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Messaggioda Elbeth » 22/01/2013, 23:46

Il trambusto dei quadri iniziava a risuonare nella tromba delle scale.
L'alterco aveva addirittura richiamato l'attenzione del ritratto di "Uomo a cavallo" del terzo piano!
Era arrivato galoppando di quadro in quadro ed ora sbirciava dal ritratto limitrofo le "Dame all'ora del tè", ora "Dame sotto il tavolino"!

Era ora!

Si impicciano sempre troppo!

Alcuni quadri erano schierati con i due studenti (anche se Jorge non aveva fatto nulla per contribuire a quel caos), altri invece difendevano la loro categoria.

Inaudito che uno studente ci punti una bacchetta addosso!

Di questo passo dove andremo a finire?

Hogwarts non è più la stessa...

Elbeth non ascoltava nulla.
Era sono furiosa!
La rigida educazione non era finora riuscita a piegare quel lato impulsivo del suo carattere.
Forse ci sarebbe riuscita Hogwarts. Per ora era riuscita solo a farla irritare.
Non conteneva ancora la sua magia, soprattutto se si arrabbiava. Era come se la mente improvvisamente fosse oscurata e lei vedesse solo la sua ira e l'oggetto della sua ira!
Ovvero, in quel preciso frangente, le due dame che tremavano sotto il tavolino.

La presa salda del ragazzino sul suo polso la sorprese.

Ehi!?!

Le fiamme si abbassarono e la determinazione nel suo sguardo vacillò. Si era scordata del piccolo portoghese!
L'aveva chiamata "menina": doveva per forza essere portoghese ed il leggero accento con cui parlava ne era una prova.
Elbethgli sibilò furente

Dimmi la formula per incendiarle!!!

Non conosceva l'incantesimo, ma in quel momento le sembrava la fine migliore per quelle due megere!
Ma invece dell'incantesimo arrivò alle sue orecchie un sussurro deciso.

Non vale la pena perdere punti per loro.

Si mordicchiò nervosamente il labbro inferiore. Le parole di Jorge avevano avuto l'effetto di una doccia fredda in pieno inverno.
Il Delfino aveva ragione...
Fissò ancora con rabbia il quadro, mentre scuoteva il capo.
Si portò indietro la treccia rossa con stizza repressa. Il portoghese aveva fin troppa ragione!
Ma ammetterlo non faceva altro che aumentare il suo disappunto.

E mollami il braccio!

Lo strattonò con forza e si liberò dalla presa, girandosi e guardandolo furente.
Sapeva che, in fondo, il ragazzino non c'entrava nulla...
Odiava essere interrotta, odiava non poter dare libero sfogo ai suoi capricci.
E soprattutto, odiava avere torto!
Lei aveva torto, Alvares aveva ragione.
A malincuore decise di piantarla lì.
Anche le scale decisero finalmente di fermarsi.

E quindi?

Niente rissa?

Alcuni quadri sembravano delusi, mentre le dame trovarono il coraggio di fare capolino da sotto il tavolino.
I due ragazzini si stavano ancora fissando negli occhi.

Alvares, dopo di te!

Gli sibilò la bambina non prima di aver scoccato un'ultima minacciosa occhiata alle due dame.
Immediatamente le vide trovare nuovamente riparo sotto il tavolino da tè.

Speriamo che almeno gli vada di traverso!
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Messaggioda Jorge » 23/01/2013, 14:21

Era ora!

Si impicciano sempre troppo!

Inaudito che uno studente ci punti una bacchetta addosso!

Di questo passo dove andremo a finire?

Hogwarts non è più la stessa...

Mentre ascoltava rassegnato le urla di indignazione, soddisfazione, rammarico che si levavano da ogni quadro presente Jorge si ritrovò, non per la prima volta, a pensare che non tutti i manufatti magici fossero effettivamente di una qualche utilità. Se da un lato le foto che si muovevano erano carine perchè permettevano di ricordare un insieme di emozioni e non solo l'attimo immortalato, dall'altro aveva sempre trovato molto inquietante che i quadri potessero parlare, interagire e muoversi liberamente dalla propria cornice. Quando poi aveva sentito dire che i ritratti di persone morte conservavano un pezzettino della personalità dell'individuo raffigurato e che quindi si poteva beatamente conversare con gente morta anche secoli prima, aveva preso la decisione drastica che mai un quadro magico avrebbe messo piede nella sua casa. Certo avrebbe dovuto verificare la veridicità di quella diceria, chiedendo magari a Cappie o a Stone quando avrebbero iniziato con le lezioni private di volo, ma in ogni caso nulla avrebbe potuto fargli passare quel senso di sbagliato che avvertiva ogni volta che passava accanto a un quadro magico.
Il lieve ondeggiare della scala che riprendeva a muoversi strappò Jorge a quelle superflue considerazioni, costringendolo a venire a patti con la situazione assurda in cui si trovava e cioè convincere una Grifondoro a non seguire il suo istinto omicida e a riporre la bacchetta. Se si fosse trattato di figlia dei fiori non avrebbe avuto dubbi su cosa dirle, e di sicuro visino di pesca non si sarebbe mai trovata nella condizione di perdere le staffe per colpa di un quadro, ma il non conoscere per nulla quella Menina lo metteva in una posizione scomoda. Con la sfiga che si ritrovava ultimamente capace che Elbeth avrebbe provato a schiantarlo per aver osato frapporsi tra lei e il suo avversario. Per un secondo pensò di mollarla lì da sola sulla scala a fare i conti con i quadri e la colossale punizione che si sarebbe beccato una volta che la notizia di quello che voleva fare fosse giunta all'orecchio di un Insegnante o di un Prefetto. Il delfino però non si era mai considerato una persona menefreghista e questo gli impediva di far finta di nulla. Così, sperando di non doversene pentire, afferrò la Grifa per un polso, pronto a trascinarla giù non appena la scala avesse accostato al corridoio.

Ehi!?! Dimmi la formula per incendiarle!!!

Seee così la Vireau impacchetta i miei resti e li spedisce via gufo ai miei genitori!

Pensò il Delfino, limitandosi a sollevare un sopracciglio con aria interrogativa. Sperava che l'altra stesse scherzando anche se le fiamme che sembrava sprizzare dagli occhi gli facevano temere il contrario. Velocemente iniziò a pensare a qualcosa da dirle per convincerla a desistere e alla fine puntò su quello che per qualunque studente che avesse un minimo di spirito di competizione avrebbe rappresentato un enorme deterrente: la possibilità di perdere punti per la propria Casata e correre così il rischio di essere la causa della perdita della Coppa delle Case.
Attese pazientemente che la ragazzina metabolizzasse le sue parole, giungendo alla sua stessa conclusione e seppe di averla avuta vinta dopo pochi minuti anche se in maniera alquanto scorbutica e plateale.

E mollami il braccio!

Tienitelo - commentò quindi con il solito ghigno impertinente sul viso - ne ho già due e di un terzo non saprei che farmene.

Sostenne beatamente lo sguardo furente della Grifa, non sentendosi nè spaventato nè in colpa, anzi apprezzandone i lineamenti anche se un po' distorti dall'ira. Una delle conseguenze di aver compiuto tredici anni era quello di aver iniziato a guardare con occhi diversi le ragazze e non aveva ancora deciso se quello fosse un fatto positivo o meno.

E quindi?

Niente rissa?

Non in questo corridoio - rispose sarcastico Jorge - però credo che tra un po' se ne vedranno delle belle dalle parti della Torre di Astronomia: Draghi e Serpi hanno lezione di Antiche Rune insieme e il risultato dell'ultima partita di Quidditch è stato un po' controverso.

A quella notizia, il fermento riprese a serpeggiare tra i quadri, indecisi se muoversi subito in blocco verso i piani alti o attendere di sentire le prima urla.

Alvares, dopo di te! Speriamo che almeno gli vada di traverso!

Impossibile. credo che dopo tutti questi secoli facciano solo finta di berlo - commentò scendendo dalla scala e avviandosi verso l'aula di Alchimia - Però ti conviene stare più attenta in futuro. Prendersela con un quadro qui a Hogwarts equivale ad appellare un incontro con la Preside, o peggio, con la VicePreside - continuò a dire mostrando alla Grifa di avere una scala della "temibilità" invertita rispetto al normale. Non che la Preside fosse un pezzo di pane quando si minava la tranquillità e l'ordine della Scuola ma per Jorge nulla faceva più paura della sua Capa arrabbiata, neanche Vastnor. - Adesso sono tutti li a istigarti a fare qualcosa - continuò indicando con la testa la magica tromba delle scale da dove si sentiva ancora provenire il vociare dei quadri - ma se davvero provi a lanciare un incantesimo contro uno di loro ti daranno tutti il tormento per mesi.

Aveva parlato con aria seria, priva del suo solito tono canzonatorio, e sperava di non essere apparso saccente. Non voleva farle la predica ma solo avvertirla dei pericoli a cui poteva andare incontro, un pò come un fratello maggiore che spiegava alla sorellina come fare a rubare la marmellata senza farsi beccare.

Sarebbero capaci di seguirti anche in bagno se ci fosse un quadro in cui entrare.

Commentò ridacchiando al ricordo di come una delle Dame si era lamentata ad alta voce per quella mancanza quando aveva dovuto interrompere il suo pedinamento perché si era infilato nel primo bagno che a disposizione per dare un pò di tregua alle sue povere orecchie.

Anche se devo ammettere che sarebbe giunto il momento di dare loro di nuovo una bella lezioncina... Peccato che se mi faccio punire di nuovo la mia sorellina mi crucia a morte.

Disse serio, gli occhi che gli brillavano al ricordo di quello che aveva combinato un anno prima.
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Messaggioda Elbeth » 27/01/2013, 18:43

Dopo essersi liberata bruscamente dalla presa di Jorge, come al suo solito, Elbeth se ne pentì subito.
Il ragazzino l'aveva aiutata e aveva evitato che si cacciasse nei guai, solo che non le piaceva sentirsi costretta a fare qualcosa, invece di sceglierlo!
Lo aveva rifatto. Come con Steve. Doveva imparare ad essere un pò più gentile e meno impulsiva.
Lo fissò di sottecchi, mentre le spiegava come funzionavano le cose a scuola.

Però ti conviene stare più attenta in futuro. Prendersela con un quadro qui a Hogwarts equivale ad appellare un incontro con la Preside, o peggio, con la VicePreside.

Mentre finalmente lasciavano le scale alle loro spalle, Elbeth sospirò.
Alvares sembrava terrorizzato dalla Vice Preside: inarcò un sopracciglio perplessa.
Per ora il professore in pole position era Vastnor per lei.
I mormorii dei quadri erano ancora percepibili, ma ridotti quasi ad un sussurro.
Si voltò a fissare a malincuore l'odiato quadro!
Le due dame non avevano fiatato ed almeno quella era stata una piccola rivincita.

Anche se devo ammettere che sarebbe giunto il momento di dare loro di nuovo una bella lezioncina... Peccato che se mi faccio punire di nuovo la mia sorellina mi crucia a morte.

All'ultimo commento del ragazzino, sorrise apertamente con aria furba.
Allora anche lui avrebbe voluto dare loro una bella lezione!
Evidentemente non era la sola ad aver subito il loro scherno.

Se hai bisogno di una spalla, non hai che da chiedere Alvares.

Aveva una sorella? Scrollò le spalle.

Beh, almeno non sei da solo...

Era quasi un sussurro, più rivolta a se stessa che a lui.
Lei era sempre stata da sola.
Le ultime eco della discussione tra i quadri, si persero nel corridoio: non doveva mancare molto all'arrivo in aula di Alchimia.
La sua piccola testolina, tuttavia, non finiva di arrovellarsi su quanto era successo.
Lo guardò ancora di sottecchi, ma il portoghese sembrava tranquillo.
Eppure la sua coscienza non lo era. Almeno non con lui.
Si mordicchiò il labbro inferiore, lo faceva sempre quando era nervosa.
Poi improvvisamente si fermò.
Contemporaneamente bloccò per il braccio Jorge, tirando decisa la manica della giacca.
Se andava fatto, era meglio che fosse il prima possibile e soprattutto prima di entrare a lezione!
Almeno un grazie era dovuto.

Obrigada...

Sussurrò al ragazzo, piegando il capo a mò di ringraziamento e sfruttando quel poco di portoghese che aveva imparato a Lisbona.
Gli sorrise, anche lui in fondo era lontano da casa, come lei, anche più di lei.
Era già la seconda volta che chiedeva scusa in quella scuola.

...Chissà perché pensava che si sarebbe dovuta abituare!
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Messaggioda Jorge » 27/01/2013, 22:32

Erano riusciti a scendere da quelle maledette scale e si stavano lasciando alle spalle i borbottii dei quadri e Jorge si sentiva molto meglio adesso che la tentazione di dare un’altra lezione a quelle due odiose dame si era allontanata. Si sentiva così bene che aveva anche deciso di dare qualche dritta alla Grifa per evitare che il suo desiderio di vendetta le facesse guadagnare una caterva di punizioni.

Se hai bisogno di una spalla, non hai che da chiedere Alvares.

Humm... – mormorò guardando la ragazzina e notando con piacere che non aveva neanche tentato di fare qualcosa di formale e affettato come presentarsi in maniera ufficiale e porgergli la mano - … forse sei un po’ troppo piccola per far parte della mia banda… però hai carattere… come figlia dei fiori… quindi va bene ti terrò in conto la prossima volta che deciderò di mettermi nei guai.

Commentò ridacchiando, anche se forse a Elbeth quel suo modo di parlare sarebbe potuto sembrare alquanto criptico. Non le chiese il nome, perché tanto anche a conoscerlo non l’avrebbe usato mai o quasi, visto che per lui sarebbe stata per il resto della sua vita scolastica e oltre “menina”.

Beh, almeno non sei da solo...

Era così concentrato su di lei, sul suo aspetto e le sue reazioni che colse qualche parola del suo sussurro, fraintendendo il senso di quel commento.

Datti tempo e neanche tu lo sarai… anche se ti sconsiglio vivamente di acconsentire a un rito di sangue…

Le consigliò, facendo finta di rabbrividire perché non avrebbe confessato a nessuno quanto era grato a quel rito per avergli fatto trovare Cappie. Non gli era sembrato strano che qualcuno potesse sentirsi solo vivendo in un Dormitorio pieno di persone perché era accaduto la stessa cosa a lui i primi mesi in cui era giunto a Hogwarts.
Fece un paio di passi in avanti da solo prima di rendersi conto che l’altra si era fermata così si voltò del tutto verso di lei con un’aria perplessa dipinta sul viso, in attesa che lei dicesse o facesse qualcosa, possibilmente prima che la lezione iniziasse. Le sembrava strana, all’improvviso, come se avesse perso tutta la sicurezza che aveva ostentato fino a quel momento e lui non riusciva a capire il perché.

Che c’è?

Le chiese quindi, guardandosi intorno per il lungo corridoio come se si aspettasse di veder arrivare le dame comparire in uno dei quadri che si trovavano alle pareti.

Obrigada...

Não faz nada

Rispose in automatico, scrollando le spalle, per poi bloccarsi, gli occhi spalancati e fissi in quelli della ragazza, nel momento in cui si rese conto di aver appena avuto uno scambio, esiguo certo, di battute in portoghese.

Falam Português?
(Parli portoghese?)


Chiese quindi nella sua madrelingua, curioso e in parte speranzoso di aver trovato un’altra portoghese lì a scuola.
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Messaggioda Elbeth » 28/01/2013, 13:16

Não faz nada! Falam Português?

Il volto sorpreso di Jorge la fece sorridere un pò.
Le aveva risposto istintivamente, questo voleva dire che il suo intuito (intuito/perspicacia=16) non aveva sbagliato!
Lesse nei suoi occhi la speranza di trovare qualcuno con le sue origini. Lo capiva.
Anche se lei era scozzese, si sentiva comunque persa ad Hogwarts: non era casa sua.
Come non lo era per Jorge. Come non lo era per nessuno di quei ragazzini che ora iniziava a vedere sciamare per il corridoio.
Le dispiacque, quindi, di dover smentire le sue aspettative.

Não... Conosco solo alcune parole, quelle di circostanza, cioè quelle che mia madre reputava utili dovessi conoscere, laddove avessimo avuto ospiti a casa!

Imitò il tono affettato della madre, anche se il ragazzino non poteva conoscerla: lasciava trasparire tutto il suo disprezzo per quel tipo di vita. Poi, senza un motivo ben preciso, proseguì.

Ho vissuto sei mesi a Lisbona, l'anno scorso. Ci siamo trasferiti lì, per il lavoro di mio padre.

Il volto si rabbuiò un pò.
Era riservata e non amava parlava dei fatti suoi, in particolare della sua famiglia.
Strinse a sè il libro di Alchimia che aveva tra le mani.
Si voltò a guardare Jorge, ancora un pò sospettosa.
Non amava neanche essere compatita, quindi decise di cambiare registro.

Ma Lisbona mi è piaciuta molto!

Il tono e la postura di Elbeth mutarono immediatamente, mostrando anche una certa dose di allegria al ricordo.
Era abituata a mascherare le sue emozioni, anche se era così piccola.
Diciamo che era diventata un'abitudine. Solo Richard riusciva a comprendere sempre ed esattamente cosa le passava per la testa.
Ma lui era un'altra cosa: in fondo, oltre a averla vista nascere, era sempre stato con lei. E quando non si aveva la magia a disposizione, come lui, Elbeth riteneva che si diventasse un pò più abili nel leggere le emozioni altrui. Era un fatto di sopravvivenza...
Questo non toglieva che il Portogallo, con tutti i suoi colori e suoni l'aveva affascinata.
Era uno dei posti in cui si era trovata meglio!

Meglio della Norvegia o dell'Islanda!

Rabbrividì al pensiero delle interminabili giornate che aveva passato chiusa in casa ad osservare la neve scendere e fioccare senza posa.
Invece il sole ed il mare di Lisbona, li ricordava bene!
Sorrise appena, abbassando lo sguardo.
Sospirò, iniziava a sentire la fatica di tutte quelle scale (talento/fisico= 2) che aveva dovuto percorrere avanti ed indietro grazie alle due dame del ritratto (e grazie al suo scarso senso dell'orientamento!).
Si voltò con sguardo cupo verso il ragazzino.

Manca tanto per arrivare? Sono stanca!

Disse con il tono petulante tipico della sua età.
Quasi che Jorge avesse potuto magicamente evocare davanti a loro la porta dell'aula di Alchimia!
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Messaggioda Jorge » 28/01/2013, 15:29

Per quanto una parte di Jorge ormai considerasse Hogwarts come una seconda casa e alcuni suoi abitanti una sorta di famiglia allargata, il fatto di doversi esprimere sempre e comunque in una lingua che non era la sua lo stancava molto e a volte gli faceva venire anche il dubbio di non riuscire a spiegarsi esattamente. Dopotutto tradurre alcune sfumature di una parola o le sensazioni legate a essa in un'altra lingua non era possibile e questo lo costringeva a fare dei lunghi giri di parole che finivano per annoiare o confondere l'altro. Era per questo che sentire Elbeth parlare,per così dire, portoghese lo aveva dapprima sorpreso e successivamente pervaso da una lieve speranza di non essere il solo portoghese della scuola. Speranza che venne spazzata via dalle parole successive della Grifa.

Não... Conosco solo alcune parole, quelle di circostanza, cioè quelle che mia madre reputava utili dovessi conoscere, laddove avessimo avuto ospiti a casa!

Parole di circostanza? E che sono? - Commentò ridacchiando - Ospiti a casa? E che fate, i ricevimenti?

Continuò, spensierato, basandosi sulla propria esperienza di vita: a casa sua, infatti, non avevano mai "ospiti", al massimo qualche vicina che andava a prendere il tè con sua madre e anche in quel caso, spesso, se il tempo era bello, le sedie venivano messe fuori, visto che in casa non c'era molto spazio. L'allegria però durò poco perchè al delfino quel tono affettato e di superiorità gli aveva fatto venire in mente Lingua Argentata e il suo ostentare continuamente, almeno con lui, ricordandogli quindi che in quella scuola erano in molti a vivere in palazzi simili a reggia e che probabilmente lui era l'unico o quasi a vivere in un normalissimo appartamento a due piani di medie dimensioni. Scoccò una seconda occhiata alla ragazzina, soppesandola con occhi diversi, gli stessi che usava quando si trovava di fronte a quegli snob purosangue di Serpeverde, sempre pronti a sbatterti in faccia la loro superiorità economica, che era il tasto dolente per il portoghese, visto che dopo tre anni a Hogwarts aveva messo bene in chiaro che non era secondo a nessuno in termini di capacità magiche. Per fortuna della Grifa però Jorge in quei tre anni era anche maturato un pochino e questo voleva dire che prima di partire in quarta con le sue convinzioni cercava indizi che le confermassero.

Senti Menina... ma tu sei una natababbana?

Chiese quindi con un tono di voce neutro, riflettendo tra sè che per essere "una di loro" si era dimostrata un po' troppo impulsiva anche se si era liberata della sua stretta con un gesto di stizza come se le avesse dato fastidio che lui la toccasse.

Bè tu avresti fatto di peggio.

Le ricordò la sua coscienza, a cui il delfino aveva iniziato a dare ascolto solo di recente. In ogni caso reputò inutile mettersi a discutere con se stesso visto che tra breve avrebbe avuto la risposta che cercava. Nel frattempo Elbeth aveva spiegato il piccolo enigma riguardante la sua conoscenza del portoghese.

Ho vissuto sei mesi a Lisbona, l'anno scorso. Ci siamo trasferiti lì, per il lavoro di mio padre. Ma Lisbona mi è piaciuta molto!

Un giorno di questi devi dirmi cosa hai visto di Lisbona e cosa ti è piaciuto di più - affermò serio, senza dare troppo peso al cambio d'umore dell'altra - E anche di tutti gli altri posti bellissimi che di sicuro hai visitato.

Aggiunse con aria tra il sognante e l'invidioso: lui non era stato da nessun'altra parte che non fosse il Portogallo, e nemmeno quello era riuscito a girarlo tutto, Londra e Hogwarts.

Manca tanto per arrivare? Sono stanca!

A quella strana domanda, Jorge rispose inclinando la testa di lato rivolgendo alla Grifa un'espressione perplessa. Va bene che lui era più grande e quindi forse era più allenato a passare in fretta da un'aula all'altra (Talento(F)=8), però le scale magiche toglievano la maggior parte della fatica visto che bastava salirci sopra per essere portati a destinazione.

Scusa ma da quanto tempo stavi discutendo con le dame? - chiese quindi in un lampo di perspicacia (Intuito(P)=8) - In ogni caso l'aula è in fondo al corridoio subito dopo il Bagno dei Prefetti.
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Messaggioda Elbeth » 29/01/2013, 0:32

Continuavano ad avanzare per il corridoio.
Anche lì erano appesi dei quadri ed Elbeth ogni tanto si distraeva e lanciava occhiate furtive al loro indirizzo.
Alcuni sembravano indicarli e sussurrare qualcosa tra di loro.
Alcuni saltavano da uno all'altro. La notizia dell'alterco evidentemente si era già diffusa.
La bambina con un piglio deciso all'ultimo cenno nei loro confronti da parte di un "Cavaliere in tenuta di gala", girò altezzosamente lo sguardo dall'altra parte.
Quegli stupidi quadri le avevano fatto già perdere troppo tempo!
Ad un certo punto la sua attenzione fu richiamata dal ragazzino: lo sentì ridacchiare alle sue affermazioni.

Parole di circostanza? E che sono?
Ospiti a casa? E che fate, i ricevimenti?


Lo fissò con sguardo un pò triste.

Ogni tanto...

Ammise molto vaga ed un pò intimorita.
Dal tono canzonatorio del Delfino era evidente come giudicava quel tipo di persone.
Elbeth sospirò e gli lanciò un'occhiata furtiva, cercando di cogliere qualcosa che le confermasse i suoi sospetti.
Ad un certo punto anche Jorge la fissò e lei distolse immediatamente lo sguardo, imbarazzata per essere stata sorpresa a fissarlo.

Senti Menina... ma tu sei una natababbana?

Un'altra volta puntò il suo sguardo diretto e curioso sul piccolo portoghese.
L'aveva sorpresa con quella domanda.
Perchè glielo chiedeva? Che importanza poteva avere?
Aggrottò la fronte, prima di rispondere

No, Alvares, sono Purosangue. Perché?

Le parole le uscirono più rapidamente di quanto avesse voluto con un tono tra il seccato ed il preoccupato, che non riuscì ad evitare. Ma era quasi sempre così per lei. Non riusciva a trattenersi!

Un giorno di questi devi dirmi cosa hai visto di Lisbona e cosa ti è piaciuto di più. E anche di tutti gli altri posti bellissimi che di sicuro hai visitato.

Lanciò un'altro sguardo a Jorge. O forse si sbagliava...

Quando vuoi, Alvares.

Continuava a mettere un piede davanti all'altro, sospirando.
Lanciava sguardi a destra e a manca per capire dove fossero e quanto mancasse.
Gli studenti erano decisamente aumentati per il corridoio, segno evidente che l'aula non doveva essere molto lontana.
Poi l'ultima frase del portoghese la sorprese ancora.

Scusa ma da quanto tempo stavi discutendo con le dame? In ogni caso l'aula è in fondo al corridoio subito dopo il Bagno dei Prefetti.

Arrossì violentemente, cercando di nascondere l'imbarazzo, mentre sentiva il calore che saliva e le imporporava le guance.
Aveva improvvisamente molto molto molto caldo.
Sentiva il suo viso andare quasi a fuoco, come se un Dorsorugoso di Norvegia le avesse alitato in faccia!
Strinse i libri a sè, abbassando per la prima volta i suoi occhi scuri.
Non avevano più lo sguardo sicuro di poco prima!

Beh... tutto considerato... insomma...

Cercò di prendere tempo, ma alla fine cedette all'evidenza dei fatti.

...45 minuti! - poi impulsivamente come sempre, proseguì più spavalda con quella che riteneva una valida giustificazione - Mi hanno provocato!!!
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Messaggioda Jorge » 29/01/2013, 15:53

Stava ridacchiando perchè considerava divertente quel tipo di parlata, quasi aliena per l'ambiente dove era cresciuto ma smise subito non appena si accorse che lo sguardo scintillante di Elbeth si era adombrato per qualcosa che poteva essere tristezza. Certo poteva anche essere rabbia o frustrazione per il borbottio dei quadri lungo il corridoio, non completamente coperto dal vociare degli altri studenti, ma in ogni caso Jorge reputò più corretto tornare serio, cosa che sarebbe comunque accaduta vista la risposta che ottenne.

Ogni tanto...

Assumendo un'aria seria e un tantino distaccato, Jorge si mise a osservare la Grifa fregandosene del fatto che lei se ne fosse accorta o che quel suo modo di fare avrebbe potuto metterla in imbarazzo, troppo preso dai propri ragionamenti interiori. Per fare ricevimenti ci voleva una casa grande, molto più grande di quelle a cui lui era abituato, quel tono di voce altezzoso era tipico della gente snob babbana che si credeva superiore agli altri e dei Purosangue, come aveva avuto modo di appurare. Però la piccola non emanava la stessa aurea di antipatia che avvolgeva Lingua Argentata come una spessa coltre e che lo mandava ai matti così per togliersi ogni dubbio decise di chiederglielo direttamente invece di perdersi in congetture infinite. Pose però la domanda al contrario, accennando alla possibilità che lei provenisse, come lui, da una famiglia non magica, giusto per saggiare la sua reazione e provare a farsi un'idea in più sul tipo di persona che era, sicuro che una Purosangue convinta sarebbe stata inorridita da quell'ipotesi. Tre anni in quella scuola gli avevano infatti dato la falsa sicurezza di saper distinguere tra chi era fiero della sua famiglia, qualunque origine avesse, e chi invece era fiero di quello che la sua famiglia rappresentava nel Mondo Magico.

No, Alvares, sono Purosangue. Perché?

Non c'era un perchè alla sua domanda, non uno che potesse essere espresso a parole così Jorge inizialmente si limitò a scrollare la spalle, cercando di leggere al di là del modo frettoloso con cui l'altra gli aveva risposto, senza però riuscire a cavare il classico ragno dal buco.

Perchè non ho ancora conosciuto un natobabbano come me che avesse avuto la fortuna di viaggiare tanto.

Si risolse a dire, alla fine, una sorta di mezza verità detta in maniera del tutto noncurante per non offendere eventualmente Elbeth e non perchè fosse diventato tutto all'improvviso sensibile ma semplicemente perchè aveva deciso che non gli importava che fosse una Purosangue fintanto che non si comportava come la maggior parte di loro faceva lì a scuola. E come a voler avvalorare la sua risposta, subito dopo espresse il desiderio misto a curiosità di conoscere un po' dei posti che la Grifa aveva visitato, Lisbona per prima.

Quando vuoi, Alvares.

Annuì soddisfatto a quella affermazione/concessione trovandosi a desiderare di passare un altro po' di tempo con quella strana ragazzina che, in parte, gli ricordava per sfrontatezza e impulsività, lui quando era arrivato a Hogwarts.

Potremmo parlarne di fronte a una burrobirra la prossima volta che andiamo a Hogsmeade. Sono sicuro che a Cappie farà un sacco piacere conoscerti anche se... - e qui abbassò un po' il tono di voce, avvicinandosi con fare cospiratorio alla Grifa, per evitare che qualcuno lo sentisse e andasse a riferire alla tassetta quello che stava per dire - ... ti conviene portarti dei paraorecchi in pelle di drago moooolto potenti.

Si guardò circospetto intorno mentre si metteva di nuovo dritto per poi riprendere a camminare verso l'aula. La lamentela della Menina lo prese in contropiede e così la rassicurò sul fatto che erano quasi arrivati, non senza prima averle chiesto, con la delicatezza di un Troll che lo contraddistingueva, da quando stava girando a vuoto.

Carino... non come visino di pesca però notevole...

Si ritrovò a pensare Jorge contemplando il rossore che aveva colorato in maniera improvvisa le guance di Elbeth, paragonandola istintivamente all'unica altra ragazzina che conosceva capace di sembrare deliziosa e non ridicola quando veniva messa in imbarazzo. Quel commento però spiazzò il delfino che non riusciva a capire perchè da un momento all'altro trovava così interessante dettagli delle ragazze che prima erano del tutto ininfluenti.

Devo assolutamente parlarne con qualcuno...

Si disse, mentre passava in rassegna i possibili candidati e rendendosi conto che erano davvero pochi, per non dire inesistenti.


Beh... tutto considerato... insomma...45 minuti! Mi hanno provocato!!!

45 minuti? - ripetè sconvolto, tutti i pensieri a stampo ormonale dissolti nel vento da quella confessione - Menina tu hai decisamente un autocontrollo fuori dalla norma.

Aggiunse con un tono di ammirazione palese: lui avrebbe provato a dar fuoco al quadro molto prima, probabilmente dopo il decimo minuto, secondo più secondo meno.

Ma come mai sei uscita così in anticipo? Non avevi lezione prima? - chiese curioso visto che lui, invece, veniva dai sotterranei dopo una bellissima lezione di Pozioni.
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Messaggioda Elbeth » 29/01/2013, 21:54

Avevano appena svoltato l'angolo, finalmente la tanto agognata aula di Alchimia sembrava diventare più concreta.
Elbeth sospirò. La sua antipatia per il castello ed i suoi abitanti aveva assunto un andamento altalenante.
I quadri e le scale non le piacevano. Erano sulle stessa lista nera delle armature e dei fantasmi.
Invece alcuni compagni iniziavano a essere simpatici.
Pareva che riuscisse a fare amicizia solo con i Delfini in quella scuola!
Prima Steve ed ora Alvares.
Amico? Aveva detto "amico"?
Mentre continuavano a camminare lanciò ancora un'occhiata fugace al ragazzino.
Era certa che le domande che le aveva rivolto avevano un secondo fine (intuito/perspicacia=16) ma non aveva capito quale ed il portoghese era ben lungi dall'esternarlo. Le era sembrato titubante su di lei ad un certo punto.
Sembrava tuttavia essere tornato socievole e tranquillo.

Potremmo parlarne di fronte a una burrobirra la prossima volta che andiamo a Hogsmeade. Sono sicuro che a Cappie farà un sacco piacere conoscerti anche se ... ti conviene portarti dei paraorecchi in pelle di drago moooolto potenti.

Si scostò solo un attimo quando improvvisamente il ragazzino le si fece troppo vicino.
Strinse i libri al petto. Era inutile! Alla confidenza della gente ancora non si era abituata.
Sobbalzava e non riusciva a farne a meno.
Cercò di mascherare il disagio: era già stata brusca con lui, non voleva ripetere l'esperienza.

Non sono mai stata ad Hogsmeade - disse sorridendo - mi piacerebbe tanto andarci! Cappie deve essere la tua sorellina...

Ancora una volta la mente vivace della bambina aveva fatto due più due (intuito/perspicacia=16).
Senza contare che l'aveva colpita il fatto che lui avesse una sorella ad Hogwarts!
Era lontano da casa, ma almeno aveva qualcuno della sua famiglia con lui.

Ma come mai sei uscita così in anticipo? Non avevi lezione prima?

La domanda la sorprese ancora una volta. Quasi quasi stava imparando a tollerare la curiosità del ragazzino!

Oh... sì... in realtà avevo un'ora buca ed ero andata in Guferia: dovevo spedire una lettera e quindi ero uscita prima, perchè... ehm... cioè... io...

Alzò gli occhi al cielo!
Detestava ammettere di non essere capace di fare qualcosa!

Sì, insomma... non ho un buon senso dell'orientamento, ecco! Mi perdo sempre - disse con un sussurro triste, abbassando impacciata lo sguardo - e quindi ero uscita per tempo! Steve mi aveva fatto la mappa, ero sicura di riuscire ad arrivare. Ma quelle due megere, continuavano a distrarmi e le scale si muovono di continuo ed io... io.. ho continuato a girare... - disse indicando con un indice verso il basso gli immaginari giri che era stata costretta a fare - e questi corridoi non finiscono mai!

Disse indicando con un gesto il lungo corridoio che in effetti di apriva davanti a loro.
Lo guardò con occhi supplicanti: chissà se capiva le sue difficoltà!
Nel frattempo erano giunti davanti all'aula, proprio mentre gli altri studenti facevano il loro ingresso: evidentemente il professore era appena arrivato.
Mentre indugiavano sull'ingresso, Elbeth lanciò un'occhiata fugace nell'aula, sporgendosi un pò per guardare oltre le teste dei compagni che le erano davanti e ingombravano la visuale.
Sorrise.
Chissà come era il Professor Connor e come sarebbe stata la sua lezione.
Tornò a portare la sua attenzione su Jorge e continuò a sorridere anche a lui.
In fondo era merito suo se era arrivata sana, salva e soprattutto puntuale a lezione!

Ce l'abbiamo fatta per un pelo! Che dici, entriamo?

[FINE PER ELBETH]
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Messaggioda Jorge » 29/01/2013, 23:32

Per quanto la conoscesse da meno di un quarto d’ora, Jorge aveva già classificato Elbeth come una ragazzina simpatica, un po’ impulsiva, con avrebbe potuto passare del tempo in maniera piacevole architettando piani elaborati per punire i quadri del Castello senza finire loro stessi in punizione. Non aveva nulla su cui basare quella sua decisione, nulla di concreto, ma si sapeva che il delfino era un tipo istintivo e che non sempre quello che faceva poteva essere spiegato in maniera razionale come chiunque avrebbe potuto confermare. Spinto quindi dal suo istinto, Jorge aveva invitato ufficialmente la Grifa ad andare con lui e la sua sorellina a Hogsmeade il prossimo sabato disponibile, sicuro che a Cappie non avrebbe dato fastidio avere qualcuno in più con cui parlare, e neanche alle sue orecchie.

Non sono mai stata ad Hogsmeade mi piacerebbe tanto andarci! Cappie deve essere la tua sorellina...

Ti piacerà… soprattutto Mielandia – rispose quindi, gli occhi che gli scintillavano per la felicità al solo pensiero di quell’enorme negozio pieno di tantissimi dolciumi assolutamente fantastici – E si ti piacerà anche lei… è una Tassa fuori dal comune.

Confermò poi, mettendo una punta di orgoglio nel descrivere la sua sorellina e un tantino sollevato, anche se non capitava esattamente perché, dal fatto che l’altra non l’avesse scambiata per la sua ragazza. Non si prese la briga di spiegare alla Menina che non erano fratelli di sangue perché ormai aveva dato per scontato, peccando non poco di megalomania, che tutti a Hogwarts fossero a conoscenza del fatto che lui e Cappie avessero fatto un patto di sangue e non erano realmente fratello e sorella.

Sì, insomma... non ho un buon senso dell'orientamento, ecco! Mi perdo sempre e quindi ero uscita per tempo! Steve mi aveva fatto la mappa, ero sicura di riuscire ad arrivare. Ma quelle due megere, continuavano a distrarmi e le scale si muovono di continuo ed io... io.. ho continuato a girare... e questi corridoi non finiscono mai!

Evitò qualsiasi commento non perché stava diventando più sensibile o più maturo, ma semplicemente perché avrebbe dovuto ammettere che anche per lui i primi mesi erano stati un vero incubo in termini di orientamento e per quanto una parte di lui desiderasse consolare Elbeth la parte maschile e prettamente orgogliosa del portoghese lo spinse a tacere. Non chiese chi era Steve né comprese che si trattava di un suo compagno di Casata, un nome troppo comune e troppi erano gli studenti maschi presenti al Castello. Intanto, per quanto lungo,il corridoio era giunto alla fine e i due erano finalmente arrivati di fronte all’aula tanto agognata.

E’ carina anche quando sorride.

Si ritrovò a pensare il portoghese, soffermandosi una manciata di secondi a osservare il viso sorridente, non sapeva per quale motivo, della ragazzina.

Ce l'abbiamo fatta per un pelo! Che dici, entriamo?

Ovvio che si. Dopo tutta la strada che abbiamo fatto per arrivare fin qui è il minimo…

Commentò quindi, facendosi da parte e permettendo a Elbeth di entrare per prima in un gesto elegante e da cavaliere che avrebbe fatto piangere di gioia sua madre.
[FINE]
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