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Mumbai

Messaggioda Kratos » 17/04/2019, 15:26

Esattamente come Kratos non sapeva con chi avesse a che fare, stessa cosa valeva anche per Callisto.
Entrambi allo scuro di chi fosse veramente l'altro, si erano ritrovati in un contesto comune, situazione comune e destino comune.
Si sarebbero potuti allontanare subito, andare ognuno per la propria strada, dimenticarsi della faccenda e non pensarci mai più.
Invece, in un modo o nell'altro si stavano ritrovando a prolungare la loro permanenza assieme nel territorio indiano, ognuno per motivi differenti, naturalmente.
La bionda per una sorta di trauma e tensione ancora vivi nel suo animo e il moro per la volontà di distaccarsi un minimo dall'ambiente nobiliare e sopratutto dalla promessa sposa.

C'è qualche punto che ti fa male?
Devo capire se ci sono traumi... Posso?


L'addome è ancora indolenzito e la spalla destra potrebbe stare meglio, ma per il resto non mi lamento...

Era stato uno scontro davvero pesante e duro, con un avversario che, pur essendo più debole del solito, possedeva di base una forza oltre l'immaginabile umano.
Il fratello del Sultano si era difeso egregiamente, non immaginando per nulla cosa avesse provocato quella sconfitta in termini puramente pratici.
Certo, aveva fatto arrabbiare ancora di più Leonidas, ma allo stesso tempo lo aveva spinto a sfruttare molta dell'energia fino al allora recuperata con il riposo.
Questo stava a significare che la completa guarigione del Sommo Stregone era stata rallentata e ritardata, per la fortuna dell'intero Mondo Magico.
Kratos dunque si tolse tutta la parte superiore del vestiario, mettendo in mostra tutto il corpo gonfio di muscoli eternamente allenati, pieni di vene in rilievo.

... Sì, decisamente non sono il tipo che si definisce rachitico!

Aveva colto lo sguardo della Dyther su di sé, non pensando per forza che dovesse essere di apprezzamento.
Anzi, in diversi casi aveva conosciuto femmine che si erano mostrate pure leggermente infastidite da tutta quell'abbondanza di muscolatura.
Ma nel suo precedente regime di vita, come Commando e uomo intento a rischiare in ogni missione, avere un corpo esageratamente allenato era praticamente la prassi.
Da solo il braccio era talmente largo che se Callisto avesse provato ad appoggiarvi la mano distanziando pollice e mignolo, non sarebbe riuscita a coprirne l'intera misura in altezza.
Si mise completamente a disposizione dei controlli e delle cure, l'Emiro, avendo compreso quanto fosse importante per lei assicurarsi che non ci fossero danni gravi alla sua persona.

... Quell'uomo... mi vuole... morta... Perché crede io rappresenti una minaccia per lui...

Non stette subito a replicare, questo anche perché da un lato gli piaceva il tocco che ella aveva su di sé.
Era delicato e fermo allo stesso tempo, attento e accurato, che sapeva trasmettere sensazioni decisamente benevole.
Probabilmente era nella branca medica o quanto meno della fisioterapia, altrimenti non si poteva certo spiegare tutta quella bravura.
Questo però non gli impedì di registrare quelle parole, restando in ascolto del continuo del racconto che già dall'inizio aveva dell'inverosimile.
Lei una minaccia? E lui allora?

Ma è lui stesso ad essere una minaccia per tutti...

Credimi l'avevo intuito...

Ha ucciso a sangue freddo una persona e se dovesse servire ne ucciderà altre, senza mai fermarsi.
Volevo trovarlo per tentare di... Di bloccarlo ma... Questo non è un compito adatto a me.


Bloccarlo? E come esattamente?

Già, obiettivamente Kratos poteva dire di averla vista semplicemente fuggire e chiedere aiuto alla prima persona disponibile, ovvero lui.
In che modo esattamente ella intendeva opporsi alla furia omicida di quel pazzo senza senso della misura e della morale?
Si volse un momento a guardarla negli occhi, interrogativo, serio come lei, incontrando il contrasto dei propri occhi neri come la pece con quelli brillanti e cerulei della donna.
Il magnetismo che gli trasmetteva era assai forte, dettato dalla natura alterata rispetto a quella umana che ne incrementava il fascino e l'attrattiva.
In altre parole, rimanere alcuni secondi imbambolato a rimirarla era praticamente d'obbligo.

Mi dispiace che tu sia rimasto coinvolto e spero capirai se preferisco non dire altro sulla faccenda.
Solo... promettimi che farai attenzione e che lui non potrà trovarti.
Hai combattuto come un leone per rimanere in vita, non voglio che ti accada nulla di male...


Un lungo, lunghissimo respiro.
Poi, la mano destra andò ad afferrare il polso della bionda mentre ella cercava di alzargli il mento per attirare ancor di più la sua attenzione.
Una presa sicuramente molto salda e solida, un atteggiamento fermo.
Non intendeva dire di più e Kratos non riusciva del tutto a capire il perché.
Correva un grosso, grossissimo pericolo e continuava a correrlo, ma questo le impediva ugualmente di ricercare aiuto o supporto.

Non posso iniziare di certo a nascondermi solo per non farmi rintracciare da quello lì.
In ogni caso, qui non si sta parlando della mia di incolumità.
Io sono riuscito a difendermi, come hai visto tu stessa.
Onestamente non capisco perché tu preferisca non aggiungere dettagli sulla questione.
Ma è anche vero che in passato ho avuto i miei segreti come tu i tuoi, quindi non posso e non voglio costringerti a parlare...


Si alzò in piedi, osservandola ancora, attentamente, per alcuni istanti, poi si avvicinò alla finestra della stanza, guardando il panorama urbano e babbano.

Mi auguro però che tu non abbia deciso di affrontare questa storia completamente da sola, perché non è affatto cauto.
Se pensi di avere persone in grado di proteggerti o offrirti il loro aiuto, allora il mio consiglio da estraneo alla faccenda è di non rifiutarlo.
La vita degli altri è importante ma la tua non è da meno.


Parlava come se si stesse riferendo ad un proprio episodio passato di esperienza, dove forse aveva evitato di coinvolgere altre persone e alla fine aveva fallito, creando guai anche più grossi.

Comunque... Il mio nome è Callisto...

... Particolare...
... Il tuo accento è tipicamente inglese ma il nome inganna le tue reali origini.


O più semplicemente i genitori avevano avuto una fervida fantasia ed originalità.
Tornò a fissarla, girandosi e dando le spalle al vetro della finestra.
Era assai strano: sembrava quasi voler mantenere una distanza di sicurezza così da non cadere nella tentazione di saltarle addosso.
Quello era l'effetto di una creatura modificata magicamente ed in grado di ammaliare senza nemmeno il benché minimo sforzo.
Se a quello poi si aggiungeva anche una estetica decisamente sopra la media, il maschio di turno non aveva quasi scampo.

Kratos.

Pronunciò il proprio nome senza aspettarsi che ella lo conoscesse per qualche motivo.
La risonanza della sua identità non era così ampia da raggiungere l'attenzione di tutti.
La notizia sul suo ritorno dalla "Tomba" aveva riempito le righe di qualche settimanale scandalistico magico, ma era chiaro che la bionda non ne fosse assidua lettrice.

Hai qualche contusione qua e là, ma niente fratture.
Basterà un bendaggio semplice per aiutarti a guarire del tutto...


Rientrato nel mio paese, in Bahrein, provvederò, ti ringrazio.

Non era necessario che si cimentasse lei per così poco, il messaggio era implicito, specie perché si vedeva che nonostante tutto l'uomo stesse piuttosto bene veramente.

Credo sia meglio andare via per tutti e due, Callisto...
La mia permanenza qui aveva purtroppo un tempo molto corto.
Devo tornare ai miei doveri, volente o nolente...


Non tanto il ruolo come responsabile della sicurezza ma quanto quello di possibile invischiato nelle faccende diplomatiche di unioni e matrimoni.
Ancora non aveva trascorso chissà quanto tempo in compagnia di Farah Madani ma temeva ormai fin troppo che servisse a poco approfondire la conoscenza.
A parte quello, comunque, il moro si prodigò di scrivere su un pezzo di carta un indirizzo specifico, senza però indicare che fosse quello del palazzo.
Non gli andava che la bionda sapesse così della sua identità, forse anche per paura che si avvicinasse in seguito solo per quella motivazione.
D'altronde, non conosceva così bene nemmeno lei e in quel periodo gliene bastava una di approfittatrice e arrampicatrice sociale.

... Semmai in futuro dovessi proprio trovarti a corto di amicizie e quel tipo risultasse di nuovo un problema, vienimi a trovare.

Avrebbe parlato a Kalas dei poteri ostentati da Leonidas durante lo scontro e di quanto fosse stato singolare quello specifico potere di smaterializzazione.
Ma non voleva allarmare la bionda e farle sapere dei propri intenti, forse in parte anche per proteggerla.
Se in futuro avesse potuto fermare quell'individuo o localizzarlo grazie alle proprie risorse, le avrebbe salvato indirettamente la vita.
Era tutto però nella completa incertezza e momentaneamente, nel caso in cui la donna non avesse avuto altro da aggiungere, era meglio salutarsi.
Altra motivazione da non sottovalutare era pure il fatto che Kratos stesse contrastando i propri bassi istinti da fin troppi minuti per resistere ancora a lungo.

E se invece volessi incontrarti io di nuovo, dove dovrei dirigermi?
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Messaggioda Callisto » 21/04/2019, 18:36

L'incontro con Kratos non era stato unicamente un momentaneo rifugio, come aveva asserito il Vate. L'uomo le aveva salvato la vita e l'aveva salvata anche alla vittima di Leonidas, un innocente finito nella sua lista nera unicamente perché presenza fastidiosa e non gradita al Na'eh. Callisto provava una fortissima riconoscenza nei confronti del Bahamut e al tempo stesso paura. Lo aveva coinvolto ed egli era stato in grado di combattere e tenere testa al Vastnor senza subire troppe ferite, a parte delle contusioni che erano anche normali. Ammirò quella forza da parte dello sconosciuto, ma cercò anche di frenare il fascino che egli esercitava su di lei: non poteva illudere il cuore di un uomo o il proprio per via dell'imprinting, che le impediva di innamorarsi semplicemente di qualunque persona avesse scosso un po' il suo cuore.
Ne aveva fatto le spese Shuyun e Callisto non aveva alcuna intenzione di ripetere lo stesso errore. Ma nel frattempo l'imprinting si era già innescato ed era solo questione di tempo prima che la Dyther se ne rendesse conto, esultando oppure deprimendosi per l'accaduto. Perché da un lato la giovane donna desiderava solo essere libera, libera di vivere come di amare, ma dall'altro il Fato le aveva riservato un futuro di doveri, doveri nei quali ella rischiava la morte per un bene superiore.

... Sì, decisamente non sono il tipo che si definisce rachitico!

No, per niente...

Il suo corpo era solcato da mille vene in rilievo e pareva fosse stato scolpito direttamente nella pietra più dura. Callisto fece scorrere il suo enigmatico sguardo sopra di esso, lasciandosi andare per un attimo all'ammirazione che provava per la bellezza di quello sconosciuto. Poi però fu costretta a ritornare con i piedi per terra, attraverso un lungo sospiro, prima di mettersi all'opera e cercare nel Bahamut segni di ferite più gravi. Mentre ella esaminava minuziosamente quel paziente improvvisato, arrivarono come previsto delle domande che esigevano spiegazioni. La risposta della Dyther, però, non poteva soddisfare la curiosità di Kratos, dovendo lei mantenere costantemente segreto il suo passato e ciò che era. Cercò quindi una via di mezzo, dire una parte senza dire tutto, esercitando senza volerlo un forte fascino nei confronti dell'uomo. Era normale e non poteva farci nulla, ma in quel momento -grazie anche all'atteggiamento schivo e distaccato di Kratos- se ne dimenticò completamente, comportandosi in maniera spontanea e naturale come se nulla fosse.
Non poteva sapere se le sue parole avessero soddisfatto i dubbi dell'Emiro del Bahrein, ma di più non poteva fare. Ed era consapevole, con una profonda angoscia, di aver fallito, di aver appena smesso di brillare come faro di speranza per le Gilde ed il mondo intero. Una volta rientrata a casa, avrebbe dovuto parlare con i CapoGilda della questione, ma in quel momento, ancora per poco, la sua attenzione poteva essere catturata dall'uomo misterioso.

Mi dispiace che tu sia rimasto coinvolto e spero capirai se preferisco non dire altro sulla faccenda.
Solo... promettimi che farai attenzione e che lui non potrà trovarti.
Hai combattuto come un leone per rimanere in vita, non voglio che ti accada nulla di male...


Le venne istintivo carezzargli la guancia con la mano, invitandolo ad alzare lo sguardo su di lei. Ma quel gesto venne bloccato a metà dallo stesso Kratos, che le afferrò il polso senza stringere, trasmettendo solo sensazioni calde e positive alla Dyther. Poteva sentire, attraverso quel contatto, la voglia che aveva di lasciarsi andare e di ricercare una singola notte d'amore con quello sconosciuto, ma quella voglia non sembrava essere condivisa da colui che l'aveva salvata. Egli era fin troppo distaccato e Callisto interpretò quel suo modo di fare come poco interessato a lei. I suoi sogni di lasciarsi andare con lui, dunque, vennero messi a tacere, mentre il Bahamut prendeva parola, cercando di spiegare il proprio punto di vista alla giovane donna.

Non posso iniziare di certo a nascondermi solo per non farmi rintracciare da quello lì.
In ogni caso, qui non si sta parlando della mia di incolumità.
Io sono riuscito a difendermi, come hai visto tu stessa.
Onestamente non capisco perché tu preferisca non aggiungere dettagli sulla questione.
Ma è anche vero che in passato ho avuto i miei segreti come tu i tuoi, quindi non posso e non voglio costringerti a parlare...


Ti ringrazio per questo...

Mi auguro però che tu non abbia deciso di affrontare questa storia completamente da sola, perché non è affatto cauto.
Se pensi di avere persone in grado di proteggerti o offrirti il loro aiuto, allora il mio consiglio da estraneo alla faccenda è di non rifiutarlo.
La vita degli altri è importante ma la tua non è da meno.


Posso assicurarti che nessuno tiene tanto alla mia vita quanto me stessa...

Non fu soltanto un modo per rassicurarlo sulla faccenda. Fu anche un modo sottile di dirgli che non esisteva nessun amore nella sua vita in grado di ostacolarlo se Kratos avesse voluto provarci. Le uscì spontaneamente e nemmeno si rese conto di aver dato quell'informazione all'Emiro, ma in ogni caso era del tutto irrilevante in quel momento. Callisto aveva sempre lottato per la propria vita ed era vero che ella non ci teneva a morire. Solo negli ultimi tempi, sconforto e depressione avevano un po' spento quella sua voglia, ma essa era ritornata non appena aveva visto di cosa era in grado di fare Leonidas. No, non voleva morire. Per questo motivo i CapoGilda sarebbero stati ad ascoltarla, altrimenti avrebbero anche potuto scordarsi che ella si sacrificasse per loro ancora una volta.

Comunque... Il mio nome è Callisto...

... Particolare...
... Il tuo accento è tipicamente inglese ma il nome inganna le tue reali origini.


Per mio padre era l'unico nome che meglio poteva rappresentarmi...

Poteva essere visto come qualcosa di dolce, qualcosa di tenero. Un padre talmente tanto affettuoso da vedere nella figlia la più bella fra le belle, un gesto che faceva supporre ella fosse stata amata dall'uomo che le aveva donato quel nome. Ma il tono con cui la Dyther pronunciò quella frase tradiva la verità. Lasciava intendere che il suo ricordo non fosse così bello per lei, né apprezzato. Lasciava intendere, ma non spiegava nulla, facendo sì che i dubbi proseguissero ad accumularsi ed i misteri a circondare la figura di quella creatura splendida, di quel piccolo Miracolo di perfezione spirituale e imperfezione umana.

Kratos.

... Ma il tuo mi batte ampiamente.

Commentò con un sorriso spontaneo che si formò sulle sue labbra a pensare al significato di quel nome associato a quell'uomo. Sì, Kratos dava proprio il senso di Forza e non poteva esserci nome migliore per descriverlo. Non si chiese perché egli non si fosse presentato col suo nome completo, in quanto la Dyther stessa aveva preferito evitarlo. Ma il Bahamut, in più, le rivelò di soggiornare nel Bahrein, paese nel quale sarebbe ritornato per farsi curare le poche contusioni che aveva riportato durante lo scontro.

Credo sia meglio andare via per tutti e due, Callisto...
La mia permanenza qui aveva purtroppo un tempo molto corto.
Devo tornare ai miei doveri, volente o nolente...


Certo, credo che sia giusto...

E allora per quale motivo si sentiva così triste nel doverlo salutare? Era una sensazione strana, perché andava a toccare tutte le sfaccettature della malinconia, in un riverbero di emozioni negative dettate dalla prossima assenza del Bahamut. Callisto lasciò che l'uomo si rivestisse, mentre l'Emiro si preoccupava ancora per lei, offrendole tutto il suo supporto.

... Semmai in futuro dovessi proprio trovarti a corto di amicizie e quel tipo risultasse di nuovo un problema, vienimi a trovare.

Le porse un pezzo di carta con un indirizzo scritto sopra che la Dyther prese, ripiegandolo con cura. Difficilmente lo avrebbe perso, anzi sarebbe stato custodito nel suo portafoglio, per evitare che andasse smarrito. Non sapeva nemmeno lei perché tenerselo, visto che non aveva alcuna intenzione di coinvolgere ancora Kratos nei suoi guai. Ma qualcosa la spinse a farlo, forse perché c'era di fondo il desiderio di rivederlo, a prescindere dalla presenza di Leonidas.

Grazie mille per questo e per ciò che hai fatto prima...
... Non lo dimenticherò mai.


E se invece volessi incontrarti io di nuovo, dove dovrei dirigermi?

Non è così facile trovarmi...

Aveva fornito il proprio vero nome al Bahamut, ma come spiegargli che ella avesse un'altra identità? Sospirò, un po' affranta di dover raccontare bugie, prendendo un pezzo di carta e una penna e scrivendoci sopra l'indirizzo della sua clinica veterinaria.

Preferisco usare un altro nome per non essere trovata da persone che mi hanno fatto del male...
Se dovessi dirigerti presso questo indirizzo, dovrai chiedere di Rachel Dyther.
... Ti prego, non far sapere a nessuno qual è il mio vero nome.


Quanti segreti celava quella donna. E quante esperienze dolorose aveva vissuto in passato, per decidere di cambiare vita, di cambiare nome e sparire? Più andava avanti nel conoscerla e più Kratos si sarebbe reso conto che conoscerla non era così semplice. Quando la Dyther gli passò il bigliettino, strinse con maggiore forza la mano dell'uomo, prolungando quel contatto. Di seguito, però, lasciò libero il Bahamut di andare via, rimanendo da sola nella propria stanza. A chiedersi come fosse stato possibile fidarsi così tanto di uno sconosciuto, al punto da mettere a repentaglio la propria stessa esistenza.

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2019-03-29 11:10:37 Callisto d100 27  
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