Re: Covo dei Centauri
Inviato: 16/04/2013, 12:01
A tutto aveva pensato quando aveva deciso di trascinare Caroline Priscilla nel Covo dei Centauri tranne di poter essere attaccato da qualcosa che assomigliava a un minidrago che proprio un cucciolo di drago non era. Certo Jorge non era un esperto di Creature Magiche ma nel suo piccolo un po' di intuito l'aveva [Intuito (P)=9] e quello gli stava dicendo che non era normale che un drago strisciasse su una coda come un serpente e agitasse le zampe come se fossero braccia e cercasse solo il modo di coordinare i movimenti. In ogni caso l'analisi di quella creatura da parte del Delfino non durò che una manciata di secondi visto che subito l'essere decise di cuocere la propria cena, prima di mangiarla, lanciando loro due palle di fuoco molto temibili. Scosso dalla situazione, il suo cervellino li consigliò come reagire troppo tardi e così la palla di fuoco destinata a lui eluse l'incantesimo Freddafiamma e si abbattè sulla spalla destra, bruciando il mantello leggero e buona parte della stoffa delle divisa, sbruciacchiando leggermente la pelle adesso scoperta. Pur essendo, a detto di molti nel Castello, degli incoscienti, i due ragazzi non pensarono neanche per un istante a combattere il minidrago ma, lanciatogli contro un incantesimo che avrebbe, teoricamente dovuto rallentarlo, si diedero alla fuga, piano quello che però si dimostrò imperfetto ben presto. Non solo l'essere evitò con sorprendente facilità i loro incantesimi, ma in più li costrinse anche a frenare la fuga. Il suono che riecheggiò in quella parte della Foresta Proibita fu così potente da spingere Jorge a fermarsi e a piegarsi leggermente sulle ginocchia, entrambe le mani pressate sulle orecchie e gli occhi semi chiusi per cercare un modo per attutire quel rumore fastidioso.
E adesso che diavolo succede?!
Sembra... un... lamento... - mormorò il delfino, sforzandosi di rimettersi in posizione eretta - o... forse un.... richiamo
L'intonazione della voce del ragazzino passò da interrogativo a sconvolta quando l'apparizione di un secondo minidrago confermò quello che all'inizio era solo un'ipotesi. Per un attimo Jorge rimase affascinato dai colori così cari alla sua Casata che adornavano il corpo della sua creatura mentre la sua piccola mente cercava di recuperare tutte le informazioni che Logan aveva dato loro durante la stupenda conferenza che aveva tenuto sui Draghi anni prima, ma l'unica cosa che in quel momento gli venne in mente era una stupida associazione che aveva fatto quella sera e cioè rosso - fuoco, celeste - ghiaccio. E furono proprio due frecce di ghiaccio quella che il piccolino scagliò loro contro valutando probabilmente, al posto del fratello, che la cena poteva essere consumata anche cruda, l'importante era non doverla rincorrere troppo.
Calma, Jorge calma. Non sei abbastanza veloce per schivarlo ma sei sempre stato un buon incassatore. Una freccia ghiacciata per quanto magica non può essere così diversa da un sasso nascosto in una palla di neve.
Si disse il delfino, rimanendo fermo al suo posto, le gambe divaricate e ben piantate a terra, le braccia parallele al corpo e la punta della bacchetta rivolta verso terra. La sua Capa a lezione diceva sempre che le prime volte che si usava un incantesimo nuovo immaginarne gli effetti poteva tornare utile e Jorge sperò intensamente che lo stesso valesse per quello che stava tentando di fare in quel modo. Fece un respiro profondo e poi un'altro, cercando di richiamare a sè tutta la propria energia magica ma invece di canalizzarla verso la propria bacchetta la visualizzò come un'armatura medievale che avvolgeva tutto il suo corpo, in metallo e oro, tale da renderlo indistruttibile. Avrebbe perfino chiuso gli occhi per aumentare la propria esigua concentrazione se non fosse stato per la fastidiosa voce di Vastnor che gli abbaiava nella sua mente che non doveva mai, per nessun motivo, distogliere l'attenzione dal nemico. E così il delfino rimase a guardare la freccia volare verso di lui, colpirlo dritto al cuore e non provare nulla Resistenza Magica =4 + 17/d20=21], assolutamente nulla.
Per le mutande sporche di Merlino!
Esclamò sorpreso quando si rese conto che il suo espediente aveva funzionato, molto probabilmente più per la fortuna del principiante che per altro, anche se, se sopravviveva, doveva assolutamente parlarne con Vastnor.
Jorge! Stai bene?
Stava per condividere la sua euforia con la sua sorellina quando le sue parole gli ghiacciarono il sangue nelle vene.
Non posso muovere la gamba! Mettiti...dietro di me! Dobbiamo cercare di fronteggiarli insieme...
L'aveva colpita. Quello scherzo della natura aveva osato fare del male alla sua sorellina, una delle persone più dolci e solari che avesse mai conosciuto. In un lampo tutto il risentimento, i dubbi, l'odio provato in quelle settimane scomparirono dalla mente e dal cuore di Jorge, sostituendosi in lui con una rabbia cieca e per questo pericolosa. Voleva gettarsi su quel bestione e ucciderlo ma per fortuna conservava ancora un minimo di lucidità per rendersi conto che sarebbe stato l'ultimo stupido atto che avrebbe compiuto sulla terra. Senza distogliere lo sguardo dal mostro si affiancò a Cappie, dal lato opposto rispetto a quello in cui la ragazza teneva la bacchetta per non intralciarla, non potendo in alcun modo permettersi di farsi scudo del suo corpo contro il pericolo, spostando la bacchetta nell'altra mano, sfruttando la sua capacità di essere ambidestro e quindi di poterla usare allo stesso con entrambe le mani, e avvolgendo le dita di quella libera intorno alla mano della sorellina, per un muto scambio di coraggio e sostegno.
Andrà tutto bene... Periculum!
Ne sono certo.
Affermò quindi, mentre delle scintille rosse volavano in aria ed esplodevano sulle loro teste nella speranza di poter attirare in quel modo qualcuno lì da loro e uscirne vivi. Quella era la priorità di Jorge in quel momento e null'altro occupava la sua mente, neanche la possibilità di incorrere nelle ire della VicePreside.
Meglio espulso che morto!
Si ritrovò a pensare, ricacciando indietro il groppo che li si era creata in fondo alla gola al pensiero della delusione che avrebbe dato ai suoi genitori se lo avessero davvero cacciato a Hogwarts.
Non possiamo rimanere così esposti in attesa che arrivi qualcuno però...
Mormorò, mentre spostava lo sguardo dai due minidraghi alla natura che li circondava in cerca di un posto abbastanza sicuro da dove poter tenere sotto tiro entrambi i mostri nello stesso tempo.
Stringi i denti e tieni la bacchetta pronta e sopratutto non discutere quello che voglio fare.
Affermò serio subito dopo, passando la mano senza bacchetta intorno alla vita della Tassetta come per abbracciarla per poi sollevarla [Talento (F)= 10 + 13d/20=23] in modo da permetterle di scaricare parte del suo peso su di lui. Stringendo con una mano la bacchetta e con l'altra la vita di Cappie, Jorge iniziò a indietreggiare e se la sua sorellina l'avesse assecondato senza discutere i due avrebbero arretrato di due metri circa fino alla quercia dietro di loro. Se non fosse accaduto nulla nel frattempo a fermarli, i due studenti si sarebbero ritrovati con la schiena coperta dall'enorme albero, uno di fianco all'altro, e le bacchette puntate contro i minidraghi in posizione difensiva in attesa dei soccorsi.
E adesso che diavolo succede?!
Sembra... un... lamento... - mormorò il delfino, sforzandosi di rimettersi in posizione eretta - o... forse un.... richiamo
L'intonazione della voce del ragazzino passò da interrogativo a sconvolta quando l'apparizione di un secondo minidrago confermò quello che all'inizio era solo un'ipotesi. Per un attimo Jorge rimase affascinato dai colori così cari alla sua Casata che adornavano il corpo della sua creatura mentre la sua piccola mente cercava di recuperare tutte le informazioni che Logan aveva dato loro durante la stupenda conferenza che aveva tenuto sui Draghi anni prima, ma l'unica cosa che in quel momento gli venne in mente era una stupida associazione che aveva fatto quella sera e cioè rosso - fuoco, celeste - ghiaccio. E furono proprio due frecce di ghiaccio quella che il piccolino scagliò loro contro valutando probabilmente, al posto del fratello, che la cena poteva essere consumata anche cruda, l'importante era non doverla rincorrere troppo.
Calma, Jorge calma. Non sei abbastanza veloce per schivarlo ma sei sempre stato un buon incassatore. Una freccia ghiacciata per quanto magica non può essere così diversa da un sasso nascosto in una palla di neve.
Si disse il delfino, rimanendo fermo al suo posto, le gambe divaricate e ben piantate a terra, le braccia parallele al corpo e la punta della bacchetta rivolta verso terra. La sua Capa a lezione diceva sempre che le prime volte che si usava un incantesimo nuovo immaginarne gli effetti poteva tornare utile e Jorge sperò intensamente che lo stesso valesse per quello che stava tentando di fare in quel modo. Fece un respiro profondo e poi un'altro, cercando di richiamare a sè tutta la propria energia magica ma invece di canalizzarla verso la propria bacchetta la visualizzò come un'armatura medievale che avvolgeva tutto il suo corpo, in metallo e oro, tale da renderlo indistruttibile. Avrebbe perfino chiuso gli occhi per aumentare la propria esigua concentrazione se non fosse stato per la fastidiosa voce di Vastnor che gli abbaiava nella sua mente che non doveva mai, per nessun motivo, distogliere l'attenzione dal nemico. E così il delfino rimase a guardare la freccia volare verso di lui, colpirlo dritto al cuore e non provare nulla Resistenza Magica =4 + 17/d20=21], assolutamente nulla.
Per le mutande sporche di Merlino!
Esclamò sorpreso quando si rese conto che il suo espediente aveva funzionato, molto probabilmente più per la fortuna del principiante che per altro, anche se, se sopravviveva, doveva assolutamente parlarne con Vastnor.
Jorge! Stai bene?
Stava per condividere la sua euforia con la sua sorellina quando le sue parole gli ghiacciarono il sangue nelle vene.
Non posso muovere la gamba! Mettiti...dietro di me! Dobbiamo cercare di fronteggiarli insieme...
L'aveva colpita. Quello scherzo della natura aveva osato fare del male alla sua sorellina, una delle persone più dolci e solari che avesse mai conosciuto. In un lampo tutto il risentimento, i dubbi, l'odio provato in quelle settimane scomparirono dalla mente e dal cuore di Jorge, sostituendosi in lui con una rabbia cieca e per questo pericolosa. Voleva gettarsi su quel bestione e ucciderlo ma per fortuna conservava ancora un minimo di lucidità per rendersi conto che sarebbe stato l'ultimo stupido atto che avrebbe compiuto sulla terra. Senza distogliere lo sguardo dal mostro si affiancò a Cappie, dal lato opposto rispetto a quello in cui la ragazza teneva la bacchetta per non intralciarla, non potendo in alcun modo permettersi di farsi scudo del suo corpo contro il pericolo, spostando la bacchetta nell'altra mano, sfruttando la sua capacità di essere ambidestro e quindi di poterla usare allo stesso con entrambe le mani, e avvolgendo le dita di quella libera intorno alla mano della sorellina, per un muto scambio di coraggio e sostegno.
Andrà tutto bene... Periculum!
Ne sono certo.
Affermò quindi, mentre delle scintille rosse volavano in aria ed esplodevano sulle loro teste nella speranza di poter attirare in quel modo qualcuno lì da loro e uscirne vivi. Quella era la priorità di Jorge in quel momento e null'altro occupava la sua mente, neanche la possibilità di incorrere nelle ire della VicePreside.
Meglio espulso che morto!
Si ritrovò a pensare, ricacciando indietro il groppo che li si era creata in fondo alla gola al pensiero della delusione che avrebbe dato ai suoi genitori se lo avessero davvero cacciato a Hogwarts.
Non possiamo rimanere così esposti in attesa che arrivi qualcuno però...
Mormorò, mentre spostava lo sguardo dai due minidraghi alla natura che li circondava in cerca di un posto abbastanza sicuro da dove poter tenere sotto tiro entrambi i mostri nello stesso tempo.
Stringi i denti e tieni la bacchetta pronta e sopratutto non discutere quello che voglio fare.
Affermò serio subito dopo, passando la mano senza bacchetta intorno alla vita della Tassetta come per abbracciarla per poi sollevarla [Talento (F)= 10 + 13d/20=23] in modo da permetterle di scaricare parte del suo peso su di lui. Stringendo con una mano la bacchetta e con l'altra la vita di Cappie, Jorge iniziò a indietreggiare e se la sua sorellina l'avesse assecondato senza discutere i due avrebbero arretrato di due metri circa fino alla quercia dietro di loro. Se non fosse accaduto nulla nel frattempo a fermarli, i due studenti si sarebbero ritrovati con la schiena coperta dall'enorme albero, uno di fianco all'altro, e le bacchette puntate contro i minidraghi in posizione difensiva in attesa dei soccorsi.
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