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27 gennaio - Per non dimenticare...

Notizie dal mondo, novità generiche e un occhio su molti argomenti attuali.

Messaggioda Ferdy » 27/01/2013, 0:34

[newsgoth]“È un gran miracolo che io non abbia rinunciato a tutte le mie speranze perché esse sembrano assurde e inattuabili. Le conservo ancora, nonostante tutto, perché continuo a credere nell’intima bontà dell’uomo. Mi è impossibile costruire tutto sulla base della morte, della miseria, della confusione. Vedo il mondo mutarsi lentamente in un deserto, odo sempre più forte l’avvicinarsi del rombo che ucciderà noi pure, partecipo al dolore di milioni di uomini, eppure quando guardo il cielo, penso che tutto si volgerà nuovamente al bene, che anche questa spietata durezza cesserà, che ritorneranno l’ordine, la pace e la serenità”.[/newsgoth]

Immagine

Il 27 gennaio 1945 i cancelli del campo di sterminio di Auschwitz-Birkenau furono abbattuti e i migliaia di prigionieri rividero la luce dopo anni di agonia e sofferenza.
Essi si riappropriarono di un nome, essi si riappropriarono di un sorriso, di una doccia, dell'alba, del tramonto, sempre troppo lontano durante la prigionia, essi ritornarono a vivere!
Perché ricordare il 27 gennaio? La risposta fu trovata scritta su un sasso, incisa da un deportato la cui vita non si sa se fu stroncata nello stesso campo di concentramento o in futuro; il sasso recitava "Chi mai saprà quello che mi è capitato qui?".
Il generale americano Dwight D. Eisenhiwer, una volta giunto ai campi di concentramento con i suoi uomini, dette ordini ben precisi; egli disse:

“Che si abbia il massimo della documentazione possibile – che siano registrazioni filmate, fotografie, testimonianze – perché arriverà un giorno in cui qualche idiota si alzerà e dirà che tutto questo non è mai successo”

Concludo con le parole di Primo Levi, tratte da "Se questo è un uomo":

Meditate che questo è stato:
vi comando queste parole.
Scolpitele nel vostro cuore
stando in casa andando per via,
coricandovi, alzandovi.
Ripetetele ai vostri figli.
O vi si sfaccia la casa,
la malattia vi impedisca,
i vostri nati torcano il viso da voi.


[Elisa Springer - Vita ad Auschwitz]

[yt]http://www.youtube.com/watch?v=oE3tlmYAfFw[/yt]


Spoiler:
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Messaggioda Kayleen » 27/01/2013, 9:46

Thread molto interessante, soprattutto l'intervista; non l'avevo mai vista.
Sul tema, purtroppo non c'è molto altro da aggiungere.
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Messaggioda Mark » 27/01/2013, 10:32

E' giusto ricordare tutto quello che alcune persone hanno passato. L'intervista è un'idea davvero geniale...non l'avevo mai sentita.
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Messaggioda Sandyon » 27/01/2013, 12:52

Il miglior modo per sfruttare un Topic simile.
Bravissimo Ferdy, ti conferisco 5 px e complimenti per la sensibilità.
Al giorno d'oggi spesso il mondo è troppo frenetico per fermarsi e riflettere su ciò che il passato ha lasciato nel cammino.
I ricordi sbiadiscono se non spolverati ogni tanto e la memoria di quello che un tempo ci insegnò cosa significa veramente vivere rischia di essere sostituita dalle crisi, dai problemi e dai nervosismi.
Se ogni volta che contempliamo il nostro sistema lamentandoci che è un inferno, provassimo a ricordare quello che era davvero considerato un inferno, forse ci soffermeremmo di più sui modi e i tempi per attuare qualcosa di innovativo per migliorare ciò che ci circonda e la smetteremmo di frignare come dei neonati o fregarcene come dei politici.

27 Gennaio.
Che ognuno di loro possa avere il riposo più pacifico e dolce che ci sia.
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Messaggioda Typhon » 27/01/2013, 14:08

Bella prova Ferdy!
Ottima iniziativa!
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Messaggioda Brianna » 27/01/2013, 15:26

grandissimo Ferdy
Hai fatto una cosa bellissima...
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Messaggioda Ferdy » 27/01/2013, 15:49

Vi ringrazio ragazzi... Mi sembrava solidale, tutto qui
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Messaggioda Jeremiah » 27/01/2014, 15:10

PER NON DIMENTICARE...

Domenica, 21 giugno 1942.
Cara Kitty,
nella classe Prima B tremano tutti: sta per riunirsi il consiglio dei professori. Metà dei miei compagni non sanno se
saranno bocciati o promossi, e fanno delle scommesse. Miep de Jong e io ce la ridiamo di gusto dei nostri due vicini di
banco che hanno scommesso tutto il loro gruzzolo delle vacanze. "Tu passerai", "No", "Sì", e così da mattina a sera.
Gli sguardi di Miep, che implorano silenzio, e i miei maligni insulti non riescono a riportare i due alla calma.
Secondo me un quarto della classe dovrebbe esser bocciato (ci son tanti somari!), ma i professori sono la gente più
capricciosa che esista, e forse, una volta tanto, saranno capricciosi in senso buono.
Per le mie amiche e per me non ho tanta paura, dovremmo cavarcela. Soltanto per la matematica sono incerta. Insomma,
stiamo a vedere. E intanto ci facciamo coraggio l'una con l'altra.
Coi miei insegnanti mi trovo bene; sono nove in tutto, sette professori e due professoresse. Il vecchio Kepler, di
matematica, da parecchio tempo ce l'aveva con me, perché chiacchieravo troppo; dopo molte ammonizioni mi appioppò
un penso: fare un componimento sul tema "Una pettegola". Una pettegola? Cosa scriverci su? Ma c'era tempo di
pensarci; dopo averne preso nota rimisi il quaderno nella borsa e cercai di stare tranquilla.
La sera, a casa, quando ebbi terminato tutti gli altri compiti, posi gli occhi sul tema del componimento. Rosicchiando la
mia stilografica cominciai a pensarci su: a scribacchiare le solite cose e a distanziare molto le parole per tirarla in lungo
sono buoni tutti, ma il bello era trovare una dimostrazione, decisiva, delle necessità di chiacchierare. Pensa e ripensa,
mi venne un'idea, riempii le tre prescritte facciate, ed ecco fatto. Addussi come argomento che il chiacchierare è
femminile, che io avrei bensì fatto del mio meglio per limitarmi un poco, ma che non avrei mai disimparato, perché mia
madre chiacchierava come me, se non di più, e coi caratteri ereditari c'è poco da fare.
Il professor Kepler dovette rider molto dei miei argomenti, ma siccome nella lezione seguente continuai a chiacchierare
per tutta l'ora, mi assegnò un secondo componimento. Questa volta il tema era "L'incorreggibile pettegola". Anche
questo fu consegnato e per due lezioni Kepler non ebbe a lagnarsi. Ma nella terza la storia ricominciò. «Anna, siccome
continui a chiacchierare, per punizione farai un componimento sul tema "Quà, quà, quà, dice la signorina
Boccadoca".» La classe scoppiò a ridere. Dovetti ridere anch'io, sebbene la mia capacità inventiva quanto a
componimenti sulle pettegole fosse esaurita. La fortuna mi aiutò; la mia amica Sanne, buona poetessa, mi offerse il suo
aiuto per scrivere il componimento in rima dal principio alla fine. Ero felice. Kepler voleva canzonarmi col suo tema
senza senso, io lo avrei canzonato tre volte tanto con i miei versi.
La poesia venne fuori, ed era stupenda. Trattava di una madre anitra e di un padre cigno che avevano per figli tre
anatroccoli; essi venivano uccisi a beccate dal padre perché troppo ciarlieri. Kepler per fortuna stette allo scherzo, e
lesse la poesia, commentandola, nella mia classe e in parecchie altre.
Da allora in poi potei chiacchierare senza aver pensi, anzi, Kepler ci scherzava sopra.
La tua Anna.


« Ognuno ha diritto ad un'istruzione. L'istruzione dovrebbe essere gratuita, almeno a livelli elementari e fondamentali. L'istruzione elementare dovrebbe essere obbligatoria. L'istruzione tecnica e professionale, dovrebbero essere generalmente fruibili, così come pure un'istruzione superiore dovrebbe essere accessibile sulle basi del merito. »
(ONU, Dichiarazione Universale dei Diritti Umani, art. 26)


Il 27 gennaio 1945 i cancelli dei campi di concentramento di Auschwitz Birkenau furono abbattuti e i prigionieri superstiti tornarono a vedere la luce: il genocidio degli ebrei è un fatto ingiustificabile, e ancora oggi, a distanza di 69 anni, è difficile poter affermare di aver trovato la pace: il rancore, la rabbia e il rammarico per un gesto talmente empio sono difficili da placare; le famiglie distrutte, la libertà bruciata nei forni crematori non hanno un prezzo, l'unica moneta che abbiamo per risanare la ferita è il ricordo eterno e la preghiera.
Anne Frank trascorse pochi giorni altri in quell'aula di scuola, il resto fu orrore: a pochi passi dalla libertà la vita di Anne fu stroncata, insieme a quella della sorella Margot e la madre Edith.
Il suo diario fu pubblicato dal padre Otto (l'unico sopravvissuto della famiglia), il quale ne omise alcune parti ritenute troppo private, per renderlo idoneo alla pubblicazione: il diario di Anne Frank è la testimonianza del crimine, dell'orrore, della spietatezza, del livello più alto e subdolo del genere umano.
Solo un'anima corrotta può arrivare a tanto, un'anima a brandelli; il bene ha prevalso in nome della libertà, della giustizia, della fratellanza, in nome delle anime defunte che, adesso, sono... Nel vento, ma il vento si fermerà.


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Messaggioda PierreThiele » 25/03/2014, 10:23

Ferdy ha scritto:
[newsgoth]“È un gran miracolo che io non abbia rinunciato a tutte le mie speranze perché esse sembrano assurde e inattuabili. Le conservo ancora, nonostante tutto, perché continuo a credere nell’intima bontà dell’uomo. Mi è impossibile costruire tutto sulla base della morte, della miseria, della confusione. Vedo il mondo mutarsi lentamente in un deserto, odo sempre più forte l’avvicinarsi del rombo che ucciderà noi pure, partecipo al dolore di milioni di uomini, eppure quando guardo il cielo, penso che tutto si volgerà nuovamente al bene, che anche questa spietata durezza cesserà, che ritorneranno l’ordine, la pace e la serenità”.[/newsgoth]

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Il 27 gennaio 1945 i cancelli del campo di sterminio di Auschwitz-Birkenau furono abbattuti e i migliaia di prigionieri rividero la luce dopo anni di agonia e sofferenza.
Essi si riappropriarono di un nome, essi si riappropriarono di un sorriso, di una doccia, dell'alba, del tramonto, sempre troppo lontano durante la prigionia, essi ritornarono a vivere!
Perché ricordare il 27 gennaio? La risposta fu trovata scritta su un sasso, incisa da un deportato la cui vita non si sa se fu stroncata nello stesso campo di concentramento o in futuro; il sasso recitava "Chi mai saprà quello che mi è capitato qui?".
Il generale americano Dwight D. Eisenhiwer, una volta giunto ai campi di concentramento con i suoi uomini, dette ordini ben precisi; egli disse:

“Che si abbia il massimo della documentazione possibile – che siano registrazioni filmate, fotografie, testimonianze – perché arriverà un giorno in cui qualche idiota si alzerà e dirà che tutto questo non è mai successo”

Concludo con le parole di Primo Levi, tratte da "Se questo è un uomo":

Meditate che questo è stato:
vi comando queste parole.
Scolpitele nel vostro cuore
stando in casa andando per
energia via,
coricandovi, alzandovi.
Ripetetele ai vostri figli.
O vi si sfaccia la casa,
la malattia vi impedisca,
i vostri nati torcano il viso da voi.


[Elisa Springer - Vita ad Auschwitz]

[yt]http://www.youtube.com/watch?v=oE3tlmYAfFw[/yt]


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Grazie per rinfrescare le nostre menti .. intervista è semplicemente incredibile e sono contento che hai condiviso..
PierreThiele
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