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Dublino

Messaggioda Monique » 16/05/2013, 17:54

Dublino (Dublin [ˈdʌblɪn] in inglese; in irlandese Baile Átha Cliath, che significa "città del guado del graticcio", o semplicemente Áth Cliath, o meno correttamente Dubh Linn che significa "stagno nero" ) è la capitale della Repubblica d'Irlanda, oltre che la città più grande e popolata, non solo della Repubblica, ma di tutta l'isola d'Irlanda. Gli abitanti sono, infatti, 527.612 (censimento del 2011) che, se si considera l'area metropolitana, raggiungono e superano il milione. La città è in continua espansione urbanistica ed economica da qualche decennio, e contribuisce al PIL della Repubblica con 60 miliardi di euro. Fondata dai Vichinghi come centro per il commercio di schiavi, la città è situata sulla foce del fiume Liffey, al centro della costa orientale dell'isola e di quella che oggi viene chiamata Dublin Region, affacciata sul Mar d'Irlanda. È stata la capitale irlandese sin dai tempi medievali. La Città consiste nella zona amministrata dal Dublin City Council assieme ai contigui sobborghi un tempo appartenenti alla Contea di Dublino ed ora divisi tra le contee di Dun Laoghaire-Rathdown, Fingal e South Dublin. La Greater Dublin Area si compone di quanto sopra assieme alle contee di Kildare, Meath e Wicklow. Molly Malone è il titolo dell'inno non ufficiale della città.

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Messaggioda Lucy » 08/04/2014, 19:36

[17 marzo ore 5:30]


Lucy era in uno stato di dormiveglia quella mattina, aveva lasciato Hogwarts così presto per arrivare a casa in tempo. Per fortuna era sabato, ma non era quello l'importante: era il giorno di San Patrizio. Era in assoluto la festa che preferiva e voleva godersela il più possibile con la sua famiglia, a casa sua, nella fredda capitale irlandese. Era ormai metà marzo ed ancora faceva freddo, c'erano un lieve strato di nebbia che copriva la visuale, non si poteva vedere a più di due metri dal proprio naso, ma d'altronde erano le cinque del mattino quando Lucy arrivò in stazione a Dublino. La giornata sembrava un po' nuvolosa, ma Lucy sperava ci fosse il sole. Sapeva bene com'era lì, poteva piovere da un momento all'altro, si strinse nel suo cappotto rabbrividendo per il freddo e si accertò di avere con sé un ombrello sotto il quale rifugiarsi in caso di qualche goccia di pioggia. I suoi genitori non sapevano del suo arrivo, non li aveva avvisati perché voleva fare loro una sorpresa e un po' anche perché temeva che la posta babbana non fosse arrivata in tempo, aveva deciso di partire solo il giorno prima e di certo la lettera non sarebbe arrivata prima del suo arrivo, nemmeno un gufo della scuola ce l'avrebbe fatta in così poco tempo. Si avviò a passi stanchi verso la fermata dell'autobus e lesse a fatica quale doveva prendere. Il numero 27 l'avrebbe portata nella periferia di Dublino per le sei e venti, doveva aspettare un po' prima di prendere l'autobus e decise di fare colazione. Entrò in pub e si guardò intorno, il tipico ambiente caldo ed accogliente che ti invogliava a passarci dentro più tempo (o a spenderci molti soldi per l'idea dei proprietari). Lucy non trovò strano il fatto che fosse aperto a quegli orari, era un pub vicino alla stazione e ad ogni ora del giorno, o della notte, qualcuno scendeva e si fermava per una pausa, o in altri casi per placare sete e fame. Raggiunse il bancone e ordinò una tipica colazione del week-end composta da salsicce, pomodori, uova e molte altre cose che davano energia. Mangiò il tutto con molta calma e si concesse anche un the prima di andarsene. Fece un giro nella stazione e diede un'occhiata a tutti i negozi, vide una collana che sarebbe potuta piacere alla madre e si ricordò dei regali che aveva deciso di portare, controllò di averli presi e raggiunse la fermata dell'autobus. Si sedette su uno dei numerosi posti vuoti e tornò in quello stato di trance che si ha quando si è in dormiveglia.

Periferia di Dublino. Periferia di Dublino.

sentì e si alzò di malavoglia.

Periferia di Dublino. Periferia di Dublino.

sentì pronunciare ancora, ma questa volta era stato detto in irlandese, sorrise alla sua splendida lingua e alla giornata che le aspettava.

Grazie per aver viaggiato con noi. Buon San Patrizio.

colse, era stato detto in irlandese, mentre le porte dell'autobus si chiudevano e quest'ultimo si allontanava sull'asfalto. Diede un occhio ai dintorni, tutto era come l'aveva lasciato all'ultima visita. Seguì la strada e lasciò che piedi camminassero da soli, la stasa la sapevano ormai. Eccola, una porta verde, il numero 175 attaccato sopra il campanello risplendeva al poco sole, le lettere dorate emanavano bagliori in tutte le direzioni. Erano solo le sei e venti del mattino, suo padre si sarebbe messo ad urlare per le visite a certi orari nei week-end o nei giorni festivi, sua madre lo avrebbe rimproverato dicendo che chiunque fosse era giusto accoglierlo nella loro umile dimora, o almeno vedere cosa voleva e sua sorella infine si sarebbe alzata prima di entrambi e sarebbe andata ad aprire la porta. Suonò il campanello e sentì gli urli dal piano superiore, senti i rimproveri e dopo poco si ritrovò la sua sorellina stretta a sé.

Mamma! Papà! Lucy è qui, Lucy è qui!

urlò la ragazzina facendo scendere i genitori. In poco tempo Lucy si ritrovò ad abbracciare i suoi genitori dentro l'enorme casa.

Che bello Lucy! Finalmente sei tornata a trovarci!

disse la sua sorellina.

Ti pareva che non venivo Audrey? Oggi è San Patrizio! Io adoro San Patrizio!

rispose Lucy sorridendo ed in poco tempo fece un'altra sostanziosa colazione. Lucy si ammirò allo specchio del salotto lima di uscire, aveva scelto con cura i vestiti da indossare, dovevano essere assolutamente verdi.
La giornata passò in fretta e Lucy finì anche per bere qualche calice di troppo di birra verde, di quel colore per l'occasione e festeggiò a non finire per i pub. Dublino era in festa ed i festeggiamenti continuarono fino al giorno dopo, fino alle quattro del mattino. Era incredibile che i suoi genitori l'avessero lasciata stare lì, beh, non proprio. Doveva andare via per mezzanotte e mezza, ma c'erano stati problemi e era stata ritardata la partenza alle cinque del mattino. Lucy ancora non molto sobria raggiunse la stazione e prese il treno per tornare a casa, quei festeggiamenti l'avevano sfinita, non dormiva dal giorno prima e cadde in un sonno profondo non appena si sedette in treno.

[Fine - Autoconclusiva]
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