1664 punti 1267 punti 1021 punti 1415 punti 1750 punti 1032 punti

Messaggioda Tisifone » 18/06/2012, 16:31

Io, ecco, non intendevo affatto dire che... Insomma... Beh mi dispiace, comunque, chiedo scusa...

Tisifone ci impiegò un po’ per comprendere di cosa esattamente Dylan si stesse scusando, visto che, dal suo punto di vista, il comportamento del ragazzo nel suo complesso non aveva incontrato il suo favore. Non che questo la impensieriva troppo: sapeva di avere un carattere terribile e che poche persone avevano lo stomaco e i nervi adatti per reggerlo e solo il tempo avrebbe saputo dirle se Dylan Connor era o meno tra questi. Di sicuro i due erano partiti con il piede sbagliato, come dicevano i babbani, ma la donna non aveva molta voglia di correggere il tiro perché probabilmente ogni suo commento avrebbe dato adito ad altri commenti, che potevano sfiorare in ragionamenti filosofici, tutte attività più consone a un te pomeridiano che non a una ronda notturna.
La comparsa di una giovane coppia di studenti, una Grifondoro e un Delfino per giunta, la sollevò dal dover rispondere a quelle scuse. Il rimprovero dei due malcapitati le sorse sulle labbra spontaneo e lo lasciò fluire fuori di sé, ignorando momentaneamente la presenza del collega.


Professoressa. io… - iniziò a balbettare la studentessa, allontanandosi di un passo dal ragazzo – è un’occasione speciale… e non sapevamo come… dove… mi scusi.

Concluse la ragazzina, abbassando lo sguardo imbarazzata, dopo aver tentato di spiegare il suo comportamento molto poco consono al suo carattere. Sapeva benissimo che qualsiasi scusa avesse trovato sarebbe stato fiato sprecato: la sua CapoCasa era una persona irreprensibile e intransigente quando si trattava di rispettare le regole, e non solo.

E’ colpa mia Signora. – disse il ragazzo, dimostrando un coraggio che lei non gli avrebbe attribuito mai, testa dritta e sguardo fiero - L’ho convinta ad aspettare insieme la mezzanotte del suo compleanno. Pensavo… - e qui il ragazzo ebbe un leggero tentennamento – che fosse una cosa romantica.

La Signorina Lee strabuzzò gli occhi quando sentì quella candida confessione del suo ragazzo, scuotendo subito dopo la testa sconsolata: il romanticismo non li avrebbe salvati dalle ire della Samyliak.

Aspettare la mezzanotte insieme…

Si ripetè la donna, considerando quell’idea non del tutto malvagia. Peccato che il suo codice etico e morale non le permetteva di graziare la coppia solo perché le avevano appena dato una bellissima idea, o forse poteva, affidando al Prefetto dei Delfini il compito di punirli. Di sicuro il ragazzo sarebbe stato più clemente di lei.

Merlino sembra che gli abbia chiesto di sconfiggere un Basilisco a mani nude…

Si disse, notando l’aria spaesata e disorientata con cui Dylan la stava guardando, sostenendo il suo sguardo con aria determinata. Se non si gettava in quella situazione, che era per lo più semplice da gestire, avrebbe fatico non poco a svolgere al meglio il suo ruolo di Prefetto.


Ragazzi, io comprendo il vostro bisogno di dimostrare sentimenti, ma siamo fuori orario, è buio, e per un corretto rendimento durante le lezioni avete bisogno di ore preziose di sonno...


Se fosse stata una persona meno rigida nei propri comportamenti, Tisifone si sarebbe data una manata in fronte. Corretto rendimento durante le lezioni? Ma che ramanzina era mai quella? Stavano violando il coprifuoco intrattenendosi in comportamenti equivoci e non accettabili. Questo era quello che si sarebbe aspettata di sentire, o anche una variazione del tema un po’ più soft.

In più facendo perdere punti alla vostra casata dimostrate poco rispetto verso i compagni che lavorano sodo ogni giorno per accumularli, non credete?

Almeno la fine si salva…

Pensò la donna, le braccia incrociate sul petto, uno sguardo penetrante e fisso sulle spalle del Prefetto, per evitare che gli studenti potessero leggere la contrarietà nei suoi occhi.

Allora, bene, per questa volta non vi toglieremo alcun punto, a patto che da oggi in poi per certe cose utilizziate i giardini o il lago, ovviamente nelle ore giornaliere e di riposo dalle lezioni...

Nessun punto?????

Urlò nella sua testa, conficcandosi le unghie nel palmo della mano per impedirsi di dar voce al suo dissenso. E poi che stava facendo? Li stava istigando a tenere un comportamento promiscuo a scuola? Lentamente Tisifone si stava pentendo di aver lasciato le redini di quella punizione in mano al collega inesperto.

Attenzione però, perché questa volta passi, ma informeremo tutti i colleghi dei vostri nomi e se verrete trovati ancora a rifare una cosa simile nel castello di notte, la penalizzazione sarà di 50 punti in meno per entrambi, chiaro?

Si Professor Connor.

Risposero in coro gli studenti, con un’aria palesemente sollevata.

Signorina Lee mi aspetto che lei si presenti nei miei alloggi su alla Torre domani pomeriggio al termine delle lezioni.

Aggiunse Tisifone con un tono perentorio che non ammetteva repliche. Aveva lasciato a Dylan il compito di punire la coppia certo, ma nulla le avrebbe impedito di fare una ramanzina con i fiocchi a una sua studentessa.

Mi lasci dire che come primo tentativo di farsi rispettare dagli studenti è stato alquanto fallimentare, almeno dal mio punto di vista.

Si risolse a dire, una volta che gli studenti non fossero più a portata di orecchie: non si sarebbe mai permessa di fare un appunto del genere al collega in presenza di terzi.

Li ha appena istigati a continuare a tenere un comportamento poco consono a una scuola o mi sbaglio?

Chiese subito dopo, con un tono di voce neutro, come se volesse dare all’altro la possibilità di spiegare le proprie parole e dimostrarle di aver capito male.
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Messaggioda Dylan » 30/06/2012, 14:18

Che lui non fosse assolutamente capace di essere troppo duro con gli studenti era abbastanza certo.
Inoltre, il reato commesso, almeno a suo avviso non era così grave, quindi trovare il modo di apparire autoritario quando non ci si sentiva nemmeno lui era la cosa più complessa al mondo, almeno dal suo punto di vista.
Il nostro Dylan purtroppo, era stato educato in maniera molto tranquilla, libera, proprio per il suo carattere mite, pacato, sincero e fondamentalmente leale, forse fu una mossa azzardata da parte della famiglia proprio perché avrebbe dovuto pensare che non tutti i ragazzi erano come lui, non tutti possedevano del buono o dell'onesto e molto spesso anzi, le persone tendevano a prendersi gioco di coloro che si riservavano essere più tranquilli e più onesti.

Si Professor Connor.

Nonostante tutto però, i ragazzi risposero in corro con un'aria sollevata, sinceramente felici dentro di loro di non aver ricevuto una forte punizione, per quanto, a seguito delle parole di Tisifone, Dylan si aspettò tranquillamente che nel ricevere privatamente la studentessa nei suoi uffici le avrebbe fatto scontare quello che lui non si era sentito di affibbiarle.
I due allievi si allontanarono velocemente per dirigersi ognuno verso i propri alloggi, per riposare e pensare a non far perdere punti alle loro casate, una cosa giusta, importante e fondamentale in un organismo di collaborazione come era la Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts.
Non appena le ombre dei due giovani innamorati non furono nemmeno più visibili, il professor Connor trasse un lungo respiro, sperando di aver fatto la cosa giusta, o meglio, abbastanza convinto, anche se le successive parole della collega gli diedero subito ad immaginare che non fosse stato affatto così.

Mi lasci dire che come primo tentativo di farsi rispettare dagli studenti è stato alquanto fallimentare, almeno dal mio punto di vista.
Li ha appena istigati a continuare a tenere un comportamento poco consono a una scuola o mi sbaglio?


Fino al primo punto in effetti, la professoressa di Divinazione non aveva tutti i torti.
Forse si era dimostrato troppo leggero, magari un 5 punti per uno li avrebbe potuti anche togliere, quello era vero...
Ma fu il secondo punto che lo fece rimanere abbastanza interdetto e stranito. Inarcò il sopracciglio osservando negli occhi la divinante, non comprendendo bene se avesse capito sul serio il vero senso della domanda da lei appena rivoltagli.

E' forse un comportano poco consono per lei, amarsi, collega?
Posso punirli perché si trovavano in giro fuori orario ma non certo perché si stavano dimostrando affetto.
Professoressa, loro si trovano in questa scuola per quasi tutto l'anno e per di più, nel loro caso, fanno parte anche di due casate diverse, quindi non condividono nemmeno la sala comune.


Già, il discorso principale che voleva spiegare il nostro neo-prefetto era che trovandosi quasi tutto un anno nella scuola impediva loro di prendersi certe libertà sentimentali da altre parti.
Inoltre, durante l'Estate alcuni tornavano nelle loro case che potevano trovarsi anche molto lontane da quelle dell'innamorato, difatti bisognava sempre ricordare che ormai Hogwarts era l'unica scuola europea, dunque, non si poteva certo pretendere che l'innamorato fosse anche il vicino di casa, sarebbe stata una fortuna troppo grande e non disponibile a tutti.
Ripensò a quei due giovani, si forse molto trasgressivi, ma in fondo stavano violando le regole per cosa?
Rubare un oggetto o fare uno scherzo? No, solo per incontrarsi e darsi un bacio.
Fosse capitato a lui ai loro tempi, ma Dylan era troppo tonto per certe cose e dicendola tutta, non aveva di sicuro molto successo tra il pubblico femminile che cercava ragazzi più sicuri, sfrontati ed estroversi.
Il suo tono comunque non voleva affatto risultare saccente o polemico, anzi, parlava in modo aperto, spontaneo e con tono basso per non disturbare nessuno dei quadri già in precedenza infastiditi, con gli occhi carichi di sensibilità, forse quella tipica che solitamente è tenuta da un artista che vede ogni cosa sotto una luce più romantica e pittoresca.

Non so quanto possa essere giusta questa mia ipotesi, ma credo che dar loro la possibilità di scambiarsi un bacio o una carezza alla luce del sole, come il giardino o il lago, impedisca che gli ormoni giovanili costretti e bloccati si sfoghino nei corridoi bui del castello di notte...
Per quanto riguarda altri comportamenti più eccessivi e sfrontati sono d'accordo con lei, ma non mi sembra che loro stessero facendo nulla di così esagerato... E' indubbio comunque che possediamo due metri di giudizio differenti, ma ci tenevo ad esporle il mio punto di vista.
Quel che è vero è che non so ancora bene quale sia il metodo migliore per trasmettere autorità ad uno studente, in questo credo proprio mi servirà un aiuto!


Era sincero il nostro ragazzo.
Non si sentiva molto capace di comunicare con loro, di trasmettere quell'insegnamento importante che avrebbe voluto dargli.
Anche il tono era fondamentale, questo proprio perché in primis Dylan sapeva che la sua posizione non era quella di uno studente come tutti gli altri e per quanto volesse farli sentire al loro agio, spostarsi sul loro livello poteva risultare rischioso, molto, ma in fondo era quello che aveva confermato la collega di ronda pochi attimi prima.
Raggiunta la biforcazione principale che conduceva verso le scalinate, Connor comprese che quel turno oramai era prossimo alla conclusione, dunque si volse ancora una volta in direzione di Tisifone e le espose un sorriso gentile e genuino.

E per questa notte sono sopravvissuto!
Io vado verso destra, devo ancora organizzare la lezione di domani pomeriggio, arrivato qui ho notato che ci sono molte lacune tra gli studenti, non sarà facile colmarle!
Le auguro una piacevole nottata, la ringrazio ancora dei preziosi consigli e della collaborazione, a presto, professoressa Samyliak!


E se anche lei non avesse avuto altro da dire se non un placido saluto per la conclusione di quella mansione notturna, Dylan Connor, nuovo docente di alchimia, si sarebbe diretto verso la scalinata di destra, continuando il suo percorso fino alla sala comune dei delfini dove avrebbe trascorso la notte prendendo appunti e trascrivendo lezioni.
Per i primi tempi preferiva stare nel dormitorio dei prefetti della casata, così da stringere un rapporto più solido con i suoi allievi, ci sarebbe stato tempo per trasferirsi un poco nella sezione dedicata agli insegnanti, in fondo nell'arco di breve tempo era riuscito a conoscerne molti e trovava che ognuno, a modo suo, fosse un individuo particolare, speciale e irripetibile.
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Messaggioda Tisifone » 30/06/2012, 15:28

Aveva deciso di lasciare a Connor il compito di punire i due ragazzini sorpresi ad amoreggiare durante la ronda, perché era convinta che l’unico modo per imparare davvero a fare qualcosa era semplicemente farla. Soprattutto quando si trattava di qualcosa di così soggettivo come punire uno studente per una effrazione commessa senza l’aiuto di una sorta di “prezziario” delle infrazioni al regolamento. Nonostante quello, una volta che gli studenti si erano allontanati, Tisifone non riuscì a impedirsi di esprimere il proprio disappunto non solo per la mancata decurtazione dei punti, unico vero mezzo, secondo lei, per disincentivare la violazione del coprifuoco, ma anche per il “consiglio” a dir poco sopra le righe che Dylan aveva offerto ai due innamorati.

E' forse un comportano poco consono per lei, amarsi, collega?

Si…

Quella era la risposta che, se ci fosse stata maggiore confidenza tra di due, gli avrebbe dato Tisifone, la mano destra che istintivamente andava ad accarezzarsi il braccio sinistro in corrispondenza della cicatrice che lo deturpa. Con quel gesto però, la donna fece tintinnare il braccialetto che le aveva regalato Lucas e qualcosa la spinse a sorridere dentro di sé, pur continuando a mantenere all’esterno un’espressione seria e distaccata. Forse in futuro la Divinante si sarebbe vista costretta a cambiare risposta.

Posso punirli perché si trovavano in giro fuori orario ma non certo perché si stavano dimostrando affetto.
Professoressa, loro si trovano in questa scuola per quasi tutto l'anno e per di più, nel loro caso, fanno parte anche di due casate diverse, quindi non condividono nemmeno la sala comune.
Non so quanto possa essere giusta questa mia ipotesi, ma credo che dar loro la possibilità di scambiarsi un bacio o una carezza alla luce del sole, come il giardino o il lago, impedisca che gli ormoni giovanili costretti e bloccati si sfoghino nei corridoi bui del castello di notte...
Per quanto riguarda altri comportamenti più eccessivi e sfrontati sono d'accordo con lei, ma non mi sembra che loro stessero facendo nulla di così esagerato... E' indubbio comunque che possediamo due metri di giudizio differenti, ma ci tenevo ad esporle il mio punto di vista.


Lasciò il ragazzo libero di esprimere la sua opinione, per nulla sorpresa di quella sua difesa a spada tratta dei sentimenti e dei rapporti tra giovani. L’unica cosa che era in dubbio, per lei, era se lui era appartenuto alla schiera dei giovani che si limitavano a desiderare di consumare un amore clandestino tra le mura scolastiche oppure che lo avevano fatto.

Signor Connor, posto che si, abbiamo due metri di giudizio differenti, è mia premura attirare la sua attenzione su un punto - esordì quindi, presumendo che l’altro avesse terminato – I genitori ci affidano i loro figli per un anno intero e nel fare ciò si aspettano che noi nutriamo le loro menti e vigiliamo anche sulla loro morale. – o almeno è quello che lei aveva sempre presupposto – Nulla potrà mai impedire a due giovani amanti di dar sfogo al loro amore ma non per questo dobbiamo renderci complici di ciò. Consigliando loro di prediligere orari diurni e luoghi appartati come il lago li fa sentire autorizzati a dar vita a questo tipo di incontri che non sono propriamente corretti. La scuola è pur sempre responsabile della loro incolumità fisica non solo nel corso delle lezioni.

Il messaggio che voleva far passare al ragazzo era semplice: non avrebbe mai punito seriamente due studenti solo perché stavano pomiciando ma non avrebbe mai avvallato questo loro comportamento. Fare le veci dei genitori e provare ad educarli sentimentalmente, secondo la Divinante, voleva dire anche quello e cioè non incoraggiare certe effusioni senza però punirle eccessivamente.

Quel che è vero è che non so ancora bene quale sia il metodo migliore per trasmettere autorità ad uno studente, in questo credo proprio mi servirà un aiuto!

Tisifone non poteva che essere d’accordo con quell’ultima affermazione da parte del ragazzo: troppo entusiasta, troppo esuberante, come figura autoritaria si sarebbe dimostrato un vero disastro anche se probabilmente gli studenti avrebbero finito con l’adorarlo non poco.

Se non fossi così fredda e autoritaria potrei anche aiutarla io – si schernì Tisifone lasciando però intendere che se fosse stato necessario e lui se la fosse sentita di passare dell’altro tempo con lei,sarebbe stata disposta a raffreddare un po’ il suo carattere così estroverso.


E per questa notte sono sopravvissuto!

A quanto sembra… e con il minimo danno possibile…

Commentò ironica Tisifone, una volta giunti in prossimità delle scale e quindi della conclusione della loro ronda.

Io vado verso destra, devo ancora organizzare la lezione di domani pomeriggio, arrivato qui ho notato che ci sono molte lacune tra gli studenti, non sarà facile colmarle!
Le auguro una piacevole nottata, la ringrazio ancora dei preziosi consigli e della collaborazione, a presto, professoressa Samyliak!


Buona notte anche a lei Professor Connor!

Ricambiati i convenevoli, Tisifone imboccò la strada di sinistra per poter prendere le scale e tornare ai suoi alloggi su alla Torre dei Grifondoro dove aveva deciso di passare tutte le notti in attesa che Nadal tornasse a svolgere i suoi ruoli di Prefetto.


[FINE]
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Messaggioda Zephyr » 29/01/2013, 21:00

[newsgoth]
{ Aula di Divinazione - Fine della lezione }

Solo le menti più fini, capaci di incamerare in loro maggiori affluenze di energia, messaggi dall'essere e indizi dal divenire, sono in grado di far scaturire quella scintilla che viene definità "Affinità Divinatoria".
Possedere l'Occhio non è come avere abilità nel canto, nel ballo o nella matemagica.
Vuol dire avere a che fare con il trascendere degli eventi e il possibile intervento nel fiume in piena del destino.
Raggiungere un simile traguardo significa prima di tutto avere un vantaggio su tutto quello che è fatale, anche se poi, bisogna anche saperlo interpretare a dovere, cosa difficile tanto quanto la prima parte.

Posò la piuma sul proprio banco, fissando la pergamena con aria assorta e riflessiva.
Sbattendo le palpebre un paio di volte, assimilò in se quel concetto, buttando fuori aria e annullando intorno a se il suono dei ragazzi che compreso di poter andare via a seguito del termine della lezione, si preparano ed alzavano dai banchi facendo quel tipico ed agitato rumore.
Muovendo la testa verso sinistra incontrò per un solo secondo lo sguardo di Melia Herbert, non solo collega Prefetta ma anche collega di provocazione alla sventura.
Parlò soltanto tramite labiale, sussurrandole un comprensibile "Ci vedremo presto, serpe", poi, gli occhi furono puntati totalmente sulla figura della professoressa Tisifone Samyliak, docente di Divinazione, una materia che ultimamente lo stava catturando molto, così tanto da non muovere un muscolo alla fine di quella lunga spiegazione ed anzi, aspettare che tutti i compagni si fossero allontanati per avere la possibilità di comunicare in pace e tranquillità con la donna dagli abiti sempre un poco eccentrici ma a loro modo eleganti, quell'eleganza magica e non così comune che rendeva lo stile qualcosa di più di una semplice parola.
Tra l'altro, mentre tutti gli studenti andavano via via assentandosi, gli parve anche di sentire le parole della Prefetta di Grifondoro comunicare ad un'amica che era stata presa nel coro della scuola, una notizia molto interessante.

Avrei bisogno di parlare con lei, professoressa.
Posso rubarle qualche prezioso minuto?


Educato, semplice, curato nei toni e nei modi e per nulla sorridente.
Si alzò in piedi anche lui, chinando il capo come se fosse una riverenza nei confronti della donna, soltanto per averle fatto una richiesta simile... Si, era stato educato bene nel laboratorio, in fondo anche quello faceva parte di una rigida educazione all'avvicinamento delle prede o delle persone interessate e spiate.
Ora però, con i suoi occhi di un colore vicino al sangue non stava fissando né una preda né una persona spiata, per quanto ce ne sarebbe stato tempo e modo in futuro. Adesso lui stava fissando attentamente ed intensamente una persona che l'avrebbe potuto aiutare a constatare se in lui poteva nascere il seme di un vantaggio ancor maggiore del suo udito o della sua vista: il futuro.
Qualora ella avesse risposto, accordandogli la possibilità di parlare ed esporre i suoi dubbi o quesiti, Zephyr Kenway avrebbe fatto qualche passo in più, andando a sfiorare con le dita una sfera di vetro situata non molto distante da lui, sopra un banco alla propria destra.

Vorrei poter comprendere grazie al suo aiuto se posseggo le doti delle quali ha appena parlato, professoressa.
[/newsgoth]
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Messaggioda Tisifone » 29/01/2013, 22:59

Era stata una lezione più teorica che pratica, finalizzata a spiegare a chiunque avesse davvero interesse ad ascoltare quanto raro fosse il Dono della Vista, quanto difficile accorgersi di possederlo e quanto complicato e a volte pericoloso imparare a gestirlo e a utilizzarlo. Dubitava fortemente che più di una decida di soggetti in tutta l’aula avesse prestato davvero attenzione alle sue parole ed era pronta a scommettere che anche meno fossero gli studenti che avevano colto il reale significato delle sue parole. Forse quel pensiero avrebbe dovuto rattristarla o ferirla, farla sentire poco apprezzata, soprattutto se il valore di un insegnante doveva essere valutato in base al numero di elaborati che raggiungevano la sufficienza, e invece la lasciava quasi del tutto indifferente. Quando aveva accettato quella cattedra sapeva perfettamente che il suo lavoro sarebbe stata una strada tutta in salita che avrebbe percorso, molto probabilmente, da sola o quasi e quindi adesso non se ne poteva rammaricare. Non appena gli studenti iniziarono a uscire dall’aula, portandosi dietro la pergamena con i compiti che aveva assegnato, Tisifone si alzò dalla sedia a dondolo e si diresse alla sua scrivania per mettere in ordine gli appunti della lezione che aveva appena tenuto, mettendo da parte quelli riguardanti la parte pratica che aveva preferito non approfondire. L’incidente con la Signorina O’Neill nel suo ufficio era ancora troppo vivido nella sua mente, nonostante il tempo trascorso, per aver voglia di mettere alla prova le capacità di una moltitudine di studenti tutti nello stesso momento.

Ti nje odno
(Non sei sola)


Le sibilò Idra, penzolante dal ramo dell’albero che teneva in aula per lei, il muso rivolto verso l’aula a cui la donna, invece, dava le spalle.

Sarà la Signorina Parker che vorrà discutere delle implicazioni astrologiche sulla capacità di prevedere il futuro

Si disse, assumendo con un’espressione cordiale e leggermente più calorosa di quella che era solita rivolgere agli studenti, dimostrando in quel modo di essere ben disposta nei confronti della Prefetta dei Delfini.

Avrei bisogno di parlare con lei, professoressa.
Posso rubarle qualche prezioso minuto?



Prefetto si ma della Casata sbagliata.

Commentò tra sé, mentre il suo volto tornava ad assumere la solita maschera di fredda e distaccata cortesia, con una nota di perplessità per quella richiesta così inusuale.

Ed esattamente di cosa avrebbe bisogno di parlare con me Signorino Kenway?

Chiese quindi gelida, non mostrando in alcun modo di aver notato il modo educato di porsi del Corvetto e quanto meno di averlo apprezzato. Semplicemente per lei era normale e ovvio che uno studente di rapportasse in quel modo con un suo Insegnante, non perché si sentisse superiore a loro ma perché la forma e la tradizione lo imponevano e Tisifone era sicuramente una persona che teneva moltissimo a entrambe.

Vorrei poter comprendere grazie al suo aiuto se posseggo le doti delle quali ha appena parlato, professoressa.

Rimase in silenzio una manciata di secondi dopo che il ragazzo ebbe esposto il suo problema, lo sguardo di ghiaccio che lo scrutavano apertamente forse per cogliere qualche segno di scherno nella sua postura o nel tono della voce o forse solo per soppesare la sua richiesta.

Vorrebbe sapere se possiede il Dono della Vista, se il suo Occhio Interiore è abbastanza sviluppato da non farla trarre in inganno quando interpreta una mantica?

Una domanda insidiosa quella che aveva appena posto che avrebbe dovuto aiutarla a comprendere se le intenzioni del ragazzo, così come il suo interesse per la Divinazione, fossero reali oppure se voleva solo farle perdere tempo, tempo che lei non aveva. A ogni lezione non mancava mai lo studente che confondeva le due cose, considerandole semplicemente due modi diversi per intendere lo stesso concetto e a ogni lezione lei si trovava costretta a spiegare come essi, invece, indicassero due aspetti della Divinazione molto differenti. Il Dono della Vista infatti indicava i Veggenti veri e propri, coloro che, come lei, erano capace di fare delle profezie, l’Occhio Interiore invece indicava i semplici Vati, coloro che potevano piegare la mantica a loro affine ai propri voleri e costringerla a rispondere alle loro domande.

Spoiler:
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Messaggioda Monique » 29/01/2013, 23:01

Per rispondere correttamente, Zephyr deve ottenere un risultato all'Elaborazione di almeno 17.
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Messaggioda Zephyr » 31/01/2013, 20:00

[newsgoth]
Vorrebbe sapere se possiede il Dono della Vista, se il suo Occhio Interiore è abbastanza sviluppato da non farla trarre in inganno quando interpreta una mantica?


Domanda alquanto insidiosa quella della docente.
Non si scompose, non di fronte a lei, anzi, di fronte a nessuno.
Lei era a conoscenza dei segreti che una materia così misteriosa potesse celare.
Lei era detentrice di una verità che Zephyr ricercava ma che ancora non aveva in pugno.
Per quanto si fosse documentato e lo studio non gli risultasse difficoltoso, esprimere una risposta adeguata appariva complesso.
Il silenzio pervase la sala per alcuni secondi, le palpebre del ragazzo che sbattevano lentamente, come al rallentatore.
Il petto si alzava ed abbassava con calcolata calma e tranquillità, così da non mostrare dubbio alcuno.
Era pur vero che però, la donna in fronte a lui non era stupida o stolta.
Sarebbe stato meglio per lui parlare, ed anche subito.
Nessuna agitazione nel tono, solo chiarezza.

Temo che i miei studi da privatista non mi abbiano messo nella condizione di rispondere in modo preciso, professoressa.
Argomenti che per uno studente del secondo anno dovrebbero essere limpidi, aleggiano nella mia mente come nebbie ancora fitte.
Quello che vorrei... E' capire se posseggo un qualsiasi dono divinatorio... Ma...

Lasciò in sospeso quella frase, guardandosi un momento attorno, riuscendo a sentire nitidamente il sottile sibilo dell'animale della donna.
Un suono gradevole, interessante. Alla fin fine conosceva molto bene una persona che di affinità con il rettile di Tisifone ne possedeva molte, quindi di certo non percepiva disagio o fastidio, anzi.
Dita che sfiorarono ancora la sfera di vetro, mentre lentamente poi si andavano a stringere e chiudersi in un pugno, come a voler afferrare qualcosa, trattenere un potere per non lasciarlo più andare via, un'energia invisibile ed intangibile che pochi uomini potevano comprendere realmente, che pochi potevano ammirare non solo nella sua importanza... Né la sua innata bellezza.
Il pugno si trasformò in un palmo aperto e naturale, a sentenziare il ritorno alla realtà da parte di Zephyr che fino ad allora era come se fosse stato rapito da uno dei suoi pensieri profondi e abbandonati in un recesso di memoria sconosciuto a chiunque, tranne che a se stesso.

... Per me la Divinazione è qualcosa di serio.
Molti a lezione mostrano scetticismo come fossero sorrisi naturali, incapaci di apprezzare qualcosa di così grande come la vista su una possibile quarta e perché no... Quinta dimensione.
Ammetto con umiltà di non sapere cosa rispondere alla sua domanda, professoressa Samyliak, però posso dirle più precisamente cosa voglio, così che lei sappia quindi distinguere il mio interesse.


Guardandola con intensità, come se in un certo senso la docente ora fosse divenuta il completo centro del suo mondo e delle sue attenzioni, Zephyr mostrò un piccolo, apparentemente innocuo e docile sorriso, illuminato dagli occhi di rubino che adornavano il suo volto niveo.
Labbra che andarono ad essere piacevolmente carezzate dalla punta della lingua per esser rese maggiormente umide e gola che mosse il pomo d'Adamo a significare una lieve deglutizione di saliva, come se stesse per dire la cosa più importante da sapere sul suo desiderio.
In effetti era proprio così.

... Vorrei dominare l'onniscenza che pervade la mente quando si apre alla conoscenza dell'infinito, professoressa.


In poche parole?
Un Veggente capace di provare ad interrogare volontariamente le forze dell'essere per trarne coscienza del futuro.
Poteva apparire presuntuoso, ma quando il suo sorriso al termine delle parole si spense e lasciò spazio ad uno sguardo serio e per nulla scherzoso, la donna avrebbe potuto capire che non ironizzava affatto.
Per lui la Divinazione non era un gioco.
Era una risposta.[/newsgoth]
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Messaggioda Tisifone » 01/02/2013, 23:53

Temo che i miei studi da privatista non mi abbiano messo nella condizione di rispondere in modo preciso, professoressa.
Argomenti che per uno studente del secondo anno dovrebbero essere limpidi, aleggiano nella mia mente come nebbie ancora fitte.
Quello che vorrei...


Spinta dai suoi pregiudizi o meglio dai pregiudizi che gli altri erano soliti avere su di lei, Tisifone si era dimenticata che quello che aveva davanti non era un normale studente arrivato a Hogwarts a undici anni e quindi non si era dovuto sorbire, negli ultimi cinque anni, tutte i suoi vaneggiamenti sull'importanza e le insidie della Divinazione. Anzi molto probabilmente fino a quando non aveva messo piede nella sua aula, l'anno prima, Zephyr non aveva mai sentito parlare o quasi di Piromanzia o Idromanzia, visto il poco credito che le mantiche divinatorie avevano sia nel Mondo Magico che in quello Babbano. Sciolse quindi, anche se di poco, la postura rigida che aveva istintivamente assunto quando credeva che il Corvo fosse l'ennesimo studente che trovava divertente cercare di mettere alla prova le sue capacità come se fosse un fenomeno da baraccone babbano e gli fece un leggero cenno del capo per invogliarlo a continuare a parlare.

E' capire se posseggo un qualsiasi dono divinatorio... Ma...

Possedere un dono qualsiasi. Ogni molecola del corpo di Tisifone vibrò di sdegno al suono di quelle parole, a quel ridurre, o almeno così appariva ai suoi occhi, un percorso complesso e insidioso qual era la scoperta e la coltivazione dell'affinità con una o più mantica a una semplice e banale scelta nel mucchio, come se ci si trovasse di fronte a diverse varietà dello stesso prodotto e se ne afferrasse uno a caso perchè quello che contava era possedere l'oggetto in generale, indipendentemente dalle sue caratteristiche intrinseche.
Fece un respiro profondo, per mantenere a bada l'ira che sentiva ribollire nelle sue vene, pensando a qualsiasi cosa servisse a distoglierle la mente dal desiderio di sbatterlo fuori dalla sua aula.

Sto slucilas? Sto ti djelaiesh?
(Che succede? Che stai facendo?)


Incuriosita dalla scena che si stava svolgendo di fronte ai suoi occhi e incapace di comprendere, per ovvie ragioni, cosa stesse realmente accadendo, Idra si era sporta dal suo ramo, tendendo le spire anteriori in avanti. Se il sibilo dei serpenti avesse avuto un'intonazione particolare, quello di Idra sarebbe risuonato curioso: dopotutto non accadeva tanto spesso che la Divinante mostrasse tutta quella pazienza nei confronti di uno studente, nonostante l'ottima influenza che il frequentare Turner stava avendo sulle sue capacità relazionali.

Nichjevo. Ja schitaiu
(Nulla. Sto contando.)


Si limitò a rispondere la docente, senza distogliere l'attenzione dallo studente, cosa questa che le permise di notare (Intuito (P)=26) come non avesse palesato disagio, fastidio o sorpresa di fronte a quello scambio di battute sibilanti, come erano soliti fare un po' tutti. Tisifone avvertì un moto di fastidio, l'ennesimo da quando Zephyr l'aveva fermata, quando le sue dita sfiorarono la sfera, e un monito o forse un rimprovero si affacciò sulle sue labbra a cui però non diede voce, vista la delicatezza, quasi reverenziale che le era sembrato di cogliere in quel gesto.

... Per me la Divinazione è qualcosa di serio.
Molti a lezione mostrano scetticismo come fossero sorrisi naturali, incapaci di apprezzare qualcosa di così grande come la vista su una possibile quarta e perché no... Quinta dimensione.
Ammetto con umiltà di non sapere cosa rispondere alla sua domanda, professoressa Samyliak, però posso dirle più precisamente cosa voglio, così che lei sappia quindi distinguere il mio interesse.


Tisifone inarcò un sopracciglio, tra il perplesso e il dubbioso, sentendo parlare di quarta o quinta dimensione come se esistessero mondi paralleli al loro dove il tempo scorreva in maniera differente e in cui l'Occhio Interiore dei Divinanti poteva sbirciare a proprio piacimento. Quello che la colpì maggiormente fu il fatto che, anche se con una terminologia errata, il ragazzo era riuscito a cogliere una sfumatura della sua materia che studenti del settimo anno ancora ignoravano e questo non poteva che rappresentare un grosso punto a suo favore. La donna avrebbe potuto interrompere quel flusso di parole da parte del Prefetto e approfondire quell’ultimo concetto, ma preferì tacere in attesa di sentire l’ultima parte di quella strana confessione, gli occhi puntati in quegli di lui, non solo per abitudine, perché era buona norma guardare in faccia il proprio interlocutore, ma anche perché curiosità. C’era qualcosa [Intuito (S)=36] in quegli occhi rosso rubino che calamitavano la sua attenzione, facendole avvertire un leggero formicolio alla base della nuca, che i capelli raccolti in un severo chignon lasciava scoperta. Non sapeva dire come e perché, ma tutti i suoi sensi le dicevano che la persona che si trovava d’avanti a lei non era quello che sembrava, che possedeva un qualcosa che lo poneva su un altro livello rispetto al resto degli studenti anche se non riusciva a distinguere cosa: che possedesse davvero l’Occhio Interiore?

Impossibile...o forse solo altamente improbabile.

Si rispose dubbiosa iniziando a mostrare qualche segno esteriore di nervosismo per tutta quella attesa, ai suoi occhi, ingiustificata.

... Vorrei dominare l'onniscienza che pervade la mente quando si apre alla conoscenza dell'infinito, professoressa.

Un accenno di risata senza allegria, accompagnato da un leggero scuotimento della testa: questa fu la risposta iniziale di Tisifone a quella affermazione.

Non c’è onniscienza nell’aprirsi all’ignoto. Per quanto affinità, sintonia ci possa essere con il proprio elemento, per quanto si possa imporre a esso il proprio volere il Fato rimane sempre un passo avanti a noi. E’ come una donna bella e volubile, ci mostra solo quello che desidera che noi sappiamo né un attimo di più né uno di meno e non sempre ci è dato conoscere il perché di quella visione.

Per quanto si fosse ripromessa di parlare in maniera chiara e semplice, forse quella spiegazione suonava strana alle orecchie del giovane Corvo o forse si sarebbe dimostrato abbastanza perspicace da comprenderne il senso.

Chi possiede poi anche il Dono della vista – continuò, dando così implicitamente la risposta alla domanda che lei stessa gli aveva posto prima – è ancor più assoggettato ai suoi capricci perché non ha uno strumento con cui cercare di sottometterlo… anche se la conoscenza che da essa può derivare è immensa ancorchè difficile da gestire. Vati, Veggenti... chi più chi meno sono solo strumenti nelle mani del Destino.

Si soffermò un attimo a osservare di nuovo il volto del ragazzo, come a volergli sondare l’anima, a cercare di comprendere cosa celasse davvero dietro quell’espressione da bravo ragazzo. Certo esistevano esercizi per poter amplificare la portata del proprio Occhio Interiore, inganni che permettevano di mettere il Fato sotto scacco e formulare delle Profezie quasi a comando, ma non era quella sede più opportuna in cui parlarne né sicuramente un ragazzino di quindici anni era un pubblico adatto per quel tipo di dissertazioni.

Se vuole provare il brivido di avere qualche premonizione per far colpo sulle ragazze le consiglio di applicarsi con l’Astronomia o Antiche Rune. – aggiunse, decidendo arbitrariamente di porre fino a quell’assurdo incontro che non li avrebbe portati da nessuna parte. mentre si incamminava verso l’albero su cui si trovava Idra – Queste due materie sono…

Tisifone non riuscì a terminare la frase perché non appena sfiorò lo studente passandogli accanto, i suoi occhi si scurirono, sembrando quasi neri, e il suo sguardo divenne vacuo come se fosse fisso su qualcosa che non si trovava in quella stanza.[Concentrazione=13 + 7/d20= 20] E infatti l’aula stessa con tutto ciò che conteneva era sparita dal campo visivo della Divinante che si ritrovò proiettata all’improvviso ai margini di un’enorme distesa di neve dove imperversava una bufera.

Immagine


Per un attimo ebbe la sensazione di essere trascinata indietro, a quando da bambina affrontava il freddo siberiano per andare a scuola nel villaggio vicino, ma quando la figura che avanzava nella tormenta si fece abbastanza vicino da decifrarne i lineamenti si irrigidì. Non era il suo viso quello che vedeva, mentre un flauto suonava in lontananza, ma quello di Zephyr, esattamente a come appariva in quel momento e quindi cioè che stava vedendo doveva appartenere per forza a qualcosa che sarebbe accaduto da lì a poco. Uno strattone alla bocca dello stomaco, come quando ci si materializzava, l’avvertì che stava tornando nel suo presente mentre l’immagine cambiava e un viso confuso di donna sfrecciava veloce davanti a lei.

La Herbert…o forse la Jiménez?

Fu con questo interrogativo nella mente che riprese a distinguere i contorni di ciò che la circondava, incluso dello studente che era ancora accanto a lei.

C’è altro che vuole dirmi?

Chiese quindi, non ricordando nulla di quello che voleva dirgli prima della premonizione, ostentando una sicurezza che aveva solo in parte. L’assenza di una sfera galleggiante di fronte al proprio naso e il ricordo nitido di quello che aveva visto la rassicuravano sul fatto che non aveva fatto una Profezia e quindi non aveva parlato con voce non sua né il suo viso aveva cambiato espressione. Ma questo non le assicurava che l’altro non si fosse accorto di nulla.
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Messaggioda Zephyr » 04/02/2013, 0:36

[newsgoth]
Non c’è onniscienza nell’aprirsi all’ignoto. Per quanto affinità, sintonia ci possa essere con il proprio elemento, per quanto si possa imporre a esso il proprio volere il Fato rimane sempre un passo avanti a noi. E’ come una donna bella e volubile, ci mostra solo quello che desidera che noi sappiamo né un attimo di più né uno di meno e non sempre ci è dato conoscere il perché di quella visione.

Così, mi sta dicendo che non sarebbe in nessun modo possibile piegare al nostro volere il fato?
Nemmeno intrecciare le dita con quelle del destino per brevissimi quanto preziosi attimi di percorso?


Chi possiede poi anche il Dono della vista è ancor più assoggettato ai suoi capricci perché non ha uno strumento con cui cercare di sottometterlo… anche se la conoscenza che da essa può derivare è immensa ancorchè difficile da gestire. Vati, Veggenti... chi più chi meno sono solo strumenti nelle mani del Destino.

L'importante, a mio avviso, è comprendere quanto è importante e di alto onore ricevere la carica di "eletto del fato", professoressa Samyliak.
Il cielo, l'eterno, lo scorrere dello spazio e del nulla, non sono entità a noi conosciute come animali e piante.
I babbani la chiamano divinità, ebbene, che esse lo siano o meno, decidere di affidare ad un mortale alcuni frammenti della loro conoscenza significa essere segnati da un marchio si pericoloso... Ma inestimabile.


Se vuole provare il brivido di avere qualche premonizione per far colpo sulle ragazze le consiglio di applicarsi con l’Astronomia o Antiche Rune.
Queste due materie sono…

Bastò appena un istante.
La professoressa, avvicinatasi abbastanza da sfiorare con il proprio corpo quello di Zephyr, venne colta improvvisamente da un flash.
Impossibile per il ragazzo non notare il cambiamento improvviso che si andò creando nel suo modo di fare.
Gli occhi saettarono veloci, cercando chiarezza in quelli della donna, trovando solo due vitrei spettri che adesso guardavano ben oltre lo spazio circostante, ben oltre ciò che era tangibile, sprofondando e mettendo le radici nella terra onniscente dove ogni goccia di linfa rendeva l'essere umano ubriaco di sapere, talmente tanto da poter impazzire se ne avesse bevuta troppa.
Forse era questo il senso che voleva esprimere Tisifone: gli uomini non potevano pretendere di possedere la capacità di interrogare le forze dell'essere con così tanta presunzione, poiché tali forze sfuggono alla comprensione e basterebbe davvero molto poco di più di quello che già viene offerto, per portare una persona alla follia incontrollata.
Strinse il pugno, ancora, mentre si chiedeva dentro di se cosa stesse osservando lei e se quel qualcosa lo stesse riguardando in prima persona.
Di istinto poi, lanciò uno sguardo anche al serpente amico della donna, facendogli intendere perfettamente che si era accorto di tutto l'accaduto, così che esso, se l'avesse voluto, gliel'avrebbe potuto raccontare senza problemi.
Al termine di quel momento onirico, in bilico tra la vita, la morte e molto altro ancora, Tisifone riprese a parlare, non trovando più in se però il filo del discorso lasciato poco fa in sospeso.

C’è altro che vuole dirmi?

"Se vuole provare il brivido di avere qualche premonizione per far colpo sulle ragazze le consiglio di applicarsi con l’Astronomia o Antiche Rune.
Queste due materie sono…"
Attendevo che lei completasse la sua ultima frase, professoressa...
Ma prima che ciò avvenga, mi lasci esprimere il mio pensiero.


Qualche passo indietro, questo per trovarsi ancora una volta davanti a lei, affondare gli occhi color rubino in quelli di tonalità contraria della professoressa di Divinazione e rilassare non solo i nervi ma anche i sensi, inspirando profondamente quasi emulando gli esercizi di yoga che lei stessa in ben più di un'occasione aveva cercato di inculcare nella mente degli studenti durante le lezioni.
Labbra umettate di saliva, quella persona avanti a se gli forniva un'attrattiva fisica non indifferente, ma volle passare oltre, volle non dare nulla a vedere. Sarebbe sembrato strano che un quindicenne si interessasse ad una persona del doppio dei suoi anni, peccato che in lui scorreva l'entità di una persona mentalmente molto più adulta, capace anche di assumerne l'aspetto, qualora l'avesse voluto.
Indugià quindi sulla generosità del seno di lei, come anche sulle labbra carnose o sugli zigomi da baciare, soffermando attenzione solo e soltanto sulle iridi profonde come il mare, nel quale attraverso un tuffo, ricercò la possibilità di esprimere la veridicità delle sue successive parole, esposte in tono serio e calmo quando il battito suo del cuore, più lento del normale.

Lei è il mio unico punto di riferimento per questa materia, questa conoscenza, questa dottrina.
Forse molti hanno riso così tanto di fronte all'idea di interrogare un fuoco o una sfera che ha perso la fiducia negli studenti.
Non mi interessa niente dell'idiozia di neonati che vogliono soltanto imparare ad agitare una bacchetta per far levitare la gonna della neonata che gli piace tanto... Io sono interessato al dono che lei possiede, che vorrei possedere anche io e che desidero lei mi aiuti a comprendere se posseggo oppure no... E farò qualunque cosa pur di convincerla ad aiutarmi.


No, lui non possedeva doti ipnotiche.
Non poteva piegare al suo volere la mente altrui.
Era anche vero però, che per comprendere se davvero il dono della Divinazione fosse parte di lui o meno, necessitava della donna nella sua pienezza delle facoltà intellettive ed emotive, più che altro perché quella era una materia che sulava dalla semplice attività del cervello.
C'erano tante domande che gli sorgevano, mentre fissava quella professoressa sempre così fredda e distaccata nelle sue lezioni.
In parte avrebbe voluto interrogare appositamente il fuoco, o forse più l'acqua, vista la sua indole, per sapere cosa circondava di tanto mistero e introversione quella persona che nell'esporre le sue lezioni era perfetta ma nell'esporre emozioni invece, quasi muta, silenziosa.
La posa che ella teneva, sempre ben eretta e fiera, gli faceva capire che nel suore albergava un dono regale e non solo divinatorio.
Quella persona non solo riusciva a trasmettere conoscenza, ma anche ad espandere intorno a se... Un'aura di grande sicurezza.
Di istinto... Zephyr si chiese allora quale o quali fossero le sue debolezze, visto che da quello che aveva appreso in laboratorio, durante i suoi addestramenti alla Setta, chi mostrava tanta corazza, sotto possedeva una pelle o molto morbida... O troppo logora di ferite.

Si fidi della mia passione.
Si lanci nel vuoto.
Solo per questa volta.
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Messaggioda Tisifone » 05/02/2013, 16:18

Tisifone doveva ammettere che la conversazione, o meglio il botta e risposta, che aveva avuto fino a quel momento con Zephyr era stata una delle più interessanti che avesse mai avuto modo di intrattenere con chiunque sulla propria materia. Nonostante lo scivolone iniziale che aveva indispettito non poco la Divinante, lo studente aveva espresso i suoi dubbi e le sue opinioni in maniera grezza ma precisa, come se fosse realmente interessato alla Divinazione, cosa che però la donna continuava a mettere in dubbio. Fu proprio mentre gli consigliava di dedicare le proprie energie a qualche altra materia, affine alla sua e di sicuro più scientifica, che avvenne. Una premonizione, un piccolo assaggio del futuro che avrebbe riguardato il Corvo da lì a quanto? Uno, due, al massimo sei mesi. Erano stati dei flash, veloci, anonimi e anche se in uno di quelli il ragazzo era immerso in una tormenta di neve e ghiaccio, Tisifone non aveva avvertito alcuna minaccia aleggiare su di lui e quindi non aveva ritenuto opportuno farvi menzione. Anzi, non notando alcun cambiamento nel ragazzo, decise di non accennare a nulla di quello che era accaduto, provando a porre fine a quell'incontro, come era stata sua intenzione prima che il Fato capriccioso ci mettesse lo zampino.

"Se vuole provare il brivido di avere qualche premonizione per far colpo sulle ragazze le consiglio di applicarsi con l’Astronomia o Antiche Rune.
Queste due materie sono…"
Attendevo che lei completasse la sua ultima frase, professoressa...


Beato Salazar... non avevo concluso la frase!

E se il pensiero riecheggiava frustrato e un po' preoccupato nella sua mente, dal suo viso nulla di questo traspariva, solo un vago senso di stupore rappresentato da un leggero spalancare di occhi e uno sbattere di ciglia veloce. Senza distogliere lo sguardo dal volto del Prefetto, Tisifone emise un leggero sibilo, qualcosa che difficilmente orecchio umano avrebbe colto ma che forse non sarebbe sfuggito all'udito speciale dello studente.

On...
(Lui)


E un sibilo altrettanto veloce e impercettibile venne emesso in risposta da Idra.

...Snaijet!
(... Sa!)


A quella conferma qualcosa mutò nello sguardo della donna, che si fece più attento certo ma anche più curioso di fronte a quell'assenza di reazione da parte dello studente. Non un'esclamazione di stupore o di disagio, neanche un moto di curiosità per sapere cosa avesse visto e sopratutto se la visione lo riguardava o meno.

Ma prima che ciò avvenga, mi lasci esprimere il mio pensiero.

Ha appena guadagnato punti il ragazzino.

Commentò tra sè la donna, ritrovandosi più disponibile di prima ad ascoltare quello che l'altro aveva da dirle, gli occhi fissi in quelli di lui, del tutto ignara dei pensieri poco consoni che ne attraversavano la mente.

Lei è il mio unico punto di riferimento per questa materia, questa conoscenza, questa dottrina.
Forse molti hanno riso così tanto di fronte all'idea di interrogare un fuoco o una sfera che ha perso la fiducia negli studenti.
Non mi interessa niente dell'idiozia di neonati che vogliono soltanto imparare ad agitare una bacchetta per far levitare la gonna della neonata che gli piace tanto...


Forse perchè non ha ancora scelto quale gonna sollevare...

Commentò tra sè sarcastica, seguendo attentamente le parole dell'altro, come la sua postura, formale si ma non rigida come al solito, avrebbe indicato a un occhio attento.

Io sono interessato al dono che lei possiede, che vorrei possedere anche io e che desidero lei mi aiuti a comprendere se posseggo oppure no... E farò qualunque cosa pur di convincerla ad aiutarmi.


Signorino Kenway lei continua a parlare del mio dono, ma lei non sa cosa io posso o non posso fare. Avere l'Occhio Interiore attivo non è la stessa cosa di avere il "Dono della Vista", il poter piegare ai propri voleri una fiamma non da automaticamente il controllo sull'acqua o sulla sfera nè le permetterà di fare una qualche Profezia o premonizione. -esordì quindi dopo una manciata di secondi, mentre cercava le parole giuste per mettere un po' di ordine nella confusione che lei avvertiva nelle affermazioni dell'altro. - Alcuni sostengono che coltivando il proprio Occhio Interiore sia possibile ottenere la "Vista" - e lei era una delle poche che aveva verificato con mano quella teoria - Altri dicono che è un qualcosa di innato, ma vede, nessuno con un briciolo di senno potrebbe mai volere avere questo dono - continuò poi, scuotendo la testa. Era così abituata a negare di poter "vedere" per nascondersi dal Ministero, a passare per una di quelle zingare babbane prive di credito che anche in quel momento si ritrovò a prendere le distanze dal suo stesso essere, dalla sua stessa natura - Ne parlerò durante la prossima lezione ma se proprio insiste le darò una piccola anticipazione Signorino Kenway... Avere il Dono della Vista vuol dire passare il resto della propria vita reclusi in una delle prigioni dorate del Ministero oppure cercando di nascondersi dagli Auror.

Non aveva detto nulla di compromettente per sè stessa, visto che a scuola nessuno, escluso Monique, Lucas e la Preside, erano a conoscenza del fatto che fosse una Veggente oltre che una Vate, e il ragazzo le avrebbe sentito ripetere le stesse parole durante la prossima lezione, ma sentiva di doverlo mettere in guardia subito sui pericoli insiti in certe scelte e credeva che forse, dicendoglielo a tu per tu, forse l'altro gli avrebbe dato più peso.

Si fidi della mia passione.
Si lanci nel vuoto.
Solo per questa volta.


Fiducia. La parola meno indicata da utilizzare in presenza della Divinante, troppe volte in passato gente che aveva reputato affidabile ne aveva abusato e l'aveva tradita e già con Lucas si era sbilanciata molto se non troppo, rispetto alla sua natura. La corazza della donna infatti non difendeva un cuore morbido ma un animo dilaniato che non sarebbe stato capace di reggere ulteriori colpi.

Non si tratta di fiducia, Signorino Kenway... che in ogni caso dovrebbe guadagnarsi... ma di tempo che odio dover sprecare ... - puntualizzò scocciata, iniziando a temere che nessuna delle argomentazioni che poteva tirare fuori avrebbe convinto l'altro a desistere, quando lo sguardo le cadde sulla sfera adagiata sulla propria scrivania. - Prenda una sedia e la posizioni lì di fronte alla cattedra - ordinò subito dopo con il fare perentorio e sbrigativo che era solito usare durante la parte pratica delle sue lezioni, non aspettandosi alcuna rimostranza dallo studente - Posizioni entrambe le mani ai lati della sfera, parallele al tavolo, ma senza toccarne la superficie e si concentri solo su di essa. La sfera deve diventare tutto il suo mondo e null'altro.

Nel caso in cui Zephyr avesse obbedito a quello strano comando, Tisifone si sarebbe concentrata a sua volta non sulla sfera ma bensì sulle mani dello studente per cercare di "vedere" se emanassero una qualche aurea. La cristallomanzia, infatti, era l'unica mantica che permetteva di individuare l'esistenza latente, in un individuo, di un Occhio Interiore potenzialmente attivo in quanto la sfera finiva sempre per reagire in un qualche modo alla sua presenza, pur non essendo lo strumento affine al mago. Di conseguenza quello era il modo più veloce per scoprire se il ragazzo possedesse o meno la scintilla necessaria per poter diventare un Vate. Se il responso sarebbe stato positivo allora avrebbero potuto iniziare a discutere su cosa avrebbe dovuto fare per conquistare la sua fiducia.
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