Re: Stanze Martha - Irvyne
Inviato: 19/07/2013, 20:11
Poteva sembrare sdolcinata.
Poteva sembrare infantile.
Poteva sembrare stupida.
Ma Lindë sentiva di dovere molto ai genitori.
Nonostante, negli ultimi anni, fosse stata glaciale con loro in ogni occasione, non avevano mai smesso di volerle bene.
E quelle poche volte che era tornata a casa, avevano cercato di metterla a suo agio in ogni modo.
Le avevano preparato i suoi piatti preferiti.
Le avevano riempito la stanza di fiori.
Non l'avevano mai costretta a parlare o a stare con loro.
Si erano comportati molto meglio di quanto Lindë potesse sperare.
Con quel gesto, indossando l'abito della madre, era come chiedere scusa.
Era come far capire loro che li amava, a dispetto delle apparenze.
E che per lei erano rimasti importanti, tanto quanto in passato.
Per questo aveva risposto in quel modo ad Irvyne.
Era certa che lui avrebbe capito.
Che l'avrebbe appoggiata in quella scelta.
Perché lui riusciva sempre a comprenderla.
Per questo era perfetto per lei.
E' una meravigliosa prospettiva e l'accolgo in pieno.
Forse potresti semplicemente portare il vestito da un sarto professionista e farlo modificare secondo un tuo gusto personale, un po' come se di generazione in generazione si migliorasse pur rimanendo con la stessa identica essenza dell'originale, sei d'accordo?
Credo che sia una bella idea, potrei decidere con mia madre quali modifiche apportare, così si sentirà coinvolta... anche se immagino che rimarrà estasiata anche solo all'idea di poterlo organizzare, il matrimonio, non credo ci sperasse minimamente più!
E come darle torto?
Con una Lindë così scontrosa e chiusa, chi mai si sarebbe potuto avvicinare a lei?
La risposta era colui che la stava dolcemente guardando negli occhi.
Era Irvyne, quella persona.
Ma era una su miliardi, era stata fortunata ad incontrarla.
Ovvio che i genitori fossero convinti che la figlia sarebbe rimasta zitella a vita.
Anche lei, in realtà, l'aveva pensato.
Fino a che non aveva incontrato Trigger, naturalmente.
Lui era stato la risposta perfetta a tutte le sue preghiere.
E voleva sposarlo nel giorno che celebrava la Terra, ad Hogwarts.
Nel luogo dove si erano conosciuti la prima volta.
Circondati dagli studenti e dai colleghi.
Perché?
Perché voleva recuperare tutti quegli anni persi.
E perché, finalmente, poteva ammettere senza alcun dubbio di adorare i ragazzi.
Menti così pure, così pronte ad apprendere... come si poteva non provare tenerezza, verso di loro?
E poi non erano ragazzi qualunque.
Erano i suoi studenti.
Sposarsi con loro presenti sarebbe stato bellissimo.
Insomma contrariamente al passato vorresti una cosa in grande... E sia, l'avrai.
Non in grande... - lo corresse lei - Solo con le persone importanti.
Ed era vero, per lei erano importanti.
Il problema era che gli studenti erano tantissimi.
Ma quello, di sicuro, non avrebbe fermato Irvyne dal darle ciò che voleva.
Tutto quello che è in mio potere per soddisfare i desideri di mia moglie!
Sarà il 22 Aprile e compila pure la più lunga lista con tutti i nomi che ti vengono in mente, ognuno riceverà un invito e una bomboniera...
Credo basterà mettere avvisi per tutte le sale comuni, almeno per gli studenti.
Ai nostri colleghi, invece, possiamo far consegnare un invito vero e proprio.
Ragionò Lindë, per poi fare un gran sorriso radioso ad Irvyne.
Amava sorridergli.
Perché adesso lo poteva fare.
Prima era sempre tenuta, anche non volendolo.
Ora, invece, era libera.
Libera di esprimersi.
In ogni modo.
Gli accarezzò il volto, gli posò un dolce bacio sulle labbra.
Poi, però, si sentì un po' in imbarazzo.
In soggezione, più che altro.
Conoscere i genitori di Irvyne... aveva paura.
Normale.
Temeva di non essere loro simpatica.
Sicuramente prima non lo sarebbe mai stata.
Ora aveva qualche possibilità?
E loro sapevano qualcosa di lei?
Amore, perché mai avrei dovuto infrangere la nostra promessa?
Volevi che non si sapesse nulla di noi fino a quando non ti saresti sentita pronta e dunque mi sono sempre regolato di conseguenza.
Non sanno nulla di te e sapranno tutto quando ti avranno davanti... Ma ora...
Si lasciò prendere in braccio.
Allo stesso modo, si lasciò posare sul letto.
Gli uccellini la circondarono.
Zampettarono fino a lei, e fissarono alternativamente Lindë e Irvyne.
Curiosi.
Ma anche lei lo era.
Lo fissò col cuore che batteva forte mentre prendeva qualcosa dalla cassettiera.
Un anello.
Quell'anello.
Non avrebbe mai potuto dimenticarlo.
Le vennero le lacrime agli occhi mentre lei s'inginocchiava di fronte.
Si posò una mano sulle labbra, per contenere l'emozione.
Ma le gocce salate scesero comunque, bagnandole le guance.
Come avrebbe potuto trattenersi?
Soprattutto ora che, finalmente, poteva esternare ciò che provava?
... Adesso posso avere l'onore di fartelo indossare, mio principio, mio presente e mio futuro?
Sì...
Sussurrò Lindë.
La voce era tremula.
Il cuore le sembrava scoppiarle nel petto.
L'avrebbe sposato.
Finalmente l'avrebbe sposato per davvero.
E quella era la prova.
La prova che si appartenevano.
Che erano fidanzati ufficialmente.
Che lei era sua, e sua soltanto.
... voglio sposarti, Irvyne.
Lo voglio da un anno, ed ora che finalmente possiamo farlo... non potrei essere più felice di così...
Aggiunse la donna.
Gli porse la mano destra, cosicché lui potesse metterle l'anello all'indice.
Appena fatto, Lindë lo ammirò a lungo.
Fissò il modo in cui adornava la sua mano.
Era perfetto.
Come loro.
Come lui.
Si sporse in direzione del compagno e lo baciò.
Un bacio lungo, un bacio intenso.
Dato con amore, con trasporto.
Con la lingua che accarezzava quella dell'altro.
Con le mani che sfioravano il suo viso.
Col cuore che batteva all'impazzata nel petto.
Con l'anima che, finalmente e per sempre, era legata a lui.
Poteva sembrare infantile.
Poteva sembrare stupida.
Ma Lindë sentiva di dovere molto ai genitori.
Nonostante, negli ultimi anni, fosse stata glaciale con loro in ogni occasione, non avevano mai smesso di volerle bene.
E quelle poche volte che era tornata a casa, avevano cercato di metterla a suo agio in ogni modo.
Le avevano preparato i suoi piatti preferiti.
Le avevano riempito la stanza di fiori.
Non l'avevano mai costretta a parlare o a stare con loro.
Si erano comportati molto meglio di quanto Lindë potesse sperare.
Con quel gesto, indossando l'abito della madre, era come chiedere scusa.
Era come far capire loro che li amava, a dispetto delle apparenze.
E che per lei erano rimasti importanti, tanto quanto in passato.
Per questo aveva risposto in quel modo ad Irvyne.
Era certa che lui avrebbe capito.
Che l'avrebbe appoggiata in quella scelta.
Perché lui riusciva sempre a comprenderla.
Per questo era perfetto per lei.
E' una meravigliosa prospettiva e l'accolgo in pieno.
Forse potresti semplicemente portare il vestito da un sarto professionista e farlo modificare secondo un tuo gusto personale, un po' come se di generazione in generazione si migliorasse pur rimanendo con la stessa identica essenza dell'originale, sei d'accordo?
Credo che sia una bella idea, potrei decidere con mia madre quali modifiche apportare, così si sentirà coinvolta... anche se immagino che rimarrà estasiata anche solo all'idea di poterlo organizzare, il matrimonio, non credo ci sperasse minimamente più!
E come darle torto?
Con una Lindë così scontrosa e chiusa, chi mai si sarebbe potuto avvicinare a lei?
La risposta era colui che la stava dolcemente guardando negli occhi.
Era Irvyne, quella persona.
Ma era una su miliardi, era stata fortunata ad incontrarla.
Ovvio che i genitori fossero convinti che la figlia sarebbe rimasta zitella a vita.
Anche lei, in realtà, l'aveva pensato.
Fino a che non aveva incontrato Trigger, naturalmente.
Lui era stato la risposta perfetta a tutte le sue preghiere.
E voleva sposarlo nel giorno che celebrava la Terra, ad Hogwarts.
Nel luogo dove si erano conosciuti la prima volta.
Circondati dagli studenti e dai colleghi.
Perché?
Perché voleva recuperare tutti quegli anni persi.
E perché, finalmente, poteva ammettere senza alcun dubbio di adorare i ragazzi.
Menti così pure, così pronte ad apprendere... come si poteva non provare tenerezza, verso di loro?
E poi non erano ragazzi qualunque.
Erano i suoi studenti.
Sposarsi con loro presenti sarebbe stato bellissimo.
Insomma contrariamente al passato vorresti una cosa in grande... E sia, l'avrai.
Non in grande... - lo corresse lei - Solo con le persone importanti.
Ed era vero, per lei erano importanti.
Il problema era che gli studenti erano tantissimi.
Ma quello, di sicuro, non avrebbe fermato Irvyne dal darle ciò che voleva.
Tutto quello che è in mio potere per soddisfare i desideri di mia moglie!
Sarà il 22 Aprile e compila pure la più lunga lista con tutti i nomi che ti vengono in mente, ognuno riceverà un invito e una bomboniera...
Credo basterà mettere avvisi per tutte le sale comuni, almeno per gli studenti.
Ai nostri colleghi, invece, possiamo far consegnare un invito vero e proprio.
Ragionò Lindë, per poi fare un gran sorriso radioso ad Irvyne.
Amava sorridergli.
Perché adesso lo poteva fare.
Prima era sempre tenuta, anche non volendolo.
Ora, invece, era libera.
Libera di esprimersi.
In ogni modo.
Gli accarezzò il volto, gli posò un dolce bacio sulle labbra.
Poi, però, si sentì un po' in imbarazzo.
In soggezione, più che altro.
Conoscere i genitori di Irvyne... aveva paura.
Normale.
Temeva di non essere loro simpatica.
Sicuramente prima non lo sarebbe mai stata.
Ora aveva qualche possibilità?
E loro sapevano qualcosa di lei?
Amore, perché mai avrei dovuto infrangere la nostra promessa?
Volevi che non si sapesse nulla di noi fino a quando non ti saresti sentita pronta e dunque mi sono sempre regolato di conseguenza.
Non sanno nulla di te e sapranno tutto quando ti avranno davanti... Ma ora...
Si lasciò prendere in braccio.
Allo stesso modo, si lasciò posare sul letto.
Gli uccellini la circondarono.
Zampettarono fino a lei, e fissarono alternativamente Lindë e Irvyne.
Curiosi.
Ma anche lei lo era.
Lo fissò col cuore che batteva forte mentre prendeva qualcosa dalla cassettiera.
Un anello.
Quell'anello.
Non avrebbe mai potuto dimenticarlo.
Le vennero le lacrime agli occhi mentre lei s'inginocchiava di fronte.
Si posò una mano sulle labbra, per contenere l'emozione.
Ma le gocce salate scesero comunque, bagnandole le guance.
Come avrebbe potuto trattenersi?
Soprattutto ora che, finalmente, poteva esternare ciò che provava?
... Adesso posso avere l'onore di fartelo indossare, mio principio, mio presente e mio futuro?
Sì...
Sussurrò Lindë.
La voce era tremula.
Il cuore le sembrava scoppiarle nel petto.
L'avrebbe sposato.
Finalmente l'avrebbe sposato per davvero.
E quella era la prova.
La prova che si appartenevano.
Che erano fidanzati ufficialmente.
Che lei era sua, e sua soltanto.
... voglio sposarti, Irvyne.
Lo voglio da un anno, ed ora che finalmente possiamo farlo... non potrei essere più felice di così...
Aggiunse la donna.
Gli porse la mano destra, cosicché lui potesse metterle l'anello all'indice.
Appena fatto, Lindë lo ammirò a lungo.
Fissò il modo in cui adornava la sua mano.
Era perfetto.
Come loro.
Come lui.
Si sporse in direzione del compagno e lo baciò.
Un bacio lungo, un bacio intenso.
Dato con amore, con trasporto.
Con la lingua che accarezzava quella dell'altro.
Con le mani che sfioravano il suo viso.
Col cuore che batteva all'impazzata nel petto.
Con l'anima che, finalmente e per sempre, era legata a lui.