Re: Venezia
Inviato: 28/06/2015, 23:31
Ce l’abbiamo fatta! Ce l’abbiamo fatta! Il tuo piatto è stato superlativo. Sarà che adoro il gelato al tè verde ma l’idea di fare un gelato di rucola e prezzemolo credo sia davvero pazzesca. Ohhh quanto mi piacerebbe che Lucas fosse qui a vederci… anche Tisifone s’intende… però potremo fargli vedere i nostri ricordi anche se trovare un Pensatoio non è semplice… anzi no, ho un’idea migliore… potremmo direttamente farglieli assaggiare … anche se forse la giuria ha ragione… il mio antipasto è un po’ troppo corposo … ahhhh che importa! L’hanno trovato abbastanza equilibrato, buono ed elaborato da farmi passare quindi Lucas lo dovrà assolutamente assaggiare!
Dal momento in cui i giudici avevano preso la prima forchettata del suo antipasto fino a quando il presentatore non li aveva congedati, Amy veva tenuto una postura rigida, quasi imbalsamata, con la schiena dritta, le mani in grembo strette l’una sull’altra e spingendo con i piedi verso il basso per “ancorarsi” maggiormente al terreno. Non c’era da meravigliarsi quindi che, non appena si trovò lontano dagli occhi indagatori e indiscreti dei giudici si mise fisicamente a saltellare e a battere le mani contenta come una ragazzina riversando quel fiume in piena di parole sull’unica persona con cui aveva un discreto rapporto: Noah Pellegrino. Forse, se non si fosse aggiudicato il Grembiule Nero, si sarebbe avvicinata – avrebbe svolazzato rende meglio l’idea – anche ad Alistair che aveva conosciuto di sfuggita proprio al matrimonio di Pellegrino e che poi aveva rivisto alcune volte a Hogwarts ma senza avere la possibilità di scambiarci due parole. Dopo aver scambiato qualche chiacchiera con l’italoamericano, l’Harada tornò in camera per farsi un lungo bagno rilassante per poi distendersi pancia sotto sul tappeto e fare una lunga chiamata via camino con il suo fidanzato. Utilizzare il cellulare sarebbe stato molto più nelle sue corde babbane ma non voleva privarsi del piacere di intravedere il volto dell’uomo che amava anche se tra i tizzoni ardenti.
Aveva dormito benissimo quella notte e chiunque l’avrebbe compreso guardandola in viso mentre, grembiule e cuffietta al loro posto, ascoltava le parole del presentatore che ricordava gli elementi essenziali di un buon primo – saporito e di veloce digestione – e come quella prova fosse essenziale per Alistair al fine di non essere eliminato. Aveva un’espressione del viso completamente rilassata, un lieve sorriso a incresparle le labbra e gli occhi vispi che saettavano in giro per “saggiare il polso” degli avversari. No, non stava prendendo sottogamba l’importanza della gara, solo che la pressione da competizione sembrava tardare a farsi sentire. Si era iscritta per gioco e lo stava vivendo così, come un bellissimo gioco che sarebbe potuto terminare in ogni istante.
…Ovviamente, per questa sfida, gli ingredienti a vostra disposizione saranno ancora di più, ma ricordate sempre che tutti quelli scelti dovranno essere comunque protagonisti e non un mero sfondo per una ricetta completamente diversa, niente gesti furbi e sconsiderati, insomma….
Come diavolo faccio a creare qualcosa di saporito, corposo ma non troppo pesante quando leggendo gli ingredienti l’unica cosa che mi viene in mente è nonna O’Brian che mi ripete “ più è unto e grasso più è buono”?
Facendo trascinare da quel pensiero, Amy chiuse gli occhi per un attimo e lasciò cadere la testa ciondoloni sul petto in un gesto disperato – e se non fosse apparsa pazza o stupida la testa l’avrebbe sbattuta direttamente sul ripiano di fronte a lei – nel tentativo di raccogliere le idee e partorirne una decente. Le piaceva manipolare il cibo e giocare con i sapori, creare qualcosa non solo con la fantasia, accostando sapori diversi, ma anche con le mani, impastando e ritagliando e questo implicava che il suo piatto sarebbe stato a base di pasta fresca fatta in casa. Già ma quale? Le opzioni erano praticamente infinite e molte dipendevano dal fattore tempo.
Il tempo a disposizione per la preparazione è di DUE ORE E UN QUARTO.
Sapete bene cosa sto per dire adesso, non è così?
... VIA!
RAVIOLI!
Urlò nella sua mente – un tributo al padre che ne andava ghiotto anche se non se lo meritava – calcolando che, facendo riposare la pasta mezz’ora, avrebbe avuto abbastanza tempo a disposizione per preparare il ripieno e il sugo, stendere i ravioli, cuocerli e impiattarli.
Già, ma cosa ci metto dentro?
Ricotta e spinaci erano un must ma anche qualcosa di scontato e banale. Poteva separare i due ingredienti principali , incorporando il secondo nella sfoglia e usando il primo come “addensante” per il ripieno e condire il tutto con una salsa particolare però anche così il piatto le sembrava povero o meglio non abbastanza ricercato per una competizione di quel livello.
E poi lo zafferano mi stuzzica tanto…
Soprattutto da quando aveva scoperto che, in pratica, stava bene con qualsiasi cosa, cioccolato incluso. Allora perché non osare e affiancare ai ravioli agli spinaci quelli allo zafferano?
E questa volta il piatto sarà leggero e delicato, sfizioso e profumato… o almeno lo spero.
Si disse mentre correva alla dispensa per prendere per prima cosa gli ingredienti per le sfoglie e quindi farina, uova, sale, olio, spinaci e una bustina di zafferano. Una volta messi a lessare gli spinaci in un tegame coperto, versò in una ciotola la farina setacciata, le uova, il sale e il contenuto della bustina di zafferano stemperato in un cucchiaio d’acqua.
Meglio chiudere prima che bruci tutto.
Borbottò, interrompendo per un attimo la lavorazione del panetto allo zafferano per spegnere la fiamma sotto gli spinaci, per poi riprendere a impastare fino ad ottenere un impasto omogeneo. Una volta soddisfatta del risultato ottenuto posizionò l’impasto in una ciotola e, ricoperta con un panno, creò con un colpo di bacchetta sul ripiano una cupola fresca in cui farla riposare. Si lavò quindi velocemente le mani e, passati gli spinaci al setaccio, incorporò alla farina e alle uova la crema liscia ottenuta insieme a un pizzico di sale. Si rimise quindi all’opera, impastando energicamente e ringraziando gli insegnamenti di Mamà Benoit che l’avevano spinta a incantare la propria cuffietta affinchè nulla, né ciocche di capelli né goccioline di sudore, potessero sfuggirle e andare a infastidirla mentre lavorava.
E anche questo è fatto.
Affermò soddisfatta, mettendo a riposare anche il secondo impasto. Con un colpo di bacchetta – il tempo non era tantissimo e qualche vantaggio ad essere maghi in fin dei conti c’era – ripulì per bene il ripiano di lavoro per poi correre a prendere gli ingredienti per il ripieno e il condimento: ricotta, noci, speck, arancia, pinoli, latte, filetti di salmone fresco, caprino, timo, uova, patate, e qualche spezia per la salsa come la curcuma e l’harissa, oltre al brandy per sfumare.
Vediamo un po’… meglio iniziare a lavorare su più fronti se no il tempo non mi basta…
Per preparare i due impasti, infatti, erano trascorsi circa quarantacinque minuti, quindi aveva ancora più o meno un’ora e mezza a disposizione. Fece quindi sciogliere del burro in una padella e vi adagiò i filetti di salmone e mentre questi cuocevano a fuoco basso si dedicò alla preparazione della salsa di noci, tritando le noci con del latte e poi aggiungendo nel mixer un filo d’olio, dei pinoli, aglio, sale e parmigiano grattugiano. Non appena il salmone fu cotto, lo spostò su un piatto da portata per farlo raffreddare , fece bollire una patata e si mise a lavorare in una terrina della ricotta fresca di mucca insieme alla salsa di noci, lo speck tagliato a dadini e la scorza di un’arancia, privata della parte bianca. Una volta che il tutto fu ben amalgamato ripose il primo ripieno da parte per dedicarsi interamente al secondo, aggiungendo in un mixer il salmone cotto sbriciolato, il caprino, le foglie di timo, alcuni gherigli di noce, l’uovo e la patata lessa.
Primo ripieno… secondo ripieno… Ora la pasta.
Stese prima la pasta verde con il mattarello e dalla sfoglia ricavò con un coppapasta quadrato dei piccoli fazzolettini al cui centro dispose una pallina di ripieno di ricotta, speck,salsa alle noci e bucce d’arancia. Con la punta delle dita inumidite avvicino i quattro lembi e li richiuse delicatamente in modo da formare delle piccole piramidi. Ripetè quindi lo stesso procedimento con la pasta allo zafferano, ponendo al centro dei fazzolettini il ripieno di salmone e caprino.
Per tutti i Kami, sono quasi in ritardo…
Esclamò preoccupata, mettendosi a preparare il condimento e cioè una salsa all’arancia sfumata con del brandy, addensata con della fecola sciolta in un po’ di latte freddo e aromatizzata con sale, pepe, curcuma, harissa e una punta di zucchero. Una volta che i ravioli furono cotti, Amy riempì il fondo di ogni piatto con della salsa all’arancia e vi dispose sopra tre ravioli verdi e tre ravioli gialli. Ebbe appena il tempo di sistemare dei gherigli di noci e qualche ciuffo di scorza d’arancia fresca prima che il presentatore decretasse che la gara fosse terminata.
Ohi ohi ohi che stanchezza…
Si lamentò tra sé, stiracchiando la schiena prima di offrire la propria creazione ai giudici con il suo solito sorriso sulle labbra.
Il mio primo consiste in diversi tipi di ravioli. Uno agli spinaci, ripieno di ricotta, salsa di noci, speck e scorza d’arancia e l’altro allo zafferano con salmone fresco, caprino, timo e noci. Come condimento ho optato per una salsa delicata e aromatizzata che sposasse bene con entrambi i ripieni, cioè una salsa all’arancia il cui sapore dolciastro è smorzato dalla presenza della curcuma e dell’harissa.
Dal momento in cui i giudici avevano preso la prima forchettata del suo antipasto fino a quando il presentatore non li aveva congedati, Amy veva tenuto una postura rigida, quasi imbalsamata, con la schiena dritta, le mani in grembo strette l’una sull’altra e spingendo con i piedi verso il basso per “ancorarsi” maggiormente al terreno. Non c’era da meravigliarsi quindi che, non appena si trovò lontano dagli occhi indagatori e indiscreti dei giudici si mise fisicamente a saltellare e a battere le mani contenta come una ragazzina riversando quel fiume in piena di parole sull’unica persona con cui aveva un discreto rapporto: Noah Pellegrino. Forse, se non si fosse aggiudicato il Grembiule Nero, si sarebbe avvicinata – avrebbe svolazzato rende meglio l’idea – anche ad Alistair che aveva conosciuto di sfuggita proprio al matrimonio di Pellegrino e che poi aveva rivisto alcune volte a Hogwarts ma senza avere la possibilità di scambiarci due parole. Dopo aver scambiato qualche chiacchiera con l’italoamericano, l’Harada tornò in camera per farsi un lungo bagno rilassante per poi distendersi pancia sotto sul tappeto e fare una lunga chiamata via camino con il suo fidanzato. Utilizzare il cellulare sarebbe stato molto più nelle sue corde babbane ma non voleva privarsi del piacere di intravedere il volto dell’uomo che amava anche se tra i tizzoni ardenti.
IL GIORNO DOPO
Aveva dormito benissimo quella notte e chiunque l’avrebbe compreso guardandola in viso mentre, grembiule e cuffietta al loro posto, ascoltava le parole del presentatore che ricordava gli elementi essenziali di un buon primo – saporito e di veloce digestione – e come quella prova fosse essenziale per Alistair al fine di non essere eliminato. Aveva un’espressione del viso completamente rilassata, un lieve sorriso a incresparle le labbra e gli occhi vispi che saettavano in giro per “saggiare il polso” degli avversari. No, non stava prendendo sottogamba l’importanza della gara, solo che la pressione da competizione sembrava tardare a farsi sentire. Si era iscritta per gioco e lo stava vivendo così, come un bellissimo gioco che sarebbe potuto terminare in ogni istante.
…Ovviamente, per questa sfida, gli ingredienti a vostra disposizione saranno ancora di più, ma ricordate sempre che tutti quelli scelti dovranno essere comunque protagonisti e non un mero sfondo per una ricetta completamente diversa, niente gesti furbi e sconsiderati, insomma….
1) Tonno
2) Uova
3) Limone
4) Salsicce [Qualsiasi Tipo]
5) Peperoncino
6) Arancia
7) Mozzarella
8) Patate
9) Zafferano
10) Calamari
11) Spinaci
12) Vitello
13) Mascarpone
14) Lenticchie
15) Astice
16) Banana
17) Melanzane
18) Salmone
19) Piselli
20) Menta
21) Zucca
Come diavolo faccio a creare qualcosa di saporito, corposo ma non troppo pesante quando leggendo gli ingredienti l’unica cosa che mi viene in mente è nonna O’Brian che mi ripete “ più è unto e grasso più è buono”?
Facendo trascinare da quel pensiero, Amy chiuse gli occhi per un attimo e lasciò cadere la testa ciondoloni sul petto in un gesto disperato – e se non fosse apparsa pazza o stupida la testa l’avrebbe sbattuta direttamente sul ripiano di fronte a lei – nel tentativo di raccogliere le idee e partorirne una decente. Le piaceva manipolare il cibo e giocare con i sapori, creare qualcosa non solo con la fantasia, accostando sapori diversi, ma anche con le mani, impastando e ritagliando e questo implicava che il suo piatto sarebbe stato a base di pasta fresca fatta in casa. Già ma quale? Le opzioni erano praticamente infinite e molte dipendevano dal fattore tempo.
Il tempo a disposizione per la preparazione è di DUE ORE E UN QUARTO.
Sapete bene cosa sto per dire adesso, non è così?
... VIA!
RAVIOLI!
Urlò nella sua mente – un tributo al padre che ne andava ghiotto anche se non se lo meritava – calcolando che, facendo riposare la pasta mezz’ora, avrebbe avuto abbastanza tempo a disposizione per preparare il ripieno e il sugo, stendere i ravioli, cuocerli e impiattarli.
Già, ma cosa ci metto dentro?
Ricotta e spinaci erano un must ma anche qualcosa di scontato e banale. Poteva separare i due ingredienti principali , incorporando il secondo nella sfoglia e usando il primo come “addensante” per il ripieno e condire il tutto con una salsa particolare però anche così il piatto le sembrava povero o meglio non abbastanza ricercato per una competizione di quel livello.
E poi lo zafferano mi stuzzica tanto…
Soprattutto da quando aveva scoperto che, in pratica, stava bene con qualsiasi cosa, cioccolato incluso. Allora perché non osare e affiancare ai ravioli agli spinaci quelli allo zafferano?
E questa volta il piatto sarà leggero e delicato, sfizioso e profumato… o almeno lo spero.
Si disse mentre correva alla dispensa per prendere per prima cosa gli ingredienti per le sfoglie e quindi farina, uova, sale, olio, spinaci e una bustina di zafferano. Una volta messi a lessare gli spinaci in un tegame coperto, versò in una ciotola la farina setacciata, le uova, il sale e il contenuto della bustina di zafferano stemperato in un cucchiaio d’acqua.
Meglio chiudere prima che bruci tutto.
Borbottò, interrompendo per un attimo la lavorazione del panetto allo zafferano per spegnere la fiamma sotto gli spinaci, per poi riprendere a impastare fino ad ottenere un impasto omogeneo. Una volta soddisfatta del risultato ottenuto posizionò l’impasto in una ciotola e, ricoperta con un panno, creò con un colpo di bacchetta sul ripiano una cupola fresca in cui farla riposare. Si lavò quindi velocemente le mani e, passati gli spinaci al setaccio, incorporò alla farina e alle uova la crema liscia ottenuta insieme a un pizzico di sale. Si rimise quindi all’opera, impastando energicamente e ringraziando gli insegnamenti di Mamà Benoit che l’avevano spinta a incantare la propria cuffietta affinchè nulla, né ciocche di capelli né goccioline di sudore, potessero sfuggirle e andare a infastidirla mentre lavorava.
E anche questo è fatto.
Affermò soddisfatta, mettendo a riposare anche il secondo impasto. Con un colpo di bacchetta – il tempo non era tantissimo e qualche vantaggio ad essere maghi in fin dei conti c’era – ripulì per bene il ripiano di lavoro per poi correre a prendere gli ingredienti per il ripieno e il condimento: ricotta, noci, speck, arancia, pinoli, latte, filetti di salmone fresco, caprino, timo, uova, patate, e qualche spezia per la salsa come la curcuma e l’harissa, oltre al brandy per sfumare.
Vediamo un po’… meglio iniziare a lavorare su più fronti se no il tempo non mi basta…
Per preparare i due impasti, infatti, erano trascorsi circa quarantacinque minuti, quindi aveva ancora più o meno un’ora e mezza a disposizione. Fece quindi sciogliere del burro in una padella e vi adagiò i filetti di salmone e mentre questi cuocevano a fuoco basso si dedicò alla preparazione della salsa di noci, tritando le noci con del latte e poi aggiungendo nel mixer un filo d’olio, dei pinoli, aglio, sale e parmigiano grattugiano. Non appena il salmone fu cotto, lo spostò su un piatto da portata per farlo raffreddare , fece bollire una patata e si mise a lavorare in una terrina della ricotta fresca di mucca insieme alla salsa di noci, lo speck tagliato a dadini e la scorza di un’arancia, privata della parte bianca. Una volta che il tutto fu ben amalgamato ripose il primo ripieno da parte per dedicarsi interamente al secondo, aggiungendo in un mixer il salmone cotto sbriciolato, il caprino, le foglie di timo, alcuni gherigli di noce, l’uovo e la patata lessa.
Primo ripieno… secondo ripieno… Ora la pasta.
Stese prima la pasta verde con il mattarello e dalla sfoglia ricavò con un coppapasta quadrato dei piccoli fazzolettini al cui centro dispose una pallina di ripieno di ricotta, speck,salsa alle noci e bucce d’arancia. Con la punta delle dita inumidite avvicino i quattro lembi e li richiuse delicatamente in modo da formare delle piccole piramidi. Ripetè quindi lo stesso procedimento con la pasta allo zafferano, ponendo al centro dei fazzolettini il ripieno di salmone e caprino.
Per tutti i Kami, sono quasi in ritardo…
Esclamò preoccupata, mettendosi a preparare il condimento e cioè una salsa all’arancia sfumata con del brandy, addensata con della fecola sciolta in un po’ di latte freddo e aromatizzata con sale, pepe, curcuma, harissa e una punta di zucchero. Una volta che i ravioli furono cotti, Amy riempì il fondo di ogni piatto con della salsa all’arancia e vi dispose sopra tre ravioli verdi e tre ravioli gialli. Ebbe appena il tempo di sistemare dei gherigli di noci e qualche ciuffo di scorza d’arancia fresca prima che il presentatore decretasse che la gara fosse terminata.
Ohi ohi ohi che stanchezza…
Si lamentò tra sé, stiracchiando la schiena prima di offrire la propria creazione ai giudici con il suo solito sorriso sulle labbra.
Il mio primo consiste in diversi tipi di ravioli. Uno agli spinaci, ripieno di ricotta, salsa di noci, speck e scorza d’arancia e l’altro allo zafferano con salmone fresco, caprino, timo e noci. Come condimento ho optato per una salsa delicata e aromatizzata che sposasse bene con entrambi i ripieni, cioè una salsa all’arancia il cui sapore dolciastro è smorzato dalla presenza della curcuma e dell’harissa.
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