Re: Per il corridoio..
Inviato:
15/04/2013, 14:29
da Tisifone
[Martedì - ore 19.25]
Compiti corretti... appunti per la prossima lezione sulla classificazione ministeriale dei Vati in ordine... E anche in netto anticipo rispetto al solito. In piedi sulla soglia del proprio ufficio, Tisifone stava valutando con occhio critico la situazione delle varie pile di pergamene che occupavano sia la superficie della sua scrivania che quella del tavolinetto basso posto di fronte al caminetto. Solitamente non riusciva mai a rispettare i tempi che si dava, a causa di imprevisti dell'ultimo momento come qualche incantesimo volante che metteva a repentaglio la sicurezza della Torre o uno studente che si avventurava nel suo antro per chiedere spiegazioni su qualche aspetto, di solito marginale, dell'ultima lezione che aveva tenuto, quindi fu una sorpresa per lei vedere la pendola a forma di drago segnare le 19.25.
Forse avevo proprio bisogno di un Apprendista per riuscire a essere puntuale.Si disse, increspando le labbra all'insù in un tenue sorriso, qualcosa che ormai le stava diventando quasi automatico ogni volta che pensava al Prefetto dei Corvi. Era infatti merito suo se quella sera sarebbe riuscita a giungere a cena quasi in perfetto orario, gustarsela con calma insieme a Lucas e poi accompagnarlo nella sua passeggiata serale, cosa che solitamente non poteva fare perchè costretta a tornare in ufficio a finire di scrivere questo o quell'appunto. Pensare al suo compagno trasformò il piccolo ghigno di prima in un sorriso luminoso, da innamorata, che poi prese una connotazione maliziosa all'idea di costringerlo a sgattaiolare fino al villaggio per passare un paio d'ore in serenità a casa loro.
Uvidimsya pozzhe. I segodnya u vas budet bol'she vremeni, chtoby begat' v sadu, schastlivym?
(Ci vediamo dopo. Oggi avrai più tempo per scorrazzare in giardino, contenta?Sibilò ironica a Idra che la osservava penzolando con le spire anteriori giù dal ramo del suo albero con quella che, se umana, sarebbe stata una perfetta espressione tra lo stupefatto e il rassegnato.
Mnogo...
(Molto...)Le rispose e quel sibilo unico risuonò alle orecchie della donna così carico di ironia da farla ridacchiare mentre apriva la porta dell'ufficio. Sapeva perfettamente che il suo animale era orgoglioso e autonomo e il dover dipendere da lei per muoversi da un posto all'altro le pesava non poco. Purtroppo però non avevano alternative considerato la tendenza delle scale a muoversi in maniera inaspettata e veloce e degli studenti a non prestare attenzione a dove andavano, correndo quindi il rischio di inciampare o di calpestare il povero serpente. Una volta in corridoio, Tisifone fece un profondo respiro per tornare completamente padrona di sè, sistemò alcune ciocche dei capelli sfuggite allo chignon in cui li aveva legati dietro le orecchie, assicurandosi che i suoi orecchini di ambra fossero al loro posto e poi lisciò le pieghe dell'abito che indossava, un abito tradizionale da maga, eccentrico come al solito nei colori e nei pendagli, ma con uno scollo ampio che ne esaltava il decoltè - scelta effettuata ovviamente per stuzzicare e compiacere Lucas.
Quella quindi che giunse alla fine del corridoio, poco prima dell'imbocco delle scale, era la solita Insegnante di Divinazione, con il volto impassibile e gli occhi vigili, le mani incrociate in grembo e un passo sicuro ma non veloce che rallentò ulteriormente nello scorgere la figura di una studentessa appoggiata al muro in quella che le sembrava
[Intuito (P)= 26] una posa di attesa.
Signorina Herbet. Salutò quindi in maniera educata, con il solito freddo distacco, rivolgendo alla ragazza un semplice cenno del capo per poi proseguire verso le scale.
Re: Per il corridoio..
Inviato:
15/04/2013, 14:52
da Melia
Passi sempre più vicini e poi, finalmente, la figura di Tisifone entrò nel campo visivo di Melia, che sorrise per un secondo con un luccichìo sadico negli occhi: oh, sì, sarebbe stato oltremodo divertente mandare in mille pezzi la vita sentimentale della Samyliak, forse perché Turner sembrava essere l'unica persona al mondo di farla sorridere come una ragazzina.
Attese che la donna le fosse vicino, senza fissarla insistentemente ma lanciandole solo qualche occhiata mentre la Divinante eliminava la distanza tra loro, così da darle l'idea che avesse un appuntamento con qualcuno, e dunque fosse semplicemente nell'attesa che questo qualcuno arrivasse.
Signorina Herbet.
Professoressa Samyliak.
Le rispose Melia con calcolata noncuranza quando le passò accanto, richiamando a sé il potere che le scorreva nelle vene e che le circondava il cuore, corrompendolo, ed attendendo che avesse fatto un paio di passi lontano da lei, di spalle alla Prefetta, per voltarsi in sua direzione, come se si fosse improvvisamente ricordata di una cosa importante da dover dire alla docente.
Ah, professoressa!
La chiamò la Serpeverde, infatti, modulando la voce proprio come avesse avuto un'illuminazione improvvisa e le scocciasse pure disturbare l'insegnante in quel momento, ma già che c'era, tanto valeva approfittarne.
Attese quindi che Tisifone si voltasse in sua direzione, per fare un piccolo passo verso di lei, trarre un respiro profondo, e dilatare le pupille, lasciando che l'ipnosi si proiettasse da sé alla donna, abbracciandola.
Se avesse visto le pupille della docente dilatarsi a loro volta, allora avrebbe avuto la conferma che sì, l'ipnosi era andata a buon fine... e la cara Divinante era appena caduta nelle sue mani.
Anzi, spire.
Mi scusi se la disturbo, ma avrei bisogno di darle qualche... ordine.
Cominciò a dire Melia, la voce che, una volta incominciata l'ipnosi, sarebbe dovuta suonare nelle orecchie della donna come un eco suadente, come un Dogma a cui era impossibile sottrarsi: la volontà della Herbert sarebbe stata, per le sette ore successive nella vita di Tisifone, legge.
Ho bisogno che lei mi ascolti attentamente, e che poi faccia tutto ciò che le dirò, siamo d'accordo? - proseguì, attendendo conferma prima di proseguire - Ora lei andrà in Sala Grande a mangiare accanto al suo compagno, come se nulla fosse, comportandosi con lui nel modo più naturale possibile. Finirà di cenare alle 21.00 in punto, lascerà la Sala Grande, e tornerà nei suoi alloggi da sola, dove attenderà fino alle 21.30: a quell'ora, una persona verrà a bussare alla sua porta, qualcuno che lei non conoscerà. Lo farà entrare, e farà del sesso con lui.
Mi ha capito bene, professoressa? Del sesso - sottolineò per bene la Herbert, tanto per chiarire il concetto - Nel corso di quest'atto, il professor Turner entrerà nella sua stanza, e la vedrà scopare con un altro: quando questo accadrà, lei non dovrà fermarsi, dovrà proseguire nel suo atto infedele. Quando l'uomo con cui avrà fatto sesso se ne andrà, dovrà farsi una bella doccia e mettersi a dormire tranquilla, di un sonno profondo e ristoratore.
Quando l'effetto di questa mia ipnosi finirà, lei avrà dimenticato di aver parlato con me per questo corridoio, e tutto ciò che riguarda l'uomo con cui sarà andata a letto: non ne ricorderà né il volto, né la voce, la sua memoria cancellerà ogni particolare di lui, tranne quello del suo gingillo nella sua intimità, professoressa.
Tutto ciò che ricorderà sarà di aver mangiato in Sala Grande con gli altri professori, di essere tornata nei suoi alloggi, di aver fatto sesso con uno sconosciuto, di essere stata vista da Lucas, e di aver proseguito comunque anche di fronte a lui, tradendo così di sua spontanea volontà l'uomo che ama.
Era un piano talmente perfetto che quasi le veniva da piangere per quanto era stata brava: i dettagli le sembravano definiti in modo chiaro, e se anche Zephyr si fosse presentato sotto sembianze diverse da quelle usuali, Tisifone non avrebbe potuto ricordare nulla di lui, a parte il suo sesso, ma non è che fosse molto rilevante per la Samyliak al fine di capire con chi avesse scopato.
Sì, non c'era via da scampo per la coppia più romantica, o quasi, di Hogwarts.
E' tutto chiaro, professoressa?
[Uso Potere "Ipnosi": Concentrazione => 13 + Bonus Potere Base => 8 + Tiro d20 => 16 = 37]
Re: Per il corridoio..
Inviato:
15/04/2013, 15:22
da Tisifone
Si stava recando in Sala Grande animata da mille intenzioni romantiche, con uno sfarfallio nello stomaco al pensiero di poter passare la serata tra le braccia del suo uomo in quella che era a tutti gli effetti la loro casa, quando si imbattè nella Prefetta di Serpeverde. Un incontro casuale, come le era capitato mille volte e come le sarebbe potuto ricapitare in futuro, solo che quella volta, di casuale non c'era proprio nulla. Faceva tutto parte di un piano ben congeniato della giovane Aberazione per rovinarle la vita solo per il gusto di farlo o forse anche per un qualche tornaconto personale.
Professoressa Samyliak. - continuò a camminare dopo quello scambio di formalità e stava per salire sulla scala, portandosi in salvo quando la studentessa la richiamò -
Ah, professoressa!Contrariata per quella perdita di tempo, Tisifone si voltò e con sguardo serio osservò la giovane avanzare verso di lei, il movimento sinuoso ed elegante che tanto faceva impazzire la maggior parte della popolazione maschile del Castello. Ma erano i suoi occhi, in quel momento, l'unico particolare degno di nota della Serpeverde, quelle iridi dorate che avevano accalappiato il suo sguardo e da cui non riusciva a staccarsi. Man mano che il potere di ipnosi si concentrava negli occhi della giovane le pupille della Divinante andavano a dilatarsi fino a quando il nero non ebbe risucchiato in sè tutto il blu dei suoi occhi e con esso la luce che era solita animarla da quando Lucas era entrato nella sua vita.
Mi scusi se la disturbo, ma avrei bisogno di darle qualche... ordine.
Mi dica.Si limitò a rispondere, con quel tono privo di alcuna inflessione che la caratterizzava tanto sopratutto i primi tempi in cui si trovava al Castello. La sua mente era completamente in balia di Melia e quindi non uno sbattito di ciglia, non un'espressione quantomeno perplessa si dipinse sul suo volto a sentirla pronunciare la parola
ordine come se fosse del tutto normale che una studentessa potesse dare qualche ordine a un Insegnante.
Ho bisogno che lei mi ascolti attentamente, e che poi faccia tutto ciò che le dirò, siamo d'accordo?Un semplice cenno del capo, a indicare che aveva compreso la prima semplice istruzione che le era stata impartita e dopotutto non avrebbe potuto fare altro che rimanere lì, ferma e immobile, in attesa delle sue istruzioni perchè il comando sul suo corpo non le apparteneva più.
Ora lei andrà in Sala Grande a mangiare accanto al suo compagno, come se nulla fosse, comportandosi con lui nel modo più naturale possibile. Finirà di cenare alle 21.00 in punto, lascerà la Sala Grande, e tornerà nei suoi alloggi da sola, dove attenderà fino alle 21.30: a quell'ora, una persona verrà a bussare alla sua porta, qualcuno che lei non conoscerà. Lo farà entrare, e farà del sesso con lui.
Mi ha capito bene, professoressa? Del sesso.Se fosse stata in lei, Tisifone a questo punto sarebbe scoppiata a ridere, una risata priva di divertimento certo, sarcastica perchè lei non avrebbe mai fatto sesso con uno sconosciuto e non solo perchè innamorata folle di Lucas. Non si fidava degli uomini, le sue esperienze passate erano state troppo disastrose per permetterle di cedere ai piacere della carne, di nuovo, senza alcuna rassicurazione. Ma non era in sè e quindi anche questa volta non potè fare altro che annuire per far comprendere all'altra che si, aveva inteso il senso delle sue parole.
Nel corso di quest'atto, il professor Turner entrerà nella sua stanza, e la vedrà scopare con un altro: quando questo accadrà, lei non dovrà fermarsi, dovrà proseguire nel suo atto infedele. Quando l'uomo con cui avrà fatto sesso se ne andrà, dovrà farsi una bella doccia e mettersi a dormire tranquilla, di un sonno profondo e ristoratore.
Quando l'effetto di questa mia ipnosi finirà, lei avrà dimenticato di aver parlato con me per questo corridoio, e tutto ciò che riguarda l'uomo con cui sarà andata a letto: non ne ricorderà né il volto, né la voce, la sua memoria cancellerà ogni particolare di lui, tranne quello del suo gingillo nella sua intimità, professoressa.
Tutto ciò che ricorderà sarà di aver mangiato in Sala Grande con gli altri professori, di essere tornata nei suoi alloggi, di aver fatto sesso con uno sconosciuto, di essere stata vista da Lucas, e di aver proseguito comunque anche di fronte a lui, tradendo così di sua spontanea volontà l'uomo che ama.Tradire il suo uomo di sua
spontanea volontà. Una cosa inconcepibile per la donna, una cosa che però sarebbe stata costretta a fare e sopratutto a ricordare per quando non avrebbe mai saputo il perchè. La sua storia perfetta si stava per sgretolare tra le sue mani e lei avrebbe saputo solo una cosa: che era stata colpa sua, lei la causa, lei l'artefice. E cosa peggiore di tutte anche Lucas l'avrebbe vista in quel modo e lei non avrebbe potuto fare nulla, nulla per fargli cambiare idea.
E' tutto chiaro, professoressa?Si, è tutto chiaro.E quando Melia l'avesse lasciata andare, Tisifone si sarebbe recata serena verso la Sala Grande inconsapevole del fatto che stava andando incontro alla sua rovina.
Re: Per il corridoio..
Inviato:
15/12/2014, 22:23
da Amy
Maledetta, stupida, curiosità. Aveva passato ben quattro giorni senza avventurarsi fuori dal tracciato Atrio – Infermeria e la cosa più pericolosa in cui si era imbattuta era stato un possibile caso di vaiolo di drago, rivelatosi alla fine l’effetto collaterale di una qualche Merendina Marinara. E adesso, dopo meno di un quarto d’ora di esplorazione, si trovava in balia di non uno ma bensì due fantasmi. Normale, considerato che si trovava a Hogwarts. Peccato che la sua mente si fosse inceppata e continuasse a ripeterle che ciò che stava vedendo non era possibile. Solo i reikon morti violentemente o vendicativi restavano incatenati al mondo dei vivi e questo li rendeva molto ma molto pericolosi. Motivo per cui Amy si era messa a urlare, cercando di farsi piccola piccola, la testa incassata nelle spalle e il volto nascosto tra le mani.
Si può sapere che sta succedendo qui?
Una voce umana. Un corpo solido accanto al suo. Rifugio, protezione. Senza neanche pensare la nippo irlandese si voltò di scatto e se Lucas non si fosse spostato in tempo l’avrebbe “investito”nel tentativo di cercare protezione tra le sue braccia. Se il tutto fosse andato a buon fine, a contatto con il calore dell’uomo, il cervello dell’Harada avrebbe ripreso a ragionare velocemente.
Torace piatto- non è una donna… Più alto di me – non è uno studente… M***a!
Tempo dieci secondi ed Amy aveva realizzato di stare abbarbicata come un koala a un docente. Alzò la testa di scatto, le guance color rosso fuoco per l’imbarazzo, pronta a scusarsi ma un altro urlo di Pix la mandò di nuovo nel pallone. Con quel poco di lucidità riconquistata ruotò intorno al docente, trovando una posizione difensiva meno imbarazzante, le mani posate sui fianchi dell’uomo e il viso premuto contro la sua schiena.
Per favore mandali via…
Un sussurro che travalicava l'etichetta e denotava una grande paura.
Pix, vogliamo andare ad urlare da un'altra parte, che ne dici?
Pernacchia, bestemmia, silenzio. Adesso il respiro accelerato dell’Infermeria part – time era ben udibile.
Sir Nicholas, la ringrazio per il suo tempestivo e... decisivo aiuto.
Si figuri Professor Turner. E’ stato un piacere.
Nel silenzio totale che seguì i neuroni di Amy tornarono attivi e reattivi tutti insieme sbattendole in faccia la vergognosa verità. Aveva avuto una crisi di panico per degli innocui fantasmi e fatto una figura da cioccolata amara con un docente.
Mi scusi!
Esclamò allontanando di scatto le mani dai fianchi di lui come se il corpo dell’altro stesse andando a fuoco. Fece un paio di passi indietro sulle gambe traballanti fino a sbattere con la schiena alla parete, grata per la chioma fluente che, scompigliata, le permetteva di celare in parte a Turner il proprio sguardo colmo di vergogna per l’accaduto.
Si sente più tranquilla ora, signorina... Harada?
Tranquillissima! Grazie Signor…
Si morse il labbro inferiore, con stizza, considerando un’onta il non saper associare un nome – sulla carta lo conosceva tutto il corpo docente - a un viso. Mentiva, ovviamente, e dato che le bugie avevano le gambe corte le sue l’abbandonarono quasi subito, facendola scivolare a terra. Reazione normale quando a un forte spavento si aggiungeva uno stomaco vuoto.
Oh beati Kami… si può essere più patetica di così? Tutta questa confusione per cosa? Due … due… - nulla da fare la parola proprio non le usciva – Sono terribilmente dispiaciuta di averla disturbata. Sono certa che aveva un sacco di cose più importanti da fare che venire a salvare questa imbranata dal … nulla. Come minimo le avrò fatto fare tardi a pranzo.
Sospiro. Piccola testata alla parete alle sue spalle, non per autopunirsi ma per schiarirsi le idee. Autocompatirsi non era da lei ma sembrava non aver ancora ritrovato la bussola. Spostò alcune ciocche di capelli dal viso, portandole dietro l’orecchio e finalmente puntò i propri occhi in quelli dell’uomo – decisamente da infarto.
Non lo dirà alla Preside, vero?
Domandò con aria titubante, rivolgendogli il suo miglior sguardo da cerbiatto indifeso.
Re: Per il corridoio..
Inviato:
16/12/2014, 0:19
da Amy
Turner, Lucas Turner, docente di Trasfigurazione.
Un nome che non avrebbe dimenticato facilmente e neanche il volto, anche se per apprezzarne i lineamenti e la profondità dello sguardo Amy dovette attendere un altro po’. Spariti i due fantasmi, infatti, l’attacco di panico era andato scemando così come l’adrenalina che aveva in circolo lasciandola spossata e senza forze.
Sicura di sentirsi bene? Mi sembra un po'...
Non tentò neanche di dissimulare il malessere che si stava diffondendo per il suo corpo, preferendo abbozzare uno stanco sorriso di scuse – le avrebbe mai esaurite nei confronti dell’altro? – mentre scivolava a terra. Si poteva essere più patetica di così? Fino a un attimo prima la nippo irlandese avrebbe scommesso di no, salvo poi ritrovarsi a balbettare nel tentativo di pronunciare una semplice, innocua parola.
Fantasmi... ?
Si … fantasmi.
Confermò giocherellando con un bottone della giacca aperta per tenere le mani impegnate e avere una scusa banale per non dover guardare Lucas in faccia e leggervi compassione o pena. Avrebbe voluto smaterializzarsi all’istante via da quella situazione imbarazzante e trovare conforto nel suo laboratorio, tra polvere di cacao e aromi vari. Anzi no, meglio affogare direttamente in una gigantesca cioccolata calda formato Troll. Ma non poteva farlo, e non solo perché era impossibile usare quel tipo di magia all’interno del Castello. Doveva almeno delle scuse decenti al suo salvatore.
Non deve scusarsi, davvero.
In realtà avevo in programma di passeggiare fuori dal Castello, quindi non mi ha fatto fare tardi e non ha disturbato faccende urgenti.
Ha scelto la giornata giusta per un programma del genere. Il tempo lì fuori è così invitante che è stata un’agonia dover trascorrere la mattinata tra queste mura. - volse la testa verso le scale in direzione di quella che, credeva, fosse l’uscita. Il rossore stava via via sparendo, lasciando il posto al solito incarnato rosa pallido, la voce diventava meno incerta così come il discorrere più sfacciato – Ha un posto preferito? Da quello che ho potuto capire c’è un punto da cui si gode un panorama stupendo sul Lago, con la Foresta in sottofondo.
Oltretutto, cosa potrebbe mai esserci di più importante che salvare una gentildonna in difficoltà?
Hummm… mantenere il segreto della gentildonna in questione con la Preside?
Non c'è niente da dire, in realtà... a parte che ho finalmente conosciuto in prima persona la nuova Infermiera del Castello.
E ha scoperto che ha una fifa matta per i fantasmi.
Mi auguro che non si faccia influenzare dall'incontro con Pix... le assicuro che quel Poltergeist, per quanto fastidioso, è innocuo, così come tutti i fantasmi del Castello.
Lo so che sono innocui solo che a volte lo dimentico – arricciò il naso per l’assurdità di quella affermazione – In fondo, se esclude i sei anni di scuola alla Musashi, ho vissuto la maggior parte della mia vita nel Mondo Babbano e lì i fantasmi non sono proprio all’ordine del giorno…
E neanche al San Mungo a dire la verità. Se si aggiungevano anche le storie terrificanti che i suoi nonni paterni le raccontavano da piccola su gli spiriti dei morti quei suoi momenti di défaillance non erano proprio incomprensibili.
Stava andando da qualche parte?
In realtà ero in esplorazione. – confessò candidamente, un barlume dell'eccitazione che l'aveva pervasa prima a illuminarle gli occhi – Non avrei resistito un giorno di più alla curiosità di vedere com’è fatta la famosa Hogwarts. Così ho preso le scale e sono scesa solo quando mi stava venendo un principio di torcicollo.
Ridacchiò divertita al ricordo di quanto le era piaciuto volteggiare per la tromba delle scale scambiando quattro chiacchiere con i quadri più loquaci, la mano destra a massaggiarsi i muscoli del collo incriminati.
Ha bisogno che l'accompagni?
Credo di aver esplorato abbastanza per oggi. – commentò, porgendogli la mano con aria imbarazzata nella muta richiesta di aiutarla a rimettersi in piedi – Però potrebbe mostrarmi un posto che assomigli a una cucina in modo che possa prepararle uno spuntino appetitoso da gustare dove preferisce e ripagare in questo modo il suo atto di cavalleria – non si stava autoinvitando a pranzare con lui, ma solo di preparagli da mangiare. Non erano ancora abbastanza in confidenza per mostrarsi così sfacciata – E per favore dammi del tu e chiamami Amy prima che faccia qualche gaffe colossale confondendo il “lei” con il “voi”.
L’essere formali non si sposava per nulla con il carattere spontaneo dell’Harada.