i corridoi l'avrebbe salutata normalmente.
Ma aveva mentito? Non poteva saperlo. Ad ogni modo Estelle lo intuiva, e se ne sentiva ancora più ferita. Perchè il confronto con Tisifone si stava trasformando in una sofferenza maggiore? O era proprio questo il suo scopo?
Sofferenza o no, comunque, non poteva giocarsela così e non poteva mostrarsi debole, anche perchè, se da un lato si sentiva ferita anche da quell'uomo che aveva tanto amato e che ora non sapeva più chi fosse, dall'altro si riteneva fortunata per come fossero andate le cose. Perlomeno, ora Lucas non era più suo, e lei era libera. Non dovevano confrontarsi e non dovevano vedersi. Perchè soffrire allora?

Nessuno ha sembrato non gradire. Quindi non vedo dove sia il problema..

Non volle entrare ancor più nel merito. Anche perchè lei aveva le sue buone ragione per restare a Hogwarts e soprattutto Tisifone poteva disprezzarla quanto voleva, ma ciò non le dava alcun permesso di muovere pretese su di lei e sulla vita che voleva condurre.
Lei era libera di restare, così come era libera di andare via. E, ad ogni modo, nessuno la odiava, nessuno a parte Tisifone Samyliak. Il problema era suo.

Hummm.. no, in effetti sarebbe stato troppo pretendere un po’ di correttezza da una persona come lei. Una ex Corvonero, giusto? Una delle poche dimostrazioni che anche il Capello Parlante può sbagliare. Conosco molti Serpeverde che ammirerebbero la sua totale mancanza di morale e la sua capacità di manipolare gli altri... Mi chiedo cosa Lucas abbia trovato in lei.

Me lo sono sempre chiesta anche io.

Tisifone sembrava davvero troppo coinvolta nella vita di Lucas. E ciò la portò ancora una volta a chiedersi per quale motivo Lucas non avesse rotto i ponti con lei. Lei, comunque, glielo avrebbe mai chiesto? Beh, Estelle non era mai stata così, ed aveva sempre lasciato tutto le libertà di cui aveva bisogno. Non avrebbe mai potuto chiedergli di non vedere più la Samyliak, anche se lo aveva sempre desiderato.
Ma non era una sua scelta.
Ad ogni modo, non aveva alcuna intenzione di entrare nei particolari, e se davvero Tisifone era interessata a sapere per quale motivo Lucas avesse deciso di frequentarla, per quanto le riguardava poteva chiederlo benissimo a lui. Lei, ad ogni modo, si poneva la stessa domanda, soprattutto avendo di fronte una Tisifone ben diversa da come Lucas l'aveva descritta. Ma era quella la donna di cui Lucas si era innamorato, una volta? Non lo sapeva e non poteva saperlo. Ma, comunque, non le interessava.

In ogni caso, per rispondere alla sua domanda.. Ero venuta in cerca di un po’ di tranquillità prima di dover affrontare il caos della Sala Grande… Un effimero palliativo quando ciò che si desidera è solo tornare a casa da chi si ama, non crede?


Certo. E' il desiderio di tutti.

Tisifone puntava proprio a quello. Voleva vederla soffrire,e per farlo puntava alle sue debolezze. Immatura.
Sapeva farlo bene, ma Estelle, anche nella sua solitudine, poteva contare su qualcuno, e non si sentiva mai così triste per questo. Molte persone erano scomparse dalla sua vita - prima Ferdy, poi Alya, poi Lucas - ma niente poteva abbatterla. Perchè per una fine c'era sempre un nuovo inizio.
Ad ogni modo, le sembrava strano che qualcuno potesse amare Tisifone Samyliak. Quanto era strana la vita.

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Messaggioda Tisifone » 12/04/2014, 22:47

Ammettiamolo. Estelle Moreau non le era mai piaciuta fin da quando l’aveva vista la prima volta nell’ufficio della cugina durante l’incontro con il corpo docenti di Hogwarts di cui aveva accettato di fare parte. Una diffidenza a pelle di cui all’inizio ignorava la causa – e a dirla tutta i primi tempi non era neanche interessata a ricercarla, così come non era interessata a nulla di ciò che accadeva al Castello con esclusione delle lezione e dei suoi compiti come CapoScuola – e che con l’evolversi degli eventi non aveva fatto altro che radicarsi in lei, alimentata da quelle che credeva essere delle valide ragioni. In fondo anche lei era umana – anche se non tutti sarebbero stati d’accordo su questa affermazione – e in quanto tale non era immune da sentimenti come l’amore – che Lucas aveva risvegliato nel suo cuore inaridito dalle tragiche esperienze del passato – la gelosia – perchè, come aveva scoperto in un secondo momento, lei e la francese per un periodo erano state in competizione per conquistare il cuore di Turner – l’invidia – perché non era cieca né ipocrita e in quanto tale non poteva né voleva negare che l’altra fosse più bella, oltre che più giovane, di lei – e soprattutto l’odio. Questo era il sentimento che la Divinante provava nei confronti della donna che aveva adesso di fronte, un odio cocente che aveva spazzato via sia la diffidenza iniziale che l’educata indifferenza con cui l’aveva trattata dopo che, a torto, aveva creduto che potesse rendere felice Lucas. E come avrebbe potuto non odiarla quando si era dimostrata così subdola, meschina ed egoista da aver tramato alle loro spalle pur di ottenere quello che voleva, infischiandosene del dolore e della sofferenza che le sue azioni avrebbero inflitto? Come poteva non odiarla in quel momento quando, pur essendo da sole, lontano dalla vista di chiunque avrebbe potuto giudicarle, quella continuava a fare finta di nulla, di ignorare le sue frecciatine e a comportasi come l’ingenua ragazzina che non era? Impossibile. E se non poteva assecondare il suo spirito Serpeverde, se non poteva Cruciarla o Schiantarla, almeno poteva sfogarsi verbalmente su di lei iniziando con il rammentarle in maniera non troppo velata che lì a Hogwarts non era la benvenuta.

In realtà no. E' dalla parte opposta.

Una risatina priva di alcun divertimento scaturì dalle labbra della Divinante, donandole probabilmente un’aurea un po’ inquietante. Quella era la risposta più inutile che le avessero mai dato, pronunciata con il tono più piatto – o almeno così era suonato alle sue orecchie – che avesse mai sentito e che le fece sorgere un dubbio. Che tutto quel suo essere sempre carina e gentile con tutti, accondiscende tanto da far credere di non avere una personalità propria – perché pur rimanendo nell’ombra Tisifone l’aveva osservata molto, con occhio critico, fedele agli insegnamenti di Demetri secondo cui una intuizione andava approfondita e sviscerata fino a non quando non diventava una prova o una facezia – nascondesse un animo da sottomessa? Che non reagisse non perché non ne fosse in grado ma perché traeva godimento dall’essere trattata male? Di persone così durante il periodo che aveva vissuto a Francoforte ne aveva incontrate molte e alcune si erano dimostrate essere anche dei “giocattoli” davvero divertenti. Poteva la Moreau essere annoverata tra questi? Riprese a parlare con un tono tagliente e offensivo, accusandola di essere egoista e menefreghista, mentre il suo sguardo, privo di qualsiasi emozione, scorreva lungo tutto il corpo alla ricerca di un qualche segnale standard che potesse farle comprendere se avesse ragione o meno.

Nessuno ha sembrato non gradire. Quindi non vedo dove sia il problema..

Confondere la fredda educazione con il gradire è un errore grossolano per una ex Corvonero – tenne a precisare, facendosi un appunto mentale di scusarsi successivamente con Lucas per star volontariamente insinuando nell’altra il dubbio che a lui di lei non gliene fregasse nulla. In realtà Tisifone non sapeva esattamente in che termini i due erano rimasti, dopotutto non erano fatti suoi né aveva chiesto all’amico delucidazioni, limitandosi a rammentarli che lei, loro, ci sarebbero sempre stati per lui, di qualsiasi cosa avesse avuto bisogno – In ogni caso in pochi si sono accorti della sua partenza la prima volta e probabilmente ancor meno avranno a soffrire per una sua seconda scomparsa.

Era un colpo basso quello e ne era consapevole perché giocava sul fatto che molti dei docenti in carica quando lei era tornata a Lille non insegnavano più a Hogwarts e i nuovi erano lì da troppo poco tempo per potere avere già stretto un forte legame di amicizia con loro. E poi chi le assicurava che qualche indiscrezione sulla sua doppia natura, sul suo essere falsa e bugiarda, una persona di cui non ci si poteva fidare, non fosse trapelata? Mentre rinfacciava a Estelle tutte quelle “belle qualità”, Tisifone si ritrovò a porre ad alta voce una domanda che la assillava da un po’ e a cui non era ancora riuscita a trovare una risposta perché Lucas non era il tipo d’uomo capace di stare con una donna solo perché aveva delle belle curve su cui divertirsi – e in cuor suo sperava che dopo questa batosta continuasse a non esserlo.

Me lo sono sempre chiesta anche io.

No. Non era una sottomessa, era semplicemente vuota, priva di qualsiasi spessore, una bambina viziata e capricciosa capace di alzare la testa solo quando le si viene sottratto qualcosa che desiderava ardentemente. A quella considerazione, del tutto personale, una rabbia sorda iniziò a montare dentro l’animo di Tisifone facendole desiderare di poterla trattare di conseguenza. Si sentiva presa in giro, sbeffeggiata da quel comportamento così distaccato e menefreghista, come se tutto ciò che era accaduto fosse un semplice incidente di percorso di cui non valeva la pena preoccuparsi perché tanto nessuno gliene avrebbe chiesto conto. Prese un respiro profondo, per tentare di tenere sotto controllo la rabbia, e aggrappandosi all’educazione ricevuta rispose alla domanda che l’altra le aveva fatto, lanciandole allo stesso tempo l’ennesima frecciatina per farla soffrire, ovviamente, per sfogarsi anche e perché no per cercare di ottenere una qualche reazione.

Certo. E' il desiderio di tutti.

Adesso Basta!

Urlò la sua coscienza, portata al limite della sopportazione da quella ennesima risposta vacua e priva di sostanza.

E’ questo quello che vuole? Far finta di nulla per il resto della sua permanenza a Hogwarts? Far finta che non ha tentato di distruggere la mia felicità solo per… cosa? Invidia? Gelosia? Stupido desiderio di rivalsa? – perché alla fine questo era ciò che le faceva più rabbia e che, dal suo punto di vista, rendeva doverosa una qualche spiegazione e soprattutto delle scuse. Perché alla fine se il loro piano – non bisogna dimenticare Julie – fosse andato in porto quella che ne sarebbe uscita a pezzi emotivamente parlando sarebbe stata lei, lei la pedina inutile da sacrificare sull’altare del suo egoismo e della sua lussuria – O forse il bisogno di avere qualcuno che la sbattesse regolarmente era così impellente da impedirle di rendersi conto delle conseguenze delle sue azioni?

Nessun tono pacato, nessuna frecciatina indiretta perché l’altra sembrava essere troppo stupida o troppo menefreghista per coglierne il senso, ma un attacco diretto, in piena regola, fatto con un tono basso ma duro e un linguaggio volgare che non le si confaceva ma che era tremendamente in linea con il modo in cui si sentiva in quel momento. E senza neanche rendersene conto era anche avanzata verso l’altra, sempre con le mani intrecciate sotto il mantello, ma con uno sguardo negli occhi che non lasciava presagire nulla di buono.
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Messaggioda Estelle » 13/04/2014, 11:36

Confondere la fredda educazione con il gradire è un errore grossolano per una ex Corvonero.
In ogni caso in pochi si sono accorti della sua partenza la prima volta e probabilmente ancor meno avranno a soffrire per una sua seconda scomparsa.


Ma quanto odiava quell'aria da "so tutto io", come se fosse a conoscenza di ogni minimo particolare e soprattutto di ciò che pensassero tutti al castello vedendola. Come se ciò che era successo riguardasse tutto il castello. Ed invece era proprio lì l'errore: il suo errore aveva coinvolto solo Lucas e Tisifone; perchè avrebbe dovuto interessare il resto delle persone?
Ed in più, come poteva sentirsi con la coscienza pulita mentre le stava intimando di lasciare il castello solo per un suo capriccio? Ma no, Tisifone Samyliak si sentiva tanto grande e importante da dover parlare anche a nome del resto delle persone, come se sapesse tutto di loro. Ma soprattutto di lei. Non si erano frequentate neanche un istante, non ci aveva neanche provato, ed ora provava anche a capirla, come se la conoscesse, come se fossero grandi amiche. Ex Corvonero un corno. Tisifone Samyliak non la conosceva affatto, e non sapeva nemmeno cosa significasse essere una Corvonero. E soprattutto, non poteva costringerla a fare qualcosa che non voleva, e soprattutto qualcosa che SOLO lei voleva, presa da quell'odio assurdo nei suoi confronti per non si sapeva che cosa. Certo, in quel momento poteva pensare agli ultimi avvenimenti, ma quell'odio era cominciato nel momento esatto in cui aveva preso posto come professoressa di Babbanologia. Si sentiva minacciata per caso? Non poteva crederci, anche perchè Estelle non aveva mai dato prova di essere una duellante eccellente nè di essere pericolosa. Certo, quando era studentessa frequentava il Club dei duellanti, e le piaceva anche tanto, ma una volta cresciuta aveva imparato che ricorrere alla violenza era un gesto meschino e soprattutto immaturo, privo di ogni morale. Era sempre meglio affrontare qualcuno verbalmente.
Il suo obbiettivo poi non era di certo quello di sviare la conversazione per non dover confessare ciò che aveva fatto. Se ne pentiva, questo era certo, ma Tisifone non aveva alcun diritto alle sue scuse, soprattutto in quel momento e con tutta quella finta gentilezza.
Dove voleva andare a parare poi? Certo, Estelle aveva avuto il presentimento, sin dal primo istante, che Tisifone cercasse una qualsiasi motivazione per tutto l'accaduto che si era scoperto mesi prima. Ma cosa le avrebbe portato, poi? Estelle aveva accettato quel patto, ma poi il Destino aveva deciso la sorte di Tisifone e Lucas. Estelle non aveva fatto nulla, se non accettare un patto e poi fuggire per non portarlo a termine. Non ci aveva messo nessuna impronta.

E’ questo quello che vuole? Far finta di nulla per il resto della sua permanenza a Hogwarts? Far finta che non ha tentato di distruggere la mia felicità solo per… cosa? Invidia? Gelosia? Stupido desiderio di rivalsa? O forse il bisogno di avere qualcuno che la sbattesse regolarmente era così impellente da impedirle di rendersi conto delle conseguenze delle sue azioni?

Oh, questo era davvero il culmine. Ancora quell'aria strafottente e quell'atteggiamento da tuttologa che cominciava davvero ad infastidirla. Ma se Tisifone cercava risposte, Estelle gliele avrebbe date, così da terminare al più presto quel confronto. Entrambe sarebbero state contente e magari l'avrebbe lasciata in pace, perchè in quel momento voleva solo quello.

Lei non mi conosce affatto.

Esordì, dando voce ai suoi pensieri. Pensò anche a Lucas, a cosa avesse raccontato di lei, di loro, di ciò che avevano fatto assieme. Certo, forse non nei minimi particolari - così sperava. Forse Tisifone Samyliak parlava con rabbia e non sapeva neanche che Estelle aveva mantenuto la sua verginità, perlomeno l'aveva mantenuta fino all'uomo giusto. Quindi, il suo obbiettivo non era mai stato sessuale. Ma questa piccola conquista non l'avrebbe di certo rivelata. Tisifone non aveva alcun diritto di conoscerla privatamente.

Quello che ho fatto non è stato giusto, per nessuno.. - si interruppe un istante, pensando a Lucas, soprattutto, e purtroppo anche alla donna che le stava di fronte - ..e me ne pentirò sempre. - Aggiunse, sincera, ma magari anche questo non sarebbe bastato. - Ed anche se anni fa distruggere la sua felicità poteva essere un mio obbiettivo.. ad ogni modo, quello che è successo tra lei e Lucas - cosa di cui non sono informata - non è stata colpa mia. Ho fatto quel che ho fatto, e poi sono fuggita.. da grande "egoista". - Ripetendo le parole di Lucas. Chissà che cosa stava facendo in quel momento il Tassorosso. Chissà come era contento di averla "sputtanata" a Tisifone Samyliak. Chissà.. - Voi avete continuato le vostre vite ed io non ho intralciato nessuno. Non so di chi sia stata la colpa, e non voglio entrarci in merito visto che riguarda solo voi due, ma io non ho distrutto nessuna felicità.

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Messaggioda Tisifone » 13/04/2014, 22:01

Lei non mi conosce affatto.

Forse era vero in passato. Non avevamo nulla in comune quindi perché perdere tempo a conoscere qualcosa che non si comprende né si condivide? - affermò con una sincerità disarmante. Per quanto la vicinanza di Noah aveva smussato qualche angolo del suo carattere, Tisifone era e sarebbe rimasta per sempre una persona tendenzialmente poco socievole e per nulla interessata ad ampliare il proprio ventaglio di conoscenze solo per avere qualcuno con cui bere una burrobirra o riempire i buchi vuoti della sua esistenza. Forse le persone disposte a passare del tempo con lei si potevano contare sulle dita di una sola mano, ma erano le stesse che avrebbero fatto di tutto per proteggerla e per cui lei, a sua volta, avrebbe sacrificato qualsiasi cosa pur di vederle felici. Come diceva un detto babbano: pochi ma buoni, anzi no ottimi. – Ma adesso… Le sue azioni hanno colmato tutte le lacune degli ultimi anni e hanno portato alla luce il suo vero volto.

Saccente? Prevenuta? Cieca? Egocentrica? Ottusa? Forse. Ma a costo di essere accusata anche di “fare di tutta l’erba un fascio” Tisifone non riusciva a credere che una persona per bene, priva di oscurità, potesse macchiarsi di così tanti peccati nei confronti dell’uomo che diceva di amare. Già perché ormai la Divinante metteva anche in dubbio la sincerità e la purezza dei sentimenti che la Moreau aveva millantato di provare nei confronti di Turner. Ovviamente però, quei dubbi se li teneva per sé perché non vedeva l’utilità di dover caricare l’amico anche di quel fardello.

Quello che ho fatto non è stato giusto, per nessuno....e me ne pentirò sempre.

Un barlume di stupore balenò per un secondo o due negli occhi della donna di fronte a quelle che erano, secondo lei, le più pietose scuse che fossero mai state pronunciate da strega o babbana. Forse perché in fondo non erano delle scuse, non rappresentavano un reale pentimento per ciò che aveva fatto o avrebbe voluto fare ma solo il rammarico per essere stata scoperta? Non lo sapeva, non poteva saperlo e in fondo non le interessava neanche perché tanto aveva la sensazione [Intuito(S)=37] che non sarebbe mai riuscita a ottenere nulla di più.

Ed anche se anni fa distruggere la sua felicità poteva essere un mio obbiettivo.. ad ogni modo, quello che è successo tra lei e Lucas - cosa di cui non sono informata - non è stata colpa mia.

Aver mentito con una innocenza da Oscar babbano all’uomo che diceva di amare rende difficile dar credito a qualsiasi sillaba che pronuncia, ne è consapevole?

Come dire che la sua parola di innocenza aveva lo stesso valore dell’oro dei Leprecauni.

Ho fatto quel che ho fatto, e poi sono fuggita.. da grande "egoista".

Annuì concorde per la prima volta da quando quel fortuito incontro aveva avuto luogo con qualcosa che l’altra aveva detto. Probabilmente con quel gesto spontaneo non avrebbe fatto altro che confermare i dubbi di Estelle sul fatto che Lucas le avesse raccontato ogni più piccolo dettaglio del loro scontro e della loro storia in generale. Nulla di più lontano dalla realtà e se la Moreau si fosse davvero sforzata di conoscere il ragazzo che aveva avuto accanto per tutto quel tempo lo avrebbe saputo. Turner era la persona più onesta, corretta e riservata che la Divinante avesse mai conosciuto e anche nel momento di rabbia e delusione massima non si era lasciato sfuggire troppi dettagli sulla francese – rispetto quello che non aveva avuto nei confronti dell’americana. Il motivo per cui anche Tisifone giudicava “egoista” il comportamento dell’altra era semplicemente perché per lei non esistevano altri aggettivi più adeguati per descriverla.

Voi avete continuato le vostre vite ed io non ho intralciato nessuno. Non so di chi sia stata la colpa, e non voglio entrarci in merito visto che riguarda solo voi due, ma io non ho distrutto nessuna felicità.

Se fosse stata almeno in minima parte il freddo automa babbano a cui in passato l'avevano paragonata, forse Tisifone si sarebbe resa conto subito che quell'ultima affermazione -per quanto suonasse falsa in ogni caso alle sue orecchie - non era riferita ai fatti recenti ma a quel lontano passato che tentava inutilmente di dimenticare. Ma appunto era un essere umano, per di più trascinato da quella assurda conversazione al limite della sopportazione, e fu così che senza quasi rendersene conto annullò la già esigua distanza che la separava dalla francese e, lasciata la presa sulla propria bacchetta, sollevò di scatto il braccio destro. Come se l'arto appartenesse a un'altra persona, percepì la mano aprirsi e le dita distendersi nel breve tragitto fin sopra la sua testa per poi disegnare in aria un arco mentre tentava di abbattersi [Talento(F)=13+17/d20=30] sulla guancia dell'altra. Uno schiaffo a palmo aperto, era questo ciò che il suo istinto voleva far subire all'altra e se anche la sua parte razionale era contraria a quel tipo di violenza le bastò ricordare lo sguardo spento con cui Lucas si stava approcciando alla vita per far evanescere qualsiasi debole obiezione. Indipendentemente dal fatto che lo schiaffo fosse andato a buon fine o meno, Tisifone avrebbe tentato di riportare la mano sotto il mantello e avrebbe tentato di fare un passo indietro se l'altra non glielo avesse in qualche modo impedito.

Non ha distrutto nessuna felicità? - avrebbe in ogni caso ripetuto, in un ringhio in un ringhio basso e furibondo - Per lei forse la sua storia con Lucas é stato solo un piacevole passatempo ma lui l'amava davvero e adesso grazie a lei ha l'animo dilaniato.

Strinse a pugno la mano con forza fino a farsi sbiancare le nocche e fece un profondo respiro per gettare fuori tutta la rabbia in eccesso che stava minacciando il flebile autocontrollo che aveva a stento recuperato.

Lei é solo una bambina viziata che considera le persone al pari di bambole con cui giocare a proprio piacimento. Provo una immensa pena per l'uomo che si farà irretire da quel suo finto faccino d'angelo.
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