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Montréal

Messaggioda Sandyon » 04/01/2012, 23:25

Montréal è una città del Canada. È il centro più popoloso della provincia del Québec e il suo più importante polo economico. Montréal è anche la seconda agglomerazione urbana del paese dopo quella di Toronto. In francese viene detta la Métropole e la sua area metropolitana conta circa 4.000.000 abitanti. Il centro storico di Montréal è la Vieux-Montréal (Vecchia Montreal).

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Messaggioda PnG Staff » 19/01/2015, 23:49

Campagna di Montréal
Villetta della famiglia Nymrod
11 Agosto 2109
Ore 21:40


Cosa ci può dire MediMago Flanoire?

La prego, ci dica ogni cosa, non ci tenga sulle spine...

Il vero problema è che vorrei dirvi qualcosa, ma non ho la più pallida idea di cosa stia accadendo a vostro figlio.
I sintomi non rientrano in nessuna patologia conosciuta, tuttavia considerando il suo stato attuale non è consigliabile trasportarlo in ospedale.
Dovremmo aspettare di capire come prosegue il malessere e regolarci di conseguenza.


Ma come "aspettare"?
Si rende conto che ha la febbre altissima?


Sì ma è cosciente, per quanto la temperatura sia alta, reagisce positivamente agli stimoli.
Non vaneggia, questo è positivo e può far pensare che si tratti di un fenomeno passeggero.


E il sudore gelido e abbondante scusi?
Per non parlare poi del fatto che è rigido come una pietra...


Lo so, capisco la vostra preoccupazione.
L'iper ventilazione poi è ancora più allarmante, ma ripeto, potrebbe trattarsi di uno sfogo allergico o qualcosa di simile.
Magari una Creatura Magica gli ha iniettato del veleno e dobbiamo attendere che faccia il suo corso.


Certo, e se poi me lo fa morire?
Le possiamo fare causa?


Tesoro, per favore, non creiamo altri problemi inutili.
Se il dottore crede sia meglio aspettare fino a domattina, diamo una chance alla sua esperienza, no?


Il ragazzo se ne stava sdraiato sul letto con alcune coperte addosso e uno sguardo vacuo, seppur si sentisse perfettamente cosciente.
Comprendeva tutto quello che stavano dicendo i genitori adottivi e il medico, ma allo stesso tempo non aveva la forza per parlare.
Sentiva ogni arto intorpidito, fermo e statico, la temperatura altissima, sopra i 40°, per non parlare poi del sudore gelido.
Sbatteva le palpebre cercando un punto di osservazione lontano, chiedendosi se per caso quelli fossero i suoi ultimi istanti da vivo.
Una sensazione simile non l'aveva mai provata e temeva che forse dipendesse dalla sua natura ancora incerta e sconosciuta alla famiglia.
Deglutire era faticoso, lo stomaco non reagiva agli stimoli del cibo, poiché non appena ingeriva qualcosa la digeriva e metallizzava all'istante.
Il suo corpo in pochissime ore di malessere aveva perso alcuni chili facendogli scomparire la famosa "pancetta" sostituendola con una muscolatura solida e visibile. Ma perché tutto ciò? Che trasformazione stava avvenendo in lui? Negli ultimi tempi, per altro, poteva anche giurare di non avere più bisogno di lavarsi con la stessa frequenza solita, perché restava pulito per giorni e giorni senza emanare cattivo odore.
Rifletteva su tutto ciò eppure il malessere che lo attanagliava interruppe diverse volte i suoi ragionamenti deduttivi e induttivi.
Sentì distintamente la porta di casa chiudersi, la madre avvicinarsi per chiedergli se avesse bisogno di qualcosa, ma lui scosse il capo senza poter esprimere parola, sussurrando uno striminzito "Buonanotte", perché tanto non gli restava molto altro che provare a dormire.
Trascorsero altre ore, precisamente sei, e nella notte regnava il completo e assoluto silenzio, come anche in ogni stanza della casa, ma non totalmente nella camera del ragazzo. Infatti, nel sonno riuscito a conquistare nemmeno tre ore prima, egli si agitava ed emetteva dei versi, versi flebili che non potevano essere uditi dai familiari al piano superiore, stanchi morti per la tensione e la giornata lavorativa portata a termine.
Ad un tratto, il giovane spalancò gli occhi, il cuore batteva come un tamburo nel petto, le gambe rispondevano agli stimoli: poteva muoversi.
Scese dal letto ed anche se in mutande si precipitò velocemente fuori dalla porta di casa, correndo lontano, lontano, lontanissimo in mezzo ai cespugli della pianura di fronte alla villetta. Sentiva una strana energia che gli pervadeva lo spirito e l'anima e non sapeva da dove provenisse, ma percepiva allo stesso tempo una ferocia galoppante e insensata che premeva per uscire, che premeva per fargli perdere il controllo e lui non voleva che accadesse con la sua famiglia, temeva di poter fare loro del male. Giunto abbastanza distante dalla abitazione si mise in ginocchio con la faccia al terreno e cominciò a gemere di dolore, digrignando i denti. La pelle cambiava colore, le unghie diventavano più lunghe e gli occhi assumevano la stessa forma e sfumatura di quella dei rettili. Dopo un'altra serie di urli e grida sempre più forti, sempre più intensi, sempre più potenti, il ragazzo ne cacciò uno maggiore di ogni altro e in quel preciso istante, la sua struttura fisica mutò tutta assieme, cambiandolo di aspetto...

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Campagna di Montréal
Villetta della famiglia Nymrod
16 Agosto 2109
Ore 13:40


Tesoro, come ti senti oggi?

Bene mamma, grazie...

Hai appetito?
Vuoi mangiare qualcosa?
Tua madre ha fatto dell'ottimo arrosto sai?
Il tuo preferito...


Sì, lo so ma... stranamente non ne ho tanta voglia.
Potresti... potresti passarmi il cesto della frutta per cortesia?


Oh... Sì, sì certo tesoro, eccolo qui...

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Grazie.

Il giorno successivo alla trasformazione, il giovane era stato ritrovato dal padre in mezzo al campo di erba alta, svenuto.
Diverse impronte di drago nella zona avevano fatto allarmare la popolazione locale e le forze pubbliche avevano invitato all'attenzione.
Nessuno poteva immaginare che in realtà quella creatura fosse lui, ma era nettamente certo di non aver fatto del male a nessuno, lo sentiva, come una sensazione primordiale che lo aiutava a sopportare il peso di quella ennesima assurdità di se stesso. Ovviamente non ne aveva fatto parola con il padre e la madre, temeva che lo potessero ripudiare per sempre, che lo allontanassero, che avessero paura di lui. Egoista. In parte sì.
Bianco cadaverico ancora per via della "malattia" trascorsa da poco, il ragazzo appariva abbattuto e povero di energie, non riusciva a mandar giù né carne né pesce, mangiando solo frutta, verdura, cereali e latticini. Ogni tanto un integratori di sali minerali ma di solito preferiva l'acqua.
Alzatosi in piedi dopo il pranzo, informò i genitori che se ne sarebbe stato un po' sul portico per conto suo, che stava bene e di non preoccuparsi per lui. In realtà non stava bene per niente, le domande si affollavano sempre più nella testa per a nessuna riusciva a fornire una risposta logica.
Giunto sulla veranda di casa, posò le braccia alla ringhiera di legno, abbassando lo sguardo un po' spento e pensieroso.

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Cosa c'è che non va in me?
Perché un Drago?
E quella malattia poi?
Se fosse un morbo?
Forse d'ora in poi non accadrà più... O almeno lo spero...


Nel mentre vagava con il cervello, un fringuello planò sul suo braccio, si strusciò affettuosamente sulla sua guancia e poi volò nuovamente via.
Lo fissò perdersi nell'orizzonte per diversi secondi, perplesso, incuriosito, ripensando e facendo l'analogia con la pantera incontrata su quell'isola misteriosa che aveva rifiutato di attaccarlo ed anzi, si era addirittura fatta fare le coccole come un gatto domestico.
Forse le risposte che cercava si trovavano proprio su quella stessa isola dove si era ritrovato per caso/sbaglio, ma non era in grado di smaterializzarcisi come un mago normale e non aveva la più pallida idea di dove si trovasse. Il pianeta era fin troppo grande per andare a tentoni sperando in un colpo di fortuna. Non gli restava altro che aspettare il prossimo evento assurdo, perché ormai era sicuro che sarebbe avvenuto.

Mi auguro soltanto che sia molto meno doloroso del precedente...


AUTOCONCLUSIVA
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