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Messaggioda Zephyr » 31/08/2013, 22:56

[newsgoth]
Salve a tutti.
Come molti di voi sapranno, qualche tempo fa il professor Vastnor chiese la mia collaborazione per istruirvi al meglio sulle tecniche di difesa contro il vampiro, inteso come creatura oscura. Naturalmente, questo corso di approfondimento per voi studenti verterà su una delle più grandi pozioni offensive che siano state inventate contro questo genere di nemico. Siete pregati quindi di fare assoluto silenzio, prendere piuma e pergamena e di stare bene attenti alle diapositive che vi verranno sottoposte nel corso della lezione.


Avrebbe ascoltato molto poco di quella conferenza, giusto quel tanto che bastava per informarsi a proposito della pozione per eccellenza contro le stesse creature che, ignare di tutto, gli avevano "gentilmente" concesso il loro sangue per rinforzarlo contro la sua volontà.
Sapeva della Vampire Slayer, conosceva i suoi effetti, era a conoscenza della consistenza, del colore, di quanto risultasse letale, ma a livello storico, pratico, tecnico, conosceva poco e nulla, solo per quello aveva scelto di accompagnare Melia in quella sede di seminario, dovendo per altro sottostare all'iniziale desiderio suo di non apparire eccessivamente vicini in pubblico.
La strage avvenuta in Tunisia qualche tempo prima apparve alla sua mente quasi come uno scherzo del destino.
Negli ultimi tempi infatti, molte delle sue convinzioni riguardo il futuro e il suo ruolo nel mondo avevano cessato di avere una linea diretta e precisa, tramutando molte delle notti in terribili episodi di insonnia e nervosismo soppresso.
Una volta forse, pur avendo parte del sangue di natura vampiresca, avrebbe evitato di soffermarsi troppo sulla catastrofe descritta nei giornali, passando oltre, non reputandosi affatto uno di loro, ma qualcosa di diverso, qualcosa di estraneo a tutto e tutti, se non la Herbert, ovviamente.
Adesso invece, dopo aver capito i suoi sentimenti per Ariel ed aver elaborato nello spirito l'ipotesi che qualcosa che in lui potesse essere simile al mondo che lo circondava, Zephyr aveva letteralmente strappato quella pagina in segreto, visto solo dagli occhi attenti della cara amica Melia, nascondendo ogni sua emozione dietro la sua gelida e imperturbabile espressione che un giorno l'Oceano avrebbe affibbiato al perfetto Acuan dei ghiacci.

E’ proprio in questo periodo, quando cioè popolose comunità di vampiri vennero allo scoperto, che si sentì l’esigenza di creare un’arma che potesse distruggerli facilmente e senza troppi problemi. Naturalmente, esistevano già incantesimi che potevano danneggiare e uccidere i vampiri; tuttavia, nonostante ora la loro esistenza fosse stata resa ormai nota, era comunque difficile stanarli dai luoghi nei quali essi si nascondevano. Era perciò necessario creare qualcosa che non destasse troppi sospetti, ma che fosse parimenti efficace contro queste creature oscure.


Quasi del tutto imbambolato fissava un poco la professoressa ed un poco la capigliatura non troppo distante della greca Serpeverde.
Non un appunto, non un singolo secondo utilizzato per scrivere, poiché per lui non ce n'era bisogno, nessun bisogno di segnare informazioni interessanti riguardo un veleno potenzialmente letale per lui e per la sua... "Specie".
Poco sentimento di appartenenza, ma ogni volta che pensava ad un simile intruglio mandare in fiamme un vampiro, era come se qualcosa gli ribollisse dentro, tramutando la sua calma risaputa in un autentico tifone gelido di neve, grandine e scaglie di ghiaccio tagliente.
Le uniche domande che si stava ponendo erano riferite al perché Melia lo avesse accompagnato lì e per di più, perché per il tragitto che li aveva visti camminare da soli senza spettatori gli aveva tenuto stretta la mano così intensamente, quasi in un desiderio di conforto?
Che fosse a conoscenza dei suoi sentimenti? Che fosse preoccupata per lui e per la sua reazione nel partecipare ad una conferenza come quella?
Come avrebbe potuto interpretare gli sguardi di colui che non poteva essere letto nemmeno dalla celebre professoressa di Divinazione?
Un dono segreto, o magari una tale vicinanza al suo cuore, o animo nel caso, da accorgersi di quando necessitava il suo aiuto?
Mentre il seminario proseguiva, lui non smetteva di farsi domande mentalmente, guardandola con insistenza e interrogativi costanti.

Abraham Ichabord Crane, alchimista, pozionista ed erbologo ottocentesco, nonché inventore di quella che oggi chiamiamo Vampire Slayer. In realtà, Crane era molto più raffinato nel dare nomi ai propri composti, tanto che in origine la sua pozione prendeva il nome di Necrovelenus, il Veleno dei Morti. Furono i cacciatori che la utilizzarono a soprannominarla semplicemente “Vampire Slayer”, AmmazzaVampiri, nome che poi venne conservato anche quando questa pozione venne perfezionata negli anni a venire. Quella di Crane, infatti, era solo un prototipo non ancora ben sviluppato, ma in ogni caso di grande utilità ed efficacia. Contro un vampiro Neonato o relativamente Giovane, questa pozione riusciva ad indebolirli a tal punto da permettere ai maghi cacciatori di finirli prima che avessero il tempo di attaccarli.


La collega si volse, l'amica si volse, l'amante si volse, il suo punto fermo si volse a guardarlo ed egli ricambiò lo sguardo.
Aveva perfettamente ragione a pensare che egli non avrebbe dato a vedere alcuna particolare sfumatura nell'espressione, ed aveva altrettanta ragione quando però era certa che in qualche modo lui le avrebbe fatto capire cosa in realtà stava pensando: si sentiva scomodo, a disagio.
Chi avrebbe mai voluto uccidere una Veela? Chi avrebbe mai voluto porre fine ad una creatura tanto bella e tanto enigmaticamente affascinante?
Nessuno, nessuno lo avrebbe mai fatto, perché la Veela era una creatura bella, una creatura apparentemente innocua, una creatura normale.
Il Vampiro invece, chiunque in quella stanza lo avesse incontrato, ne avrebbe subito provato timore, terrore, paura infinita e recondita.
Non importava quanto essi fossero integrati nella società o quanti di loro avessero imparato a convivere con gli esseri umani senza doverli mordere.
Nella mente umana, un Vampiro restava sempre e comunque qualcosa di avverso alla natura, all'ordine naturale delle cose, una manifestazione minacciosa dell'odio, della malvagità e della notte.
Cosa avrebbero fatto a scuola se avessero saputo che lui in parte era un Vampiro? Un figlio del buio e dell'oscurità più profonda e peccatrice?
Lo avrebbero accettato? Oppure lo avrebbero scacciato come un malato, come una piaga dell'umanità, come un nemico di ognuno?
Nei suoi occhi rossi scintillanti, Melia Herbert avrebbe potuto leggere tutto questo, una serie infinita di domande tutte rivolte a sé, tutte rivolte alla natura dannata che lo costringeva ad essere qualcosa che lui non aveva mai voluto essere.

Se bevuta, l’effetto che provoca, in base all’età del vampiro, può essere di polverizzazione istantanea, autocombustione interna, debolezza fisica e dolori lancinanti che travagliano l’intero corpo della creatura. Se lanciata contro il vampiro, invece, non appena la pozione entra a contatto con la sua pelle, questa genera una scarica di fuoco luminoso che ne avvolge il corpo bruciandolo più o meno lentamente, a seconda della resistenza dell’ avversario.

Stai bene?


Sbatté le palpebre velocemente, un paio di volte, non sapendo bene cosa rispondere ad una domanda simile, rivolta al suo stato d'animo.
Indicibili sofferenze, bruciature sul corpo, autocombustione interna... Lui cosa avrebbe percepito di tutto ciò?
Non era una domanda fattibile, in fondo chi mai aveva sentito parlare di un semi-vampiro in tutto il mondo? D'altronde loro mica avevano sperma.
Non erano in grado di riprodursi con una donna mortale e quindi creare degli ibridi viventi e non vivente allo stesso tempo.
Per un solo, breve, infinitesimo attimo, Zephyr Kenway provò il desiderio di alzarsi e dirigersi verso la cattedra dove la professoressa Bennet stava spiegando, afferrare la boccetta contenente la pozione e berne un sorso, rimanendo ad osservarne gli effetti sulla pelle e nel corpo.
Poco gli importava della vita e questo valeva da sempre, perché per lui quella non era vita ma una autentica condanna all'esilio eterno.
A differenza sua però, c'era una persona in quella sala alla quale importava eccome della sua vita e delle sue emozioni, la stessa che pochi secondi fa gli aveva chiesto come stava, come si stesse sentendo e alla quale ancora non aveva dato una doverosa risposta.
Ovvio che avesse sentito quel sottile sussurro amorevole, dolce, preoccupato, e tanto era bastato per fargli battere un poco di più quel cuore di pietra che risiedeva lento nel petto.
Non disse una parola, anche perché a differenza sua, lei non l'avrebbe potuto sentire ad una distanza simile e con la docente che ancora parlava e quindi disturbava l'intesa auditiva tra i due, ma sapeva che al termine del seminario le avrebbe fatto capire quanto stava apprezzando quell'attaccamento e quell'interessamento al suo dolore e ai suoi timori interiori.

La storiografia e anche autobiografia di Pointe du Lac racconta, infatti, nei minimi dettagli come Lestat sia riuscito a bere il sangue di tre Antichi, che si rivelarono essere anche i capostipiti della razza dei vampiri, acquisendone i poteri, la forza e la resistenza. Nessuno poteva eguagliarlo. Naturalmente, queste affermazioni non vanno date per certe, in quanto ad oggi nessuno sembra aver più visto o sentito parlare di Lestat de Lioncurt. Sembra infatti che questo vampiro sia scomparso intorno alla fine dell’Ottocento, data nel quale sono andate perdute le sue tracce, insieme a quelle di Louis de Pointe du Lac.


Bere il sangue degli altri vampiri per assorbirne il potere e le capacità, diventando una forza inarrestabile e incredibile.
Interessante, o forse era interessante solo il processo di rinforzo della creatura, non tanto il metodo o l'energia posseduta da quel Lestat.
Zephyr era ben poco interessato a quel tizio, alla sua vita, al suo mondo, alla sua bravura o al suo fascino, però certo, doveva ammettere che quattro chiacchiere con lui le avrebbe scambiate molto volentieri, e questo solo per chiedergli se poteva dire di aver conosciuto mai la felicità, e non al tempo come essere umano, ma come Vampiro, come figlio del buio e del sangue, come un Eterno.
Forse egli non avrebbe potuto comunque fornirgli le risposte che Kenway cercava, essendo loro di due specie differenti, uno Vampiro per parte, l'altro del tutto, ma Zephyr era anche convinto di essere più vicino lui ad un essere umano di un non morto al 100%.
Se fosse stato davvero così e Lestat avesse mai incontrato la vera felicità almeno una volta nella vita, c'era quindi possibilità che ci fosse uno sprazzo di vero brio, vera gioia anche per lui? Oppure la Setta dei 12 era riuscita nell'intento di reprimere ogni suo sentimento positivo che durasse più di 10 secondi?
Chiunque avrebbe potuto rispondere ad una domanda simile, dicendo che finché lui poteva respirare, parlare, vivere e sperare, allora c'era la ferma possibilità che un giorno arrivasse a sorridere davvero senza provare più l'istinto di spegnersi e non meritarsi quell'attimo di Paradiso.
Il vero problema era che Z non sapeva se fosse in grado di sperare, perché la speranza era un sentimento fatto per i privilegiati, coloro che sentivano dentro di se un'energia autentica, bellissima e spontanea, naturale, mentre lui, quella gelida che possedeva in se, non sapeva se averla ricevuta pochi mesi prima oppure si era semplicemente risvegliata dopo tanto tempo, logora, graffiata, insanguinata, ma reale e pura.

Bene. E’ arrivato il momento delle domande.
Se avete dei quesiti da pormi, vi prego di parlare uno alla volta, alzando la mano e attendendo che sia io a darvi il via. Non abbiate timore di esporre i vostri dubbi: cercherò di essere quanto più esaustiva possibile nel rispondervi.


Tra tutte le domande che vennero poste nei successivi dieci minuti, alle quali Martha Bennet rispose con autentica professionalità e classe, quelle di Melia Herbert furono quelle che, caso strano, lo colpirono di più, facendogli sentire ancora una volta la vicinanza del cuore della ragazza.
Sentiva in sé che almeno una delle due, la prima, probabilmente, era stata formulata in un tentativo sottile di difenderlo, di preservare la sua vita, come in un appello semplice a migliorare il rapporto con i vampiri, renderli ancora più parte del mondo e di conseguenza, rendere anche lui più parte di esso, accomunandolo a qualcosa, dandogli una famiglia, seppure ipotetica, seppure rarefatta, seppure strana e inumana.
Abbassò il capo, nel religioso silenzio dei suoi pensieri, dei suoi ringraziamenti segreti a quella meravigliosa creatura che tutti vedevano bella per il viso, gli occhi, il seno, la pelle, i capelli. Lui invece la vedeva bella per i sentimenti, i desideri, le premure e la gentilezza, per ciò che aveva dentro e che custodiva come un prezioso tesoro, dedicato quasi esclusivamente a lui, escludendo la presenza del docente di Alchimia.
Le ultime parole in ordine furono di Vergil Cartwright, che sembravano aver decretato il termine di quel seminario, già, sembravano, perché non fu così.

Professoressa Bennet.


Si alzò piano, non guardandosi intorno, non volendo incrociare gli occhi di Mel, sapendo che la domanda che stava per fare da una parte non le sarebbe piaciuta e dall'altra l'avrebbe anche potuta in qualche modo spaventare, ma Zephyr necessitava di sapere una cosa, sempre a causa di quell'istinto di repulsione verso sé stesso che non lo abbandonava mai, anche quando, vinto dalla verità dei fatti, si scopriva innamorato.

... Se le venisse chiesto di aggiungere un altro ingrediente alla pozione, un ingrediente che ha come scopo quello di rendere la morte del Vampiro indolore, come se si addormentasse, allo stesso modo della soppressione degli animali, lei... A cosa penserebbe?


Dopo di che, tornò seduto.
Alla fine della conferenza, si avvicinò un istante alla sua unica amica, prendendola per le mani, e senza pensare minimamente ai commenti altrui o alle dicerie per i corridoi, le posò un bacio leggerissimo sulle labbra, che in se non aveva passione o malizia, ma solo un piccolo ringraziamento e la solenne prova di quanto lui tenesse all'Aberrazione ipnotica, al pari dell'amore, intriso però di una consistenza differente.
Prima di allontanarsi, volendo nuovamente tornare alle proprie stanze per riflettere e isolarsi dal mondo, decise di lasciarle un'ultima richiesta, accompagnandola con una luce talmente triste negli occhi, da far somigliare quelle parole ad una preghiera disperata...

... Don't leave me alone...
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Messaggioda Martha » 01/09/2013, 12:56

Si dichiara DEFINITIVAMENTE concluso il Seminario sulla Vampire Slayer.
A breve scriverò il mio post di chiusura con tutte le risposte alle domande che mi avete rivolto e una zona OFF dove elencherò tutti i nomi dei partecipanti, i PX che hanno conseguito e i meritevoli del libro.

Grazie per la partecipazione.


Spoiler:
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Messaggioda Martha » 05/09/2013, 1:01

Avevo appena terminato di parlare e la mia gola era completamente secca. Mi versai un sorso d'acqua, in attesa che uno dei presenti in Sala alzasse la mano per porgermi le proprie domande. Sapevo che quella conferenza non era stata una passeggiata per molti: era un argomento che avevo cercato di sintetizzare quanto più possibile, ma mi ero rifiutata categoricamente di tralasciare la parte storica. Era importante conoscere non solo gli ingredienti di una pozione, ma anche comprendere come e perchè tali ingredienti venissero utilizzati e quali effetti avessero. Mi ero documentata in maniera eccellente sulla storia dei Vampiri per poter spiegare al meglio ai miei studenti che cosa avesse portato i maghi a diventare cacciatori di quelle creature notturne che ora venivano protette da uno statuto stipulato dal nostro Ministero. Le mie riflessioni si interruppero nel momento stesso in cui una mano scattò in aria, sorprendendomi perchè non appartenente alla persona che mi sarei aspettata di veder fare la prima mossa.
Arianna Ricciardi non si poteva certo definire una ragazza deliziosa ai tempi in cui frequentava Hogwarts, non almeno dal punto di vista caratteriale; da quando poi Sandyon Vastnor l'aveva presa come sua apprendista, dubitavo che i suoi modi di fare fossero cambiati. Tuttavia le rivolsi un lieve sorriso incoraggiante, bevendo un sorso d'acqua prima di darle la parola.

Prego, signorina Ricciardi.

Professoressa, mi chiedevo... come ha fatto Lestat a bere il sangue degli Antichi?
Insomma, dovrà pur aver fatto/detto qualcosa che li abbia convinti a donargli il loro sangue, no?


La fissai senza parlare: era proprio tipico di quella ragazza uscire fuori dagli schemi, incentrandosi più sulla storia dei Vampiri che sulla Vampire Slayer. Tuttavia non me la presi per quel suo azzardo, anzi fui ben lieta di vedere che almeno un argomento del mio seminario l'aveva interessata abbastanza da spingerla a espormi le sue domande. Con un lieve colpo di tosse per schiarirmi la voce, quindi, mi preparai a risponderle.

La musica.- risposi semplicemente, mentre un breve sorriso si apriva sul mio volto. Se mia sorella fosse stata lì avrebbe gioito di quella risposta, sostenendo che la musica riusciva a smuovere anche l'animo dei non-morti -Fin da quando rinacque come vampiro, Lestat dimostrò sempre il desiderio di conoscere l'origine della Stirpe delle Tenebre, così come essi amavano definirsi. La sua ricerca del sapere lo portò molto lontano, fino a sud del mar Mediterraneo e qui, in un'isoletta sconosciuta ai più, conobbe quello che sarebbe stato il suo mentore e colui che gli avrebbe svelato il mistero della loro origine. Sto parlando di Marius, un vampiro risalente addirittura all'epoca tardo-romana, di origini nordiche. Marius, all'epoca del suo incontro con Lestat, era il Custode di uno dei Tre Antichi, il più anziano e il più potente: Akasha, la Madre dei Vampiri- feci una breve pausa per riordinare le idee prima di riprendere a parlare -Lestat era un perfetto violinista. Amava suonare ore e ore nella sua torre, per strada, insieme ai gitani, ovunque...un giorno, mentre era intento a suonare una straziante melodia, le sue note giunsero nel sepolcro nel quale era tenuta al sicuro Akasha, che si risvegliò dal suo sonno immortale per donare a quel bel giovane il proprio sangue. Lestat non era soltano bravo a suonare: egli riusciva a trasmettere nella sua musica il suo animo e il suo essere. Akasha era una regina stanca, annoiata dalla sua immortalità e che aveva deciso di addormentarsi per l'eternità piuttosto che affrontare da sola tutte le ere a venire. Una scelta condivisa dalla maggior parte dei vampiri più vecchi. Quando Lestat suonò per lei, senza saperlo, riuscì a trasmetterle tutta la sua carica e la sua vitalità che nessuno in millenni era mai riuscito a darle, neanche il suo Custode. La musica la risvegliò per un attimo dal suo sonno ed ella ricompensò uno dei suoi figli, concedendogli l'onore di bere qualche sorso del suo sangue.- Il suo Custode, Marius, rimase scottato quando scoprì che un vampiro tanto giovane come Lestat era riuscito ad ottenere la "benedizione" di Akasha, mentre lui che vi si dedicava con adorazione da più di cinque secoli non aveva ricevuto da lei neanche un fremito del suo sospiro. Tuttavia preferii tenere quella precisazione per me, sicura che chiunque avesse voluto informarsi su questa storia non avrebbe dovuto fare altro che comprare il libro scritto da Louis de Pointe du Lac -Per Maharet e Mekare la storia è un po' diversa: Pointe du Lac nelle ultime pagine del suo libro parla di una sorta di guerra che si scatenò verso la metà dell'Ottocento fra due fazioni opposte di vampiri, nel quale vi presero parte le Tre Madri. Non è ben specificato il ruolo che ebbe Lestat in questa guerra, ma sembra che ad egli, favorito da Akasha, venne concessa la possibilità di bere il sangue anche delle due gemelle, così da poter combattere al fianco dei Tre Anziani e distruggere i ribelli che stavano rovinando la loro stirpe con quella sanguinosa faida. Ad oggi non si sa ancora cosa sia accaduto esattamente durante quel periodo, ma nessuno ha mai messo in dubbio le parole di Pointe du Lac.

Conclusi così quella spiegazione, tuttavia a quanto pare la sete di conoscenza della signorina Ricciardi non era finita lì. Tant'è che, non appena conclusi di parlare, l'ex-Dragargento mi rivolse un'altra domanda, sempre orientata sul personaggio di Lestat.

E c'è un'altra cosa... ammettiamo per un secondo che Lestat sia vivo, da qualche parte.
Che magari si sia addormentato per secoli, o qualcosa del genere: come sarebbe se si risvegliasse? Voglio dire, non nutrendosi per tutto quel tempo sarebbe debole, o riuscirebbe comunque a dimostrarsi più forte di un mago di buon livello o di un Vampiro Adulto, diciamo?


E' molto, molto raro che un vampiro, diciamo, andato in letargo riesca a risvegliarsi e ad uscire dalla tomba nel quale si è seppellito. A parte Akasha, che viene descritta come una statua immobile sul suo trono, tutti gli altri vampiri che scelgono di dormire, col passare del tempo si indeboliscono sempre di più a causa della mancanza di nutrimento. Una volta svegli, se si svegliano, non sono capaci neanche di spostare la lastra che tiene sigillata la loro tomba. Per questo, passa sempre un po' di tempo prima che riemergano del tutto nel mondo dei vivi. Solitamente, recuperano le forze nutrendosi dei ratti che passano attraverso il loro nascondiglio o di qualsiasi altro animale che giunge fino a loro. Tuttavia non è detto che ci riescano sempre, anche perchè gli animali possiedono un istinto molto sviluppato che li allontanerebbe da quella zona di pericolo. Per quanto riguarda Lestat de Lioncurt, le mie sono solo supposizioni signorina Ricciardi: di sicuro il fatto che nelle sue vene scorra lo stesso sangue dei Tre Antichi lo rende molto più potente del normale, ma ciò non gli garantisce la sopravvivenza. Credo che anche lui troverebbe difficoltoso svegliarsi dal suo sonno eterno e fronteggiare un mago esperto o un Vampiro Adulto.

Arianna ritornò al suo posto e io potei tornare scrutare le persone presenti nella Sala per decidere chi sarebbe stato il/la prossimo/a a prendere parola. Una mano si alzò nervosa in aria, annunciando il momento che sapevo sarebbe venuto presto: Jorge Alvares era uno studente che dimostrava un'interessante attitudine per la mia materia, sebbene non avesse ancora raggiunto il livello di perfezione che per me lo sanciva come un possibile futuro pozionista. Tuttavia, apprezzavo la sua forza di volontà nel portare avanti i suoi obiettivi, anche se spesso mi ritrovavo perplessa a pensare sui motivi che lo spingevano con tanta dedizione verso Pozioni: era veramente solo amore per la ricerca e per quel campo o sotto c'era molto altro? Quello era un pensiero nuovo per me, solitamente indifferente verso le reali motivazioni che spingevano una persona a comportarsi in una tal maniera. Era il risultato finale che contava, ma potevo veramente trovarmi d'accordo con quell'assioma ora? No, qualcosa dentro di me mi diceva che avrei dovuto cambiare linea di pensiero, anche se non riuscivo a comprendere quel desiderio di cambiamento in me.

A lei, signorino Alvares.

Professoressa avrei due domande se non le dispiace. E' possibile e, se si, con quali effetti, sostituire la cenere di una Fenice con quella di un Ashwinder? E cosa accadrebbe se invece dell'acqua del lago "benedetto dal sole" del Nord Carolina usassimo quella di una Pozza Lunare?

Dunque, le rispondo subito: no, non è possibile sostituire la cenere della Fenice con quella dell'Ashwinder, in quanto quest'ultimo manca di quella componente solare che è tipica delle fiamme di cui è composta la Fenice. Mi spiego meglio: il fuoco di cui brilla questo volatile non è un semplice fuoco, ma è dotato di un'energia uguale a quella del Sole. Non per niente, nei tempi antichi la Fenice veniva chiamata Avis Soleus, cioè Uccello del Sole. Questa sua componente la rende unica nel suo genere e, di conseguenza, la cenere che si raccoglie dalla sua morte non è riproducibile o sostituibile. Per quanto riguarda la sua seconda domanda, se si usasse l'acqua della Pozza lunare gli effetti sarebbero di sicuro minori rispetto a quella della Pozza solare. E' possibile riprodurre una Vampire Slayer con qualsiasi tipo di acqua, magica o non, ma naturalmente una Vampire Slayer con ingredienti di alta qualità otterrà effetti eccellenti, mentre un'altra con ingredienti di bassa qualità saranno molto più deboli.
Ci sono altre domande?


Inaspettatamente, fu la mano della docente di Divinazione ad alzarsi in mezzo a quella degli altri studenti. Tisifone aveva accettato il mio invito di presenziare a quel Seminario, cosa che mi fece molto piacere. Il rapporto instauratosi fra me e lei era inizialmente partito da una base di puro e semplice opportunismo: lei aveva bisogno di qualcosa da me e io avevo bisogno di qualcosa da lei. Avrei voluto dire che col passare del tempo avevo imparato a conoscerla, riuscendo ad entrare un po' nel suo mondo e lasciando che lei penetrasse nel mio. Tuttavia, anche a causa del mio carattere chiuso e diffidente, avevo lasciato poco spazio alla mia collega di farsi conoscere per quello che era e a me per dimostrarle che non ero solo una donna glaciale e senza cuore. Scossi la testa, non riuscendo a comprendere come tali pensieri potessero realmente giungere nella mia mente. Sapevo che dovevo imputare la colpa a quello strano sogno, ma in quel momento non potevo lasciarmi andare a inutili riflessioni interiori: avevo un seminario da portare a termine e non potevo far attendere oltre i partecipanti.

Professoressa Samyliak, prego mi dica pure...

Professoressa Bennet lei saprà di certo che recentemente un insediamento di Vampiri è stato sterminato nei pressi della città tunisina di Kebili e che sul luogo è stato ritrovato solo un cumulo di cenere.

Mhmh...si, vada avanti.

Secondo lei è possibile che questa strage, perché non la si può chiamare diversamente, possa essere stata causata dall’uso di quantità massicce della Vampire Slayer, eventualmente in una versione potenziata?

Se qualcuno - o più di uno- è riuscito a creare una versione massimizzata all'ennesima potenza della Vampire Slayer...be', temo per il futuro della comunità dei Vampiri e anche per noi...- risposi seria alla sua domanda, mentre rammentavo gli articoli scritti e riscritti su quella strage avvenuta poco tempo fa. Avevo cercato varie notizie al riguardo, ma l' ipotesi su una pozione tanto potente da radere al suolo gli stessi vampiri era talmente fuori dal mondo che nessuno voleva prenderla realmente in considerazione -Purtroppo non posso darle una risposta precisa e adeguata: posso solo ipotizzare che è quasi impossibile che quell'insediamento di Vampiri sia stato raso al suolo solo con l'ausilio della Vampire Slayer. In primo luogo perchè gli ingredienti sono talmente rari e difficili da trovare che non se ne possono ricavare che poche scorte, insufficienti a sterminare una comunità di 300 vampiri, fra cui una buona parte Adulti; e in secondo luogo perchè la sua potenza non è tale da distruggere anche i più anziani. Naturalmente non sono un maginvestigatore, quindi non si possono escludere ipotesi a priori, ma, ripeto, l'unica cosa che mi viene in mente è che ad oggi nessuno è riuscito a potenziare a livelli tanto eccessivi la Vampire Slayer, non degli studiosi conosciuti.- conclusi così il mio discorso, lasciando intendere alla mente attenta della divinante che qualunque cosa avesse determinato la strage, di certo il fautore aveva in mente le stesse malsane idee di chi aveva creato l'ibrido incrocio fra un umano e un drago -Ha altro da aggiungere?

Avrei un'altra domanda, se non le spiace
Secondo alcune leggende babbane di origine slave bere regolarmente un decotto di verbena e biancospino assicurerebbe una sorta di protezione nei confronti dei Vampiri in quanto queste piante “sacre”renderebbero il sangue velenoso per loro. E’ possibile ottenere lo stesso risultato di immunità, per così dire, assumendo regolarmente della Vampire Slayer o un qualche altro composto?


La Vampire Slayer non ha alcun effetto sull'essere umano, neanche quello di immunizzarlo dal desiderio di sangue del vampiro. E' una pozione che attiva i suoi effetti solo sui non-morti: a contatto con l'organismo umano, perde ogni sua capacità, diventando una semplice bevanda...molto calda. Che io sappia, non esistono altri composti in grado di immunizzarsi dagli attacchi dei vampiri. In passato molti ricercatori hanno sperimentato decotti e pozioni che riuscissero a tenerli lontani, ma ormai tali ricerhe sono state abbandonate sia per l'inconcludenza delle soluzioni, sia perchè dopo il Trattato di Pace e Reciproco Rispetto, i vampiri non uccidono più gli esseri umani bevendo il loro sangue, ma si limitano a nutrirsi di un composto che viene loro fornito in abbondanza, costituito dal sangue offerto da volontari e potenziato con particoli ingredienti per soddisfare il loro appetito. E questo è tutto.

Altre mani si sollevarono in aria, chiedendomi di poter prendere la parola. Vidi quella di una Grifondoro del secondo anno, Elbeth Queen, una ragazzina che si dimostrava abbastanza promettente ma con dei modi di fare molto impetuosi e diretti, tipici in fondo della sua Casata di appartenenza. Volsi quindi la mano verso di lei, invitandola ad alzarsi in piedi e a porgermi le sue domande.

Si, signorina Queen?

Da quello che ci ha spiegato mi è parso di capire che la pozione non è ancora perfezionata del tutto, nonostante le migliorie apportate da Moris, Norwell, Fernandez e Stokesey. Se non funziona contro i Vampiri con età superiore ai 400 anni e gli Antichi, vuol dire che può essere ancora migliorata! Mi chiedevo… se non potesse esistere un altro elemento per potenziare gli effetti della Vampire Slayer…

Ovvero?

L’aconito. Per i Babbani ha effetto anche contro i Vampiri, le leggende babbane spesso hanno un fondo di verità… ed anche se la struttura corporea di un vampiro è modificata, l’origine è pur sempre umana. Forse, per perfezionarla non bisognerebbe guardare solo all’effetto finale, il vampiro, ma anche alla sua origine, ovvero l’uomo.

Fissai quella giovane studentessa che ancora una volta aveva dimostrato di avere una mente ben aperta e attenta ai dettagli. Avevo incentrato parte di una mia lezione sull'Aconito, un ingrediente mortale per l'uomo e utilizzato spesso nei come base dei veleni più diffusi al mondo. Avvicinai quindi il magimicrofono alle labbra, preparandomi a parlare.

Teoria interessante, signorina Queen. In effetti, molti ricercatori si sono posti il suo stesso problema, ricercando nell'origine della specie -se così si può dire- il segreto per decretare la loro fine. Tuttavia le posso assicurare che l'Aconito non è un componente in grado di far del male ai vampiri. Bisogna sempre ricordare che un vampiro è una creatura nel quale la sua componente umana muore per rinascere completamente diversa. Un uomo affetto da Licantropia è un essere umano gravato da una malattia; un uomo trasformato in Vampiro è già morto come umano e tutte le malattie e i veleni che in precedenza avrebbero potuto ucciderlo, ora non lo sfiorano minimamente. Pertanto l'Aconito è inutilizzabile nella Vampire Slayer.

Avevo concluso anche questa risposta. Ero convinta che la signorina Queen non avesse altro da aggiungere e mi stavo preparando per dare la parola a Brianna Wollis, una Delfinazzurro. Tuttavia, le parole che vennero pronunciate subito dopo dalla Grifondoro riportarono nuovamente la mia attenzione su di lei.

Lei pensa che veramente Lestat di Lioncourt si sia …suicidato? Andiamo!
Un Vampiro come lui? Dopo tutto quello che aveva studiato, che era diventato? E’ illogico… Un essere di quel genere se vuole sparire e non farsi trovare, fosse anche per centinaia di anni, non penso avrebbe delle grosse difficoltà…Mi chiedo come mai si è pensato ad un suo suicidio e non piuttosto alla volontà di non farsi trovare. Peraltro, visti i recenti accadimenti che citava la professoressa Samyliak, anche ben giustificata!


Rimasi perplessa per un attimo, non per la domanda in sè ma per il tono utilizzato dalla dodicenne. Insegnavo infatti ai miei ragazzi il valore della moderazione e dell'educazione, valori che pretendevo ogni qual volta i ragazzi avessero dovuto rivolgersi a me. Lo spirito ardente e sarcastico con il quale Elbeth aveva esposto le sue riflessioni mi fecero storcere un po' il naso, ma in fondo ero lì per mitigare i dubbi dei mie studenti e così avrei fatto anche in quel momento.

In primo luogo, si calmi signorina Queen, nessuno la sta costringendo a credere all'ipotesi del suicidio- la ripresi non troppo bonariamente, mentre la mia voce assumeva una nota fredda e distaccata- Dovrebbe comprendere, appunto, che questa è solo un'ipotesi e come tale non va scartata a priori, esattamente come è possibile che Lestat de Lioncurt sia ancora vivo e vegeto, nascosto al sicuro da qualche parte- ammorbidii leggermente la mia voce, rendendomi conto che in fondo la Grifondoro non era altro che una dodicenne e probabilmente non riusciva ancora a comprendere bene quanto un'esistenza vissuta pienamente potesse risultare tediosa se eterna- Le chiedo di concentrarsi per un momento non sulle gesta mirabolanti compiute da Lestat, ma sulle implicazioni insite nel dover vivere una vita eterna: anche se il corpo di un vampiro non è più umano, la sua mente rimane ancorata invece alla sua precedente vita. Un vampiro è costretto a vedere la propria famiglia di origine morire di vecchiaia; vive e vede l'umanità cambiare, mentre lui rimane lo stesso di sempre, incapace di mutare la propria mentalità e di adattarla allo scorrere attuale del tempo; ha l'eternità di fronte a sè, ma non sempre questa viene condivisa: molti vampiri venivano lasciati soli a sè stessi e la solitudine non è mai una bella compagnia. Quello che intendo dire io è che Lestat, esattamente come i suoi fratelli vampiri, può aver vissuto ogni singola fase di questo processo e aver deciso di porre fine alla sua esistenza di vampiro. Oppure, semplicemente, ha scelto di addormentarsi per aspettare epoche migliori nel quale vivere la sua natura di vampiro. O ancora, non ha mai smesso di girovagare, osservando in silenzio e aspettando il momento migliore per palesare la sua persona. E' giusto che lei abbia la sua opinione, signorina Queen, ma la invito a non considerarla come assoluta verità: un giorno potrebbe ricredersi su quanto ha detto in questa sede.

Avevo cercato di spiegare quanto fosse difficile e delicata la condizione di un vampiro e speravo che la signorina Queen avesse compreso appieno il mio discorso. Tuttavia, non potevo soffermarmi solo su di lei, ma vi erano altri studenti che attendevano il mio consenso per poter parlare e fra questi la signorina Wollis era quella che aspettava da molto più tempo. Feci quindi un cenno d'assenso in sua direzione, dandole la possibilità di parlare.

Chiedo scusa professoressa Lei ha detto che per preparare la Vampire Slayer serve il sangue di un essere umano morto, e più l'uomo è morto di recente più il suo sangue avrà effetto; esiste anche un modo particolare per prelevare e successivamente conservare il sangue una volta prelevato prima di poterlo usare? Oppure si deve usare immediatamente, appena prelevato?
Inoltre, mi piacerebbe sapere, lei ha detto che esistono dei Centri di Aiuto Integrazione Vampiri... da chi sono gestiti? Cioè...sono altri vampiri che aiutano quelli che non riescono ad adattarsi ai mutamenti nel corso dei secoli, giusto? Quindi noi, come facciamo a sapere che esistono? Ci sono dei vampiri che tutt'ora interagiscono con noi, senza pensare di... mangiare?


Bene, signorina Wollis, le rispondo subito: si, esiste un particolare incantesimo che preleva il sangue del morto permettendo di conservarlo in una boccetta per lungo tempo, mantenendo le sue qualità immutate. Solitamente è un incantesimo complesso dal punto di vista tecnico, in quanto richiede una grande abilità di polso per eseguire bene tutti i movimenti e ottenere il massimo del risultato.- evitai di specificare il nome dell'incantesimo, non considerando opportuno che degli studenti di 12-14 anni ne venissero a conoscenza. Presi un altro sorso d'acqua per schiarirmi la gola e passare poi a rispondere alla domanda successiva- I Centri di Aiuto Integrazione Vampiri sono gestiti sia dai vampiri stessi che da maghi e streghe. E' il Ministero che si occupa, anzi, di creare delle riserve adatte alle loro necessità, per permettere loro una vita più tranquilla e serena. Solitamente queste comunità raccolgono dai 300 ai 500 vampiri, almeno questo è il picco massimo, mentre le più piccole ne contano poco più di 50. I vampiri vengono nutriti, come ho detto prima, da un composto inventato nel secolo scorso, che ha come ingrediente base il sangue umano. I vampiri più giovani, qual'ora ce ne fossero, sono i più difficili da tenere sotto controllo, è vero, ma raramente al giorno d'oggi le persone muoiono a causa dell'attacco un vampiro, stia tranquilla- mi permisi di rassicurarla, concludendo così la mia risposta.

Ci sono altre domande?

Typhon Seal decise che era giunto il momento di prendere parola. Non avevo mai apprezzato quel suo look da cattivo ragazzo, con i capelli biondo ossigenati e i completi total balck. In un certo senso, l'ex-Dragargenteo incarnava un po' l'immaginario collettivo che i Babbani avevano sui vampiri. Tuttavia, se quel ragazzo era riuscito a diventare assistente della Vilvarin, possedeva sicuramente qualche qualità nascosta no? Gli diedi il permesso di parlare, ascoltando attentamente la sua domanda.

In molti racconti babbani sui vampiri, si dice che il sangue animale li renda meno potenti e minacciosi rispetto a quello umano.
Questa teoria è vera o è solamente una invenzione?
La grandezza dell'animale e la sua forza effettiva poi, è influente?


Quei racconti babbani hanno ragione: diciamo che il sangue animale non fornisce lo stesso apporto energetico di quello umano. I vampiri sono soliti dire che nutrirsi solo di animali non è vivere, ma sopravvivere. Solo il sangue umano riesce a placare la loro fame. La taglia influisce veramente poco, ovvero più l'animale è grande, più ci sarà sangue da bere e più quindi il vampiro potrà sfamarsi, per quanto quel sangue glielo conceda. La forza dell'animale invece non ha alcun effetto sulla forza del vampiro. Altre domande?

Gli alberi Ceiba fanno parte della Mitologia delle Civiltà precolombiane, in particolare dei Maya che dipingevano i loro alberi sacri come delle grandi Ceiba che con le loro radici e la loro chioma collegavano il cielo, la terra e lo "Xibalba", l'oltretomba.
Secondo lo studio erbologico effettuato su queste piante, i fiori che producono sono in grado, seguendo un procedimento molto complesso e lungo, di curare molte malattie interne ed esterne del corpo; tali fiori, stranamente, non hanno effetto se presi nella parte centrale o bassa dell'albero, ma solo ed esclusivamente in quella alta, che dovrebbe rispecchiare il lato sacro della pianta e quello baciato dai raggi del sole, analogia interessante con il giglio solare e di seguito, l'Elysium.
E' possibile che la Ceiba ed i petali dei suoi fiori possano fornire come una valida sostituzione della pianta nata dall'unicorno, oppure che possa essere aggiunto come ulteriore ingrediente nella realizzazione del Necrovelenus al fine di renderlo più letale e pericoloso?
Grazie dell'attenzione.


Ecco le sue qualità nascoste: il ragazzo doveva amare molto le piante, se era riuscito a pormi una domanda tanto complessa quanto completa. Rimasi piacevolmente colpita, annuendo ad ogni sua parola, prima di pensare alla risposta.

Tutto è possibile, signorino Seal. E' sufficiente armarsi di pazienza, concentrazione e amore per la ricerca. Non credo che nessun ricercatore si sia mai interessato a questa teoria, almeno ai giorni nostri, ma sono convinta che non vedrebbero l'ora di verificarne la veridicità, qualora qualcuno si dimostrasse tanto brillante e sfrontato da inviare loro una tesi al riguardo.- dissi, cercando di far comprendere all'ex-Dragargenteo le potenzialità racchiuse all'interno della sua domanda- In ogni caso, bisognerebbe analizzare questa tipologia di fiori per poter capire esattamente il loro utilizzo all'interno della Vampire Slayer. La ringrazio per il suo contributo a questa causa.

Al fianco di Typhon Seal, una ragazza attirò la mia attenzione alzando la mano, un gesto che non vedevo più da molto, molto tempo. Alexis Parker era diventata una splendida donna, ma sopratutto stava portando avanti un percorso arduo e difficile, che non tutti sarebbero riusciti a seguire. Per questo motivo, quando entrò in ritardo all'interno della Sala, feci verso di lei solo un semplice cenno, lasciando che si sedesse al fianco del suo attuale ragazzo senza rimproverarla. Probabilmente, solo qualche mese prima le avrei precluso la possibilità di seguire il Seminario a causa del suo ritardo, ma in quel momento sentivo che la Parker doveva aver avuto le sue buone ragioni per non essere riuscita ad arrivare in orario.

Signorina Parker...

Professoressa Bennet, mi stavo chiedendo... un Vampiro che riesce ad integrarsi nella società odierna grazie ai Centri dei quali ha parlato, che prospettiva di esistenza lavorativa ha di fronte a sé?
Ci sono carriere specifiche per i Vampiri, o possono tranquillamente accedere a tutte quelle a disposizione degli esseri umani?
Inoltre mi chiedevo se e quanto fosse comune trovare Vampiri che si dedicano alla ricerca in campo medico e sperimentale, viste le loro conoscenze e il fatto che, beh, sono immortali... grazie.


A quanto pare i miei studenti e non avevano particolarmente apprezzato la storia e la vita dei vampiri, piuttosto che la pozione sul quale era incentrato il Seminario. Tutto quell'interesse, però, non mi dispiaceva, anzi apprezzavo la vivacità con la quale quelle giovani menti chiedevano di saperne di più.

Non credo che sia possibile per loro ricoprire qualsiasi incarico pubblico, visto che sono impossibilitati a stare sotto la luce del sole. Tuttavia, molti vampiri sono abbastanza integrati nella società da avere delle loro attività: ci sono negozi, bar, pub, discoteche...tutti lavori insomma legati alla vita notturna o quasi. E' difficile che qualcuno lavori al Ministero o che ricopra incarichi pubblici, ma si possono ancora trovare. E naturalmente, un'altra carriera a loro preclusa è quella dell'insegnamento, sia a causa di problemi fisiologici già accennati prima, sia perchè molti genitori ritirerebbero i loro figli dalla scuola se sapessero che vi è un Vampiro a farvi da insegnante- risposi con tono un po' amaro, ricordando il caso di Remus Lupin, un uomo affetto da Licantropia che venne cacciato da Hogwarts quando fu scoperto il suo segreto. La discriminazione è una malattia dura da estirpare era solito dire Heathcliff quando era ancora vivo e io non potevo non trovarmi d'accordo con le sue parole, allora come adesso -In ogni caso, sembra che i vampiri al giorno d'oggi riescano a vivere una vita abbastanza serena. Per quanto riguarda la sua seconda domanda, si, ci sono stati alcuni casi di vampiri che hanno dedicato la loro eternità in campo medico e sperimentale. Fra i nomi più importanti, abbiamo Maksim Smirnov, Theodosia Lefteris e Azur Kaymakam, che hanno contribuito a creare quel composto di sangue sintetico per permettere alla loro razza di vivere senza essere costretti ad uccidere.

Erano rimaste ormai poche persone in Sala che non avevano ancora chiesto nulla e fra queste spiccava la piccola Miyabi Stevens. Non mi sorpresi che la piccola Grifondoro stesse seguendo poco la conferenza, anzi era già tanto che avesse deciso di prendervi parte. Il mio sguardo saettò per un'istante sulla sua figura, prima di passare a quella ben più decisa e affascinante di Melia Herbert, una Serpeverde che, almeno a mio avviso, aveva molto da dimostrare, tanto in campo pozionistico quanto in quello alchemico.

Professoressa Bennet, la mia curiosità non riguarda tanto la Pozione in sé, ma la necessità che si è sentita di crearla... perché secondo lei non si è semplicemente lasciato che i Vampiri vivessero la loro vita senza immischiarsi?
Da quel poco che ne so, e mi corregga se sbaglio, essi si nutrono del sangue umano, ma non devono uccidere per forza... perché invece di ucciderli e sterminare un'intera razza, non si è provato ad educarla fin da subito così da potervi coesistere?


Lei mi sta ponendo un quesito difficile, signorina Herbert- risposi sincera, fissandola con un sorriso amaro sulle labbra -Purtroppo non è realmente così. Il vampiro non ha bisogno di uccidere la sua vittima, è vero, ma questo avviene solo in tarda età, quando ormai bastano pochi sorsi per soddisfare la propria sete. Da giovani, i vampiri sono molto simili ad animali: quando sentono l'odore della loro preda vano in visibilio ed è difficile per loro riuscire a trattenersi abbastanza da staccarsi prima di uccidere la loro diciamo vittima. In passato i vampiri non si riunivano in gruppi organizzati, non trasmettevano sempre il loro sapere agli altri e non si aiutavano per forza l'un l'altro. C'e da dire inoltre che la maggior parte dei vampiri sono nati dai Babbani, in quanto maghi e streghe sapevano bene come difendersi da essi. Per cui, la naturale superstizione e la mentalità chiusa derivata dal mondo babbano, ha contribuito a crare quella sfera di omertà, che ha spinto i vampiri a dare la caccia alle loro prede e ai maghi a dare la caccia ai loro aguzzini. La nostra storia è piena di episodi simili a questa, nel quale altre razze vengono sottovalutate, disprezzate, ignorate, perseguitate in nome della superiorità di noi maghi. Non è stato giusto nei loro confronti, signorina Herbert, ma dai propri errori si impara. E le assicuro che la pozione qui presente non viene più utilizzata indiscriminatamente contro di essi, se è questo che le sta a cuore: solo quando un vampiro si dimostra essere un pericolo per la sua comunità e per quella umana, allora viene concesso agli Auror di trovarlo e rimetterlo al suo posto. Naturalmente, si spera sempre che il vampiro in questione non sia mai uno dei più anziani.
Altre domande?


La seconda domanda che vorrei rivolgerle potrà sembrarle assurda, ma... come possiamo avere la certezza che questa pozione, la Vampire Slayer, sia efficace ancora oggi?
I Vampiri stessi potrebbero aver creato un antidoto efficace contro di essa, non crede?


Se l'hanno fatto, di sicuro non vorranno spiattellarlo ai quattro venti, no? Sono convinta che possa esistere una simile possibilità, ma non le posso dare la certezza assoluta. Ad oggi nessuno ha mai sentito parlare di una pozione Anti-Vampire Slayer- ma nessuno aveva mai sentito parlare neanche di Mezzodraghi, eppure erano apparsi veramente- Ma se la cosa la interessa, la invito a tenersi costantemente aggiornata sulle ultime scoperte pubblicate sulla rivista Pozionisti Oggi: solitamente c'è sempre qualcosa di nuovo da scoprire.

Gli ultimi rimasti alzarono le mani, segno di voler porre anche loro delle domande. Il primo a cui diedi la parola era stato per anni uno degli studenti più impossibili da gestire: Vergil Cartwright. Forse lo sguardo che gli lanciai, serio e conciso, sembrò metterlo in agitazione, visto che l'ex-Tassorosso iniziò a balbettare prima di riuscire a formulare la sua domanda.

Signorino Cartwright?

Eh... Beh... Ecco io volevo chiedere se... Se...

Se?

... Allora... Ehm...

Mh?

... In caso fossi a corto di Galeoni e non fossi nemmeno un abile scienziato in grado di ricreare la Vampire Slayer, l'acqua intrisa di raggi solari che ha descritto prima, se lanciata addosso ad un vampiro può comunque infastidirlo in qualche modo e permettermi così di scappare o pensare ad una strategia efficace in combattimento per neutralizzarlo?

Abbandoni questa strategia, signorino Cartwright: è del tutto inefficace. L'acqua intrisa di energia solare attiva i suoi effetti solo in reazione agli ingredienti della Vampire Slayer. Se lanciata contro un vampiro, otterrà solo di bagnarlo.- risposi tranquillamente, sorridendo un po' ironica- Le suggerisco di esercitarsi molto negli incantesimi di fuoco invece, sono particolarmente dannosi e offensivi contro i vampiri.

Il secondo e ultimo a cui diedi la parola, fu Zephyr Kenway, prefetto di Corvonero. Zephyr si alzò in piedi, guardandosi un po' intorno prima di rivolgermi quella che sarebbe stata una delle domande più strane alle quali avessi risposto quella sera.

Professoressa Bennet.
... Se le venisse chiesto di aggiungere un altro ingrediente alla pozione, un ingrediente che ha come scopo quello di rendere la morte del Vampiro indolore, come se si addormentasse, allo stesso modo della soppressione degli animali, lei... A cosa penserebbe?


Rimani un attimo ferma, pensando ai possibili ingredienti che si susseguivano nella mia mente e cercando di individuare quello giusto. Non era semplice, dal momento che molti anestetici utilizzati in campo magico e non non avevano effetto sui vampiri. Tuttavia, forse, era possibile ovviare a quel problema.

Il laudano- risposi dopo un po', fissandolo in volto seria e riprendendo a parlare- Il laudano non può uccidere un vampiro, ma credo che qualche goccia mescolata a sangue umano e inserita nella Vampire Slayer possa ottenebrargli abbastanza i sensi da non fargli sentire il dolore che lo attanaglia. Non sono in grado di dirle se questo possa anche farlo addormentare durante la sua dipartita, ma ipotizzo che ameno gli risparmierebbe sofferenze indicibili.

Era così strano preoccuparsi di non far soffrire una creatura durante la sua morte? No, quello dimostrato da Zephyr era un sentimento di pietà che in pochi quel giorno avevano palesato in quella Sala. Sentivo la gola secca, ma non a causa del troppo parlare: era come se quell'ultima domanda mi avesse lasciato l'amaro in bocca, forse perchè la morte l'avevo vissuta da vicino e all'epoca avevo cercato in tutti i modi di rendergliela più dolce possibile. Ma la morte era un veleno che colpiva sopratutto i vivi: gli uomini come Heathcliff, gli uomini pronti al loro inevitabile destino, la vedevano come un'amica e non si preoccupavano di ciò che avrebbero lasciato indietro. Neanche se si fosse trattato di un cuore spezzato. Avevo fantasticato per qualche secondo, ma mi ripresi subito dopo, riprendendo in mano il filo del discorso e volgendomi agli studenti e alle persone lì presenti per decretare finalmente conclusa quella conferenza.

Bene, se non ci sono altre domande dichiaro ufficialmente chiuso il Seminario sulla Pozione Vampire Slayer. Mi auguro che questo argomento vi abbia appassionato tanto quanto ha appassionato me parlarvene. Potete andare. Grazie di tutto.

Spensi il magi-microfono con la bacchetta e iniziai a mettere a posto le diapositive e gli appunti che avevo trascritto per l'occasione. Osservai i ragazzi uscire fuori dalla Sala, diretti probabilmente a cena, parlando fra loro della conferenza alla quale avevano assistito o, più probabilmente, di che cosa avrebbero mangiato una volta seduti a tavola. Aspettai quindi che fossero usciti tutti, prima di rimettere tutto quanto in ordine, per non incappare nelle ire del bisbetico signor Gummle. Una volta concluso il mio lavoro, quindi, mi diressi anch'io verso la Sala Grande, dove mi aspettava un buon pasto caldo e, probabilmente, una piacevole conversazione con Tisifone Samyliak.

-FINE-


//Note Off//


•In ordine di partecipazione:
Arianna => 13 PX
Jorge => 12 PX
Tisifone => 15 PX
Elbeth => 12 PX
Brianna => 12 PX
Typhon => 15 PX
Alexis => 10 PX
Melia => 13 PX
Vergil => 10 PX
Zephyr => 11 PX

•Adulti che hanno preso il Master:
Tisifone
Arianna
Typhon
Alexis
Vergil


•Tutti i partecipanti hanno preso il premio aggiuntivo, Le Cronache del Vampiro di Louis de Pointe du Lac, che verrà a breve caricato nelle loro schede.

•I PX assegnati sono già stati accreditati.

•Ringrazio tutti quanti per la partecipazione!
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