Re: Isole Aran
Inviato: 26/02/2014, 15:42
Quello assolutamente, ma non ora e forse non oggi.
Ci sarà tempo per tante altre persone, per il momento però... Mi basta che stai a guardare qui...
Non che le potesse dispiacere l'idea di uccidere qualcun altro, ma al momento, con la scatoletta in legno contenente il regalo di Natale di Quetzal per lei, la prospettiva di togliere la vita a qualche Gildato o a babbani colpevoli di crimini contro Gaia passava decisamente in secondo piano.
Come una bambina la mattina del 25 Dicembre, adesso Indigo non vedeva l'ora di scartare quel regalo, che si rivelò essere un anello in argento con delle rune incise sopra: un dono già di per sé importante, nella considerazione civile, quella che il Rinnegato non conosceva minimamente, ma ancora più speciale quand'egli si mise ad elencarne i pregi. Con esso avrebbero potuto rimanere collegati e capire subito se e quando uno dei due si fosse trovato in una situazione di pericolo... senza contare che, indossandolo, sarebbe diventata leggermente più forte, una prospettiva che di sicuro alla bulgara faceva parecchio comodo.
Insomma, un regalo inaspettato e prezioso su diversi fronti, che la lasciò stupita e deliziata al tempo stesso, la prima soprattutto perché, avendo sempre vissuto fuori dal contesto civile, non si aspettava che a Quetzal importasse qualcosa delle tradizioni natalizie.
A dire il vero è così, ma...
Ma?
... Ma nulla, l'importante è che ti abbia reso contenta.
Non insistette oltre, poiché come al solito aveva capito molto anche da quel silenzio: l'aveva fatto sapendo che lei ne sarebbe stata contenta, che si sarebbe sentita viziata e che per questo avrebbe sorriso, perciò era piuttosto ovvio che l'intento ultimo fosse proprio quello - Elab. 25 - cioè renderla felice con qualcosa di speciale e personale.
E mentre le fiamme si spegnevano dietro di loro e solo due scheletri neri rimanevano visibili ed attaccati ai pali, Indigo decise di mettere in atto il suo piano, nemmeno troppo diabolico, per tentare di capire cosa davvero il Rinnegato sentisse per lei, e come la considerasse: così, facendo leva sulla sua ignoranza delle tradizioni civili, gli spiegò che solitamente si regalava un anello alla persona che si amava, e che esso veniva quasi sempre considerato un pegno d'amore.
Non gli aveva mentito, non del tutto: era vero che nel 99% dei casi, quando un uomo regalava un anello ad una donna, era per legarla a sé... e la casistica che questa situazione non fosse reale, che l'anello venisse regalato per altri motivi, era di uno su un milione, a dir poco.
Beh, lei non voleva essere la sua "una su un milione".
Lei volesse essere l'unica, e basta.
Ma era pur sempre Indigo Kostenechki, anche quando qualcuno le piaceva: e visto che quel qualcuno pareva, di suo, non essere intenzionato a porsi domande su cosa potesse esserci tra loro, sul perché faceva determinate cose per lei, era la bulgara a doverlo spingere a riflettere su certe cose, perché lei di pazienza ne aveva poca e quando si parlava di emozioni che la rendevano potenzialmente più debole e vulnerabile, come provare sentimenti per lui, ne aveva ancora di meno.
Però gli diede una scelta: poteva riprendersi l'anello, se voleva, ora che ne conosceva il significato, e farle così capire di non sentirsi legato a lei. Forse ci sarebbe stata male, ma l'avrebbe accettato, e perlomeno avrebbe saputo cosa stesse passando nella mente del Druido.
Non so cosa sia l'amore, forse lo sto scoprendo standoti vicino, non ne ho idea.
Quello che so però, è che voglio legarti a me, perché sento il bisogno che tu mi appartenga.
Se ti guardo sto bene, comincio a sentire la tua mancanza quando non ci sei, se tale è amore, allora così sia.
Non serviva leggere negli occhi di Indigo per sentire cosa stesse provando: gli Elementi si erano nuovamente innalzati dentro di lei ed avevano preso a danzare leggeri ed uniti, un tutt'uno grazie alle parole di Quetzal che rendevano felice lo spirito di chi li ospitava; ma se avesse voluto provarci comunque, negli occhi della Rinnegata lui vi avrebbe letto felicità ed emozione, la stessa che glieli fece illuminare e che le aprì le labbra ad un sorriso radioso.
Consideriamolo un pegno, se così vuoi chiamarlo, ciò che ti chiedo però...
... E' che se deciderai di indossare questo anello, allora voglio che non indossi più quello nero che ti ha regalato quella tizia nella foto.
Gelosia.
Sì, probabilmente l'avrebbe definita così, ma evitò di chiedere a Quetzal se se ne rendesse conto o meno: l'aveva già spinto a determinate considerazioni che non era abituato a fare, per quel giorno, per quell'occasione, era già abbastanza.
Il sorriso non si spense sulle sue labbra, al massimo si tinse di soddisfazione perché le piaceva pensare che lui la volesse per sé, un po' come lei lo voleva per sé... anche se, a differenza del Rinnegato, la bulgara di concorrenza non ne aveva e dunque non la doveva temere.
Annuì lentamente, dunque, allungando la mano destra verso di lui ed agitando appena il dito medio, per invitarlo a metterle l'anello che le aveva appena regalato: stava accettando il suo pegno, stava accettando d'indossare il suo anello e solo quello... stava accettando di appartenergli.
Adesso anche tu appartieni a me.
Mormorò la Druida, perché Quetzal aveva un anello speculare al suo, erano una coppia di anelli... e probabilmente una coppia in tutti i sensi, anche se il Rinnegato non si poneva il problema di cosa questo significasse. Ce l'avrebbe fatto arrivare Indigo, con calma e forse un pizzico di furbizia tutta in stile Kostenechki.
Osservò l'anello adornarle il dito medio della mano destra con un sorriso radioso sulle labbra, poi si allungò leggermente verso di lui e gli diede un lungo bacio caldo, con la mano sinistra che si posava sul suo petto accarezzandolo lievemente e la sorella che gli sfiorava il collo: la lingua danzava con quella di lui e gli Elementi già facevano l'amore coi gemelli, un momento assolutamente romantico per loro, con tutto che alle spalle dei due Rinnegati c'erano le ossa di due uomini morti.
E fu proprio a loro che la bulgara pensò quando fu abbastanza sazia delle sue labbra da permettersi di staccarsene, sorridendo ed indicando i due scheletri con un cenno del capo.
Facciamo loro un bel regalo di Natale... - gli propose allora la Druida, leccandosi le labbra con aria furba e sadicamente soddisfatta - Quello di destra lo facciamo reincarnare in un'orca, e quello di sinistra in una volpe, che ne dici? Facciamoli diventare ciò a cui volevano fare del male... - per la serie "oltre al danno anche la beffa", non solo erano stati uccisi per aver fatto del male agli animali, ma sarebbero stati reincarnati proprio in quelli stessi che desideravano catturare ed uccidere per soldi.
Sperando che Quetzal acconsentisse a quella richiesta, la donna lo lasciò fare, consapevole che lui fosse molto meno soggetto di lei a stancarsi dopo determinati incantesimi pur non comprendendone il motivo: una di quelle cose per cui il Rinnegato non si fidava ancora abbastanza di lei da raccontarle, una di quelle cose che evidentemente la bulgara, pur essendone consapevole, quasi fingeva di non considerare, come se non fosse importante.
Uno di quei gesti silenziosi e lievi coi quali Indigo dimostrava di tenere a lui.
E non appena anche quella questione fosse stata conclusa, la Druida avrebbe preso il Confratello per mano e l'avrebbe riportato nei pressi della vestaglia che aveva inizialmente indossato dopo essere uscita dall'Acqua, nella cui tasca sinistra avrebbe frugato per trovare qualcosa che, infine, allungò verso l'uomo con un sorriso immenso sul volto e gli occhi luminosi di aspettativa.
Buon Natale, bel tenebroso!
Ci sarà tempo per tante altre persone, per il momento però... Mi basta che stai a guardare qui...
Non che le potesse dispiacere l'idea di uccidere qualcun altro, ma al momento, con la scatoletta in legno contenente il regalo di Natale di Quetzal per lei, la prospettiva di togliere la vita a qualche Gildato o a babbani colpevoli di crimini contro Gaia passava decisamente in secondo piano.
Come una bambina la mattina del 25 Dicembre, adesso Indigo non vedeva l'ora di scartare quel regalo, che si rivelò essere un anello in argento con delle rune incise sopra: un dono già di per sé importante, nella considerazione civile, quella che il Rinnegato non conosceva minimamente, ma ancora più speciale quand'egli si mise ad elencarne i pregi. Con esso avrebbero potuto rimanere collegati e capire subito se e quando uno dei due si fosse trovato in una situazione di pericolo... senza contare che, indossandolo, sarebbe diventata leggermente più forte, una prospettiva che di sicuro alla bulgara faceva parecchio comodo.
Insomma, un regalo inaspettato e prezioso su diversi fronti, che la lasciò stupita e deliziata al tempo stesso, la prima soprattutto perché, avendo sempre vissuto fuori dal contesto civile, non si aspettava che a Quetzal importasse qualcosa delle tradizioni natalizie.
A dire il vero è così, ma...
Ma?
... Ma nulla, l'importante è che ti abbia reso contenta.
Non insistette oltre, poiché come al solito aveva capito molto anche da quel silenzio: l'aveva fatto sapendo che lei ne sarebbe stata contenta, che si sarebbe sentita viziata e che per questo avrebbe sorriso, perciò era piuttosto ovvio che l'intento ultimo fosse proprio quello - Elab. 25 - cioè renderla felice con qualcosa di speciale e personale.
E mentre le fiamme si spegnevano dietro di loro e solo due scheletri neri rimanevano visibili ed attaccati ai pali, Indigo decise di mettere in atto il suo piano, nemmeno troppo diabolico, per tentare di capire cosa davvero il Rinnegato sentisse per lei, e come la considerasse: così, facendo leva sulla sua ignoranza delle tradizioni civili, gli spiegò che solitamente si regalava un anello alla persona che si amava, e che esso veniva quasi sempre considerato un pegno d'amore.
Non gli aveva mentito, non del tutto: era vero che nel 99% dei casi, quando un uomo regalava un anello ad una donna, era per legarla a sé... e la casistica che questa situazione non fosse reale, che l'anello venisse regalato per altri motivi, era di uno su un milione, a dir poco.
Beh, lei non voleva essere la sua "una su un milione".
Lei volesse essere l'unica, e basta.
Ma era pur sempre Indigo Kostenechki, anche quando qualcuno le piaceva: e visto che quel qualcuno pareva, di suo, non essere intenzionato a porsi domande su cosa potesse esserci tra loro, sul perché faceva determinate cose per lei, era la bulgara a doverlo spingere a riflettere su certe cose, perché lei di pazienza ne aveva poca e quando si parlava di emozioni che la rendevano potenzialmente più debole e vulnerabile, come provare sentimenti per lui, ne aveva ancora di meno.
Però gli diede una scelta: poteva riprendersi l'anello, se voleva, ora che ne conosceva il significato, e farle così capire di non sentirsi legato a lei. Forse ci sarebbe stata male, ma l'avrebbe accettato, e perlomeno avrebbe saputo cosa stesse passando nella mente del Druido.
Non so cosa sia l'amore, forse lo sto scoprendo standoti vicino, non ne ho idea.
Quello che so però, è che voglio legarti a me, perché sento il bisogno che tu mi appartenga.
Se ti guardo sto bene, comincio a sentire la tua mancanza quando non ci sei, se tale è amore, allora così sia.
Non serviva leggere negli occhi di Indigo per sentire cosa stesse provando: gli Elementi si erano nuovamente innalzati dentro di lei ed avevano preso a danzare leggeri ed uniti, un tutt'uno grazie alle parole di Quetzal che rendevano felice lo spirito di chi li ospitava; ma se avesse voluto provarci comunque, negli occhi della Rinnegata lui vi avrebbe letto felicità ed emozione, la stessa che glieli fece illuminare e che le aprì le labbra ad un sorriso radioso.
Consideriamolo un pegno, se così vuoi chiamarlo, ciò che ti chiedo però...
... E' che se deciderai di indossare questo anello, allora voglio che non indossi più quello nero che ti ha regalato quella tizia nella foto.
Gelosia.
Sì, probabilmente l'avrebbe definita così, ma evitò di chiedere a Quetzal se se ne rendesse conto o meno: l'aveva già spinto a determinate considerazioni che non era abituato a fare, per quel giorno, per quell'occasione, era già abbastanza.
Il sorriso non si spense sulle sue labbra, al massimo si tinse di soddisfazione perché le piaceva pensare che lui la volesse per sé, un po' come lei lo voleva per sé... anche se, a differenza del Rinnegato, la bulgara di concorrenza non ne aveva e dunque non la doveva temere.
Annuì lentamente, dunque, allungando la mano destra verso di lui ed agitando appena il dito medio, per invitarlo a metterle l'anello che le aveva appena regalato: stava accettando il suo pegno, stava accettando d'indossare il suo anello e solo quello... stava accettando di appartenergli.
Adesso anche tu appartieni a me.
Mormorò la Druida, perché Quetzal aveva un anello speculare al suo, erano una coppia di anelli... e probabilmente una coppia in tutti i sensi, anche se il Rinnegato non si poneva il problema di cosa questo significasse. Ce l'avrebbe fatto arrivare Indigo, con calma e forse un pizzico di furbizia tutta in stile Kostenechki.
Osservò l'anello adornarle il dito medio della mano destra con un sorriso radioso sulle labbra, poi si allungò leggermente verso di lui e gli diede un lungo bacio caldo, con la mano sinistra che si posava sul suo petto accarezzandolo lievemente e la sorella che gli sfiorava il collo: la lingua danzava con quella di lui e gli Elementi già facevano l'amore coi gemelli, un momento assolutamente romantico per loro, con tutto che alle spalle dei due Rinnegati c'erano le ossa di due uomini morti.
E fu proprio a loro che la bulgara pensò quando fu abbastanza sazia delle sue labbra da permettersi di staccarsene, sorridendo ed indicando i due scheletri con un cenno del capo.
Facciamo loro un bel regalo di Natale... - gli propose allora la Druida, leccandosi le labbra con aria furba e sadicamente soddisfatta - Quello di destra lo facciamo reincarnare in un'orca, e quello di sinistra in una volpe, che ne dici? Facciamoli diventare ciò a cui volevano fare del male... - per la serie "oltre al danno anche la beffa", non solo erano stati uccisi per aver fatto del male agli animali, ma sarebbero stati reincarnati proprio in quelli stessi che desideravano catturare ed uccidere per soldi.
Sperando che Quetzal acconsentisse a quella richiesta, la donna lo lasciò fare, consapevole che lui fosse molto meno soggetto di lei a stancarsi dopo determinati incantesimi pur non comprendendone il motivo: una di quelle cose per cui il Rinnegato non si fidava ancora abbastanza di lei da raccontarle, una di quelle cose che evidentemente la bulgara, pur essendone consapevole, quasi fingeva di non considerare, come se non fosse importante.
Uno di quei gesti silenziosi e lievi coi quali Indigo dimostrava di tenere a lui.
E non appena anche quella questione fosse stata conclusa, la Druida avrebbe preso il Confratello per mano e l'avrebbe riportato nei pressi della vestaglia che aveva inizialmente indossato dopo essere uscita dall'Acqua, nella cui tasca sinistra avrebbe frugato per trovare qualcosa che, infine, allungò verso l'uomo con un sorriso immenso sul volto e gli occhi luminosi di aspettativa.
Buon Natale, bel tenebroso!