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Marsiglia

Messaggioda Celine » 17/11/2013, 21:43

Credo di aver già conosciuto il peggiore: il fatto che forse non ti senti così in Paradiso quanto me quando siamo vicini...

Come replicare a parole come quelle? Sapeva bene che non erano state pronunciate solo per fare colpo, Alistair non era quel tipo di uomo: era sincero, nelle parole e nei sentimenti, per quanto Celine non riuscisse ancora a credere che lui si fosse così tanto preso di lei dopo una sola serata - per quanto lunga - passata insieme.
Abbassò dunque lo sguardo, arrossendo appena sulle guance, pregando mentalmente che si cambiasse presto argomento così da lasciarsi alle spalle l'imbarazzo: in realtà esso rimase, perché poco dopo la Sauvage ammise col Druido di conoscere bene il suo migliore amico, poiché con quest'ultimo aveva avuto un incontro piuttosto... intimo; lo osservò di sott'ecchi per carpirne la reazione tramite lo sguardo o l'espressione del viso che, com'era ipotizzabile, fu inizialmente di pura interdizione, quella tipica di viene preso contropiede.

Oh...
Contatto... Intimo...


Annuì solo a quella sorta di precisazione/ripetizione, lasciando che Alistair metabolizzasse quella confessione: non che ci fosse qualcosa di cui vergognarsi, era andata a letto con Joël da donna single e non aveva alcun motivo per sentirsi in imbarazzo o comunque in torto per il proprio comportamento - soprattutto perché era una donna focosa, come ogni Ignis che si rispettasse, che amava il sesso - ma nonostante tutto non voleva che lui la considerasse una donna facile.

... Va bene!
E consideri più bello lui come uomo, o me?


Le parve che il Druido avesse davvero accettato la cosa - che poi, perché non avrebbe dovuto? - e che non stesse cercando di sorridere o di fare il gentile tanto per non farla sentire in imbarazzo; per questo, nonostante le guance ancora rosse, aprì le labbra ad un bel sorriso divertito.

Uhm... tu! - esclamò dopo qualche istante di riflessione, con voce sincera - Lui è un po' troppo "sfacciatamente perbenino", per me, mentre tu... tu hai quell'aria da bravo ragazzo che sa prendere il controllo che mi fa impazzire...

Rispose, prima di rendersi conto di cosa gli avesse detto: aveva seriamente ammesso che lui le faceva perdere la testa?

Se vai avanti così, cara mia, ti ritroverai a dirgli che lo ami tra due settimane...

Si disse da sola nella mente, ma non c'era aria di rimprovero o di paura in quel pensiero e nella voce silenziosa che l'aveva formulato: Celine era una tranquilla in quel senso, che accettava velocemente i propri sentimenti; perciò, se il suo cuore avesse deciso di consegnarsi tra le mani del Druido, beh, l'avrebbe lasciato fare, e tanti saluti... soprattutto perché, nel caso, si sarebbe consegnato nelle mani di un uomo fantastico, e non era certo cosa da poco.
Certo, per un'ipotesi del genere la francese sarebbe dovuta essere innanzitutto libera da qualsiasi altro legame, ma la Sauvage aveva già ovviato a quel potenziale problema, come spiegò ad Alistair poco dopo: aveva chiuso con Logan e troncato sul nascere il possibile rapporto con Yamato, per essere così del tutto libera; prima, però, i due programmarono insieme il resto della serata, anche se l'idea iniziale di Celine venne un poco modificata dal Druido.

Ne dico che non ti lascerò startene comoda comoda a guardare mentre cucino.
Ti metterai nelle vesti da poter sporcare con farina e uova e faremo un bel dolce insieme.
Però posso prometterti in cambio un prolungato massaggio globale quando avremo finito, affare fatto?


Vuoi proprio farmi sgobbare, eh? - commentò la bionda con un gran sorriso, prima di annuire - e va bene, mi sporcherò le mani e farò un disastro in cucina, ma solo perché sono molto golosa e ho una gra voglia di farmi fare un bel massaggio ai piedi e al collo!

Aggiunse facendogli la linguaccia, prima di dare un morso al proprio panino e spiegare, appunto, quale fosse la sua attuale situazione sentimentale, che fece brillare lo sguardo di Alistair: quando lui avvicinò la sua mano al viso dell'altra per spostarle i capelli, Celine non si scostò, lasciando così che la guancia venisse sfiorata dalle dita di lui; le mani del Druido circondarono quella di lei, e la Sauvage sentì il Fuoco circondarla, divampare dentro di sé perché lui lo stava fomentando col proprio.

Possiamo essere amici per tutto il tempo che desideri...
Posso immaginare la notte prima di andare a dormire.
Posso pensarti abbracciata a me con un pesante pigiama invernale o senza nulla addosso scaldandoci a vicenda.
Posso sognare di presentarmi ai tuoi amici come il tuo compagno, con te sorridente che ti stringi al mio braccio.
Posso prolungare la sensazione delle tue labbra sulle mie ricordando quando è accaduto realmente.
Posso fare tutto questo, ma lo posso fare in silenzio, senza appesantirti, senza farti sentire in dovere di scegliere, di correre.
Se alla fine deciderai di darmi una possibilità ti mostrerò tutto l'entusiasmo possibile, ma in caso contrario ringrazierò il destino per avermi fatto incontrare una persona tanto piacevole e non ti farò nessuna colpa.


Sentì che il cuore cominciò a battere più forte nel petto dopo quelle parole, il Fuoco che s'innalzava dentro di sé, che aumentava la sua potenza ed il suo calore.

Sono io che mi sono innamorato e tu che stai affrontando un momento delicato...

Come poteva dirlo così, come se nulla fosse?
Come poteva essere così tranquillo e sereno nell'ammettere i propri sentimenti di fronte a lei, sapendo che la francese non li ricambiava? E perché, perché il calore delle Fiamme dentro di lei stava aumentando ancora, più del solito, più di quanto lei fosse abituata a sentire?

Piccoli passi dici tu... Io direi invece... Una camminata senza impegno durante la quale potrai decidere se prendermi la mano oppure no, ma nonostante tutto la porteremo a termine con il sorriso sulle labbra.

Quando le sue labbra sfiorarono la propria mano, Celine avvertì un potere nuovo sprigionarsi dentro di sé: un potere che aveva il colore del Sole ed il suo stesso calore, un potere che le divampò nell'animo e riverberò poi le sue fiamme lungo il corpo, un potere che solo una Ignis poteva controllare e che solo la Guida della Gilda od un Druido potevano fomentare.

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Per un secondo, la francese si sentì quasi senza fiato... ma subito dopo le parve di non essere mai stata meglio, di essere cambiata pur rimanendo fondamentalmente la stessa: cercò Alistair con lo sguardo, come a chiedergli una spiegazione per qualcosa che non aveva compreso; no, non si era resa conto di aver appena raggiunto un nuovo step come Ignis, e solo grazie al potere elementale del Druido accanto a sé.
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Messaggioda Alistair » 20/11/2013, 18:21

Uhm... tu!
Lui è un po' troppo "sfacciatamente perbenino", per me, mentre tu... tu hai quell'aria da bravo ragazzo che sa prendere il controllo che mi fa impazzire...


Una piccola vittoria personale, un'insolita sorpresa: Celine ammise che c'erano determinati tratti dell'uomo che la facevano impazzire, in tal senso si parlava del suo essere capace di assumere un comportamento fermo, serio e virile nell'arco di poco tempo, rimanendo comunque una persona tendenzialmente mite e senza necessità di imporre la propria presenza sul prossimo.
Alistair amava quella caratteristica di sé, perché a sua volta era ciò che più amavano i suoi genitori ai tempi della vita come Druido e poi successivamente della vita senza di lui ormai rinnegato.
Adesso che erano morti, certi ricordi assumevano un'importanza ancora più grande, trasformandosi in breve, risultando splendenti come le stelle del firmamento, le stesse stelle in mezzo alle quali forse ora abitavano i familiari del botanico, i quali lo guardavano dall'alto e cercavano di proteggerlo giorno per giorno nel corso della sua nuova vita in mezzo ad una civiltà per tantissimi anni sognata e vista con ammirazione.
Inoltre sapere di aver vinto il confronto con il suo amico risultava davvero assurdo, calcolando che Joël era un uomo intelligente, brillante, di classe, gran lavoratore e per di più padrone di un piccolo stato, insomma, il prototipo ideale per una donna di classe come la Sauvage.

In effetti ad una prima occhiata può risultare anche molto antipatico.
In realtà mi ha confidato che è una tecnica che utilizza per allontanare il prossimo.
Si circonda solo di poche persone fidate: le persone cioè che riescono a non farsi buttare giù dal suo modo di fare e perseverano nel volerlo conoscere. Un po' contorto come ragionamento, contrario al mio ad esempio!
Lieto comunque di farti impazzire, la cosa è reciproca, ma credo si sia ormai bell'e capito...


Le sorrise con un occhiolino, prendendole la mano destra con entrambe le proprie, annuendo lentamente all'idea di farle un massaggio al collo e ai piedi, felice di quella prospettiva incredibilmente intima, così di intesa e di vicinanza.
Erano davvero le prime volte che si approcciava in quel modo ad una donna, lui ancora così poco esperto in certi tipi di relazioni, ma con lei le cose gli venivano più facili, con lei i procedimenti del cuore risultavano meno macchinosi, meno impacciati e imbarazzati, forse perché era una Ignis, quindi l'istinto e l'impulsività erano parti di lei che, accendendo maggiormente la fiamma dentro al Druido ne favorivano la supremazia momentanea su tutti gli altri elementi. Ed a proposito di elementi in sintonia, la francese non si accorse minimamente che, mentre Alistair le faceva quel discorso tanto romantico quanto intenso sull'attendere e sull'essere naturali senza accelerare nessun tempo e nessun rapporto, il fuoco in lei andava esponenzialmente aumentando, dimenandosi nell'anima per riscaldare con ancora più vigore non solo la bionda ma anche l'uomo davanti a lei.
Erano connessi perché la mano della diplomatica era stretta da quelle del Druido, dunque si creò una sincronia fiammeggiante che fece capire nell'immediato al mezzo tedesco che anche se Celine non aveva apparentemente ancora deciso se far prevalere in lei il fuoco assoluto o dar spazio anche all'elettricità, il suo spirito la decisione l'aveva già presa da tempo e stava chiedendo all'uomo di aiutarlo ad esplodere ed accrescere.
Alistair chiuse gli occhi, cercando di concentrarsi adeguatamente, nel contempo lei perdeva fiato sentendo un calore dentro mai percepito prima di allora... Così, proprio in quel momento, il Druido scagliò un'ondata di fuoco nel corpo della Sauvage e nell'arco di un secondo, la potenza dell'elemento Ignis subì un incremento decisivo ed esponenziale.

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Celine cercò gli occhi del botanico con estremo bisogno di aiuto per capire cosa le era successo.
Ok che le parole dell'uomo erano state intense e toccanti, ma non addirittura da mandarla in fiamme, anche perché per attenersi a quel tipo di metafora era più giusto che fossero più frasi passionali che romantiche.
Lentamente Alistair riaprì lo sguardo, distendendo i muscoli e le rughe della fronte. Stava sudando, segno che lo sforzo lo aveva fatto.
Non era un Maturo, un Anziano o una Guida, ma solo un Druido comune.
Aumentare la potenza di un primo stadio o massimo di un secondo era abbastanza elementare e semplice, ma condurre un terzo stadio al quarto, no, quella era un'impresa che consumava energie a non finire.
Il passaggio dal terzo al quarto significava che lo spirito si permeava ormai del tutto del potere di un solo elemento, in quel caso avvolgendosi completamente nelle fiamme. Determinare un cambiamento tanto radicale nell'anima umana, per un Druido come lui equivaleva a svuotare momentaneamente tutte le riserve di energie mentali e fisiche, subendo un contraccolpo ai sensi non indifferente.

Complimenti... Precettrice...
Il Fuoco ha scelto per te, ora sei davvero un tutt'uno con lui...
Adesso se vuoi scusarmi, ho bisogno di riposare un secondo, giusto un attimo... Non... Ti devi... Preoc-...


Troppo tardi.
Alistair sbilanciandosi verso l'esterno della panchina cadde a peso morto al terreno, respirando velocemente come in iper-ventilazione.
Il sudore era freddo e ogni tanto aveva dei piccoli spasmi muscolari.
Al tatto la sua pelle era come il ghiaccio, questo perché al momento era assente qualsiasi traccia di fuoco nel suo animo, essendosi spento per qualche ora a favore dell'innalzamento di potere per la francese.
Quasi immediatamente, un paio di scoiattoli e un picchio si avvicinarono a lui fissandolo preoccupati, guardando anche Celine come a chiederle che cosa avesse.
Non era difficile comunque intuire che adesso come adesso, egli necessitava di un poco di riposo.
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Messaggioda Celine » 20/11/2013, 20:01

In effetti ad una prima occhiata può risultare anche molto antipatico.
In realtà mi ha confidato che è una tecnica che utilizza per allontanare il prossimo.
Si circonda solo di poche persone fidate: le persone cioè che riescono a non farsi buttare giù dal suo modo di fare e perseverano nel volerlo conoscere. Un po' contorto come ragionamento, contrario al mio ad esempio!


Beh, di sicuro Moni è riuscita ad entrare nel suo cerchio di persone fidate - commentò Celine con un sorrisetto saputo: per quanto ne sapeva lei, che forse come esterna vedeva le cose con maggiore oggettività, Joël si era preso una sbandata tale per l'amica da rasentare l'innamoramento; peccato che fosse stata lei, in una volontà assurda di andare contro i progetti dei genitori, a rifiutarlo - Chissà se si sentono ancora...

Si domandò ad alta voce la Sauvage, senza nessuna sfumatura negativa nella voce: non era stata gelosa all'epoca, quando il francese aveva chiaramente palesato la sua preferenza verso la mora piuttosto che la bionda, e non era sicuramente gelosa adesso al pensiero che Joël potesse ancora pensare alla più bella - per Celine - delle Vireau, al massimo gli dispiaceva per lui visto che Monique era assurdamente felice con quel brontolone di Vastnor.

Lieto comunque di farti impazzire, la cosa è reciproca, ma credo si sia ormai bell'e capito...

Oh, ehm, ecco...

Mormorò la bionda con le guance in fiamme, mordicchiandosi le labbra mentre esse s'incurvavano in un piccolo sorriso imbarazzato e timido: sì, inutile provare a nascondere quelle sensazioni che lui le suscitava, perché era evidente che se anche non provavano gli stessi sentimenti, Alistair non era affatto indifferente alla bionda.
E la prova palese di quella connessione tra loro fu ciò che successe poco dopo, quando il Fuoco del Druido alimentò quello della Ignis, facendolo scoppiare e spingendola così a passare allo stadio successivo del suo rapporto con l'Elemento: certo, era successo perché lei era parte di una Gilda e lui un Druido, ma Celine era anche convinta che fosse successo perché c'erano dei sentimenti tra loro, un legame che non si poteva negare.
Questo però lo capì solo dopo, perché inizialmente non comprese minimamente cosa fosse accaduto: sapeva solo che il momento prima aveva come perso il fiato, ed il momento dopo le fiamme dentro di lei avevano preso ad ardere con una intensità mai provata prima; alzò lo sguardo su Alistair, chiedendogli con esso se lui avesse compreso cosa le fosse capitato... la risposta che ottenne di rimando le fece sgranare gli occhi, incredula.

Complimenti... Precettrice...

Come?!

Domandò la francese, gli occhi spalancati: sapeva bene che quello era il nome che si dava agli Ignis che raggiungevano il quarto stadio di legame col Fuoco nella Gilda, ma com'era possibile che l'Elemento in lei fosse aumentato quando la Sauvage stessa era ancora indecisa se aumentare lui o dare un piccolo spazio anche all'Elettricità?

Il Fuoco ha scelto per te, ora sei davvero un tutt'uno con lui...

Non seppe cosa rispondere a quelle parole, che reputava vere perché non c'era altra spiegazione plausibile per quanto successo: l'Elemento aveva preso quella decisione sulla quale lei era ancora dubbiosa, abbracciando in modo completo la sua anima al punto da non lasciare posto per nient'altro; ed ora che lo sentiva, che sentiva quelle fiamme avvolgerla del tutto, si rendeva conto di non essersi mai sentita tanto bene in vita sua.
Peccato che la stessa cosa non si potesse dire di Alistair, che appariva al contrario molto stanco e provato.

Adesso se vuoi scusarmi, ho bisogno di riposare un secondo, giusto un attimo...

Vuoi che andiamo via, ti posso portare a casa se vuoi...

Non... Ti devi... Preoc-...

Non fece in tempo a muoversi, che il Druido finì a terra, facendole prendere un colpo: subito Celine s'inginocchiò accanto a lui, prendendogli il viso tra le mani per tentare d'infondergli calore - dopotutto ora ne aveva in abbondanza - attraverso la pelle fredda.

Stai tranquillo, adesso andiamo via.

Sussurrò al suo orecchio, socchiudendo gli occhi e trascinando entrambi, tramite la smaterializzazione, in un luogo dove sarebbero potuti stare più tranquilli.

[Londra - Townhouse di Celine Sauvage - Il giorno dopo - ore 07.12]


L'aveva fatto smaterializzare nella propria casa, e con l'aiuto degli elfi domestici l'aveva fatto stendere sul divano dopo avergli tolto la maglietta fradicia: il camino era stato acceso e sul corpo del Druido era stata posata una coperta, in modo da tenerlo più al caldo possibile per tutta la notte - notte nella quale Alistair aveva dormito e in cui la bionda non aveva chiuso occhio; ovviamente la Sauvage aveva fatto apparire in casa anche il cestino di Alistair col resto della cena, ma non era più riuscita a mangiare nulla da quando erano arrivati a casa, a causa dello stomaco chiuso, e dubitava che sarebbe cambiato qualcosa fino a che lui non si fosse ripreso.
Finalmente, alle prime luci del mattino, le palpebre del Druido fremettero, ed il volto della francese, che nel frattempo aveva indossato un paio di pantaloni della tuta ed una maglia extra-large, si volse verso quello dell'altro, l'espressione seria di chi cercava di tenere a bada la propria ansia ed anche stanca per la notte in bianco.

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Alistair...

Lo chiamò dolcemente, avvicinandosi a lui ed inginocchiandosi accanto al suo corpo steso sul divano, accarezzandogli il viso con un tocco lieve e caldo.
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Messaggioda Alistair » 20/11/2013, 22:10

Oblio. Completa oscurità. Ad un certo punto i suoi occhi avevano smesso di vedere e si era accasciato al terreno.
Mai successa prima una cosa simile, perché non gli era mai capitato di aiutare altri membri di gilde.
Se lo avesse fatto, di certo sarebbe stato cacciato via molto prima dalla comunità ed anche molto velocemente.
Il sonno nel quale sprofondò fu profondo come non mai e nemmeno un sogno apparve nella sua mente persa nell'immensità della notte.
Il respiro aveva ripreso ad essere regolare soltanto tre ore dopo l'accaduto e gli spasmi invece si bloccarono a distanza di cinque ore totali.
La francese si era presa cura di lui, anche se al momento non lo sapeva, portandolo nella propria casa, facendolo stendere su un divano-letto di fronte al camino, preoccupandosi che non gli mancasse il calore di una coperta.
Verso le sette del mattino o forse poco di più, Alistair iniziò ad avvertire i primi sentori di energie vitali del fuoco scorrere nuovamente in lui.
L'elemento più caldo aveva ripreso a vorticare lentamente nel suo animo, riprendendo posto tra i suoi colleghi, difatti la temperatura tornò a salire dai 20° gradi iniziali ai 34°/35°, minori di un essere umano normale ma giustificato dal fatto che in un Druido albergavano anche acqua e ghiaccio.
Il tocco delicato e sensibile di Celine sulla propria guancia poi, lo aiutò ulteriormente a tornare sveglio, aprendo lentamente gli occhi osservando come prima cosa i raggi del sole che sfioravano la propria pelle e i capelli dorati della donna.
Un sorriso subito si palesò sul volto del botanico, ormai non più debole e ricostituito al 100%, forse appena assonnato, ma entro pochi minuti anche quella condizione avrebbe subito il giusto cambiamento.
La sinistra andò a scostare piano la coperta, poiché per i suoi standard stava bene senza, poi piano girò a da una parte all'altra il collo per sgranchirsi, inspirando profondamente, richiamato dalla soave e angelica voce di Celine.

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Alistair...

... Scusa se ti ho fatta stare in pena per me.

Della sua condizione? Non importava niente, a lui interessava solo di lei e del fatto che si fosse presa forse un colpo la sera prima.
Cercò di farsi forza, i muscoli rispondevano egregiamente, gonfiandosi e pompando sangue abbastanza da permettergli di mettersi con i gomiti sul materasso e la schiena rialzata, così da poterla guardare meglio, beandosi della sua splendida mise e del suo viso spettacolare.
I pettorali si alzavano ed abbassavano a ritmo regolare, segno che respiro e battito non avevano più nulla che non andava.
L'odore nell'aria era buonissimo, l'arredamento a dir poco perfetto, sfarzoso, di lusso ma allo stesso tempo pratico e non eccessivo.
Un elfa domestica si prese la preoccupazione di chiedergli se aveva bisogno di qualcosa, magari un tè, un caffè, qualunque genere alimentare.
Alistair sorrise verso la magica creatura, chiedendo con cortesia, come ci si rivolge ad un essere umano di pari diritti e importanza, un poco di succo di frutta, non era importante il gusto, gli piacevano tutti quanti.
Non appena l'elfa scomparve, tornò a fissare la Sauvage, sbattendo le palpebre lentamente: per il Mana quanto era bella.

Ieri ho pervaso il tuo fuoco di un'energia esplosiva.
Me lo stava chiedendo lui, non ho potuto rifiutargli aiuto.
Immagino te lo sia chiesto tutta la notte: si, hai superato il limite del terzo grado di Gilda, adesso sei nella fascia alta degli Ignis.
Congratulazioni!


Si mise seduto sul divano, muovendo le spalle, contraendo gli addominali, non certo per scena ma per darsi una svegliata veloce.
Per lui quello era addirittura orario tardo, visto che spesso per esigenze di raccolto o lavori agricoli si doveva mettere in piedi alle 04:30.
Giunse quasi subito il succo di frutta e il Druido ringraziò con gentilezza, bevendo qualche sorso. Fresco, genuino, mela verde, ottimo.
Qualche uccellino cinguettava all'esterno e molti se ne stavano vicini al vetro della finestra osservando in sua direzione, volendosi quasi assicurare se stesse bene, così Alistair con un cenno fece capire loro che era tutto sotto controllo e gli animaletti si tranquillizzarono svolazzando via.
Finito di sorseggiare il succo, posò il bicchiere su un tavolino vicino, facendo attenzione a mettere sotto di esso un tovagliolo per non lasciare il segno sul legno sicuramente molto pregiato.

Sei incantevole, mi fai venire voglia di perdere i sensi più spesso...

Sorriso divertito.

Hai un'aria un po' stanca, perché non vai a riposare?
Io toglierò il disturbo entro pochi minuti, non voglio darti altri pensieri...
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Messaggioda Celine » 20/11/2013, 22:45

Non aveva fatto troppo caso al suo corpo, quando gli aveva tolto la maglia e l'aveva coperto per tenerlo al caldo, ma adesso che era nuovamente sveglio e, apparentemente, in salute, e che si era tolto la coperta di dosso... beh, a Celine venne difficile non pensare che aveva un fisico praticamente perfetto - per i suoi standard, naturalmente; percorse con lo sguardo il corpo del Druido fino a che, resasi conto della sua sfacciataggine, non si affrettò a riportare gli occhi sul viso di Alistair, maledicendosi per quella impulsività che le bloccava il flusso razionale della propria coscienza.

... Scusa se ti ho fatta stare in pena per me.

Scosse il capo con dolcezza, come per convincerlo a non darsi pena per lei, perché stava bene: un po' stanca forse, dopo una notte passata senza dormire, ma nulla di grave, anche perché tutto passava in secondo piano ora che Alistair stava dimostrando di essere tornato in sé, di aver ripreso il controllo del suo corpo e della sua mente.
Gli sorrise con ancora un po' d'ansia malcelata, mettendosi seduta sul bordo del divano mentre lui si alzava dalla posizione sdraiata e si appoggiava al bordo del divano, chiedendo cortesemente a Welka, l'elfa domestica, di portargli un succo di frutta, prima di tornare a guardarla.

Ieri ho pervaso il tuo fuoco di un'energia esplosiva.
Me lo stava chiedendo lui, non ho potuto rifiutargli aiuto.
Immagino te lo sia chiesto tutta la notte: si, hai superato il limite del terzo grado di Gilda, adesso sei nella fascia alta degli Ignis.
Congratulazioni!


Io... ti ringrazio... non eri costretto, avresti potuto rifiutarti e lo sai - contrariamente a quanto stava dicendo lui, perché insomma, non è che il suo Elemento lo avesse obbligato - Ma l'hai fatto comunque, per me.
Grazie.


Un sorriso sentito e sincero si palesò sul volto della Ignis, che avvicinò il volto a quello di Alistair per posare un piccolo bacio sulle sue labbra, mandando a quel paese la volontà di trattenersi: l'aveva visto privo di sensi per una notte intera, poteva anche permettersi di lasciarsi andare un momento.

Sei incantevole, mi fai venire voglia di perdere i sensi più spesso...

Non provarci nemmeno, mi sono presa un infarto!

Esclamò ridendo Celine, scuotendo il capo con fare ammonitore mentre Welka ricompariva nel salotto con un bicchiere colmo di fresco nettare alla mela verde per lui.
Lo lasciò bere tranquillo il proprio succo, ma quando sentì le sue successive parole, ecco che il sorriso si spense lentamente dalle sue labbra.

Hai un'aria un po' stanca, perché non vai a riposare?
Io toglierò il disturbo entro pochi minuti, non voglio darti altri pensieri...


Ah... ma certo, tu... devi andare...

Ovvio, lei poteva anche non avere impegni per quel giorno, ma per lui era diverso, aveva un posto intero da gestire, da mandare avanti; abbassò il capo e lo scosse, dandosi della stupida per aver pensato anche solo un momento di poterlo monopolizzare in quel modo.

Beh, allora... sì, andrò a riposare dopo che sarai tornato al tuo lavoro, tranquillo.

Gli fece un piccolo sorriso leggermente triste, che non contagiò gli occhi: ma perché le dava così fastidio che lui dovesse già andare?
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Messaggioda Alistair » 20/11/2013, 23:29

Io... ti ringrazio... non eri costretto, avresti potuto rifiutarti e lo sai.
Ma l'hai fatto comunque, per me.
Grazie.


Il fuoco stava praticamente sussultando, mi supplicava di dargli forza ed energia.
Inoltre fin da quando ti ho conosciuta sentivo che eri destinata ad incarnare nella perfezione le fiamme...


Non si era mai permesso di esprimere il suo giudizio per evitare di condizionarla, ma adesso che le cose erano fatte si sentiva più libero di parlare.
Lei seduta al suo fianco era una sensazione bellissima, percepiva quel fuoco con ancora più vigore, adesso che fermentava in una nuova porzione di spirito, uno spazio più aperto, più grande, dove gioire e sprizzare calore.
Ricevette quel bacio sulle labbra e corrispose quel tanto che bastava per far capire che aveva gradito ed avrebbe voluto di più ma lasciandole modo di staccarsi per non farla sentire costretta o portata a dover per forza dare di più.
Aveva tutta la libertà di fare quei piccoli passi come preferiva ma non si poteva negare che quel gesto gli avesse fatto molto piacere.
La destra si occupò di farle una carezza sulla guancia e di scostarle una ciocca bionda di capelli, fissandola negli occhi.

Non provarci nemmeno, mi sono presa un infarto!

Lo capisco bene, ma adesso lo curo io, sta' a vedere...

Con due dita della mancina sfiorò il centro del petto della francese e fu come se potesse trasmettere una sfiammata di media entità proprio intorno al cuore di lei. Una specie di carezza elementale possibile solamente ad un Druido, di seguito, si abbassò con la testa e posò un bacio casto e delicato proprio nello stesso punto toccato poco prima, come se volesse appianare il dolore al cuore avuto dalla bionda con le proprie labbra.
Tornato nella posizione iniziale, osservò le accennate occhiaie di Celine, preoccupandosi all'istante della sua situazione di sonno. Aveva passato tutta la notte sveglia per lui, adesso necessitava di dormire.
A dir la verità però, la Sauvage era di tutt'altro avviso, desiderava passare il tempo con lui, adesso che si era svegliato, per questo ci fu un lieve ed iniziale fraintendimento di idee ed intenti per la giornata.

Ah... ma certo, tu... devi andare...
Beh, allora... sì, andrò a riposare dopo che sarai tornato al tuo lavoro, tranquillo.


Abbassò il capo, dispiaciuta moltissimo di non poter passare altre ore assieme al Druido, cosa che gli fece venire forti palpitazioni.
Aveva capito male, lui non doveva lavorare, o meglio, non era necessario che lo facesse quel dì, dunque poteva stare con lei.
Ma l'espressione malcelata e stanca della francese lo spinse a trovare una soluzione adeguata per accontentare entrambi: non separarsi lì e subito ma nemmeno farci andare di mezzo la salute fisica della diplomatica.
Alistair si alzò in piedi, aggirando il divano letto, con Celine ancora seduta che forse avrebbe atteso di capire come mai si fosse messo su.
Una volta arrivato dall'altra parte, con entrambe le mani afferrò la donna all'altezza dell'addome, spingendola indietro a sdraiarsi, per poi posizionarla con la testa sul cuscino dove poco prima si era svegliato lui.
Nemmeno il tempo di fare domande e il corpo del Druido l'avrebbe abbracciata da dietro la schiena ricercando le mani della bionda, stringendola in quella posizione fetale a mo' di protezione e intimità.

... Non devo andare da nessuna parte.
Abbiamo tutto il pomeriggio per noi, ma prima voglio che tu dorma sonni finalmente tranquilli...
Ti prego, lasciami l'immenso onore di respirare il profumo dei tuoi capelli, Celine.
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Messaggioda Celine » 20/11/2013, 23:46

Il fuoco stava praticamente sussultando, mi supplicava di dargli forza ed energia.
Inoltre fin da quando ti ho conosciuta sentivo che eri destinata ad incarnare nella perfezione le fiamme...


Quella risposta la prese un po' in contropiede, visto che prima di quel momento Alistair non aveva accennato alla cosa, lasciandola libera di orientarsi, eventualmente, verso il Fulmine... e fu proprio per questo che lo ringraziò con lo sguardo ed un sorriso, perché nonostante la pensasse in quel modo aveva lasciato a lei la decisione ultima, anche se alla fine erano state più che altro le fiamme a scegliere per lei.
Si lasciò accarezzare la guancia e scostare i capelli, ma lo minacciò a non farle più prendere colpi come quello perché cavolo, per un attimo aveva davvero temuto il peggio.

Lo capisco bene, ma adesso lo curo io, sta' a vedere...

Non appena le dita della mano del Druido arrivarono sul suo petto, Celine sentì un calore piacevole e delicato abbracciarle il cuore, facendole sfuggire dalle labbra un piccolo sospiro soddisfatto, che divenne più pesante ed intenso quando furono le labbra dell'uomo a sfiorarle quella porzione di pelle: va bene i piccoli passi, va bene andarci piano, ma aveva un uomo mezzo nudo accanto e stava piuttosto in astinenza, quindi contenersi non era per nulla facile.
Ora che si era svegliato, però, la francese si rese conto che doveva andare - o così la vedeva lei - e questo la portò a diventare un po' triste perché, per quanto fosse inspiegabile, si sentiva giù al pensiero di doverlo già lasciar andare, di vederlo già andare via; forse si sarebbe interrogata sul perché di quelle sensazioni non appena fosse rimasta sola, ma la cosa non sarebbe avvenuta tanto presto perché, poco dopo, il Druido si alzò in piedi ma non per andarsene, come ipotizzò la Sauvage, bensì per spingerla all'indietro, sul divano, con una pressione delle mani sull'addome.

Ma cosa...

Mormorò Celine, ora stesa sul divano, ma tutto fu più chiaro quando egli si sdraiò accanto a lei, abbracciandola da dietro e stringendola con forza contro il suo petto.

... Non devo andare da nessuna parte.

Quella semplice risposta scatenò un moto di felicità in lei, un divampare più alto delle fiamme intorno al proprio cuore che sicuramente Alistair avrebbe percepito, ma ancora una volta la Diplomatica preferì rimandare ad un secondo momento qualsiasi domanda, per quanto lecita.

Abbiamo tutto il pomeriggio per noi, ma prima voglio che tu dorma sonni finalmente tranquilli...
Ti prego, lasciami l'immenso onore di respirare il profumo dei tuoi capelli, Celine.


Annuì solo a quella preghiera, anche perché stava troppo comoda e al caldo - e bene, soprattutto - per pensare di farlo spostare da lì; socchiuse gli occhi, sentendo il sonno pervaderla, e si preparò a cadere quasi subito tra le braccia di Morfeo.
Durante il sonno avrebbe anche finito per voltarsi, e accoccolarsi col volto appoggiato al petto di lui... ma di questo si sarebbe accorta solo quando, ore dopo, avesse aperto gli occhi.

[FINE]
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Messaggioda Sandyon » 07/06/2015, 22:47

Clinica Privata "Bacio Vitale"
Marsiglia
09/06/2110
Ore 17:40


Sei sicura che forse sei...

Non lo so, non lo so!
Però mi sento strana ed ultimamente ho troppo appetito.


Lascia fare alla tua sorellina!
Ti procura subito una visita presso la clinica più esclusiva e riservata della Francia Magica!
Nostro padre non verrà mai a saperlo, te lo assicuro!


Ma, aspetta, Veronique, posso occuparmene io, davvero!

Eh no, mi spiace Moni, se poco poco quella gallina della Sauvage mi ruba l'occasione di garantirti la notizia più importante della tua vita, penso che potrei ucciderla... E poi, vuoi mettere l'invidia?

Veronique!?

Ti prenoto per dopodomani, mi raccomando puntuale alle 17:00!


Che tristezza, vero?
Eppure Sandyon e Monique, alla fine, aveva dovuto per forza accettare di andare in quella clinica, per non fare un torto alla minore delle Vireau.
Negli ultimi giorni, la Vice Preside di Hogwarts aveva iniziato ad accusare dei piccoli fastidi, nausee mattutine e in alcuni casi anche dei dolori improvvisi alle articolazioni. Purtroppo, né Mog, né Ming né Sophie avevano potuto aiutarla. Evidentemente anche qualora fosse stata davvero incinta, la creatura che portava dentro di sé era appena all'inizio del suo percorso di formazione e dunque anche la Trama doveva ancora innestarsi nel suo spirito, perciò era impossibile da percepire per le creature magiche. Sandyon, onestamente, ci credeva fino ad un certo punto.
Era possibile sul serio che l'avesse ingravidata? Eppure prendeva regolarmente le protezioni, a meno che lei avesse smesso senza dirglielo, ma non era assolutamente da Monique, no, lo avrebbe informato sicuramente. Allora come poteva essere successo? L'uomo si stava scervellando da diversi minuti nella saletta d'aspetto di quella clinica super lusso che sembrava quasi più un albergo. Perché ci stava impiegando così tanto? Di solito quando una era incinta lo si sapeva subito, senza troppi giri, invece era da più di mezz'ora che stava dentro a quella sala e non si vedeva uscire.
Forse c'erano complicazioni, forse aveva un malessere differente e molto grave, forse non voleva dirgli nulla per evitare che si preoccupasse.
Quello era da lei, in effetti. Stringeva i pugni nervosamente, battendo il piede al terreno con aria avvolta da una fredda serietà che metteva paura e soggezione in ogni infermiere o dottore che passava da quelle parti. Finalmente, dopo qualche altro minuto di agonizzante attesa, la porta scorrevole della sala visite si spalancò e di impulso il Vastnor scattò in piedi. Vedendo uscire la francese le si avvicinò preoccupato.

Allora?
... Che è successo?
Cos'hai?
Non mi tenere sulle spine, dimmi, svelta!
... Monique?!
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Messaggioda Monique » 08/06/2015, 11:27

[Vireau Manor - 7 Giugno 2110 - ore 9.21]


Sei sicura che forse sei...

Non lo so, non lo so!
Però mi sento strana ed ultimamente ho troppo appetito.


Aveva passato ore davanti allo specchio, senza farsi notare troppo da Sandyon - che per fortuna era impegnato con Aryanne; era sempre uguale, forse un pochino più gonfia sulla pancia... ma come poteva essere altrimenti quando non faceva che mangiare? Aveva dato la colpa allo stress, e nel farlo si era detta di non avere nemmeno tutti i torti... ma c'era qualcosa che non le tornava comunque: si sentiva strana, diversa pur non presentando nessun segno particolare di cambiamento.
Era come se qualcosa, dentro di sé, stesse cambiando, modificandosi, creandosi: quell'ultimo pensiero ne aveva fatto nascere spontaneamente un altro, per quanto la stessa francese cercasse di non dargli peso. Non era un mistero che la Vice Preside di Hogwarts si sentisse pronta per avere un figlio, il suo desiderio di maternità si era sviluppato ormai da un anno a quella parte; ne aveva parlato col marito, facendogli presente quel suo desiderio per comprendere il suo punto di vista, ed avevano convenuto insieme che, al momento, troppe cose ancora non permettevano loro di crearsi una famiglia nel senso più classico e tradizionale del termine.
In realtà una parte di Monique aveva sarcasticamente pensato che, viste le loro vite, non ci sarebbe mai stato un momento giusto per procreare, e diventare quindi in qualche modo vulnerabili, ma aveva deciso di fidarsi delle parole del marito che le aveva fatto una promessa: entro i 35 anni di lei, a prescindere dal grado di tranquillità delle loro vite - e a meno di impedimenti gravissimi - avrebbero avuto un figlio, realizzando il desiderio di entrambi.
Erano sempre stati attenti, quindi, sul proteggersi da gravidanze indesiderate - o meglio, desiderate ma precoci - il che rendeva Monique ancora meno propensa a credere che potesse trattarsi davvero di quello; aveva anche chiesto a Mog e Sophie se fossero in grado di percepire qualcosa di diverso in lei, così da darle qualche indizio su quale fosse il problema, ma nulla, anche loro non sembravano in grado di darle alcuna risposta.
Ma allora, cos'altro diavolo le stava succedendo?

Lascia fare alla tua sorellina!
Ti procura subito una visita presso la clinica più esclusiva e riservata della Francia Magica!
Nostro padre non verrà mai a saperlo, te lo assicuro!


Ma, aspetta, Veronique, posso occuparmene io, davvero!

Eh no, mi spiace Moni, se poco poco quella gallina della Sauvage mi ruba l'occasione di garantirti la notizia più importante della tua vita, penso che potrei ucciderla...
E poi, vuoi mettere l'invidia?


Veronique!?

Ti prenoto per dopodomani, mi raccomando puntuale alle 17:00!

La sorella minore era davvero incorreggibile, mai una volta che non pensasse a come superare Celine in qualcosa! Spesso Monique si chiedeva se la guerra tra loro due sarebbe mai finita... e si rispondeva che no, decisamente non sarebbe mai accaduto fino a che lei per prima non fosse stata bene: probabilmente in una situazione di pericolo si sarebbero anche potute alleare, ma non le andava molto di rischiare la propria vita per il gusto di vederle andare d'accordo!
In ogni caso, avendo capito che Veronique - per motivi più o meno altruistici - voleva davvero che la sorella andasse a quella visita così da sentirsi più tranquilla, alla fine la francese aveva accettato, chiedendo a Sandyon di accompagnarla in quella clinica privata - perché presentarsi in un ospedale pubblico avrebbe potuto attirare troppo l'attenzione dei media: non aveva detto una parola sulla possibilità di una gravidanza da quando Veronique se n'era andata, evitando l'argomento come la peste.
Non voleva pensare, sperare od ipotizzare nulla, per quella volta, preferendo di gran lunga il motto babbano "beata ignoranza".

[Clinica Privata "Bacio Vitale" - 9 Giugno 2110 - ore 17.32]


Non capiva perché ci stessero mettendo tanto: le avevano fatto subito un prelievo di sangue, poi un'ecografia dalla quale la francese non aveva colto assolutamente nulla che le facesse capire con certezza se stesse aspettando un figlio o meno, poi di nuovo altri esami del sangue, un controllo del peso ed un'infinita serie di domande sui suoi trascorsi clinici, eventuali allergie, malattie, farmaci assunti.
Ma era davvero così complicato sapere se si era incinte o meno? Non avendo esperienza in quel campo, la francese non sapeva proprio cosa rispondersi... e quindi si trovava lì, in quella stanza per le visite, seduta sul lettino, da almeno dieci minuti, senza la possibilità di fare nulla.

Sandyon starà dando di matto...

Pensò la Vireau, quasi decisa ad alzarsi e raggiungerlo - non era mai stata una donna paziente - quando la porta si aprì, e da essa entrò un uomo di colore con un sorriso gentile e rassicurante sul volto.

Madame Vastnor, ci scusi se l'abbiamo fatta aspettare tanto, ma volevamo essere sicuri.

Sicuri... di cosa?

Della sua gravidanza.

... prego?

Lei è incinta, Monique.
Da circa dodici settimane.


Immagine


Aspettava un figlio.
Un bambino.
Suo e di Sandyon.
Ma com'era potuto succedere?

Io... io non capisco...
Siamo sempre stati attenti, abbiamo preso tutte le precauzioni possibili...


Precauzioni che funzionano nel 99,9% dei casi, Madame.
Lei rientra nell'altro 0,1%.


Poteva essere considerato destino quello, il volere della Trama?

C'è un'altra cosa, però, che dovrebbe sapere...

Il tono serio dell'uomo fece impennare il suo istinto materno da 0 a 10 nel giro di mezzo secondo: il pensiero che ci fosse qualcosa che non andava al suo bambino - al loro bambino - la spinse a posarsi le mani sul grembo in un gesto di protezione ed amore nei confronti della creatura che si stava sviluppando dentro di lei, e a corrugare la fronte in una smorfia carica di apprensione ed ansia.

... sono due.
Lei aspetta due gemelli.


Per una decina di secondi, Monique non reagì in alcun modo, rimanendo immobile come una perfetta statua di sale: poi, lentamente, la bocca si spalancò, boccheggiando come in cerca di aria, e per poco gli occhi non le uscirono fuori dalle orbite.
Incinta di due... gemelli?

Oh... porca... Trama...

Non aveva mai bestemmiato in vita sua, ma in quel momento tutta la finezza di cui disponeva si era decisamente dissolta come per magia; l'uomo, dal canto suo, tossicchiò leggermente e proseguì a parlare, fingendo in modo molto gentile - e visti i costi per le visite, ci mancava solo che fosse scortese - di non averla sentita.

Vuole conoscere il loro sesso?

Posso... posso già saperlo?

Naturalmente. - confermò il Medimago, che attese un cenno di assenso da parte della donna prima di proseguire - Sono felice di annunciarle che diventerà madre di un maschio e di una femmina: all'inizio avevamo creduto che aspettasse un bambino solo, poiché era ciò che risultava dall'ecografia, ma i suoi valori nel sangue non ci convincevano, così abbiamo fatto un esame più approfondito... ed ecco scoperto l'arcano: la femminuccia si era "nascosta" dietro al fratellino, e questo ci impediva di vederla chiaramente.

Due bambini.
Non uno... due!

Io... non so che pensare...

Era felice, preoccupata, spaventata, entusiasta, e tutto questo insieme: come avrebbe fatto a gestire la gravidanza con gli impegni scolastici? Si sarebbe dovuta prendere un permesso speciale da lavoro? Ma era la Vice Preside, non si poteva assentare!! E Sandyon... come l'avrebbe detto a Sandyon?

Suo marito la sta aspettando di là... perché non gli comunica la bella notizia?
Così poi potremo parlare di tutto il necessario per farle vivere una gravidanza serena e sicura per lei e i suoi figli.


Sì... grazie...

Mormorò la francese, scendendo dal lettino in un gesto quasi meccanico e, altrettanto meccanicamente, uscendo dallo stanza per le visite fino a raggiungere il marito con espressione ancora sconvolta.

Allora?

......

... Che è successo?
Cos'hai?
Non mi tenere sulle spine, dimmi, svelta!


..................

... Monique?!

Alzò lentamente lo sguardo su di lui, la voce che uscì dalle sue labbra come un sussurro flebile ma inequivocabile.

... sono incinta.
Di due gemelli.
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Messaggioda Sandyon » 08/06/2015, 18:10

... sono incinta.
Di due gemelli.


Le parole di Monique echeggiarono nella sua mente e nel suo cuore con una tale energia da lasciarlo momentaneamente senza fiato.
Sandyon fino a quel momento aveva soltanto ipotizzato che potesse trattarsi di una gravidanza ma non ne era affatto sicuro.
C'erano fin troppi dettagli che non combaciavano, troppe protezioni e precauzione prese affinché non accadesse ciò che invece era accaduto.
Eppure lo sguardo della francese non mentiva, era impossibile che stesse fingendo o lo stesse prendendo in giro: era incinta, davvero.
Gli occhi si abbassarono, il Vastnor andò a fissare la pancia un po' gonfia della moglie, immaginando al suo interno non una, ma ben due vite.
La prima cosa che fece, di istinto, fu andare ad abbracciare subito la donna, stringendola abbastanza forte da farle capire quanto fosse emozionato e commosso dalla verità appena scoperta. Di mezzo c'era anche la tranquillità del sapere che lei fosse in ottima salute e non ci fossero stati altri problemi a creare lo status di nausea, maggiore appetito e gonfiore. Oltre a tutto questo, c'era poi la contentezza di una notizia simile. D'accordo, era molto preoccupato per ciò che sarebbe accaduto in futuro, di come avrebbe potuto prendere la notizia Aryanne, ma oltre a questo, non poteva non essere euforico al pensiero di diventare padre di due piccolini, due piccolini veri, che avrebbe potuto crescere, vedere formarsi piano piano, diventare sempre più grandi, intelligenti e forti.

Bravissima amore mio... Bravissima...
... Sniff... Sniff...


L'omone si era largamente commosso, immensamente felice dell'impresa che avevano compiuto assieme e non gli interessava come potesse essere accaduto, come mai le protezioni non avessero funzionato, l'importante era che dentro la pancia della donna ci fosse qualcosa di loro, nato dalla loro unione, dal loro amore, dal loro DNA. Sapeva già che sarebbero stati dei bambini fantastici, non gli interessava nemmeno sapere il sesso, perché erano i loro, sarebbero stati cresciuti dai genitori migliori esistenti, soprattutto da una madre bellissima e perfetta come la Vireau.
Si staccò un poco e la baciò sulla fronte, poi sulla guancia ed infine sulle labbra. Adesso il resto della clinica non esisteva più, c'era soltanto lei.
Sua moglie aveva dato vita ad un vero e proprio miracolo, un miracolo che avrebbero dovuto difendere continuamente, ma non poteva di certo farle la colpa di essere stata esageratamente fertile. La alzò in alto, come una coppa, tenendola per i fianchi, volteggiando con lei. Avrebbe voluto sorridere di più ma purtroppo non ne era totalmente capace, sarebbe stato chiedergli troppo. Riportata con i piedi per terra, si avvicinò ai medici, stringendo loro la mano e ringraziandoli distrattamente per l'impegno avuto nel prendersi cura della donna, poi tornò da lei svelto.

Come ti senti?
Stanno bene?
Cioè, nasceranno forti e sani?
Due maschi?
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