Re: Vienna
Inviato: 22/07/2018, 2:27
2 Marzo 2114
Magione di Scarlet Djinn
Dintorni della Vienna Magica
Austria
Ore 12:45
Da quando Ruyrik aveva lasciato la magione la sua vita era diventata... noiosa.
Il Druido era stato un piacevole diversivo per la Nygaard.
Un divertimento.
Un giocattolo da sfruttare alla pari di suo padre.
L'uomo seduto di fronte a lei e che, alzando il viso, le fece una domanda.
Di tuo gradimento il pasto?
Molto, padre.
La cuoca si è superata questa volta.
Cortesia.
Educazione.
Etichetta.
Facevano tutte parte delle lezioni di galateo che la madre aveva voluto ella imparasse.
Affinché si integrasse bene nella loro società.
Affinché non sembrasse una selvaggia.
Poco le importava.
Le stava tutto bene, purché la si lasciasse in pace.
Era lei che tormentava gli altri.
Come il padre, la sua vittima preferita.
Alzò un piede, andando a sfiorare la gamba dell'uomo con una carezza.
Sorridendo, mentre mangiava la sua ratatouille.
Ti manca almeno un po' il giovane?
Ho ritrovato con lui il piacere di stare a contatto con un mio simile.
Non sento la sua mancanza, ma avverto la sua assenza.
La casa... Sembra un po' più vuota.
Era sincera.
Per una volta.
Perché per il resto del tempo, sapeva solo fingere, ingannare.
Fare finta di stare bene.
Tenere a bada i propri tumulti interiori.
Era un altro il giovane che le mancava.
Ma non osava rivelarlo a nessuno.
Non voleva che la cosa diventasse reale.
Di dominio pubblico.
Che cosa sarebbe potuto accadere?
Forse l'avrebbero spinta ad accettare il proprio destino.
Un destino contro il quale la rossa si ribellava.
Anche se il suo cuore ne soffriva sempre di più.
Credi ti abbia saputo trasmettere qualcosa di utile?
Lui è stato un ottimo insegnante, ma io una pessima allieva.
Temo proprio di non essere portata per il combattimento, purtroppo...
Vorrei possedere un po' delle sue capacità, per sentirmi meno indifesa.
Che stronza bugiarda.
Avrebbe potuto imparare molto, invece.
Se solo si fosse applicata.
Ma non le interessava applicarsi.
Non le interessava stare ad ascoltare il giovane Druido.
Le interessava unicamente starsene da sola.
Passeggiare.
Uscire.
Spendere i soldi dei genitori.
E scacciare dai pensieri la figura del Mercenario.
Scacciare dai propri sogni la sua presenza.
Si era divertita molto a sottomettere Ryurik.
Forse non avrebbe dovuto lasciarlo andare.
Era una lodevole valvola di sfogo, oltre a suo padre.
Caro, forse sarebbe meglio dirle di...
Tesoro, per favore, non adesso.
E quando sennò?
Lasciamola mangiare in pace...
Come se fosse qualcosa di tanto problematico.
... Di cosa state parlando?
Il rumore del cucchiaio abbandonato nel piatto.
Lo sguardo alzato, interrogativo, sospettoso.
Il tono minaccioso, che presagiva solo guai.
Faceva bene a tremare il padre di Scarlet.
La figlia si era fatta sempre più crudele negli ultimi tempi.
Stava vivendo qualcosa di cui i genitori adottivi non erano a conoscenza.
Era ovvio che il conflitto sfociasse in crudeltà.
Ovvio per lei, non per lui.
Il quale temeva le conseguenze su sé stesso.
Tra dieci giorni ci sarà un ricevimento presso il Castello dei Baroni di Sauzer.
Praticamente ogni esponente dell'alta aristocrazia magica sarà presente, con annessi figli e figlie.
Un'ottima occasione non solo per stringere amicizie in alto, ma anche per inquadrare qualche buon partito.
Ci sono rampolli molto facoltosi.
Non ti vogliamo imporre nulla, ma dare un'occhiata non fa mai male, specie perché una ragazza bella come te sa fare stragi.
Oh sì.
Lei sapeva fare stragi.
Ma non di cuori.
Lei i cuori li spaventava.
Li torturava.
Li opprimeva.
Fino a quando i loro possessori non scappavano.
Fino a quando non si rendevano conto del mostro che si annidava dentro Scarlet.
Non era la prima volta che la madre adottiva sperava di vedere la figlia accasata.
Non aveva ancora capito il concetto di Imprinting o forse le importava poco.
Tanto non sapeva nemmeno che fosse accaduto.
Non lo aveva detto a nessuno.
Voleva ignorarlo.
Ma dentro di sé sentiva il cuore ribellarsi di fronte a quel sacrilegio del suo amore.
Il vero problema sarà per forza il dover adeguarsi agli standard dell'ambiente.
Sono riuscita ad ottenere l'invito con molta fatica, noi saremo anche ricchi, ma lì in mezzo c'è gente di un livello superiore.
Ogni famiglia avrà la propria Guardia del Corpo e le assegneranno di sicuro ai loro figli affinché li seguano ovunque.
Escluso categoricamente che qualcuno voglia effettuare rapimenti lì dentro ma avere un BodyGuard fa chic.
Ci fosse stato ancora Ryurik avremmo risolto il problema, adesso invece bisognerà trovare qualcun'altro.
L'assenza di risposta da parte della Nygaard venne preso come un tacito assenso.
Era sempre così.
Se non le stava bene una cosa, lo diceva.
Se non le importava, allora taceva.
Tanto doveva solo partecipare ad un evento di gala.
Senza alcun impegno.
Al massimo bei vestiti, bei gioielli e belle scarpe.
La prospettiva non le dispiaceva.
Ma la interessò solamente dopo.
Quando il padre suggerì una possibile soluzione al problema del BodyGuard.
Potremmo rivolgerci alla Gilda dei Mercenari locale, non credi?
Per favore...
Intanto c'è il rischio che lo scoprano.
Inoltre non voglio sborsare una cifra esorbitante per una sola sera.
Questi zotici sentono l'odore dei soldi a chilometri.
Appena intuiranno la situazione, cercheranno di marciarci sopra.
I Mercenari sono feccia della peggior specie.
Ho qualche conoscenza al Ministero, potrei vedere di ingaggiare privatamente un Auror.
Quelli già prendono uno stipendio di tutto rispetto.
Forse ci eviteremmo parcelle fuori dal mondo.
Di solito, non le importava ciò che diceva sua madre.
Anche quando insultava qualcuno.
Questa volta però, il Fuoco ebbe un guizzo.
E i due genitori lo avrebbero percepito.
Erano due membri di altissimo livello dentro la Gilda Ignis.
Potevano sentire le variazioni del suo spirito.
Quella poi ancora di più, perché legata al loro stesso elemento.
Forse l'avrebbero guardata in maniera interrogativa.
Forse non avrebbero compreso perché si fosse scaldata tanto.
Lascia che io dissenta dal tuo giudizio, madre.
I Mercenari sono feccia... Tranne colui che mi ha salvata mesi fa.
Un appunto.
Di poco conto.
Senza valore.
Ma sentiva l'impulso di farlo.
Perché altrimenti parte del suo cuore ne avrebbe sofferto.
Perché altrimenti si sarebbe rivoltata contro i suoi genitori.
Non le interessava nulla di Dre.
Non lo voleva.
Ma lo desiderava.
Lo amava.
Voleva proteggerlo.
Anche da coloro che semplicemente lo insultavano.
Anche lei lo insultava.
Ma era diverso.
Lei voleva nascondere ciò che provava.
Ci era riuscita benissimo.
Il Mercenario non aveva mai capito nulla.
Se posso permettermi, cara, non credo che il fatto di avere una Guardia del Corpo cambi sul serio qualcosa.
Come fai a dire simili scempiaggini?
Se non siamo sul loro stesso piano, la nostra Scarlet non verrà mai presa davvero in considerazione.
L'apparenza deve ingannare ed ingannerà.
Neanche a me piace fare certi stratagemmi stupidi.
Ma è nostro dovere aiutare Scarlet a costruirsi un futuro solido, agiato e con affianco qualcuno che non le faccia mancare nulla.
Nessun Auror e nessun Mercenario mi faranno sentire al sicuro.
Non li conosco.
Non so chi siano e non so quanto siano validi.
Ma se dessimo l'incarico al Mercenario che mi ha salvato la vita...
... Allora anche io mi sentirei più tranquilla e godrei di più il fatto di partecipare a questo evento.
Perché si era mossa a parlare?
Perché aveva buttato lì la sua preferenza?
Erano mesi che non lo vedeva.
E stava proprio in quello il motivo.
Erano mesi che non lo vedeva... E le mancava.
Inoltre, sarebbe un ottimo ringraziamento oltre alla cifra che già gli è stata versata per ciò che ha fatto.
Credo di ricordare che... Vi abbia chiesto molto poco.
E solo perché avete insistito...
Di suo, lui non avrebbe accettato nulla.
Quello era il sottointeso.
Stava poi ai suoi genitori comprendere.
Era quasi sicura che in questo modo avrebbero ascoltato le sue richieste.
Perché era la loro bambina.
Perché volevano farla contenta.
Perché il padre non voleva che quella notte ella gli facesse pagare caro il non averla appoggiata.
Rivolse lo sguardo verso sua madre.
Sembrava quasi una brava figlia ubbidiente.
Lei era troppo cieca per vederne l'animo marcio.
Ti prego, madre.
Diamogli un'occasione.
Magione di Scarlet Djinn
Dintorni della Vienna Magica
Austria
Ore 12:45
Da quando Ruyrik aveva lasciato la magione la sua vita era diventata... noiosa.
Il Druido era stato un piacevole diversivo per la Nygaard.
Un divertimento.
Un giocattolo da sfruttare alla pari di suo padre.
L'uomo seduto di fronte a lei e che, alzando il viso, le fece una domanda.
Di tuo gradimento il pasto?
Molto, padre.
La cuoca si è superata questa volta.
Cortesia.
Educazione.
Etichetta.
Facevano tutte parte delle lezioni di galateo che la madre aveva voluto ella imparasse.
Affinché si integrasse bene nella loro società.
Affinché non sembrasse una selvaggia.
Poco le importava.
Le stava tutto bene, purché la si lasciasse in pace.
Era lei che tormentava gli altri.
Come il padre, la sua vittima preferita.
Alzò un piede, andando a sfiorare la gamba dell'uomo con una carezza.
Sorridendo, mentre mangiava la sua ratatouille.
Ti manca almeno un po' il giovane?
Ho ritrovato con lui il piacere di stare a contatto con un mio simile.
Non sento la sua mancanza, ma avverto la sua assenza.
La casa... Sembra un po' più vuota.
Era sincera.
Per una volta.
Perché per il resto del tempo, sapeva solo fingere, ingannare.
Fare finta di stare bene.
Tenere a bada i propri tumulti interiori.
Era un altro il giovane che le mancava.
Ma non osava rivelarlo a nessuno.
Non voleva che la cosa diventasse reale.
Di dominio pubblico.
Che cosa sarebbe potuto accadere?
Forse l'avrebbero spinta ad accettare il proprio destino.
Un destino contro il quale la rossa si ribellava.
Anche se il suo cuore ne soffriva sempre di più.
Credi ti abbia saputo trasmettere qualcosa di utile?
Lui è stato un ottimo insegnante, ma io una pessima allieva.
Temo proprio di non essere portata per il combattimento, purtroppo...
Vorrei possedere un po' delle sue capacità, per sentirmi meno indifesa.
Che stronza bugiarda.
Avrebbe potuto imparare molto, invece.
Se solo si fosse applicata.
Ma non le interessava applicarsi.
Non le interessava stare ad ascoltare il giovane Druido.
Le interessava unicamente starsene da sola.
Passeggiare.
Uscire.
Spendere i soldi dei genitori.
E scacciare dai pensieri la figura del Mercenario.
Scacciare dai propri sogni la sua presenza.
Si era divertita molto a sottomettere Ryurik.
Forse non avrebbe dovuto lasciarlo andare.
Era una lodevole valvola di sfogo, oltre a suo padre.
Caro, forse sarebbe meglio dirle di...
Tesoro, per favore, non adesso.
E quando sennò?
Lasciamola mangiare in pace...
Come se fosse qualcosa di tanto problematico.
... Di cosa state parlando?
Il rumore del cucchiaio abbandonato nel piatto.
Lo sguardo alzato, interrogativo, sospettoso.
Il tono minaccioso, che presagiva solo guai.
Faceva bene a tremare il padre di Scarlet.
La figlia si era fatta sempre più crudele negli ultimi tempi.
Stava vivendo qualcosa di cui i genitori adottivi non erano a conoscenza.
Era ovvio che il conflitto sfociasse in crudeltà.
Ovvio per lei, non per lui.
Il quale temeva le conseguenze su sé stesso.
Tra dieci giorni ci sarà un ricevimento presso il Castello dei Baroni di Sauzer.
Praticamente ogni esponente dell'alta aristocrazia magica sarà presente, con annessi figli e figlie.
Un'ottima occasione non solo per stringere amicizie in alto, ma anche per inquadrare qualche buon partito.
Ci sono rampolli molto facoltosi.
Non ti vogliamo imporre nulla, ma dare un'occhiata non fa mai male, specie perché una ragazza bella come te sa fare stragi.
Oh sì.
Lei sapeva fare stragi.
Ma non di cuori.
Lei i cuori li spaventava.
Li torturava.
Li opprimeva.
Fino a quando i loro possessori non scappavano.
Fino a quando non si rendevano conto del mostro che si annidava dentro Scarlet.
Non era la prima volta che la madre adottiva sperava di vedere la figlia accasata.
Non aveva ancora capito il concetto di Imprinting o forse le importava poco.
Tanto non sapeva nemmeno che fosse accaduto.
Non lo aveva detto a nessuno.
Voleva ignorarlo.
Ma dentro di sé sentiva il cuore ribellarsi di fronte a quel sacrilegio del suo amore.
Il vero problema sarà per forza il dover adeguarsi agli standard dell'ambiente.
Sono riuscita ad ottenere l'invito con molta fatica, noi saremo anche ricchi, ma lì in mezzo c'è gente di un livello superiore.
Ogni famiglia avrà la propria Guardia del Corpo e le assegneranno di sicuro ai loro figli affinché li seguano ovunque.
Escluso categoricamente che qualcuno voglia effettuare rapimenti lì dentro ma avere un BodyGuard fa chic.
Ci fosse stato ancora Ryurik avremmo risolto il problema, adesso invece bisognerà trovare qualcun'altro.
L'assenza di risposta da parte della Nygaard venne preso come un tacito assenso.
Era sempre così.
Se non le stava bene una cosa, lo diceva.
Se non le importava, allora taceva.
Tanto doveva solo partecipare ad un evento di gala.
Senza alcun impegno.
Al massimo bei vestiti, bei gioielli e belle scarpe.
La prospettiva non le dispiaceva.
Ma la interessò solamente dopo.
Quando il padre suggerì una possibile soluzione al problema del BodyGuard.
Potremmo rivolgerci alla Gilda dei Mercenari locale, non credi?
Per favore...
Intanto c'è il rischio che lo scoprano.
Inoltre non voglio sborsare una cifra esorbitante per una sola sera.
Questi zotici sentono l'odore dei soldi a chilometri.
Appena intuiranno la situazione, cercheranno di marciarci sopra.
I Mercenari sono feccia della peggior specie.
Ho qualche conoscenza al Ministero, potrei vedere di ingaggiare privatamente un Auror.
Quelli già prendono uno stipendio di tutto rispetto.
Forse ci eviteremmo parcelle fuori dal mondo.
Di solito, non le importava ciò che diceva sua madre.
Anche quando insultava qualcuno.
Questa volta però, il Fuoco ebbe un guizzo.
E i due genitori lo avrebbero percepito.
Erano due membri di altissimo livello dentro la Gilda Ignis.
Potevano sentire le variazioni del suo spirito.
Quella poi ancora di più, perché legata al loro stesso elemento.
Forse l'avrebbero guardata in maniera interrogativa.
Forse non avrebbero compreso perché si fosse scaldata tanto.
Lascia che io dissenta dal tuo giudizio, madre.
I Mercenari sono feccia... Tranne colui che mi ha salvata mesi fa.
Un appunto.
Di poco conto.
Senza valore.
Ma sentiva l'impulso di farlo.
Perché altrimenti parte del suo cuore ne avrebbe sofferto.
Perché altrimenti si sarebbe rivoltata contro i suoi genitori.
Non le interessava nulla di Dre.
Non lo voleva.
Ma lo desiderava.
Lo amava.
Voleva proteggerlo.
Anche da coloro che semplicemente lo insultavano.
Anche lei lo insultava.
Ma era diverso.
Lei voleva nascondere ciò che provava.
Ci era riuscita benissimo.
Il Mercenario non aveva mai capito nulla.
Se posso permettermi, cara, non credo che il fatto di avere una Guardia del Corpo cambi sul serio qualcosa.
Come fai a dire simili scempiaggini?
Se non siamo sul loro stesso piano, la nostra Scarlet non verrà mai presa davvero in considerazione.
L'apparenza deve ingannare ed ingannerà.
Neanche a me piace fare certi stratagemmi stupidi.
Ma è nostro dovere aiutare Scarlet a costruirsi un futuro solido, agiato e con affianco qualcuno che non le faccia mancare nulla.
Nessun Auror e nessun Mercenario mi faranno sentire al sicuro.
Non li conosco.
Non so chi siano e non so quanto siano validi.
Ma se dessimo l'incarico al Mercenario che mi ha salvato la vita...
... Allora anche io mi sentirei più tranquilla e godrei di più il fatto di partecipare a questo evento.
Perché si era mossa a parlare?
Perché aveva buttato lì la sua preferenza?
Erano mesi che non lo vedeva.
E stava proprio in quello il motivo.
Erano mesi che non lo vedeva... E le mancava.
Inoltre, sarebbe un ottimo ringraziamento oltre alla cifra che già gli è stata versata per ciò che ha fatto.
Credo di ricordare che... Vi abbia chiesto molto poco.
E solo perché avete insistito...
Di suo, lui non avrebbe accettato nulla.
Quello era il sottointeso.
Stava poi ai suoi genitori comprendere.
Era quasi sicura che in questo modo avrebbero ascoltato le sue richieste.
Perché era la loro bambina.
Perché volevano farla contenta.
Perché il padre non voleva che quella notte ella gli facesse pagare caro il non averla appoggiata.
Rivolse lo sguardo verso sua madre.
Sembrava quasi una brava figlia ubbidiente.
Lei era troppo cieca per vederne l'animo marcio.
Ti prego, madre.
Diamogli un'occasione.