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Parigi

Messaggioda Danielle » 31/10/2014, 21:39

§ Lunedì 29 Febbraio 2109 . Ufficio Giuridico Montesquieu/Remingford . ore 13.57 §


Uhm, sì, capisco.
È sicuro che qui ci sia tutta la documentazione che le ho chiesto? È importante non dimenticarsi nulla, nemmeno il più piccolo dettaglio.


Seria, competente, professionale, così appariva sul lavoro Danielle Montesquieu: d'altronde, lì a Parigi, era una dei MagiAvvocati più quotati - se non la più quotata in assoluto - quindi doveva dimostrarsi impeccabile fin dalla prima impressione; non a caso aveva scelto i mobili più costosi, pregiati e di antiquariato per arredare il suo studio, non a caso non si faceva mai mancare fiori freschi nella stanza ed una selezione sempre aggiornata di strumenti d'ultima generazione magi-tecnologica, e non a caso non si presentava mai a lavoro con un capello fuori posto. Anche in quella tarda mattina, ad esempio, la donna si era presentata con uno stile impeccabile: capelli ordinatamente sciolti e mossi, una gonna a tubino nera e al ginocchio, una camicetta semi trasparente nera con sotto un body dello stesso colore e delle scarpe décolletées nere col tacco, un look sobrio, elegante ma con quel tocco di delicata sensualità che faceva parte di lei.
Sapeva bene che quella era una sorta di maschera esteriore, poiché chi la conosceva bene era consapevole di quanto fosse diversa dalla persona formale, educata e per certi versi fredda che mostrava all'esterno... ma la Contessa di Andorra era consapevole di non poter fare diversamente sul posto di lavoro, un po' perché quello era un ambiente competitivo e che richiedeva uno strato spesso di peli sullo stomaco, ed un po' perché, vista la nomea che si era fatta, doveva assolutamente cercare di tener fede al soprannome che le era stato dato.
Mentre Danielle riguardava per l'ennesima volta i documenti che Mister Cutter le aveva portato, la mente vagò per un secondo sulla lunga settimana che l'attendeva, e sul weekend che finalmente le avrebbe permesso di rilassarsi un po' in compagnia di Cole: frequentare l'uomo e stare con lui le aveva permesso, nel tempo, di comprendere le sfumature delicate di un rapporto serio e monogamo; lei, ad esempio, ad un certo punto aveva dato per scontato che la loro fosse una relazione vera e propria, che stessero insieme... mentre per Darksteel non era stato affatto ovvio visto che non ne avevano mai parlato apertamente, dimostrandole così che a volte le cose implicite per lei non lo erano per il resto del mondo.

Sì, dunque, mi pare ci sia davvero tutto.
Esaminerò la documentazione il prima possibile, e per la fine della settimana dovrei riuscire a--


La porta del suo ufficio venne spalancata - sfondata - con un calcio, facendo balzare in piedi Danielle che lanciò anche un urlo a metà tra lo spaventato ed il sorpreso.

Azzardati a muovere un muscolo e sei un uomo morto!

Era una persona solitamente composta, la Montesquieu, ma l'entrata del Capitano dei Sicari la sconvolse al punto da ritrovarsi pietrificata sul posto, con gli occhi spalancati ed il colorito pallido.

Ti dichiaro in arresto per attentato alla pubblica legge magica!
Mani in alto dannato bastardo.


Attentato... ?
Quell'uomo voleva... ucciderla?
Il cuore le batteva all'impazzata nel petto, il respiro era corto ed irregolare, per lo spavento, la sorpresa e l'inquietudine: sapeva bene di essere considerata una minaccia da molti, ma non avrebbe mai pensato che ci sarebbe andata così vicina... così vicina all'essere uccisa.

... Stai bene?
Ho ricevuto la confessione di un complice dieci minuti fa.
Non so ancora chi, ma la tua adesione alla causa contro la "United Magic Resource" non è ben voluta.


... ho bisogno d'aria.

Rispose di rimando Danielle, appena tremante, chiedendo silenziosamente all'uomo se, dopo aver consegnato il suo quasi-assassino al Ministero, sarebbe potuto tornare subito da lei: voleva che portasse via la persona che stava per porre fine alla sua vita, non voleva vederla lì un secondo di più... ma voleva altresì che Cole tornasse immediatamente da lei, dopo.
E se l'uomo l'avesse fatto, l'avrebbe trovata sul balcone del proprio ufficio - con la vista che dava su Parigi - le braccia incrociate sulla fronte e l'espressione ancora incredula e spaesata che subito si fermò su di lui.

Immagine


Se tu non fossi arrivato... sarei morta, di sicuro. - mormorò, passandosi lentamente una mano tra i capelli prima di avvicinarsi al corpo dell'uomo ed abbracciarlo, in silenzio.

Forse al momento era la cosa di cui aveva più bisogno in assoluto.
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Messaggioda Cole » 02/11/2014, 21:49

... ho bisogno d'aria.

Fatti dare qualcosa di forte da bere, io porto questo figlio di puttana al Ministero e torno.
Ci metto pochi minuti, mezz'ora e sono di nuovo qui, te lo assicuro.


Non c'era tempo per baci, carezze o abbracci, non mentre quel tizio stava ancora sdraiato a terra, colui che aveva attentato alla vita della Contessa di Andorra non in quanto nobile ma in quanto MagiAvvocato. Cole lo prese, mettendoselo sulla schiena a sacco di patate, uscendo dall'ufficio della donna e dirigendosi verso all'esterno dove avrebbe potuto attuare la smaterializzazione di fronte alle porte del Ministero della Magia inglese. Una volta apparso lì davanti, entrò camminando con aria seria e preoccupata allo stesso tempo. Molte delle persone lì intorno lo fissarono abbastanza perplesse, scostandosi e facendogli spazio, ma lui non pronunciava una singola parola, troppo impegnato ad arrivare fino al quartier generale ed assicurarsi che la sua preda fosse messa per bene sotto chiave. Arrivato al piano designato, con un calcio aprì la porta cancellata dell'ascensore, facendo saltare dalla sedia qualche Profiler dentro ad alcuni degli ufficio lì vicino. Stessa fine fece la porta della sala adibita a luogo di lavoro per Douglas e Fernandez, i quali si alzarono subito dalle proprie scrivanie quando Cole buttò a peso morto il prigioniero per terra, senza il minimo segno di sforzo e neanche una goccia di sudore sulla fronte. Era una roccia e quello non era niente per lui.

SIGNORE!

CAPITANO!

Occupatevene voi.
Procedura venti tre.
Per l'interrogatorio lasciate che se ne occupi il Caporale Herbert.
Lo affiancherai tu, Maggiore Fernandez.


Sì signore, signor Capitano!

Douglas, informa il Profiler Remingford che è richiesto il suo lavoro
Accompagnalo nella cella del prigioniero precedentemente interrogato dal Caporale Herbert e dal Tenente Laghoon.
Procedura trentotto.


Signor sì Capitano!

Devo tornare in Francia.
Starò via almeno un paio d'ore.
Ve la sapete cavare da soli per 120 minuti oppure avete bisogno del pannolino e del ciuccio?


No signore!
No signore!

Bene.
A più tardi.


Mezz'ora dopo, proprio come promesso alla fidanzata Danielle, il Sicario si trovava nuovamente a Parigi, più precisamente sul balcone dell'ufficio della Contessa, la quale stava osservando con aria spenta e indecifrabile il paesaggio davanti a lei.
Non riusciva a comprendere pienamente come lei si potesse sentire, questo perché comunque lui era abituato fin da piccolo ad avere a che fare con il rischio di morte, mentre per lei forse quello era un episodio sporadico, se non addirittura il primo vero della sua esistenza.
Sul tavolino accanto alla scrivania, l'uomo notò subito un bicchiere con all'interno del liquore quasi finito, forse rum o magari della tequila, non gli interessava sapere di cosa si trattasse. Quando ella percepì la sua presenza, si volse, osservandolo intensamente. Era come se non stesse aspettando altro che lui fosse tornato lì, era come se ne sentisse l'estremo bisogno. Non l'aveva mai vista così tanto scossa e allo stesso tempo fragile, lei sempre così sicura, sempre così forte, sempre così... Montesquieu. Eppure, le parole che gli disse poco dopo confermarono ulteriormente quanto adesso il Sicario si trovasse di fronte ad una donna spaventata ed umana e non una Contessa costretta ad una maschera h24.

Se tu non fossi arrivato... sarei morta, di sicuro.

Ma sono arrivato... è questo che conta.

Non appena Danielle si appoggiò a lui in cerca di conforto, protezione e affetto, Cole sentì come il cuore sciogliersi. La accolse tra le proprie braccia stringendola e coprendola con il corpo solido, avvolgente e temprato. Le diede un bacio fra i capelli profumati, inspirando tutto il suo odore. Con dolcezza, si abbassò allungando il braccio sinistro verso le gambe di lei per prenderla di peso, come si faceva con le novelle sposine prima di entrare in casa, e si diresse fino al divano comodo dell'ufficio dove si sedette facendola rimanere con il sedere sulle proprie cosce.
Lasciò che si appoggiasse con la testa fra la spalla e il collo, rimanendo in silenzio e cullandola per diversi minuti, aspettando che il battito del suo cuore si fosse placato abbastanza da far capire che si fosse un poco calmata. A quel punto, tornò a guardarla negli occhi, serio.

Sarebbe meglio se per oggi ti prendessi un giorno di riposo.
Non sei nelle condizioni psicologiche ed emotive per lavorare.


Le posò una mano sulla guancia, carezzandola, per poi spingerla verso di sé e baciarla con trasporto e sentimento assoluto.

... Ho dovuto lasciare ai miei sottoposti l'attentatore.
Se me ne fossi occupato io, avrei potuto commettere qualche sciocchezza che mi sarebbe costata il posto.
Farei soffrire chiunque tentasse anche solo di torcerti un capello, figuriamoci chi ha cercato di privarti della vita.
L'avrei ucciso, probabilmente.


Era sicuro, comunque, che qualsiasi cosa gli avesse fatto passare Nylea, di sicuro avrebbe fatto preferire a quell'uomo la morte.

Come ti senti?
Cosa provi?
Butta fuori, credimi, è meglio.
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Messaggioda Danielle » 02/11/2014, 22:56

Fatti dare qualcosa di forte da bere, io porto questo figlio di puttana al Ministero e torno.
Ci metto pochi minuti, mezz'ora e sono di nuovo qui, te lo assicuro.


Annuì, lasciando che Cole portasse via il corpo esanime del suo attentatore, prima di chiamare Nightmare - il suo apprendista/schiavo - e farsi portare un bicchiere colmo di tequila liscia, che bevve quasi per intero, approfittando del fatto di possedere una ben più che moderata resistenza all'alcol: e poi, in un momento come quello, era esattamente ciò che ci voleva.
Fu sul balconcino del suo ufficio che il Capitano Darksteel la trovò, più che sconvolta da quanto accaduto.

Ma sono arrivato... è questo che conta.

Lo abbracciò, cercando rifugio ed appoggio tra quelle braccia forti e possenti che tante volte l'avevano posseduta, ma da cui forse non si era mai fatta cullare e proteggere a quel modo; si strinse forte al suo corpo, in silenzio e con gli occhi chiusi, e quando l'uomo la prese in braccio, Danielle non fece una piega, permettendoglielo senza batter ciglio e facendosi piccola piccola sopra di lui, con la testa nascosta nell'incavo della sua spalla e il cuore che, complice la sua razionalità ed il freddo auto-controllo, calmava lentamente i propri battiti.

Sarebbe meglio se per oggi ti prendessi un giorno di riposo.
Non sei nelle condizioni psicologiche ed emotive per lavorare.


Credo... che Edward saprà cavarsela per una mezza giornata, dopotutto. - mormorò Danielle dopo qualche secondo di silenzio.

E se una come Danielle Montesquieu accettava senza far storie di abbandonare il lavoro, fosse stata anche per mezza giornata... allora sconvolta doveva esserlo per davvero.
Sospirò leggermente, alzando gli occhi su Cole e chiudendoli subito dopo quando sentì la sua bocca sulla propria, cercando di trarre conforto e sicurezza da quel contatto di cui necessitava, forse, come mai prima.

... Ho dovuto lasciare ai miei sottoposti l'attentatore.
Se me ne fossi occupato io, avrei potuto commettere qualche sciocchezza che mi sarebbe costata il posto.
Farei soffrire chiunque tentasse anche solo di torcerti un capello, figuriamoci chi ha cercato di privarti della vita.
L'avrei ucciso, probabilmente.


E io te l'avrei lasciato fare, probabilmente.
Tanto, se qualcuno avesse provato ad accusarti di qualcosa, con me come avvocato ne saresti uscito pulito.


Commentò la donna, riuscendo a fare quel poco d'ironia che serviva per far comprendere all'altro di essere sulla lenta, ma giusta, strada della ripresa.

Come ti senti?
Cosa provi?
Butta fuori, credimi, è meglio.


Mi sento... non lo so. - rispose lei, passandosi le mani tra i capelli con aria leggermente spaesata - Non è la prima volta che rischio la vita, non con le persone che ho difeso ed accusato nel corso degli anni... ma è la prima volta che mi succede senza che io ne sia consapevole.
Non pensavo che quell'uomo potesse... non lo immaginavo nemmeno, capisci?
E dire che di solito il mio istinto di sopravvivenza ed il mio intuito mi fanno captare quando qualcosa non va. Stavolta, invece...


Scosse il capo, mordendosi il labbro inferiore e facendogli cenno di allungare il braccio e passarle il bicchiere, così da potersi finire la tequila: fosse stato per lei, se ne sarebbe scolata una bottiglia intera.

Cole...
Tu mi hai salvata, io... non so davvero che dire, a parte... grazie.


Odiava sentirsi fragile, la Contessa di Andorra, ma per la prima volta con qualcuno che non fosse il fratello, sentiva che non era poi così male lasciarsi andare e mostrarsi umana... almeno più del solito.

Ti prego... per favore, parlami di qualcosa, aiutami a non pensare.
Ora più che mai ho bisogno di distrarmi, per favore.
- anche del gran sesso sarebbe andato bene, ma per la prima volta forse non era in vena di lasciarsi andare all'attività fisica sessuale.

Quella, a quanto sembrava, era la giornata delle prime volte.
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Messaggioda Cole » 03/11/2014, 23:23

Credo... che Edward saprà cavarsela per una mezza giornata, dopotutto.

Se la caverà egregiamente.
Anche perché tu, in questo stato, non saresti di grande aiuto, anzi, solo di intralcio.
Una persona che non è focalizzata completamente sul lavoro è solo di peso.
Domani o anche dopodomani sarai di nuovo reattiva.
Sono certo che capirà.


La strinse di nuovo a sé, con un fare protettivo assoluto, nonché affettuoso.
Cole era un uomo grande e grosso, capace di incutere timore grazie alla sua stazza a chiunque, ma verso la Contessa di Andorra si trasformava in una persona differente, dolce e calorosa, pronta a prendersi cura di lei e non lasciarla da sola nei momenti più difficili.
Affrontare il trauma di un attentato non era impresa facile, ma Danielle non era nemmeno l'ultima delle sprovvedute, anzi, se era soprannominata "Il Mastino" era anche per il suo modo di affrontare le cose e mordere la vita con la volontà di non cedere mai.
Per quello, successivamente, cercò di buttare un po' la conversazione sulla battuta, apprezzando interiormente le parole del fidanzato.

E io te l'avrei lasciato fare, probabilmente.
Tanto, se qualcuno avesse provato ad accusarti di qualcosa, con me come avvocato ne saresti uscito pulito.


Ma avrei dato un cattivo esempio ad ogni mio sottoposto, Nylea sopra tutti.
Voglio che lei impari a risparmiare, voglio che apprenda a mandare gli individui dietro le sbarre.
Inoltre... penso che una Contessa debba avere vicino un uomo capace di controllarsi e mantenere il sangue freddo in ogni situazione.
Già non ce l'ho il blu il sangue e quello per molti è un problema a monte, figurarsi se non fosse manco freddo!


A battuta lui rispose con altrettanta battuta, dopo quel piccolo intermezzo leggermente più serio riferito alla ragazza "adottata".
Per ora era importante cercare di far parlare il MagiAvvocato, così che non contenesse dentro nessuna emozione nascosta e segreta, per quel motivo Cole le chiese subito che cosa sentiva e provava, analizzando la sua reazione in parte come fidanzato apprensivo ed in parte come Profiler, un lavoro che in determinati momenti risultava parecchio di aiuto. Attraverso le occhiate, i respiri, i movimenti delle mani e del corpo, il Sicario riusciva a capire che la Montesquieu lentamente si stava calmando, complice forse anche il suo atteggiamento, ma ora come ora l'attenzione era rivolta esclusivamente su di lei. La vide allungare il braccio per raggiungere il bicchiere e con il piede avvicinò tutto il tavolino.

Mi sento... non lo so.
Non è la prima volta che rischio la vita, non con le persone che ho difeso ed accusato nel corso degli anni... ma è la prima volta che mi succede senza che io ne sia consapevole.
Non pensavo che quell'uomo potesse... non lo immaginavo nemmeno, capisci?
E dire che di solito il mio istinto di sopravvivenza ed il mio intuito mi fanno captare quando qualcosa non va. Stavolta, invece...


Sono professionisti non a caso.
Sai fiutare da lontano quando un Magistrato è corrotto o quando un Avvocato avversario è spaventato.
Ognuno è capace e specializzato maggiormente nel proprio ambito e non deve farsene una colpa se qualcosa gli sfugge al di fuori esso.


Cole...
Tu mi hai salvata, io... non so davvero che dire, a parte... grazie.


Non dovresti dire nemmeno quello.

Ti prego... per favore, parlami di qualcosa, aiutami a non pensare.
Ora più che mai ho bisogno di distrarmi, per favore.


Aiutarla a non pensare? Non gli stava chiedendo un favore da poco, soprattutto perché per una volta non si trattava per forza di sesso.
Quegli occhi erano quelli spaventati che cercavano un rifugio momentaneo ma sicuro, sereno e tranquillo, dove nascondersi per un poco.
L'uomo la fissò a lungo, cercando di pensare se fosse il caso di parlarle come avrebbe voluto, con il timore che forse avrebbe centrato il momento sbagliato. Però nell'istante in cui aveva temuto di perderla era anche giunto ad una conclusione reale e veritiera che prima o poi avrebbe voluto condividere. Inspirò profondamente, facendola avvicinare con il viso per darle un bacio sulle labbra, mettendoci anche la lingua perché sapeva bene che quella la gradiva sempre, romanticismo o meno (che poi, la Contessa e il romanticismo erano un po' due antitesi). Al termine di quel gesto improvviso e intenso, Cole le prese la mano libera senza il bicchiere, stringendola forte, ma non troppo da farle del male.

... Non so quanto ciò che dirò ti aiuterà nella distrazione ma...

Deglutì, passandosi la lingua sulle labbra, appena in difficoltà.

... Ti amo Danielle.
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Messaggioda Danielle » 04/11/2014, 0:20

Sconvolta? Sì, parecchio, al punto da acconsentire che Edward, il suo socio, si occupasse di tutto per mezza giornata - anche di più, se il giorno dopo non si fosse ancora ripresa del tutto; ma d'altronde la si poteva forse biasimare?
Era evidente che Cole non lo facesse, ed anzi sembrava ben più che d'accordo all'idea cha la MagiAvvocatessa si prendesse una o più giornate di ferie, dopo un colpo del genere.

Se la caverà egregiamente.
Anche perché tu, in questo stato, non saresti di grande aiuto, anzi, solo di intralcio.
Una persona che non è focalizzata completamente sul lavoro è solo di peso.
Domani o anche dopodomani sarai di nuovo reattiva.
Sono certo che capirà.


La voce della ragione...

Lo prese in giro Danielle, ma sapeva che le sue parole erano pronunciate semplicemente a fin di bene... il suo bene.
Effettivamente non ci sarebbe stata con la testa, se ora fosse entrato un cliente non avrebbe saputo come aiutarlo, e non era da lei; certo, non era da lei nemmeno saltare un giorno di lavoro, ma meglio far girare la voce di un'influenza che farsi trovare impreparata di fronte ad un cliente, almeno così la vedeva la Montesquieu.
Stare accanto - addosso - a Cole, percepire il suo calore e la sua protezione, la faceva sentire decisamente meglio, calmando i battiti del suo cuore ed aiutandola nella difficile - per se stessa - impresa di mantenere, anzi, di riprendere il controllo dopo quanto accaduto, e non pensare che lei, quell'uomo, avrebbe voluto vederlo morto.

Ma avrei dato un cattivo esempio ad ogni mio sottoposto, Nylea sopra tutti.
Voglio che lei impari a risparmiare, voglio che apprenda a mandare gli individui dietro le sbarre.


In linea generale sono d'accordo... - anche perché spesso la morte era quasi una gentilezza verso certi individui, la cui punizione peggiore era proprio passare il resto dell'esistenza a marcire in galera - Ma stavolta, onestamente, se mi dicessi che vai ad ucciderlo... non ti fermerei.
Chiaramente non sono obiettiva, comunque...
- era una questione personale, lo sapevano entrambi.

Inoltre... penso che una Contessa debba avere vicino un uomo capace di controllarsi e mantenere il sangue freddo in ogni situazione.
Già non ce l'ho il blu il sangue e quello per molti è un problema a monte, figurarsi se non fosse manco freddo!


Perché, se non fossi stata una nobile ti saresti sentito più legittimato a perdere il controllo?

Gli domandò di rimando, senza nessun tono accusatorio nella voce quanto, piuttosto, la curiosità di voler capire se fosse tutta una battuta quella del Capitano dei Sicari, o pensasse davvero che, in quanto lei Contessa, certi aspetti del suo carattere che normalmente avrebbe lasciato "liberi" dovessero invece esser tenuti a bada.
La tequila, poco dopo, l'aiutò comunque a calmarsi ancora di più, e fu necessario per riuscire a spiegare a Cole come si sentisse dopo un evento del genere: sconvolta, sicuramente, in pare spaventata... ma anche arrabbiata con se stessa per non essere riuscita a capire prima - lei che di solito era piuttosto perspicace - che qualcosa, nell'uomo che aveva avuto di fronte, non andava.

Sono professionisti non a caso.
Sai fiutare da lontano quando un Magistrato è corrotto o quando un Avvocato avversario è spaventato.
Ognuno è capace e specializzato maggiormente nel proprio ambito e non deve farsene una colpa se qualcosa gli sfugge al di fuori esso.


Lo so, lo so... ma se non ci fossi stato tu, se non fossi intervenuto... - lei non si sarebbe accorta di niente, e sarebbe morta.

Non lo disse, ma era chiaro che lo stesse pensando, e la cosa la mandava ai matti, letteralmente.
Aveva bisogno di non pensare, aveva bisogno di trovare assolutamente qualcosa che la distraesse... e solo Cole poteva fornirle ciò di cui, al momento, aveva più bisogno.
E mettendo da parte l'orgoglio, Danielle glielo chiese, anzi, lo pregò di darle qualcosa con cui distrarsi, qualcosa di abbastanza forte da impedirle di pensare a ciò che era appena successo: accolse il successivo bacio con piacere - per quanto sapeva, dentro di sé, che non sarebbe stato mai abbastanza da permetterle di dimenticare l'accaduto... non immaginava che quello fosse il preludio a ben altro.

... Non so quanto ciò che dirò ti aiuterà nella distrazione ma...

Ma?

... Ti amo Danielle.

... ora sì che mi hai distratta.

Lo disse a seguito di un lungo istante di silenzio, dopo aver strabuzzato gli occhi e aver sentito il proprio cuore saltare qualche battito: certo, naturalmente non era il primo uomo a dirle che l'amava... ma era il primo, a parte Joël, per cui Danielle provasse qualcosa di serio.
Abbassò lo sguardo, pensierosa e riflessiva su quello che aveva appena sentito e sulle sensazioni che ciò le suscitava, perché qualsiasi risposta gli avesse dato di lì a poco, desiderava fosse frutto di un ragionamento razionale, e non la conseguenza istintiva influenzata dallo sconvolgimento precedente.

Non sono molto avvezza a certe cose, lo sai.
Spesso dò per scontate cose che non lo sono, l'ho fatto anche con noi...
- come dare per scontato che stessero insieme quando, per Darksteel, non era minimamente così - E c'è un solo uomo che ho sempre amato nella mia vita, da che sono nata. - il fratello, ovviamente.

Ciò che provo per te è diverso da quello che provo per lui, per quanto sia altrettanto forte: forse è semplicemente un altro tipo di amore, ma poiché non l'ho mai provato... per ora non voglio risponderti con un "anch'io" non realmente sentito, detto magari perché suona bene o perché in questo momento sono più fragile. Preferisco aspettare, ed essere convinta dei miei sentimenti al di là di ogni ragionevole dubbio.

Un ragionamento razionale, da avvocato, ma in fondo lei quello era.

Però di una cosa sono certa, e posso dirtela senza riserve... non avrei voluto nessun altro a salvarmi che non fossi tu, e non vorrei nessun altro qui con me, a rassicurarmi, in questo momento.

No, nemmeno il fratello.
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Messaggioda Cole » 04/11/2014, 22:18

Perché, se non fossi stata una nobile ti saresti sentito più legittimato a perdere il controllo?

Non te lo saprei dire con esattezza... Ho cercato di migliorarmi molto da quando sto con te.
Scherzi a parte, credo che certi aspetti del mio carattere li abbia modificati in quanto sto con Danielle, non con la Contessa di Andorra.
Ti vedo per quello che sei, non per ciò che rappresenti.


E forse era proprio per quel motivo che riuscivano ad andare a genio come coppia.
Lei non era la tipica nobile con la puzza sotto al naso, anzi, si distingueva da tutte le persone appartenenti ad un rango simile in quanto era più concreta, meno attenta all'etichetta e ben propensa al divertimento e alla vita spensierata, meglio ancora se in compagnia di gente comune.
Non rinunciava ai piaceri dell'eleganza e della regalità, quello mai, ma allo stesso tempo non disdegnava l'ambiente più rustico di un pub o di un ristorante che non avesse nel menù portate del valore di interi stipendi. Agli occhi di chi non la conosceva adeguatamente poteva apparire molto diversa dalla realtà, ma fortunatamente con lui mostrava una trasparenza invidiabile, come in quel preciso istante, a seguito di un trauma non indifferente e che l'aveva spinta a farsi abbracciare, stringere e proteggere come una ragazzina.

Lo so, lo so... ma se non ci fossi stato tu, se non fossi intervenuto...

Ma ci sono stato... e sono intervenuto, è questo che conta, non credi?

Bisognava tagliar corto con certi discorsi, perché sapeva benissimo che per lei fossero alquanto deleteri. Più proseguiva a rimuginarci sopra e più era difficile che ne uscisse in tempi brevi. Aveva un lavoro importante, dal quale poteva assentarsi per poco, soprattutto per la posizione di rilievo che ricopriva, ed era altrettanto importante che non si facesse vedere troppo colpita dalla faccenda dai suoi nemici, altrimenti voleva dire che comunque avevano conquistato una mezza vittoria contro di lei. La aiutò a bere ancora un sorso di alcolico, ascoltando poi la richiesta di distrarla ed aiutarla a non pensare specificatamente all'accaduto. Cole non era molto sicuro che il rivelarle in quell'istante i propri sentimenti potesse portare a qualcosa di positivo, ma di certo poteva considerarsi una bella botta da far contrastare con il pericolo di morte appena scampato da un'oretta abbondante. Non appena le disse che l'amava, infatti, le pupille di Danielle di dilatarono e le prime parole furono ovvie.

... ora sì che mi hai distratta.

Detto fatto, insomma...

Non sono molto avvezza a certe cose, lo sai.

Lo so perfettamente.

Spesso dò per scontate cose che non lo sono, l'ho fatto anche con noi...

Me lo ricordo bene!

E c'è un solo uomo che ho sempre amato nella mia vita, da che sono nata.

Difficile dimenticare anche quello.

Sorrise appena, facendole capire che non era affatto geloso di quel legame, anche se la donna gli aveva confessato che addirittura in passato avevano avuto dei rapporti che andarono ben oltre la castità familiare. Aveva accettato tutto, con la promessa da parte sua che certe cose non si sarebbe più ripresentate da quando loro due si erano messi insieme e tanto gli bastava per non nutrire timori, rancori o quant'altro, immaturamente. Continuava a tenerle la mano fissandola dritto negli occhi, fissava negli occhi la donna che amava, che strano ragionare su un concetto simile, però era vero e da un certo punto di vista lo rendeva molto, molto felice, quasi finalmente soddisfatto della propria vita.
Diversamente invece era per Danielle Montesquieu, lei che adesso si trovava costretta a fare un po' più di mente locale per poter dare una risposta adeguata a quella dichiarazione improvvisa, cercando parole in un vocabolario mai usato.

Ciò che provo per te è diverso da quello che provo per lui, per quanto sia altrettanto forte: forse è semplicemente un altro tipo di amore, ma poiché non l'ho mai provato... per ora non voglio risponderti con un "anch'io" non realmente sentito, detto magari perché suona bene o perché in questo momento sono più fragile.
Preferisco aspettare, ed essere convinta dei miei sentimenti al di là di ogni ragionevole dubbio.


Caso chiuso, la seduta è tolta, la corte si aggiorna!
... Ahahahah, d'accordo, non ti preoccupare, lo capisco benissimo...


Però di una cosa sono certa, e posso dirtela senza riserve... non avrei voluto nessun altro a salvarmi che non fossi tu, e non vorrei nessun altro qui con me, a rassicurarmi, in questo momento.

... A suo modo, anche questa è una piccola confessione, una confessione che apprezzo moltissimo.

Le diede un altro bacio sulle labbra, calmo, morbido e decisamente lunghissimo, così tanto da avere l'intenzione di farle perdere la cognizione del tempo. No, non le avrebbe mai chiesto di più di quanto non avesse già detto, perché ormai aveva capito quanto lei fosse molto pratica dell'amore. Era tanto esperta in quel settore quanto esperta in quello sessuale ed era dire tutto. Se davvero in quell'istante voleva solo lui e nemmeno il fratello, allora era un gigantesco passo avanti per il quale essere felici tanto quanto un "ti amo anche io". Alzandosi di nuovo in piedi con la MagiAvvocatessa in braccio, cominciò a camminare verso l'uscita dell'ufficio, incrociando per caso l'assistente della Montesquieu che osservò la scena abbastanza perplesso. Cole gli disse di prendere cortesemente la borsetta della sua superiore e portargliela all'istante, così che non avesse dimenticato nulla prima di andarsene.

Ragazzo, io mi porto via il tuo Capo e lo accompagno al Castello.
Se si dovessero presentare gli Auror per chiedere informazioni sull'accaduto, dì pure che se ne è preso incarico il corpo dei Sicari.
Contessa, a qualcos'altro da aggiungere al suo assistente prima che la rapisca ufficialmente?


Ebbene sì, l'avrebbe portata in braccio fino a casa senza farle mai toccare terra.
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Messaggioda Danielle » 07/11/2014, 16:49

Non te lo saprei dire con esattezza... Ho cercato di migliorarmi molto da quando sto con te.
Scherzi a parte, credo che certi aspetti del mio carattere li abbia modificati in quanto sto con Danielle, non con la Contessa di Andorra.
Ti vedo per quello che sei, non per ciò che rappresenti.


Lo so, altrimenti ti avrei già scaricato da mesi.

Forse un po' brutale nel dirlo, ma almeno era stata onesta: se avesse pensato che Cole, guardandola, vedesse solo la Contessa di Andorra, non avrebbe mai perso tempo con lui al di là delle ore passate a scopare selvaggiamente; no, il Capitano dei Sicari aveva dimostrato ben altro, al punto da spingerla a considerarlo come un possibile fidanzato oltre che come valvola di sfogo sessuale.
Certo era, però, che non si sarebbe mai aspettata di sentirsi dire "ti amo" da lui, affermazione che la lasciò per diversi istanti incapace di proferire parola: tuttavia, proprio perché teneva a Darksteel più che a chiunque altro - fratello escluso - Danielle si sforzò di analizzare i propri sentimenti per lui senza dare per scontato nulla, come aveva fatto più volte in passato. Riflettendo, si rese conto che per quanto fosse legata all'uomo, ancora non si sentiva pronta a definirsi innamorata: forse lo era, ma non avendo mai provato un sentimento di quel tipo non era in grado di riconoscerlo, e aveva bisogno di un po' di tempo per chiarirsi le idee; preferiva farlo aspettare ora e dirglielo con sicurezza e consapevolezza dopo, che rispondergli all'attimo perché suonava bene e poi rendersi conto di non provarlo affatto.
La cosa sicura, comunque, era che non avrebbe voluto nessun altro accanto a sé in quel difficile momento, nemmeno il fratello che, prima di conoscere Cole, era sempre stata l'unica persona davvero importante per lei.

... A suo modo, anche questa è una piccola confessione, una confessione che apprezzo moltissimo.

Lo baciò a sua volta, piano e con gli occhi chiusi, godendosi quel momento per una volta senza la frenesia del pensare a dove fare sesso, ma lasciando che quel bacio fosse solo… un bacio: la testimonianza del loro legame e dei sentimenti che stavano sbocciando - anzi, per lui erano già sbocciati - tra loro, come coppia.
Rise leggermente quando Cole la prese in braccio, lasciando che fosse l'uomo ad indicare a Nightmare il da farsi, ovvero prenderle la borsetta e regolarsi poi per un eventuale arrivo dei Sicari.

Ragazzo, io mi porto via il tuo Capo e lo accompagno al Castello.
Se si dovessero presentare gli Auror per chiedere informazioni sull'accaduto, dì pure che se ne è preso incarico il corpo dei Sicari.
Contessa, a qualcos'altro da aggiungere al suo assistente prima che la rapisca ufficialmente?


Dì ad Edward di occuparsi di tutto per il resto della giornata, domattina gli spiegherò io cosa sia successo.
Se ci sono emergenze, ed intendo emergenze che valgano seriamente la mia attenzione, sai dove trovarmi.


Inutile dire che il ragazzo, Devo Nightmare, annuì silenzioso ed obbediente alle indicazioni della donna, lasciandola sola col suo… portantino.

Hai davvero intenzione di portarmi in braccio fino al Castello? - gli domandò, ridendo e scuotendo il capo quando la risposta del Sicario fu affermativa - E va bene… per oggi posso anche farmi viziare un po' più del solito!
In marcia, Capitano Darksteel!


Le aveva fatto tornare il sorriso, e le aveva detto che l'amava.
Sì, quell'uomo era davvero speciale.

§ Fine §
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Messaggioda La Setta » 07/12/2014, 23:56

Studio Legale "Montesquieu - Remingford"
Francia - Parigi
03 Maggio 2109
Ore 10:30


[anglo]Dottoressa Montesquieu?
Che piacere incontrarla, Ellen Ripley, posso accomodarmi?


Immagine

Il Supremo della Setta dei 12 non faceva mai nulla esclusivamente per un fine positivo, a volte nemmeno quando c'era di mezzo il figlio.
Lancelot aveva chiesto cortesemente alla madre di togliere alla fidanzata il problema dell'affidamento del fratello più giovane, così da toglierlo ai genitori negativi per il suo futuro e garantirgli la possibilità di una vita serena estranea all'ottusità dei Jones.
La donna acconsentiva sempre alla richieste del ragazzo, anche perché aveva tutti i mezzi per risolvergli i problemi in poco tempo, ma in quel frangente, oltre al semplice desiderio di far contento il suo piccolo, c'era anche l'intenzione di guardarsi un po' intorno nel panorama legale.
Non le stava infatti sfuggendo l'idea che ben presto qualcuno dei suoi l'avrebbe tradita per cercare di spodestarla. Ignara comunque che ci fosse anche Marcus dietro quella faccenda, era però convinta che se il suo rivale segreto avesse avuto abbastanza cervello, allora quasi sicuramente avrebbe contattato Isaac Pendleton per chiedergli una alleanza sotto banco. Ebbene, se chiunque dei suoi 12 avesse avuto intenzione di rubarle un asso nella manica di quelle proporzioni, allora lei sarebbe corsa ai ripari con una contromossa, vagliando la possibilità di stringere in futuro rapporti economici e vantaggiosi con la diretta concorrenza del Pendleton: i Montesquieu.
Ma non il Principe, troppo buono per i gusti del Supremo, troppo gentile e umanitario, a volte i sentimenti potevano condurre ad amare sconfitte.
Lei voleva "Il Mastino", la MagiAvvocatessa più accanita e guerrigliera contro lo stesso Isaac, ma voleva prima assicurarsi che fosse in grado di darle quello che desiderava, ovvero un legale capace di mettere K.O. anche la grande ed esponenziale capacità dialettica del Pendleton.
Si sedette alla poltrona, osservando con aria tranquilla e serena Danielle Montesquieu.

Avrei bisogno di commissionarle una causa un po' estranea al lavoro che svolge normalmente.
Trattasi di affidamento di minore a sorella maggiorenne, questa è una foto della ragazza in questione: Regina Ginevra Jones.


Immagine

Parliamoci chiaro, dottoressa Montesquieu, se c'è una cosa che so bene di lei è che non le interessa chi la paga ma quanto la paga e soprattutto quanto può essere difficile riuscire in una impresa, dico bene?

Sorrise bonaria e soddisfatta alla eventuale risposta affermativa della Contessa di Andorra.

... Perfetto.
Dunque credo le farà piacere sapere che l'avvocato della difesa, ovvero quello che rappresenterà la famiglia Jones, è Alfonso Javiér.
Sa di chi sto parlando?


La mano destra di Isaac Pendleton, come non conoscere uno dei più grandi MagiAvvocati del globo?

La ragazza della fotografia non dovrà sapere assolutamente nulla del mio intervento in questa faccenda.
Mi affido al suo segreto professionale, dottoressa Montesquieu.
Tra cinque giorni verrà un ragazzo nel suo studio al Ministero, generalmente occupato dal suo socio.
Farete "finta" che lei accetti l'incarico come semplice Difensore Legale d'ufficio e soprattutto... per pura casualità.
Lei mi garantisca la vittoria ed io le consegnerò a fine lavoro un assegno da 15.000 Galeoni.


Ogni documento e referto in merito al nome Ellen Ripley era stato adeguatamente truccato per far sì che la donna risultasse una facoltosa ereditiera di ex proprietari di impianti magienergetici sparsi per tutto il mondo, così che volendo, se Danielle avesse voluto svolgere qualche ricerca per assicurarsi sull'affidabilità della parola della donna, avrebbe potuto trovare quello che cercava per mettersi l'anima in pace.

Ovviamente, in caso di sconfitta se per lei va bene, riceverà solo metà del compenso.
Per quanto, qualcosa mi dice che presto vedremo quel dolce pargolo tra le braccia della sua amata sorella, non è vero?


Sorrise con un'aria quasi inquietante, che difficilmente riusciva a nascondere sempre, essendo lei per natura malvagia.
Si alzò in piedi, dando la mano alla donna, curiosa di scoprire se fosse riuscita a vincere contro la mano destra di Pendleton.
Nel caso ce l'avesse fatta, Danielle Montesquieu poteva rappresentare una valida sostituzione ad Isaac e forse anche più vantaggiosa, in quanto quest'ultimo aveva raggiunto la sua fama e la sua bravura in cinquantasei anni di vita, mentre lei ne possedeva meno della metà.

È stato un vero onore conoscerla, mi ispira moltissima fiducia.
Le auguro una buona giornata e porti pure i miei saluti al Principe suo fratello!


Detto questo, il Supremo della Setta si allontanò da quello studio, lasciando che del resto se ne occupasse il figlio.
Un mese più tardi, la Contessa di Andorra sconfiggeva Alfonso Javiér presso la Corte d'Appello del Ministero con una arringa divina e schiacciante.
Tezzereth Al Shamshir svolgeva ottimamente il suo lavoro e sapeva muovere adeguatamente le pedine della sua scacchiera... ma Madeline Bergman era perennemente di un fottutissimo e piccolo passo avanti a lui.[/anglo]

AUTOCONCLUSIVA
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Messaggioda Caroline Priscilla » 28/09/2016, 22:00

[Sabato 3 Ottobre 2112 - Parigi Magica, Cafè "Le Moulin" - Ore 11:00]


Dopo l'arresto di Jorge, con conseguente processo e incarcerazione, Cappie aveva passato molto tempo da sola a domandarsi come avesse fatto a non accorgersi del momento in cui la sua strada e quella del suo migliore amico si erano separate in maniera quasi sconvolgente. Quando lui si era fatto tentare dal suo lato oscuro? Quando, di preciso, aveva smesso di mettere al primo posto la loro amicizia, l'affetto che provavano l'uno per l'altro, ed era diventato invece una persona meschina, arrivista, pronta a fuggire e ad abbandonare tutti coloro che lo amavano solo per egoismo? Quando era diventato una persona capace di far del male ad una ragazza, al punto da arrivare a stuprarla?
Prima che partisse per il ritiro, Axell le aveva dato un ottimo suggerimento che alla fine Cappie aveva accettato di seguire: parlare con una persona che conoscesse Jorge bene tanto quanto lei, ma con cui lei non aveva mai avuto molti rapporti. Il motivo era chiaro: scoprire se questa persona avesse visto nel portoghese qualcosa che lei, in tutti gli anni di scuola passati insieme, si era lasciata del tutto sfuggire. Alla fine, la lista delle possibili persone da contattare si era ridotta miseramente a due: la docente di Pozioni Martha Bennet e la ninfa del cuore di Alvares, Melia Herbert.
Era soprattutto su quest'ultima che Cappie aveva scelto di puntare, in quanto durante gli anni di scuola sapeva Jorge avere una predilizione tutta particolare per la prefetta di Serpeverde, ma con cui lei non aveva quasi mai avuto a che fare. Per questo motivo le aveva scritto, chiedendole di vedersi un Sabato o una Domenica in una zona scelta da lei. Per fortuna la Herbert si era dimostrata molto disponibile nell'incontrarla, cosa che aveva fatto tirare alla irlandese un bel sospiro di sollievo.

Da questo momento in poi, non si torna più indietro...

Alla fine si erano messe d'accordo per incontrarsi nella zona magica di Parigi, in un cafè molto rinomato per le sue bevande calde e per i croissant tipici parigini. Era arrivata con qualche minuto di anticipo al loro appuntamento, prendendo subito posto in una delle comode poltrone in attesa che la ex-Serpeverde si facesse vedere. Pur potendo avere molto di cui risentirsi nei suoi confronti -per l'amicizia che la legava ad Ariel- la Fulmen aveva preferito mettere da parte le faccende private della colombiana e mantenersi quanto più neutrale possibile. In fondo non era colpa di Melia se Zephyr si era dimostrato un insensibile bastardo senza cuore nei confronti della Jiménez... O almeno, per ciò che ne sapeva Cappie, era ancora così che stavano le cose.
Aveva parlato con Gérôme di quell'incontro, tenendolo così aggiornato sulle ultime novità della sua vita disastrata, un po' come faceva il Lamarck stesso con lei. A causa dell'abitudine di vedersi spesso e volentieri per bere qualcosa insieme, era diventata una costante parlare e sfogarsi l'uno con l'altro dei propri problemi, anche se a dire il vero il Borea ormai aveva molti pochi problemi di cui preoccuparsi e al massimo una ragazza speciale e piccoletta su cui concentrare le proprie attenzioni.

Mi sento così agitata...
Avrei bisogno di una tisana di quelle speciali di Typhon... Già, peccato che in questo tempo lui non me ne abbia mai regalata una!


Sbuffò leggermente infastidita, scostando una ciocca di capelli dal viso e voltandosi a fissare la porta che si aprì e si richiuse dietro la figura di Melia, la ragazza che stava aspettando con tanta impazienza.

Immagine


Per qualche istante un brutto pensiero le passò per la testa, un pensiero che non avrebbe mai confessato ad Ariel: un po' comprendeva perchè Zephyr fosse così tanto attratto dalla greco-tedesca, il suo fascino era davvero innegabile, soprattutto ora che era cresciuta. Ma dopo essersi bacchettata mentalmente da sola -e chiesto scusa ad Ariel almeno una decina di volte- la O'Neill accolse la ex-Serpeverde con un sorriso gentile e cordiale, invitandola a sedersi insieme a lei al tavolo scelto per entrambe.

Ciao Melia.
Grazie per aver accettato di incontrarmi...


Spostò lo borsa nella quale aveva Ermes, la bacchetta, il portamonete e il proprio magifonino -un po' inutile in un altro continente, ma le faceva comodo portarselo dietro- più altri generi di prima necessità, sistemandosi delle pieghe invisibili sui pantaloni di jeans che portava sotto un semplice maglioncino nero con scollo a v. Al dito, invece, impossibile non notarlo, il suo anello con una saetta nera, il monile che le permetteva di evocare la sua arma bianca, insieme all'Elogio del Mana, un altro oggetto senza cui non usciva mai, viste le sue ultime disavventure.

Se non ti dispiace, vorrei offrire io..
Era da molto a dire il vero che volevo avere il piacere di fare una chiacchierata con te, quindi scusami se insisto a voler pagare.


Più precisamente da quando era uscita viva e vegeta dall'Ottavo Piano e il motivo era molto semplice: era stata Melia -senza saperlo- a donarle un po' della sua forza per aiutarla a sopravvivere, dunque in parte Cappie si sentiva in dovere di ringraziarla e perchè non approfittare di quel caffè insieme per farlo?

Immagino tu abbia sentito ciò che è successo a Jorge...

No, decisamente si ritrovava ad essere molto impaziente.
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Messaggioda Melia » 29/09/2016, 10:56

° Sabato _ Ottobre 2112, 3 _ Parigi _ Cafè "Le Moulin" _ 11.02 °


Onestamente non si aspettava che Caroline Priscilla potesse contattarla: quando aveva saputo di Jorge, tramite la stampa magica, si era dispiaciuta molto per lui... non certo per ciò che aveva fatto, ma per la stupidità dell'essere stato beccato; aveva sempre visto in lui un ottimo potenziale malvagio, ed era sempre stata convinta che fosse proprio la presenza della O'Neill a "rovinarlo" ... ed ora la sua amichetta del cuore voleva parlare con lei.
La curiosità era stato il motivo principale per cui aveva deciso di assecondare quella richiesta, alla quale ovviamente aveva risposto con gentilezza, come sempre: il tono con cui l'ex Tassorosso le aveva scritto, inoltre, le aveva fatto ipotizzare che probabilmente non sapesse nulla del suo piccolo intervento nella storia d'amore tra Zephyr ed Ariel Jiménez -da quel che ricordava, un'amica piuttosto stretta di Cappie- e di certo non sarebbe stata proprio la Herbert a rivelarglielo... o forse sì, chi poteva dirlo? Era imprevedibile Melia, lo era sempre stata, ma da quando ai suoi occhi non esisteva nessun altro a parte Dylan, il suo unico e grande amore, si faceva molti meno problemi al pensiero di rivelare la propria natura egoista al prossimo... quantomeno se si parlava di farlo con una come la O'Neill, con la quale in effetti la greco-tedesca non aveva nulla a che spartire.
Era stata scelta come modella per la settimana della moda parigina, il che spiegava perché si trovasse lì a Parigi: normalmente sarebbe stata piena di lavoro, tra prove, trucco, servizi fotografici e quant'altro, ma era riuscita a ritagliarsi un po' di tempo per incontrare l'ex Tassetta, accordandosi con lei per vedersi in un café di lusso, rinomato nella zona magica della città, e molto tranquillo; per l'occasione aveva indossato un vestito bianco, molto semplice e senza maniche, con calze color carne e scarpe parigine -in omaggio alla città dove si trovava- bianche. Le uniche note di colore provenivano dal cappotto nero che aveva indossato sopra, e che si tolse poco prima di entrare nel cafè, e dalla borsa variopinta nella quale aveva messo tutto ciò che avrebbe potuto servirle, dalla bacchetta al portafoglio, dalla trousse alle chiavi di casa.
Sapeva bene che presentarsi con un vestito così poco coprente potesse sembrare strano, vista l'aria bella fresca di Ottobre, ma le importava poco, le era sempre importato poco; varcò la soglia del locale, guardandosi intorno e sorridendo soddisfatta per le occhiate ammirate che tutti le lanciavano, sopratutto ora che i suoi occhi erano tornati normali: sì, le era sempre piaciuto essere al centro dell'attenzione... e negli anni ciò non era affatto cambiato.

Immagine


Ciao Melia.

Cappie! -il sorriso le si ampliò sulle labbra mentre andava incontro all'ex Tassetta, baciandole poi entrambe le guance in segno di saluto- Sei cresciuta talmente tanto che ho fatto fatica a riconoscerti!

E non stava mentendo, una volta tanto: la O'Neill era cresciuta e si era fatta particolarmente bella; non quanto lei, ovviamente, ma andiamo... chi poteva competere contro la Herbert?

Grazie per aver accettato di incontrarmi...

Grazie a te per avermi invitata!
Ammetto di essere rimasta estremamente sorpresa -ed incuriosita- dalla tua lettera...


Le prese posto di fronte, mentre un cameriere si avvicinava per domandare alle due giovani donne cosa prendessero: per sé, la greco-tedesca ordinò una tisana ai frutti rossi ed un croissant integrale al miele, preferendo rimanere leggera visto che di lì a qualche ora avrebbe pranzato col fidanzato con un pasto piuttosto consistente... tanto ci avrebbe pensato Dylan a farglielo smaltire tutto.

Se non ti dispiace, vorrei offrire io..
Era da molto a dire il vero che volevo avere il piacere di fare una chiacchierata con te, quindi scusami se insisto a voler pagare.


Se ti può far piacere d'accordo, non te lo impedirò!

Rise, un suono leggero e melodioso per chiunque lo ascoltasse, compreso il cameriere che aveva preso la loro ordinazione e che si era fermato a guardarla, imbambolato ed incantato; Melia, dal canto suo, accavallò le gambe e si scostò i capelli dal viso, posando lo sguardo ceruleo -già, non più dorato o dal taglio verticale- su colei che l'aveva invitata a quell'incontro.

Immagino tu abbia sentito ciò che è successo a Jorge...

Impossibile non esserne venuta a conoscenza.
Non oso immaginare che tragedia sia stata per la sua famiglia... o per te. Siete rimasti molto amici dai tempi della scuola, almeno per quello che mi diceva Jorge nelle sue lettere...


Quindi era di lui che voleva parlare?
La Herbert avrebbe potuto scommettere la sua stessa vita che Cappie sapesse solo una parte di ciò che Alvares aveva combinato, una volta preso il diploma: sì, quella chiacchierata sembrava avere tutti i presupposti per farsi interessante.
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Melia
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