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Su per le scale...

MessaggioInviato: 09/10/2013, 22:57
da Sandyon
21 MARZO
BALCONATA DELLA TORRE
ORE 01:43


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Quella notte le luci del cielo creavano un'atmosfera molto particolare, quasi surreale, quasi mistica e rilassante.
La filosofia che si descriveva in quelle curve stellate era a dir poco perfetta, misteriosa come i segreti dell'intero universo.
L'uomo, stanco di rimanere nella propria camera, aveva ceduto all'insonnia decidendo per andare a fare una passeggiata, camminando per le vie desolate del castello con la scusa di eseguire una ronda in più del dovuto, sperando di non doversi anche ritrovare a conferire punizioni.
Odiava farlo, perché non ne era in grado, lui che da giovane aveva combinato più infrazioni che la O'Neill ed Alvares messi assieme.
Affacciatosi al balcone di una delle tante torri, si mostrò silenzioso in un primo momento, incapace anche di sospirare.
Mog al suo fianco, lo seguiva taciturno, ipotizzando che il suo padrone volesse che fosse così, che desiderasse privacy e riflessione.
L'impermeabile di pelle nera fasciava il suo corpo e con esso anche il cappello da Mercenario gli copriva la testa con non più tutti i capelli di una volta, adesso più corti per volere di fin troppe persone.
Pantaloni militari, maglione bianco attillato a collo alto, barbetta incolta, occhi scintillanti, pelle ruvida solcata dal dolore di molti anni.
L'ululato di un lupo in lontananza, forse era Fire che aveva concluso la caccia, forse Dastel che l'aveva iniziata, o magari entrambi che si rincorrevano giocando, come sempre del resto.

Ehi Sandy... Lo so che non vuoi essere disturbato però...

Parla avanti.

... C'è qualcosa che ti turba?
Ti sento triste...


Solo pensieri...

Pensieri dei quali non vuoi parlarmi?

Credo tu saresti molto di parte... Troppo.

E dai su, mettimi alla prova!

Mmmmhhh...

Ti prego ti prego ti prego...

Riguarda questa storia della cura alla mia "malattia".
Non so più che fare, non saprei se accettare o meno.


Beh... Se ti ha turbato tanto, vuol dire che un po' ti incuriosisce no?

Non basta la curiosità, Mog.
Qui c'è in gioco tutta la mia vita futura.


... Sandy, il mio parere è questo: non puoi che migliorare.
Ti sei fortificato tanto in questi anni ed ormai vuoi bene a così tante persone che la tua anima perduta non ti aiuterebbe più.
Oppure attenuerebbe di pochissimo il dolore di una perdita, ma il gioco non varrebbe la candela...


...

Inoltre vedila sotto quest'ottica... Se riuscirai a renderti forte come adesso ma con un poco di anima in più, avrai raggiunto un traguardo che sognavi di segnare da moltissimo tempo!

... Ovvero?

Un'ulteriore miglioramento di te stesso!
Dici da almeno cinque anni che non pensi di diventare più bravo e capace di così, di essere al tuo apice... Pensa se fosse errato!?
Anche le emozioni e lo spirito vanno allenati sai?
Forse è un allenamento che ancora non avevi provato, una nuova sfida, una nuova difficoltà... Ed io so che puoi farcela!


... Aspetta, c'è qualcuno... Ne riparleremo ma comunque... Grazie.

Faccio quel che posso per aiutarti, da sempre del resto!

Interruppero quel discorso, proprio perché una voce abbastanza conosciuta si stava facendo sentire non molto lontano, a distanza di una ventina di metri, e si trattava della Prefetta Melia Herbert, Serpeverde doc, che verso la conclusione del suo giro di ronda stava dando una leggera strigliata ad un paio di studenti del terzo anno che avevano scelto proprio quel luogo per fare i furbi.
Sandyon Vastnor la fissò da lontano, aspettando che ella finisse, osservandone i tratti del viso sempre morbidi, sempre calmi e quasi maliziosi, mentre minacciava quei ragazzi impaurendoli con la semplice forza del suo fascino e del suo carisma, con una voce in grado di ammaliare e di spaventare allo stesso tempo, grazie ad una lieve quanto significativa modifica del timbro e dell'inflessione melodica.
I due malcapitati annuirono dopo che la diplomanda terminò il suo discorso e si incamminarono in direzione della propria sala comune.
A quel punto, la ragazza riprese a camminare e considerando che la direzione della sua passeggiata era in traiettoria proprio col docente, a Sandyon non rimase che aspettare semplicemente che la Herbert fosse abbastanza vicina per poterle parlare, ben diverso da molti anni passati quando era meglio non rivolgergli la parola oppure non ci si poteva sognare che fosse lui ad intavolare un discorso, se così poteva definirsi.

Tutto sotto controllo, Prefetta?

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Re: Su per le scale...

MessaggioInviato: 10/10/2013, 11:59
da Melia
[Fine Marzo - ore 01.45]


E così pensavate di fare i furbetti, mh?

N-no Prefetta Herbert...

Ragazzi, non sono stupida... avanti, che cosa volevate fare?

Noi, ecco...

Prefetta Herbert, volevamo solo girare per i corridoi della scuola oltre il coprifuoco, te lo giuro!

E perché mai siete stati colti da una tale voglia?

Per una scommessa... dei ragazzi di Dragargenteo non credevano che ce l'avremmo fatta, ma noi non siamo degli spauriti Tassi, siamo dei Serpeverde e non abbiamo paura di niente!!

Proprio di niente?

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Lo sguardo penetrante e particolare di Melia Herbert, quelle pupille che poco avevano a che fare con quelle umane, si posò su entrambi i volti degli studenti, mentre la voce, carezzevole e morbida, scivolava sulla loro pelle formando una leggera patina di sudore freddo: era brava, la Prefetta, ad incutere timore (Carisma/Fascino 37) solo con uno sguardo, o con un sorriso; anche in quel caso, infatti, i due ragazzi non risposero, limitandosi ad abbassare lo sguardo con aria spaurita e colpevole.
Sorrise soddisfatta, la diplomanda, annuendo tra sé come se si fosse appena data una risposta da sola.

Per punizione domani pomeriggio, dopo le lezioni, riordinerete la sala comune, togliendo un po' di lavoro agli elfi domestici... mi sono spiegata?

Prefetta Herbert!

Molto bene... andate adesso, forza.

Li congedò così, osservandoli sfrecciare in direzione dei sotterranei con aria compiaciuta: era facile, per lei, mantenere l'ordine nei suoi turni di ronda... non doveva nemmeno alzare la voce; si scosse i capelli ondulati e lunghi dalle spalle e riprese a camminare, il rumore degli stivali alla caviglia che riecheggiava sul pavimento; indossava un paio di pantaloni verde militare, aderenti, ed una canotta nera - difficile che la si vedesse con qualcosa di troppo pesante addosso, quasi non avesse mai freddo.
Era stata una ronda tutto sommato tranquilla, che le aveva dato molto modo di pensare: a Dylan e al suo rapporto con lui, a Zephyr e alla relazione che aveva intrapreso con la Jiménez, e alla piega che avrebbero preso le loro vite nel corso dei mesi, e dopo il diploma; sarebbero rimasti per sempre schiavi della Setta dei 12, burattini al loro servizio? Alla Herbert sarebbe pure potuto andare bene,e sapeva che Dylan l'avrebbe seguita, ma Kenway... non poteva stare con Ariel e lavorare per Marcus e compagnia, prima o poi qualcosa sarebbe andato storto.

Devo parlare con Azhad... è giunto il momento di trattare, e scoprire quale sia il suo prezzo.

Si disse Melia con un sospiro, mentre camminava e con la coda dell'occhio notava la presenza di un docente, poco distante da lei: Sandyon Vastnor, il suo Caposcuola; non aveva intenzione di fermarsi per chiacchierare con lui, non era così stupida da disturbarlo intenzionalmente... ma sembrava che, quella sera, fosse l'uomo a voler parlare con lei.
O forse, perlomeno, ad accertarsi che andasse tutto bene.

Tutto sotto controllo, Prefetta?

Nonostante fosse abituata a sentire la sua voce durante le lezioni, era una cosa nuova per lei vedersi parlare da lui fuori dall'orario scolastico, fuori dalla sua aula: non che le dispiacesse, semplicemente si ritrovò interdetta per qualche manciata di secondi, prima di riprendersi; sorrise leggermente ed annuì, facendo poi un piccolo inchino col corpo in un palese segno di saluto.

Buonasera, professor Vastnor - educata, sempre, e allo stesso modo dolce nel tono, delicata, ma non smielata o melliflua - Ho ripreso un paio di ragazzi che erano fuori dai loro dormitori nonostante il coprifuoco, ma per il resto questa si è rivelata essere una serata tranquilla.

In fondo sapeva che lui non se la sarebbe presa nel sapere che Melia non aveva tolto punti, Sandyon per primo non li toglieva mai perciò difficilmente si sarebbe potuto irritare per un comportamento speculare al proprio.

Non credevo ci fosse lei di ronda, stasera...

Non un'insinuazione, più che altro una constatazione come un'altra... o almeno era questo ciò che voleva far intendere; quale fosse il suo reale pensiero, invece, era un mistero, o se non altro lei desiderava che rimanesse tale.

E' una notte strana, non trova?
Come se il cielo volesse farci capire qualcosa...


Non era sicura che Vastnor volesse fare conversazione, ma il tentativo non le sarebbe costato nulla.

Re: Su per le scale...

MessaggioInviato: 10/10/2013, 17:59
da Sandyon
Buonasera, professor Vastnor.
Ho ripreso un paio di ragazzi che erano fuori dai loro dormitori nonostante il coprifuoco, ma per il resto questa si è rivelata essere una serata tranquilla.


Tranquilla. Un termine da attribuire a ben poche serate vissute nella storia del Mercenario, anzi, dell'ex Mercenario.
Spesso si dimenticava di quel piccolo dettaglio: lui non faceva più parte del mondo tanto ormai sognato dalla sua apprendista, Arianna Ricciardi.
Quelle notti nascosto tra le fronde dei boschi, dietro le dune dei deserti, in mezzo alle macerie di un campo di battaglia, non esistevano più, semplicemente erano diventate dolci risposi tra le braccia di una persona amata, al caldo e al comfort della civiltà, conscio di non possedere più un mestiere in cui si rischiava la vita ma bensì una carriera da normale insegnante, adibito a spiegare la Difesa ai marmocchi fin dagli 11 anni.
Gli mancava tal volta la sensazione di pericolo, di adrenalina che scorreva veloce sulla pelle e nelle vene, la paura di soccombere da un momento all'altro, la soddisfazione di prevalere sul nemico aggiudicandosi la vittoria.
Quella stessa notte si era alzato dal suo letto e aveva vagato per il Castello proprio a causa di un sogno simile, uno dei tanti che faceva da diverso tempo dove si immaginava in trincea o in qualche guerra per un pugno di Galeoni, come quando aveva appena iniziato a crescere.
D'altronde non era il suo turno per girare alla ricerca di qualche fuorilegge e di questo la Herbert se ne accorse subito.

Non credevo ci fosse lei di ronda, stasera...

Infatti è così, non avrei il dovere di camminare per i corridoi, non oggi.
Deduco che il tè bevuto prima di andare a riposare abbia avuto un effetto inaspettato.


Un tempo forse nemmeno avrebbe preso in considerazione l'idea di inventarsi una scusa per giustificare la sua presenza in qualche luogo.
Molto più umano, molto più vicino al prossimo di quanto non lo fosse appena un paio di anni prima, molto meno Vastnor, molto più Sandyon.
La Vice Preside ne sarebbe stata felice, gioiosa, sinceramente sollevata... Lui non sapeva proprio che pensare, ma non si stava riconoscendo più.
Nel frattempo, Melia si avvicinò ulteriormente al parapetto del balcone, fissando qualche stella lontana e l'orizzonte oscuro di fronte ad Hogwarts e disteso lungo la Foresta Proibita.
Non disse un'altra parola, conscio che non aveva perso del tutto quella rara incapacità di rapportarsi per troppo tempo alle persone, ma per l'ennesima volta ci pensò lei a trovare un argomento di conversazione, spingendolo a dialogare.

E' una notte strana, non trova?
Come se il cielo volesse farci capire qualcosa...


Ogni notte è strana, siamo noi che ci accorgiamo troppo raramente di questa verità.

Emulò il movimento della Prefetta, voltandosi per posare le braccia sulla balconata, incurvandosi lentamente in avanti con il rumore classico del tessuto di pelle del giaccone che si tirava e creava un piccolo eco lungo il corridoio. Dei passi in lontananza, forse due o tre studenti si erano fermati improvvisamente nel sentire quel suono, spaventati. Evidentemente anche loro all'insegna del rischio, ormai beccati sul fatto.
Prima che la Herbert si muovesse, Sandyon scosse il capo invitandola a rimanere ferma, poi, emise soltanto un duro e possente colpo di tosse che spinse all'attimo i malcapitati a fare dietro front e scappare in direzione della loro Sala Comune, annullando il loro piano coraggioso per la notte.
Sbatté le palpebre un paio di volte, inspirando profondamente, come intensamente combattuto nel volere o meno fiatare verso di lei.
Da quando era giunta a scuola tre anni prima, non avevano mai avuto altra occasione di parlare sopratutto perché Vastnor non era tipo da intavolare discorsi senza che ci fosse un valido motivo. In quel frangente però, sapendo tra l'altro che a breve la ragazza avrebbe conseguito il diploma, scelse di aprire nuovamente bocca, parlando con tono tipicamente serio, graffiante e gelido... Ma sincero e positivo.

Voglio dirti una cosa, Herbert.
Sei una studentessa molto capace e promettente.
Mi ha fatto piacere avere una ragazza come te nel mio corso.
Hai testa e sufficiente cinismo per fare strada nella vita, qualunque essa sia.

Re: Su per le scale...

MessaggioInviato: 10/10/2013, 19:17
da Melia
Infatti è così, non avrei il dovere di camminare per i corridoi, non oggi.
Deduco che il tè bevuto prima di andare a riposare abbia avuto un effetto inaspettato.


A volte è colpa del tè, altre dei nostri pensieri... a me capita spesso la seconda opzione.

Non voleva insinuare nulla, anche perché per quanto potesse sospettare qualcosa (Intuito/Sesto Senso 17) di certezze non ne aveva nemmeno mezza, ma poteva ragionevolmente considerare come opzione valida anche il fatto di non riuscire a dormire per i pensieri che a volte riempivano la mente del malcapitato di turno: quante volte Zephyr le aveva confessato di aver dormito una, massimo due ore, perché aveva troppe cose a cui pensare?
E quante notti si era svegliata la Herbert, quando non sapeva dove fosse Dylan e se fosse ancora vivo, incapace di riprendere sonno? Alla luce di quegli esempi, non ci sarebbe stato da stupirsi se anche Sandyon quella notte, avesse lasciato prendere il sopravvento ai suoi pensieri e avesse deciso di fare una passeggiata e schiarirsi un po' le idee.
In fondo, poi, quella sembrava la serata ideale, con un cielo tutto particolare che infondeva una certa suggestione: provando a fare un po' di conversazione, giusto per capire se a Vastnor andasse, Melia si appoggiò alla balconata, commentando proprio la nottata che avevano di fronte, così diversa dal solito secondo lei.

Ogni notte è strana, siamo noi che ci accorgiamo troppo raramente di questa verità.

Non è forse meglio così? Diversamente, ciò che c'incanta diventerebbe... routine - replicò Melia, alzando le spalle - E Morgana sa quanto di questi tempi ci sia bisogno di qualcosa d'incantevole ai nostri occhi.

In fondo leggeva i giornali, come tutti: anche che non avesse fatto parte della Setta dei 12, sapeva comunque ciò che stava capitando nel mondo magico... la strage di Enoshima, persone scomparse, l'ex professore di Volo ucciso; tutto ciò portava l'Aberrazione nella posizione di poter giustamente considerare strani e preoccupanti quei fatti, sintomo forse di un problema ben più grave che, presto o tardi, si sarebbe manifestato.
Sentendo un rumore a poca distanza da loro, ed ipotizzando che fossero altri studenti che stavano violando il coprifuoco, la ragazza fece per muoversi e andarli a riprendere, ma bastò un colpo di tosse di Vastnor per farli scappare a gambe levate, facendo, per dirla alla babbana, sogghignare la Prefetta verde-argento sotto i baffi.

Voglio dirti una cosa, Herbert.

La voce di Sandyon la raggiunse ancora, ed ecco che la Prefetta volse il capo verso di lui, coi capelli che seguendo quel movimento le finirono su una spalla, lasciando nuda l'altra; gli occhi dorati, dalla pupilla verticale, si posarono sul suo viso, studiandone i contorni, prima di fermarsi sugli occhi ed attendere pazientemente che l'uomo parlasse ancora.

Sei una studentessa molto capace e promettente.
Mi ha fatto piacere avere una ragazza come te nel mio corso.
Hai testa e sufficiente cinismo per fare strada nella vita, qualunque essa sia.


Cinismo... sì, quello non mi manca - confermò la Herbert dopo alcuni istanti, con un piccolo ghigno ironico - La mia strada... onestamente ancora non so quale sia - ammise sinceramente poco più tardi, alzando le spalle con un movimento leggero - Quasi diplomata e senza un futuro... patetico, vero?
La verità è che non credo nemmeno mi serva, un futuro...


Il suo pensiero, ovviamente, era rivolto alla Setta: se avesse continuato a lavorare per loro, probabilmente, sarebbe stato inutile proporsi per una qualsiasi carriera di rilievo... tanto non avrebbe avuto il tempo di gestirla a dovere, occupata ad ipnotizzare persone per conto dei suoi superiori.

Professore... - si volse nuovamente verso di lui dopo aver portato lo sguardo di fronte a sé ed averlo fatto perdere nel cielo infinito che sembrava ingoiare tutto, quella sera - Lei si sente mai vulnerabile?
Ha mai la sensazione di essere... impotente di fronte al pericolo?


Gli domandò, lo sguardo che divenne appena più intenso, penetrante, seppur il tono di voce avesse mantenuto una certa morbida leggerezza, quasi superficiale.

Re: Su per le scale...

MessaggioInviato: 10/10/2013, 21:18
da Sandyon
A volte è colpa del tè, altre dei nostri pensieri... a me capita spesso la seconda opzione.

Credo che questa sia l'età giusta.
A partire dal mio quinto anno, non avevo una singola notte che non fosse costellata di riflessioni.


Un'ennesima piccola confessione, ricolma non solo di ricordi ma anche di verità assolute, perse nel tempo, perse nella memoria.
Fu proprio verso la fine del suo quinto anno che iniziò a riflettere se andare via da scuola o meno, cosa che accadde poi alla metà del sesto.
Lui non era fatto per le regole, lui non era fatto per i banchi e per i compiti, lui aveva fretta di vivere la vita al massimo delle potenzialità, ignorando quanto invece fosse necessaria una formazione basilare su tutti i fronti.
Solo soffrendo, sanguinando, sudando lacrime e riducendosi alla fame comprese l'errore fatto negli anni precedenti, conscio che non poteva più rimediare, conscio che non si poteva più tornare indietro, perché il tempo gli era sfuggito di mano, come sabbia al vento.
A proposito di vento, una bella folata fece ondeggiare le curve del cappello e l'onda setosa della capigliatura della Herbert.
Non un brivido, ancora non faceva così freddo, ma Sandyon in quegli improvviso cambiamenti aveva imparato a leggere delle verità che forse nemmeno i divinanti sapevano prevedere con esattezza.

Non è forse meglio così?
Diversamente, ciò che c'incanta diventerebbe... routine.
E Morgana sa quanto di questi tempi ci sia bisogno di qualcosa d'incantevole ai nostri occhi.


Non sempre è meglio così.
Non sempre nel cielo si delinea qualcosa di incantevole.
Ma ogni ragionamento a modo suo è esatto.


Conosceva una persona che la pensava esattamente come Melia, ovvero il suo ex apprendista, Tyslion.
Egli era convinto che non importasse quale novità o sorpresa riservasse il futuro... La bellezza a prescindere stava nella possibilità di vivere una nuova situazione ogni giorno, non scadendo nella ciclicità degli eventi, nella noia o nella nullafacenza.
Asveras era una mina vagante, appena giungeva una nuova richiesta lui partiva e non appena una novità stuzzicava la sua curiosità e la sua sete di avventura, dimenticava tutto e si smaterializzava. In cuor suo Sandyon sperava che in parte fosse cambiato, che non fosse più così tanto irresponsabile... D'altronde, gli anni trascorrevano per tutti.
La Herbert in questo lo ricordava un po', con quella stessa sfumatura e scintillio negli occhi degno del coraggio e della sfida, dell'imprevedibilità e dell'incognita. A quel punto però, Vastnor non sapeva certo dire se quella somiglianza fosse un bene o un male.

Cinismo... sì, quello non mi manca.
La mia strada... onestamente ancora non so quale sia...
Quasi diplomata e senza un futuro... patetico, vero?
La verità è che non credo nemmeno mi serva, un futuro...


Patetico è chi spera di programmare il proprio destino fin dai primi vagiti, ragazzina.

Un tono duro, da uomo duro, fermo sulle sue convinzioni, desideroso di esprimere un insegnamento che tra i banchi di scuola non si riceveva mai.
Strinse i pugni, facendo un lieve rumore con le articolazioni, mentre non emise un fiato quando sentì i ragazzi fuggire a gambe levate.
La Luna splendente nel cielo venne oscurata momentaneamente da qualche nuvola, rendendo tutto più buio, più tetro, più misterioso.

Impara a fare in modo che l'unica persona in grado di sorprenderti sia te stessa... E allora saprai sorprendere anche il Fato.

Non molti ci riuscivano, non molti sapevano come non cedere al giogo della vita e non diventarvi schiavi.
Ovviamente Sandyon non parlava delle sorprese in positivo, quelle che di tanto in tanto le persone importanti sapevano dare.
Si trattava delle sorprese in grado di metterti in ginocchio, quelle che ipoteticamente non lasciavano scampo e si prendevano la libertà di comandare facendo credere che non esistesse alcun libero arbitrio a quel mondo. Per l'ex Mercenario tutto ciò era sbagliato.
Forse solo in quel caso avrebbe trovato l'approvazione del suo vecchio apprendista, ma ciò non significava che lei la pensasse allo stesso modo.

Professore... Lei si sente mai vulnerabile?
Ha mai la sensazione di essere... impotente di fronte al pericolo?


Succede a tutti, Herbert.
Non esista persona al mondo senza debolezze.


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... C'è qualche pericolo davanti al quale ti senti impotente, Herbert?

Re: Su per le scale...

MessaggioInviato: 10/10/2013, 22:17
da Melia
Credo che questa sia l'età giusta.
A partire dal mio quinto anno, non avevo una singola notte che non fosse costellata di riflessioni.


E la notte, come dicono i babbani, le ha sempre portato consiglio... oppure l'alba è sorta sulle sue riflessioni senza donarle alcun miglioramento?

S'informò Melia, magari un po' curiosa, ma visto che Sandyon sembrava tanto in vena di parlare, perché non approfittarne? Dopotutto se Vastnor non avesse voluto risponderle, avrebbe semplicemente evitato di parlare, oppure le avrebbe chiaramente detto di farsi gli affari suoi; in entrambi i casi, la Herbert avrebbe accettato la sua risposta senza dire altro, riprendendo a guardare fuori, fissando il cielo. Diversamente, avrebbe ascoltato ciò che l'uomo avesse voluto condividere con lei, studiandolo con discrezione ma al tempo stesso attenzione totale, tornando comunque a guardarlo nel momento in cui lui fece quel commento sull'ultima affermazione di lei.

Non sempre è meglio così.
Non sempre nel cielo si delinea qualcosa di incantevole.
Ma ogni ragionamento a modo suo è esatto.


Credo dipenda tutto da cosa s'intende per "incantevole" ... a volte ciò che c'incanta non è positivo, non è piacevole, è qualcosa di oscuro che, però, riesce ugualmente a smuoverci, ad attirarci - e lei, di cose oscure, ne sapeva parecchio - Non è d'accordo?

Ancora le pareva assurdo poter parlare con lui così liberamente, era la prima volta che riusciva ad avere un minimo di dialogo col suo Caposcuola e per di più si stava addentrando, per suo stesso volere, in un terreno piuttosto pericoloso fatto di mezze verità, di osservazioni precise ma velate, una sorta di gioco col fuoco che, però, la Serpeverde non era sicura di poter vincere.
Così come non era sicura di cosa fare in futuro, anzi, non lo sapeva proprio per niente: presto, di lì a pochi mesi, avrebbe preso il diploma, eppure nessuna strada era certa, per lei, nessuna sembrava valere la pena di essere imboccata visto che era e rimaneva una marionetta nelle mani della Setta dei 12.

Patetico è chi spera di programmare il proprio destino fin dai primi vagiti, ragazzina.

Incassò quel "ragazzina" senza emettere un suono o dare l'idea di essere infastidita, sebbene effettivamente non le fosse piaciuto farsi chiamare in quel modo: non era una "ragazzina", era un'Aberrazione che tutti, compreso lui, avrebbero fatto bene a temere; e tuttavia riuscì a mantenere una freddezza glaciale perché ipotizzò che quelle parole non fosse state rivolte a lei come un insulto o uno scherno, ma per darle un consiglio, per fornirle una lezione anche se forse in modo un po' brusco... tanto valeva starlo a sentire, e al massimo poi farsi coccolare da Dylan.
O da Zephyr.

Impara a fare in modo che l'unica persona in grado di sorprenderti sia te stessa... E allora saprai sorprendere anche il Fato.

E lei ci riesce?
Lei riesce a sorprendersi da solo?
- gli domandò Melia, ripensando poi alle sue vicende personali, a come si era legata a Zephyr, innamorata di Dylan, a come aveva difeso la Jiménez per amore di qualcun altro - ... io credo di averlo fatto, ogni tanto.

Ed era sincera in quel pensiero che la fece sorridere, leggermente, prima di porgli alcune domande apparentemente casuali ma per lei molto importanti, quasi vitali.

Succede a tutti, Herbert.
Non esista persona al mondo senza debolezze.


In effetti anche uno come Zephyr aveva trovato la sua debolezza in Ariel... e forse anche in Melia, per quanto sapesse che lei, a differenza della Grifondoro, si sapeva difendere molto di più; e lei stessa trovava le sue debolezze in Kenway e Connor, i suoi amori anche se per motivi e in modi diversi.

... C'è qualche pericolo davanti al quale ti senti impotente, Herbert?

Forse - concesse Melia, prima di sorridere e far scintillare i suoi occhi da serpente in modo quasi inquietante, solo per un secondo - Ma sono dell'idea che non si è mai impotenti... c'è sempre un modo per risolvere l'ostacolo, per superare il pericolo.
E io di solito sono molto brava a trovarlo.


E l'avrebbe fatto, anche quella volta, per se stessa, per Dylan, ma soprattutto per Zephyr.

Riprendo la ronda e torno in sala comune.
Le auguro una buona notte, professore.

Re: Su per le scale...

MessaggioInviato: 11/10/2013, 11:57
da Sandyon
E la notte, come dicono i babbani, le ha sempre portato consiglio... oppure l'alba è sorta sulle sue riflessioni senza donarle alcun miglioramento?

Diciamo così... Non ne ha mai portato abbastanza.

Era comunque una risposta, a suo modo. Sempre meglio del suo solito mugugnare oppure un freddo allontanamento verbale scortese.
Stava facendo molti passi avanti ormai e non poche persone lo avrebbero compreso subito, rimanendo alquanto stupefatte.
Melia, al contrario, si mostrava molto tranquilla, controllata, non eccessivamente sorpresa dal fatto che il suo Capo Scuola fosse così libero al dialogo con lei... Ma forse era soltanto una persona difficilmente impressionabile, proprio al pari di un'altra, si... Quell'altro.

Credo dipenda tutto da cosa s'intende per "incantevole" ... a volte ciò che c'incanta non è positivo, non è piacevole, è qualcosa di oscuro che, però, riesce ugualmente a smuoverci, ad attirarci... Non è d'accordo?

Volse maggiormente il capo a fissare la ragazza, adesso con più intensità, adesso con più attenzione, smosso da quella considerazione.
Aveva ascoltato in passato molti pensieri simili e non promettevano mai nulla di buono, nascondevano segreti, celavano misteriose macchinazioni.
D'altronde, non ci si poteva certo aspettare che da Hogwarts uscissero solo pezzi di pane, bastava vedere appunto un tipo come Vastnor e i suoi anni precedenti per capire che non tutte le ciambelle riuscivano col buco.
Sospirò profondamente, decidendo di non rispondere nell'immediato, tornando semplicemente a guardare l'orizzonte adesso con aria più vuota, più vacua, quella di qualcuno che si è allontanato con la mente da quel luogo ed ha preso altre strade, riflettendo, pensando, deducendo.

Per farsi attirare dall'oscurità senza soccombere è necessario essere del tutto oscuri anche noi, Herbert.
Se esiste anche un solo, piccolo barlume di luce nel nostro spirito, l'oscurità l'attaccherà, ci farà del male, e noi piangeremo sangue.


Che la volesse mettere in guardia dal non stare troppo appresso a quella incantevole e tentatrice oscurità? Possibile.
Sandyon possedeva una grande esperienza e proprio perché aveva vissuto su di sé il brivido del dare morte, del non guardare in faccia a nessuno, del vivere nell'odio più amaro e nero, adesso sapeva che non bastava sentirsi oscuri, bisognava esserlo, bisognava volerlo ad ogni costo.
Quando bastava anche solo una singola nota di bianco in mezzo al quel nero apparentemente eterno e profondo per far vacillare lo spirito e farlo tornare a desiderare di non essere così dannato e così condannato... Significava apertamente che il male non aveva preso del tutto piede in noi.
L'unico modo per sapere di aver raggiunto la completa oscurità era percepire sentimenti come l'amore o l'affetto in una maniera distorta, soltanto possessiva ma non reale... Al contrario, provare amore o affetto veri era per Sandyon il simbolo della luce nell'anima... E lui aveva sperimentato su sé stesso quanto fosse assurdo anche dopo tanto dolore e tanta sofferenza inferti al prossimo, riscoprire la bellezza di possedere un cuore.

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Lei riesce a sorprendersi da solo?
... io credo di averlo fatto, ogni tanto.


E' successo. Sono momenti che dovrebbero darci molto da pensare. Qui si ritorna alla famosa notte consigliera.
Ma comunque... C'è qualche pericolo davanti al quale ti senti impotente, Herbert?


Forse...
Ma sono dell'idea che non si è mai impotenti... c'è sempre un modo per risolvere l'ostacolo, per superare il pericolo.
E io di solito sono molto brava a trovarlo.


Non fare mai l'errore di sentirti in grado di affrontare ogni cosa sempre da sola.
Soccomberesti.
Ad ogni modo, la determinazione è un'altra tua ottima caratteristica.
Se la saprai sfruttare adeguatamente, ti porterà lontano.


Riprendo la ronda e torno in sala comune.
Le auguro una buona notte, professore.


Notte, Prefetta Herbert.

Non la seguì con lo sguardo mentre si allontanava, sapeva che Melia non avrebbe cambiato strada, non per quella notte, non con lui in giro.
Si, indubbiamente le parole della ragazza lo avevano perplesso, spinto a pensare che c'era molto da sapere al suo proposito, spinto a cercare di capire quali segreti e quali oscurità la attirassero irrimediabilmente come una falena alla luce bluastra delle trappole babbane.
Doveva anche ammettere però, che conversare con lei lo aveva stimolato, lo aveva reso capace di osservare sotto un'ottica diversa tutta la propria faccenda personale. Rimanere ancorato al suo vecchio "io", quello contaminato dal Dissennatore Rosso, significava in un certo senso rimanere a crogiolarsi in quel nero antro dove lo spirito non riusciva bene a respirare.
Aveva appena dato il consiglio alla Herbert di valutare sempre quanto fosse suggerito rimanere nel lato d'ombra del proprio essere e lui stesso stava facendo il contrario, lui stesso non voleva distaccarsi per paura di quell'anima, di quella maggiore tonalità di bianco che in passato aveva dato tanto, aveva fatto tanto per fargli tornare a credere di non aver perso ogni speranza di redenzione.

Stai bene così perché non può mancarti ciò che non conosci.
Ma... se potessi aiutarti a recuperare un po' della tua anima? Se potessi aiutarti a sorridere di più, a ridere, a sentirti più felice di quanto non ti senti ora?
Se avessi la possibilità di guardare negli occhi la tua compagna, o i tuoi figli un giorno, e ridere e scherzare con loro come non hai mai potuto fare... davvero vuoi rinunciare a questa possibilità senza nemmeno lasciarmi provare?
Lasciati aiutare, Sandyon...
Lascia che ti aiuti.


Mmmmhhh...

Mog.

Zzzzz... Zzzzz... Zzzzz...

Mog.

Zzzz... Zzz-EH!?
Che c'è? Che è successo?


Niente.
Ho un lavoro per te.


Agli ordini boss! - Sbadiglio - Cosa... Aaaaahhhhuuummm... Cosa posso fare per te?

Ogni tanto dai un'occhiata alla mia Prefetta.
Non quando è fuori dal Castello, solo quando si trova all'interno e magari è di ronda notturna.
Qualche volta stalle vicino per una decina di minuti.


Oooook!
Per quanto tempo complessivo?


... Il diploma basterà.

Urca ma è tantissimo!

...

Tranquillo, tranquillo... Lascia fare a me!
E se vedo qualcosa di strano?


Libero di riferirlo a me o a Monique, è indifferente.
In fondo, lei è la Vice Preside, questa è sopratutto la sua scuola.


Mi sembra logico e giusto!
Adesso però andiamo a dormire?
Non ce la faccio più!


Tu mettiti pure a riposare, non ti disturberò più per oggi.
Io...


E guardò in lontananza dalla balconata le luci delle Serre ancora accese.

... Rimarrò sveglio ancora un poco.

Aaaahhhhuuummm... Va bene allora, notte notte, sogni d'oro per dopo, Sandy!

Buonanotte Mog.

Camminò a lungo per i diversi corridoi della scuola, scendendo le scale che conducevano fino al primo piano e poi il pianterreno.
Uscito sul portico, il vento lo investì ancora ma nessuna nuvola nel cielo faceva presagire brutto tempo per l'indomani, meglio così.
Sistematosi meglio il cappello, si affacciò sul giardino, percorrendo la strada in discesa delle colline del castello rivolta in direzione delle Serre.
Quando fu abbastanza vicino all'ingresso e la vide ancora trafficare con fiori e piante, sporca di terra e in salopette comodamente pratica, allungò la mano dando due colpi al vetro richiamando la sua attenzione, per poi entrare e palesarsi all'Erbologa.

Ehi...
Ti andrebbe di prenderci un tè?
... No, nessun motivo in particolare, solo...
Mi andava di vederti e... Hai aperto uno zoo?


{ FINE }