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Yamagata

Messaggioda Sandyon » 04/01/2012, 21:33

Yamagata (山形県 Yamagata-ken?) è una prefettura giapponese con circa 1,2 milioni di abitanti, si trova nella regione di Tōhoku, sull'isola Honshū. Il suo capoluogo è l'omonima città Yamagata.
Confina con le prefetture di Akita, Fukushima, Miyagi e Niigata.


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Messaggioda Sandyon » 13/11/2023, 21:24

GIAPPONE
LUOGO SCONOSCIUTO
ARENA SEGRETA MINAZUKI
14/09/2114 - 11:44


Questi non sono riflessi degni di una Minazuki.
La tua tempra ha bisogno di migliorare e rinvigorirsi.
Inoltre possiedi una volontà ancora troppo debole e fragile, mi deludi.
Ricominciamo. Voglio vederti più veloce, resistente, determinata... In guardia!


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Momohime Minazuki era una Sensei molto più esigente di quanto lo erano stati il padre e il nonno di Anko.
Pretendeva che Anko superasse i propri limiti a ritmi costanti e soprattutto svelti, sapendo di non avere tutto il tempo del mondo.
La sua energia presto si sarebbe esaurita, il suo compito era importante e solenne e voleva svolgerlo al meglio.
Mancavano meno di tre mesi al grande torneo, meno di tre mesi per stabilire la libertà, meno di tre mesi per affermare la superiorità.

Arriveranno combattenti da ogni angolo del paese, intenzionati a prenderti in moglie.
Vorranno sconfiggerti, assumere il pieno controllo del tuo corpo, della tua mente, del tuo spirito, della tua anima.
A molti di loro non interesserà anche il cuore, basterà che il tuo ventre sia pronto ad accogliere il frutto della tua e della loro famiglia.
Non puoi assolutamente permettere che accada, dovranno rimpiangere il giorno in cui hanno scelto di partecipare alla sfida!


Lo spettro dei Minazuki sembrava quasi anticipare ogni mossa di Anko, anche la più elaborata, la più letale.
Questo perché conosceva meglio di lei quegli attacchi, sapeva come contrastarli, sapeva come eluderli, sapeva annullarli.
Ogni suo colpo appariva come un spostamento d'aria che comprimeva i muscoli e le ossa, recando profondo dolore.
Non mostrava alcuna pietà, era implacabile e la sua concentrazione era talmente assoluta da rasentare la trance.

L'esitazione è il tuo maggior punto debole.
Il nostro stile si basa prevalentemente sull'attacco incessante e pressante.
L'avversario deve sentirsi soverchiato da noi, torturato fisicamente e psicologicamente.
Quando guardi negli occhi il tuo sfidante, devi sentire fremere l'orgoglio, devi vedere la sfida come un affronto.
Come osa anche solo pensare di infastidirti?
Come osa anche solo cercare di recarti offesa?
Un tale ardire merita solo di essere punito e la punizione dovrà essere severa, incisiva, devastante.


Naturalmente erano maniere di pensiero abbastanza retrò ma che ben si sposavano con l'atteggiamento di Anko.
Servivano inoltre a caricarla, a fornirle la giusta motivazione per impegnarsi ulteriormente e fare passi avanti.
In quei pochi giorni di addestramento la Minazuki aveva già ottenuto interessanti progressi sul piano tecnico e fisico.
Momohime le aveva fornito indicazioni precise su come allenare il corpo e su come incrementare l'efficacia di alcuni colpi.

Questo calcio può essere esteso ad una sequenza più ampia.
Dopo il primo fanne derivare altri due, uno a metà del busto, uno all'altezza del viso.
Mantieni il baricentro spostato indietro e in questo modo non perderai l'equilibrio.
Bada bene però, i tre calci dovranno susseguirsi molto velocemente o perderai il vantaggio guadagnato dall'effetto sorpresa.


A nessuno era stato permesso seguire Anko durante gli addestramenti con Momohime, compresi padre e nonno.
I due parenti stretti dovevano accontentarsi di vederla al ritorno dal luogo segreto per farsi raccontare i progressi ottenuti.
Nel frattempo, Kogoro ordinava le pergamene di iscrizione che giungevano giornalmente, effettuando una costante scrematura.
Infatti non tutti i candidati possedevano i giusti requisiti, che fosse una famiglia troppo poco importante o un'età troppo avanzata.
Venivano lasciati solamente i curriculum marziali più interessanti e consistenti, nell'attesa che arrivasse quello più desiderato.
Ogni qual volta veniva recapitata una nuova candidatura, infatti, il padre e il nonno speravano di leggere il cognome Amakura.
Sfortunatamente, fino ad allora Itsuki non si era fatto vivo, lasciando sorgere in loro un moto di pesante preoccupazione.

Bene, per oggi terminiamo qui.
C'è un discorso prezioso che dobbiamo affrontare.
Recupera il respiro, dopo di che avvicinati.
Tra non molto dovrò tornare nella realtà eterea.


Per ogni secondo che trascorreva con quella forma semi corporea, Momohime esauriva parte della sua vitalità spettrale.
DI solito con i precedenti allievi era stata molto più avara di minuti, ore, ma con Anko la questione era differente.
Verso la nuova risvegliata Minazuki provava una sensazione di forte vicinanza e somiglianza, versi cui non riusciva ad essere indifferente.
Per questo con lei impegnava maggiori risorse, per questo si preoccupava molto meno delle conseguenze.

Anko, ti sarai accorta che da quando abbiamo iniziato gli allenamenti, i tatuaggi non sono più comparsi.
Non è un caso strano, anzi, è assolutamente normale, ma risulta anche opportuno adoperarsi affinché compaiano al più presto.
Ogni Minazuki che ha saputo raggiungere il livello di perfezione dei dettami Bushido ha sviluppato a sua volta un proprio beneficio esclusivo.
Per questo i potenziamenti che prima possedevi con i tatuaggi sono scomparsi, essi dovranno essere sostituiti da altri, esclusivi e personali.
Questi potenziamenti però appartengono solo a te e, normalmente, vengono individuati proprio al momento del risveglio.
Devi ragionare attentamente e cercare di ricordare cosa hai sentito di cambiato nel tuo Spirito quando i tatuaggi sono mutati.
La chiave per l'attivazione delle tue nuove capacità sta tutta quanta lì, io non posso fare nulla, dipende tutto da te.


Ciò di conseguenza differenziava Anko dai precedenti antenati che erano stati bravi quanto lei meritando quel nuovo livello.
Era una piena e fiera personalizzazione di sé, ci si discostava dagli altri assumendo un connotato speciale e inimitabile.
Ad Anko serviva solamente ritornare con la memoria allo scontro avuto con Baek Doo Sun e rimettere insieme i tasselli del puzzle.
Questo indubbiamente significava anche rivivere il legame improvviso stabilito con Itsuki Amakura, ma questo Momohime non poteva saperlo.

Domani mattina continueremo l'addestramento presso la riva del grande fiume giù a valle.
Lotterai con l'acqua fino alle ginocchia, mentre io sarò libera di muovermi normalmente.
Indossa anche dei pesi da un chilo e mezzo ai polsi, dovrai essere rallentata in tutto e per tutto.
Non temere Anko, quando avremo finito, nessun avversario sarà in grado di fronteggiarti.


Sembrava davvero sicura, la Sensei, forse perché era fiduciosa nei confronti della Minazuki e delle sue qualità.
O magari cercava anche di fugare ogni dubbio o preoccupazione, favorendo così un focus completo e adatto allo scopo.
In ogni caso, dette quelle ultime parole, Momohime sparì lentamente, tornando nel suo luogo di stasi e riposo.
Anko aveva il permesso per riprendersi e tornare verso la grande abitazione di famiglia.
La magione Minazuki era enorme e sviluppata su quattro piani, ognuno di una superficie di circa cento metri quadri.
Al piano inferiore vi era il dojo centrale, dove i migliori allievi si allenavano costantemente secondo le direttive del padre di Anko, Miroku.
Immediatamente sopra c'erano invece le stanze private di ogni membro della famiglia, nonché la grande sala usata durante i pasti.
Sapendo ancora vi era invece la palestra esclusiva di famiglia, la sala per i ricevimenti e la camera di commemorazione degli antenati.
Per concludere, all'ultimo piano, c'erano le stanze per gli ospiti, i bagni, la terrazza e la stanza delle cerimonie.

Anko... Figlia mia, bentornata.
Come è andata oggi?
Ti senti più forte rispetto a ieri?
Il pranzo sarà pronto tra non molto, hai tutto il tempo per darti una lavata.


Il padre della illustre lottatrice la accolse quasi immediatamente, facendo interrompere gli allievi che eseguirono subito un inchino.
La famiglia Minazuki metteva a disposizione i propri insegnamenti per chiunque volesse imparare, apportando solo alcuni piccoli tabù.
Tecniche effettivamente antiche e segrete non venivano trasmesse a coloro i quali non facevano parte integrante della famiglia.
Per il resto, ricevere dettami marziali da Miroku o Kogoro era letteralmente un onore per qualunque giovane desideroso di imparare.
C'era poi da dire che un singolo posto come partecipante al torneo era in palio proprio per gli allievi del dojo.
Entro la fine del mese si sarebbe disputato un incontro fra tutti per stabilire il migliore e più forte, nonché degni di quella opportunità.
In tal caso, lignaggio o famiglia non venivano considerati, era l'unica eccezione, doverosa verso chi aveva abbracciato la filosofia del dojo.

... Diciamo che è per lo più un modo per premiare l'impegno e la dedizione.
Sono bravi combattenti, è vero, ma non possono sperare di competere con te, figlia mia.
Tra l'altro non molti di loro hanno seriamente intenzione di rappresentare una valida alternativa matrimoniale, forse giusto una decina.
Al massimo, chiunque vorrà sul serio tentare, dovrà anche prepararsi a qualche giorno di inferm-...


Proprio mentre Miroku stava per terminare la frase, in lontananza invece si stava consumando una intensa sfida di allenamento.
La maggior parte degli allievi si erano riuniti a creare un cerchio, osservando i due allievi che combattevano attivamente.
Uno di loro però non solo era in netto vantaggio, ma appariva anche incredibilmente forte, veloce, coordinato e letale.
Bloccava e contrattaccava con una potenza meritevole di attenzione, dimostrando una preparazione ben più ampia degli altri.
Quando poi riceveva un colpo, o incassava con estrema facilità, oppure lo deviava usando una tecnica di difesa alquanto efficiente.
Ad essa poi affiancava anche gli insegnamenti offensivi garantiti dagli apprendimenti Minazuki, completando così una maestria notevole.
Non ci volle infatti molto prima che il suo avversario, il migliore fino ad allora del dojo, fosse messo K.O. dopo un volo rovinoso.

Ha aderito al dojo circa sette mesi fa.
Inizialmente si è destreggiato con un basso profilo, apparendo sfuggente e criptico.
Poi, pian piano, ha dimostrato di aver assimilato ogni dettame con estrema bravura, integrandoli ad un sesto senso combattivo sorprendente.
Sfortunatamente non ho idea di chi sia, né da dove provenga, so solo il suo nome...


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... Naoto.

Il ragazzo, che mostrava all'incirca venticinque anni o poco più, si volse per un istante a fissare Anko Minazuki.
Tra i due ci fu uno sguardo secco, apparentemente privo di qualsivoglia profondità o significato.
Probabilmente quello fu il sentimento provato dalla combattente, ben poco interessata a capire chi egli fosse.
Ma nello scintillio scuro degli occhi dell'allievo, ella avrebbe facilmente scorto un indecifrabile sequela di emozioni.
Tuttavia quell'occhiata ebbe breve durata, dopo di che il tipo prese il suo borsone e si diresse verso le docce del dojo.
Intanto, l'ex migliore della scuola di arti marziali si rialzava lentamente e dolorante, tenendosi la schiena e il collo.
Nel bel mezzo dei gemiti di sofferenza, Anko poté sentire distintamente un "Merda, ha proprio tutta l'intenzione di guadagnarsi il torneo".

Anko!
Eccoti qui, credevo saresti passata subito a informarmi del tuo arrivo.
Poco male, seguimi per cortesia, vorrei darti alcune comunicazioni ufficiali.
Miroku, raggiungici appena hai finito con gli allievi.


Naturalmente padre.
Darò loro le ultime disposizioni.
Ci vediamo tra poco.


Kogoro Minazuki fece un cenno di assenso verso il figlio, dopo di che si fece seguire dalla nipote fino alla zona superiore della casa.
Senza esitare continuò a salire ancora e ancora fino al quarto ed ultimo piano, raggiungendo infine la grande terrazza.
Quando la Minazuki si affacciò con lui, vide infine a che punto era la grande preparazione per l'imminente torneo.
Un gigantesco ring in marmo bianco, con quattro grandi colonne in stile orientale a delimitarne gli angoli, circondato dal verde.

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Ben presto sarà tutto finito, d'altronde alla fine della prima settimana di Ottobre ci sarà la presentazione.
Tutti i partecipanti si riuniranno per renderti saluto e omaggio, per adesso pare siano all'incirca un centinaio.
Sto cercando di eliminarne quanti più possibile ma devo ammettere che non è un compito semplice.
Alcuni sono semplicemente fratelli o cugini, perciò mi è impossibile eliminarne uno senza eliminarli tutti.
Inoltre, tanti di loro hanno mandato lettere di raccomandazione e presentazione da illustri famiglie di ogni zona d'oriente.
Non solo il Giappone, questa volta anche combattenti dalla Korea, dalla Cina, Taiwan... Sono intenzionati a partecipare.
Hanno tutti l'obiettivo di sposarti, nipote mia, ma non temere, ho limitato l'età di partecipazione tra i 25 e i 45 anni massimo.


Di più non poteva fare, questo Anko lo sapeva, perché persino suo nonno in un certo senso aveva le mani legate.
Le regole erano regole, le tradizioni erano tradizioni, porvi dei paletti era una manovra complessa ed anche parecchio delicata.
Guardando in lontananza, verso il grande ring, la Minazuki poteva già immaginare il sangue e il sudore versato pur di averla.
E dire che, tra tutte quelle decine di vigorosi e virili lottatori, lei ne desiderava solo e soltanto uno, ancora non pervenuto tra essi.

Ogni scontro avrà una durata massima di trenta minuti.
Al termine della mezz'ora, se nessuno sarà ancora andato knock out, ho disposto che potrai stabilire tu il vincitore.
Non è molto, ma ciò ti permetterà di veicolare un po' di più il raggiungimento delle fasi finali per ciascuno di loro.
Ovviamente lascio a te l'ultima parola, se preferisci che si arrivi ugualmente al knock out, seguirò le tue volontà, nipote mia.
Per il resto, sono riuscito ad ottenere che in finale, il tempo minimo da superare per definirsi vincitori è di quindici e non dieci minuti.
Ciò renderà molto più faticoso per i tuoi avversari riuscire ad ottenere le nozze e darà più tempo a te per decretarne la sconfitta.
Tuttavia, finire fuori dal ring significherà automaticamente il fallimento della sfida, ma questo lo sai bene.


Quasi immediatamente, Miroku andò ad affiancare la figlia, in mezzo ai due parenti, osservando anch'egli il nuovo panorama.
Sia padre che nonno apparivano contriti e pensierosi, veicolati nello stato d'animo dalla tensione e dal rammarico della giovane donna.
Ella appariva spesso inquieta ed era ormai da giorni che non la vedevano più sorridere.
Neanche la visita delle due sorelle minori era riuscita a sollevarla un po' più di morale, pur strappandole un momentaneo cenno di contentezza.

Sumomo e Momoko sono molto preoccupate per te.
Comunque hanno espresso il desiderio di sedere al tuo fianco durante lo svolgimento del torneo.
Vogliono sostenerti in tutto e per tutto, ti vogliono bene e gli sei mancata moltissimo.
Momoko è indignata forse più di te, Sumomo invece ha espresso l'entusiasmo di vederti quanto prima sconfiggere il finalista.


Quando avrai terminato il periodo di addestramento con Momohime, verrà il nostro turno.
Abbiamo preparato una lunga serie di allenamenti che ti metteranno incredibilmente alla prova.
Forse non saremo all'altezza dello Spettro di Famiglia, ma siamo un padre e un nonno intenzionati a fare la nostra parte.


Ed Anko poteva stare sicura che anche il programma messo in cantiere dai due parenti stretti le sarebbe stato molto utile.
Mai le era capitato di farsi addestrare da entrambi, aveva iniziato col padre e finito col nonno, mai insieme, mai nello stesso momento.
C'era totale appoggio da ogni persona vicina a lei, era una sensazione tangibile, respirabile, vivida.
Il Vento soffiava impetuoso tra i fili d'erba della Terra sulla quale era costruito il ring, baciato da un Focoso sole di mezzodì.
La Minazuki si stava preparando ad affrontare non solo lo svolgersi degli eventi, ma anche se stessa, le sue paure, le sue speranze, i suoi obiettivi.
Era avvenuto tutto così in fretta, in appena un anno e mezzo la sua vita era stata sconvolta, cambiata, distrutta e poi riassemblata.
Guardandosi indietro era impossibile non osservare quanto non fosse più la stessa gatta entrata in quella casa in Louisiana.
Ma il motivo di quella fuga non esisteva più, quella sconfitta subita non era più parte di lei, era stata cancellata, tutto era di nuovo in discussione.
Semmai Itsuki avesse deciso di partecipare, si sarebbe dovuto conquistare tutto daccapo, contro una avversaria ben più micidiale del passato.
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Messaggioda Anko » 14/11/2023, 23:42

2114年 09月 14日
Arena segreta Minazuki - Giappone
Ore 11 Minuti 44


Questi non sono riflessi degni di una Minazuki.
La tua tempra ha bisogno di migliorare e rinvigorirsi.
Inoltre possiedi una volontà ancora troppo debole e fragile, mi deludi.
Ricominciamo. Voglio vederti più veloce, resistente, determinata... In guardia!


Hai, sensei!

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Allenarsi con Momohime, la capostipite della famiglia Minazuki, era un onore che Anko aveva intenzione di onorare con il massimo dell'impegno, il massimo degli sforzi, versando sudore e lottando fino a sentire i muscoli fare male. Deludere le aspettative dello spettro di famiglia era un'opzione non considerabile per uno spirito forte, ma soprattutto orgoglioso come lei. Eppure sentiva il peso di quei rimproveri, riconoscendo ancor prima della sua Maestra gli errori che proseguiva a compiere. Non per mancanza di abilità, no, ma perché la sua mente, che lei lo volesse o meno, di tanto in tanto perdeva il focus sulla bottiglia, chiedendosi se quel giorno qualcosa sarebbe cambiato.

Arriveranno combattenti da ogni angolo del paese, intenzionati a prenderti in moglie.
Vorranno sconfiggerti, assumere il pieno controllo del tuo corpo, della tua mente, del tuo spirito, della tua anima.
A molti di loro non interesserà anche il cuore, basterà che il tuo ventre sia pronto ad accogliere il frutto della tua e della loro famiglia.
Non puoi assolutamente permettere che accada, dovranno rimpiangere il giorno in cui hanno scelto di partecipare alla sfida!


Quelle parole ebbero l'effetto di infiammare lo spirito della Minazuki, riempiendola di forza e vigore per proseguire a lottare. Se solo avesse potuto, avrebbe affrontato lei stessa ogni sfidante, per sconfiggerli e dimostrare sul campo, ogni volta, che nessuno di loro era degno di aspirare alla sua mano, di possedere il suo corpo, di averla in moglie. Il cuore, volente o nolente, apparteneva già a qualcuno, ma che quella persona decidesse o meno di presentarsi, Anko non poteva fare nulla per riprenderselo, né desiderava donarlo a qualcuno di diverso. Sperava -e quella speranza la portava a deconcentrarsi- che infine lo avrebbe visto, che infine si sarebbero scontrati e sarebbero stati insieme come marito e moglie. L'incertezza era una tortura che la stava sfiancando dall'interno, ma questo non avrebbe diminuito certo la sua volontà di dimostrare a qualunque stolto che lei, Anko Minazuki, apparteneva solo ed unicamente a sé stessa.

L'esitazione è il tuo maggior punto debole.

Hai, sensei!

Il nostro stile si basa prevalentemente sull'attacco incessante e pressante.
L'avversario deve sentirsi soverchiato da noi, torturato fisicamente e psicologicamente.
Quando guardi negli occhi il tuo sfidante, devi sentire fremere l'orgoglio, devi vedere la sfida come un affronto.
Come osa anche solo pensare di infastidirti?
Come osa anche solo cercare di recarti offesa?
Un tale ardire merita solo di essere punito e la punizione dovrà essere severa, incisiva, devastante.


Una linea di pensiero antiquata per molti, ma che si sposava perfettamente con il carattere orgoglioso ed indomito di Anko. Era così che aveva infine messo in ginocchio Baek, il suo più acerrimo nemico: ricordava bene l'adrenalina scaturita dal riempirlo di pugni e calci, senza mai proiettarlo per terra, ma lasciandolo in piedi così che il bastardo potesse assaggiare ogni colpo infertogli dalla potente e ritrovata guerriera. Agire senza alcuna pietà, punire coloro che osavano sfidare la loro famiglia. Anko e Momohime si sentivano molto vicine, sentivano di essere una il degno riflesso dell'altra, e non solo per la linea di sangue che le accomunava: la capostipite aveva sperimentato prima di lei il disprezzo verso coloro che desideravano averla in moglie dopo averle strappato via l'uomo di cui era innamorata. Aveva lottato per la propria libertà e aveva vinto, infine, quella difficile sfida, dimostrando che nessuno, nessuno era degno di lei e del suo cuore.

Non esiste nessuno al mondo che mi sia pari e degno di diventare mio marito.
Il mio cuore appartiene ad un altro e voglio solo lui, soltanto lui!
Anche se lui non ricambia... Anche se non possiamo stare insieme... Non mi importa...
Lotterò per avere il diritto di amare chi voglio!


Le lacrime rischiavano di bruciarle gli occhi, ma Anko seppe rispedirle indietro, trovando invece la determinazione di proseguire quel difficile allenamento. La sua antenata stava impiegando ogni briciola del suo preziosissimo tempo per rendere la sua degna erede pronta a quella sfida. I suoi consigli erano preziosissimi ed andavano compresi ed interiorizzati nel minor tempo possibile. Momohime non avrebbe potuto rimanere con lei fino al giorno della sfida, ma fino a quando avesse combattuto con lo stesso spirito della capostipite, ne avrebbe onorato la memoria e il tempo speso.

Bene, per oggi terminiamo qui.
C'è un discorso prezioso che dobbiamo affrontare.
Recupera il respiro, dopo di che avvicinati.
Tra non molto dovrò tornare nella realtà eterea.


Un inchino rispettoso precedette la fine di quell'allenamento, mentre Anko riprendeva fiato, rumorosamente. Momohime non ci andava leggera con lei, ma la giovane combattente non aveva alcuna intenzione di essere trattata con gentilezza. Voleva che la sua antenata la colpisse a ripetizione, così che facendole assaggiare su pelle i propri errori fosse consapevole di quanto ancora dovesse migliorare per reputarsi la migliore e al di sopra di qualunque sconfitta. Non avrebbe mai potuto accettare di perdere per aver peccato di superbia o lassismo... Anche se a dire il vero la sconfitta non era contemplabile per la Minazuki in nessun caso.

Di cosa voleva parlarmi, Momohime-sensei?

Anko, ti sarai accorta che da quando abbiamo iniziato gli allenamenti, i tatuaggi non sono più comparsi.

Sì, l'ho notato...

Non è un caso strano, anzi, è assolutamente normale, ma risulta anche opportuno adoperarsi affinché compaiano al più presto.
Ogni Minazuki che ha saputo raggiungere il livello di perfezione dei dettami Bushido ha sviluppato a sua volta un proprio beneficio esclusivo.
Per questo i potenziamenti che prima possedevi con i tatuaggi sono scomparsi, essi dovranno essere sostituiti da altri, esclusivi e personali.
Questi potenziamenti però appartengono solo a te e, normalmente, vengono individuati proprio al momento del risveglio.
Devi ragionare attentamente e cercare di ricordare cosa hai sentito di cambiato nel tuo Spirito quando i tatuaggi sono mutati.
La chiave per l'attivazione delle tue nuove capacità sta tutta quanta lì, io non posso fare nulla, dipende tutto da te.


Rifletterò con attenzione su ciò che ho sentito in quel momento e troverò una risposta alla vostra domanda.

Ritornare col pensiero a quel giorno, a quello scontro, era doloroso per Anko, ma non a causa di Baek. Quel giorno era il giorno nel quale la Minazuki aveva finalmente compreso, oltre ogni ragionevole dubbio, che il suo cuore apparteneva ed era sempre appartenuto ad Itsuki Amakura. Attingere dalla sua forza in maniera così spontanea e senza mai averlo fatto prima aveva aperto gli occhi ad Anko su quali fossero stati i propri veri sentimenti e su quanto li avesse respinti, all'inizio per orgoglio, in seguito per vergogna. Una volta ritrovata sé stessa, tuttavia, la giovane donna non aveva più potuto né voluto fuggire da quei sentimenti, anche a costo di sentire il cuore sanguinare. Perché Itsuki non aveva ancora ricambiato del tutto il suo amore e forse mai lo avrebbe fatto. Era un dolore pesante, ma Anko aveva tutta l'intenzione di tenerselo per sé, trovando conforto a volte in una sorta di punizione karmica che forse le era toccata per aver spezzato il cuore di una persona a lei cara.

So di aver fatto la cosa più giusta, non avrei più potuto ricambiare i tuoi sentimenti...
Ma ciò non toglie che vorrei sapere come stai e vorrei vederti sorridere ancora una volta mentre mi guardi.
Mi manchi davvero tanto...


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Aveva lasciato a Kirie un compito delicatissimo, quello di informare Kisuke Danma sul suo reale retaggio e su ciò che albergava nel suo spirito. Non era stata una scelta facile quella compiuta dalla Minazuki, ma sentiva che per delicatezza nei confronti dell'uomo era meglio che non fosse lei a rivelargli una simile verità, difficile e pesante da digerire. Si fidava della Kurosawa, sapeva che lei avrebbe trovato le parole giuste per aiutarlo in un percorso di accettazione, offrendosi forse di proseguire a stargli vicino per qualunque domanda. Trovava difficile Anko non potergli scrivere né poterlo vedere, ma non sapeva nulla, non sapeva se il Danma fosse ancora arrabbiato con lei, se fosse ancora deluso dal suo comportamento. Per quanto lui potesse credere il contrario, la Minazuki si era affezionata davvero tantissimo a lui e mai sarebbe riuscita a ringraziarlo abbastanza per quello che aveva fatto per amor suo. Non poteva immaginare la sua vita senza Kisuke, così come non riusciva ad immaginare la propria vita sposata a qualcuno che non fosse Itsuki Amakura.

Domani mattina continueremo l'addestramento presso la riva del grande fiume giù a valle.
Lotterai con l'acqua fino alle ginocchia, mentre io sarò libera di muovermi normalmente.
Indossa anche dei pesi da un chilo e mezzo ai polsi, dovrai essere rallentata in tutto e per tutto.
Non temere Anko, quando avremo finito, nessun avversario sarà in grado di fronteggiarti.


Grazie per i vostri insegnamenti, sensei.

Un altro rispettoso inchino, poi Anko uscì fuori da quel luogo segreto dove aveva iniziato ad allenarsi insieme a Momohime. Lo spirito della sua antenata aveva bisogno di rinfrancarsi e lei stessa necessitava di una doccia, di un buon pasto e di un bagno caldo. La famiglia Minazuki non disponeva di terme naturali, come erano presenti nella villa di casa Kurosawa, ma il bagno adibito ad esso era ampio e spazioso, con acqua limpida e calda che riusciva a ristorare anche il fisico più malconcio. Nonostante i propri fastidi e le proprie ansie, la Minazuki aveva tutta l'intenzione, fra le acque calde, di riflettere e ragionare sul discorso fattole da Momohime. Ripercorrere con la memoria lo scontro contro Baek e comprendere dove e quando avesse sentito la propria forza aumentare, grazie al mutare dei suoi tatuaggi in quello della famiglia Minazuki. Se avesse avuto vicino Itsuki sarebbe stato semplice riuscire ad arrivare alla soluzione, ma Anko non voleva peccare di eccessiva pigrizia, nemmeno mentale: ragionare le avrebbe permesso anche di rivedere i propri errori passati ed eventualmente di provare a correggerle insieme alla sua attuale sensei.

Padre, sono tornata.

Anko... Figlia mia, bentornata.
Come è andata oggi?
Ti senti più forte rispetto a ieri?


Allenarmi con Momohime-sama mi da sempre l'idea di diventare più forte e letale del giorno prima.
Ho bisogno di farmi una doccia... Quando sarà pronto il pranzo?


Il pranzo sarà pronto tra non molto, hai tutto il tempo per darti una lavata.

Sorrise al suo vecchio, anche se da molto tempo l'incertezza nella quale viveva rendeva i suoi sorrisi meno brillanti. Tutti in famiglia sapevano il motivo, imputabile alla serietà dell'evento che si sarebbe tenuto, ma non solo. Non essere ricambiata era una possibilità che andava concretizzandosi giorno dopo giorno, unita ad un'altra condizione: essere ricambiata, ma non avere la possibilità di essere felici insieme. Anko era sicura che le sarebbe bastato conoscere i veri sentimenti dell'Amakura per sentire dentro di sé la forza necessaria a lottare fino allo stremo pur di lasciare il posto al proprio fianco vuoto e vacante. Non avrebbe mai incolpato il Danma di non aver dato il suo benestare, aveva compreso il suo enorme dolore il giorno in cui aveva dovuto rifiutare il suo amore e per tale motivo era pronta ad accettare il destino che lui avrebbe voluto infliggerle. Ma una parte di Anko sapeva che Itsuki non era del tutto convinto di ciò che provava verso la Minazuki e questo dubbio era ciò che macerava dentro la giovane guerriera, mentre fissava gli allievi del dojo salutandoli con un inchino lieve. Fra essi, c'era qualcuno che aspirava a partecipare al torneo per sposare proprio lei, l'erede Minazuki.

... Diciamo che è per lo più un modo per premiare l'impegno e la dedizione.
Sono bravi combattenti, è vero, ma non possono sperare di competere con te, figlia mia.
Tra l'altro non molti di loro hanno seriamente intenzione di rappresentare una valida alternativa matrimoniale, forse giusto una decina.
Al massimo, chiunque vorrà sul serio tentare, dovrà anche prepararsi a qualche giorno di inferm-...


In quel momento lo sguardo di padre e figlia venne catturato proprio da un allievo in particolare, un piccolo fenomeno che risaltava in mezzo alla massa. Il ragazzo, di non più di venticinque anni, seppe mettere facilmente K.O. il proprio avversario con una tecnica difensiva eccellente unita ai dettami Minazuki che sembrò aver pienamente assimilato. Anko assottigliò lo sguardo osservandolo, come se stesse cercando di sondarne la mente senza l'ausilio di alcuna bacchetta.

Chi è quello, padre?

Ha aderito al dojo circa sette mesi fa.
Inizialmente si è destreggiato con un basso profilo, apparendo sfuggente e criptico.
Poi, pian piano, ha dimostrato di aver assimilato ogni dettame con estrema bravura, integrandoli ad un sesto senso combattivo sorprendente.
Sfortunatamente non ho idea di chi sia, né da dove provenga, so solo il suo nome...
... Naoto.


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I due si scambiarono degli sguardi intensi, Anko incuriosita dalle capacità combattive, ma non abbastanza per reputarlo un avversario degno del proprio livello. Le sembrava che l'altro, invece, fosse interessato a lei, ma qualunque speranza stesse riponendo nel torneo, Naoto si sarebbe scontrato con una realtà scottante e cocente, nonché con qualche osso rotto con molta probabilità.

Uno come lui avrebbe già fatto impazzire Sumomo e Momoko...
Forse papà e il nonno lo stanno già valutando come possibile sposo di una delle due...


Non era così strano in fondo che i parenti dessero il loro benestare, agli studenti più meritevoli, di sposare una delle due piccole gemelle Minazuki... Previo sempre il loro consenso ed interesse. Più di una volta le due sorelline di Anko avevano flirtato con qualche novello karateka, specie quando si presentavano forti e di bel aspetto. Lo sconosciuto poteva essere un partner papabile, sempre certo che non sperasse di sposare la maggiore. Se avesse avuto anche solo un minimo di sale in zucca, si sarebbe tolto quell'idea malsana dalla testa prima di farsi troppo male. Ma Anko non era nessuno per impedire al prossimo di partecipare al torneo... Doveva solo attendere lo sfortunato che fosse riuscito ad arrivare in finale.

Anko!
Eccoti qui, credevo saresti passata subito a informarmi del tuo arrivo.
Poco male, seguimi per cortesia, vorrei darti alcune comunicazioni ufficiali.
Miroku, raggiungici appena hai finito con gli allievi.


Naturalmente padre.
Darò loro le ultime disposizioni.
Ci vediamo tra poco.


L'arrivo dell'amato nonno la distolse dai propri pensieri e per un attimo lo sguardo di Anko si illuminò di aspettativa. Tuttavia, Kogoro non diede alcuna notizia alla nipote prediletta, il che equivale a dire che non era ancora arrivata la pergamena di iscrizione da parte dell'Amakura. Quel moto di speranza si spense con la stessa velocità con la quale si era acceso, mentre la Minazuki seguiva il nonno -ormai quasi centenario- nella sua scalata verso i piani più alti dell'edificio. Incredibile come alla sua età egli riuscisse ancora a farsi tutte quelle scale, certo, con lentezza, ma senza mai saltare nemmeno un gradino. Più volte il figlio gli aveva proposto di incantarle magicamente così che si muovessero da sole fino a destinazione, ma l'anziano Capofamiglia aveva sempre rifiutato, ritenendo l'uso della magia, in questo caso, una mera esternazione di pigrizia del corpo e debolezza dello spirito.

Che splendida vista...

Arrivati in cima, l'arena dove si sarebbe svolto il torneo si mostrò ai loro occhi in tutto il suo palese splendore.

Ben presto sarà tutto finito, d'altronde alla fine della prima settimana di Ottobre ci sarà la presentazione.
Tutti i partecipanti si riuniranno per renderti saluto e omaggio, per adesso pare siano all'incirca un centinaio.
Sto cercando di eliminarne quanti più possibile ma devo ammettere che non è un compito semplice.
Alcuni sono semplicemente fratelli o cugini, perciò mi è impossibile eliminarne uno senza eliminarli tutti.
Inoltre, tanti di loro hanno mandato lettere di raccomandazione e presentazione da illustri famiglie di ogni zona d'oriente.
Non solo il Giappone, questa volta anche combattenti dalla Korea, dalla Cina, Taiwan... Sono intenzionati a partecipare.
Hanno tutti l'obiettivo di sposarti, nipote mia, ma non temere, ho limitato l'età di partecipazione tra i 25 e i 45 anni massimo.


Non mi preoccupo, nonno...
Non devo affrontarli tutti, purtroppo per me.
Solo uno arriverà in finale e su di lui mi concentrerò: gli dimostrerò per bene che cosa rischia chi osa sfidare una Minazuki.


Ogni scontro avrà una durata massima di trenta minuti.
Al termine della mezz'ora, se nessuno sarà ancora andato knock out, ho disposto che potrai stabilire tu il vincitore.
Non è molto, ma ciò ti permetterà di veicolare un po' di più il raggiungimento delle fasi finali per ciascuno di loro.
Ovviamente lascio a te l'ultima parola, se preferisci che si arrivi ugualmente al knock out, seguirò le tue volontà, nipote mia.


Non voglio veicolare niente.
Voglio che vinca il migliore, voglio confrontarmi in battaglia con il guerriero più forte, più determinato e più caparbio.
Questo mi darà ancora di più la carica per sconfiggerlo.


Per il resto, sono riuscito ad ottenere che in finale, il tempo minimo da superare per definirsi vincitori è di quindici e non dieci minuti.
Ciò renderà molto più faticoso per i tuoi avversari riuscire ad ottenere le nozze e darà più tempo a te per decretarne la sconfitta.
Tuttavia, finire fuori dal ring significherà automaticamente il fallimento della sfida, ma questo lo sai bene.


Lo sguardo affilato di Anko si rivolse verso il nonno. Le braccia incrociate sul petto, la bocca serrata, come se la Minazuki si stesse preparando ad andare in battaglia... Ed in un certo senso era proprio così.

Non credi che tua nipote possa vincere, nonno?
Oppure vuoi darmi la possibilità di massacrare più a lungo chiunque osi salire su quel ring contro di me...
Lo prenderò come la seconda.
In fondo potrebbe essere tanto un vantaggio per me quanto un vantaggio per chi mi affronterà...


In quel momento, la giovane guerriera venne affiancata da suo padre, i tre Minazuki che fissavano l'arena dove si sarebbe deciso il destino della loro amata primogenita.

Sumomo e Momoko sono molto preoccupate per te.

Non devono, sanno che la loro sorellona è forte.

Comunque hanno espresso il desiderio di sedere al tuo fianco durante lo svolgimento del torneo.
Vogliono sostenerti in tutto e per tutto, ti vogliono bene e gli sei mancata moltissimo.
Momoko è indignata forse più di te, Sumomo invece ha espresso l'entusiasmo di vederti quanto prima sconfiggere il finalista.


Sarò felice di averle al mio fianco...

Ma poteva davvero dirsi felice Anko? Lo sguardo si perdeva nell'orizzonte, fissando il vuoto, ripensando a ciò che aveva vissuto, a quanto fosse cambiata. Nonostante fosse riuscita a recuperare la propria dignità, Anko non poteva non sentirsi sporca dentro nell'aver continuato a nascondere la verità di quanto accaduto con Baek alla propria famiglia. Dirlo le avrebbe alleggerito forse l'anima, ma avrebbe appesantito quella del padre, del nonno e di tutta la sua famiglia. Le sue sorelline, che la vedevano invincibile, avrebbero realizzato che la primogenita non era affatto così forte, che un uomo, anche il più viscido e schifoso, era stato in grado di spezzarla. Aveva ritrovato la propria fierezza Anko, ma sapeva di non essere più capace della stessa spensieratezza di un tempo. Sentiva la propria anima essersi fatta più pesante e forse anche per questo anelava così tanto ad avere Itsuki al proprio fianco. Era come se dentro di sé fosse sicura che l'Amakura sarebbe stato in grado di alleggerire ogni suo peso, facendolo riscoprire una nuova vecchia sé stessa.

Quando avrai terminato il periodo di addestramento con Momohime, verrà il nostro turno.
Abbiamo preparato una lunga serie di allenamenti che ti metteranno incredibilmente alla prova.
Forse non saremo all'altezza dello Spettro di Famiglia, ma siamo un padre e un nonno intenzionati a fare la nostra parte.


Annuì semplicemente, riconoscente alla propria famiglia per ciò che stavano facendo per lei. Tutti stavano dando, in un modo o nell'altro, un contributo per agevolare quanto più possibile la Minazuki in quel difficile percorso. Strinse le mani a pugno, come se stesse cercando di resistere ad un impulso, come se stesse lottando contro sé stessa.

Nonno... Per caso... Lui si è iscritto?

Ma alla fine, evidentemente, quella lotta venne persa ed ella cedette all'impulso di chiedere, di sapere ancora una volta ciò che già aveva capito.

Va bene, grazie... Potete lasciarmi un po' da sola?
Vi raggiungo fra poco...


I due parenti lasciarono sola la giovane guerriera, i cui capelli venivano leggermente accarezzati dal vento. Una volta sola, Anko si strinse le braccia intorno al corpo, osservando l'arena sotto di sé, ma forse in realtà non vedendola affatto. Non c'era nessuno a catturare il suo sguardo, uno sguardo triste, che stava lentamente cedendo alla disperazione. Momohime aveva ragione: la Minazuki necessitava di tutta la concentrazione possibile se voleva evitare a tutti i costi un matrimonio con qualcuno che non fosse Itsuki. Ma non riusciva proprio ad impedire a sé stessa di lasciarsi distrarre da quella pergamena che sembrava non arrivare mai.

Sei proprio un bastardo, Amakura...
... Almeno questa volta avresti potuto mostrarti più deciso.
Eppure... Eppure tu continui a mancarmi più di chiunque altro...
Itsuki... Stupido idiota...


Immagine


終わり
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