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Messaggioda Beatriz » 12/04/2015, 1:17

Questo però significherebbe che ci sia qualcosa da farsi perdonare... e invece, quando si tratta di te, darti le colpe di qualcosa mi riesce particolarmente difficile.

Da quando era diventato così accomodante con lei? Beatriz lo fissò un po' perplessa in viso, perchè certo non si aspettava che l'uomo avesse un debole -seppur minimo- nei suoi confronti. Aveva passato metà della propria vita a non legarsi a nessuno, se non all'unica donna verso la quale provava un profondo rispetto. Eppure, anche con Chandra sapeva di non potersi fidare ciecamente: non poteva volerle bene, non poteva affezionarsi a lei perchè il suo unico scopo era ucciderla e prendere il suo posto un giorno.
Ne erano consapevoli entrambe, ma stranamente questo non aveva impedito alla Ujeroi di voler proteggere la sua Adepta con tutta sè stessa, anche a costo di cambiare bandiera e di schierarsi con Tezzereth contro l'attuale Supremo. Lo scienziato pazzo aveva fatto davvero un ottimo lavoro con tutti loro: aveva convinto i più forti ad abbracciare la sua causa sfruttando i loro punti deboli e i nuovi alleati, a loro volta, avevano portato amici ancora più forti, aiutandoli con favori e quanto altro avessero bisogno. La Schtauffen - e di conseguenza anche la Ujeroi- erano cadute nella trappola del Ragno Tessitore, una trappola che Beatriz aveva trovato estremamente piacevole e sconvolgente. Ma ora che il momento era giunto, come si sarebbe comportato Marcus con lei e come avrebbe dovuto comportarsi lei col Tredicesimo?
Una domanda che la tedesca tentava di ignorare, mentre illustrava all'uomo in cosa consistesse il regalo che Tezzereth aveva fatto al suo protetto.

Decisamente sa come stimolare chi ha intorno a donargli fedeltà...

Sa cosa sia l'astuzia e l'intelligenza, questo glielo concedo.

Commentò, sempre con quel tono rispettoso e sottomesso, non riuscendo ad analizzare le proprie emozioni perchè bloccate dal pensiero di ciò che stava nascondendo ad Azhad e di ciò che implicava andare fino in fondo in quella faccenda: separarsi da lui.

È questo luogo a renderti così diversa dalla donna con cui sono solito raggiungere i più soddisfacenti piaceri carnali da molto tempo a questa parte... o è colpa mia?

Che cosa Vi fa credere che Voi possiate essere la causa di un mio particolare stato d'animo?

Rispose, forse un tantino troppo pungente rispetto ai toni utilizzati di fronte al Tredicesimo. Non si aspettava quella domanda, non si aspettava che l'uomo potesse interessarsi a lei, preoccuparsi per lei. E perchè aspettarselo poi? Non esistevano amici al mondo, solo alleati pronti a pugnalarti alle spalle quando la tua presenza non era più utile a nessuno.

... tra non molto la Setta imploderà, e tutti saremo chiamati a combattere per la fazione che abbiamo scelto di seguire: la tua Maestra mi ha chiesto di proteggerti, di starti accanto per far sì che nessuno ti accada nulla.

...Cosa?

Ritiene che tu sia brava, anche letale nel corpo a corpo, ma non abbastanza capace di lottare tanto bene da sopravvivere quando sei circondata da più nemici... e lo penso anch'io.

Che Chandra non la ritenesse alla sua altezza era una cosa che la Schtauffen già sapeva, ma che non la ritenesse in grado di combattere in mezzo ad una mischia era una novità che faceva più male di un Crucio, in quel momento. Lo shock fu tale che la donna fu costretta ad appoggiarsi al tavolo di vetro, cercando di ascoltare con freddezza e lucidità le parole di Marcus, ma non potendo in alcun modo fingere le emozioni che stavano passando sul suo viso -T/A 13.

Non potrò stare con te quando lo scisma avverrà: sarò in prima fila, mi prenderò la responsabilità delle mie azioni e farò ciò che è giusto: ma tu... tu sarai al sicuro, in un luogo dove nessuno potrà farti del male: l'ho promesso alla tua Maestra, ed ho intenzione di mantenere la parola data.

Io...non ho bisogno...di Voi...

Le parole vennero sussurrate, mentre Beatriz si avvicinava con espressione sconvolta al punto dove si trovava Marcus, cercando di elaborare la notizia che il Tredicesimo le aveva appena dato.

Non ho bisogno della Vostra protezione, nè di stare in un luogo sicuro!
Mi sono allenata per tutto questo tempo, per essere alla Vostra altezza e combattere fianco a fianco con Voi, in una battaglia nella quale ho scelto di partecipare. Credete che non sappia quali rischi corra? Lo so bene, lo so da quando mi avete portata via e gettata in pasto a mostri assetati di sangue.
E sono sopravvissuta, nonostante tutto!
- iniziava a non controllare più le proprie emozioni, mentre parlava velocemente, sentendo le parole dell'uomo come un'offesa verso tutto ciò che era ed era diventata -Se morirò in questa battaglia, significa che sono TROPPO debole per continuare a vivere. E' così che si fa no? E' in questo modo che si scelgono i migliori, coloro che un giorno governeranno il mondo.
...Se mi togliete la possibilità di dimostrare il mio potere, che cos'altro mi rimane?
Cos'altro ho Tredicesimo, Voi forse lo sapete?


Cosa le bruciava di più, sapere di essere una nullità o sapere che Marcus la considerasse una nullità? Non la voleva nella mischia, ciò significava che non la considerava abbastanza forte per sopravvivere e se non la considerava abbastanza forte per sopravvivere...

...io non sarò mai in grado di stare al suo fianco.
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Messaggioda Marcus » 12/04/2015, 17:47

Sa cosa sia l'astuzia e l'intelligenza, questo glielo concedo.

Se così non fosse stato, probabilmente a quest'ora il Supremo potrebbe continuare a dormire sonni tranquilli...

Commentò Marcus con un ghigno amaro: per quanto non lo desse mai a vedere, e difendesse la propria posizione perché consapevole dei motivi che lo avevano spinto ad assumerla, l'idea di tradire sua Madre non gli piaceva, in un certo senso lo feriva. Tuttavia, quando Tezzereth lo aveva messo di fronte ad una scelta, lui le aveva voltato le spalle a favore del benessere e della serenità di Veronique... alla quale, ne era certo, un regalo come quello che Beatriz gli aveva messo di fronte avrebbe fatto decisamente comodo.
Ed era proprio la Schtauffen oggetto dei ragionamenti di Azhad, il quale dopo averla osservata bene si rese conto che non sembrava essere la solita di sempre: colpa del posto dove si trovavano, o era la presenza dell'uomo a condizionarla?

Che cosa Vi fa credere che Voi possiate essere la causa di un mio particolare stato d'animo?

La tua quasi totale incapacità di dissimulare, per esempio? - le domandò Marcus di rimando, lanciandole un'occhiata profonda ed intensa, come se fosse in grado di leggerle dentro e di scrutare nei recessi più nascosti del suo animo.

Non approfondì il discorso, comunque, preferendo passare a parlare d'altro: Chandra gli aveva dato disposizioni molto precise su ciò che voleva per Beatriz, per la sua protezione... e il Tredicesimo, a sua volta, le fece presenti alla tedesca, sapendo che probabilmente ciò che aveva sentito non le sarebbe piaciuto per niente.

Io...non ho bisogno...di Voi...

Ne aveva eccome, se voleva pensare di sopravvivere nel bel mezzo della battaglia, ma non pronunciò un solo fiato, lasciando che si avvicinasse a lui e che perdesse lentamente il controllo di sé.

Non ho bisogno della Vostra protezione, nè di stare in un luogo sicuro!
Mi sono allenata per tutto questo tempo, per essere alla Vostra altezza e combattere fianco a fianco con Voi, in una battaglia nella quale ho scelto di partecipare. Credete che non sappia quali rischi corra?


No, non ne aveva la minima idea, questo pensava con sicurezza Marcus... ma era altrettanto certo del fatto che Beatriz avrebbe detto il contrario.

Lo so bene, lo so da quando mi avete portata via e gettata in pasto a mostri assetati di sangue.
E sono sopravvissuta, nonostante tutto!
Se morirò in questa battaglia, significa che sono TROPPO debole per continuare a vivere. E' così che si fa no? E' in questo modo che si scelgono i migliori, coloro che un giorno governeranno il mondo.


Quello in cui sei stata gettata non è niente, niente a confronto di ciò che sta per succedere, Beatriz, anche se fai fatica a comprenderlo. - replicò lui con toni pacati, quasi distaccati.

...Se mi togliete la possibilità di dimostrare il mio potere, che cos'altro mi rimane?
Cos'altro ho Tredicesimo, Voi forse lo sapete?


... avrebbe dovuto fare molto di più, con te. - fu solo un sussurro che comunque la tedesca non avrebbe faticato a cogliere, e che venne accompagnato da una carezza sulla guancia di lei, se quest'ultima non si fosse spostata, ed un'espressione quasi... rammaricata - Se morirai in questa battaglia significa che non sei ancora pronta per affrontarla, Umbuchung.
Credi che, anche solo due anni fa, avessi la stessa sicurezza con cui, ad oggi, sono pronto a combattere? Che fossi pronto tanto quanto lo sono ora? No, mio piccolo storno... nessuno nasce imparato, a questo mondo.


Era un detto babbano che aveva sentito da giovane, e che non aveva mai dimenticato: si spostò da lei, oltrepassandola per avvicinarsi ad una delle vetrate dell'ufficio e, da lì, guardare fuori.

Uno degli insegnamenti della Setta, è che se non sei abbastanza forte per sopravvivere, allora meriti di morire... - sbuffò, scuotendo il capo con un sorriso carico di sarcasmo - Un ottimo modo per controllare le figure più pericolose, non credi? Sottoporle ad una prova, osservarle fallire ed uccidere, è così che funziona, è così che Chandra forse ti ha insegnato a ragionare.
Ti ha insegnato che se sei debole non avrai modo di sopravvivere, che se non uccidi non hai utilità al mondo, che non esiste l'amore, l'amicizia, la lealtà vera, l'onestà. Ti ha fatta diventare una macchina da guerra, ma si è dimenticata di un piccolo, essenziale dettaglio...


Le si avvicinò nuovamente, ma questa volta invece di parlare la prese tra le braccia con tutta la forza - T/F 40 - che possedeva in corpo, l'attirò a sé e la baciò con impeto, violandole la bocca e facendola propria per almeno un minuto intero, così che quando le loro labbra si staccarono, Schtauffen sentisse ancora sulla lingua il sapore di lui.

... tu hai un cuore, Beatriz.

Per questo non sarebbe mai stata una vera macchina per uccidere, per questo Marcus riusciva a condizionare il suo modo di essere, per questo se la prendeva se qualcuno sottolineava le sue debolezze e per questo, quando si trovava circondata dai nemici, non riusciva ad essere tanto letale quanto lo era nel corpo a corpo.

Prima imparerai che non è importante quanto si è forti, bensì il potenziale che ciascuno di noi possiede, e prima capirai come diventare invincibile. - le accarezzò le labbra col pollice, guardandola intensamente - Voglio che tu sia al sicuro quando lo scisma avverrà, non solo perché tengo a te... ma perché penso tu abbia quel potenziale, e che il tuo non essere all'altezza ora non significhi non esserlo mai.

In pratica le stava facendo capire che sì, ora era debole per quella circostanza, ma che non lo sarebbe stata per sempre: l'allenamento e l'esperienza l'avrebbero forgiata, rendendola più forte, più capace, più letale in qualsiasi situazione, ma per tutto questo ci voleva tempo... un tempo che Beatriz non avrebbe avuto, se si fosse fatta uccidere prima.

Fino ad ora ti sei limitata a sopravvivere in questo mondo, pensando di non poter avere di più, di non poter pretendere di più: io posso insegnarti a vivere, a provare cose che non pensavi nemmeno esistessero... ma è una scelta che dipende da te.

Avrebbe significato prendersi cura di lei, ne era consapevole... ma Azhad lo era sempre quando prendeva una direzione, e se la tedesca avesse detto sì, allora l'avrebbe portata fino in fondo.
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Messaggioda Beatriz » 12/04/2015, 18:42

Che cosa Vi fa credere che Voi possiate essere la causa di un mio particolare stato d'animo?

La tua quasi totale incapacità di dissimulare, per esempio?

Era sempre stato il suo punto debole, quell'incapacità di saper fingere che a Chandra veniva totalmente spontaneo. La sua Adepta invece non era mai stata brava nei rapporti sociali, abituata a pensare e ad agire come una macchina da guerra piuttosto che come un essere umano. Quel suo lato di sè l'aveva portata certo molto lontano, ma le aveva impedito di fare altre, numerose esperienze che mancavano nel repertorio della Schtauffen e la quale ne sentiva -segretamente- la mancanza.
Cercava di sopprimere certi desideri, imputandoli alla propria debolezza, ma non riuscendo mai a scacciarli del tutto: si struggeva per rievocare le dolci carezze della madre, per sapere che gusto avesse il mondo visto non più dagli occhi di un'assassina ma da quelli di una persona normale, che viveva ogni giorno senza quella consapevolezza che la propria vita potesse finire da un momento all'altro.
In ogni caso, Beatriz non rispose alla domanda dell'uomo, sapendo bene di non poter controribattere in alcun modo. Era un dato di fatto conosciuto e già ben accetto dalla tedesca, che invece si ritrovò impreparata ad affrontare ciò che Marcus e Chandra avevano deciso di tenere in serbo per lei durante quella battaglia. Tenerla lontana dal fulcro dell'azione significava renderle evidente la sua incapacità di saper sopravvivere in mezzo alla mischia e quindi una sua debolezza, forte, profonda, che la rendeva meno letale e più vulnerabile agli attacchi dei nemici. Ma era davvero solo quello che faceva male alla mangiamorte o c'era altro sotto, che la donna stessa non sapeva di possedere?

...Se mi togliete la possibilità di dimostrare il mio potere, che cos'altro mi rimane?
Cos'altro ho Tredicesimo, Voi forse lo sapete?


... avrebbe dovuto fare molto di più, con te.

Cosa...cosa significa?

Non si scostò quando Azhad le accarezzò la guancia, pur sapendo che ogni gesto gentile da parte dell'uomo la destabilizzava in un modo talmente tanto profondo e incisivo da impedirle di relegare tali gesti in un dimenticatoio, per non dare loro alcuna importanza.

Se morirai in questa battaglia significa che non sei ancora pronta per affrontarla, Umbuchung.
Credi che, anche solo due anni fa, avessi la stessa sicurezza con cui, ad oggi, sono pronto a combattere? Che fossi pronto tanto quanto lo sono ora? No, mio piccolo storno... nessuno nasce imparato, a questo mondo.


Ed è per questo che ho fatto di tutto per superare ogni volta i miei limiti.
Di tutto.


Proprio come era nei piani della Setta, piani ai quali Beatriz si era adattata rendendoli propri per cercare di sopravvivere in un mondo che era pronto ad ucciderla in qualsiasi momento.

Uno degli insegnamenti della Setta, è che se non sei abbastanza forte per sopravvivere, allora meriti di morire...Un ottimo modo per controllare le figure più pericolose, non credi? Sottoporle ad una prova, osservarle fallire ed uccidere, è così che funziona, è così che Chandra forse ti ha insegnato a ragionare.

Annuì in silenzio, non volendo interrompere il discorso del Tredicesimo, anche perchè qualcosa di strano stava accadendo al suo corpo, qualcosa che Beatriz non provava più da moltissimo tempo.
Cos'era quella sensazione come se un boccone troppo amaro facesse fatica a scivolare giù per la gola? E perchè gli occhi pizzicavano, facendole apparire il resto della stanza più nitida di quanto già non fosse?

Ti ha insegnato che se sei debole non avrai modo di sopravvivere, che se non uccidi non hai utilità al mondo, che non esiste l'amore, l'amicizia, la lealtà vera, l'onestà. Ti ha fatta diventare una macchina da guerra, ma si è dimenticata di un piccolo, essenziale dettaglio...

Per tutto quel tempo aveva imparato a desiderare i suoi baci, piuttosto che subirli. Anche se si dimostrava arrendevole fra le sue braccia, la lingua rispondeva automaticamente alla gemella, in un impeto di passione -sì, passione- che la lasciava ogni volta senza fiato, ogni volta col cuore che batteva a mille, ogni volta più confusa e più spaventata che mai.

...tu hai un cuore, Beatriz.

No...


Scosse la testa, incredula, non riuscendo a parlare, ancora sotto shock per ciò che aveva detto Marcus. Avere un cuore era ciò che ti rendeva più debole all'interno della Setta. Aveva passato anni ad estirpare il proprio, a renderlo sordo ad ogni richiamo, ad ogni impulso che potesse condurla solo ed esclusivamente verso un'unica meta: la morte. Ma ora che Azhad aveva rivelato il suo più grande punto debole, Beatriz non aveva più il controllo delle proprie emozioni, mentre qualcosa di caldo e umido scivolava sulle sue guance, facendola arretrare di qualche passo dal corpo dell'uomo.

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Prima imparerai che non è importante quanto si è forti, bensì il potenziale che ciascuno di noi possiede, e prima capirai come diventare invincibile.
Voglio che tu sia al sicuro quando lo scisma avverrà, non solo perché tengo a te... ma perché penso tu abbia quel potenziale, e che il tuo non essere all'altezza ora non significhi non esserlo mai.


Mise una mano davanti alla bocca, provando a bloccare l'impulso di mettersi a singhiozzare di fronte al Ragno Tessitore. No, non di fronte a lui, ma di fronte a Marcus. Per tutto quel tempo aveva smesso di considerarlo il letale mangiamorte che era per apprezzarne -inconsciamente- ciò che lo rendeva umano. Piccoli dettagli, che neanche Beatriz era conscia di aver colto, ma che l'avevano spinta sempre di più a lasciarsi andare con lui, pur cercando di rimanere in apparenza fredda e distante. Ma era bastato un singolo colpo preciso per frantumare la maschera della Schtauffen e renderla vulnerabile di fronte agli occhi oscuri di Azhad. Occhi che in quel momento Beatriz non osava sfiorare neanche con lo sguardo.

Fino ad ora ti sei limitata a sopravvivere in questo mondo, pensando di non poter avere di più, di non poter pretendere di più: io posso insegnarti a vivere, a provare cose che non pensavi nemmeno esistessero... ma è una scelta che dipende da te.

Vivere? Che cosa intendete Voi per...vita?
Potete forse restituirmi i miei genitori?
Potete farmi ricominciare tutto da capo?
Potete darmi una vita lontana da tutto questo?


Non aveva mai parlato a nessuno di quel desiderio. Le lacrime avevano smesso di scendere, perchè poco abituata a sfogarsi in un pianto. Ma quella sensazione di oppressione al petto era rimasta eccome così come la relativa facilità con la quale non dissimulava più nulla di fronte a Marcus, optando per una verità che la metteva ogni secondo di più sempre più in pericolo.
Un pericolo che lentamente Beatriz si stava convincendo non provenisse affatto dal mangiamorte.
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Messaggioda Marcus » 12/04/2015, 20:22

Cosa...cosa significa?

In realtà, quando l'aveva conosciuta, si era ripromesso di non affezionarsi a lei in alcun modo, di trattarla come una Mangiamorte qualunque... ma poiché, in fondo, Marcus era umano e provvisto di cuore quanto Beatriz, non si era potuto impedire di sviluppare un istinto di protezione nei confronti di lei; ultimamente, da quando erano diventati amanti, quell'istinto era tornato a farsi sentire, prepotente ed in certi casi persino fastidioso, ma assolutamente sincero.
Voleva proteggerla, voleva farla diventare più forte perché vedeva in lei un potenziale enorme... ma soprattutto voleva che smettesse di pensare come la macchina da guerra che non era, che non sarebbe mai stata: una macchina per uccidere non provava sentimenti, mai, di nessun genere, nemmeno l'adrenalina di privare qualcuno della propria vita.
E la Schtauffen non poteva essere più lontana da quella descrizione.
Ella non conosceva tante cose, come l'amicizia, l'amore, il fidarsi di qualcuno in modo incondizionato, la generosità, la lealtà, l'onestà, probabilmente anche il divertimento: eppure, nonostante la Setta e Chandra avessero cercato di estirparglielo dal petto, convincendola che fosse la cosa migliore per lei, Beatriz aveva un cuore, un cuore pulsante, vivo, bisognoso di qualcosa più della sopravvivenza, un cuore che non si accontentava del bianco e nero ma che anelava i colori, un cuore che, per quanto non voluto dalla tedesca, le batteva comunque nel petto, rendendola debole e forte al tempo stesso, fragile e resistente... ma, in ogni caso, umana.
Lasciò che quella consapevolezza scivolasse dentro di lei, e soprattutto che la Schtauffen si permettesse di sentire il dolore: non quello provocato da una ferita o da un colpo ricevuto, bensì quello del cuore, quel dolore interiore ed emotivo che ora le stava causando non poche lacrime.
Forse fu anche vederla così fragile, così ferita, che lo spinse a pensare di prendersi cura di lei, e di mostrarle cosa volesse dire vivere davvero.

Vivere? Che cosa intendete Voi per...vita?
Potete forse restituirmi i miei genitori?
Potete farmi ricominciare tutto da capo?
Potete darmi una vita lontana da tutto questo?


È questo ciò che più desideri, mio piccolo storno? - le domandò inizialmente Marcus, studiando attentamente il suo sguardo così da capire da solo la risposta, nel caso in cui la tedesca non fosse stata in grado di rispondergli a parole - ... vieni qui.

Non un ordine, non un comando, una richiesta: lo si capiva dal tono di voce sfumato di dolcezza, e dal modo in cui le sue braccia si aprirono così da invitarla a rifugiarsi tra esse.

Questo è un abbraccio, Beatriz... un semplice, puro, genuino abbraccio.

Le sussurrò all'orecchio qualora la donna avesse fatto quanto da lui chiesto.
Perché specificare una cosa tanto ovvia? Perché era certo, certissimo, che Beatriz non avesse mai ricevuto un vero abbraccio: nemmeno quando si abbandonavano al sesso, Azhad l'aveva mai abbracciata in quel modo, con un valore aggiunto che la donna mai aveva sperimentato prima... il calore umano.

Non posso ridarti i tuoi genitori... ma posso far sì che tu li veda un'ultima volta per dire loro addio. - parlò ancora al suo orecchio, in un sussurro quasi impercettibile, perché la portata di quella conversazione, viste le loro posizioni, era oltremodo pericolosa - Posso allontanarti da tutto, farti ricominciare da zero, darti una nuova vita... sì, posso farlo.

Con le giuste conoscenze, che Marcus aveva, nulla sembrava impossibile... e di sicuro la richiesta di Beatriz non era poi tanto più difficile di certe missioni che aveva svolto per conto della Setta.

Posso distruggere la gabbia che imprigiona il tuo spirito... posso renderti libera. - un'altra carezza sulla guancia, un altro sguardo intenso da quegli occhi che, per una volta, non comunicavano morte, ma vita, speranza - È questo... è davvero questo ciò che vuoi?
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Messaggioda Beatriz » 13/04/2015, 20:11

È questo ciò che più desideri, mio piccolo storno?

Le parole che aveva rivolto al Tredicesimo avevano un sapore amaro per la mangiamorte: sapeva perfettamente che ciò che aveva chiesto non le sarebbe mai stato concesso -non se ci teneva ancora alla propria vita- per questo esse erano uscite fuori dalle sue labbra con scherno, quasi una presa in giro nei confronti di sè stessa e di chi le stava promettendo una nuova vita.
Non si aspettava però che Azhad volesse un'ulteriore conferma da lei, una conferma che venne con un semplice cenno del capo perchè aveva timore di cosa sarebbe potuto accadere se avesse pronunciato quel sì ad alta voce.

... vieni qui.

Quante stranezze quel giorno: cos'era quella sfumatura dolce e tenera nella voce di Marcus che la spinse -più di tutte le volte nel quale era stato imperativo con lei- ad avvicinarsi al suo corpo per farsi abbracciare?
Un contatto che sapeva di calore umano e di qualcosa che la Schtauffen aveva perso tanto, troppo tempo fa.

Questo è un abbraccio, Beatriz... un semplice, puro, genuino abbraccio.

Annuì senza parlare, provando ad abbandonarsi a quel contatto e respirando profondamente l'odore del corpo di Azhad. Da quando andavano a letto insieme ne aveva avuto sempre la possibilità, ma -se durante quei momenti il suo odore faceva innalzare il suo desiderio a mille -questa volta esso fu solo un semplice profumo gradito alla tedesca.
Persino meglio di quelli che utilizzava lei ogni giorno.

Non posso ridarti i tuoi genitori... ma posso far sì che tu li veda un'ultima volta per dire loro addio.

Non...illudermi, ti prego...

Niente Voi, questa volta, come se anche quella formalità fosse stata messa da parte per il momento lasciando il posto a due esseri umani che senza volerlo avevano finito per legarsi l'uno all'altro. Beatriz non poteva esserne consapevole da parte di Marcus, ma sentiva quel legame da parte sua, un legame al quale la tedesca si abbandonò senza più remore. Le braccia infatti avevano iniziato a salire, stringendosi intorno al corpo massiccio dell'uomo, cercando di ricambiare quel gesto che sapeva di familiare ma dimenticato per tanto tempo.

Posso allontanarti da tutto, farti ricominciare da zero, darti una nuova vita... sì, posso farlo.

Il cuore prese ad accelerare, mentre la mangiamorte ascoltava rapita le promesse di Marcus, lasciandosi cullare dalla possibilità che i suoi sogni -quelli tenuti nascosti- potessero finalmente uscire fuori allo scoperto, prendendo realmente vita.

Posso distruggere la gabbia che imprigiona il tuo spirito...posso renderti libera.
È questo... è davvero questo ciò che vuoi?


Finalmente alzò di nuovo lo sguardo sul volto dell'uomo, provando a scrutarne dentro le nere iridi per scorgere segni di derisione, di scherno, una trappola insomma architettata su misura per convincerla ad uscire allo scoperto e farla fuori. Ma non erano quelle le sensazioni che le stava trasmettendo Marcus, affatto.
C'era una sorta di preoccupazione velata nei suoi occhi mista al desiderio di aiutare davvero la Schtauffen a riavere indietro ciò che aveva perduto.

Sì...- disse in un soffio, deglutendo forzatamente mentre gli occhi si riempivano nuovamente di lacrime immaginando ciò che Marcus le aveva descritto -Voglio dimenticare tutto: la mia vita, il mio nome, essere nessuno. E da quel nessuno ricominciare.
E' davvero possibile? E' davvero possibile sfuggire...a loro?


Chiese in un sussurro, pendendo letteralmente dalle labbra del Mangiamorte.
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Messaggioda Marcus » 13/04/2015, 20:47

Non...illudermi, ti prego...

Che piega curiosa avevano preso le cose: all'inizio di quella chiacchierata non sapeva nemmeno perché fosse stato convocato da Beatriz nel suo ufficio alle Novak Industries, ed ora invece - dopo aver mandato in frantumi la corazza che, negli anni, la tedesca si era costruita - le stava praticamente dicendo che davvero voleva, lui aveva il potere di ridarle una vita, e persino di farle salutare un'ultima volta i suoi genitori.

Potrei mai illuderti o prenderti in giro, Umbuchung?

Una domanda la cui risposta, per altri, sarebbe probabilmente stata un "sì", poiché Azhad era abituato a mentire, manipolare, plasmare la realtà a suo piacimento in qualsiasi istante... ma non con lei; era sempre stato onesto con lei, sincero, trasparente quanto più possibile e a volte ben più del dovuto.
Oltretutto, se la Schtauffen davvero desiderava ciò che gli aveva detto, avrebbe dovuto fidarsi di lui, considerarlo amico ed alleato come mai aveva fatto prima con chiunque altro, Chandra compresa.

Ho i miei mezzi, non avere dubbi su questo. - aggiunse, pensando a Veronique e a come fosse sicuro che un favore non glielo avrebbe mai negato: non sarebbe stato reale, ma la tedesca avrebbe comunque potuto dire addio al padre e alla madre, portando loro quell'ultimo saluto che altrimenti non le sarebbe mai stato concesso.

Tra loro ormai non c'erano più barriere formali, non quando la donna era tra le sue braccia e ricambiava quell'abbraccio ch'egli le aveva donato per farle sentire cosa volesse dire, cosa si provasse ad essere protagoniste di un gesto come quello, tanto semplice quanto prezioso, ma soprattutto altruistico: e l'altruismo, nella Setta dei 12, non era qualcosa di concepibile.

Sì...

Con chiunque altro sarebbe stato come aver appena firmato la propria condanna a morte: non si poteva voler abbandonare la Setta, sarebbe stato come voler tradire il suo ideale, rifiutare il suo credo... accettare di scomparire e perdere la vita, perché nessuno lasciava l'Organizzazione vivo; ma lei ne stava parlando con Marcus, ed egli, il Tredicesimo, la capiva meglio di chiunque altro.

Voglio dimenticare tutto: la mia vita, il mio nome, essere nessuno. E da quel nessuno ricominciare.
E' davvero possibile? E' davvero possibile sfuggire...a loro?


Non rispose subito, scostandosi dall'abbraccio che li aveva visti protagonisti ed avvicinandosi nuovamente alle vetrate per guardare fuori, immaginandosi per qualche istante uno qualsiasi tra quei tanti che camminavano sui marciapiedi, ignari di tutto ciò che segretamente li circondava.

... sì. - mormorò infine, annuendo con un sospiro grave - Non sarà semplice, né immediato.
Potrebbero passare mesi, anche anni, prima che ciò sia possibile: dovrò trovarti un posto sicuro, una nuova identità, forse anche un nuovo aspetto che ti permetta di ricominciare con la sicurezza che nessuno mai potrebbe riconoscerti come la donna che sei ora.


Perché era chiaro che, stavolta, Beatriz non avrebbe potuto fare nulla per aiutarlo: nonostante tutto ciò riguardasse lei, era Azhad l'unico a sapere come e dove muoversi.

Per tutto il tempo da oggi fino a quel giorno, dovrai comportarti come nulla fosse: starai nelle retrovie durante lo scisma, affiancherai la tua Maestra come sempre e ti allenerai ancora più duramente, cosicché nessuno possa sospettare alcunché. Non saprai nulla di quello che farò per te, anche se il non sapere ti logorerà dentro: quando tutto sarà pronto, lo capirai, ed avverrà velocemente... nel giro di un istante ciò che sei verrà cancellato, ed una nuova vita si aprirà per te, mio piccolo storno.

Meno persone sapevano di quella storia, meglio era, ed il Tredicesimo non sarebbe stato certo così pazzo da aggiornarla di volta in volta, troppo pericoloso per entrambi.

Naturalmente... - si volse con lentezza, tornando a guardarla con quegli occhi scuri e profondi - dovrai dimenticarti anche di me.
Solo così potrai essere davvero al sicuro.


E glielo stava dicendo perché... ?
Chissà, forse perché aveva capito di contare, per lei, ben più di quanto fosse lecito.
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Messaggioda Beatriz » 13/04/2015, 21:30

Ho i miei mezzi, non avere dubbi su questo.

Aveva davvero i mezzi per ridarle una nuova vita? La donna non lo dubitava affatto, era consapevole delle immense risorse del quale era provvisto il Ragno Tessitore. Ma Marcus avrebbe messo a disposizione quelle risorse per lei, per darle qualcosa che fino a quel momento non aveva mai creduto possibile desiderare così tanto: la propria libertà.
Era stata schiava, fino a quel momento, della Setta, senza rendersene minimamente conto. Ma ora che il piccolo storno poteva finalmente spiegare le ali e volare via fuori dalla propria gabbia, nessuno l'avrebbe più fermata e nulla avrebbe mai potuto cancellare dai suoi occhi quel desiderio di libertà.
Per questo motivo Beatriz si lasciò andare, dando conferma ad Azhad di ciò che voleva e chiedendogli se davvero fosse possibile uscire fuori da quel mondo senza perdere la propria vita.

... sì.
Non sarà semplice, né immediato.
Potrebbero passare mesi, anche anni, prima che ciò sia possibile: dovrò trovarti un posto sicuro, una nuova identità, forse anche un nuovo aspetto che ti permetta di ricominciare con la sicurezza che nessuno mai potrebbe riconoscerti come la donna che sei ora.


Questo avrebbe significato dire addio per sempre alla vita che conosceva e, soprattutto, alle persone che vi facevano parte. Erano poche in realtà quelle alle quali la tedesca poteva essersi affezionata e il dispiacere peggiore proveniva dal pensare che cosa avrebbe detto o fatto Chandra. Lei era stata il suo unico punto di riferimento per anni, l'unica e sola amica che la Schtauffen possedesse.
Ma era stata anche la causa di tutti i suoi mali. Le aveva salvato la vita per poi minacciarla di ucciderla se non si fosse dimostrata abbastanza forte e spietata da sopravviverle. L'aveva costretta ad anni di torture fisiche -i campi di addestramento non erano certo una passeggiata- e psicologiche -imponendole un isolamento forzato a causa delle circostanze-. L'aveva trasfomata in una macchina assassina, spingendola ad uccidere chiunque ostacolasse i piani della Setta, a prescindere dal sesso, la razza e l'età.
E cosa aveva ottenuto in cambio di tutti i suoi sacrifici e di quegli anni passati ad esserle devota come sua Adepta?
Solo sangue, dolore e tenebra.

Per tutto il tempo da oggi fino a quel giorno, dovrai comportarti come nulla fosse: starai nelle retrovie durante lo scisma, affiancherai la tua Maestra come sempre e ti allenerai ancora più duramente, cosicché nessuno possa sospettare alcunché. Non saprai nulla di quello che farò per te, anche se il non sapere ti logorerà dentro: quando tutto sarà pronto, lo capirai, ed avverrà velocemente... nel giro di un istante ciò che sei verrà cancellato, ed una nuova vita si aprirà per te, mio piccolo storno.

Io non sono in grado di dissimulare le mie emozioni...- ammise ad un certo punto, scuotendo appena il capo -Sarai costretto a darmi una mano fin da adesso, se vuoi davvero che io possa...ritornare libera...

Si stava riferendo ovviamente ad obliviare tutta quella conversazione fra di loro. Beatriz non doveva sapere che Marcus la stava aiutando a riconquistare la propria vita o sarebbe stata capace -e ne era sicura- di mandare tutto all'aria a causa della sua incapacità a fingersi qualcosa che non era.
Doveva credere di essere la solita Mangiamorte per comportarsi come tale agli occhi di tutti -Chandra compresa.

Naturalmente...dovrai dimenticarti anche di me.
Solo così potrai essere davvero al sicuro.


Non disse nulla per una manciata di secondi, fissando priva di qualsiasi emozione il volto di Marcus. Aveva intuito che quello sarebbe stato un altro prezzo da pagare per poter ricominciare tutto da zero. Ma sperava che in qualche modo Azhad lo impedisse, che fosse possibile escogitare un piano per far sì che almeno di lui -del suo benefattore, del suo amico, del suo unico, vero uomo- lei si ricordasse.
Invece quella speranza andò in frantumi, ma non portò la Schtauffen a piangere. Le lacrime erano qualcosa alla quale non era abituata e il dolore dell'anima ancora troppo lento da elaborare.

Non c'è altro modo?

Chiese infine quando si ricordò di possedere ancora una voce per esprimere ciò che il suo cuore stava urlando in quel momento.

Non potrò più rivederti, consapevole di ciò che tu sei per me?

Che cosa diavolo stava dicendo? Perchè quella strana consapevolezza che mai, prima di allora, aveva creduto di possedere? Si avvicinò con passo lento nel punto dove era fermo Marcus, prendendogli il volto fra le mani alla ricerca di un contatto più dolce.

So che non ti farò cambiare idea.
In nessun modo.
Ma sento il dovere di dirtelo ugualmente.
Questa è l'unica cosa che non desidero affatto.


Si avvicinò alle sue labbra, socchiudendo gli occhi per baciarle con trasporto e passione. Era amore quel dolore pungente e quella felicità estrema che sentiva dentro di sè quando stava vicino ad Azhad? No, una come Beatriz Schtauffen non poteva conoscere il vero significato dell'amore. Ma il sentimento che la legava a Marcus era qualcosa che si avvicinava ad esso, un sentimento che se fosse nato in altre circostanze e forse in un'altra vita...sarebbe potuto fiorire in tutto il suo splendore.
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Messaggioda Marcus » 14/04/2015, 17:03

Io non sono in grado di dissimulare le mie emozioni..
Sarai costretto a darmi una mano fin da adesso, se vuoi davvero che io possa...ritornare libera...


Credo sia la cosa più semplice che mi ritroverò a fare per te, Beatriz. - perché insomma, ad usare l'Oblivion non ci voleva nulla - Ma presto lavoreremo anche su questo: più sarai imperturbabile, meno si potrà intuire cosa tu abbia in mente... e la tua mente dev'essere protetta da certe persone più che da altre.

Chandra, tanto per dirne una, che essendo la sua Maestra la conosceva bene: allo stato attuale delle cose, ci avrebbe messo forse cinque minuti per capire che qualcosa, nella sua Adepta, non andava, e la Schtauffen doveva invece imparare ad essere come un libro dalle pagine vuote, per lei.
Insomma, ormai era deciso: Azhad avrebbe aiutato la donna a ricominciare donandole una nuova vita, una nuova identità, un nuovo nome, forse un nuovo aspetto; le avrebbe cancellato ogni traccia del suo passato dalla mente, ma questo avrebbe significato inevitabilmente... perdere anche il ricordo di lui.

Non c'è altro modo?

No. - rispose il Tredicesimo con voce atona e tono piatto.

Non potrò più rivederti, consapevole di ciò che tu sei per me?

Non rispose, osservandola avvicinarsi e non scostandosi quando la donna gli prese il viso tra le mani: non avevano mai parlato di sentimenti, non avevano mai nemmeno accennato alla possibilità di provarne; l'uomo, dal canto suo, non si era mai messo ad analizzare nemmeno quelli per Veronique. Voleva proteggerla e basta, ed ora stava accadendo lo stesso con Beatriz, semplicemente.

So che non ti farò cambiare idea.
In nessun modo.
Ma sento il dovere di dirtelo ugualmente.
Questa è l'unica cosa che non desidero affatto.


Ricambiò il suo bacio, stringendola a sé, violandole la bocca con una possessione nuova: ora non erano più solo amanti, erano anche complici, soci... amici, in un certo senso: e se anche, nella mente di Azhad, forse un modo per evitare che si dimenticasse per sempre di lui c'era, sul momento non ne fece parola; meglio non alimentare alcuna speranza, meglio concentrarsi per compiere un passo alla volta.

... lascia che ti metta al sicuro, per il momento. - le sussurrò con una sfumatura dolce nella voce, facendosi scivolare la bacchetta tra le dita per puntarla alla tempia di lei - Oblivion.

La sua potenza magica permetteva a Marcus di manipolare la memoria altrui, oltre che cancellarla, e fu esattamente ciò che fece con Beatriz: doveva dimenticare l'ultima parte del discorso, quella relativa al desiderio di scappare dalla Setta e alla possibilità che si realizzasse... ma non quella precedente, non la parte nella quale scopriva di avere un cuore, e di potersi aprire e confidare con Marcus; voleva che si ricordasse che poteva contare su di lui, in ogni situazione.

... una volta che lo scisma sarà avvenuto, ti allenerai con me: faremo in modo che la tua Maestra non abbia più nulla da ridire, nemmeno quando combatti contro più nemici insieme. - fu la prima cosa che le disse, con un tono pratico e neutrale, la bacchetta già riposta al sicuro - E ci occuperemo anche della tua incapacità a dissimulare le emozioni: i nostri pensieri sono sacri, ed è diritto di ognuno tenerseli per sé, non credi?

Le sorrise leggermente, complice, prendendo tra le mani i regali di Tezzereth per farle poi un cenno col capo.

Sarà meglio che vada: è molto da fare, ed ipotizzo che lo stesso sia per te, giusto? - poi, senza attendere conferma - A presto, mio piccolo storno.

Si congedò così, lasciando a passo lento ma deciso l'ufficio della Schtauffen e di seguito la sede delle Novak Industries: in cuor suo, Azhad sentiva che quando i suoi compiti fossero finiti - quando persone come Veronique, Melia e Beatriz fossero state al sicuro, e la Setta affondata almeno parzialmente - probabilmente si sarebbe conclusa anche la sua vita: e, stranamente, accettava quel destino con serenità, sorridendo tra sé al pensiero che, tra i babbani, probabilmente egli più che il Ragno Tessitore sarebbe stato un perfetto antieroe.
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Messaggioda Beatriz » 14/04/2015, 20:22

Credo sia la cosa più semplice che mi ritroverò a fare per te, Beatriz. Ma presto lavoreremo anche su questo: più sarai imperturbabile, meno si potrà intuire cosa tu abbia in mente... e la tua mente dev'essere protetta da certe persone più che da altre.

Era completamente d'accordo con lui e sollevata che l'altro avesse compreso ciò che gli aveva chiesto. L'Oblivion era la scelta più sicura per una come lei, incapace di nascondere qualcosa alla propria Maestra. E Chandra aveva l'occhio lungimirante, quando si trattava di carpire dalla sua Adepta cose che Beatriz avrebbe voluto tenerle nascoste.
Quando però la propsettiva di ricominciare una nuova vita senza il ricordo di Marcus divenne una certezza, la Schtauffen -pur accettandolo- non poteva trovarcisi d'accordo, in nessun modo. Si avvicinò all'uomo, imprigionando le sue labbra in un bacio che sapeva di amore ma anche di disperazione, all'idea che non avrebbe più potuto farlo in futuro. Quando si staccò, sentiva ancora l'impulso di baciarlo e di farlo insieme a lui in quel momento, presa com'era dalle proprie emozioni.
Ma quelle di Marcus, seppur incendiate come le sue, erano molto più sotto il controllo del Mangiamorte, che si staccò senza darle possibilità di replicare in nessun modo.

... lascia che ti metta al sicuro, per il momento.

Mi affido a te...

Immagine


Chiuse gli occhi e si lasciò cullare nel dolce limbo dove l'oblivion scagliò la sua mente, facendo si che Azhad manipolasse i suoi ricordi come più gli pareva e piaceva. Quando li riaprì, era ormai troppo tardi per lei ricordare qualcosa della conversazione precedente: non sapeva che Marcus conoscesse il suo più profondo desiderio nè che era intenzionato ad aiutarla nel realizzarlo. Ma la paura e uno strano senso di sollievo si impossessò subito di lei quando si rese conto che il Ragno Tessitore aveva individuato il suo punto debole...ed era ben deciso a non rivelarlo a nessuno.

... una volta che lo scisma sarà avvenuto, ti allenerai con me: faremo in modo che la tua Maestra non abbia più nulla da ridire, nemmeno quando combatti contro più nemici insieme.
E ci occuperemo anche della tua incapacità a dissimulare le emozioni: i nostri pensieri sono sacri, ed è diritto di ognuno tenerseli per sé, non credi?


E' come dite Voi, Tredicesimo.
Siete immensamente gentile ad offrirVi di aiutarmi...


Disse con tranquillità, come se nulla fosse, osservando l'uomo prendere gli oggetti che Beatriz aveva fatto preparare appositamente per lui e Veronique.

Sarà meglio che vada: ho molto da fare, ed ipotizzo che lo stesso sia per te, giusto?
A presto, mio piccolo storno.


Buona giornata, Tredicesimo...

Aspettò che la porta si richiudesse dietro di lui, prima di tirare un sospiro di sollievo e sedersi su una delle sedie libere. Era fatta, Marcus non aveva capito che lei, Beatriz, nascondeva un altro talismano uguale a quello regalatogli. Un talismano che la Schtauffen sentiva, ora più che mai, essergli utile se voleva fronteggiare il pericolo che si annidava nel proprio orizzonte.

Fine
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