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Messaggioda Sandyon » 04/01/2012, 23:35

Le Isole Aran (Oileáin Árann in gaelico) sono un gruppo di tre isole situato all'imbocco della baia di Galway, nella Repubblica d'Irlanda. Sebbene siano più vicine e simili come paesaggio al Clare, fanno parte amministrativamente della contea di Galway.

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Messaggioda Quetzal » 20/02/2014, 23:19

Al largo delle Isole Aran / 25 Dicembre / Ore 11:30



Quella mattina il mare invernale irlandese era agitato, burrascoso, ricco di spuma e onde alte, irrequiete.
Poche nuvole in cielo: non era il tempo a creare tensione alle acque, bensì il vento che forte soffiava e smuoveva la marea.
Un sole pallido, per nulla caldo, puntava con i suoi deboli raggi alla spiaggia e agli scogli, presso un punto dove non si trovava anima viva.
O meglio, forse non se ne poteva osservare sulla terra ferma, ma in mezzo alla grandezza dell'oceano, lì la questione era differente.
Una miriade di pesci, di creature marine, vive e vegete, tutti sparsi in quel blu infinito bello come non mai, affascinante ed inquietante allo stesso tempo, laddove se la superficie era increspata di continuo, all'interno vigeva placida la calma e il silenzio.
Pochi movimenti di pinne, oppure bolle che rompevano quell'ode al mutismo naturale che per nulla infastidivano o si trovavano in disaccordo col resto dell'atmosfera desolata, sconfinata ed eterna.
Proprio lì, al largo, per i fondali oceanici appena freddi e oscuri, un pesce spada nuotava spedito, con un movimento talmente particolare da sembrare quasi che stesse cercando qualcosa che non fosse affatto una preda, bensì un suo simile.

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Gli animali non erano senzienti, gli animali non prendevano di certo appuntamenti in un luogo specifico o in un giorno specifico, ma non era detto che qualunque animale (pesce in quel caso) che si aggirasse nelle profondità marine fosse davvero quello che lasciava credere ad un primo sguardo.
Uno squalo di medie dimensioni si avvicinò moltissimo al pesce spada, ma senza eseguire movenze d'attacco, anzi, una volta nuotato abbastanza per essere visto e osservato dall'altra creatura, si mise a girarle attorno, simulando più un gioco che un tentativo di affronto strategico.
Da parte sua, il pesce spada puntò gli occhi naturalmente vacui sullo squalo, fissandolo intensamente: il predatore rimase un istante fermo, poi, agitandosi quasi fosse felice, riprese il suo percorso allontanandosi, lasciando di nuovo la creatura alla sua personale ricerca misteriosa.
Scese ancor più in profondità, rasentando il fondale pieno di sabbia e piccole rocce, oltre che alghe di vario genere e coralli grezzi.
L'animale sapeva che presto avrebbe trovato ciò che aspettava, bisognava solo avere pazienza e non smettere di guardare ovunque, con attenzione.
Ad un tratto, in mezzo ad un piccolo insieme di vegetali marini, scorse ciò che stava cercando insistentemente da svariati minuti.

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Un piccolo Ippocampo se ne stava calmo e tranquillo a saltellare qua e là, nascondendosi in mezzo ad alcuni pezzi d'anfora antichi e immersi nella sabbia, emettendo delle piccole bollicine che salivano verso la superficie, giocoso e di una tonalità tra il giallo, il marrone e il rosato.
Il pesce spada discese velocemente, arrivando proprio davanti alla piccola creatura, fissandola e rimanendo fermo per un po'.
Il cavalluccio marino nuotò attorno al lungo naso del cercatore e poco dopo gli solcò il fianco, facendo di tanto in tanto qualche piroetta.
Uno spettacolo alquanto insolito, visto dagli occhi di un sub babbano che, passando di lì, riprese la scena più che incredulo.
Il pesce si volse, iniziando a nuotare verso la superficie, in direzione della riva, e l'Ippocampo gli stette attaccato per la maggior parte del tempo perché comunque non era veloce quanto lui. Poco prima di raggiungere la zona più bassa, la creatura più piccola delle due si staccò, rimanendo qualche metro indietro, mentre l'altra, arrivata abbastanza vicina alla riva, mutò il suo aspetto in un secondo, rivelandosi per chi fosse in realtà.
Un ragazzo, totalmente nudo, uscì dallo specchio oceanico, camminando fino alla riva, mentre il vento si preoccupava di asciugare i suoi capelli e la sua pelle all'istante. Sguardo serio e apparentemente calmo.
Fatta una decina di metri a piedi si girò per aspettare di vedere uscire fuori un'altra figura che lui sapeva gli avrebbe fatto immediatamente scorrere molto sangue al basso ventre.
Non diede però libertà agli istinti del corpo, reprimendo la voglia di erezione e concentrandosi solo sull'arrivo della consorella.
Attese che ella, una volta apparsa, gli si fosse avvicinata abbastanza, prima di passarsi una mano tra i capelli e parlarle con tono basso e pacato.

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Era con questo che intendevi per "movimentare il nostro prossimo incontro"?
... Nascondino subacqueo?


Assottigliò lo sguardo, quasi perplesso.
Ancora si straniva molto dell'attinenza di Indigo al comportamento da bambina.
Lo nascondeva spesso, ma in realtà, la cosa non è che gli dispiacesse così tanto.

Ho girato la baia per quaranta minuti, dannata!
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Messaggioda Indigo » 21/02/2014, 0:10

-Isole Aran | 25 Dicembre | ore 11.30-


Era stata davvero una grande idea, la sua: solitamente, una volta ogni due settimane più o meno, si vedevano o da lui, o da lei, anche se la prima opzione era quella più messa in pratica, tra le due, e ad Indigo questo era sempre andato bene.
Ma visto che Quetzal si era perso moltissimo del mondo, poiché nessuno si era preso cura di lui e la Druida Rinnegata si era ripromessa di rimediare a tale crimine, l'aveva alla fine convinto a trovarsi in un posto diverso, per una volta, ch'egli non conosceva e che avrebbe quindi potuto scoprire insieme a lei. Era prevedibile, tuttavia, che la bulgara non avrebbe scelto un modo convenzionale d'incontrarsi...
Per celebrare la particolarità dell'evento, infatti, gli aveva proposto di mutare nella sua forma acquatica per ritrovarsi lì, nelle acque più profonde delle Isole Aran, lui sotto forma di pesce spada, lei con quella di ippocampo; peccato non gli avesse accennato prima alla seconda particolarità del loro incontro, ovvero il fatto che Indigo si sarebbe nascosta.
Il che, effettivamente, non le era riuscito nemmeno troppo difficile, visto che le sue dimensioni come animale marino erano piuttosto ridotte: se l'era perciò presa comoda, nascondendosi per bene in modo che per il Rinnegato non fosse né semplice né immediato trovarla, passando il suo tempo a giocare coi pesci, a nascondersi dentro ad anfore antiche semi-immerse nella sabbia, facendo qualche piroetta gioiosa.
Amava quella forma.
Le amava tutte, a dover essere onesti, poiché in tutte e tre ella diventava una figlia di Gaia ancor più connessa ad essa e più naturale di quanto già non fosse... ma in quel momento era troppo divertente essere così piccola in mezzo a quell'oceano sconfinato, e non essere ritenuta un pericolo, più che altro una preda viste le dimensioni ridotte, per nessun altro animale marino: le alghe si muovevano quando passava loro vicino, come a volerla salutare, i pesci le nuotavano intorno e con qualcuno di questi si era persino sfidata ad "acchiapparella", come quando viveva ancora nella sua comunità druidica, facendosi inseguire per un po' nel più innocente dei giochi.
Ma non era lì solo per godersi quel momento di totale serenità e divertimento, per quanto fosse un regalo perfetto nel giorno di Natale: stava aspettando l'unico Confratello di cui tollerasse, e non poco, la presenza, l'unico oltre a Dominique che si fosse avvicinato un po' a lei al punto da diventare piuttosto importante; oltretutto avevano anche stretto un reciproco accordo di vendetta, quindi c'erano diversi presupposti per andarci d'accordo.
E Quetzal arrivò poco più tardi, quando la sua sagoma come pesce spada entrò nel campo visivo del cavalluccio marino: se avesse potuto, l'animale si sarebbe messo a ridere, ma palesò il suo divertimento in un altro modo... girando intorno al lungo naso del pesce, per la precisione, piroettandogli intorno e quasi nascondendosi intorno al suo corpo, come a volersi celare dalla sua vista usando il suo stesso corpo come scudo.
Di sicuro uno spettacolo unico per chi stava facendo sub in quel momento, che sarebbe potuto essere mostrato ai fortunati a cui il babbano l'avesse fatto vedere: a Indigo la cosa interessava poco, lei voleva soltanto stare con Quetzal, ora.
Per questo lo seguì placidamente fino alla riva, aggrappandosi quasi a lui per andare più veloce: lasciò che fosse il primo a mutare nella forma, così da potersi concedere di osservarlo per qualche secondo di più, prima di trasformarsi lentamente a sua volta ed uscire dalla superificie dall'Acqua come una Venere bruna e perfetta, quella che veniva dipinta nei quadri dei grandi pittori babbani. Il passo era lento, sensuale, volutamente provocatorio, con quei capelli bagnati che celavano i seni nudi ma non la loro rotondità, così come le altre forme armoniche del suo corpo.
Si sposava bene, in bellezza, con colui che aveva di fronte, e che per primo prese la parola.

Era con questo che intendevi per "movimentare il nostro prossimo incontro"?
... Nascondino subacqueo?


Annuì solo, silenziosa, mentre il Vento ed il Fuoco dentro di lei asciugavano la sua pelle e i lunghi capelli mossi: prese una vestaglia di seta nera semi-trasparente, lunga fino a metà coscia, e la fece scivolare sulle braccia e sulle spalle, allacciandola mollemente con un mezzo nodo sul davanti, in modo che l'indumento rimanesse comunque un poco aperto e rivelasse la curva dei seni.
Avrebbe potuto rimanere nuda, naturalmente, tanto nessuno a parte Quetzal l'avrebbe vista... ma lei preferiva quell'indumento che copriva parzialmente il suo corpo perfetto, poiché era decisamente più eccitante la visione della seta che le accarezzava la pelle e celava le sue forme più invitanti, che la nudità completa: c'era più gusto e desiderio nel farsi possedere.

Ho girato la baia per quaranta minuti, dannata!

Per un primo momento, circa una 30ina di secondi, lo sguardo di Indigo a quelle parole fu serio, totalmente da stronza, uno di quelli che sapeva a lui piacessero perché parevano urlare "piegami in avanti e fammi tua all'istante": sembrava quasi infastidita dalle parole di lui, come irritata da quell'affermazione che sembrava quasi un rimprovero da parte del Rinnegato.

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Poi, però, lentamente l'espressione del viso cambiò: le labbra si distesero in un sorriso, gli occhi s'illuminarono e le mani si congiunsero tra loro poco sopra il seno, in un battito leggero ed assolutamente deliziato, quello di chi è del tutto felice di quanto appena fatto.

Dai, ammettilo che è stato troppo divertente! - esclamò infatti la Druida, lasciandosi andare ad una risata argentina, meravigliosa, un po' come lei del resto - Hai potuto stare in compagnia dei figli di Gaia, giocare con loro... ed infine hai trovato la figlia del Mana più preziosa di tutte. - solo figlia del Mana e non anche di Gaia in questo caso, perché per quanto avesse una ben alta opinione di se stessa, quella per gli animali, per le piante, per i fratelli e le sorelle nati da Gaia insomma, era maggiore - E poi è un posto diverso, no? Non è casa tua ma nemmeno casa mia, è all'aperto e a contatto assoluto con gli Elementi... esattamente come mi avevi chiesto. - concluse Indigo con aria soddisfatta, portandosi le mani dietro la schiena ed ondeggiando leggermente sul posto, col corpo che ruotava prima a destra e poi a sinistra.

Lo sguardo brillava, la bocca era curvata in un sorriso furbetto, e i denti bianchi e regolari mordicchiavano il labbro inferiore con divertimento a stento trattenuto: non era difficile capire che lei si era appena divertita un mondo.
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Messaggioda Quetzal » 21/02/2014, 19:46

Vederla uscire dall'acqua accese all'istante i suoi istinti più animali e primordiali.
I seni coperti leggermente dalla lunga capigliatura, le curve dei fianchi così perfette e sinuose, i piedi scalzi, la pelle scura.
Ogni dettaglio di quella consorella rappresentava un inno al sesso, alla passione e alla violenza carnale, infatti dopo un iniziale momento di indecisione, Quetzal decise di non imporre al proprio organo riproduttivo di non mostrare il suo apprezzamento per quella visione, tanto era piuttosto sicuro che ella non avrebbe avuto affatto niente da ridire, anzi, al massimo poteva sentirsi giusto lusingata.
Alla battuta del Druido Rinnegato, la figlia del Mana apparve indignata, infastidita, seria e per nulla coinvolta dall'ilarità della frase del ragazzo.
In realtà, quella era tutta una finta, un ennesimo gioco che la "bambina" voleva portare avanti per una soddisfazione e gioia personale, dato di fatto che ormai Quetzal riconosceva molto bene, dato l'ormai prolungato tempo di frequentazione dal loro primo incontro nell'Estate passata.
Ovvio che, immaginarla con quel viso davanti ad un Gildato o una qualsiasi sua vittima era assolutamente da sturbo ed anzi, anche quel pensiero contribuì ad alimentare la sua eccitazione ben visibile e dritta come una freccia naturale verso Indigo Kostenechki.

Quanto hai intenzione di continuare il teatro?
... Bel vestito, un po' inutile vista la trasparenza ma, credo che l'effetto sia voluto.


Dai, ammettilo che è stato troppo divertente!
Hai potuto stare in compagnia dei figli di Gaia, giocare con loro... ed infine hai trovato la figlia del Mana più preziosa di tutte.


La più preziosa e Modesta... Hai dimenticato "modesta".

Emise uno sbuffo sinceramente ironico, scuotendo il capo, guardandosi poi intorno per cercare di riconoscere degli elementi affini ad altre terre già visitate in passato, difatti lui in Irlanda non ci era mai capitato, poiché ex dimora di una delle comunità druidiche ormai scomparse.
Il paesaggio, la temperatura, la flora e la fauna, erano molto diversi da quelli soliti che era abituato ad incontrare nell'America Latina.
Qualche volta aveva fatto presente alla ragazza che avrebbe voluto visitare un posto diverso e non relegarsi alle loro abitazioni, ma era stato molto tempo prima e onestamente non credeva che lei se ne fosse ricordata o l'avesse appuntato nella mente per così tante settimane.
Forse era una sorta di sorpresa natalizia, quella festività della quale gli aveva parlato, dove i babbani ed i maghi si scambiavano dei doni e mangiavano dolci tradizionali e si rivedevano con i familiari.
Gli aveva promesso che quella sera gli avrebbe fatto assaggiare il... "Pontentone", o forse "Panchettone", una cosa del genere, comunque.
D'altra parte, lui stesso aveva cercato di adeguarsi a quella tradizione acquisita per gioco un po' per bisogno personale di giustificare un dono nei confronti Druida... Il perché sentisse la voglia di farglielo, non se lo stava chiedendo e non gli interessava affatto.

E poi è un posto diverso, no?
Non è casa tua ma nemmeno casa mia, è all'aperto e a contatto assoluto con gli Elementi... esattamente come mi avevi chiesto.


E' una scelta perfetta, questo è indubbio, Xelha - "bambina", "fanciulla", in lingua Druidica. Ormai erano un paio di mesi che avevo preso a chiamarla così e a lei pareva non dispiacere - ... Ciò non toglie che ci ho messo una eternità a trovarti e sono certo che stai per dirmi che significa aver perso il gioco, non è vero?

Qualora in lei avesse notato un'espressione palesemente furba ed eccitata per quel presentimento tramutato in verità assoluta, Quetzal avrebbe sospirato rassegnato, incrociando le braccia al petto e camminando fino alla riva dell'oceano, osservando l'orizzonte.
Erano circa cinquant'anni che non esistevano più centrali di petrolio in mezzo all'acqua, per via di un accordo mondiale sulla sicurezza del pianeta e l'utilizzo di energia il più possibile rinnovabili, come l'elettricità, il metano, l'ossigeno e via dicendo.
Un bene, a pensarci, perché se ancora fossero esistite determinate strutture probabilmente il ragazzo avrebbe chiesto ad Indigo di aiutarlo a distruggerle una ad una, così da far comprendere con le maniere cattive agli uomini che avevano decisamente rotto il cazzo alla natura.
Un Sole chiarissimo che si specchiava con le acque e il vento che carezzava le loro pelli.
Se avesse sentito la presenza della ragazza accanto a sé, probabilmente le avrebbe circondato il fianco con il braccio, avvicinandola affettuosamente. Da ormai qualche tempo Quetzal stava imparando a mostrare atteggiamenti meno ferali e selvaggi, per quanto ci fossero ancora alcuni episodi che richiamassero spesso il suo lato più animale e imprevedibile, come nell'omicidio e nel sesso.

Alla fine hai rassegnato le tue dimissioni presso il tuo luogo di lavoro, come mi dicesti tempo fa?
Come l'hanno presa?


Apparentemente non troppo interessato alla questione, da una parte però gli interessava eccome perché più proseguivano i giorni e maggiormente percepiva una crescente possessione e gelosia verso la Druida. Sapere quindi che sul luogo di impiego c'era un tipo con il quale a volte andava a letto per portare a termine una missione assegnatale dalla Setta - che lui conosceva solo con il nome di "Organizzazione" - non gli andava tanto bene, anzi, più di una volta, irritato, aveva dato libero sfogo al suo lato animalesco correndo per le foreste e per le giungle, sgozzando cacciatori babbani o uomini adibiti alla cattura delle creature per gli zoo o per i circhi.
Ad ogni modo, una volta ascoltata la risposta della consorella e constatato che la sua eccitazione era tornata entro i soliti canoni di tranquillità, il Rinnegato decise di alimentare nuovamente il lato giocoso della Druida Giovane, staccandosi da lei e camminando apparentemente verso una piccola collina piena di verde e fiori misti.

Se ho capito bene, in questo giorno le persone del mondo si scambino regali, giusto?
... Ok, allora facciamo così: anche io ho una sorpresa per te, ma se la vuoi... Devi riuscire a prendermi entro dieci minuti!


Detto questo, si volse per fissarla un momento con occhio di sfida, di svago e di intesa, prima di spiccare un salto e tramutarsi nella sua forma area, ovvero un uccello Quetzal, delle grandezze simili al volatile totem di Indigo, dunque non era assolutamente avvantaggiato in alcun modo.
Prese a volare lontano, planando qua e là e modificando ogni dieci secondi la sua rotta per rendere più difficile l'impresa alla consorella.
Sapeva che un passatempo simile l'avrebbe entusiasmata di sicuro... Perché desiderava renderla contenta?
No, non si chiese nemmeno questo.

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Spoiler:
Il tiro col dado è relativo.
Anche facendo un risultato di TF maggiore di Indigo, Quetzal a dieci secondi dallo scadere del tempo si farebbe raggiungere apposta.


TF Base --> 31 + d20 --> 10 = 41
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Messaggioda Indigo » 21/02/2014, 21:22

Percorse ancora una volta il suo corpo nudo col proprio sguardo, le labbra che s'inarcavano in un'espressione di puro e soddisfatto orgoglio nel notare la virilità di lui che finalmente aumentava, segno che l'eccitazione si era accesa e che Quetzal non stava facendo nulla per trattenerla; la lingua lambì il labbro superiore con desiderio, le gemme nude sui seni s'inturgidirono all'istante, e la schiena della Rinnegata venne percorsa da un brivido caldo e piacevole.
Non solo aveva costruito un rapporto di reciproco aiuto nella vendetta col Confratello, e fino a quel momento si erano concessi di portare via la vita umana, per poi restituirla in forma animale, ad una ventina di Gildati... ma anche il sesso tra loro andava splendidamente.
In realtà c'era più del sesso, o dell'accordo che avevano stipulato, ed Indigo ne era pienamente consapevole: non che ci fossero dei segnali palesi da parte dell'altro, ma spesso l'istinto della bulgara le diceva che lui teneva a lei più di quanto non desse a vedere. Molto di più, in effetti.
Come in quel momento, quando finalmente la Rinnegata ammise quanto si fosse divertita in quel gioco, quel nascondino improvvisato sott'Acqua, guardandolo con l'espressione di una bambina estasiata e chiedendogli quasi in maniera retorica se non si fosse divertito anche lui, soprattutto considerando che aveva trovato, alla fine, la Druida, la figlia di Gaia, più preziosa tra tutte.

La più preziosa e Modesta... Hai dimenticato "modesta".

Gli fece una bella linguaccia a quelle parole, e chi l'avesse vista così probabilmente avrebbe trovato difficile associarla alla donna che senza alcuna pietà sterminava Gildati come nulla fosse, godendo anzi quando soffrivano, con un sorriso sadico sulle labbra e l'intenzione di prolungare il loro dolore il più possibile.
Le piaceva condividere quei momenti di malvagità con Quetzal, così come le piaceva l'idea di aver realizzato un suo desiderio, portandolo in un posto naturale che non aveva mai visitato così da non ritrovarsi sempre negli stessi luoghi: un modo come un altro per mostrargli senza bisogno di parlare che teneva a lui e a quello che diceva o che desiderava.

E' una scelta perfetta, questo è indubbio, Xelha ... Ciò non toglie che ci ho messo una eternità a trovarti e sono certo che stai per dirmi che significa aver perso il gioco, non è vero?

Un sorriso estasiato e radioso comparve sulle sue labbra: estasiato perché l'aveva chiamata in quel modo, con quel vezzeggiativo che ben si sposava col modo di fare della bulgara; radioso, perché Quetzal aveva centrato il punto, il fatto che avesse perso quella sorta di gioco tra loro.
Non che ci fossero delle regole scritte, in realtà, anzi, il fatto che l'avesse trovata significava aver vinto, in un certo senso... ma non nella mente della Druida, che come una bambina viziata non solo amava giocare, ma più di ogni altra cosa amava vincere; per questo annuì vigorosamente a quella domanda, ridendo divertita di fronte alla sua espressione rassegnata ed osservandolo poi, mentre quel suono argentino si spegneva lentamente, avvicinarsi alla riva con lo sguardo perso all'orizzonte.
Un Vento leggero accarezzava i loro corpi e faceva ondeggiare i lunghi capelli di lei, ora di profilo con gli occhi color cioccolato fissi sul profilo del Confratello, e le ciocche scure che le accarezzavano di tanto in tanto le guance: era bello, con quell'espressione persa e concentrata, ed era un piacere per lei guardarlo.
Le piaceva averlo intorno, in realtà, le piaceva l'idea che lui facesse parte della sua vita, e che a volte dimostrasse di tenere a lei, al vederla sorridere: da quando l'aveva conosciuto, da quando aveva cominciato ad avvicinarsi a lui in modo diverso da quando si rotolavano sull'erba durante il sesso, si era ritrovata a chiedersi sempre più spesso se le sensazioni che lei provava, erano percepite anche da Quetzal; una sorta di scocciatura, per la Druida sempre abituata ad avere il controllo della situazione e ad essere piuttosto distaccata e in un certo senso anche menefreghista verso tutto e tutti.
Si riscosse dunque, per l'ennesima volta, da quei pensieri, avvicinandosi a lui silenziosa e con passo leggero, quasi quello di una ballerina per i babbani, da figlia di Gaia e portatrice di Mana nel suo caso. Sorrise tra sé nel sentirsi cingere il fianco da lui, le labbra che andavano a posarsi sul suo collo per un bacio leggero, e poi una strusciatina del naso sulla pelle, in un gesto che, a quanto aveva capito, all'altro piaceva non poco: come un cucciolo di animale, spesso quando si ritrovavano l'uno di fronte all'altra, sull'erba o, più raramente, nel letto di lei, si ritrovavano a strusciare i nasi l'uno contro l'altro, a farsi delle coccole che assomigliavano più a quelle fatte tra loro dagli animali, piuttosto che dagli esseri umani.
Ma anche quella particolarità, poiché fatta con lui, ad Indigo piaceva.

Alla fine hai rassegnato le tue dimissioni presso il tuo luogo di lavoro, come mi dicesti tempo fa?
Come l'hanno presa?


Il suo istinto - I/SS 34 - le diceva che in realtà Quetzal era più interessato alla questione di quanto non sembrasse; apparentemente, infatti, il Rinnegato appariva del tutto calmo, distaccato rispetto alla domanda che aveva fatto. Eppure Indigo sentiva che non fosse così.
Voleva che non fosse così.

Sì, l'ho fatto giusto qualche settimana fa.
Ho detto ai miei datori di lavoro di aver bisogno di vivere più a contatto con la natura, di non poter sopportare un lavoro al chiuso e una vita così "civile", e di aver anche scoperto che c'era la possibilità che esistessero altri Druidi al mondo, a parte me.
- gli rispose, volutamente leggera nel tono, in realtà molto attenta alle reazioni del Confratello al suo racconto - Inizialmente Marshall, l'uomo di cui ti avevo parlato, si è proposto di aiutarmi a cercare miei simili, ma ho liquidato la questione in fretta... allora si è limitato a chiedermi se e quando ci saremmo rivisti, e se avevo dimenticato che stavamo pensando di costruire qualcosa assieme... - aggiunse, ancora tranquilla e pacata nel raccontare la situazione, non atona ma semplicemente indifferente, come se stesse parlando di un argomento del tutto superficiale. Lo fissò di sottecchi per qualche lungo istante, come a voler cogliere istinti di gelosia in lui, ma a prescindere che li palesasse o meno, avrebbe concluso subito dopo il suo discorso - Gi ho detto che non potremo costruire nulla fino a che non avrò scoperto la verità sui Druidi, ma che comunque so che lui non mi ama... e se non è scattato l'amore finora, probabilmente non sono la donna giusta per lui. Ovviamente l'ho fatto piangendo, come se fossi distrutta, prima di andarmene. - e così si era tolta il problema senza troppe complicazioni.

D'altronde era vero che Marshall non si era ancora innamorato di lei, quindi per quanto ci sarebbe potuto rimanere male, ed era piuttosto sicura che così fosse, se non altro non gli era stato spezzato il cuore e si sarebbe ripreso in tempi più o meno ragionevoli, e lei era tornata libera di fare quello che voleva.
In fondo non aveva bisogno dei suoi soldi per sopravvivere, la Setta la manteneva egregiamente per quel poco che le serviva, e al resto provvedevano sia Dominique che, soprattutto, la Natura che la circondava.

Se ho capito bene, in questo giorno le persone del mondo si scambino regali, giusto?

Il senso del Natale è questo, sì. - confermò Indigo, arricciando appena il naso mentre lo seguiva con aria curiosa verso una collina che sembrava aver catturato la sua attenzione - Mi pare ci sia qualcosa di più dietro, una tradizione religiosa forse, perlomeno tra i babbani... ma non ne sono sicura.
Perché?


... Ok, allora facciamo così: anche io ho una sorpresa per te, ma se la vuoi... Devi riuscire a prendermi entro dieci minuti!

Dici davvero?!

Domandò la mora con gli occhi che prendevano a brillare di felicità: una nuova sfida, un nuovo gioco tutto per lei, davvero gli andava di farla divertire in questo modo, seguendo quello che la bulgara amava di più fare? La risposta arrivò da sé quando Quetzal si trasformò di fronte a lei, così da sfidarla con quel semplice gesto a raccogliere la sfida e vincerla: si prese qualche secondo per ammirarlo, la Druida, trovandolo bellissimo ed elegante in quella sua forma, prima di scuotere il capo, sfilarsi la vestaglia di dosso e correre verso di lui, saltando leggermente e lasciando che la sua forma aerea prendesse il sopravvento su quella umana, così da trasformarla in una perfetta ghiandaia imitatrice.

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Prese così ad inseguirlo, cinguettando gioiosa e divertita, inseguendolo con l'aria di chi si stava divertendo un mondo, perdendo anche del tempo, di tanto in tanto, per fare qualche piroetta a testa in giù: dieci secondi circa prima dello scadere del tempo, finalmente Indigo riuscì ad arrivargli di fronte, tagliandogli la strada e cinguettando così con aria vittoriosa.
Dentro di sé aveva capito - I/P 38 - che Quetzal l'aveva fatto apposta a perdere... e lo adorava ancora di più, per questo.
Fece un paio di piroette soddisfatte ed orgogliose e planò verso il basso, così da riprendere la sua forma umana e permettere ai piedi di toccare con eleganza il terreno: lasciò perdere la vestaglia, rimanendo completamente nuda mentre attendeva che anche il Rinnegato fosse nuovamente umano, dopodiché fece qualche passo di corsa verso di lui e lo abbracciò, saltandogli addosso con le gambe che si attorcigliavano intorno ai suoi fianchi e le braccia intorno al suo collo.

Mi hai fatto la sorpresa più bella del mondo proprio adesso, lo sai? - gli domandò, rubandogli un bacio leggero prima di sorridergli con candore - Grazie per avermi fatta divertire a modo mio.

Spoiler:
Evito di tirare il dado perché anche col massimale di 20 non riuscirei comunque a raggiungere il risultato di Quetzal.
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Messaggioda Quetzal » 22/02/2014, 19:05

Una volta avvicinatasi a lui, la Druida Giovane prese a dedicargli delle coccole tutte particolari, selvagge e dolci allo stesso tempo.
A Quetzal piacevano, le trovava rilassanti, mistiche e completamente differenti da ogni forma di bene o male, ma solo affetto completo.
Non era necessario essere buoni o cattivi per provare dei sentimenti verso qualcuno, per provare attaccamento o devozione, un concetto che gli animali conoscevano benissimo e che sapevano distribuire in modo spontaneo e spassionato, mantenendo la propria indole verso gli altri.
Loro due erano esattamente così, il malvagio per eccellenza, il dolore e la sofferenza scesi in Terra con il resto del Mondo e infine... Compiaciuti, desiderosi di attenzioni, giocosi e normali l'uno verso l'altra, sapendo scambiare le due modalità grazie ad un semplice sguardo.
Indigo proseguì in quella coccola e Quetzal socchiuse lo sguardo, sospirando con calma, intensificando la stretta al fianco di lei, ascoltando il suo racconto su come aveva deciso di gestire la sua storia lavorativa.

Sì, l'ho fatto giusto qualche settimana fa.
Ho detto ai miei datori di lavoro di aver bisogno di vivere più a contatto con la natura, di non poter sopportare un lavoro al chiuso e una vita così "civile", e di aver anche scoperto che c'era la possibilità che esistessero altri Druidi al mondo, a parte me.
Inizialmente Marshall, l'uomo di cui ti avevo parlato, si è proposto di aiutarmi a cercare miei simili, ma ho liquidato la questione in fretta... allora si è limitato a chiedermi se e quando ci saremmo rivisti, e se avevo dimenticato che stavamo pensando di costruire qualcosa assieme...


Riaprì gli occhi di scatto, ma senza fissarla apertamente e direttamente, tanto era probabile che lei stesse osservando attentamente le sue reazioni.
La mano non si mosse, come nemmeno il braccio. Il corpo era una stele di pietra imperturbabile e fermo, quasi disumana.
In realtà, Quetzal sapeva che lei avrebbe saputo cogliere distintamente alcuni cambiamenti sinergici nello spirito del confratello, in particolare l'acqua che iniziò a muoversi impetuosa, il fuoco che diede delle vampate più intense e la terra che si scosse come in una catastrofe naturale.
Dimostrazione di rabbia, fastidio, gelosia magari? In parte, o forse del tutto.
Ma anche in quel caso Quetzal non intendeva chiedersi del perché gli elementi nel suo animo avessero reagito così a quella prima parte del racconto, susseguita da un'altra che, invece, contribuì a sedare subito quelle inquietudini interiori inaspettate.

Gi ho detto che non potremo costruire nulla fino a che non avrò scoperto la verità sui Druidi, ma che comunque so che lui non mi ama... e se non è scattato l'amore finora, probabilmente non sono la donna giusta per lui.
Ovviamente l'ho fatto piangendo, come se fossi distrutta, prima di andarmene.


Era bravo a scopare?

Il fatto che non ci fosse alcun segno di stizza o competizione in quella domanda non significava certo che le due cose in lui non esistessero.
Quella volta invece, furono il ghiaccio ad esplodere in mille schegge taglienti, il vento a formare cicloni e l'elettricità a creare tempeste di fulmini.
A prescindere dalla risposta comunque, Quetzal decise di non dare a vedere, o meglio sentire, ulteriori manifestazioni del suo "io" più profondo, dedicandosi esclusivamente al presente, lasciando indietro il passato, per nulla suo alleato.
Da quando era accaduta la catastrofe della sua famiglia, infatti, egli non si preoccupava più tantissimo di ciò che era avvenuto indietro, di ciò che non lo riguardava perché non era effettivamente presente, bensì si concentrava sui fatti attuali, sulle sue vicende del momento, rifiutando con ancor maggiore convinzione il concetto di "futuro".
La natura era il trionfo del "divenire", ovvero di una trasformazione continua, inesorabile e sempre presente, per questo lui al presente voleva sempre guardare e al presente avrebbe dato perenne importanza, più che al "passato" e sia mai al "futuro".
In particolare, la sua intenzione istintiva ed istantanea era giocare con la consorella, sfidandola apertamente in una gara di volo nella quale se fosse risultata vincitrice, allora avrebbe ricevuto un bellissimo regalo, proprio in accordo con la tradizione natalizia spiegata pochi giorni prima a Fayden.
Egli spiccò in avanti un balzo, tramutandosi nel suo animale totem, seguito subito dopo dalla ghiandaia imitatrice, ovvero la Giovane, che si mise a svolgere piroette di vario genere a sottolineare la propria felicità per il gioco che stavano portando a compimento.
Gioiosa, allegra, viva più che mai, Indigo pareva quasi sorridere anche in forma animale, con gli occhi brillanti di estro e infantile eccitazione che squadravano il grande orizzonte e in particolare il Quetzal avanti a sé per cercare di raggiungerlo in qualsiasi modo. A proposito di ciò, il ragazzo aveva pensato anche a quello, considerando la sua sviluppata capacità fisica difficile da battere, così a circa dieci secondi dallo scadere dei dieci minuti imposti per vincere la sfida, rallentò con naturalezza, permettendo alla ghiandaia di metterglisi davanti ed emettere dei versi simili a squittii e cinguettii di esultanza.
Nemmeno il tempo di scendere al terreno e tornare nella sua forma umana classica che la consorella facendo lo stesso gli corse incontro per farsi prendere in braccio al volo, di nuovo completamente nuda.
Per l'effetto speciale che gli faceva alle parti basse il Rinnegato dovette fare in modo di afferrarla abbastanza bene da non rischiare di avviare una penetrazione istantanea, per quanto era sicuro che nel caso alla ragazza non sarebbe affatto dispiaciuto, ma dovette bloccare i bollenti spiriti perché aveva una bellissima cosa da mostrarle, anzi, tre in teoria, però una cosa alla volta...

Mi hai fatto la sorpresa più bella del mondo proprio adesso, lo sai?

Si lasciò dare il bacio, corrispondendo in modo più passionale, il suo modo, per intenderci.

Tsk... Ne dubito.

E non perché volesse mettere in discussione la sincerità della Kostenechki, bensì perché sapeva cosa aveva in serbo per lei.

Grazie per avermi fatta divertire a modo mio.

La fissò con maggiore trasporto.
Questa volta fu lui a darle un fugace bacio, ricercando il contatto di labbra come un assetato bisognoso di acqua limpida.
Dopo di che, lentamente la fece scendere, decidendo di prenderla per mano, iniziando a camminare.

Ancora pochi metri e avrai il preambolo alla sorpresa che hai vinto... "Onestamente".

Spostando l'attenzione su di lei, guardandola con la coda dell'occhio, ghignò leggermente ironico, ma divertito.
Strinse di più la sua mano: la sua pelle era una delle cose che più adorava di lei, sopratutto la fragranza, la morbidezza, la tonalità.
Oltrepassarono un altro paio di colline e già allora Indigo avrebbe potuto iniziare a sentire dei versi di lamento e dolore sostenuto, inesorabile.
Nemmeno un minuto più tardi e lo spettacolo che Quetzal aveva preparato per lei su uno spiazzo più pianeggiante di terra avrebbe fatto letteralmente rabbrividire qualunque persona sana di mente e con dei principi nella media... Nulla di ciò che invece erano loro due.
Una coppia di uomini, legati ognuno ad un palo di legno e con ai piedi della paglia spessa imbevuta di alcol etilico, come imbevuta era anche la stessa asta di legno in questione.
Entrambi privi di ogni veste, sulla quarantina avanzata e... Evirati.

Quello a destra è un cacciatore di capodogli e orche.
Quello a sinistra invece un assassino di volpi dalle quali poi ricava e vende pellicce.


Di poco avanti a loro, con il sangue dei loro membri era stata fatta una scritta al terreno che recitava "Buon Natale e Ben Arrivata Xelha". I lamenti e le urla di sofferenza proseguivano imperterrite. Piangevano e provavano a liberarsi ma invano.
Quetzal li osservò per alcuni istanti con una espressione soddisfatta e placida, sbattendo le palpebre lentamente per perdersi il meno possibile di quell'apoteosi di piacere sadico e omicida, oltre che vendicativo ed estremo.
Qualora la sua consorella preferita lo avesse guardato con quella solita espressione bambinesca eccitata ed in attesa della libertà di agire come preferiva, egli avrebbe risposto semplicemente con un...

Divertiti pure...
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Messaggioda Indigo » 22/02/2014, 22:05

Le piaceva fargli quel tipo di coccole, adorava il modo in cui se le lasciava fare: a volte le capitava che, distesi l'uno di fronte all'altra, gliele chiedesse pure con lo sguardo o con un gesto.
Quetzal era il suo kutre, il suo cucciolo di cui si doveva prendere cura.
Il che era un po' surreale visto quanto fosse, spesso e volentieri, infantile Indigo, ma si compensavano bene: a vederli in quel modo in effetti, così dolce, amorevoli quasi l'uno verso l'altra, pareva quasi impossibile pensare che fossero capaci di far del male a qualcuno; se poi si osservavano nel loro rapportarsi con gli animali, con le piante, con le creature di Gaia, quasi veniva da pensare che fossero le persone più dolci e sensibili del mondo.
E invece, Quetzal e Indigo erano due tra gli esseri umani più spietati che ci fossero al mondo, ma solo verso determinate tipologie di loro simili: intanto, per il momento, si limitavano a godersi il panorama l'uno accanto all'altra, con la mora che raccontava al Rinnegato come avesse spiegato a Marshall il suo volersi allontanare da lui. Quetzal non stava emettendo un solo suono, nulla, pareva imperturbabile come il marmo, a parte gli occhi che si erano aperti di scatto: ma non le serviva molto per comprendere le sue sensazioni, non quando gli Elementi parlavano per lui.
L'Acqua s'ingrossava dentro di lui impetuosamente, il Fuoco bruciava col proprio calore e la Terra tremava con forza distruttiva: cosa poteva essere, se non la testimonianza che gli desse fastidio sentire certe cose, pensare al fatto che l'uomo e Indigo potessero costruire un rapporto serio?
Era geloso, la bulgara sentiva - I/P 38 - che fosse così, o forse voleva crederci a tutti i costi... ma gli Elementi, quelli non potevano mentire.

Era bravo a scopare?

Di nuovo, furono gli Elementi ad esprimere sensazioni da lui nascoste esteriormente: Ghiaccio che si frantumava, Vento che sferzava ed Elettricità che fulminava, tutto dentro all'animo di Quetzal che, grazie al Mana presente in loro, la Rinnegata poteva percepire.
E quel fatto le piaceva da morire.
Naturalmente, come donna, come bambina e come Principessina viziata qual era, le sarebbe piaciuto che lui ammettesse una certa rabbia o gelosia a voce... ma conoscendo un po' il tipo, era felice già solo per il fatto che il Confratello non avesse tentato di trattenere gli Elementi dentro di sé per non permettere a lei di coglierne la forza momentanea, fomentata dai sentimenti provati.

Molto... - ammise comunque alla sua domanda, prendendosi volutamente qualche istante di tempo prima di aggiungere, con un sorrisetto furbo e divertito che illuminava anche lo sguardo - ma tu di più. - ed alzò gli occhi su di lui, facendogli l'occhiolino col sorriso che permaneva sulle sue labbra.

Ed esso si ampliò, quando Quetzal le dimostrò che era pronto a giocare con lei: si trasformò nel suo animale totem, e dopo averlo osservato in ammirata contemplazione per qualche istante, si riscosse e si trasformò nel proprio di animale, la ghiandaia imitatrice, per cominciare ad inseguirlo. Quasi non sembrava nemmeno interessata a vincere, visto quanto trovasse bello fare piroette nell'aria, libera e leggera nell'aria: quando si trasformava in un animale, che fosse di Terra, di Acqua o come in quel caso, di Vento, poteva dimenticarsi di tutto e perdersi nella bellezza del momento.
Dominique, ad esempio, sapeva che se mutava in un camaleonte mentre erano insieme, sarebbe stata capace di rimanere per ore su un albero, a godere la sensazione di essere in comunione totale con la Natura; anche in quel caso, dunque, era quasi del tutto certa che se Quetzal non avesse perso apposta, lei non avrebbe mai potuto raggiungerlo. Un po' perché era troppo veloce, ed un po' perché era più impegnata a girare su se stessa cinguettando che a rincorrere l'altro.
Ma, come ogni bambina viziata che si rispetti, voleva anche ottenere la vittoria nel gioco, e fu per questo che quando il Rinnegato le concesse di arrivare a lui prima dello scadere del tempo, subito lei si mise a gioire con versetti soddisfatti assolutamente adorabili.
Scesero a terra e si premurò subito di saltargli al collo, confidando nel fatto che il Confratello l'avrebbe presa al volo tra le braccia, per rubargli un bacio leggero, divenuto quasi subito passionale per volontà di Quetzal, e ringraziarlo per averla fatta divertire in quel modo che rispecchiava l'essere di lei.
Quando fu l'uomo a rubarle un bacio, questa volta fu lei a parlare attraverso i suoi Elementi, che però a differenza dei gemelli, lo circondarono in modo più delicato, leggero, avvolgente, quasi come una carezza volta ad abbracciarlo e a non farlo andare più via.

Mmmh...

Un mugolio contrariato uscì dalle labbra della Rinnegata quando Quetzal la posò a terra, ma si sentì subito meglio non appena lui la prese per mano, facendo sì che rimanesse dunque un contatto fisico tra loro.

Ancora pochi metri e avrai il preambolo alla sorpresa che hai vinto... "Onestamente".

Gli fece una bella linguaccia dopo quelle parole, saltellando però però al suo fianco con aria divertita ed assolutamente curiosa e stringendogli con più forza la mano, in una risposta alla stretta precedente dell'altro, quasi un modo per fargli capire che non l'avrebbe lasciata. Che non avrebbe lasciato lui.
Man mano che camminavano, un suono lamentoso raggiunse le orecchie della Rinnegata, che aggrottò leggermente la fronte, perplessa: dovette aspettare molto poco, per fortuna, prima che tutto diventasse chiaro. Due uomini nudi e legati a due pali di legno, con della paglia ai loro piedi ed entrambi privi del loro organo riproduttivo.

Quello a destra è un cacciatore di capodogli e orche.
Quello a sinistra invece un assassino di volpi dalle quali poi ricava e vende pellicce.


Ohhhh...

Come una bambina di fronte ad un enorme pacco regalo, la bulgara fissò estasiata la scritta fatta col sangue, probabilmente quello scaturito dalla loro evirazione, la mano che lasciava quella di Quetzal per essere portata alle labbra come a voler nascondere la sorpresa che stava provando in quel momento.
Il cuore le batteva forte, gli Elementi vorticavano in lei ed una sadica eccitazione permeava il suo corpo, rendendola quasi luminosa, come avvolta da un'aura nera dal sentore di Morte.

E fu sempre come una bambina che si volse verso il Confratello, congiungendo le mani all'altezza del petto e intrecciando le dita tra loro per unirle, fissandolo poi con aria supplichevole mentre gli domandava: - Posso ucciderli? Posso posso posso? Ti prego, lascialo fare a me!!

Divertiti pure...

Quella risposta fece scaturire un mugolio eccitato in Indigo, che si mise a saltellare sul posto come se avesse appena ricevuto il regalo più bello del mondo: rideva mentre saltava, i capelli lunghi e profumati che ondeggiavano su e giù insieme a lei, ad ogni movimento; quando fu sufficientemente soddisfatta nell'aver dimostrato la sua felicità a Quetzal, perché riteneva importante che lui capisse quanto l'avesse resa contenta ed euforica, si volse verso i due uomini ancora supplicanti, avvicinandosi loro e quasi sperando che la pregassero di risparmiarli.
Se così fosse avvenuto, lo sguardo e l'espressione della Rinnegata sarebbero mutati, palesando preoccupazione, quasi dolore e comprensione per loro, mentre gli occhi si sarebbero velati per, apparentemente, l'empatia provata verso la loro sofferenza.

Oh, mi dispiace, mi dispiace tanto... - sussurrò la bulgara, rimanendo con quell'espressione semi-distrutta sul viso, prima di mutarla lentamente in un'altra che era l'esatto opposto, una maschera di cattiveria, di sadismo, di brutale eccitazione - ... mi dispiace che i vostri corpi bruceranno troppo in fretta per potermi dare vera soddisfazione. - concluse in un sussurro cattivo, portatore di Morte, mentre apriva la mano e alimentava il Fuoco dentro di lei fino a farlo scaturire dal proprio palmo, proiettandolo sulla paglia così da permetterle d'incendiarsi e cominciare a bruciare.

Sorrise, leccandosi le labbra con sadica soddisfazione mentre tendeva la mano a Quetzal così da farsela prendere e, in quel caso, appoggiare il capo sul suo petto con un sospiro piuttosto compiaciuto, gli occhi color cioccolato che non sembravano voler perdersi nemmeno un secondo di quel magnifico spettacolo.

Avevi ragione... questa è la sorpresa più bella del mondo.

Spoiler:
Uso Incantesimo di Lv. 1: Produrre Fiamma - il Druido produce danni da Fuoco a contatto o a distanza [16 danni da Fuoco].
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Messaggioda Quetzal » 25/02/2014, 18:47

Molto...

Sostanzialmente una risposta che non destò particolari reazioni esterne e visibili nel Rinnegato.
Indigo aveva ammesso che Marshall, l'uomo da lei frequentato per volontà della Setta, era capace sotto le coperte o magari anche fuori.
Non ci fu scandalo nel viso di Quetzal, né la stretta di un pugno o una palese dimostrazione di gelosia, possessione, ma nel suo spirito, gli elementi presero a vorticare furiosi ed instabili, talmente tanto da creare una specie di tornando caotico e imprevedibile.
Probabilmente se avesse avuto davanti un nemico in quell'istante sarebbe stato capace di incenerirlo solo con un movimento del braccio.
Sapeva che determinati cambiamenti la ragazza li avrebbe notati, ma non gli interessava, come non gli interessava nemmeno il motivo per cui sentiva certe cose, affidandosi all'istinto e al presente, alle emozioni attuali e alla situazione corrente. Menefreghista e Malvagio, ovviamente.

... Ma tu di più.

Conosceva in parte il lavoro che svolgeva la Druida Giovane: irretire e prendere in giro il prossimo, per poi ucciderlo o magari convincerlo a firmare qualche accordo vantaggioso per la propria Organizzazione. Per questo nonostante fosse molto spesso a contatto con lei e avesse comunque notato che spesso e volentieri nei suoi confronti era sempre molto veritiera e sincera, da una parte si trovò a dubitare se davvero quella frase, quel paragone che vedeva lui come vincitore fossero stati detti solo per compiacerlo e non per reale vittoria sull'avversario sessuale.
Cinico e diffidente per natura, come un animale, controllava la voglia di sentirsi sollevato, gratificato, ma la sua partizione umana combatteva per venir fuori e mostrarsi, serena nel sentire che Indigo preferiva di gran lunga il sesso con il confratello piuttosto che con l'investigatore magico.
Deglutì silenziosamente, espirando aria calda e spostando lo sguardo al terreno, poi all'orizzonte, poi sullo specchio dell'acqua.
Gli dava fastidio non essere del tutto umano e del tutto animale, rimanere quella via di mezzo che in certe vicende era fastidiosa e instabile.
Crederle oppure non crederle? Volse il capo e fissarla negli occhi, lei così tranquilla, sorridente, gli fece un occhiolino.
Basta pensare, basta paranoie, quelle non erano né da umano né da animale, bensì da perditempo.
Il futuro gli avrebbe donato altre risposte, successivamente, ma non ora, e visto che il presente era il protagonista, meglio lasciare che i giorni si susseguissero e che il loro rapporto gli confermasse se la sua fiducia era stata ben riposta o meno.
Nella seconda casistica, al limite, l'avrebbe uccisa.

Mi auguro di no... Sarebbe un vero spreco.

Pensò tra sé mentre si avviava camminando su, verso quella collina, pronto a sfidarla per una gara di volo, per farla divertire.
Il divertimento vi fu ed anche abbondante per Indigo, la quale non smetteva di volare eccitata e libera come il vento, ballando con esso.
Dopo averle concesso una vittoria quasi a tavolino, Quetzal discese fino al terreno tornando umano, cosa che fece anche lei, per poi saltargli in braccio baciandolo con una intensità tale da sembrare quasi che fossero una specie di coppia di amanti e non colleghi, anche se ormai il confine tra le due identità era diventato talmente irrisorio da non distinguersi più.
Lei mugolò sulle labbra del confratello e in tutta risposta la sua virilità le sfiorò le natiche perfette e sode, dopo di che la fece scendere e mettere a piedi nudi sulla sabbia, prendendola per mano e conducendola fino ad un'altra zona molto interessante e sicuramente ludica.
In concomitanza con la linguaccia che lei gli fece alla battuta sulla vittoria ricevuta onestamente, i primi gemiti di dolore e sofferenza raggiunsero le orecchie della ragazza che, seppur non comprese immediatamente di cosa si stava trattando, dopo nemmeno una decina di secondi si vide riempire gli occhi di gioia e soddisfazione osservando due figure legate a dei pali di legno con sotto della paglia pronta per essere bruciata.
Privi dei loro organi riproduttivi, avevano la vista annebbiata dalle lacrime e dal sudore freddo.
Perdevano sangue in continuazione, lo stesso sangue con il quale il Rinnegato aveva scritto una bella dedica al terreno proprio per Indigo.

Ohhhh...
Posso ucciderli?
Posso posso posso?
Ti prego, lascialo fare a me!


Divertiti pure...

Le sorrise, naturale e spontaneo, donandole l'ennesima bella sensazione, quella di potere, di soddisfazione della collera e di sadismo.
Molto simili, troppo, avrebbero detto i loro confratelli o i gildati stessi, ma perfetti quando facevano coppia durante le "esecuzioni".
Indigo si mosse in direzione delle prede catturate, fissandole con aria appena triste, quasi preoccupata.
Evidentemente loro abboccarono subito perché iniziarono ad implorarla di aiutarli, di capire che non avevano fatto nulla di male e che lei era la loro unica speranza per sopravvivere, adesso che erano anche menomati e che dunque la loro punizione per i crimini commessi verso gli animali l'avevano ampiamente scontata. Peccato che la bulgara fosse di tutt'altro avviso, ma preferì farli arrivare alla conclusione della loro sorte con calma e teatralità, morendo di piacere nell'ammirare le facce dei due uomini inizialmente cariche di aspettativa... Per poi spegnersi e divenire grigie e fredde di disperazione e presagio di morte.
In tutto questo, Quetzal se ne stava con le braccia conserte a godersi la scena, approfittandosi però di qualche secondo durante lo scambio di battute tra la Rinnegata e i bastardi per andare a riprendere una piccola scatoletta di legno sepolta sapientemente sotto la sabbia così da non farla vedere apertamente alla consorella.

Oh, mi dispiace, mi dispiace tanto...
Mi dispiace che i vostri corpi bruceranno troppo in fretta per potermi dare vera soddisfazione.


No... No... La prego... Non lo faccia... No... NOOOOOOOO!!!!!!
Pietà... Abbiate pietà vi scongiuro... PIETA'A'A'A'A'A'A'A'!!!!!!

Immagine


La fiamma raggiunse i due cumuli di paglia imbevuta di alcol e subito tutte e due le figure presero fuoco iniziando a dimenarsi, contorcersi e gridare dal dolore. In questo "meraviglioso" spettacolo, la coppietta felice si ricongiunse, lei appoggiata al corpo del confratello con aria beata, beandosi della piacevole vista, nemmeno ascoltando troppo le urla, troppo concentrati sulle lingue brucianti che avvolgevano i corpi e li carbonizzavano piano piano. Era però necessario che il preambolo al vero regalo non finisse troppo presto, affinché Quetzal potesse dare il dono ad Indigo proprio con il sottofondo dei falò accesi che gli donavano calore e avvolgente benessere, oltre all'odore della carne umana ustionata che bisognava dirlo, era sempre gradito e di bell'effetto.

Avevi ragione... questa è la sorpresa più bella del mondo.

Fossi in te, non ne sarei ancora così sicura...

Tono furbo e abbastanza certo delle proprie parole, quello del Druido "Maturo", il quale aveva tenuto ben nascosto il braccio destro dietro la schiena per poi rivelarlo e rivelare nella mano la famosa scatoletta di legno che mise di fronte agli occhi della ragazza.
Adesso si trovavano di profilo, l'uno di fronte all'altra, con alla loro destra le due incandescenti persone urlanti che ormai si stavano rassegnando alla loro sorte ultima, piangendo le poche lacrime rimaste abbandonandosi alla morte, piene di sangue, pustole e pelle carbonizzata.
Forse la cosa più assurda, deviata, malefica che ci fosse, era che i due figli del Mana (o almeno sicuramente Quetzal) se ne fottevano altamente.
Ora tutta l'attenzione era concentrata sul vero protagonista natalizio della giornata.

Ecco qui il tuo premio per la vittoria nella gara di volo, mia ghiandaia preferita...

Immagine


Buon Natale.

Anelli d'argento lavorati con sopra intarsiate delle rune magiche.
Fattura non tanto pregiata perché evidentemente effettuata proprio dal Druido stesso, che aveva impresso in essi una magia di potenziamento.
Un'arte molto conosciuta tra i Druidi, ma sfruttata prevalentemente da quelli non più Giovani e quindi in grado di privarsi di maggiori energie, cosa che un Giovane aveva più difficoltà a fare per via della sua ancora minima connessione piena con Gaia.
Brillavano alla luce del Sole e quella del fuoco, uno per lui ed uno per lei: emanavano energia magica e Mana da ogni lato li si girasse.
Il ragazzo osservò attentamente l'espressione della consorella, facendo attenzione al cambio emozionale e alla reazione generica per quella sorpresa forse totalmente inaspettata e assurda, dopo di che si mise a spiegare cosa avevano di tanto speciale quei due oggetti.

Il mio possiede tre proprietà, condivise con il tuo.
Ho preso esempio da alcuni anelli che ho rubato dai Gildati che abbiamo ucciso.
Questi qui hanno il potere di avvertirci con una luce intermittente quando l'altro è in pericolo, non possono essere sfilati da nessuno a parte noi due e ci conferiscono un leggero incremento del danno effettuato con i nostri incantesimi.
Inoltre, quello che ho creato per te incrementa le tue capacità magiche offensive, difensive e reattive e la tua energia vitale.
... Mi auguro che ti piaccia.


Non c'era molto altro da aggiungere, per lui quelli erano anelli particolari, non certo simboli di unione o fidanzamento.
Non conosceva certe pratiche o riti svolti dai civili, avendo vissuto da solo come un emarginato per molto tempo e poi come un selvaggio per quello restante della propria vita. Ci teneva solo che Indigo gradisse il gesto e l'oggetto in sé, poiché per dargli vita aveva dato fondo a tantissime delle sue energie, un qualcosa che non aveva mai fatto e che aveva sentito che per lei poteva fare.
Anche per quel dettaglio, non si chiese minimamente il perché.

Puoi indossarlo dove preferisci, io ho optato per il pollice.
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Messaggioda Indigo » 25/02/2014, 21:34

Che bisogno c'era di osservare una persona negli occhi, di spasimare quasi per cogliere determinate reazioni sul suo viso, quando gli Elementi parlavano per lui? Nel caso di Quetzal, ad esempio, benché egli rimanesse esternamente impassibile, era il suo spirito a palesare le sue emozioni: sentiva il Mana dentro di lui che ribolliva di rabbia, di gelosia forse, di sentimenti inespressi verbalmente che però lo facevano tremare dentro, scuotendolo.
Le piaceva percepire tanto fastidio in lui? Considerando che tale fastidio proveniva dall'idea che un altro uomo avesse potuto farla godere... sì, intensamente. Ma visto che con lui si era ripromessa, stranamente, di essere il più sincera possibile, ammise anche che, sessualmente parlando, Quetzal era decisamente molto più bravo: un po' perché ci sapeva fare di più nel modo di rapportarsi al sesso che piaceva a lei, un po' perché provava per il Rinnegato dei sentimenti più intensi che per Marshall, ed un po' perché quando erano così vicini fisicamente, gli Elementi si fondevano tra loro ed era una sensazione talmente unica ed indescrivibilmente bella che niente avrebbe potuto competere con essa.
Gli sorrise e gli fece l'occhiolino, percependo però in lui - I/SS 34 - ancora una punta di diffidenza e scetticismo, nonostante tutto il tempo passato insieme: la cosa un po' la disturbava, ma era brava a nasconderlo e a non pensarci, concentrandosi su ciò che di piacevole c'era in quel momento, come la possibilità di volare insieme a lui e giocare insieme. E vincere, naturalmente, quella era la cosa che più di tutte le piaceva... e Quetzal questo lo sapeva bene, altrimenti non avrebbe perso apposta solo per renderla felice.
Gli saltò addosso non appena tornarono nella loro forma umana, baciandolo e mugolando di fastidio quando il Confratello si staccò da lei, non ritenendo poi così necessario incamerare nuovo ossigeno, anche se la reazione in lui fu quantomeno piacevole. Ma c'era una sorpresa che l'uomo aveva in serbo per Indigo, qualcosa che, in effetti, agli occhi della Rinnegata risultò molto, molto più piacevole di quella gara tra loro: due uomini, due babbani visto che non percepiva alcun Elemento in loro, e l'altro glielo confermò poco dopo, legati a due pali e senza più organi riproduttivi, con della paglia ai loro piedi pronta a prendere fuoco per bruciarli vivi.
E il Fuoco già ribolliva in lei, al punto che subito la bulgara supplicò Quetzal di potersene occupare lei, di poterli uccidere con le proprie mani, o meglio, con i propri Elementi: quando lui le diede il via libera, quasi scoppiava per la felicità, seppur di fronte a loro si pose in modo del tutto diverso.
Oh, quanto le piaceva recitare... così tanto che trasformò il suo volto in un'espressione preoccupata, quasi triste nei confronti dei due uomini, che interpretando bene (male) i pensieri della Druida, subito presero a supplicarla di liberarli, che avevano capito quali crimini avessero commesso, di essere pentiti... peccato che la donna non aveva alcuna intenzione di ascoltarli, anzi, per lei l'unico dispiacere era che le fiamme li avrebbero portati alla Morte fin troppo presto.
Grazie al Mana che le scorreva in corpo, la paglia prese fuoco e anche i pali a cui erano attaccati i due uomini che iniziarono ad urlare per il dolore: stavano bruciando vivi, tutto sotto gli occhi estasiati della Kostenechki che si appoggiò al corpo di Quetzal per godersi quella scena con aria assolutamente soddisfatta, le iridi color cioccolato perse in quello spettacolo di Fuoco e corpi che si contorcevano e si carbonizzavano.
Decisamente era quella, tra le due che lui le aveva preparato, la sorpresa più bella del mondo.

Fossi in te, non ne sarei ancora così sicura...

Vuoi farmi uccidere qualcun altro?

Domandò subito Indigo, voltandosi verso di lui con espressione sorpresa e deliziata, che lasciò il posto allo stupore più completo quand'egli aprì la scatoletta di legno che aveva preso in mano mentre lei non le vedeva e le mostrò cosa vi ci fosse all'interno.

Ecco qui il tuo premio per la vittoria nella gara di volo, mia ghiandaia preferita...
Buon Natale.


Oh...

Mormorò la Rinnegata, inizialmente senza parole mentre gli Elementi parlavano per lei più che a sufficienza, innalzandosi nel suo spirito e danzando insieme, fondendosi tra loro in un'espressione di gioia incontenibile, tale da permettere la comunione di forze naturali, come il Ghiaccio ed il Fuoco ad esempio, che in circostanze normali non sarebbero mai potute andare d'accordo: due anelli, in argento e con delle incisioni runiche sopra, di fattura grezza perché probabilmente - I/P 38 - realizzati proprio da lui, e dallo spessore considerevole; aveva dunque creato qualcosa del genere appositamente per lei, per Natale, per aderire a quella tradizione di cui in realtà non gli era mai importato prima... ma c'era di più.

Il mio possiede tre proprietà, condivise con il tuo.
Ho preso esempio da alcuni anelli che ho rubato dai Gildati che abbiamo ucciso.
Questi qui hanno il potere di avvertirci con una luce intermittente quando l'altro è in pericolo, non possono essere sfilati da nessuno a parte noi due e ci conferiscono un leggero incremento del danno effettuato con i nostri incantesimi.
Inoltre, quello che ho creato per te incrementa le tue capacità magiche offensive, difensive e reattive e la tua energia vitale.


Quindi potremo sempre sapere se uno ha bisogno dell'altra... - sorrise estasiata, Indigo, come una bambina a cui veniva fatto in regalo quel giocattolo inaspettato che mai avrebbe pensato di ricevere e che tanto però desiderava in cuor suo vedersi donato - E con questo sarò ancora più forte, allora? - domandò per sicurezza.

Lo prese poi tra le dita della mano destra, delicatamente, osservandolo con attenzione mentre se lo rigirava di fronte agli occhi: non sbatteva quasi le palpebre talmente era concentrata a catturarne ogni sfumatura sotto la luce del Sole, i gemiti di sottofondo degli uomini bruciati che ormai si spegnevano e l'odore della carne bruciata che si espandeva nell'Aria ma che per lei, in quel contesto, era il più buono del mondo.

... Mi auguro che ti piaccia.

Quetzal, è bellissimo! - esclamò Indigo sinceramente, alzando gli occhi su di lui per poi sorridergli con aria dolcissima, quella di una bambina che era stata appena viziata all'inverosimile, più di quanto avrebbe mai osato immaginare - Grazie... è un regalo del tutto inaspettato, credevo che non t'importasse nulla del Natale! - perché in fondo era una festa babbana, magica al massimo, ma di sicuro non druidica.

Puoi indossarlo dove preferisci, io ho optato per il pollice.

Annuì, ma non lo indossò: c'era qualcosa che stava frullando per la testa della Rinnegata, un'idea che le era appena balenata nella mente e che forse avrebbe risolto qualcuno dei suoi dilemmi. Fino a quel momento non aveva ancora capito quanto davvero Quetzal fosse legato a lei, ma forse... forse aveva trovato il modo - Elab. 25 - per capirlo.
Perciò, chiedendogli mentalmente scusa per la bugia che di lì a poco gli avrebbe detto, la sua espressione mutò e si fece un poco più seria, quasi titubante.

È un regalo splendido e mi piace tantissimo... - ripeté Indigo, ed era sincera in quelle parole - Però, un anello... - si mordicchiò il labbro e fece un sospiro incerto, abbassando gli occhi per qualche istante mentre parlava quasi temesse di non riuscire a sostenere il suo sguardo - ... normalmente un anello ha un significato ben preciso: un uomo lo regala ad una donna quando ne è innamorato, per legare l'altra a sé... è come un pegno d'amore.
Perciò... sei sicuro di volermene regalare uno?
- gli chiese infine, alzando lentamente lo sguardo su di lui per osservarlo bene negli occhi e captare ogni sua reazione a quelle parole, quasi come se sperasse di leggergli dentro.

D'accordo, forse non era del tutto vero che un anello si potesse regalare solo in quel determinato caso, forse aveva un po' approfittato della situazione e del fatto che Quetzal ignorava completamente certi modi di fare della civiltà, sia babbana che magica... ma non se ne stava pentendo, né si sentiva in colpa.
Se lui non si apriva verbalmente con lei, allora Indigo avrebbe compreso i suoi pensieri e i suoi sentimenti in un altro modo, per vie traverse, facendo ricorso alla sua mente e alle sue brillanti strategie improvvisate.
Sperando, naturalmente, che portassero al risultato sperato.
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Indigo
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Messaggioda Quetzal » 26/02/2014, 0:47

Vuoi farmi uccidere qualcun altro?

Quello assolutamente, ma non ora e forse non oggi.
Ci sarà tempo per tante altre persone, per il momento però... Mi basta che stai a guardare qui...


Eccolo lì il vero regalo di Natale, il vero simbolo di una tradizione sfruttata soltanto per poterle dare quel pensiero al quale già stava lavorando da qualche tempo per una sorta di gratitudine nei confronti della consorella, l'unica che l'avesse accettato e gli avesse fatto capire di non essere solo.
Aveva alimentato i suoi desideri, la sua vendetta, la sua voglia di non starsene con le mani in mano segregato nella solitudine e per questo necessitava di un piccolo premio, un ringraziamento sincero per quell'aiuto e quella vicinanza che mai nessun altro gli aveva dato nella vita.
Inizialmente quindi, l'intento era solo quello, esclusivamente dirle "grazie" e nulla più, infatti in principio l'anello era stato concepito come un solo esemplare e non una coppia che dunque li facevano divenire delle specie di fedine da fidanzamento.
Tuttavia in corso d'opera, Quetzal si era accorto che gli stava piacendo quel tipo di lavoro e ne desiderava uno anche per sé, come segno di legame con quella consorella che la rendeva più speciale di una qualunque altra Druida che non capiva niente della sua condizione e non lo accettava.
Da lì nacque l'intenzione del contenuto finale nella scatoletta di legno, una intenzione molto ben vista da Indigo che, con aria assorta e sorpresa più che mai, si ritrovò a rimirare quelle due creazioni grezze d'argento come faceva spesso con il sangue dei Gildati uccisi.

Oh...

Nell'arco di brevi istanti, Quetzal si preoccupò di spiegarle con attenzione tutti quanti i privilegi del portare quell'anello, dal potenziamento magico a quello vitale fino alla possibilità di capire quando l'uno o l'altra si trovavano in pericolo.
Purtroppo non era riuscito a replicare la possibilità di tele-trasportarsi direttamente sul luogo ove il compagno stava passando i guai, perché quel tipo di magia apparteneva alla Trama e non al Mana, ma già sapere della condizione altrui poteva aiutare ad accorrere qualora fossero stati vicini o si fossero separati momentaneamente, senza contare che intanto ci si poteva precipitare all'abitazione della persona per vedere se magari l'attacco era avvenuto proprio nel posto di residenza del Rinnegato in questione.
Tutto il resto delle facoltà fornite dall'anello erano le semplici doti che un Druido poteva conferire ad un oggetto di qualunque tipo, pratica conosciuta abbastanza nelle comunità dei figli di Gaia e sfruttata maggiormente dai membri più veterani.
Si era dimenticato di menzionare che gli anelli fossero indistruttibili, caratteristica donata dalle rune incise sopra e imbevute di potere sciamanico, ma non se ne preoccupò, alla fine non era un'informazione tanto interessante o importante e probabilmente grazie alla propria percezione Indigo se ne sarebbe accorta anche da sola che il materiale argenteo possedeva una protezione particolare che lo rendeva immune ad essere scalfito.

Quindi potremo sempre sapere se uno ha bisogno dell'altra...

Esattamente.
Questo potere durante il nostro lavoro in coppia può essere molto utile.


E con questo sarò ancora più forte, allora?

Non appena lo indosserai, te ne renderai conto...
Ad ogni modo si, ti renderà più forte in maniera permanente, a meno che non sia tu stessa a privartene per qualche motivo, altrimenti sarà impossibile che qualcuno te lo tolga o te lo strappi, non c'è pericolo.
... Mi auguro che ti piaccia.


Quetzal, è bellissimo!
Grazie... è un regalo del tutto inaspettato, credevo che non t'importasse nulla del Natale!


A dire il vero è così, ma...
... Ma nulla, l'importante è che ti abbia reso contenta.


Effettivamente andare a dire "ma volevo trovare un pretesto per renderti felice" non gli sembrava adeguato al suo modo di fare, per questo cercò una soluzione che esponesse in pratica quelle parole ma senza entrare nel merito della frase effettiva e palese.
Sapeva che anche in quel caso il cervello della ragazza le sarebbe venuto incontro ma pazienza, non gli andava di nascondere tutto alla perfezione, ne sentiva sempre meno il bisogno anche se voleva mantenersi sempre un minimo diffidente per non fare una brutta fine.
Ipotizzava che a lei non piacesse quella condizione, che volesse che lui si fidasse ciecamente, ma era più forte di lui, non ce la faceva a starsene tranquillo dopo appena qualche settimana di conoscenza, anche se effettivamente la bulgara si stava impegnando moltissimo affinché Quetzal la trovasse sincera, meritevole di fiducia ed appoggio completo incondizionato.
La verità era che comunque, andando avanti di quei passi, presto o tardi il Rinnegato avrebbe messo l'anima in pace, o meglio, nelle mani di Indigo, scegliendo di gettarsi in quel salto nel vuoto, fottendosene delle conseguenze.
Dopo averle fatto presente dove avrebbe sistemato il proprio anello però, dovette un attimo assottigliare lo sguardo nell'osservare l'espressione della ragazza mutare e diventare più preoccupata, più insicura, mentre nel contempo le urla dei due uomini cessavano definitivamente.
Il fuoco aveva inghiottito completamente le loro anime e i loro corpi, trasformandoli in una lettura metaforica dei loro spiriti: scheletri neri.

Cosa succede?

È un regalo splendido e mi piace tantissimo...

... Però?

Però, un anello...

Uhm?

... Normalmente un anello ha un significato ben preciso: un uomo lo regala ad una donna quando ne è innamorato, per legare l'altra a sé... è come un pegno d'amore.

Un pegno d'amore.
Questo significava che se le stava regalando una cosa simile voleva dire che l'amava?
Un momento, quel gesto nel comportamento comune civile significava quello ma per lui assolutamente no, o meglio, non era scontato.
Il fatto che la Giovane avesse posto l'accento su quella faccenda era che per lei un regalo simile assumeva quel determinato significato e desiderava che lui entrasse nell'ottica "civile" prima di confermare che desiderava sul serio che lei lo indossasse.
Troppo inserita in quel mondo magico e babbano pieno di stupidaggini e credi senza senso, come quello ad esempio.
Un dono era un dono, non necessitava di una spiegazione, o forse si?
Forse era lui che non voleva dargliela ma in realtà l'aveva e non se ne era accorto?
Indigo aveva ipotizzato che in lui fossero poi nate certe domande, ponendo l'attenzione su una questione delicata come quella?
Probabilmente stava giocando sulla sua completa ignoranza in materia moderna e "normale" ed infatti era un gioco piuttosto sicuro, dove l'istinto o la perspicacia del ragazzo non l'avrebbero mai e poi mai potuto aiutare a capire la strategia della consorella.
Se l'avesse saputo, ci sarebbe rimasto malissimo, rivalutando nuovamente il suo discorso sulla fiducia e l'abbandonarsi a lei, rimanendo ferito.
Avrebbe preferito che lei accettasse e che lo aiutasse a chiedersi il perché di quel gesto da parte del confratello senza esagerare, senza insistere, ed invece, volendo conoscere subito una verità, totale o parziale che fosse, aveva messo in atto le sue doti che sfruttava anche nel lavoro, attenendosi a quel comportamento da bambina che la contraddistingueva e la rendeva bisognosa di sempiterne attenzioni e soddisfazioni immediate.

Perciò... sei sicuro di volermene regalare uno?

Abbassò lo sguardo, il Druido "Maturo", fissando i due oggetti, i due anelli, le due fedine, i due simboli del patto d'amore, a detta di lei.
Ora che sapeva quella interpretazione, doveva cambiare forse idea? Doveva riprendersi ciò che aveva creato?
Tutto quello che aveva fatto, organizzato, dalla gara di volo ai due uomini torturati al nascondere la scatoletta sotto la sabbia, tutto era servito per portare a termine un piano elaborato e congegnato affinché lei fosse sorpresa, estasiata e gioiosa.
Cancellare ogni cosa, adesso, significava spegnere la sua felicità, il suo sorriso... E per qualche strana ragione, Quetzal non ne aveva voglia.
Per quanto subdolo, per quanto malvagio, per quanto sadico, proprio come un animale selvaggio non era in grado di separare l'affetto dall'istinto di preservazione di una condizione positiva o comunque calma, come quella del rapporto tra loro, non del tutto definito e nel complesso piacevole.
Non sapeva a cosa l'avrebbe portato tutto ciò e forse per la prima volta in parte ne temeva le conseguenze, ma più la guardava negli occhi e più sentiva che di lei, più di chiunque altro, poteva fidarsi, al pari anche degli stessi animali e piante del mondo.
Se avesse saputo che aveva raggiunto una simile idea mentre lei lo stava circuendo probabilmente sarebbe andato su tutte le furie, ma ahimè, i limiti di uno spirito non civilizzato erano anche e sopratutto quelli.

Non so cosa sia l'amore, forse lo sto scoprendo standoti vicino, non ne ho idea.
Quello che so però, è che voglio legarti a me, perché sento il bisogno che tu mi appartenga.
Se ti guardo sto bene, comincio a sentire la tua mancanza quando non ci sei, se tale è amore, allora così sia.
Consideriamolo un pegno, se così vuoi chiamarlo, ciò che ti chiedo però...
... E' che se deciderai di indossare questo anello, allora voglio che non indossi più quello nero che ti ha regalato quella tizia nella foto.
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