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Messaggioda Monique » 16/05/2013, 17:33

Cartagena de Indias è una città della Colombia, situata sulla costa nord del paese. È la capitale del dipartimento di Bolívar e conta 895.400 abitanti (censimento 2005), sesta città colombiana per popolazione.
Cartagena è la principale destinazione turistica della Colombia ed una delle più frequentate della regione caraibica, grazie alla sua favorevole posizione geografica in una baia contornata di isole e lagune, e alla sua ricca storia derivante dall'essere stato il principale porto del continente durante il periodo coloniale spagnolo.


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Messaggioda Quetzal » 01/12/2013, 23:53

Giungla Colombiana

Territorio Azteco

Pomeriggio Inoltrato




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Quanto tempo è passato?
Un giorno, una settimana, o forse addirittura... Un mese.
Il tempo non scorre più nel mio corpo da diverso tempo, è una strana sensazione quella di riuscire di nuovo a pensare.
Attorno a me un'infinità di Mana, la bellezza di Gaia che avvolge il luogo dove abito, dove mi sono rifugiato.
Ricordi che cominciano a tornare, sensazioni sopite che durante il mio lato selvaggio avevo soppresso: rabbia, vendetta, dolore.


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Il suono dell'acqua lontana, che mi ha dato freschezza e forza in tutti questi giorni.
Fruscio di foglie e rami, sopra i quali saltano bestie, saltano figli del creato che hanno sfamato la mia pazzia.
Non un solo granello di carne o pesce toccherà il mio palato per molti mesi, se non anni, per farmi perdonare, perdonare da tutto questo.
Sento dei passi, stanno salendo le scale di pietra della mia casa, è da solo... Odio gli estranei.


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Che siano venuti a cercarmi?
No, perché essere così pazzi da rischiare, i suicidi non sono nella nostra mentalità.
Piedi scalzi, i capelli ondeggiano al tenue vento della giungla; non mostrerò la mia aura, non voglio che, nel caso, sappia, non ora.
Ha attraversato la linea di confine del mio territorio, un tempo le avrei azzannato la gola, ma adesso non sono più così... Credo.
Sono nel buio, lei si guarda intorno... Sorpresa, curiosa, occhi di una bambina che ha stretto un patto con il suo lato da donna.
Perché sei qui? Non mi piacciono le visite.


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Poggiato con la schiena al muro della sua abitazione, il figlio del Mana approfittava del lato buio della sua casa non baciato dal sole.
I suoi sensi, sviluppati molto più del normale dopo la momentanea mutazione del corpo e dello spirito, avevano percepito molto prima l'arrivo di una persona, di una ragazza, di una Druida come lui, adesso che la poteva scorgere meglio.
Aura sottile, arcobaleno: Rinnegata, come lui, Giovane, come lui.
Trascorse circa cinque settimane dal suo ritorno alla civiltà, Quetzal aveva mangiato solo erba, funghi, bacche, alghe e pesci morti giunti sulle rive del fiume territoriale colombiano dove adesso viveva, rifugiatosi al seguito dalla fuga dal proprio villaggio.
Adesso, la sua mente si stava ancora abituando del tutto ai cambiamenti, acquistava maggiore lucidità ad ogni secondo che trascorreva, facendogli riscoprire la meraviglia di concepire nell'infinito immaginario tutte le sfumature di Gaia.
Si leccò le labbra, mordendo quello inferiore socchiudendo gli occhi, inspirando profondamente, in modo che ella lo sentisse, che concepisse la presenza di qualcun altro lì, oltre lo strato di oscurità che lo proteggeva completamente.
Aveva avuto molto tempo il Giovane per guardare quella creatura, vestita con abiti particolari, molto "civili" per un luogo, un contesto simili.
Confrontandola con sé stesso, si accorse della loro differenza ma non gli importò particolarmente, ma fu felice di saperla individuare, di poterla prendere in considerazione: voleva dire che stava lentamente tornando sempre meno ferale, più umano.
Una gonna, una camicetta leggera e molte porzioni di pelle scoperte. Gambe toniche, viso asciutto, odore della pelle vanigliato.
Tutti i Druidi possedevano un loro aroma personale, un odore distintivo e sempiterno... Lui sapeva di agrumi, i suoi cibi preferiti.

E' una ragazza attraente, singolare in quanto a sensualità.
Percepisco il desiderio di sc****la, forse la mia indole selvaggia deve ancora equilibrarsi del tutto.
O forse è solo tutto merito suo.


Sentì la sua voce, lo stava chiamando, stava chiamando chiunque si trovasse in quella sorta di casa a parte lei.
Riaprì gli occhi socchiusi, del tutto, pupille dilatate nel buio, come un feline, un animale allo stato brado, un predatore.
Fece un passo avanti, ed un altro ancora, abbracciando la luce sulla pelle a poco a poco, rivelando non solo la sua figura ma anche l'abbigliamento.
Una canottiera bianca, leggerissima, stretta al corpo a far risaltare le forme toniche del suo fisico longilineo.
Pantaloni di seta neri, senza nulla ai piedi nemmeno lui, non ne sentiva necessità, bisogno, inoltre rubare vestiti al paese vicino poco dopo la sua ripresa di coscienza non fu sicuramente facile, doveva accontentarti ed un Druido si accontenta con poco, specie perché potrebbe andare in giro completamente come Gaia l'ha fatto.
Lei lo aveva già visto, ma non solo lui non ricordava, molti dettagli erano cambiati, dalla lunghezza della barba e dei capelli al comportamento.
Allora, quando Indigo lo aveva intravisto per sbaglio da quelle parti, il Quetzal animalesco non aveva emesso una parola ma solo versi da bestia.
Ora invece la sua voce si sentiva eccome, lineare, abbastanza bassa e poco roca, come acqua liscia che di tanto in tanto si infrange sugli scogli.

Dì alla svelta cosa vuoi, dopo di che vattene.
Non amo particolarmente le visite.


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Messaggioda Indigo » 02/12/2013, 0:31

-Giungla Colombiana/Territorio Azteco | ore 17.23-


Si diceva che la curiosità fosse donna.
Nel caso di Indigo, era Druida.
Circa sei settimane prima, mentre camminava in mezzo alla giungla colombiana per stare il più possibile a contatto con Gaia - una delle pause che Marshall le aveva accordato dal lavoro, vista la sua particolarità - aveva incontrato un uomo... anche se non era sicura di poterlo definire tale; era un incrocio tra un essere umano ed una bestia, la creatura più strana che la Druida Giovane avesse mai visto.
Aveva tentato di parlarle, ma senza successo, ricevendo in cambio solo versi ferali senza senso: aveva anche tentato di seguirla, ma questa era sfuggita dal suo occhio di punto in bianco, senza poterla ritrovare; era andata via, la Rinnegata, ma ben decisa a svelare quel mistero che le aveva riempito la mente in tutti i giorni successivi.
Per questo, a distanza di settimane, si era nuovamente inoltrata in quel luogo silenzioso, pacifico, dove la natura era libera di esprimersi senza freni né deturpazioni umane: tutto ciò che la circondava esprimeva la magnificenza di Gaia, a cui Indigo rendeva omaggio con piccoli inchini verso ogni animale che incontrava sul proprio cammino, e che naturalmente non tentava nemmeno di attaccarla.
Un vestito, ecco ciò che indossava, per quanto esso fosse molto particolare: la gonna, di seta verde scuro, le arrivava fino a metà coscia, e proseguiva verso l'alto con un top di velluto a maniche lunghe, bordeaux, con uno scollo a V di media profondità che però si apriva ai fianchi lasciando scoperte piccole porzioni di pelle perfetta.
I piedi, naturalmente, erano nudi, il trucco più pesante di quello usato per andare a lavoro - perché quella era la sua vera natura - i capelli lunghi e mossi, profumati come ogni parte di lei: nonostante gli abiti babbani, la Rinnegata pareva essere perfettamente integrata con l'ambiente che la circondava, e per di più appariva, in mezzo ad esso, potenzialmente letale.

E quella... cos'è?

Il suo incedere senza meta, alla ricerca della figura misteriosa che aveva occupato i suoi pensieri, si fermò improvvisamente quando il suo sguardo catturò qualcosa d'insolito: una casa, un'abitazione del tutto rurale simile alle ziggurat babilonesi e sumere; la fronte spianata di Indigo si corrugò leggermente, una piccola ruga perplessa spuntò su di essa per palesare la sua interdizione, e tuttavia venne fatta scomparire quasi subito.
La serenità della bulgara era leggendaria, per chi la conosceva, e non l'avrebbe di certo persa in quel momento: riprese a camminare, salendo lentamente i molti gradini di pietra, guardandosi intorno con curiosità sempre crescente, quel tratto infantile di una giovane donna che spesso e volentieri era e voleva essere trattata come una bambina.
Alla fine della scalinata, la porta, inesistente nel senso comune del termine, apriva lo spazio all'interno, nel quale Indigo si avviò senza incertezze né tentennamenti: non aveva paura del buio; un arredamento spartano, rurale e in sintonia con l'esterno. Pochi oggetti, una dispensa, un tavolo di legno con degli sgabelli, mensole cariche di libri.
La Druida si aggirò silenziosa e tranquilla per la casa, sfiorando i dorsi dei libri coi polpastrelli d'indice e medio della mano destra, poi si avvicinò al tavolo e sfiorò anch'esso, percependo la durezza del legno sotto le dita, sedendosi infine su uno dei due sgabelli liberi.

C'è nessuno?

C'era un buon odore nell'aria, così diverso da quello che si sarebbe aspettata di sentire in un luogo come quello... odore di agrumi: fu in quel momento che capì di non essere sola, ma non si scompose né si spaventò; attese, e la sua pazienza fu ripagata.
Lentamente, dal buio, emerse una figura, un uomo che Indigo riconobbe velocemente - Elab. 25 + I(SS) 33 - un uomo che, almeno nell'aspetto, pareva essere ora del tutto simile a lei, senza più traccia alcuna di contaminazione animale: ad egli, la Druida regalò un sorriso velatissimo, un alone quasi sul suo viso perfetto da bambola, lo sguardo che percorreva la sua intera figura.

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Dì alla svelta cosa vuoi, dopo di che vattene.
Non amo particolarmente le visite.


Mi chiedo cosa io possa aver mai fatto di male per non poter ricervere un'accoglienza migliore...

Si domandò Indigo ad alta voce, commentando tra sé colui che aveva davanti: fisico longilineo, ben definito, occhi penetranti, sguardo da bastardo... di sicuro, a livello fisico, incontrava pienamente il favore della bulgara.

Sono settimane che ti penso, sai?
Anche se l'ultima volta eri molto più animalesco di ora, per quanto altrettanto poco incline alla conversazione.


Aggiunse lei, alzandosi in piedi e facendo qualche passo in sua direzione prima di accennare ad un piccola riverenza, un comportamento appreso nella sua comunità che mai si era lasciata alle spalle.

Hai anche un nome, bel tenebroso, o devo imparare il linguaggio dei ringhi per poterlo conoscere?

Spoiler:
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Ultima modifica di Indigo il 02/12/2013, 13:22, modificato 1 volta in totale.
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Messaggioda Quetzal » 02/12/2013, 2:00

Si sedette, la ragazza, con la tranquillità quasi di trovarsi in casa propria: pessima partenza, per quanto l'aspetto la facesse perdonare.
Atletica, sicuramente, ma non allenata come molte altre druide che ricordava Quetzal.
Evidentemente era da molto tempo che non si allenava seguendo i dettami della sua comunità e ciò aveva influito negativamente sul suo corpo.
Tralasciando però la prestanza fisica non rivolta all'eccellenza, le forme in lei avevano scelto di sposarsi adeguatamente con l'armonia e la sensualità femminile che emanava, molto più di tutte le altre druide incontrate dal ragazzo in passato.
Dunque la civiltà e il mondo della Trama o babbano l'avevano cambiata forse indebolendola in un senso, ma migliorandola in un altro.
In tutto ciò l'equilibrio di Gaia non si smentiva mai, un equilibrio al quale lui teneva moltissimo.
Fermo in quella posizione, uscito allo scoperto, non fu di buone parole ma solo di una domanda con relativo avvertimento, parole alle quali giunse risposta celere, sfacciata e calma come il sole che sveglia al mattino picchiando sul giaciglio di paglia e foglie.

Mi chiedo cosa io possa aver mai fatto di male per non poter ricevere un'accoglienza migliore...

Forse ti sei seduta non curante del fatto che poteva essere un territorio occupato, a giudicare dall'arredamento...

L'istinto di piegarla sul tavolo e dare sfogo ai piaceri della carne era forte, ma distintamente Quetzal percepiva che non era solo effetto della bellezza emanata dalla ragazza, bensì dai suoi ormoni selvaggi ancora in subbuglio dopo la trasformazione, dopo l'innesto della Gemma.
Trattenne come meglio poteva il desiderio, in fondo era una sua consorella, per quanto ella ancora non lo sapesse.
Si lasciò guardare dall'occhio sfacciato tanto quanto la voce della Giovane, facendo altrettanto, non curante, sfiorando con occhi carichi di ardente passione le gambe, i piedi, le labbra, la curva del seno, l'addome piatto e le dita delle mani.
Inspirò, facendo un altro passo, quando forzatamente si trovò a bloccarsi per via della verità ricevuta su un piatto d'argento nell'immediato.
Le pupille tornarono a dilatarsi, unico dettaglio a riferire facilmente lo stato d'animo inquieto del selvaggio.
Deglutì piano, sbattendo le palpebre un paio di volte con maggiore lucidità.

Sono settimane che ti penso, sai?
Anche se l'ultima volta eri molto più animalesco di ora, per quanto altrettanto poco incline alla conversazione.


Non posso averti violentata: saresti più agitata nell'avermi di fronte.
Escluso l'aggressione, non noto graffi e il tuo abito lascia ben poco all'immaginazione.
Così... Mi hai incontrato in quella forma... Allora non ero che un animale.


Si avvicinò, alzandosi da quella sedia, forse anche per rispetto nei confronti di ciò che aveva sentito prima da lui.
Come in una danza ottocentesca, se non ancora più antica e tradizionale, Indigo gli rivolse un inchino a riverenza, sorridendo bambinesca. Ancora quel sorriso, ancora quella luce negli occhi di chi non ha paura di nulla, nemmeno del buio più profondo.
Determinate usanze di saluto venivano insegnate in pochi punti di conservazione druidica: Bulgaria e Irlanda, ergo lei proveniva da uno dei due.
Poco gli importava, adesso come adesso, anche perché si volle concentrare maggiormente sulla conversazione con la Giovane, una conversazione che, almeno per ora, desiderava si concludesse il prima possibile per tornare nel suo silenzio e nel suo raccoglimento di idee.

Hai anche un nome, bel tenebroso, o devo imparare il linguaggio dei ringhi per poterlo conoscere?

Hai omsharà kusabi eldar ninque riivesya momotuum... Celebi.
( Il mio nome lo concedo solo alle persone delle quali mi fido e al momento tu non sei nella lista... Consorella. )


A quella frase, espressa per altro nella loro lingua d'appartenenza, seguì l'espansione d'aura del ragazzo, confermandone l'effettiva natura.
Nessuna riverenza dal suo canto, bensì un gesto tipico del suo villaggio seguito da un inchino lieve col capo, a decretare l'appartenenza al clan del Madagascar. Finché non esprimeva il motivo del suo essere Rinnegato, allora non doveva temere che ella si risentisse delle colpe del confratello e provasse ad attaccarlo, perché anche per una Rinnegata ma Druida un reato come rubare la Gemma del Mana poteva considerarsi molto, troppo grave, tanto da spingerla per lo meno a consegnarlo al più vicino punto di raccolta.
Da una parte comunque, gli faceva piacere aver incontrato una come lui, forse si sentiva meno a disagio, specie dopo aver saputo che l'aveva visto comportarsi in quel modo assurdo e completamente fuori luogo per un umano normale.
Avrebbe attribuito quello stato ad un momento di perdizione e perdita di lucidità al seguito della cacciata dalla propria comunità, senza entrare nei particolari.

Non voglio che tu rimanga ulteriormente qui. Le mie motivazioni le sai.
Sto andando a farmi un bagno, vuoi venire con me forse?


E mentre esprimeva quel concetto e quella proposta, iniziò con noncuranza a spogliarsi del tutto, rimuovendo ogni strato da dosso che non fosse la sua stessa pelle, completamente immerso nella mentalità Druidica e nel tentativo veloce e spontaneo di vederla senza veli per alimentare il proprio desiderio selvaggio. Si, gli piaceva provocarsi da solo, portarsi al limite, lo faceva sentire vivo, lo faceva sentire vero, pulsante di emozioni al limite dell'umano e dell'animale, tra la ragione e l'istinto. Due anime, un solo corpo.
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Messaggioda Indigo » 02/12/2013, 13:21

Forse ti sei seduta non curante del fatto che poteva essere un territorio occupato, a giudicare dall'arredamento...

Potresti aver ragione, ma quale potrebbe mai essere la mia colpa dal momento che ho trovato la porta aperta?

Domandò di rimando Indigo, lasciando che l'espressione più innocente e dolce del mondo plasmasse il suo viso fino a renderlo adorabile: no, non voleva certo prenderlo in giro, né sperava che lui cadesse ai suoi piedi - uno che viveva in un posto del genere, che aveva quel tipo di indole, difficilmente le avrebbe dato soddisfazione in tal senso - ma anche a lei piaceva provocare, seppur in modo diverso; lei ricorreva ai sorrisi, al suono melodico della propria voce, all'eleganza aggraziata dei movimenti, tutto ciò che poteva incantare, irretire, stupire, un po' come Gaia e le sue meraviglie.
E lei non era forse una delle figlie del Mana?
E poi, spesso erano le persone e le situazioni a fornirle le provocazioni su un piatto d'argento, come in quel caso: Indigo, infatti, ritenne inutile tenersi quella particolare informazione per un secondo momento, e decise di fargli subito presente che lo conosceva, in un certo senso, che l'aveva già visto seppur in circostanze del tutto diverse da quelle attuali.
Il dilatamento delle pupille dell'altro non sfuggì - Rifl. 16 + I(P) 38 - alla bulgara, e tanto bastò per farle capire che quelle parole lo avevano colpito, in qualche modo, forse anche preoccupato, chi poteva dirlo.

Non posso averti violentata: saresti più agitata nell'avermi di fronte.
Escludo l'aggressione, non noto graffi e il tuo abito lascia ben poco all'immaginazione.


In realtà ci sarebbe ben altro da immaginare, e no, nessuna violenza, anche perché non sarei stata consenziente... in quella forma. - confermò Indigo, con un velo di malizia sulle labbra incurvate verso l'alto, a mostrare un lieve ma presente sorriso in direzione del bel misterioso, così l'aveva rinominato nella sua mente.

Così... Mi hai incontrato in quella forma... Allora non ero che un animale.

Me ne sono accorta, ma in un certo senso eri affascinante anche in quello stato.

Terrificante, spaventoso, inquietante avrebbe detto una persona normale, ma per una come la Druida, la percezione del fascino era leggermente distorta rispetto alla norma: si alzò, comunque, e s'inchinò di fronte a lui com'era usanza dalle sue parti, domandandogli poi il suo nome.

Hai omsharà kusabi eldar ninque riivesya momotuum... Celebi.

... ma bene bene...

Mormorò Indigo quando, di fronte a lei, la vera natura dell'altro venne palesata: un Druido, un Rinnegato per giunta; di cose in comune ne avevano parecchie, non c'era che dire; osservò il suo saluto, ma non lo ricondusse con certezza alla comunità del Madagascar visto che da troppi anni non frequentava più il resto della compagnia druidica che tanto gentilmente l'aveva cacciata senza nemmeno provare a capirla.
Di sicuro quella scoperta cambiava le cose, le faceva vedere tutto sotto un'ottica diversa, sicuramente più interessante... bel tenebroso compreso.

Non voglio che tu rimanga ulteriormente qui. Le mie motivazioni le sai.
Sto andando a farmi un bagno, vuoi venire con me forse?


Non fece una piega quando il Rinnegato prese a spogliarsi di fronte a lei, anzi ne osservò ogni particolare, catturando la sua prestanza fisica in ogni centimetro di quel corpo prestante, definito: un sorriso soddisfatto si palesò sulle labbra di lei mentre, lentamente, si umettava il labbro superiore ed alzava con noncuranza le spalle.

Non direi mai di no alla possibilità di circondarmi di uno degli Elementi di Gaia... accetto volentieri la tua offerta. - rispose infatti, avvicinandosi a lui per dargli le spalle e scostare i capelli sulla spalla sinistra, rivelando la lampo del vestito che, naturalmente, gli stava chiedendo in silenzio di abbassare; se e quando l'altro l'avesse fatto, Indigo si sarebbe fatta scivolare con grazia il vestito lungo il corpo, rivelando come indumento intimo un perizoma di pizzo nero che fece quasi subito la fine del suo abito.

Fai strada?

Gli domandò voltandosi verso di lui, coi capelli che ora sfioravano i seni nudi, celandoli alla vista, ed il corpo completamente esposto allo sguardo dell'altro e ai raggi del Sole di Gaia, che le rendevano omaggio illuminando la pelle scura della bulgara; in accordo col Druido, avrebbe sceso gli scalini di pietra della sua abitazione, affiancandolo nella camminata - breve o lunga che fosse - verso il torrente o la cascata più vicini.

Ti prego, dimmi che almeno hai fatto qualcosa di davvero disdicevole per farti rinnegare dalla tua comunità... - gli chiese ad un certo punto, mentre camminavano in mezzo a piante ed animali - Credo che potrei perdere ogni interesse per te se scoprissi che la tua condanna è dovuta all'aver rubato le caramelle ad una Guida.

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Messaggioda Quetzal » 03/12/2013, 1:03

Potresti aver ragione, ma quale potrebbe mai essere la mia colpa dal momento che ho trovato la porta aperta?

Nessuna, se ci fosse stata effettivamente una porta.

Espressione innocente della ragazza alla quale ci fu come risposta un commento semplice ed immediato da parte del suo interlocutore.
Sapeva cogliere al balzo l'occasione giusta per controbattere, una persona molto sveglia ed anche molto disinvolta con chiunque.
Non si lasciava impressionare facilmente da nulla ed inoltre contava fermamente sulle proprie capacità come figlia di Gaia. Ammirevole.
Decisamente diversa da molte altre come lui incontrate nella vita, Indigo mostrava uno charme tipico di chi imparava a vivere in mezzo a diversi mondi, tutti con usanze e pensieri differenti.
Nonostante questo però, pareva non aver perso del tutto le radici, quelle autentiche derivazioni della sua gente, della sua terra, del suo universo primo, quelle abitudini che le permettevano di rimanere sempre di base una di loro, una come lui, forse soltanto molto più sfacciata.

In realtà ci sarebbe ben altro da immaginare, e no, nessuna violenza, anche perché non sarei stata consenziente... in quella forma.

Emise una smorfia molto simile ad un sorriso maligno e malizioso, con un'alzata di spalle leggera e uno sbuffo dal naso veloce.
Il cuore pulsava più svelto, segno che i suoi ormoni in subbuglio recanti ancora l'effige selvaggia ed animale si stavano scuotendo.
Lei evidentemente sapeva a cosa andava incontro, non temeva violenza, poiché le sarebbe anche andato, dunque era libera sentimentalmente, o magari era soltanto una grandissima figlia di put***a. Poco importante o influente, non lo riguardava l'eventuale rapporto con un altro.
Deciso a non soffermarsi troppo su determinate visioni create spontaneamente dai suoi pensieri e desideri (in fondo non toccava una donna da diversi mesi), si dedicò alla veloce esposizione della sua forma bestiale avuta nelle settimane passate, alla quale seguì per altro un commento di apprezzamento da parte della Druida dagli occhi color cioccolato.

Me ne sono accorta, ma in un certo senso eri affascinante anche in quello stato.

Affascinante ed affamato di carne... Credo che mi nutrirò di vegetali per i prossimi due anni, come minimo.

E già quell'affermazione avrebbe dovuto mettere maggiormente sull'attenti la bella Kostenechki riguardo le origini di Quetzal.
Ad ogni modo, se non fosse bastata quella frase, il ragazzo rincarò la dose parlandole e rispondendo alla domanda di lei sul suo nome nella lingua druidica usata da ogni comunità per comunicare a prescindere dalla regione, nazione o razza.
Se non avesse rivelato il motivo della sua esistenza lì o il suo nome poteva definirsi salvo e impossibilitato ad essere attaccato, quindi si sentì libero di palesare con tranquillità il suo spirito formato dai sei elementi, ritrovando nell'espressione della ragazza una piacevole sorpresa.
Dopo averla salutata anche tramite gesti, comprese che per lei c'erano dei vuoti fondamentali, segno che era da molto che non stava a contatto con altre comunità, ergo doveva essere Rinnegata da molti più anni di lui e dunque non era detto che conoscesse già la sua fama di farabutto.
Tanto meglio così, una gatta da pelare in meno, o per meglio dire una consorella in meno da uccidere.

... ma bene bene...

Sei bulgara e ti sei allontanata dal tuo villaggio molto prima che iniziassero le visite negli altri.
Questo significa tra i 14 e i 18 anni massimo, è così?


Il fatto di giudicarla bulgara derivava principalmente dalla carnagione di lei e dal 50% di probabilità di azzeccare, essendo il saluto di lei utilizzato sia tra i bulgari che tra gli irlandesi, o forse si stava sbagliando... Beh ci avrebbe pensato lei a rinfrescargli la memoria e non solo quella.
Avrebbe rinfrescato anche i suoi ricordi su com'era fatto un corpo femminile, un gran corpo femminile per altro, dotato di una forma e di una rotondità nei punti giusti a dir poco perfetta. Pelle scura, accennata maggiore chiarezza in corrispondenza delle parti solitamente coperte dagli indumenti intimi, capelli maledetti e sfruttati egregiamente per coprire i capezzoli probabilmente scuri o poco rosati.
La guardò a lungo dopo che ella accettò la proposta, spogliandosi con una lentezza calcolata e dei movimenti intrisi di una maliziosa sensualità che una Druida come tante altre si sarebbe risparmiata, educata diversamente e non subito capace di mostrarsi in una luce così proibita.

Non direi mai di no alla possibilità di circondarmi di uno degli Elementi di Gaia... accetto volentieri la tua offerta.
Fai strada?


Non appena si volse per iniziare ad incamminarsi verso l'uscita dell'abitazione, Indigo poté sentire distintamente il proprio corpo spinto con semi-violenza verso il muro vicino e il petto del ragazzo aderire appena alla sua schiena, in un miscuglio di vaniglia ed agrumi nell'aria.
Le mani di Quetzal si posarono ai lati delle cosce di lei risalendo piano in un graffio animalesco e accennato lungo il fianco, rientrando abbastanza da raggiungere la soda consistenza della parte inferiore dei seni della Giovane, lasciando uscir fuori l'Elettricità e il Ghiaccio allo stesso tempo, per spronare l'eccitazione e donare brividi gelidi a quelle due preziose gemme nascoste sotto la cascata di setose ciocche castane.
Un respiro più pesante, un piccolo morso sul collo della consorella, avrebbe potuto tentare di violarla lì, prima del bagno, prima di ogni altra inutile parola di circostanza, ma si accontentò di prolungare per sé stesso quella tortura non facendo altro, sadico con lei, qualora le fosse piaciuto, masochista perché nella cattiveria e nel buio c'era spazio anche per emozioni e perversioni contenute di quel genere.
Tutto assumeva ancora più valore ed esplosivo potere se caricato nel modo giusto e con le giuste tempistiche, senza contare che per il Rinnegato quello era un modo per affermare la supremazia della ragione sull'impulso... Almeno in quel singolo caso.
Il corpo si distanziò da quello della ragazza e con passo sostenuto iniziò ad incamminarsi all'esterno, scendendo le scale, dirigendosi verso un torrente non troppo lontano, con tigri e koala sparsi qua e là a dare il loro saluto silenzioso ai due figli di Gaia, in quel Paradiso quasi analoghi ad un Adamo ed Eva ben felici di aver colto quella mela proibita.

Ti prego, dimmi che almeno hai fatto qualcosa di davvero disdicevole per farti rinnegare dalla tua comunità...
Credo che potrei perdere ogni interesse per te se scoprissi che la tua condanna è dovuta all'aver rubato le caramelle ad una Guida.


Ho bruciato vivo un Ignis, per fargli imparare che non è realmente tutt'uno con il fuoco.
Ed ho riempito d'acqua i polmoni di un "Mare", così che comprendesse quanto fosse in realtà impotente davanti alla furia del "suo" elemento.
Quando un Anziano tentò di punirmi per aver rischiato di far scoppiare un'altra guerra, gli ho storto il collo.
Odio le Gilde, mi hanno portato via l'intera famiglia quando ero infante.
Devono pagare, tutti.


Sincero fino ad un certo punto, ma volle tenere per sé quel piccolo dettaglio sul furto della Gemma.
Non sapeva se potersi fidare di lei, per quanto apparentemente innocua ed esterna alle faccende private delle Gilde o alle loro giurisdizioni.
Tentò dunque di mantenere quel segreto, desiderando che la sua mezza verità fosse presa del tutto per buona.

[ Talento Arte 25 + d20 13 = 38 ]


Arrivati presso la riva del fiume che iniziava da una grande e possente cascata, il Rinnegato fece uno scatto in avanti, tuffandosi beato.
Avvolto dalla beatitudine dello stare disteso in mezzo alle acque, si dimenticò per alcuni attimi della presenza altrui, chiudendo gli occhi.
Ipotizzava che anche lei avrebbe fatto lo stesso, forse perché non le capitava ormai così di frequente un'occasione così simile di avvicinamento a "Gaia". Trascorsi all'incirca due minuti, tornò a sfiorare con le punte dei piedi il fondale del fiume profondo all'incirca un metro.
La fissò, con i capelli umidi e la pelle carezzata dalle gocce pure della cascata, indubbiamente era bellissima.

Avevi ragione, comunque.
C'era molto altro da lasciare all'immaginazione.
... Ti sei abituata in fretta a vivere in mezzo alla Trama?
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Messaggioda Indigo » 03/12/2013, 1:50

Nessuna, se ci fosse stata effettivamente una porta.

Infatti, quindi non è colpa mia... costruisci una porta e tienila chiusa, la prossima volta.

Sorrise, infantile come una bambina che amava giocare e avere l'ultima parola non per una questione di orgoglio o di superiorità, ma proprio perché, come un gioco tra i due, le andava di vincere come una piccola Druida desiderosa di divertimento: e se l'altro non avesse più ribattuto, avrebbe potuto infatti notare lo sguardo deliziato di lei, che si accompagnò perfettamente al sorriso radioso e felice nel quale si esibirono le sue labbra, incurvate all'insù e appena schiuse, per rivelare i denti bianchi, perfetti, come il proprio corpo d'altronde - o almeno era così che lei lo considerava.
Ammise di averlo conosciuto in ben altra forma, confermando anche che, in quello stato, non si sarebbe mai fatta toccare da lui, mentre quello attuale...
Il sorriso infantile di poco prima venne sostituito da uno più malizioso, che si sposava perfettamente con quello esibito dal Druido di fronte a sé, seppure la voce con cui aveva pronunciato quelle parole fosse rimasta candida, pura, dolce e melodiosa come il suono di mille campanelle argentate; e tale rimase anche quando ammise che l'aveva trovato affascinante, in un certo senso, quando l'aveva incontrato nel suo precedente stato animale.

Affascinante ed affamato di carne... Credo che mi nutrirò di vegetali per i prossimi due anni, come minimo.

Quell'affermazione, accompagnata dalle successive parole in druidico e dall'aura dell'altro che finalmente venne palesata ai suoi occhi, diedero modo ad Indigo di capire chi aveva di fronte: una sorpresa, per la Druida, che sgranò appena gli occhi e schiuse le labbra in una piccola "O" perfetta, sbattendo più volte le palpebre con aria inizialmente incredula; si riprese piuttosto in fretta, comunque, da quella scoperta, sorridendo quasi divertita ora all'idea di aver di fronte un suo simile, per giunta Rinnegato quanto lei.

Sei bulgara e ti sei allontanata dal tuo villaggio molto prima che iniziassero le visite negli altri.
Questo significa tra i 14 e i 18 anni massimo, è così?


Sei parecchio intuitivo, bel tenebroso... - rispose la Druida di rimando, alzando le spalle con noncuranza sincera - Mi hanno cacciata a 15 anni. - rivelò in aggiunta, senza alcuna inflessione particolare nella voce: aveva pianto, si era disperata all'inizio, ma poi era andata avanti e i sentimenti di vendetta si erano impossessati lentamente del suo animo pregno degli Elementi del Mana, ma scuri e corrotti quanto il suo corpo che fremeva, ora, di desiderio per chi aveva di fronte, richiamato dalla carne di lui e dall'istinto del Fuoco che, in momenti come quello, prendeva il sopravvento sul resto.

E senza neanche rendersene conto gli aveva affibbiato un bel soprannome, utile fino a che lui non si fosse deciso a rivelarle la sua identità, la qual cosa sarebbe forse potuta avvenire durante il bagno che Indigo accettò di farsi col Confratello, dopo avergli silenziosamente chiesto aiuto per spogliarsi ed essere rimasta così completamente nuda di fronte a lui, coi lunghi capelli scuri e mossi come le onde del mare che le coprivano volutamente i seni; sapeva di essere sensuale in quel momento, sapeva di rappresentare un desiderio per lui, e le piaceva, la inebriava quella consapevolezza.
Quando l'uomo la spinse contro il muro, non appena si fu voltata, ed Indigo poté sentire il suo corpo premere contro il proprio, l'eccitazione che svettava contro le sue natiche, un sorriso eccitato e compiaciuto fece capolino sulla sua bocca, che si schiuse poi in un gemito basso nel sentire le sue mani risalire lungo i fianchi, graffiandole la pelle e stimolando i suoi capezzoli con gli Elementi: perché trattenersi quand'era così piacevole mostrare il proprio desiderio sapendo ch'esso veniva ricambiato?
Si scostò i capelli sulla spalla destra, così da lasciare libero accesso ai denti del Druido che morsero il collo dell'altra, il Fuoco nelle sue vene che venne concentrato proprio in quel punto sfiorato dalla bocca del giovane uomo per mandarlo in fiamme, per incendiarlo col calore nero di un'anima che lo era altrettanto, racchiusa in un corpo d'innocente tentazione.
Sospirò quando il Rinnegato si scostò da lei, spostandosi all'indietro i capelli con la mano destra, portandosi anche una ciocca dietro l'orecchio corrispondente, per cercare con le iridi color nocciola il visto dell'altro e sorridergli.

Non male... ma la prossima volta, ti prego, fai divertire anche me.

Una preghiera maliziosa, quella di Indigo, che lo seguì poi fuori dall'abitazione e per la foresta, chiedendogli intanto quale fosse stato il motivo della sua espulsione dalla comunità druidica.

Ho bruciato vivo un Ignis, per fargli imparare che non è realmente tutt'uno con il fuoco.
Ed ho riempito d'acqua i polmoni di un "Mare", così che comprendesse quanto fosse in realtà impotente davanti alla furia del "suo" elemento.
Quando un Anziano tentò di punirmi per aver rischiato di far scoppiare un'altra guerra, gli ho storto il collo.
Odio le Gilde, mi hanno portato via l'intera famiglia quando ero infante.
Devono pagare, tutti.


Pur avendo compreso facilmente - I(P) 38 + 11/d20 = 49 - che non le aveva detto tutta la verità, inizialmente Indigo si concentrò solo sulle parole di lui, su quanto le aveva detto: rimase quasi impassibile per mezzo minuto buono, e poi, lentamente, un sorriso sadico, malvagio e deliziato incurvò la sua bocca, facendole brillare gli occhi.

... dimmi che li hai fatti urlare fino allo stremo, e che è stato il suono più bello che tu abbia mai sentito... - mormorò a bassa voce, leccandosi lentamente le labbra quasi fosse eccitata a quella prospettiva - Allora non sono l'unica bastarda da queste parti - aggiunse, ma era chiaro che per lei fosse un complimento in tutto e per tutto - E anche se ho capito che mi nascondi ancora qualcosa, va bene, bel tenebroso... per ora mi accontenterò di questo. - concluse, il sorriso che assumeva una sfumatura più serena, pacata, meno inquietante di prima anche se, per i canoni dell'altro, possibilmente attraente.

Raggiunsero il fiume, ed Indigo non perse tempo a saggiare l'Acqua con la punta del piede: come avrebbe mai potuto trovarla fredda, lei che di quell'Elemento aveva circondato il proprio animo?
Si tuffò di testa, aggraziata come qualsiasi altro figlio del Mana, nuotando per un po' sott'acqua, beata, e poi risalendo in superficie per sedersi su una roccia liscia, coi piedi ancora immersi nel liquido trasparente e fresco, le mani appoggiate ai lati dei fianchi e leggermente all'indietro, la pelle coperta di piccole gocce e i capelli umidi che le ricadevano sui seni e sulla schiena.

Avevi ragione, comunque.

Aprì gli occhi, che aveva chiuso precedentemente per godersi i tiepidi raggi del Sole sulla pelle, e li posò sul volto di lui, quasi esortandolo silenziosamente a continuare.

C'era molto altro da lasciare all'immaginazione.

Te l'avevo detto, vedi che di me ti puoi fidare? - replicò lei con un sorriso felice e radioso, schizzandolo leggermente col piede come... sì, come una bambina.

... Ti sei abituata in fretta a vivere in mezzo alla Trama?

E' stato necessario farlo per me, per sopravvivere - rispose, con un lieve sospiro infastidito - Non mi sono fatta contaminare da essa, però, sarebbe un insulto verso Gaia... vivo in mezzo alla Trama perché mi è più comodo, ma corro in mezzo al Mana ogni volta che posso - continuò, muovendo i piedi in acqua e disegnando con essi piccoli cerchi imperfetti che avevano catturato il suo sguardo - Sono stata cacciata perché ho attaccato dei miei confratelli, quand'ero una ragazzina, e mi sono rifiutata di scusarmi - proseguì, rialzando le iridi castane e profonde su di lui, con un ghigno sarcastico a storcerle le labbra - E se tornassi indietro, mi comporterei allo stesso modo. Mi hanno voltato tutti le spalle, anche i miei genitori, che codardi... ma un giorno avrò la mia vendetta. - sì, anche lei voleva vendicarsi seppur su persone diverse e per motivi diversi; ma, a ben guardarli, i due non erano poi tanto diversi.

A proposito... io mi chiamo Indigo.

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Messaggioda Quetzal » 03/12/2013, 20:08

Infatti, quindi non è colpa mia... costruisci una porta e tienila chiusa, la prossima volta.

Stava quasi per risponderle quando quel sorriso sbarazzino da bambina felice lo colse abbastanza impreparato: stava davvero "giocando"?
Desiderava avere l'ultima parola sulla faccenda, così, tanto perché le andava, senza un motivo apparente, gioendo del suo silenzio e sentendosi la vincitrice di chissà quale premio in palio: nella mente del Druido di premi interessanti ne stavano passando parecchi da consegnarle, ma preferì non approfondire troppo l'argomento con le sue fantasie, anche perché poco dopo la scoperta della loro natura analoga e la decisione di fare un bagno, Quetzal si concesse di sviluppare una piccolissima parte di quei pensieri proibiti che conturbavano l'atmosfera selvaggia dell'abitazione.
Un uomo e una donna, completamente nudi, così vicini e così peccaminosi. Le dita di lui che sfiorarono la pelle di Indigo come in una carezza vogliosa, poi un morso sul collo seguito da una leggera carezza sotto al seno, il tutto esponenzialmente aumentato in intensità dagli elementi sfruttati, ovvero elettricità, fuoco e ghiaccio.
Non era però il momento di continuare, di accoppiarsi, di dare sfogo alle voglie e alle passioni, avrebbe potuto essere molto più ferale e cattivo di quanto lei si potesse aspettare e voleva evitare di sconvolgerla e sconvolgere anche sé stesso.
A giudicare dall'aspetto, la Giovane non mostrava una chissà quale esperienza sessuale o particolare perversione.
Vero, l'apparenza poteva ingannare, ma Quetzal sapeva anche che avrebbe potuto scoprire la verità molto presto, specie dopo le parole di lei.

Non male... ma la prossima volta, ti prego, fai divertire anche me.

Oh ci puoi scommettere... Griderai dal divertimento...

Camminarono lungo l'inesistente strada che conduceva fino al torrente, il luogo ideale per dedicarsi ad un bagno rilassante.
Per il ragazzo quelle erano le prime volte da quando aveva ripreso la lucidità umana, sicuramente avvantaggiato dall'essere un Druido e quindi impossibilitato a non avere un odore naturale sempre gradevole, seppur sporco sul corpo.
Si sapeva però che immergersi nelle acque non era per i figli di Gaia solo un modo per purificare la pelle e lavar via il sudore, bensì un'esperienza sempre unica, una connessione viva con il secondo elemento dopo l'aria presente sulla maggior parte della superficie planetaria.
La bulgara, cacciata dalla sua comunità appena quindicenne, si fece prendere dalla curiosità di sapere il motivo di rinnegamento del nuovo "amico" incontrato nella giungla colombiana. Egli sapeva bene che non era saggio sbilanciarsi troppo, rivelare il motivo in toto del suo allontanamento.
Avrebbe mantenuto il segreto per ancora diverso tempo, attendendo di potersi fidare poco più di lei e del suo poco attaccamento alle leggi druidiche, scegliendo però di raccontare una parte della versione abbastanza macabra così da saggiare inizialmente la reazione della consorella.
Dire che gli occhi le divennero come due stelle fu un eufemismo.

... dimmi che li hai fatti urlare fino allo stremo, e che è stato il suono più bello che tu abbia mai sentito...

Aumentavo e diminuivo apposta l'intensità delle fiamme o il volume delle acque per prolungarne l'agonia...
... Ma non è stato quello il suono più bello che abbia mai sentito.
Al primo posto c'è il vagito di ogni cucciolo d'animale che ho visto nascere davanti ai miei occhi, e il verso della madre nel chiamarlo...


Immagine


Alla fin fine, era sempre un Druido e sempre lo sarebbe stato, non dimenticando mai il vero amore per "Gaia" e per i suoi figli.
Il dolore, la malvagità, l'ira funesta e il desiderio di vendetta crescevano in lui rigogliosi e gli facevano apprezzare di gran lunga la sofferenza letta negli occhi del prossimo che diveniva una sua vittima, ma mai avrebbe anteposto quelle sensazioni anche solo al verso di un pulcino appena nato.
Non sapeva come lei l'avrebbe presa: magari era molto più sadica e immersa ormai nel mondo innaturale e civilizzato dello Sciamano, ma non gli interessava essere critico e non gli interessava se con quella affermazione avesse smorzato il suo entusiasmo o interesse.
Arrivarono fino alla riva del fiume che già si presentava come abbastanza profondo, lì quello che disse la ragazza gli fece intendere che aveva capito benissimo il suo intento di nascondere qualcosa, ma rimase sereno nel sapere che non voleva avere ulteriori informazioni sulla questione, almeno per il momento.

Allora non sono l'unica bastarda da queste parti...
E anche se ho capito che mi nascondi ancora qualcosa, va bene, bel tenebroso... per ora mi accontenterò di questo.


Ma io non sono bastardo... Se mi definissi tale ammetterei un errore ed io penso di agire solo nel giusto.
Sono bastardi coloro che giocano a fare i Druidi ma non ne sono capaci, che reputano un omaggio a "Gaia" uccidere e mangiare i suoi frutti.
Come si può chiamare bastardaggine la propensione a fregarsene della vita di persone che stanno distruggendo ciò che hanno intorno?
Se anche tu sei come me e la pensi al mio stesso modo... Allora non sei bastarda, sei perfetta.


Tuffandosi in acqua dopo quel discorso breve ma intenso, Quetzal ritrovò quella pace inizialmente perduta ripensando a tutte le cattiverie e le torture subite in passato per inculcargli nel cervello di essere tollerante, di essere più comprensivo, di essere come non voleva essere.
Rabbia crescente nel suo cuore, nel suo spirito adesso ancora più selvaggio, placata dalle acque del fiume che lentamente avvolgevano le fiamme della sua ira tramutandole in un sottile e piacevole vapore caldo.
Nel frattempo, la consorella si andò a mettere seduta su un masso di roccia sporgente dallo specchio liquido e cristallino.
Meravigliosa, completamente nuda, con quei piedi che di tanto in tanto facevano cerchi o schizzavano acqua ovunque, divertendosi come una bimba.
Pur palesando la sua natura abbastanza perfida racchiudeva un'indole di deviata purezza che si classificava a dir poco singolare, se non unica.
Il Giovane voleva sapere come mai l'avevano mandata via e sopratutto perché così giovane, perché nemmeno istruita del tutto.
La risposta giunse molto presto e con essa anche la presentazione ufficiale della bulgara al cacao.

Sono stata cacciata perché ho attaccato dei miei confratelli, quand'ero una ragazzina, e mi sono rifiutata di scusarmi...
E se tornassi indietro, mi comporterei allo stesso modo.
Mi hanno voltato tutti le spalle, anche i miei genitori, che codardi... ma un giorno avrò la mia vendetta.


...

A proposito... io mi chiamo Indigo.

Ora si spiegano molte cose.

Normale chiedersi di cosa stesse parlando.
Forse egli aveva trovato una spiegazione al carattere dell'interlocutrice che nemmeno lei aveva mai valutato con attenzione.

Ciano... Un colore innocente, allegro, che esprime purezza e brio allo stesso tempo.
Magenta... Un colore vivo, forte, tendente al rosso se si tratta di un Magenta Inchiostro, quindi passionale e imprevedibile.
E visto che la tua anima è stata resa nera dalla vendetta come la mia, deduco che si, la partizione di Magenta che dà vita al tuo Indaco sia proprio la tonalità "Inchiostro".


Sfruttare il nome, prendendo il colore come protagonista, dividendolo per i due sotto-colori che lo compongono e fornire un'idea del perché ella fosse così particolare, così sacra e profana allo stesso tempo. Uno Sciamano Druido studiava spesso le tonalità della natura, questo perché nelle sfumature di un tramonto o nelle scie colorate degli arcobaleni depositati sulle pietre di un lago si nascondevano mille significati.
Per questo aveva saputo individuare subito quel nesso, quella connessione, avvicinandosi nel contempo alla roccia dove era seduta la ragazza per iniziare a sfiorarle le dita dei piedi, baciandoli anche, trovandoli invitanti come ogni parte di lei.
Di colpo poi, l'afferrò per i polpacci tirandola verso il basso, verso di sé, accogliendola immediatamente in braccio senza darle nemmeno il tempo di dire una parola perché la volle baciare con labbra che tutto avrebbero potuto trasmettere meno che caste emozioni.
Lingua, saliva, fuoco nel respiro del vento che le immetteva nei polmoni e le faceva uscire dal naso.
Ovviamente, sempre se ella glielo avesse concesso.
In tal caso, dopo circa cinque minuti passati a cibarsi del suo sapore e della sua lussuria, si sarebbe staccato appena con soltanto il suono della cascata ad ovattare il volume della voce adesso più bassa e carica di erotismo del Rinnegato che nel mentre, la fissava dritto negli occhi come un predatore fissava un altro predatore ma stranamente... Non aveva alcuna voglia di attaccare.

Potrebbe essere bello... Vendicarci insieme.
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Messaggioda Indigo » 03/12/2013, 20:56

Attese che lui rispondesse a tono, aspettandosi che accadesse, ma quando invece l'altro non disse nulla, lasciandola così "vincere", un sorriso deliziato si palesò sulle sue labbra carnose e scure, mentre gli occhi brillavano di gioia; sì, era una bambina molto spesso non tanto nelle movenze o nelle affermazioni, quanto nell'atteggiamento.
Era questo che a Dominique piaceva tanto, e anche Marshall aveva dimostrato di apprezzare quel lato di lei, ma Indigo non aveva trovato ancora nessuno che lo alimentasse, che fomentasse la sua perversa infantilità per il gusto di vederla in quel modo, come una bambina babbana il giorno di Natale pronta per scartare i suoi regali: la cosa le dispiaceva? Fino ad un certo punto, ma di sicuro non era per quello che perdeva il sorriso o la serena imperturbabilità che solitamente la contraddistinguevano.
Ogni tanto però capitava che quell'alone di stasi pacata s'incrinasse, come successe poco dopo: lo sentì vicino, una tentazione che scatenò il suo Fuoco e schiuse le sue labbra per un gemito eccitato, e lo lasciò fare, consapevole che probabilmente lui non sarebbe arrivato fino in fondo perché, andiamo, che divertimento ci sarebbe stato?

Oh ci puoi scommettere... Griderai dal divertimento...

E' probabile... - confermò Indigo, con un sorriso dolcissimo che cozzava molto con l'idea generale di cui si stava parlando - ma solo perché sarò io a volerlo fare. - precisò facendogli l'occhiolino: chiaro che, nel godere, avrebbe urlato con tutto il fiato che aveva in gola, ma perché le andava che accadesse, perché non aveva voglia né motivo per trattenersi, ed era questo il particolare di lei.

Nessuna ritrosia insomma a mostrarsi in preda al desiderio, nessuna intenzione di fare la preziosa o la sostenuta; avrebbe goduto, nel caso, dando sfogo liberamente al piacere della carne, perché non c'era pienezza nel divertimento se ci si doveva trattenere... bisognava solo sperare che lui fosse dello stesso avviso.
Intanto, quando seppe quale fosse il motivo - o parte di esso - per cui il Druido fosse stato mandato via dalla sua comunità, Indigo non poté che ritrovarsi deliziata di fronte alla prospettiva di aver trovato qualcuno come lui, sadico e bastardo quanto lei veniva considerata da tutti, Dominique in primis.

Aumentavo e diminuivo apposta l'intensità delle fiamme o il volume delle acque per prolungarne l'agonia...

Non si trattenne nemmeno un secondo, la Druida, e batté le mani come una bambina felice nel sentire quelle parole, immaginandosi perfettamente la scena e dispiacendosi di non aver potuto essere presente, di non aver assistito a quella tortura che sarebbe risuonata come musica, nelle sue orecchie.

... Ma non è stato quello il suono più bello che abbia mai sentito.
Al primo posto c'è il vagito di ogni cucciolo d'animale che ho visto nascere davanti ai miei occhi, e il verso della madre nel chiamarlo...


Per qualche istante, forse per mezzo minuto, lo sguardo di Indigo cambiò radicalmente, così come l'espressione del suo viso: gli occhi presero a brillare di una scintilla nuova, dolce, come dolce ed amorevole era il sorriso che fiorì sulle sue labbra, addolcendo i suoi lineamenti per renderli ancora più perfetti; addirittura, un piccolo sospirò sfuggi dalla bocca schiusa, quasi un piccolo soffio di malinconia.

È da tanto che non riesco a concendermi un simile onore... - perché per lei assistere alla nascita di un figlio di Gaia era un onore - ma hai ragione tu. È quello il suono più bello del mondo. - convenne, non avendo motivo per affermare il contrario né volendo a tutti i costi evitare di dargli ragione, perché mai?

Con la mano aperta, la Druida sfiorò i fili d'erba che le accarezzavano le gambe mentre passava in mezzo ad essi, accarezzando con la punta delle dita quei sottili e fragili figli della Natura che tanto le stavano a cuore, come il resto delle creature di Gaia, che fossero piante o animali.

A me piace veder sbocciare un fiore - disse improvvisamente mentre camminavano, il timbro di voce velato di dolcezza e rispetto - so che non fa rumore, non emette un suono... ma quando accade, quando i petali si schiudono e lui si rivela al mondo e al mio sguardo, posso quasi sentire il Vento che sussurra il suo nome per disperderlo poi tra le fronde degli alberi. - continuò, per qualche istante quasi in contemplazione di quella visione mentale a cui aveva assistito diverse volte, nel corso della vita.

Tornata alla realtà, comunque, Indigo espresse il suo piacere nello scoprire di non essere l'unica "cattiva" tra i due, anche se per l'altro la questione era decisamente diversa.

Ma io non sono bastardo... Se mi definissi tale ammetterei un errore ed io penso di agire solo nel giusto.
Sono bastardi coloro che giocano a fare i Druidi ma non ne sono capaci, che reputano un omaggio a "Gaia" uccidere e mangiare i suoi frutti.
Come si può chiamare bastardaggine la propensione a fregarsene della vita di persone che stanno distruggendo ciò che hanno intorno?
Se anche tu sei come me e la pensi al mio stesso modo... Allora non sei bastarda, sei perfetta.


Un modo tutto particolare di vedere la cosa... - commentò la Rinnegata, lasciando però che dallo sguardo trapelasse la sua piacevole sorpresa - nessuno mi ha mai definito perfetta, non per la mia propensione alla distruzione di chi non tollero.
Anche se la mia lista comprende anche chi mi ha abbandonata.
- aggiunse, tanto per voler essere chiara fino in fondo. Non le sarebbe dispiaciuto affatto uccidere qualche Gildato, che fosse chiaro, ma il suo obiettivo principale era sterminare la comunità druidica bulgara che tanto l'aveva fatta soffrire.

Tuffarsi in Acqua placò per qualche istante gli intensi sentimenti di vendetta che entrambi provavano, perché l'Elemento aveva la capacità di mitigare le fiamme nere di rabbia del cuore di Indigo e renderle meno ustionanti, presenti ma controllabili... ci sarebbe stato tempo - e modo - per lasciarle andare.
Si sedette su una roccia, godendosi il tepore del Sole, e raccontò al Rinnegato perché l'avessero cacciata dalla sua comunità, il tutto mentre lo schizzava come una bambina.

Ora si spiegano molte cose.

A cosa stai pensando, bel tenebroso? - gli domandò subito, lo sguardo curioso come non mai.

Ciano... Un colore innocente, allegro, che esprime purezza e brio allo stesso tempo.
Magenta... Un colore vivo, forte, tendente al rosso se si tratta di un Magenta Inchiostro, quindi passionale e imprevedibile.
E visto che la tua anima è stata resa nera dalla vendetta come la mia, deduco che si, la partizione di Magenta che dà vita al tuo Indaco sia proprio la tonalità "Inchiostro".


Non disse nulla, dopo quelle parole, almeno per il primo minuto: inclinò leggermente il capo sulla destra, un gesto che faceva sempre in automatico quando prendeva a riflettere su qualcosa; poi, lentamente, sbatté le palpebre e sorrise, compiaciuta.

Mi piace questa spiegazione, sai?
Magari l'indaco potrebbe diventare il tuo colore preferito...


Commentò divertita e maliziosa: socchiuse gli occhi quando sentì le labbra del Druido sfiorare i suoi piedi, e si lasciò scivolare via dalla roccia tra le sue braccia senza proferire parola o suono, per nulla infastidita; al contrario, cercò subito le sue labbra e chiuse gli occhi mentre le mani risalivano lungo il petto, le spalle, il collo, immergendosi nei capelli e stringendoli con un pizzico di forza in più del dovuto, quasi a volergli fare male, ma in misura lievissima.
La lingua bollente della bulgara intrecciò la propria danza di Fuoco con quella di lui, le gambe si attorcigliarono meglio intorno al suo bacino quasi ad impedirgli di spostarsi, gli Elementi esplosero nel suo animo, avvolgendo il suo corpo, e si proiettarono all'esterno per abbracciare i suoi e creare quel connubio perfetto che solo due Druidi sapevano creare; quando si staccarono, Indigo riaprì lentamente gli occhi e sbatté un paio di volte le palpebre, leccandosi lentamente le labbra e sentendo che mai uno sguardo - riferendosi a quello attuale dell'altro - le aveva fatto sentire in corpo tanta piacevole aspettativa.

Potrebbe essere bello... Vendicarci insieme.

Vendetta... quant'era bello il suono di quella parola?
Indigo adorava Dominique, ma non ci sarebbe stato gusto a condividere con lei i suoi propositi di sterminio: con un Druido Rinnegato, invece, la prospettiva assumeva tutta un'altra sfumatura.

... saresti pronto anche ad uccidere altri Druidi?
Perché è quello che voglio fare io... voglio sterminare chi mi ha abbandonata, voglio guardarli negli occhi mentre emettono l'ultimo respiro, voglio immergermi nel sangue ancora caldo appena uscito dai loro cadaveri
- senza mezzi termini, senza censure, senza filtri: se doveva andargli bene, allora avrebbe dovuto accettare tutto questo senza discutere - Dal canto mio, nessuna remora nell'uccidere gli appartenenti alle Gilde... a patto che prima di farlo li torturi lentamente, cosicché io possa godere delle loro espressioni di terrore. - aggiunse, avvicinando il viso a quello di lui per, col suo permesso, mordergli il labbro inferiore con desiderio, mentre gli occhi brillavano di gioia perversa alla prospettiva che lui le aveva presentato.

Sai, potrebbe essere bello fare molto altro insieme, ma a quel punto dovrei come minimo conoscere il tuo nome... non credi, bel tenebroso?

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Messaggioda Quetzal » 04/12/2013, 16:44

È da tanto che non riesco a concedermi un simile onore... ma hai ragione tu.
È quello il suono più bello del mondo.


Qual è il tuo fenomeno di Gaia preferito?

A me piace veder sbocciare un fiore.
So che non fa rumore, non emette un suono... ma quando accade, quando i petali si schiudono e lui si rivela al mondo e al mio sguardo, posso quasi sentire il Vento che sussurra il suo nome per disperderlo poi tra le fronde degli alberi.


Un suono lo emette, ma soltanto noi possiamo distinguerlo, solo noi ne siamo in grado, a differenza di chiunque.
Abbiamo il privilegio di conoscere il vero nome che la Madre Terra dona ai suoi figli, non quello convenzionale usato da tutti.
Un onore che ci rende superiori, che ci rende così diversi da essere più vicini noi a ciò che esiste, che il resto degli uomini.


Discorsi profondi, quelli che soltanto due Guide di 500 anni prima avrebbero potuto fare, ma loro pur essendo stati rinnegati, avevano conservato nel cuore e nell'anima nera una convinzione aiutata a radicarsi proprio dalle cattiverie e dalle ingiustizie subite.
Molti tra i Druidi pensavano ad una minima superiorità di base, ma non lo ostentavano troppo, timorosi delle reazioni altrui, delle guerre, degli scontri a viso aperto. Quetzal giudicava loro soltanto come dei poveri e ignobili ipocriti, capaci solo di predicare bene davanti ai loro simili il disprezzo verso una grossa fetta del mondo per poi rimanere in silenzio con un sorriso falso quando i diplomatici della Gilde andavano in visita per comunicare ed aggiornarli della vita di Gaia, da loro chiamata Conflux.
Le comunità la definivano astuzia, Quetzal invece codardia, ma in fondo non erano solo quelli i termini che cambiava secondo le proprie impressioni, come la definizione di "bastardo", ad esempio, riferita a Indigo, la ragazza al suo fianco che sembrava avere molto in comune con lui, se non l'impressione di essere una persona da definirsi negativa e sbagliata, poiché il termine "bastardo" era un termine che si dava ad uno sbaglio.
Il giudizio del Rinnegato fu totalmente contrario a quello di tutti, anche a quello delle persone più vicine ed interessate alla Druida, questo la condusse a rimanere piacevolmente sorpresa e probabilmente rasserenata.

Un modo tutto particolare di vedere la cosa...
Nessuno mi ha mai definito perfetta, non per la mia propensione alla distruzione di chi non tollero.
Anche se la mia lista comprende anche chi mi ha abbandonata.


Convenzioni, regole morali che rendono tutto più difficile da gestire, da accettare, da vivere.
Se le regole sono fatte per essere infrante è perché la mente umana si pone dei freni fastidiosi che eclissano il piacere e la libertà.
E' solo un mio parere, ma ogni concetto è diverso in base a chi lo vive e lo osserva, tanto quanto la perfezione stessa.
Molte persone giudicherebbero un arcobaleno più affascinante di una tarantola, ma per esempio io amo quelle zampette pelose, quei mille occhi rossi come il sangue della passione e quella innata bravura nel creare delle bellissime trappole.
Noi siamo in grado di guardare oltre, di stupire perché noi siamo stupore... Per esempio, qual è una cosa che ti piace fare che molti esseri umani troverebbe assurda o inconcepibile? Escludendo l'omicidio, naturalmente.


Conversazioni che sfociavano in ogni possibile argomento, profonde come l'oceano e varie come le tonalità dei fiori.
Una tuffo nell'acqua di un fiume e poi ancora parole, accompagnate dal relax e dalla sicurezza di non essere disturbati.
Piccoli pesci risalivano la zona della cascata nuotando svelti e carezzando di tanto in tanto la pelle del Druido, il quale ricambiava prendendone uno di tanto in tanto tra le mani, lo portava a pelo d'acqua in modo che potesse continuare a respirare e poi gli donava un bacio sottile e affettuoso, lasciando infine che proseguisse il suo cammino più felice che prima.
Difficile credere che un essere simile fosse stato in grado di bruciare vivo qualcuno, ma l'apparenza ingannava ed anzi, lui era anche un esempio molto blando a differenza di una persona come Indigo che tutto poteva far pensare meno che fosse propensa alla follia e alla perdizione.
Invece sotto quel sorriso da bambina e quell'atteggiamento infantile a volontà si nascondeva uno spirito adulto e malvagio, ipnotico come un serpente pronto ad inghiottire la sua preda, un pitone bianco magari, come l'esemplare che, Quetzal se ne era accorto, stava seguendo la padrona da moltissimo tempo, fermandosi alla riva del fiume ed acciambellandosi vicino a dei cespugli aspettando che la ragazza tornasse vicino a lui.
La padrona però aveva ancora molto da fare, sopratutto quando la sua nuova conoscenza si avvicinava abbastanza da permetterle di scivolare avvinghiata a lui e bearsi di un bacio tutt'altro che casto, dolce, puro ed innocente.
Corpi che si muovevano sinuosi, strusciandosi con l'aiuto dell'acqua di fiume che, essendo dolce, creava molto più scivolo rispetto che quella marina, decisamente più secca. In mezzo a questo idillio di passione e desiderio, uscì fuori l'idea interessante del ragazzo di condividere assieme alla consorella la vendetta, divertendosi insieme, trovando uno svago in comune, idea che piacque subito alla Giovane ma che necessitava di un piccolo appunto prima che potesse accettare completamente.

... saresti pronto anche ad uccidere altri Druidi?
Perché è quello che voglio fare io... voglio sterminare chi mi ha abbandonata, voglio guardarli negli occhi mentre emettono l'ultimo respiro, voglio immergermi nel sangue ancora caldo appena uscito dai loro cadaveri...
Dal canto mio, nessuna remora nell'uccidere gli appartenenti alle Gilde... a patto che prima di farlo li torturi lentamente, cosicché io possa godere delle loro espressioni di terrore.


Gli unici vincoli che potrei mettere a tutto ciò... E' che ogni vittima verrà fatta reincarnare in una vita migliore.
Inoltre, ogni due gildati morti uno lo si risparmia, perché possa raccontare e far tremare tutti gli altri menzionando il nostro potere...


Sai, potrebbe essere bello fare molto altro insieme, ma a quel punto dovrei come minimo conoscere il tuo nome... non credi, bel tenebroso?

Perché?
Hai proprio così tanta necessità di sapere il mio nome nell'immediato per esprimere qualche gemito di piacere...?


Una domanda retorica la sua, un'idea balenata all'improvviso, un sorriso tra il maligno e il voglioso che si dipinse sul volto.
Pronunciò a fior di labbra della ragazza l'incantesimo druidico che permetteva di respirare sotto l'acqua ed iniziò piano piano a darle dei baci partendo dal mento fino al collo, poi il centro del petto (senza soffermarsi sui seni, maledetto) ed ancora più giù verso l'addome di Indigo, mentre l'acqua lentamente ricopriva la sua testa ma riusciva perfettamente a prendere ossigeno grazie alle capacità come figlio di Gaia. In quel momento, la consorella avrebbe potuto percepire tranquillamente che i baci del Giovane scendevano sempre di più, raggiungendo una zona così proibita che era impossibile non incensare con le dovute attenzioni.
Ancora un secondo dopo... E il selvaggio animale prese a cibarsi di lei e del suo frutto di vaniglia...

10 Minuti Più Tardi


Non appena sentì le gambe della bulgara contrarsi per il raggiungimento di un piacere culminante e soddisfacente, il corpo del Druido prese a risalire uscendo dall'acqua fino a tornare nuovamente con gli occhi piantati in quelli della partner di vendetta, sorridendo malizioso.

... Quetzal.
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Quetzal
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