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Messaggioda Tisifone » 12/11/2013, 16:11

[Torre Nord - Aprile, Martedì ore 18:20 - Aula di Divinazione]


E questo è tutto ciò che dovete sapere sulla Ieromanzia... Vi avverto che se qualcuno di voi prova solo a pensare di concedersi qualche esercitazione pratica di questa mantica finirà per farmi da assistente per la lezione di Antropomanzia...

A sottolineare come le sue non fossero delle minacce a vuoto, Tisifone aveva rivolto un ghigno molto poco rassicurante all'indirizzo degli alunni del sesto e settimo anno, soffocando sul nascere, almeno sperava, qualsiasi loro velleità scientifica. L'esperienza le aveva insegnato che nulla come il trarre gli auspici dalle viscere degli animali sacrificali stimolava la voglia di imparare e di conoscere dei ragazzi, spingendoli a trovare interessante anche una materia solitamente bistrattata come Divinazione. Era per quello che aveva deciso di affrontare quel tipo di mantica solo con gli studenti più grandi, meno impressionabili dei primini e di certo meno inclini a mettere a repentaglio i loro M.A.G.O. per una stupida bravata.

Dissezionerebbe davvero uno studente solo per dimostrare che mantiene sempre la parola data?

Il prefetto dei Corvi, nonchè Assistente e Apprendista della Divinante, si era avvicinato alla cattedra per posarvi i compiti della lezione precedente che aveva raccolto e aveva posto la domanda con un tono di voce basso e pacato, per non farsi sentire dagli altri studenti che stavano lasciando l'aula, privo di alcuna inflessione o giudizio com'era suo solito.

Ovviamente Signorino Kenway - gli rispose con fare altrettanto pacato, meravigliandosi non per la prima volta di come le venisse spontaneo rendere in un certo senso conto a quel ragazzino del proprio modo di fare e di pensare. - Solo se mantiene ciò che promette, nel bene e nel male, gli altri avranno rispetto di lei e questo implica il saper dosare il giusto effetto per ogni causa... E poi non ho bisogno di dissezionare realmente qualcuno per mostrarvi come si traggono gli auspici dalle viscere umane...

Asher le aveva insegnato alcuni incantesimi diagnostici non troppo complessi che permettevano di proiettare le interiora di un individuo su una lavagna e poterli visionare in tutta sicurezza per il paziente. Rivolse quindi al ragazzo un accenno di sorriso, il sopracciglio destro inarcato, certa che non avrebbe rivelato a nessuno quel suo piccolo segreto e lo osservò andare via, probabilmente per raggiungere la Jiminez e passare con lei il resto del pomeriggio in attesa della cena. Era rimasta non poco sorpresa quando aveva visto la neocoppia andare in giro per il Castello mano nella mano, ai suoi occhi i due Prefetti erano l'antitesi l'uno dell'altra, tanto solare e spontanea lei quanto taciturno e riservato lui, ma doveva ammettere che insieme facevano davvero una bella coppia.

Quando si dice che gli opposti si attraggono...

Mormorò tra sè, aggirandosi per l'aula per assicurarsi che tutto fosse in ordine, riflettendo che quella, dopotutto, non era di certa l'unica coppia "improbabile" che si era formata tra le mura di Hogwarts e il matrimonio che si sarebbe celebrato da lì a pochi giorni ne era la conferma. Un brivido di tensione misto ad anticipazione le corse lungo la colonna vertebrale al pensiero della feste imminente e soprattutto al fatto che vi avrebbe preso parte insieme al suo compagno.

Merlino, non mi abituerò mai a questo...

Un velo di rossore le colorava le guance come ogni volta che si trovava a pensava a Noah come al suo compagno mentre indossava il mantello e si avvicinava al ramo intorno al quale Idra stava attorcigliata. Aveva appuntamento con il suo Master Teacher per le 19 a Hogsmeade per vedere un appartamento - le ricerche si erano dimostrate più lunghe del previsto - e poi cenare insieme e aveva intenzione di godersi la passeggiata fino al villaggio invece che materializzarsi direttamente lì. Il Fato però sembrava avere altri programmi per il suo pomeriggio e questo le fu chiaro non appena la voce inconfondibile di Caroline Priscilla riecheggiò nell'aula ormai vuota.

Professoressa Samyliak, se ha un minuto vorrei parlarle.

Signorina O'Neill...

Un saluto, un riconoscimento, una imprecazione, un soffio di rassegnazione. Tutto questo e allo stesso tempo nulla, perchè il suo tono era come al solito privo di alcuna inflessione, era condensato in quelle semplici due parole. Lasciando momentaneamente Idra sul suo albero, Tisifone si volse verso la studentessa, rivolgendone da sotto il cappuccio tirato sul capo uno sguardo schietto che dimostrava palesemente quanto non fosse contenta di vederla lì.

Immagine


... sarebbe troppo per me sperare che il motivo della sua visita sia prettamente accademico?

Chiese quindi con un tono leggermente ironico e per nulla disponibile.
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Messaggioda Caroline Priscilla » 13/11/2013, 13:40

Signorina O'Neill...

Per quanto si sforzasse, la Tassorosso non riusciva a comprendere che genere di pensieri passassero nella mente di Tisifone, nè se il modo con il quale aveva pronunciato il suo nome rivelasse un certo fastidio per la sua presenza lì. La giovane strega, fattasi coraggio, si innalzò ancora di più sulla botola, entrando del tutto nell'aula di Divinazione e guardando dritto negli occhi la donna. Quel suo tenere la testa alta, il fissarla negli occhi con orgoglio e con determinazione, nonostante dentro di sè il cuore le battesse forte per l'agitazione, era qualcosa di competamente nuovo per lei: era stanca di dover rincorrere la divinante per avere delle risposte, stanca dei suoi silenzi e dei suoi modi di fare che in tutti quei mesi l'avevano allontanata, scacciata, negando agli occhi della tassetta quello che per lei era solo un suo diritto: conoscere la verità. Fu quindi con una certa sorpresa che si rese conto di star sfidando la Samyliak a cacciarla via dall'aula, una consapevolezza che la lasciò per un attimo stordita e incerta su cosa rispondere quando la donna prese nuovamente parola.

... sarebbe troppo per me sperare che il motivo della sua visita sia prettamente accademico?

Temo di si, professoressa...

Riuscì a dire infine, chiudendosi la botola alle spalle, un po' per sottolineare la propria ostinazione nel portare a termine quel colloquio, un po' per evitare che orecchie indiscrete potessero ascoltare quello che lei e la divinante avrebbero potuto dire: per quanto in passato si fosse comportata da ragazzina, Cappie aveva acquisito in quel periodo molto più giudizio, riconoscendo la gravità della situazione nella quale lei e Tisifone si erano cacciate con quella visione. Sapeva che la donna rischiava ogni giorno, a causa del suo dono, di essere rinchiusa da qualche parte dal Ministero della Magia per poter sfruttare quella sua capacità e, al tempo stesso, il fatto che suo padre fosse morto, probabilmente ucciso da qualcuno, metteva lei stessa in una condizione di costante pericolo. Se qualcuno avesse saputo che stava cercando di scovare la verità su quell'accaduto, avrebbe dovuto temere non solo per la sua incolumità, ma anche per quella di sua madre.

La prego, non mi mandi via di nuovo! Ho bisogno di parlare con lei, di quello che è successo mesi fa nel suo ufficio...- fece una pausa, prendendo un bel respiro mentre osservava la reazione di Tisifone a quella proposta. Sapeva bene che la docente non era una stupida e probabilmente aveva già intuito quale sarebbe stata la sua richiesta, ma ugualmente la Tassorosso volle provare ad addolcirla cercando un argomento che, secondo il suo pensiero, avrebbe attirato l'attenzione della donna e forse l'avrebbe resa più disponibile nei suoi confronti -Sono anche andata in Biblioteca a fare delle ricerche. Ho capito il significato completo del presagio finalmente: il garofano bianco viene utilizzato nelle cerimonie funebri cinesi...- iniziò a parlare, buttando fuori le parole velocemente quasi temesse che la docente potesse fermarla da un momento all'altro, prima che lei riuscisse a completare la sua spiegazione. Voleva renderla partecipe dei suoi pensieri, delle sue ipotesi, sperando di non essersi sbagliata sull'interpretazione che aveva dato di quel candido fiore -...e mio padre il giorno in cui è...morto....ricordo che mi aveva detto di dover pulire un Petardo Cinese. Quindi probabilmente è stato ucciso sul posto di lavoro...- aveva trattenuto per mesi quelle parole, rivelate soltanto al suo migliore amico, e ora che erano spuntate fuori lo sguardo della tassetta si fece più ostinato e doloroso che mai, cercando una conferma alle teorie che aveva formulato in quel periodo proprio dalla divinante -Professoressa...la prego, mi faccia vedere ciò che ha visto lei stessa...- una richiesta che era anche una supplica: come avrebbe potuto spiegarle che il suo desiderio nasceva dalla volontà di scoprire anche i più piccoli particolari sulla morte del padre, di trovare ogni minimo tassello utile che l'avrebbero portata a capire la motivazione dell'assassinio dell'uomo? E come nasconderle quell'oscura bramosia che la spingeva a voler rivedere ancora una volta la sua figura, anche se ciò avesse dovuto farle male? Cappie, soffocata dai propri pensieri, preferì tacere e aspettare che fosse Tisifone a fare il prossimo passo: non era stata in grado di rivelare quel particolare a Jorge, non sarebbe riuscita a svelarlo tanto a cuor leggero anche alla donna.
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Messaggioda Tisifone » 14/11/2013, 16:24

Nel momento in cui la voce di Caroline Priscilla riecheggiò nell'aula vuota qualsiasi programma avesse avuto Tisifone per la serata fu irrimediabilmente rovinato. Anche riuscendo a non tardare troppo all'appuntamento con Noah, il suo umore non sarebbe stato di certo dei migliori, sempre ammesso che la discussione che avrebbero di certo tenuto nei prossimi minuti non le avesse fatto scoppiare una lancinante emicrania. Non credeva infatti di essere così fortunata da potersela cavare in pochi minuti, con qualche spiegazione sui tarocchi e il consiglio di prendere in prestito un libro o due in Biblioteca e la risposta che ottenne dalla studentessa non fece altro che confermare quella ipotesi.

Temo di si, professoressa...

Non ricordavo che crescere volesse dire diventare più sfacciati e meno rispettosi degli spazi altrui.

Commentò secca, il tono di voce distaccato, sollevando le mani per calare il cappuccio del mantello e lasciare i capelli liberi di ricadere in morbidi boccoli sulle spalle. Il viso, ora totalmente in luce, denotava una smorfia di disappunto dovuta non solo alla presenza, da lei giudicata molesta della studentessa, ma anche all'atteggiamento di sfida che l'altra sembrava aver assunto nei suoi confronti. Nonostante il suo cortese e fermo rifiuto di rivelarle cosa avesse visto quel giorno nel suo ufficio - e già il confermare di aver avuto una visione le era costato non poco visto il rischio che correva se si fosse diffusa la notizia che la "zingara" potesse davvero vedere qualcosa - la ragazza non aveva fatto altro nei mesi passati che cercare un modo per avere un colloquio con lei, per convincerla a ritornare sulla propria decisione tanto da costringerla a chiedere a Zephyr di tenerle compagnia durante l'orario di ricevimento per gli studenti.

La prego, non mi mandi via di nuovo! Ho bisogno di parlare con lei, di quello che è successo mesi fa nel suo ufficio...

Non è accaduto nulla nel mio ufficio mesi fa di cui valga la pena parlare - affermò per quella che era la centesima volta, muovendosi in avanti e portandosi al lato della cattedra in modo da non avere nulla che la separasse fisicamente dall'altra se non alcuni metri di spazio vuoto. Per quanto non desiderasse per nulla al mondo sfiorare anche solo accidentalmente Caroline Priscilla, non poteva nè voleva farsi intimidire da lei e dal suo essersi dimostrata un catalizzatore karmico per il suo Dono. - Mi ha esposto un dubbio, le ho dato un consiglio e dei libri da consultare... e questo è tutto.

Sono anche andata in Biblioteca a fare delle ricerche. Ho capito il significato completo del presagio finalmente: il garofano bianco viene utilizzato nelle cerimonie funebri cinesi... e mio padre il giorno in cui è...morto....ricordo che mi aveva detto di dover pulire un Petardo Cinese. Quindi probabilmente è stato ucciso sul posto di lavoro...

Ucciso? Non sapevo che gli Auror avessero fatto dei progressi nelle indagini sulla scomparsa di suo padre.

Commentò perplessa con una sfumatura di incertezza nella voce, chiedendosi se avesse dovuto ammirare la sua studentessa per la brillante capacità deduttiva o al contrario maledirla. Alla luce del contenuto della sua visione lei sapeva con certezza che Mister O'Neill era stato ucciso ma non aveva rivelato quel dettaglio alla ragazza, limitandosi a tranquillizzarla sul fatto che non avesse sofferto e che non esistesse un luogo dove il suo corpo riposava. Questo però avrebbe potuto implicare anche un incidente sul lavoro, che il Petardo Cinese appena citato avesse semplicemente deciso di fare uno spuntino con l'uomo che si stava prendendo cura di lui.

Professoressa...la prego, mi faccia vedere ciò che ha visto lei stessa...

Signorina O'Neill nulla di quello che crede io possa aver visto le farà riavere suo padre e non vedo in che modo sapere dove, come, perchè, o quando suo padre è morto possa aiutarla ad accettare la sua perdita o a convivere con essa... So che ognuno di noi affronta un lutto in maniera differente e non ho la presunzione di dirle come lei debba elaborare il suo ma questo non implica che io sia disposta a darle informazioni frammentarie e fuorvianti...

Non voleva essere lei a confermare i suoi dubbi, a rivelarle che qualcuno aveva ucciso volontariamente il padre per poi bruciarne il corpo e disperderne le ceneri al vento, perchè temeva che in quel modo avrebbe instillato un sentimento di vendetta nel suo animo che l'avrebbe corrotta e corrosa per sempre.
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Messaggioda Caroline Priscilla » 17/11/2013, 13:16

Non ricordavo che crescere volesse dire diventare più sfacciati e meno rispettosi degli spazi altrui.

Non era stata capace di frenarsi. L'istinto l'aveva guidata a pronunciare quella frase con un tono di palese sfida nei confronti di Tisifone, guidata dall'orgoglio e dalla frustrazione di non aver ottenuto in tutti quei mesi ciò di cui aveva bisogno. Tuttavia la tassetta ricacciò la risposta che le era salità sulle labbra, mordendole con forza e limitandosi a fissare la divinante negli occhi: sfidarla era un conto, mancarle espressamente di rispetto avrebbe significato essere cacciata fuori da quell'aula e sebbene sentisse dentro di sè il desiderio di rinfacciarle tutte le volte che le aveva negato la verità, Cappie stava imparando che il buon senso in molte occasioni funzionava più di un istinto sfacciato. La Tassorosso non era però intenzionata a mentire: era lì per un scopo preciso, lo stesso dei mesi passati, e lo disse alla donna con una nota di supplica nella voce, sperando di intenerirla e di convincerla della necessità di sapere cosa aveva visto nella sua visione.

Non è accaduto nulla nel mio ufficio mesi fa di cui valga la pena parlare. Mi ha esposto un dubbio, le ho dato un consiglio e dei libri da consultare... e questo è tutto.

Gli occhi della ragazza saettarono con rabbia contro quelli della Samyliak, quando la donna negò per l'ennesima volta qualsiasi fatto avvenuto all'interno del suo ufficio. Come poteva permettersi quella stronza di dire una cosa del genere? Come poteva rifiutare la verità in quel modo, negandola a lei, che aveva tutti i diritti di conoscerla visto che riguardava il proprio futuro o il proprio passato! Non era colpa sua se il suo dono si manifestava in maniera impressionante quando lei era presente! Questi e altri mille pensieri attraversarono la mente della giovane strega, che dovette chiudere le mani a pugno e ficcarsi la unghie nella carne per impedire alla propria rabbia di travolgere Tisifone e perdere ogni speranza di sapere la verità. Era rimasta ferita in passato dal suo atteggiamento e il suo continuo negare la feriva ancora di più, come se la divinante volesse cancellare dalla faccia della terra quell'episodio. Anche lei avrebbe voluto cancellare la morte di suo padre, ma questo non era possibile, questo non l'avrebbe aiutata: eppure Tisifone si ostinava a rimanere in silenzio, a cacciarla via senza dirle nulla. Abbastanza adulta da imparare a controllarsi, ma ancora troppo giovane per capire le valide ragioni dietro il pensiero della divinante, Cappie cercò un campo più sicuro e tranquillo del quale parlare: l'interpretazione del garofano bianco. Sperava in cuor suo che tanto autocontrollo e la dimostrazione di non essere più solo una tassetta imbranata, ma un'adolescente in fase di crescita e maturità, l'avrebbe spinta a confessare tutto quanto. E quale modo migliore che rivelarle i propri collegamenti logici fra il presagio che aveva avuto e la scomparsa di suo padre?

Ucciso? Non sapevo che gli Auror avessero fatto dei progressi nelle indagini sulla scomparsa di suo padre.

Non faccia finta di non capire!- sbottò infine, a quell'ennesima, palese presa in giro -Sa benissimo che è morto! E' stata lei stessa a interpretare in quel senso il mio presagio e...continuare a negarlo adesso di fronte a me...

Le parole le si bloccarono in gola, mentre sentiva le lacrime pungere per uscire. Cercò di ricacciarle indietro, regolando il proprio respiro e fissando ancora una volta la docente in volto: era tanto altera quanto crudele, come voleva mostrarsi a lei? No, l'aveva vista mesi fa nel suo ufficio, la Samyliak era capace anche di essere partecipe del dolore altrui. Doveva solo convincerla, tutto qui.

Signorina O'Neill nulla di quello che crede io possa aver visto le farà riavere suo padre e non vedo in che modo sapere dove, come, perchè, o quando suo padre è morto possa aiutarla ad accettare la sua perdita o a convivere con essa... So che ognuno di noi affronta un lutto in maniera differente e non ho la presunzione di dirle come lei debba elaborare il suo ma questo non implica che io sia disposta a darle informazioni frammentarie e fuorvianti...

Non ho bisogno di sapere ciò che ha visto, per elaborare meglio la morte di mio padre o per riaverlo indietro...- si ostinò a ripetere per l'ennesima volta, quasi il continuo susseguirsi di quelle parole potessero un giorno incidersi nella sua memoria e nel suo cuore, aiutandola ad accettare con più serenità l'evidenza dei fatti -Ne ho bisogno per capire perchè è successo. Era mio padre, professoressa, voglio sapere come è morto e perchè! Non le sembra una richiesta legittima? Lei non vorrebbe lo stesso?- usare la logica, una dote che negli anni passati non aveva mai usato e che ora stava iniziando a sfruttare per poter ottenere ciò che voleva senza risultare una ragazzina capricciosa -Io non so cosa ha visto quel giorno, ma qualunque sia stata la sua visione, se riguardava me o mio padre ho tutto il diritto di conoscerla. La prego, mi dia questa possibilità...

Perchè era tanto difficile ottenere ciò che voleva? Che cosa aveva visto di così terribile la Samyliak da negarle la possibilità di vederlo anche lei? Dubbi che si manifestavano nella sua mente, ma alla quale la tassetta non diede voce, in attesa che la divinante desse il suo responso.
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Messaggioda Tisifone » 20/11/2013, 15:52

Se fosse stato possibile uccidere o anche solo ferire con uno sguardo Tisifone a quell'ora si sarebbe ritrovata a terra a contorcersi dal dolore. O almeno quella era la sensazione che le dava lo sguardo furente che Caroline Priscilla aveva posato su di lei non appena le aveva ripetuto che no, non c'era nulla di cui parlare in merito al loro ultimo incontro nel suo ufficio. Ma nonostante ciò o forse proprio per la rabbia repressa che il corpo della Tassorosso sembrava emanare a ondate, rimase ferma sulla sua posizione di negazione parziale perchè ormai era troppo tardi per negare di "aver visto" qualcosa. Probabilmente agli occhi dell'altra quel suo comportamento poteva risultare assurdo, ipocrita, un modo subdolo per punirla per la sua condotta non troppo esemplare - Tisifone non avrebbe mai dimenticato che era stato a causa del suo comportamento sconsiderato, oltre a quello di Alvares, se Monique aveva corso il rischio di rimanere ferita durante lo scontro con il Mezzo Drago e Hogwarts rasa al suolo - mentre in realtà la Divinante, forse in maniera contorta, la voleva solo proteggere, lasciarle la possibilità di vivere quel che restava della sua adolescenza senza il tarlo della vendetta e dell'odio verso ignoti.

Non faccia finta di non capire! Sa benissimo che è morto! E' stata lei stessa a interpretare in quel senso il mio presagio e...continuare a negarlo adesso di fronte a me...

Signorina O'Neill - mormorò a voce bassa e vibrante per richiamarla all'ordine. Non aveva intenzione di tollerare un secondo di più quella mancanza palese di rispetto - Ho detto che suo padre è morto senza soffrire non che qualcuno lo ha ucciso! Da una studentessa in vista dei G.U.F.O. mi aspetto una migliore capacità nell'uso della sua lingua madre...

Sottolineò, tenendo lo sguardo fisso in quello della ragazzina. Se mai avesse avuto un qualche dubbio sulla decisione presa di non rivelarle nulla, quel probabile lapsus - perchè non poteva avere la certezza che il riferimento a un omicidio fosse stato volontario - lo aveva fatto evanescere immediatamente. Chiunque avesse ucciso o ordinare di uccidere O'Neill Senior si era prodigato non poco per far sparire qualsiasi traccia e questo la spingeva a credere che non si sarebbe fatto alcuno scrupolo a liberarsi anche della sua fastidiosa figlioletta che urlava all'omicidio. E per quanto vedere gli occhi della O'Neill velarsi di lacrime non la lasciasse del tutto indifferente, non vacillò nella sua decisione, ricordandole che nulla di quello che avrebbe potuto vedere nella sua visione le avrebbe restituito il padre.

Non ho bisogno di sapere ciò che ha visto, per elaborare meglio la morte di mio padre o per riaverlo indietro. Ne ho bisogno per capire perchè è successo. Era mio padre, professoressa, voglio sapere come è morto e perchè! Non le sembra una richiesta legittima? Lei non vorrebbe lo stesso? Io non so cosa ha visto quel giorno, ma qualunque sia stata la sua visione, se riguardava me o mio padre ho tutto il diritto di conoscerla. La prego, mi dia questa possibilità...

Fece un profondo respiro per poi espirare lentamente, la postura delle spalle che si andava rilassando man mano che l'aria usciva dai suoi polmoni, rendendola più stanca e più vecchia di quello che era.

Io ho avuto il dono della conoscenza, Signorina O'Neill, e le assicuro che non sempre è una benedizione. - e per un attimo un senso di angoscia e sofferenza riempì il suo sguardo al ricordo della morta dei suoi genitori - Il sapere diventa una prigione dalle sbarre trasparenti che distorce la nostra percezione della realtà... - sollevò una mano per cercare di bloccare eventuali proteste da parte di Caroline Priscilla - Lo so che lei non è me e che non posso prevedere le sue reazioni ma fino a quando la sua educazione e la sua crescita saranno in parte una mia responsabilità non ho intenzione di correre alcun rischio in quel senso.

Fece una pausa, le mano destra nascosta sotto il mantello che giocherellava con il braccialetto che le aveva regalato Lucas e che aveva ripreso a portare da quando avevano dato inizio al loro meravigliosamente assurdo rapporto di amicizia, la mente concentrata sulla conversazione che aveva avuto con Monique la sera stessa della sua visione. La VicePreside aveva concordato con lei sul fatto che quindici anni erano davvero pochi per poter metabolizzare l'omicidio del proprio padre - non che a diciassette sarebbe stato meglio ma si sperava che la ragazza avesse avuto una maturità maggiore che le avrebbe impedito di compiere qualche sciocchezza - così come quella situazione di incertezza e mistero avrebbe potuto a lungo andare fare più danno che altro. La soluzione che si era palesata loro era una sola, una sorta di compromesso che la studentessa non poteva fare altro che accettare.

Pensi a studiare per i suoi G.U.F.O. e a prepararsi per lo scontro canoro di questa estate. Viva la sua adolescenza il più spensieratamente possibile com'è giusto che sia... - mormorò con un tono di voce più dolce, avvicinandosi a ogni parola un po' di più alla Tassetta. Nel momento in cui si trovò a pochi passi da lei senza alcun indugio sollevò la mano destra e se lei non si fosse spostata l'avrebbe posata sulla sua spalla in quello che sperava fosse un gesto di conforto e sperando di non avere alcuna visione improvvisa - Se dopo i suoi M.A.G.O. sentirà ancora il bisogno di sapere torni da me... Esaudirò la sua richiesta e se vorrà la aiuterò a interpretare ciò che le risulterà ancora ostico.
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Messaggioda Caroline Priscilla » 22/11/2013, 12:02

Signorina O'Neill

La ragazza aveva mancato ulteriormente di rispetto alla docente di Divinazione, lasciandosi andare a quell'attacco che l'aveva portata ad accusare Tisifone di star negando ciò che era accaduto mesi fa nel suo ufficio. Cappie smise subito di parlare nel sentire il tono perentorio con la quale la donna la stava richiamando all'ordine, senza però smettere di provare quel sentimento di rabbia profondo nei suoi confronti. Orgogliosa di natura, la tassetta non riusciva a rendersi conto delle implicazioni del suo gesto nè delle motivazioni che stavano spingendo la Samyliak a celarle qualsiasi informazione riguardo la sua visione; e questo suo modo di fare, impulsivo, carico di astio e irascibilità la stava allontanando senza saperlo proprio dal suo obiettivo primario.

Ho detto che suo padre è morto senza soffrire non che qualcuno lo ha ucciso! Da una studentessa in vista dei G.U.F.O. mi aspetto una migliore capacità nell'uso della sua lingua madre...

E per cosa è morto mio padre, secondo lei?
Per semplice volontà divina?


La risposta, solo pensata, le salì pericolosamente alle labbra, tanto che la Tassorosso fu costretta a morderle ripetutamente per trattenersi dallo sbottare in quel modo di fronte alla divinante. Una parte della sua razionalità le stava rammentando che non sarebbe mai riuscita a convincerla se avesse continuato ad insultarla e a sfidarla in quel modo: aveva bisogno di farle capire le sue motivazioni e Cappie era convinta che, una volta esposte, anche Tisifone sarebbe stata d'accordo con lei e avrebbe compreso la necessità che aveva di conoscere la verità. Tuttavia, quando la giovane strega tentò la strada della logica da parte sua e della comprensione da parte dell'insegnante, la risposta che ne ricevette frantumò tutte le sue aspettative, lasciandola in balia di una profonda e cocente delusione.

Io ho avuto il dono della conoscenza, Signorina O'Neill, e le assicuro che non sempre è una benedizione. Il sapere diventa una prigione dalle sbarre trasparenti che distorce la nostra percezione della realtà...

Ma...!

La mano alzata di Tisifone bloccò sul nascere ogni sua protesta, mentre la donna si avvicinava a lei continuando a parlarle.

Lo so che lei non è me e che non posso prevedere le sue reazioni ma fino a quando la sua educazione e la sua crescita saranno in parte una mia responsabilità non ho intenzione di correre alcun rischio in quel senso.

Era questa quindi la sua risposta? Non voleva assumersi la responsabilità di ciò che lei e solo lei avrebbe fatto, una volta saputa la verità? Perchè denigrarla così tanto? Perchè non dimostrare un po' più di fiducia nel suo giudizio? La consapevolezza di non risultare una persona degna di fiducia colpì la ragazza come un violento schiaffo in faccia, lasciandola allibita di fronte alla divinante. Aveva vissuto i mesi successivi allo scontro con i mezzo-draghi in preda ai sensi di colpa, vivendo ogni giorno il biasimo che le rivolgeva la Vireau e che le ricordava immensamente lo sguardo che le aveva lanciato suo padre, quando aveva saputo quello che aveva fatto suo figlia. Uno sguardo che l'aveva ferita e che l'aveva accompagnata fino all'ultimo giorno in cui lo aveva visto vivo. Eppure, tutto questo non era abbastanza? Non si stava forse comportando bene, nello studio come nel Coro? Non stava dando il meglio di sè per dimostrare a tutti, e soprattutto a Monique, che stava crescendo e maturando e che non avrebbe mai più compiuto gli errori del passato? Per un attimo, le ginocchia della Tassorosso furono sul punto di cedere sotto il peso di quei pensieri, mentre il labbro inferiore le tremava nel tentativo di non scoppiare a piangere di fronte a Tisifone.

Pensi a studiare per i suoi G.U.F.O. e a prepararsi per lo scontro canoro di questa estate. Viva la sua adolescenza il più spensieratamente possibile com'è giusto che sia...

Le parole della docente si persero nella mente di Cappie, tanto che la ragazza non si accorse della mano che stava per posarsi incautamente sulla sua spalla. Quando la tassetta sentì il tocco caldo del palmo di Tisifone, una scossa la percorse per tutto il corpo, spingendola ad allontanarsi dalla donna con uno scatto e a fissarla con sguardo spaventato. Non voleva la sua pietà. Non voleva la sua compassione. Non voleva essere toccata da quella donna, nè vederla per il resto della sua vita. L'unico suo desiderio, in quel momento, era fuggire, scappare da quell'aula dove l'aria si era fatta improvvisamente soffocante e sfogare da qualche parte tutto il dolore e il risentimento che covava dentro di sè.

Se dopo i suoi M.A.G.O. sentirà ancora il bisogno di sapere torni da me... Esaudirò la sua richiesta e se vorrà la aiuterò a interpretare ciò che le risulterà ancora ostico.

Certo...quando sarò troppo grande per combinare cazzate, giusto?

Quelle parole sembravano sul punto di essere rigettate fuori dalla Tassorosso, che ormai faceva palesemente fatica a trattenere le proprie emozioni di fronte alla docente. Doveva andarsene da lì e subito, prima che potesse commettere qualcosa che l'avrebbe messa ancora più in cattiva luce di fronte a tutto il corpo docenti. E di fronte agli occhi di ghiaccio di Monique Vireau.

Grazie...per la....chiacchierata, professoressa...- disse a fatica, singhiozzando le parole come se stesse in procinto di piangere, mentre lo sguardo ora vacuo fissava un punto indeterminato ai piedi della donna- Devo andare...è tardi e non ho concluso i miei...compiti....- si voltò, fiondandosi con passo svelto verso la botola dalla quale era entrata e riaprendola di scatto- Buona serata.- con quelle parole, la giovane Tassorosso se ne andò dall'aula, scendendo le scale e sentendo pian piano l'aria ritornarle nei polmoni. Non aveva neanche visto l'espressione che aveva fatto la divinante nel vederla andarsene in quel modo, nè in quel momento le importava: aveva bisogno di un posto dove nascondersi, al riparo da occhi indiscreti.
Un luogo quanto più possibile lontano da Tisifone Samyliak.

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Messaggioda Tisifone » 24/11/2013, 12:43

La strada per l’inferno è lastricata di buone intenzioni.

Quel motto babbano riemerse nella coscienza di Tisifone dai meandri della sua breve parentesi di vita babbana non appena posò la mano sulla spalla di Caroline Priscilla. Non era un messaggio subliminare del Fato ma una semplice considerazione sorta spontanea nella mente della Divinante nell’avvertire la scossa che pervase il corpo della Tassetta sotto il suo tocco. Sotto lo sguardo spaventato della studentessa fece un passo indietro, il braccio che scivolava lungo il fianco, in viso un’espressione rilassata e gli occhi che lasciavano trasparire una comprensione che andava al di là della pietà o della compassione. Era abbastanza sicura di sé – arrogante probabilmente l’avrebbe definita la studentessa – di sapere cosa si agitava nel suo animo, il desiderio dilaniante di sapere cosa fosse accaduto al padre, la sensazione che se si fosse comportata diversamente forse gli eventi si sarebbero svolti in maniera differente. Era stato il desiderio inconscio di non farla sentire sola, di comunicarle che lei comprendeva come si sentiva, che l’aveva spinta a posarle la mano sulla spalla, ma probabilmente le sue buone intenzioni erano state fraintese e, accompagnate al suo rifiuto di mostrarle la visione, distorte. Probabilmente adesso Caroline Priscilla la odiava, o almeno lei avrebbe odiato chiunque si fosse frapposto tra se stessa e la verità in merito alla morte dei propri genitori, ma alla fine non essere ben vista dai propri studenti non era una grossa novità per lei. L’unica differenza era che da quando i sentimenti, quelli con la S maiuscola, aveva iniziato a fare breccia nella sua corazza di ghiaccio sottoforma di Monique, Lucas e Noah, quell’odio, quella diffidenza, adesso non la lasciavano più indifferente come un tempo. Scrollò le spalle mentalmente, ricordandosi qual era il suo ruolo e quindi le sue priorità: non guadagnarsi l’affetto o la stima di Caroline Priscilla quanto quello di fare il possibile affinchè diventasse una strega talentuosa e matura. Quello però voleva anche dire che, una volta portato a termine il suo compito istituzionale, si sarebbe sentita libera di condividere con la neo diplomata qualsiasi informazione l’altra avesse reputato necessario avere.

Grazie...per la....chiacchierata, professoressa… Devo andare...è tardi e non ho concluso i miei...compiti....Buona serata.

Buona serata Signorina O’Neill.

Rimase ferma ad osservare la ragazzina precipitarsi fuori dalla sua aula, elevando una piccola preghiera a Morgana affinchè non cadesse giù dalle scale vista la velocità con cui stava uscendo. Forse se ne avesse avuto la possibilità, Caroline Priscilla si sarebbe direttamente Smaterializzata lontano da lei.

Ispugannaya i serdita ... problemy?
(Spaventata e arrabiata… problemi?


Sibilò Idra, attirando così la sua attenzione.

Kak sjegdà… uchit nikakdà nje legko
(Come sempre… insegnare non è mai semplice)


Rispose mentre, con aria pensierosa, allungava il braccio sinistro sul ramo per permettere al suo famiglio di scivolarci sopra. Un sospiro e si avviò verso la botola,decisa a scendere al villaggio in maniera tradizionale, con la speranza che la passeggiata l’avrebbe aiutata a schiarirsi le idee e a giungere all’appuntamento con Noah più serena.

[Fine]
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