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Messaggioda Indigo » 04/12/2013, 19:47

Un suono lo emette, ma soltanto noi possiamo distinguerlo, solo noi ne siamo in grado, a differenza di chiunque.
Abbiamo il privilegio di conoscere il vero nome che la Madre Terra dona ai suoi figli, non quello convenzionale usato da tutti.
Un onore che ci rende superiori, che ci rende così diversi da essere più vicini noi a ciò che esiste, che il resto degli uomini.


Evviva la modestia...

Commentò Indigo, ma il sorriso divertito che le aleggiava sulle labbra lasciava intendere che era del tutto ironica: anche lei si sentiva superiore, anche lei si considerava migliore di maghi e babbani, e ovviamente dei componenti delle Gilde che mischiavano Trama e Mana come fosse normale, senza rendersi conto di stare profanando il secondo - e nemmeno troppo bene, visto che potevano contare al massimo su due Elementi.
Era bello parlare con qualcuno che la capisse, che pensasse le cose nello stesso modo suo... certo, anche Dominique la considerava superiore, ma Indigo era abbastanza certa che il giudizio della strega fosse quasi totalmente influenzato dai suoi sentimenti per lei; colui che aveva accanto invece la capiva totalmente, era come lei e provava i suoi stessi sentimenti di vendetta, anche se verso persone diverse.
Erano entrambi dei bastardi, ma come comprese poco dopo, a lui non piaceva definirsi in quel modo, no, aveva anzi un'idea ben precisa su chi e cosa fosse... perfetto.

Convenzioni, regole morali che rendono tutto più difficile da gestire, da accettare, da vivere.
Se le regole sono fatte per essere infrante è perché la mente umana si pone dei freni fastidiosi che eclissano il piacere e la libertà.
E' solo un mio parere, ma ogni concetto è diverso in base a chi lo vive e lo osserva, tanto quanto la perfezione stessa.


Era da tanto che non si lasciava andare a discorsi di quel tipo con qualcuno... d'altronde, con chi mai avrebbe potuto farli? Né Marshall né Dominique erano all'altezza di comprendere il profondo senso delle parole che potevano uscire dalla bocca di un Druido, proprio perché, come esseri superiori, avevano una visione della vita, di Gaia, e delle persone che si distanziava completamente da quella degli altri.

Molte persone giudicherebbero un arcobaleno più affascinante di una tarantola, ma per esempio io amo quelle zampette pelose, quei mille occhi rossi come il sangue della passione e quella innata bravura nel creare delle bellissime trappole.
Noi siamo in grado di guardare oltre, di stupire perché noi siamo stupore... Per esempio, qual è una cosa che ti piace fare che molti esseri umani troverebbe assurda o inconcepibile? Escludendo l'omicidio, naturalmente.


Si mordicchiò il labbro inferiore, riflettendo su quella domanda: c'erano diverse opzioni di risposta, da quelle più blande e quasi prevedibili, per un Druido, a quelle più sporche ed inimmaginabili anche per uno come lui... alla fine, la bulgara scelse la seconda opzione, ma preferì non pronunciarla ad alta voce, avvicinandosi al contrario al suo orecchio destro per sfiorarglielo con le labbra e pronunciare in un sussurro basso, dolce e malizioso la risposta alla domanda che lui aveva posto.
Appena finito di sussurrargliela all'orecchio, si fece di un paio di passi indietro, studiando la sua espressione: era curiosa di sapere se ne fosse rimasto sconvolto, colpito, disgustato - improbabile - o semplicemente eccitato, ma era abbastanza sicura che, in ogni caso, sarebbe stato qualcosa di totalmente inaspettato per lui.
D'altronde, per chi l'avesse visto e non fosse stato come loro, anche il comportamento del ragazzo sarebbe apparso come inaspettato ed assurdo: baciare un pesciolino, ma quando mai? Eppure lei lo capiva, lo comprendeva, ed in un certo senso lo imitava anche se, a differenza dell'altro, lei accarezzava il corpo dei pesciolini con la punta dell'indice della mano destra, quasi a voler fare loro il solletico: un dualismo forte, in entrambi, ma era anche quello a renderli così speciali.
Con la coda dell'occhio, Indigo notò che il suo amato pitone bianco li stava seguendo, studiando il Rinnegato accanto alla padrona con occhio vigile: la bulgara sapeva che se avesse avuto il solo sentore che lei fosse in pericolo, non avrebbe esitato un secondo ad attaccare l'altro per porre fine alla sua vita, poiché Indigo era la sua famiglia e nessuno poteva azzardarsi a farle del male; volse di più il capo, catturò la sua sinuosa e bianca figura che strisciava, e gli sorriso con dolcezza ed amore, ricevendo in cambio un sibilo affettuoso.
Caraid comunque poteva stare tranquillo, perché al momento tutto ciò provava la Druida era piacere, specie quando scivolò in Acqua avvinghiandosi a lui e prese a baciarlo con passione bollente, facendo danzare la lingua con la sua e strusciando il proprio corpo contro quello dell'altro, smuovendo l'Acqua del torrente in piccole onde che s'infrangevano contro i loro corpi: fu in quell'idillio fresco e bollente insieme, che il Rinnegato pose sul piatto di conversazione una proposta molto allettante per Indigo, che si dimostrò subito ben felice di accettarla a condizione che anche il proprio desiderio di vendetta fosse soddisfatto.

Gli unici vincoli che potrei mettere a tutto ciò... E' che ogni vittima verrà fatta reincarnare in una vita migliore.

Renderli degli animali?
Dovranno ringraziare di essere uccisi, allora, diventeranno esseri migliori di adesso...
- commentò la Druida, annuendo: era nel loro potere tramutare le persone in animali, una volta uccisi, e perché non donare loro la possibilità di essere nuovamente dei figli di Gaia ma sotto un altro aspetto? Era quasi compassionevole, da parte loro.

Inoltre, ogni due gildati morti uno lo si risparmia, perché possa raccontare e far tremare tutti gli altri menzionando il nostro potere...

Diventare il terrore delle Gilde, i portatori di verità e sangue... - si leccò lentamente il labbro superiore a quel pensiero, un sorriso sadico e luminoso che partiva dalle labbra per raggiungere gli occhi e farli brillare - È perfetto. - concluse, suggellando quell'accordo con un piccolo morso al labbro inferiore di lui: sarebbero stati perfetti e pericolosi insieme, ed Indigo avrebbe finalmente avuto qualcuno con cui condividere i propri propositi di vendetta... che poi fosse pronto a soddisfarla anche in altri sensi, quello sarebbe stato una piacevole aggiunta.

Per poter essere una squadra, però, sarebbe stato carino sapere almeno il nome dell'altro, per quanto chiamarlo "bel tenebroso" non gli dispiacesse affatto, e lo fece presente subito dopo: la risposta che ottenne fu il motivo per cui un altro sorriso, questa volta malizioso ed eccitato, le incurvò le labbra, facendola fremere dal desiderio per quello che sarebbe successo dopo.

Perché?
Hai proprio così tanta necessità di sapere il mio nome nell'immediato per esprimere qualche gemito di piacere...?


Socchiuse gli occhi, lasciandosi abbandonare al piacere, mentre lui prendeva a baciarla: ogni millimetro di pelle sfiorata dalle sue labbra diventava bollente, come se stesse tracciando una scia di Fuoco sul corpo della Druida; inarcò la testa all'indietro e schiuse le labbra per gemere soffusamente, i capelli che seguendo il movimento della testa ricadevano sulle sue spalle; sorrise tra sé quando capì dove l'altro sarebbe arrivato, ed istintivamente aprì maggiormente le gambe per dare al Rinnegato il cibo che tanto anelava assaggiare.

-Dieci minuti dopo-


Raggiunse velocemente l'apice del piacere, tendendo e contraendo il corpo, riversando nell'Acqua il frutto di tutto quel godere e rilassando poi i muscoli, la testa che tornava dritta e gli occhi che si riaprivano, posandoli sull'altro appena uscito dalla superficie trasparente.

... Quetzal.

Almeno adesso so chi ringraziare per il servizietto meraviglioso... - commentò Indigo, passandosi una mano tra i capelli umidi mentre l'altra gli accarezzava la spalla sinistra; le gambe, dal canto loro, si allacciarono nuovamente intorno al suo bacino, ammesso ovviamente che a lui la cosa non desse fastidio - E mi piace molto. Cos'è, azteco? Anche se penso che continuerò a chiamarti spesso "bel tenebroso" ... ti si addice un sacco come soprannome - aggiunse, avvicinandosi alla sua bocca per sfiorarla con baci delicati, che aumentassero il desiderio, si sperava, provato per lei - E sei anche un fenomeno con la lingua... - sussurrò infine, leccandogli le labbra mentre le iridi color cioccolato rimanevano fisse in quelle di lui.

Spoiler:
Quetzal
Il sussurro di risposta alla sua domanda è stato mandato all'interessato via mp.
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Messaggioda Quetzal » 16/12/2013, 22:42

La sua espressione non appena Indigo gli confessò quel suo segreto misterioso e inimmaginabile?
Inizialmente impassibile.
Silenzioso rifletté molto bene su quanto da lei detto, analizzando pro e contro, non trovando però molti punti a favore della seconda categoria.
Curiosa come "passione", di certo, ma non così assurda da essere reputata terribile per una mente distorta e malvagia come quella del Druido.
Sbatté le palpebre, poi fece un mezzo sbuffo seguito da un sorrisetto malizioso e divertito: decisamente quella conversazione stava riservando fin troppe sorprese, positive, interessanti ed anche fantasiose.
Quella ragazza aveva caratteristiche uniche per essere una figlia di "Gaia", questo perché apparteneva ad un mondo tanto diverso da quello naturale ormai da moltissimi anni, per questo aveva raccolto ciò che di buono si trovava in una civiltà differente accorpandolo a sé stessa, traendone benefici che incuriosivano la mente e l'attenzione di Quetzal.
Due entità provenienti da luoghi ed anche spiriti completamente opposti.
Egli era diventato più selvaggio dopo l'esperimento di impianto della Gemma e lei civilizzata quanto bastava per confondersi efficacemente col resto delle persone circostanti, dei pensieri circostanti, insomma il reietto e l'integrata.
Un reietto che, tra le acque limpide del fiume, vicino al grande torrente, decise di approfittarsi dell'integrata e del ben di Gaia che aveva tra le gambe per togliersi uno sfizio che gli era sorto nella mente già da diversi minuti, riuscendo perfettamente nell'impresa di renderle un gran piacere e delle grandi emozioni, sopratutto perché liberare scariche elettriche intorno a quella zona, amplificate dall'acqua... Beh, si commentava da sé.

Almeno adesso so chi ringraziare per il servizietto meraviglioso...

Credimi, ho un vasto repertorio di servizietti per i quali ringraziarmi, nel caso...

E mi piace molto. Cos'è, azteco?
Anche se penso che continuerò a chiamarti spesso "bel tenebroso" ... ti si addice un sacco come soprannome!


In parte azteco, esatto, inoltre deriva dal mio animale totem d'aria.
Mi ci trasformai la prima volta a cinque anni, fino ad allora non avevo ancora un nome... O meglio, i miei genitori non riuscirono a vivere abbastanza a lungo da comunicarlo ai pochi sopravvissuti del villaggio dopo lo scontro con le Gilde.
... Chiamami come preferisci, ma ricordo che sfruttare questo soprannome con chiunque altro è d'obbligo.
Solo tu devi sapere il mio nome, sono stato chiaro?


Il volto assunse immediatamente un comparto di serietà e cattiveria assoluta, per via dell'importanza di quella richiesta/ordine espressa in quell'istante. Quetzal all'effettiva era un fuggitivo, desiderava rimanere nell'ombra e nell'oscurità per ancora molto, moltissimo tempo.
Aveva scelto di fidarsi di lei, indubbiamente, ma ciò non significava che Indigo potesse comunicare la sua esistenza o per lo meno il suo nome ad altri individui, altrimenti avrebbe dovuto uccidere sia loro che lei. Non era ancora abbastanza affezionato alla consorella per non reputarla meritevole dell'ultima sorte in una casistica simile.
D'altronde però, qualcosa gli faceva sospettare che lei avrebbe inteso subito l'importanza di quella premessa e dunque avrebbe saputo adeguarsi senza problemi o polemiche a quel desiderio fondamentale e vitale.
Sperando in una risposta positiva, l'espressione di Quetzal divenne più distesa, tornando a dedicarsi alle effusioni più disparate, dai baci sul collo, ai morsi, all'annusare la pelle della ragazza al soffiarle vicino le orecchie per provocarle dei brividi deliziosamente erotici.

E sei anche un fenomeno con la lingua...

Chissà tu invece come te la caveresti...

Tuttavia non c'era bisogno che glielo dimostrasse adesso, anche perché l'ora del pasto si avvicinava e l'appetito, almeno da parte sua, iniziava a farsi sentire prepotente, lui che viveva di verdure e quindi assorbendo velocemente le fibre si trovava quasi subito a stomaco vuoto in poche ore.
Con l'ipotetico consenso della consorella Giovane quindi, uscirono dall'acqua, lasciando che il vento si occupasse di farli tornare asciutti, e Quetzal si avvicinò volontariamente al pitone bianco che silenzioso e calmo attendeva la sua padrone, guardingo e protettivo.
Inginocchiatosi per fissarlo adeguatamente negli occhi, il ragazzo provò ad avvicinare solo la mano, parlando con esso in druidico così da stabilirci un contatto più stretto e veloce, complice anche il fatto che la padrona era abbastanza vicina e "fuori pericolo" da non costituire una motivazione per mordere volontariamente il selvaggio.
Se quindi il Druido avesse ottenuto il permesso dall'animale per osare maggiormente, allora l'avrebbe carezzato con gentilezza, trasformando il suo sguardo malvagio e perverso in uno dolce, affascinato, quasi buono, perché era così che i figli di Gaia osservavano animali e piante, rapiti dalla loro incredibile bellezza, varietà e carisma.

Sarà meglio che torniamo verso la mia abitazione, o meglio, io ci sto tornando... Tu fa' come preferisci.

Non voleva imporle la volontà di stare con lui ulteriormente, tanto ormai sapeva dove abitava e sarebbe potuta tornare anche successivamente.
Ancora troppo abituato a stare solo, pur avendo incontrato una possibile "socia" gli veniva spontaneo comportarsi come fosse l'unico presente.
Iniziò a camminare verso lo ziggurat, sentendo immediatamente il passo di Indigo accelerare così che in pochi secondi già lo stava affiancando saltellando come una bambina contenta: comportamento strano, inconcepibile, esattamente ciò che lui cercava in una compagna.
Raggiunsero la grande scalinata e nudi come un Adamo e un'Eva già immersi nel turbine del peccato, salirono, con la mano di Quetzal che tentò di toccare i glutei della ragazza, cercando di capire se in lei vi fosse stato segno di fastidio.
Era più forte di lui, in fondo le rotondità della Giovane non potevano essere reputate se non indiscusse in quanto a bellezza e sensualità.
Quando camminava ancheggiava appena in automatico e il suo corpo dalla carnagione scura, così in contrasto con la propria, attirava Fayden molto più di qualunque altra femmina incontrata in passato.
Oltrepassata la porta inesistente che comunque mai avrebbe creato, recuperò i vestiti, sistemandoseli addosso con tranquillità, preoccupandosi solo di indicarle dove poter prendere qualcosa da mangiare sia per loro che per il suo famiglio.

Quei tre mobili intagliati con gli sportelli contengono diverse tipologie di verdure.
Non ho carne né pesce, come sai non li toccherò per moltissimo tempo.
Serviti pure, io credo che opterò per pomodori, carote e poi frutta.


Una volta finito di rivestirsi completamente si avvicinò ancora a lei, spingendola verso il muro, bloccandola con le braccia serrate ai lati del collo, per poi annullare la distanza tra i corpi e riprendere a baciarla sulle labbra con una passione ed una voglia che rasentavano il confine tra l'umano e la bestia. Assetato della sua saliva, bramoso dell'odore del suo corpo, forse troppo a digiuno da implicazioni e comportamenti analoghi, la esplorava facendo vagare le mani un po' ovunque, dalle braccia all'addome, al collo, fino a raggiungere i capelli e le cosce.
Sbattendo lentamente le palpebre si focalizzò sugli occhi cacao della consorella, leccandosi le labbra come se fosse un ghepardo che stava osservando una gazzella indisponente ed evasiva, da catturare per farne tutt'altro che un pasto...

Insomma... Bella passione che hai... E quand'è che l'avresti scoperta?
... Lo sai che sei proprio bella?
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Messaggioda Indigo » 17/12/2013, 16:54

La divertì molto studiare la sua espressione dopo quella piccola, e mica tanto, confessione perversa, soprattutto perché all'inizio Quetzal si dimostrò quasi indifferente alla cosa, impassibile: quando però il suo volto presentò un lieve sorriso malizioso, le labbra di Indigo s'incurvarono di riflesso, gli occhi color cioccolato presero a brillare e i denti perfettamente bianchi morsero il labbro inferiore in una sorta di sorriso colpevole, malizioso ed innocente al tempo stesso.
Totalmente maliziosi, soffusi e caldi furono invece i gemiti che uscirono dalla bocca della bulgara poco dopo, quando il Rinnegato decise di regalarle un'abbondante dose di piacere grazie ad un servizietto di lingua da manuale: quando l'apice del piacere la travolse, Indigo riversò tutto il Fuoco che possedeva in mezzo alle cosce, così da far sentire anche a lui quanto bollente sapesse essere se stuzzicata a dovere; e non mancò di ringraziarlo, naturalmente, quand'egli ricomparve oltre il pelo dell'Acqua, andandogli ad accarezzare nuovamente le spalle larghe e forti con le mani.

Credimi, ho un vasto repertorio di servizietti per i quali ringraziarmi, nel caso...

Oh, ne sono sicura, e ho più che intenzione di provarli tutti.
Sai, adoro ringraziare qualcuno quando mi rende appagata...


Ed in effetti anche Dominique poteva confermare la cosa, visto che spesso l'aveva "ringraziata" nel modo che più le piaceva per questo o quel favore, provando anche un grande piacere nel rendersi conto di quanto potere avesse sulla bella e pericolosa francese; intanto, comunque, il nome del bel tenebroso venne rivelato, un nome che secondo Indigo, supposizione esatta, doveva avere origini azteche.

In parte azteco, esatto, inoltre deriva dal mio animale totem d'aria.
Mi ci trasformai la prima volta a cinque anni, fino ad allora non avevo ancora un nome... O meglio, i miei genitori non riuscirono a vivere abbastanza a lungo da comunicarlo ai pochi sopravvissuti del villaggio dopo lo scontro con le Gilde.


Ci ha pensato Gaia a dartene uno che fosse adatto a te, allora.

Commentò la Druida, appena più dolce nella voce visto che della Natura si stava parlando, del Mana che scorreva nelle vene di entrambi ed era ciò che li rendeva così unici, così assolutamente speciali e superiori a gran parte del resto del mondo.

... Chiamami come preferisci, ma ricordo che sfruttare questo soprannome con chiunque altro è d'obbligo.
Solo tu devi sapere il mio nome, sono stato chiaro?


Cristallino - rispose lei, strizzandogli l'occhio - Non ho intenzione di mettere a rischio il nostro... come definirlo, "rapporto a vantaggio reciproco" ? Solo per andare a dire in giro chi tu sia, poi... non ne vale la pena.
Ti puoi fidare di me.
- aggiunse, più seria nel tono mentre affondava le iridi dall'intenso color cacao in quelle più chiare di lui: non stava nemmeno sorridendo, ora, perché voleva che fosse ben chiaro come, da parte sua, ci fosse la volontà di far funzionare quell'alleanza che avrebbe divertito entrambi... in molti sensi.

Socchiuse gli occhi quando Quetzal prese a baciarle il collo, morderlo, soffiarle vicino alle orecchie, gemendo soffusamente per quelle attenzioni che, nemmeno a dirlo, la esaltavano: come una bambina viziata e capricciosa adorava essere al centro dell'attenzione, farsi riempire di coccole dolci e spinte, non aveva importanza; e dal canto suo, lei rispondeva accarezzandogli i capelli, sfiorandogli le guance col naso, in gesti e modi di fare che stonavano molto coi comportamenti precedenti, coi baci bollenti ed umidi che si erano scambiati, e coi discorsi che avevano fatto. Ma era quello il bello, almeno per Indigo, che non aveva nessuna remora a mostrare entrambe le parti di sé, né, come fece poco dopo, ad ammettere la bravura dell'altro.

Chissà tu invece come te la caveresti...

Se farai il bravo, potresti scoprirlo presto.

Replicò lei con un altro dei suoi sorrisi speciali, quel connubio tra malizioso ed innocente che la rendeva una perfetta bambina tentatrice, una donna sensuale e dai bollenti spiriti che però nei modi di fare appariva spesso pura, infantile, deliziosamente adorabile.
Uscirono dall'Acqua, e mentre Indigo si strizzava lievemente i capelli, lasciando poi che fosse il Vento ad asciugarli come meglio credeva, osservò Quetzal avvicinarsi al suo pitone Caraid per allungare la mano verso di lui, rimanendo poi immobile: un veloce scambio di sguardi tra animale e padrone fece comprendere al primo di potersi lasciar andare, e difatti poco dopo attorcigliò il suo corpo intorno a quella stessa mano, lasciandosi così accarezzare con qualche sibilo soddisfatto.

Sa essere un gran coccolone quando vuole... - commentò la bulgara, avvicinandosi ai due - un po' come la padrona. - anche la Rinnegata infatti amava farsi fare le coccole, ma solo se era in vena: lo sapeva bene Dominique, che spesso aveva dovuto evitare anche solo di rivolgere la parola alla ragazza, quelle poche volte che era di cattivo umore.

Sarà meglio che torniamo verso la mia abitazione, o meglio, io ci sto tornando... Tu fa' come preferisci.

Non rispose a quel commento da parte del Druido, semplicemente accelerò il passo dopo aver fatto segno a Caraid di seguirli, saltellando accanto a lui col sorriso sulle labbra e qualche piroetta improvvisata, il tutto accompagnato da una risata melodiosa, argentina, bellissima, quasi una sinfonia degli Elementi che le scorrevano in corpo.
Sorrise poi, maliziosa e divertita, quando la mano dell'altro si appoggiò sui propri glutei, ma non diede alcun segno di fastidio: al contrario, gli strizzò l'occhio e prese a salire le scale più velocemente, quasi fosse un gioco in cui lei scappava e lui doveva rincorrerla, se voleva farla sua.
Di nuovo nell'abitazione di lui, Indigo si rivestì velocemente, i capelli già asciutti che nuovamente ondulati e lucenti le incorniciavano alla perfezione il viso dai lineamenti di una bambola di porcellana.

Quei tre mobili intagliati con gli sportelli contengono diverse tipologie di verdure.
Non ho carne né pesce, come sai non li toccherò per moltissimo tempo.
Serviti pure, io credo che opterò per pomodori, carote e poi frutta.


Non fece in tempo a studiare l'interno degli sportelli, che Quetzal l'attaccò nuovamente al muro, lasciandola però libera di muoversi questa volta, almeno per quanto riguardava le braccia: un brivido caldo le percorse la schiena quando la imprigionò stendendo le braccia ai lati del collo, una sensazione di eccitante pericolo che la spinse ad intrecciare le proprie, di braccia, intorno al collo del Rinnegato per poi chiudere gli occhi ed accogliere la sua bocca, facendo sgusciare immediatamente la lingua per danzare con la gemella come se fosse la cosa più naturale del mondo, come se lo facessero da sempre; lasciò che lui esplorasse il proprio corpo, ed anzi inarcò spesso la schiena per permettergli di farlo con più libertà e semplicità, a dimostrazione che le piaceva essere toccata dal Confratello dall'animo nero quanto il suo.

Insomma... Bella passione che hai... E quand'è che l'avresti scoperta?

Tornò a guardarlo negli occhi, sbattendo lentamente le palpebre con fare ipnotico per poi sorridere altrettanto lentamente, una luce di perversa innocenza nelle iridi color cioccolato.

È successo per caso, quando avevo circa 18 anni... un lupo aveva bisogno di... come dire, "sfogarsi", e io mi sono offerta di aiutarlo.

Gli spiegò con un'alzata di spalle, senza vergogna né imbarazzo mentre gli catturava ancora una volta la bocca con la propria per un bacio caldo ma delicato, e si spostava poi ad aprire gli sportelli che Quetzal le aveva indicato.

... Lo sai che sei proprio bella?

Fermò la sua perlustrazione e si volse verso di lui, lo sguardo inizialmente sorpreso che poi s'illuminò di piacere puro e dolcissimo, accompagnato da un sorriso radioso che pareva quasi presentarla come la giovane donna più innocente, splendida, pura e perfetta del Pianeta.

Anche tu sei proprio bello - ammise ancora sorridente e bellissima - Però non hai un granché in dispensa, e io invece ho un bel po' di appetito... - aggiunse, schioccando leggermente la lingua sul palato come se stesse riflettendo su qualcosa. Spostò lo sguardo su Caraid, all'ingresso dell'abitazione di Quetzal, come a conversare silenziosamente con lui, ed alla fine annuì con un bel sorriso verso l'animale, quasi le avesse dato una bella idea - Senti... perché non ci spostiamo a casa mia, bel tenebroso? Lì ho molta più roba, e posso prepararti un pranzetto da sogno senza usare carne o pesce... che ne dici? - gli chiese tutta entusiasta da quell'idea, accompagnando la richiesta con un sorriso a cui era assolutamente impossibile dire di no.

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Messaggioda Quetzal » 20/12/2013, 19:02

Cristallino.
Non ho intenzione di mettere a rischio il nostro... come definirlo, "rapporto a vantaggio reciproco" ?
Solo per andare a dire in giro chi tu sia, poi... non ne vale la pena.
Ti puoi fidare di me.


Sarà il tempo a deciderlo.
Per il momento non mi fido di nessuno.


Aveva colto nello sguardo della ragazza la giusta nota di sincerità, ma nonostante questo preferì rimanere ancora sulle sue, attento e cauto nell'avvicinarsi troppo ad un altro essere umano, specie facente parte della sua stessa razza, della sua stessa stirpe, per quanto entrambi rinnegati.
C'era molta malizia nei loro modi di fare, c'era molto intendimento, senza dubbio, ma questo non bastava a Quetzal per guardarla pienamente come un'alleata. Molti dubbi ancora attraversavano la sua mente e molti di questi erano dati dalla scarsa conoscenza nei confronti della Giovane.
Rimanere più a contatto con lei l'avrebbe aiutato a migliorare la propria condizione precaria di instabilità emotiva e in più gli avrebbe garantito una risposta interiore più saggia riguardo il doversi fidare o meno di lei.
Si avviarono verso la sua abitazione, un'ottima occasione per osservare meglio il di dietro della bulgara e provare anche a tastarlo con maggiore energia, saggiando quanto fosse sodo ed invitante; da lì partì un piccolo gioco, mosso ovviamente dalla consorella, la quale si mise a saltellare sulle scale scappando dalla presa di Quetzal facendogli intendere che desiderava essere toccata ma prima conquistata come una preda.
Dopo un iniziale perplessità, il ragazzo decise di stare a quella infantile dimostrazione di intimità, scattando in avanti veloce e atletico, cercando di acchiapparla con un annesso sorrisetto da ragazzo cattivo e divertito allo stesso tempo.
Poggiare la mano sulle sue natiche non fu che l'inizio di un lento e veloce crescendo di desideri nei confronti di Indigo.
Prima che avvicinasse le mani alle ante della dispensa, il Rinnegato la attaccò al muro ancora una volta, iniziando a solcare ogni centimetro della sua pelle come se fosse già di sua proprietà, cosa che per altro a lei non dispiacque per nulla, anzi, collaborò con estrema resa, sorridendo sinceramente appagata per quelle attenzioni proibite che il confratello le stava donando.
Si baciarono, di nuovo. Coinvolgente, passionale, animalesco quasi, molto molto umido.
Quando tornarono a guardarsi dritti negli occhi, dapprima Quetzal scelse di porle una domanda ben precisa, poi, facendo brillare lo sguardo di una luce molto più solenne e intensa, espresse il primo giudizio positivo riguardo l'aspetto estetico di lei.
Poté perfettamente notare il cambiamento, la mutazione dell'espressione nella bulgara nel sentirsi fare un complimento, diventando immediatamente più civetta, vanitosa, bambinesca e gongolante, ma prima, beh prima dovette dargli la risposta alla domanda fattale.

È successo per caso, quando avevo circa 18 anni...
Un lupo aveva bisogno di... come dire, "sfogarsi", e io mi sono offerta di aiutarlo.


Non dire di più...
Sei così perfettamente "malata" che mi vien voglia di scoprirti con estrema lentezza.


Abbassò di almeno due ottave il timbro vocale quando le disse quella cosa, rimanendo molto vicino alle labbra della consorella e avvicinando l'indice della destra che, dorsale, le carezzò la guancia corrispondente facendo sprizzare qualche piccola scarica elettrica, tanto per darle pizzicore velato.
Indigo stava per replicare, probabilmente intenzionata a dare il proprio giudizio soggettivo sul ragazzo, ma Quetzal era di tutt'altro avviso, lui che già aveva coperto ulteriori centimetri con la bocca carnosa, intimandole di non dire nulla, di rimanere in silenzio e lasciarsi andare ancora una volta poiché quello che lei voleva ammettere lo aveva già capito da metà della frase.

Anche tu sei proprio...

Sssshhh...

Un morso sul labbro inferiore, poi una leccatina a quello superiore. Occhi socchiusi, dito sulla guancia divenuto l'intera mano che le reggeva il volto come se fosse una meravigliosa statua di marmo calda e in vita. Tanta era la delicatezza che metteva nello sfiorarla, tanto era l'ardore con il quale la mancina, opposta, si portava dietro la schiena della preda spingendola verso il corpo del Druido con innata e possente energia.
Un contrasto, simboleggiato dalle due realtà insite in lui, che culminò con un ulteriore bacio, un ulteriore serie di gemiti, un ulteriore cambio dell'ordine di delicatezza e forza. La mano che prima accarezzava la guancia risalì fino ai capelli stringendoli appena sulla parte posteriore, come a volerla tenere bloccata, ancorata a lui, a quell'atto vagamente sessuale e accaldato; la gemella invece, dacché spingeva e la stringeva da dietro la schiena, divenne un sottile velo di seta che solcava con le unghie la pelle dei fianchi e dell'addome, dolce, come un romantico e affettuoso solletico.
Quando anche quella breve sessione di scambio tra saliva e respiro si concluse con la dovuta calma, si poté tornare a parlare di cibo e alimentazione, così Quetzal la lasciò libera di muoversi e distanziarsi, fissandola serio e malvagio, un'espressione, in quel contesto, che era certo non l'avrebbe spaventata... Anzi.

... Stavi dicendo?

... Però non hai un granché in dispensa, e io invece ho un bel po' di appetito...

Dunque che cosa suggerisci?

Senti... perché non ci spostiamo a casa mia, bel tenebroso?
Lì ho molta più roba, e posso prepararti un pranzetto da sogno senza usare carne o pesce... che ne dici?


A quella proposta, Indigo aggiunse un'aria da vera piccola damigella indifesa, dolce e imbarazzata che era entusiasta all'idea di averlo in casa sua.
Giunto ad una tale scena, per quanto fino a poco fa Quetzal avesse cercato di mantenere un volto distaccato e avvolto dal buio della sua sfiducia, non poté proprio resistere al richiamo di sorridere sconfitto, sbuffando disarmato e accettando quell'ipotesi, sapendo di renderla felice... Con l'intento di renderla felice.

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........



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... E d'accordo, hai vinto tu!
Guidami... "Mejelien".


Che in druidico significava "dolcezza/tesoro" o anche "buona speranza", dipendeva dal contesto, ma per quell'occasione potevano valere tranquillamente entrambi.


Continua...
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Messaggioda Quetzal » 26/01/2015, 0:33

[anglo]03 - 05 - 2109
Biblioteca comunale di Cartagena
16:32[/anglo]


In una tazza, del caffè, miscela colombiana ottima, con l'aggiunta di latte.
Adorava quel connubio di sapori, ma non era sicuro che fosse sempre stato così.
Non era sicuro di niente in realtà, non era sicuro di nulla da diverse settimane.
Osservava quel foglio di pergamena come in una contemplazione seria e riflessiva.
Al lato della pergamena c'era una penna stilografica di fattura babbana.
Quel termine l'aveva sentito qualche tempo prima in giro per la città.
Passarono lì vicino due ragazze di bell'aspetto che lo fissarono a lungo, sorridendo maliziose.
Forse più tardi sarebbe andato da loro, forse più tardi se le sarebbe fatte entrambe, chissà.
Adesso però, doveva fare altro, una cosa importante, per non ricascare nella stessa trappola.
Per non dimenticare mai più.


Immagine


"Butto giù queste righe perché ritengo sia opportuno farlo, in memoria di ciò che è accaduto qualche mese fa.
Svegliatomi una mattina come tante altre all'interno della mia abitazione privata e isolata, ho scoperto di non ricordare più nulla.
Niente del mio passato e del mio presente, se non pochi, pochissimi dettagli fondamentali, come il nome, l'età e la mia ubicazione.
So cosa sono, inizialmente non sapevo il perché del mio essere Rinnegato ma col tempo l'ho intuito dalle mie capacità.
Qualora la mia fosse una malattia e rischiassi di perdere ancora la memoria, queste epistole mi aiuteranno ogni volta nel ricordare.
Quando mi sono svegliato dentro casa, tempo fa, pur non avendo più memorie del passato, mi sentivo come se un grosso peso mi fosse stato tolto dalle spalle, un peso grande, un peso che non saprei/potrei definire con esattezza, forse un reato commesso, forse una colpa avuta o derivata.
Fatto sta che adesso non c'è più e se questo fosse stato un tentativo da parte di me stesso per farmi ottenere una seconda possibilità, beh, non so quanto sarò effettivamente in grado di sfruttarla. Non mi importa del bene o del male, io voglio solo vivere seguendo un cammino, qualsiasi esso sia. Voglio continuare a servire la Terra, l'Acqua, il Fuoco, il Vento, il Fulmine e il Ghiaccio, non chiedo di più.
Forse queste mie preghiere sono state ascoltate da Gaia, altrimenti non potrei spiegarmi come mai il mese scorso sono stato contattato dalla Tribù degli Esclusi. Si fanno chiamare così, sono dei Rinnegati che perseguono uno scopo bellicoso contro il male che si annida su questo pianeta.
Ma non il male intenso come intenti o soprusi, bensì il male al suo stato più selvaggio e libero: le Creature Oscure.
Sono disseminate dappertutto e il loro scopo è quello di sterminarle, di sradicarle da questo mondo come erbacce che contaminano il benessere di tutto ciò che ci circonda. La Tribù era impressionata dalle mie abilità, non capita tutti i giorni di vedere un Giovane usare incantesimi come un Maturo e calcolando che tra di loro sono quasi tutti Giovani e Druidi, un elemento come me risultava ben più che gradito.
Ho spiegato loro la mia situazione ed ho chiesto di poter essere trattato come un semplice asso da usare solo in determinate occasioni.
La Colonia è fissa, quindi sapranno sempre dove trovarmi, conoscono il luogo dove vivo, per quanto la cosa mi dia molto fastidio.
Hanno accettato, ma prima volevano una dimostrazione delle mie qualità in combattimento. Ho sconfitto uno di loro, una Lancia, se non erro.
Ironia della sorte, quel Giovane mi ha colpito proprio con una Lancia forgiata dalla magia del Mana e mi ha inflitto una brutta ferita, prima di finire a terra definitivamente. Il mio viso deturpato da una cicatrice: irritante, ma si potrebbe considerare il segno dell'adesione alla causa.
Mi hanno detto che sono una Daga di Gaia. A me basta che mi facciano combattere, poi gli appellativi non mi interessano.
Questa mia prima lettera la concluderò qui, in fondo non ho molto altro da raccontare.
Ah no, forse una cosa c'è: avevo un anello al mio risveglio, con intarsi nel nostro linguaggio magico.
Di cosa potrebbe trattarsi? Un legame con una femmina? Un dono? Un monile tramandato nella mia famiglia?
Onestamente... Non me ne frega un cazzo.
"


[anglo]AUTOCONCLUSIVA[/anglo]
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