Re: Per i negozi...
Inviato: 17/10/2014, 22:16
[Diagon Alley - 27 Gennaio, Sabato mattina – Tribal Studio - Ore 11:30]
Uff… Che pizza stamattina.
Si lamentò Jorge, giocando distrattamente con l’angolo superiore della pagina del libro di Storia della Magia che stava tentando di leggere da circa dieci minuti, l’entusiasmo con cui era giunto a lavoro quella mattina quasi completamente evaporato. In realtà dopo aver provato l’ebbrezza, durante le vacanze, di fare una passeggiata per le vie di Diagon Alley per recarsi in negozio e sentirsi quasi parte integrante di quella piccola comunità magica, l’aver dovuto prendere la Metropolvere dall’ufficio della sua Capa gli aveva lasciato un po’ di amaro in bocca, oltre che un sacco di fuliggine sui vestiti. Aveva quindi dovuto togliere sia il mantello invernale che aveva indossato per proteggersi dal freddo che la felpa, il cui cappuccio era talmente pieno di cenere da rosso era diventato completamente nero. Rimasto in jeans e maglietta a maniche corte, il Delfino si era subito messo all’opera rimediando per prima cosa allo scempio che aveva fatto uscendo dal camino e poi dedicandosi al negozio con una attenzione quasi maniacale. Era convinto infatti che un negozio di tatuaggi dovesse infondere fiducia e sicurezza nei clienti fin dalla prima occhiata e questo voleva dire che ogni oggetto, che fosse decorativo o meno, doveva essere sistemato a dovere e sembrare appena uscito dalla fabbrica. Lui per primo non si sarebbe fatto sfiorare da un ago se l’ambiente circostante non avesse spiccato per ordine e soprattutto per pulizia. Il dover eseguire tutto senza l’ausilio della magia – essendo ancora minorenne non poteva utilizzare la bacchetta al di fuori delle mura di Hogwarts – rendeva il tutto più difficile e soprattutto stancante ma almeno in giornate come quella, più morte di un campo santo, gli davano l’illusione di impiegare il suo tempo in qualcosa di utile che non fosse fingere di studiare lanciando continue occhiate desiderose verso l’ingresso. Quando finalmente il campanellino posto al lato della porta tintinnò, segnalando l’arrivo del primo cliente, Jorge sollevò di scatto la testa pronto a esibire l’ormai collaudato sorriso cordiale e accogliente per poi lasciarla ricadere penzoloni sul petto, non senza prima aver alzato gli occhi al cielo, gli angoli della bocca sollevati in un ghigno esasperato.
Non era propriamente dispiaciuto nel vedere Kelly– bè nessun maschio con tutti gli attributi al proprio posto lo sarebbe stato visto il corpicino che la londinese si ritrovava e l’espressione non propriamente da brava ragazza che sfoggiava con una naturalezza che avrebbe fatto morire d’invidia più di una professionista – ma non lo avrebbe ammesso mai, neanche sotto Cruciatus, e a maggior ragione in presenza della ragazza. Il loro non era propriamente un rapporto convenzionale, e se da un lato, grazie a un passato simile, si comprendevano meglio di quanto volevano ammettere dall’altro probabilmente erano state proprio quel terreno comune per nulla gratificante ad aver impedito loro di andare al di là del continuo punzecchiarsi a vicenda.
Ciao Alvares, ti sono mancata?
Come il vaiolo di drago Everett.
Rispose con un tono fintamente dolce, chiudendo il libro e sporgendosi in avanti sul bancone verso di lei, la bacchetta - il non poterla usare non implicava l’essere costretto a lasciarla in dormitorio - che spuntava dalla tasca posteriore dei jeans. I loro visi si trovavano a pochi centimetri l’uno dall’altra in una posizione che in molti avrebbero ritenuto compromettente ma che lasciò Jorge del tutto indifferente. Sostenne il suo sguardo per poi far cadere lo sguardo sullo scollo del maglione e quindi sui seni della ragazza in maniera palese.
Anche se forse ci sono parti di te che rivedo volentieri…
La provocò a sua volta, un ghigno appena accennato sulle labbra.
Allora, come te la passi?
Ho sentito dire che ti frequenti con una biondina niente male...
A quanto pare le voci corrono in fretta anche al di fuori del Castello. – sbuffò fintamente irritato, senza muoversi di un millimetro – Le tue fonti sono ovviamente corrette quindi me la passo alla grande. Studio, lavoro, cazzeggio con gli amici e frequento una ragazza niente male. Se Cappie tornasse a essere ingestibile a livelli normali sarebbe tutto perfetto – la mano destra si chiuse istintivamente a pugno in un moto di rabbia mal repressa al solo pensiero del perché la sua sorellina stesse così male, l’anello della Sfinge che gli marchiava la pelle delicata – E tu? Come te la passi? Evan ti sopporta ancora?
Si informò più curioso che cortese, prima di porre la domanda che premeva sulla punta della lingua da quando l’altra aveva messo piede nel negozio. E l’avrebbe anche fatto se l’ex Tassetta non l’avesse battuto sul tempo esordendo con un
Posso chiedere aiuto a te o devo chiamare il capo della baracca?
Dipende da cosa ti serve. Se vuoi rimediare un appuntamento ti chiamo il capo per tutto il resto o quasi basto io…
Non poteva ancora fare tatuaggi, non era così bravo nel disegno magico, ma avrebbe potuto darle qualsiasi informazione sui tatuaggi e le conseguenze di farne uno.