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Messaggioda Rebecca » 04/07/2017, 21:03

{22 Settembre 2113 - Covo Terran (Foresta Nera) - 11:35}


Centro estetico? Naaaa, non ne ha bisogno...
Una pizza in un pub? Per tutti i difensori del Conflux, l'Oceano in un pub qualunque? NO!
Una bella giornata al mare? Sì certo, brava Rebecca, originalissima...
E che diamine, possibile che non riesca a decidermi?!


No, Rebecca Auditore non stava cercando di organizzare un appuntamento galante. L'uscita con Eibhlin -ancora da preparare- non era un appuntamento fatto per soffiare la ragazza al suo migliore amico, ma una strategia per far sì che lei e l'Acuan Diluvium legassero un po' di più come... amiche! Non era certo una cosa semplice, considerato quanto rispetto e quanta riverenza l'italo-svedese provasse nei confronti della Johanndottir: lei era la personificazione dell'Acqua, come avrebbe potuto trattarla come una semplice donna in carne ed ossa? Era troppo inserita nell'ambiente delle Gilde e da molto più tempo di Logan per riuscire a discernere le due figure che per lei erano un'unica e sola entità. E come spesso accadeva quando la mezza italiana era indecisa su qualcosa, gironzolava qua e là senza pensare a dove stesse andando, ma concentrandosi solo ed esclusivamente sul problema principale.

Cinema babbano?
Museo di zoologia marina?
Sushi bar?
No! No! E ancora no!


Era pensierosa, distratta, assente: nemmeno si rendeva conto dei confratelli e consorelle che la salutavano incrociandola, troppo occupata a pensare e riflettere e, di conseguenza, a camminare fin dove l'avessero portata i suoi piedi. Era in queste occasioni che, solitamente, l'Auditore si perdeva, non riuscendo più ad orientarsi all'interno della Foresta Nera. Quando si rendeva conto di aver oltrepassato i confini del Covo era già bella che lontana, ma il ritorno non era mai un problema: le bastava smaterializzarsi ed eccola di nuovo al punto di partenza! Qualche amico solitamente la salutava con una battuta poi, chiedendole quanti chilometri avesse percorso soltanto camminando.

Un concerto?
Sì, ma di cosa?
Potremmo non avere gli stessi gusti...


Immagine


Non era così facile prendere una decisione perché la stessa Eibhlin era sempre stata molto chiusa con lei, anche durante le cene a quattro. In parte forse per derivazione caratteriale ed in parte l'Auditore si riconosceva anche ella delle colpe, visto che sia lei sia Maddox non si sentivano mai troppo a loro agio in presenza della donna. Forse il punto focale era proprio quello: cercare di vederla soltanto come una donna, smettendola di pensare al modo di farla divertire. Magari davvero sarebbe bastata un giro in qualche centro commerciale, una seduta dalla SPA e perché no? Una bella pizza in puro stile italiano! In fondo anche l'Acuan Diluvium poteva essere una golosona, no? Ripromettendosi di chiedere al Sykes altre informazioni al riguardo, l'Auditore finalmente si decise ad alzare lo sguardo. Non era ancora uscita dai confini del Covo dei Terran, ma ci era andata praticamente vicino. Si trovava in una zona, infatti, poco frequentata e lontana dal villaggio, uno di quei posti dove solitamente andava ad appartarsi -in passato- insieme a Phoebe Chamberlain per parlare, giocare e anche -una volta cresciute- amoreggiare libere e felici. Le venne spontaneo sorridere ripensando a quei giorni, così come fu spontaneo rammentare il volto della Ciclonis: capelli scuri, occhi verdi e di una forma leggermente incurvata, sguardo magnetico, labbra morbide e carnose... Le venne quasi un colpo al cuore quando si rese conto che non stava ricordando Phoebe, ma la stava praticamente osservando, esattamente di fronte a lei.

Phoebe...

La voce le uscì fuori dalle labbra in un sussurro, mentre tante emozioni diverse percorrevano i lineamenti dolci dell'italo-svedese: sorpresa, imbarazzo, senso di colpa, ma anche una fiorente e incontenibile gioia. Non le parlava da quando si erano lasciate in quel modo brusco e orribile. Persino durante la sfida, le aveva augurato buona fortuna dentro di sé, temendo che il solo parlarle potesse in qualche modo deconcentrare la Chamberlaine. Si era dovuta trattenere a forza dal correre da lei per sapere come stesse quando era rimasta ferita durante la sfida, ma adesso che finalmente ce l'aveva di fronte sentiva di non poter semplicemente lasciarla andare via. Il Vento, quindi, la spinse ad agire d'impulso, conscio che nemmeno la Terra avrebbe potuto fermarlo questa volta.

Come... Come stai?
Ti trovo in forma...
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Messaggioda Phoebe » 05/07/2017, 11:36

§ 22 Settembre 2113 - ore 11.40 - Covo Terran (Foresta Nera) - Influenza Lunare: Variazione media §


Era passato tanto, troppo tempo da quando si era concessa di passare del tempo nel Covo Terran: avevano avuto il loro bel daffare, lei e Yrjö, a spostare l'allevamento in Finlandia -Paese scelto dalla Chamberlain perché considerato il più verde al mondo- ma alla fine tutto era andato a meraviglia. Così facendo avevano tolto a Shay il peso di averli sempre intorno, e lei stessa si era sentita molto più libera di vivere la sua storia col Kaimson, il Metalupo divenuto tale solo per amore; facevano una bella coppia, anche lavorativa, con lui che puntualmente -grazie al suo lavoro di Ranger- le portava in allevamento qualche creatura magica da accudire. Non a caso il ranch si era ingrandito un po', in quei mesi.

Mmmmmhhhh...

Un mezzo gemito affamato, quello della Ciclonis, che quella mattina si era scordata di far colazione: o meglio, talmente si era sentita nervosa al pensiero di rimettere piede in Gilda che non era stata in grado di ingerire nulla... solo che adesso stava morendo di fame.
La Sempreverde, in realtà, non le aveva mai fatto pesare in alcun modo la sua assenza, ma Phoebe in parte sapeva di essere in torto nei confronti del proprio Elemento: era giusto stare coi Confratelli, era giusto passare del tempo nella Gilda e ricercare un contatto più autentico con gli Elementi che ne facevano da padroni, non la si sarebbe dovuta evitare solo per il passato, per il timore di incontrare qualcuno... come invece lei aveva fatto.

Ma poi, se ora la incontrassi...
Sarebbe più così tanto un problema?


Lei e Rebecca non si erano più parlate, da quando avevano rotto: si erano dette troppe cose brutte, e l'Auditore, in particolare, l'aveva ferita troppo in profondità per dare modo alla Chamberlain di perdonarla -perlomeno in tempi brevi; anche durante lo scontro tra Druidi e Gildati, pur percependone quasi la presenza sotto pelle, Phoebe si era ben guardata dal cercare la donna, fosse anche solo con lo sguardo.
Ma il tempo era passato e tante, troppo cose erano cambiate per la Metalupa che ora se ne stava lì, a fissare un punto non ben definito con sguardo perso nei propri pensieri -e sì, anche affamato.

Immagine


Non stava cercando la compagnia altrui, in quel momento, le andava bene rimanere da sola con le proprie considerazioni, a riflettere e ponderare... ma il Conflux la pensava diversamente, visto che di lì a poco una figura entrò nel campo visivo della Ciclonis.

........

Eccola lì, Rebecca Auditore in tutto il suo splendore, con quello sguardo dolce ed il fisico mozzafiato -perché sì, di certo non avrebbe mai negato la bellezza della donna solo per ciò che le aveva fatto in passato; anche lei appariva pensierosa, concentrata sul riflettere su... già, su cosa? Una volta lo avrebbe saputo, una volta si dicevano tutto, ma ora la realtà dei fatti era molto, troppo diversa.
Rimane immobile, la Chamberlain, quasi pensando che senza muoversi l'italiana prosperosa non si sarebbe accorta di lei...

Phoebe...

... povera illusa.
Ovvio che la notasse, ovvio che spalancasse gli occhi sorpresa, che si aspettava? Sospirò impercettibilmente, la mora, spostandosi dal punto in cui si trovasse per fare qualche passo in direzione dell'Auditore: percepiva i suoi Elementi, sferzanti positivamente dentro di lei, ed anche il Vento nel proprio animo si agitava, soffiando più forte del solito... anche se l'emozione che lo governava non fosse tanto buona come quella che alimentava l'altra.

Come... Come stai?
Ti trovo in forma...


Sono sempre uguale. -replicò lei, lapidaria forse nelle parole ma pacata nel tono: almeno non l'aveva mandata a quel paese per poi andarsene di corsa- Sto bene, era da tempo che non venivo in Gilda ed ho pensato di farci un salto.

Aggiunse quasi subito, osservando ancora la donna di fronte a sé, i suoi lineamenti, le forme generose del corpo, per poi soffermarsi sugli occhi che brillavano quasi, probabilmente per la felicità di averla davanti, di poterle infine parlare -o se non altro provare a farlo.

Sembravi assorta, prima...
Brutti pensieri?


Forse non il massimo della conversazione o del dialogo, ma considerando lo stato d'animo verso Rebecca nei mesi precedenti, quella era già da considerarsi una vittoria su tutta la linea.
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Messaggioda Rebecca » 05/07/2017, 21:57

Era sempre bellissima. Non avrebbe mai potuto negare a sé stessa il fascino che esercitava su di lei la Chamberlain, ma sarebbe stato inappropriato e fuoriluogo farlo presente adesso, dopo essersi lasciate in quel modo. Rebecca ancora rimpiangeva la fine della loro storia, non tanto che fosse successo quanto il come. Non riusciva a perdonarsi di aver ferito la persona più importante della sua vita, perché Phoebe lo era ancora: importante per lei.
Era una gioia quindi poterla rivedere e al tempo stesso uno strazio per il cuore. Sapeva di non meritare il suo perdono, ma sapeva anche che non poteva semplicemente continuare a vivere senza prima aver provato a ricucire parte di quella ferita. Ed era un bene che finalmente il suo Elemento fosse ad uno stadio tanto alto da permetterle di percepire quello della Ciclonis. I loro Venti erano agitati, quello di Rebecca per la felicità mista ad ansia, quello della Metalupa... di rancore. O almeno l'Auditore era così che riusciva ad interpretarlo.

Come... Come stai?
Ti trovo in forma...


Sono sempre uguale.
Sto bene, era da tempo che non venivo in Gilda ed ho pensato di farci un salto.


E proprio quell'unico giorno loro due si erano incontrate. Una coincidenza fortunata o sfortunata, oppure non una coincidenza: d'altronde si sapeva che il Conflux spesso pareva prendersi gioco dei suoi fedeli, ma sempre a fin di bene, sempre per fare loro qualcosa di gradito o di utile. In quel caso, stava presentando all'italo-svedese la possibilità di redimersi per l'errore compiuto in passato ai danni della Consorella, amica ed amante. Una possibilità però che l'Auditore tardava a cogliere, bloccata forse dalla paura di ciò che sarebbe potuto accadere se avesse parlato apertamente e a cuor sincero.

Sembravi assorta, prima...
Brutti pensieri?


Rimase sorpresa che l'altra si stesse interessando a lei e al suo stato d'animo. Le venne anche da sorridere, ma accidenti non avrebbe dovuto! Come l'avrebbe presa? Male? Forse come un'offesa nei suoi confronti? Oh no, quella era l'ultima cosa che Rebecca voleva che l'altra pensasse: ovvero che si stesse prendendo gioco di lei.

Scusami... Mi fa sorridere la tua domanda perché sembra quasi che tu sia davvero interessata a me.
Mi... Mi piacerebbe se fosse così, ma mi rendo anche conto di non poterlo pretendere...


Fece spallucce, giungendo le mani in grembo e continuando a guardarla. Neanche qualche tempo prima aveva confessato a Eugene -caro amico di Maddox e Clovis- quanto le mancasse il contatto fisico con una donna. Phoebe era stata l'unica per lei e la sua ombra continuava a tormentarla. Forse se le avesse chiesto finalmente scusa, sarebbe riuscita ad andare completamente avanti, a non sentire dentro di sé il peso dei sensi di colpa.

Non erano brutti pensieri, solo riflessioni mie.
Tutto qui.


Calò di nuovo il silenzio. Perché era così difficile parlarle? Perché era così doloroso sostenere il suo sguardo, uno sguardo che non la guardava più come un tempo, ma con sofferenza. Per la troppa incertezza, Rebecca stava rischiando di lasciarsi sfuggire quell'opportunità, ma per fortuna il suo Vento le venne in aiuto, spingendola a buttarsi prima che fosse troppo tardi.

Mi dispiace!- quelle parole risuonarono per tutto il bosco, pronunciate con forza dalla Terran, con enfasi tale che era impossibile credere stesse fingendo sulle proprie emozioni. -Mi dispiace per come è andata a finire. Mi dispiace di aver rovinato tutto fra di noi. Mi dispiace di averti ferita e di non aver dimostrato apertamente quanto ci tenessi a te. Mi dispiace... di tutto, Phoebe. Potessi tornare indietro cancellerei ogni singolo sbaglio compiuto con te perché non ti meritavi affatto di essere trattata in quel modo.
Per settimane mi sono comportata come se non me ne fregasse nulla, mentre invece non era così. Ho lasciato che tu ti allontanassi da me per sempre... E questo forse è stato l'errore più grande fra tutti, quello che non riuscirò mai e poi mai a perdonarmi.


Aveva perso tanto quella notte: non solo una compagna, ma anche una sorella, un'amica. L'aveva amata e avrebbe continuato ad amarla, anche sotto altre forme, perché era chiaro ormai che non si potesse tornare indietro, che la loro storia era arrivata ad un punto morto. La Chamberlain era andata avanti e così aveva fatto anche l'Auditore. Sapeva di poter amare Maddox quasi al 100%... Perché una piccola percentuale sarebbe sempre stata riservata a Phoebe.

Non ho mai avuto la possibilità di dirtelo e mi scuso anche per questo.
Le mie parole non serviranno a curarti per ciò che ti ho fatto... Ma spero che qualcosa di buono riusciranno a farlo...
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Messaggioda Phoebe » 06/07/2017, 14:42

Come... Come stai?
Ti trovo in forma...


Sono sempre uguale.
Sto bene, era da tempo che non venivo in Gilda ed ho pensato di farci un salto.


Aveva immaginato, ogni tanto, come sarebbe stato se lei e Rebecca si fossero incontrate per caso: lo aveva immaginato soprattutto i primi tempi, quando era piena di rabbia verso l'italiana; e nella sua testa, oh, se ne usciva con dei monologhi che avrebbero fatto impallidire chiunque, da premio Oscar per la recitazione nel mondo babbano, talmente intensi e taglienti da far diventare minuscolo anche un gigante, da far sentire insignificante anche Lord Voldemort in persona.
Ma poi la rabbia si era lentamente trasformata in rammarico, in dispiacere ed in sofferenza per come tra lei e l'Auditore fosse finita, e quegli incontri "mentali" erano andati diradandosi fino a svanire: per questo, trovandosela di fronte lì in Gilda, sul momento non le venne molto da dire se non rispondere alla sua domanda, semplicemente. Poi, però, con un leggero sospiro, cercò di andare oltre e provare a spiccicare due parole, giusto perché era più che mai convinta che quell'incontro non fosse semplicemente frutto di una casualità.
Cosa stava cercando di dirle il Conflux?

Sembravi assorta, prima...
Brutti pensieri?


Vederla sorridere fu l'ultima cosa che la Chamberlain si aspettasse, ed infatti alzò un sopracciglio con aria semi-incredula mentre l'Elemento dentro di lei sferzava con maggiore intensità, quasi infastidito; doveva ringraziare, l'altra, che l'influenza Lunare non fosse troppo alta, o la Ciclonis se ne sarebbe di certo già andata stizzita.

Scusami... Mi fa sorridere la tua domanda perché sembra quasi che tu sia davvero interessata a me.
Mi... Mi piacerebbe se fosse così, ma mi rendo anche conto di non poterlo pretendere...


La studiò ancora, soffermandosi con sguardo -volutamente- sfacciato sulle forme generose della donna: anche a lei mancava un corpo femminile da toccare, da accaldare grazie al proprio tocco, ma c'era anche da dire che Yrjö le lasciasse parecchia libertà di movimento in materia di tête-à-tête intimi con altri partner oltre a lui... solo che con una femmina non le era ancora mai capitato di sfruttare tale libertà.

Non erano brutti pensieri, solo riflessioni mie.
Tutto qui.


Capisco.

Per un lungo istante sembrò che nessuna delle due avesse altro da dire: o perlomeno, la Chamberlain di certo non aveva alcun motivo per rimanere lì a chiacchierare, motivo per cui, notando il silenzio da parte dell'Auditore, mosse il primo passo per andarsene... subito prima che, però, la voce dell'altra la raggiungesse e la costringesse a fermare il proprio incedere.

Mi dispiace!

...

Mi dispiace per come è andata a finire. Mi dispiace di aver rovinato tutto fra di noi. Mi dispiace di averti ferita e di non aver dimostrato apertamente quanto ci tenessi a te. Mi dispiace... di tutto, Phoebe. Potessi tornare indietro cancellerei ogni singolo sbaglio compiuto con te perché non ti meritavi affatto di essere trattata in quel modo.

Per "quel modo" intendi le corna gratuite o il sentirmi insultare ed umiliare da te subito dopo?

Domandò piccata l'altra, fissandola gelidamente, in quei primi momenti. Però non se ne andò, no, non si mosse, quasi a volerle dare inconsciamente il tempo di parlare, di scusarsi, di provare a rimediare al pasticcio che -non per sua volontà, ma che potevano saperne loro?- aveva combinato.

Per settimane mi sono comportata come se non me ne fregasse nulla, mentre invece non era così. Ho lasciato che tu ti allontanassi da me per sempre... E questo forse è stato l'errore più grande fra tutti, quello che non riuscirò mai e poi mai a perdonarmi.

La prima volta che Phoebe era partita e le due donne si erano perse di vista, l'affetto reciproco era stato un po' quel filo invisibile che aveva continuato ad unirle nella lontananza; ma stavolta... no, stavolta la ferita era stata troppo profonda, troppo dolorosa per far pensare alla Ciclonis di poter tornare ad essere quello che erano prima. Anzi, già che stessero parlando si poteva considerarlo come un enorme, gigantesco e positivo passo in avanti.

Non ho mai avuto la possibilità di dirtelo e mi scuso anche per questo.
Le mie parole non serviranno a curarti per ciò che ti ho fatto... Ma spero che qualcosa di buono riusciranno a farlo...


Ho trovato il modo di curarmi da sola, Rebecca. -no, nessun nomignolo verso l'altra- Altrimenti non sarei stata capace di riprendermi. Tu mi hai distrutta nel profondo, come mai nessuno credevo sarebbe stato capace di fare.
Ed ora le tue parole... non fanno altro che sfiorare una ferita che da sola ho già provveduto a chiudere.


Grazie anche al Lupo dentro di sé, doveva rendergliene atto.
Sospirò leggermente, facendo un passetto verso di lui e studiandola ancora, accarezzandola con lo sguardo quasi a volerla far sentire imbarazzata per quegli occhi che con tanta sfacciataggine si soffermavano sul suo seno, sui fianchi.

... almeno ne è valsa la pena?
Hai trovato qualcuno in grado di soddisfarti completamente...
-voce volutamente maliziosa, sguardo a tratti lascivo e provocatorio- e di darti piacere compensando anche quelle che erano le mie specialità?

Toccarla in un certo modo, avventarsi sui suoi seni in un certo modo, farla mugolare in un certo modo; non erano forse domande da farsi, corrette, ma Phoebe non sentiva onestamente di avere alcun motivo per doversi trattenere, per sentirsi nella condizione di dover portare rispetto al possibile compagno dell'italiana. E poi, ammettiamolo, di sentire la sua risposta era davvero tanto, tanto curiosa.
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Messaggioda Rebecca » 06/07/2017, 21:09

Non credeva possibile che sarebbe successo davvero un giorno. Poter incontrare Phoebe e parlarle di nuovo, faccia a faccia. Lei sembrava stare bene, ma il suo sguardo carico di risentimento non poteva essere equivocato in alcun modo: ciò che Rebecca le aveva fatto era imperdonabile e lei non lo avrebbe mai dimenticato. L'Auditore in realtà non si aspettava una riconciliazione. Non si aspettava nulla, sapeva solo di voler fare la cosa giusta, per sé stessa ma anche per la Chamberlain, perché chiederle scusa era un dovere dell'italo-svedese e un diritto sentirselo dire per la Ciclonis. Phoebe la osservava, osservava il suo corpo, le sue forme abbondanti e generose, mentre la Terran cercava di mantenere il contatto visivo, per rispetto nei suoi confronti. Era ovvio che per lei fosse sempre attraente, ma quei pensieri preferiva tenerli segregati dentro di sé e magari tirarli fuori in momenti più opportuni. Anche perché non passò che qualche minuto, prima che la mezza italiana si decidesse finalmente a chiederle scusa per tutto quello che le aveva fatto.

Mi dispiace... di tutto, Phoebe. Potessi tornare indietro cancellerei ogni singolo sbaglio compiuto con te perché non ti meritavi affatto di essere trattata in quel modo.

Per "quel modo" intendi le corna gratuite o il sentirmi insultare ed umiliare da te subito dopo?

Il tradimento, gli insulti, le offese, l'indifferenza... Tutto ciò che ancora oggi fatico a credere possa essere uscito proprio da me.
Per tutto il male che ti ho arrecato...


Non c'erano giustificazioni che potessero reggere né scagionare l'Auditore. In realtà una c'era, ma né lei né la Ciclonis erano a conoscenza della verità e per questo motivo non avrebbero potuto perdonare l'una all'altra gli sbagli compiuti per il volere di una terza persona. Ma in quel momento non era importante: Rebecca non voleva scaricare la colpa su nessuno se non soltanto su sé stessa. E l'unico modo che aveva per non gettare completamente alle ortiche una relazione meravigliosa con la ragazza più bella del mondo era imparare qualcosa dai propri errori. Per questo, in un certo senso, aveva scelto come premio di poter ottenere un grado altissimo con la Terra. Con essa, la mezza italiana sarebbe sempre stata in grado di controllarsi, d'ora in avanti. Senza più rischiare di ferire qualcuno per un suo atteggiamento avventato.

Le mie parole non serviranno a curarti per ciò che ti ho fatto... Ma spero che qualcosa di buono riusciranno a farlo...

Ho trovato il modo di curarmi da sola, Rebecca. Altrimenti non sarei stata capace di riprendermi. Tu mi hai distrutta nel profondo, come mai nessuno credevo sarebbe stato capace di fare.
Ed ora le tue parole... non fanno altro che sfiorare una ferita che da sola ho già provveduto a chiudere.


Anche se sei guarita da sola, questo non significa che non dovessi ricevere delle scuse da parte mia.
Sei sempre stata forte... E mi rende felice sapere che lo sei ancora, nonostante me.


Non le disse che anche lei aveva sofferto. Non le disse che anche lei era andata a pezzi, che era rimasta devastata da quello che era accaduto, aveva persino temuto di non sapere più chi fosse. No, il suo dolore, i suoi sensi di colpa era giusto che se li tenesse per sé, perché era stata lei a combinare tutto quel disastro. E diavolo se stava scontando quella pena ogni giorno! Anche se affievoliti, i sentimenti per la Chamberlain erano rimasti, sentimenti che non riguardavano soltanto la loro relazione, ma anche la complicità e l'affetto che avevano condiviso fin da bambine. Phoebe, tu mi manchi tantissimo avrebbe voluto dirle. Ma non sentiva fosse giusto dirlo, perché era lei ad avere torto, era lei quindi a dover soffrire in silenzio.
La vide avvicinarsi di qualche passo verso di lei, con uno sguardo provocante e malizioso. Rimase un po' interdetta, a dire il vero, perché non si aspettava certo una simile reazione. Di essere presa a schiaffi sì. Di essere insultata pesantemente anche. Ma quell'espressione, come se la trovasse ancora dannatamente attraente no, proprio per nulla.

... almeno ne è valsa la pena?

... Come scusa?

Aveva davvero sentito bene? Phoebe le stava chiedendo se fosse valsa la pena farla soffrire e lasciarla? Lo sguardo, da perplesso, passò a leggermente imbronciato, come se le parole della ragazza non le avessero fatto piacere. In effetti... Era proprio così. Come poteva pensare che straziarle il cuore fosse valso davvero qualcosa? Ma le provocazioni della Ciclonis non erano ancora finite lì.

Hai trovato qualcuno in grado di soddisfarti completamente... e di darti piacere compensando anche quelle che erano le mie specialità?

La fissò ancora qualche istante, con espressione arrabbiata. La Terra l'aiutava a mantenere un forte autocontrollo su sé stessa, nonostante le sferzate del suo Vento fossero del tutto impazzite. Ma lei non si lasciava quasi più governare da esso, non in situazioni critiche come quella che stava accadendo in quel momento fra lei e la Chamberlain.

Cosa vuoi sentirti rispondere?
Che ho trovato qualcuno che mi sappia dare tutto ciò di cui ho bisogno? Che mi faccia sentire completa?
O che senza di te nulla ha più senso, nulla è completo, IO non sono completa?
Mi hai chiesto se ne è valsa la pena, ma tu credi veramente che mandare a puttane la nostra relazione, ferirti e perderti possa essere servito a qualcosa di buono?
Ho sofferto anche io, Phoebe. Tu potevi appellarti alla tua rabbia verso di me per riuscire ad andare avanti ma io potevo solo incolpare me stessa. Mi guardavo allo specchio e mi chiedevo chi fosse quella persona che ti aveva fatto del male, perché non era possibile che fossi proprio io!
Ho dovuto accettare che ci fosse qualcosa in me che non andava e che per colpa mia tu ne hai dovuto fare le spese.


Non aveva un tono gelido, no, ma fermo sì, nella voce e nei modi. Stava soffrendo terribilmente, ma questo non l'avrebbe mai portata a disprezzare Phoebe né a prendersela con lei, né a spegnere la fiamma che manteneva vivo quell'amore che era soltanto ed esclusivamente suo. Poteva far coesistere l'amore per lei e l'amore verso Maddox, questo lo sapeva da sempre. Ma forse era la Ciclonis a non saperlo e -sempre forse- era giusto che fosse totalmente sincera con lei.

Ho trovato un compagno che amo, che mi rende davvero molto felice e mi fa sentire serena. Ma è chiaro che non possa darmi tutto, perché sì, è vero, tu mi manchi e contro questo istinto so di non poter combattere.
Non mi riferisco solo al sesso, perché per quello potrei trovarmi un'altra donna e sopperire al bisogno... Anche se non l'ho ancora mai fatto.
- Ed era sottointeso che il motivo fosse proprio la Chamberlain, un po' per rispetto, un po' per un suo blocco personale ed un po' perché era qualcosa di cui avrebbe dovuto parlare anche con il Von Eschenbach -Tu mi manchi prima di tutto come persona, perché il posto che hai sempre occupato nel mio cuore nessuno è riuscito a togliertelo. L'ho dovuto ridimensionare, ma c'è, sta lì.- disse, portandosi una mano al petto, come a voler enfatizzare il fulcro del suo discorso -Non si dimentica dall'oggi al domani una persona che è stata per te tutto ciò che potevi desiderare: una sorella, un'amica e un'amante. E adesso mi sento in dovere di chiederti scusa anche per avertelo fatto pensare.
Mi dispiace Phoebe se per tanto tempo hai creduto il contrario. Non posso fare altro che darmi la colpa anche di questo...


Disse, allargando le braccia in segno di resa, i lineamenti del viso che si fecero più morbidi ma per la stanchezza di aver messo così tanto a nudo la propria anima.

Sei libera di non credere a nessuna parola di ciò che ho detto... E se ora vuoi andare via togliendomi per sempre il saluto, lo capirò.
Io continuerò a considerarti una delle poche cose più belle che mi siano mai capitate nella vita.
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Messaggioda Phoebe » 07/07/2017, 17:53

Mi dispiace... di tutto, Phoebe. Potessi tornare indietro cancellerei ogni singolo sbaglio compiuto con te perché non ti meritavi affatto di essere trattata in quel modo.

Per "quel modo" intendi le corna gratuite o il sentirmi insultare ed umiliare da te subito dopo?

Il tradimento, gli insulti, le offese, l'indifferenza... Tutto ciò che ancora oggi fatico a credere possa essere uscito proprio da me.
Per tutto il male che ti ho arrecato...


Sì, anche io ho fatto fatica a crederlo per molto tempo.

Come poter credere che Rebecca, la sua dolce, amorevole Becks, fosse capace di dirle cose tanto orribili, tanto cattive? Phoebe se l'era chiesto per giorni, per settimane, per mesi... perché credeva di conoscere l'Auditore meglio di chiunque altro, ed invece era venuto fuori che non fosse per nulla così. Ma tutto era passato ora, e la rabbia bruciante si era trasformata in una sofferenza echeggiante nel proprio spirito.

Le mie parole non serviranno a curarti per ciò che ti ho fatto... Ma spero che qualcosa di buono riusciranno a farlo...

Ho trovato il modo di curarmi da sola, Rebecca. Altrimenti non sarei stata capace di riprendermi. Tu mi hai distrutta nel profondo, come mai nessuno credevo sarebbe stato capace di fare.
Ed ora le tue parole... non fanno altro che sfiorare una ferita che da sola ho già provveduto a chiudere.


Anche se sei guarita da sola, questo non significa che non dovessi ricevere delle scuse da parte mia.
Sei sempre stata forte... E mi rende felice sapere che lo sei ancora, nonostante me.


Sì, si era fatta forza.
Aveva richiamato il Lupo dentro di sé, gli aveva chiesto di aiutarla a superare quel momento perché consapevole di non potercela fare da sola e, alla fine... ce l'aveva fatta. Aveva superato il dolore per la perdita di una figura importante come l'italiana, aveva accettato che le cose tra loro avessero preso quella piega, ed aveva spinto tutto in un angolino remoto del proprio cuore, per evitare di soffrire ancora.
Eppure eccole lì, una di fronte all'altra, dopo mesi: il Conflux evidentemente si aspettava un confronto tra loro, o forse, semplicemente, voleva dare alle due Terran la possibilità di chiarirsi, di provare a riaggiustare le cose almeno in parte -perché mai sarebbero potute tornare ad essere quelle di prima.

... almeno ne è valsa la pena?

... Come scusa?

E se anche la Ciclonis potesse, da un lato, accettare le scuse dell'altra... era pur sempre la stessa Chamberlain sfrontata ed un po' stronza che Rebecca aveva imparato ad amare, col tempo, quella che non si faceva scrupoli; e che, in quel caso, non vedeva alcun motivo per non osservare la donna di fronte a sé con sfacciataggine, al solo scopo -o forse no- di farla arrossire ed accaldare.

Hai trovato qualcuno in grado di soddisfarti completamente... e di darti piacere compensando anche quelle che erano le mie specialità?

Cosa vuoi sentirti rispondere?
Che ho trovato qualcuno che mi sappia dare tutto ciò di cui ho bisogno? Che mi faccia sentire completa?
O che senza di te nulla ha più senso, nulla è completo, IO non sono completa?


Sì, probabilmente per l'ego della Lupa -molto più egoista di un tempo da quando aveva accanto Yrjö, che non solo assecondava ma, addirittura, fomentava i suoi capricci- sarebbe stato soddisfacente sentirla dire una cosa del genere.

Mi hai chiesto se ne è valsa la pena, ma tu credi veramente che mandare a puttane la nostra relazione, ferirti e perderti possa essere servito a qualcosa di buono?
Ho sofferto anche io, Phoebe. Tu potevi appellarti alla tua rabbia verso di me per riuscire ad andare avanti ma io potevo solo incolpare me stessa. Mi guardavo allo specchio e mi chiedevo chi fosse quella persona che ti aveva fatto del male, perché non era possibile che fossi proprio io!
Ho dovuto accettare che ci fosse qualcosa in me che non andava e che per colpa mia tu ne hai dovuto fare le spese.


Anche lei ci era passata, quand'era diventata una Licantropa: aveva dovuto accettare di essere sbagliata, di essere malata... e che la propria condizione l'avrebbe allontanata dalle persone a lei care, così come poi era effettivamente successo; poteva comprendere, dunque, la fatica che a Rebecca fosse costata quel processo di auto-accettazione di un lato di sé fino a quel momento inimmaginabile.

Ho trovato un compagno che amo, che mi rende davvero molto felice e mi fa sentire serena. Ma è chiaro che non possa darmi tutto, perché sì, è vero, tu mi manchi e contro questo istinto so di non poter combattere.
Non mi riferisco solo al sesso, perché per quello potrei trovarmi un'altra donna e sopperire al bisogno... Anche se non l'ho ancora mai fatto.


Difficile trovare una che regga il confronto... -mormorò la Ciclonis, ad un tono di voce abbastanza alto da permettere a Rebecca di coglierlo... perché sì, voleva che lei lo sentisse, che percepisse quell'ennesima provocazione.

Tu mi manchi prima di tutto come persona, perché il posto che hai sempre occupato nel mio cuore nessuno è riuscito a togliertelo. L'ho dovuto ridimensionare, ma c'è, sta lì. Non si dimentica dall'oggi al domani una persona che è stata per te tutto ciò che potevi desiderare: una sorella, un'amica e un'amante. E adesso mi sento in dovere di chiederti scusa anche per avertelo fatto pensare.

Su quello le dava ragione... perché anche per lei era stato impossibile dimenticare l'Auditore; l'aveva messa da parte, l'aveva chiusa in un angolo della propria coscienza, ma forse nemmeno con un Oblivio ben castato avrebbe potuto dimenticarsi di lei.

Mi dispiace Phoebe se per tanto tempo hai creduto il contrario. Non posso fare altro che darmi la colpa anche di questo...

No, non l'ho mai pensato.
Ho sempre voluto credere che, nonostante ciò che avessi fatto e che mai avrei potuto prevedere... una piccola parte di te mi fosse ancora conosciuta.
-replicò la Lupa, stringendosi nelle spalle- E quella parte di te non ti avrebbe mai, mai permesso di dimenticarmi.

Sei libera di non credere a nessuna parola di ciò che ho detto... E se ora vuoi andare via togliendomi per sempre il saluto, lo capirò.
Io continuerò a considerarti una delle poche cose più belle che mi siano mai capitate nella vita.


Non disse nulla, per diversi minuti: in effetti sembrò quasi, per qualche istante, che si fosse congelata sul posto, perché si limitò a fissarla dritta negli occhi, senza muovere un muscolo; una parte di sé sì, voleva andare via, mandarla a quel paese e non rivederla mai più, trovando molto più semplice ripensare a lei solo per i ricordi negativi, per il dolore che le aveva causato, così da non provare il desiderio di ricercarla. L'altra parte, quella che poi prese il sopravvento... spinse l'Auditore contro un albero dopo aver annullato la distanza tra loro per tentare, se ella l'avesse lasciata fare, di catturarle la bocca in un bacio caldo, intenso, affamato. Così, senza alcun preavviso, coi denti che andrebbero a morderle il labbro inferiore solo per farla gemere, per farle percepire fin nel profondo l'effetto che la Chamberlain è ancora capace di farle.

... ti voglio, Becks.
Ti voglio adesso.
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Messaggioda Rebecca » 07/07/2017, 22:17

Ho trovato un compagno che amo, che mi rende davvero molto felice e mi fa sentire serena. Ma è chiaro che non possa darmi tutto, perché sì, è vero, tu mi manchi e contro questo istinto so di non poter combattere.
Non mi riferisco solo al sesso, perché per quello potrei trovarmi un'altra donna e sopperire al bisogno... Anche se non l'ho ancora mai fatto.


Difficile trovare una che regga il confronto...

No... Difficile concedere ad una qualunque ciò che per tutta la vita è stata soltanto una tua prerogativa.

Sincera, schietta, ferma: Rebecca era molto cambiata dalla persona che la Chamberlain si era ritrovata di fronte appena poco tempo prima. Aveva mantenuto ancora la sua dolcezza, la voglia di ridere e giocare sempre, il suo inguaribile romanticismo -quando cantava canzoni d'amore italiane a squarciagola- ma al tempo stessa era cresciuta, si era fatta più forte e aveva compreso di dover essere più dura per impedirsi di sopperire sotto i sensi di colpa. La Terra riusciva ad impedirle di andare fuori di testa con Phoebe lì presente; la Terra sempre l'aiutava a fare quel discorso, convinta dell'onestà e della legittimità delle proprie parole; e la Terra, infine, era il sostegno a cui l'Auditore si era aggrappata per tutto quel tempo, per accettare completamente la sua natura.
Non voleva riprovare a tornare con la Chamberlain, non voleva dichiararle amore eterno, anche se -ammise sempre con sincerità- l'avrebbe amata davvero per sempre. Ciò che desiderava era farle capire che lei era stata una presenza importantissima nella propria vita e che privarsene di punto in bianco non aveva fatto altro che lasciare in lei un vuoto incolmabile da nessuno, nemmeno dal suo attuale compagno. Non poteva Maddox riempire quel posto perché esso era fatto solo ed esclusivamente affinché fosse la Ciclonis a poterci entrare, perfettamente e comodamente. E le sarebbe bastato anche soltanto un pezzo di lei, un momento di contatto fra di loro che fosse di pura conoscenza, amichevole o semplicemente di fratellanza. Ma Rebecca sapeva di non poter pretendere nulla e non lo fece, infatti. Si limitò ad esporre il proprio pensiero, sperando che l'altra le credesse senza alcun dubbio.

Mi dispiace Phoebe se per tanto tempo hai creduto il contrario. Non posso fare altro che darmi la colpa anche di questo...

No, non l'ho mai pensato.
Ho sempre voluto credere che, nonostante ciò che avessi fatto e che mai avrei potuto prevedere... una piccola parte di te mi fosse ancora conosciuta. E quella parte di te non ti avrebbe mai, mai permesso di dimenticarmi.


Non poteva saperlo, ma dentro di lei la sua anima prese a respirare aria fresca e pulita dopo quella frase. Anche le briciole la rendevano felice, certo, perché era il segno che fra di loro fosse ancora possibile recuperare qualcosa. Magari nel tempo, magari a lungo andare, ma si sapeva, l'Auditore non aveva mai avuto problemi ad aspettare. Forse erano soltanto suoi sogni, sue fantasie, ma ugualmente lei li fece, terminando il proprio discorso ribadendo ancora una volta una cosa per lei ovvia: che Phoebe fosse ancora uno dei suoi tesori più preziosi.

.............

La Chamberlain non disse nulla. Era ferma al suo posto con lo sguardo fisso su di lei, ma la sua bocca non emise un fiato, né Rebecca fece altrettanto. Come detto prima, lei era capace di attendere ed infatti si appellò nuovamente alla sua Terra, lasciando che essa la rendesse calma e paziente fino a quando Phoebe non avesse deciso di spiaccicare parola. Ma, in realtà, non parlò. Preferì agire, invece, cogliendo la Terran alla sprovvista e sbattendola contro il tronco di un albero, mentre la bocca della ragazza si impossessava della propria, con fame, passione e lussuria. Poteva sentire il suo Vento muoversi incontrollato e agitare il proprio, accrescendone la sua potenza fino ad eguagliare quella della Terra. Ma non fu quello il motivo per cui Rebecca la lasciò fare.
I suoi occhi si chiusero e fu l'Auditore stessa a ricambiare quel bacio, vogliosa quanto lei, desiderosa del suo corpo e di sentirlo ancora, di assaggiarlo ancora in tutti i modi possibili, tutti quelli che le erano mancati di più. Si lasciò andare, perché non capiva il motivo di quel gesto, ma al tempo stesso non poteva negare a sé stessa che le piaceva, tantissimo e da morire. Tuttavia la sua Terra era sempre lì, pronta a sostenerla e a non ricadere più nelle grinfie del Vento, secondo Raiden l'unico responsabile dell'atteggiamento assurdo che l'italo-svedese aveva avuto con la Ciclonis mesi e mesi prima.

... ti voglio, Becks.
Ti voglio adesso.


... Non posso.

L'elemento di lei agitava il suo secondario, ma ben presto anche quell'ascendete finì. Il primo elemento creò una barriera contro il quale fu impossibile lottare o combattere per raggiungere nuovamente lo scopo di farle perdere la testa. Essere cresciuta significava anche quello: saper rinunciare a qualcosa che si desidera tantissimo, perché consapevoli che avrebbe fatto soltanto del male.

Vorrei... Lo vorrei davvero tanto, ma... Non posso farlo... Phoebs.

Si permise di chiamarla in quel modo, sorridendo in maniera malinconia e dolcissima, mentre gli occhi si riempivano di piccole perle salate. Cercò gentilmente di allontanare il corpo della Chamberlain dal suo, provando a farle una carezza sul viso che poi, immancabilmente, scese lungo le sue braccia per raggiungere le mani. Le strinse, con forza, sospirando e provando dentro di sé tanta, tantissima tristezza.

Dimostrerei a me stessa che dai miei errori non ho imparato nulla... Che non sono degna nemmeno di chiederti scusa, perché ho ceduto di nuovo, tradendo una persona a cui tengo tantissimo...
Se lo facessi... Non avrei più il coraggio di guardarmi allo specchio.


Di nuovo. Non aggiunse che aveva passato molto tempo senza guardare la sua immagine riflessa o, nel guardarla, senza provare disgusto nei propri confronti. Aveva ferito il cuore di una persona che amava e nonostante adesso ci fosse il rischio che ella potesse pensare di non essere mai stata abbastanza, allontanandola da sé, sapeva che da qualche parte ad Andorra o in Inghilterra un uomo profondamente buono, dolce e amorevole ne sarebbe uscito distrutto se lei si fosse comportata in maniera avventata, come le suggeriva di fare il suo Vento. Per questo lo mise a tacere, continuando però a stringere le mani della ragazza, accarezzandole gentilmente le nocche con il pollice.

Per tanto tempo ho desiderato baciarti.
I primi mesi che ci siamo lasciate era diventata la mia ossessione, prenderti il viso, baciarti con foga e sussurrarti mille volte che ti amavo. Ma poi mi sono forzata ad andare avanti, esattamente come hai fatto tu... E adesso, l'unico bacio che riesco a concepire con te, è un bacio di addio.
E non perché tu non vali la pena, perché non sei abbastanza per me... Al contrario, so che sarai per sempre il mio punto debole. Ma per proteggere il cuore di una persona che non c'entra nulla in tutto ciò, devo essere capace di ridimensionare i miei desideri... Devo essere capace di mettere dei limiti fra di noi.


Sorrise ancora, poi le lasciò andare le mani -finalmente- facendo qualche passo indietro e appoggiando la schiena contro il tronco dell'albero.

Scusami, di nuovo...

Sembrava che la donna passasse tutta la sua vita a volersi scusare con la Ciclonis. Anche se per una volta sentiva di aver fatto la cosa più giusta per entrambe.
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Messaggioda Phoebe » 10/07/2017, 11:05

... ti voglio, Becks.
Ti voglio adesso.


... Non posso.

Aveva seguito l'istinto, attaccandola al tronco di un albero e baciandola, facendo sgusciare la lingua nella sua bocca per fare nuovamente proprio quel sapore familiare che per anni aveva considerato una proprietà esclusiva; la baciò perché sapeva -sapeva- che anche Rebecca in fondo lo volesse, che tra loro due non sarebbe mai potuta terminare, che essere solo amiche non sarebbe risultato possibile perché, sotto sotto, erano molto di più. Lo sapeva... ma quello che l'Auditore le disse dopo fu l'ennesimo colpo al cuore, per la Ciclonis.

Vorrei... Lo vorrei davvero tanto, ma... Non posso farlo... Phoebs.
Dimostrerei a me stessa che dai miei errori non ho imparato nulla... Che non sono degna nemmeno di chiederti scusa, perché ho ceduto di nuovo, tradendo una persona a cui tengo tantissimo...
Se lo facessi... Non avrei più il coraggio di guardarmi allo specchio.


...

La fissò, in silenzio, ma quando l'italiana tentò di prendere le sue mani per stringerle, la Chamberlain le fece scivolare via, perché ciò che le stava montando dentro non le avrebbe mai permesso di fasi tenere le mani dall'altra.

Per tanto tempo ho desiderato baciarti.
I primi mesi che ci siamo lasciate era diventata la mia ossessione, prenderti il viso, baciarti con foga e sussurrarti mille volte che ti amavo. Ma poi mi sono forzata ad andare avanti, esattamente come hai fatto tu... E adesso, l'unico bacio che riesco a concepire con te, è un bacio di addio.


...

E non perché tu non vali la pena, perché non sei abbastanza per me... Al contrario, so che sarai per sempre il mio punto debole. Ma per proteggere il cuore di una persona che non c'entra nulla in tutto ciò, devo essere capace di ridimensionare i miei desideri... Devo essere capace di mettere dei limiti fra di noi.

... certo... -sussurrò la Ciclonis, mentre il proprio Elemento sferzava come forse mai, mai nella sua vita: e l'Auditore avrebbe potuto percepirlo chiaramente, coglierne la forza e forse sorprendersi persino di essa- Per LUI vale la pena fermarsi.
Invece per ME non hai sentito il bisogno di fermarti, vero Rebecca?


La guardò, facendo un paio di passi indietro, e non poté impedire al disprezzo di palesarsi nella sua espressione: non era tanto il fatto che non avesse ceduto a ferirla, a farla stare male, ma la motivazione dietro quel rifiuto. Poteva fermarsi per Maddox -con tutto che era Phoebe e non una qualsiasi a provocarla- ma non si era potuta fermare per l'unica donna che avesse mai amato, rispettandola e piuttosto lasciandola direttamente prima di scopare con un estraneo qualsiasi.

Lieta di constatare che quest'uomo, A DIFFERENZA MIA, possa godere del tuo più profondo rispetto.
Sono certa che ne sarà felice.


Sorrise amaramente, ricacciando indietro le lacrime perché no, avrebbe preferito morire che piangere ancora per lei, per una donna che evidentemente non si rendeva nemmeno conto di quanto appena detto -e delle implicazioni di esso- una donna che...

Evidentemente mi sbagliavo, io non ti conosco più...
E non mi interessa conoscerti.


Non avevano altro da dirsi, non solo in quel momento, ma in generale; da quel momento, per Phoebe, Rebecca non esisteva più, preferiva pensare che fosse morta anni prima, quando si erano allontanate perché la Chamberlain aveva sentito il bisogno di partire alla ricerca di nuovi stimoli, seguendo il proprio Elemento.

Addio, Consorella.

Quella che aveva di fronte la Ciclonis, ora, era una Terran qualsiasi, una Consorella con cui non avesse nulla a che spartire... e le andava bene così.

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Messaggioda Rebecca » 10/07/2017, 21:15

Ma per proteggere il cuore di una persona che non c'entra nulla in tutto ciò, devo essere capace di ridimensionare i miei desideri... Devo essere capace di mettere dei limiti fra di noi.

... certo...
Per LUI vale la pena fermarsi.
Invece per ME non hai sentito il bisogno di fermarti, vero Rebecca?


Rimase assurdamente sorpresa dall'odio bruciante che sentiva provenire dalla Chamberlain. Le sue parole ne erano intrise, il suo Vento era una furia incontrollata, che lei percepiva ma non sapeva come fermare. Si era aperta a Phoebe, sperando che la sua sincerità e soprattutto la dimostrazione di aver imparato la lezione potesse renderla migliore agli occhi della Ciclonis, nonché degna almeno di porgergli le sue scuse. Perché a che cosa sarebbe servito domandargli scusa, se poi fosse ricascata nello stesso identico errore? Solo a renderla una bugiarda, nonché a ferire l'ennesima persona che non meritava certo di pagare per i suoi sbagli. Questo concetto pareva essere limpido e cristallino per l'Auditore... Ma non era dello stesso avviso la Chamberlain.

Cosa? Phoebe, no, aspetta... Stai travisando tutto...

Lieta di constatare che quest'uomo, A DIFFERENZA MIA, possa godere del tuo più profondo rispetto.
Sono certa che ne sarà felice.


Ma... Hai ascoltato ciò che ti ho detto?
Ti prego, parliamone!
Sei fuori di te, non riesci ad essere obiettiva...


Cercò persino di avvicinarsi per toccarla e, tramite quel contatto, tentare di sedare un po' il Vento dell'altra, ma non soltanto la forza della Ciclonis era di molto superiore alla sua, inoltre la ragazza continuò ad allontanarsi da lei, come se fosse disgustata al solo pensiero di essere toccata. Come era possibile che quel rifiuto avesse scatenato una furia ed una rabbia tanto cieca da renderla sorda a tutto? Persino i tentativi dell'italo-svedese non servirono a nulla, se non ad esacerbare ancora di più il risentimento dell'altra.

Evidentemente mi sbagliavo, io non ti conosco più...
E non mi interessa conoscerti.


Una sferzata più forte. Un colpo violento, che raggiunse direttamente il suo spirito, lasciando un segno nella roccia. Rebecca la fissava, con occhi sbarrati. Era incredula, incredula dalle parole dell'altra, dall'atteggiamento dell'altra, anche se in realtà avrebbe dovuto aspettarselo perché lei invece, Phoebe Chamberlain, la conosceva molto bene. E sapeva che quando l'Elemento prendeva il sopravvento in lei, era impossibile riuscire a farla ragionare.

Addio, Consorella.

La vide allontanarsi e anche in quel momento non riuscì a fare nulla per fermarla. Sembrava una statua di cera, ferma sul posto, che fissava la schiena della Chamberlain mentre se ne andava via, lontana da lei. E questa volta, per sempre.

No... No... No... NOOOOOOOOOOOOO!

L'urlo le uscì straziato dalla gola, come se qualcuno l'avesse appena pugnalata al cuore, mentre il Vento -finalmente- si liberava dal giogo della Terra, spingendola a seguire il suo istinto più primordiale e selvaggio. E quell'istinto la portò a correre come una disperata in direzione di Phoebe, cercando di raggiungerla, di bloccarla, di fermarla in qualunque modo, perché lei doveva ascoltarla, Phoebe doveva sentire le sue ragioni. Se non l'avesse fatto, se non l'avesse inseguita, la Metalupa avrebbe avuto la conferma che ancora una volta Rebecca non era stata disposta a lottare per lei... E quel pensiero fu insopportabile, talmente doloroso che all'Auditore non importò minimamente di poter ferire l'altra. Le sue mani si allungarono e tentarono di stringere con forza un polso della Chamberlain, ma inutilmente. Perché fra le due, era sempre stata lei la più forte. Anche fisicamente.

PHOEBE!
TI PREGO! NON ANDARTENE!
ASCOLTAMI!
DEVI ASCOLTARMI CAZZO!
STAI LASCIANDO CHE LA RABBIA ANNEBBI IL TUO CERVELLO!
STAI LASCIANDO CHE IL TUO EGOISMO ABBIA LA MEGLIO SU... SU DI NOI!
NON FARLO TI PREGO! NON FARLO!
Non farlo... Non farlo... Non farlo...


Era inutile urlare... Lei se ne era andata. E senza ascoltare una sola parola. Senza fermarsi a guardarla, mentre si piegava in due, piangendo, supplicandola di non commettere lo stesso errore che aveva fatto lei. Che l'aveva portata a distruggerla, a distruggere la loro relazione solo perché troppo arrabbiata con la Chamberlain per ragionare lucidamente. Lei non doveva fare lo stesso errore, lei era migliore di così. Migliore di lei. Migliore di qualunque altra donna sulla faccia del pianeta.
... Ma lo aveva appena fatto. E quando Rebecca rialzò lo sguardo, sentì che solo la Foresta restava a guardare le sue lacrime, che solo la Terra partecipava al suo dolore. Poteva sentire la comunione con l'Elemento che la circondava, i rami che, mossi dal Vento, sembravano protendere verso di lei per riuscire a darle una carezza di conforto. Nulla però avrebbe potuto confortarla in quel momento. Soltanto lei.
Ma Phoebe ormai era uscita per sempre dalla sua vita.

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Messaggioda PnG Staff » 15/06/2018, 1:46

24/02/2114
Colline Celadon
Gilda Terran
Ore 00:16


Immagine

Non era comune incontrare persone lungo la passeggiata delle colline in quelle specifiche ore della notte.
La Gilda spesso e volentieri si presentava silenziosa e maestosa allo stesso tempo, ma mai inquietante.
Ogni suo anfratto, in comunione con i Confratelli difensori del Conflux, era una vera e propria meraviglia per i sensi.
Ma non era nemmeno tanto assurdo pensare che qualche volta, nel bel mezzo del buio notturno, qualcuno potesse voler ricercare pace e benessere interiore.
Rebecca Auditore quella notte era fra queste Consorelle, figlie della Terra e del Vento, intenta a camminare per quella distesa che di giorno aveva un colore magnificamente acceso.
Si era svolto un concilio, quel pomeriggio, concilio al quale avevano partecipato solo ed esclusivamente i più alti esponenti della Gilda.
L'esperta di Antiche Rune, non facente parte di quel giro, non era quindi ancora al corrente di cosa si fosse parlato e soprattutto perché.
La Sempreverde in quel periodo era abbastanza assente, si vociferava infatti a proposito di una gravidanza, ma senza ancora nessuna conferma certa.
L'Uragano poi, suo diretto Vice a tutti gli effetti ormai, risultava anch'egli un po' sfuggente, seppur sempre disponibile e cordiale con tutti, apparentemente come sempre.
Tutto sembrava normale e uguale, ma delle sostanziali differenze ci stavano e ben presto anche la prosperosa docente di Hogwarts le avrebbe scoperte.

È un ottimo momento per lasciare andare i pensieri, non trovi anche tu?

Quella voce, perfettamente riconoscibile, raggiunse Rebecca alle sue spalle, spingendola di conseguenza a voltarsi.
Se di per sé era strano vedere persone qualsiasi aggirarsi lì attorno di notte, ancor più raro era vedere addirittura una persona come Raiden Lambert.
L'uomo infatti, per via del suo lavoro oltre oceano, non poteva di sicuro concedersi chissà quante ore all'interno della Gilda Terran.
Eppure, quella sera così tarda, all'inizio del ventisei di Febbraio, lui era lì ed aveva appena incontrato una sua nipote acquisita, verso la quale si avvicinò a passo calmo.
Era innegabile la sua aura da uomo sia saggio che potente, tra i maggiori conoscitori delle vicende e delle leggende.
Inoltre, quella sua capigliatura lunga e bianca era divenuta quasi una specie di vessillo legato alla sua figura, rendendolo quasi una sorta di apparizione mistica.

Sapevo che ti avrei incontrata prima o poi e intuivo anche che sarebbe accaduto di notte...

Immagine

Rebecca, in quanto donna intenta spesso a riflettere e a lasciare andare fino ad un certo punto il proprio Vento, non era rimasta immune ai tumulti della Gilda.
Se i concili avvenivano era per una buona ragione ed una femmina attenta come lei sapeva cogliere facilmente le variazioni potenzialmente preoccupanti.
Raiden aveva sempre apprezzato di lei quel lato sia genuino che accorto, quella comunione di Terra e Vento non facilmente reperibile in ogni Confratello anche di alto grado.
La abbracciò per alcuni secondi, facendole presente che stesse bene e piuttosto in forma, così da tranquillizzarla sulla propria situazione di salute.
Era a conoscenza dell'allontanamento della Auditore dalla nipote diretta Phoebe, ma non poneva alcuna domanda, il silenzio era tra le sue migliori armi.
Inoltre poi, non era lì di certo per parlare di questioni sia private che intime.

Volevo fare anche io una passeggiata.
A dire il vero presto o tardi ti avrei chiesto io stesso di incontrarci ma meglio così.
Evidentemente l'Equilibrio sa svolgere bene il suo dovere, ahahah...


Non troppo lontano da loro c'erano due vecchi tronchi spezzati antichi di circa cinque o sei decenni.
L'allora Sempreverde li aveva mutati e trasfigurati naturalmente affinché il legno assumesse la forma di una sedia un po' deforme.
Insomma, un ottimo punto per fermarsi, sedersi e riposare, mentre il Vento carezzava la pelle e la Terra sotto i piedi rinvigoriva gli animi.
Raiden aveva la sua certa età e probabilmente aveva camminato da un po', ecco perché volle subito trovare relax, invitando Rebecca a sedersi con lui.
Erano completamente soli, nessuno a disturbare la loro eventuale conversazione.
Anzi, più che una eventualità, essa si trattava proprio di una sicurezza.

Oggi al concilio si è discusso dell'allontanamento di alcuni membri e l'introduzione di sostituti validi.

Ecco il perché di quel tacere globale.
Quando si prendevano scelte simili si evitava di parlarne, così da non indurre i possibili nuovi membri del Concilio delle Foreste a farsi notare.
D'altronde anche la Gilda era formata da persone umane con debolezze umane.
Avere un ruolo del genere rappresentava sia prestigio, che importanza, che adesione ad una fetta della Gilda molto più esclusiva.
Raiden ne parlava con la Auditore prevalentemente perché sapeva di poter contare sulla sua discrezione.
Ma non era soltanto quello il motivo, in realtà.

La Foresta Kurz ha deciso di lasciare il proprio posto.
Sente una fortissima stanchezza e pur avendo ancora solo 86 anni, vorrebbe godersi un po' di più la vita con i propri nipoti.
Nessuno di loro è stato baciato dal Conflux, ergo ricoprire un ruolo simile, imponendogli almeno dieci ore settimanali complessive qui, gli sta diventando pesante.
Una perdita non indifferente ma la Foresta ha promesso che farà di tutto per trascorrere almeno quattro ore a settimana e di questo gliene siamo tutti grati.
Tuttavia il posto è divenuto vacante quasi di sorpresa.
Pensavamo che la Foresta Kurz avesse richiesto il concilio per un qualsiasi altro motivo, non certo per presentare le dimissioni!


Certe notizie si ponderavano a lungo, spesso anche per settimane se non addirittura mesi.
Kurz non aveva fatto trapelare nulla, ma forse alla fine aveva preso una decisione dettata dal cuore e dall'affetto verso i nipoti.
Magari la famiglia gli aveva fatto presente di quanto loro sentissero la sua mancanza e in quel modo non erano serviti chissà quanti giorni di riflessione per scegliere di andare via.
Ad ogni modo Rebecca avrebbe potuto incontrarlo, salutarlo e chiedergli maggiori informazioni in futuro perché di certo non sarebbe scomparso, promessa sua.
Tuttavia, qualora la donna avesse pensato che Lord Lambert volesse annunciarle solo quella spiacevole notizia, beh si sbagliava di grosso.
Quella era solo la preparazione alla vera notizia bomba.

... Abbiamo iniziato ad esprimere le nostre preferenze, votando i possibili sostituti.
Io ho preferito astenermi, sai come la penso su certe cose, voglio ascoltare il giudizio comune prima di dare una mia idea specifica.
Sono stati nominati molti Confratelli e Consorelle ipoteticamente perfetti, che già aspiravano al posto da almeno cinque o sei anni.
Tutta gente sulla carta assolutamente preparata a prendere un ruolo simile e rendergli giustizia per non far rimpiangere la Foresta Kurz.
... Poi però, tra le varie votazioni, all'ultimo l'Uragano Typhon ha dato la sua opzione, che ci ha lasciati un po' perplessi.
Ha nominato la Foresta Auditore... Tu hai idea di chi sia questa persona per caso?


La serietà venne accompagnata da una morbida nota di ironia, mentre Raiden si occupava di osservare attentamente Rebecca negli occhi.

La Foresta Kurz si è mostrata sia colpita che convinta dalla tua nomina da parte del Consigliere Seal.

Un'altra frase che la diceva lunga sulle possibili implicazioni future della donna con quella faccenda.
Per regolamento, studiato fin dai primi tempi nella Gilda, i voti dei membri del Concilio valgono uno, quello dei Consiglieri valgono due, quello del/la Sempreverde invece quattro.
Infine, qualora il membro del Concilio in corso di sostituzione dovesse trovare adeguata una specifica nomina, la sua preferenza vale ben tre voti.
Insomma, per farla breve, nel caso in cui la Sempreverde fosse stata d'accordo col giudizio del suo Consigliere, Rebecca avrebbe ottenuto già di base ben nove voti a favore.
Ed essendo il Concilio delle Foreste composto da dieci membri più altri sei di riserva, le sarebbe bastato solo un altro voto in favore (Raiden) per ottenere la nomina.
La votazione finale però si sarebbe svolta il 6 di Marzo, quindi ci voleva ancora un pochino prima di avere dati certi ed effettivi.

... Mi piacerebbe sapere: tu, nel caso, saresti pronta a sedere il tavolo ovale?
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