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Delhi

Messaggioda Monique » 14/06/2013, 22:25

Delhi è una città di 13 milioni di abitanti situata in India. Amministrativamente è un Territorio dell'Unione, chiamato ufficialmente Territorio Nazionale della Capitale di Delhi (National Capital Territory of Delhi - NCT); situata sulle rive del fiume Yamuna, nel nord dell'India, è una delle più antiche città continuamente abitate del mondo.
Delhi fu la capitale di diversi imperi indiani in epoca medievale, e una delle più grandi città lungo le antiche rotte commerciali tra l'India e le regioni nord-occidentali della Pianura Indo-Gangetica. Di quel periodo rimangono innumerevoli monumenti e siti archeologici. L'imperatore Shah Jahan costruì la città (ora nota come “Vecchia Delhi“) che servì come capitale dell'Impero Moghul dal 1649 al 1857.
Causa la forte immigrazione proveniente da tutto il paese, Delhi è cresciuta fino a divenire una città cosmopolita. Il suo rapido sviluppo e urbanizzazione, assieme al relativamente elevato reddito medio della sua popolazione, ha contribuito a trasformare la città. Oggi, Delhi è un importante punto di riferimento per la cultura, la politica, e il commercio dell'India.


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Messaggioda Marcus » 28/08/2015, 16:38

°Abitazione privata di Marcus Azhad - Delhi (India) - 20 Ottobre 2110 - ore 16.12°


Essere uno dei Dodici non era poi tanto diverso dall'essere il Tredicesimo, dopotutto.
Marcus se n'era reso conto un po' per volta, ritrovandosi a svolgere bene o male gli stessi compiti di quando non faceva parte dell'élite della Setta: certo, ora aveva molta più libertà di movimento, ed il numero di Mangiamorte al suo servizio era raddoppiato, ma per il resto tutto era rimasto più o meno uguale... fino a quel giorno.
Dalla chiacchierata con Beatriz sarebbero potute cambiare molte cose, per entrambi: l'aveva invitata lì, nell'abitazione indiana che Veronique gli aveva regalato - giusto un piccolo pensiero - per la sua promozione all'interno dell'Organizzazione per la quale lavorava, e come ringraziamento per averla protetta fino a quel momento; dopotutto, così aveva affermato la piccola Vireau, era impensabile che Marcus non avesse un proprio posto dove stare, giusto?
Aveva scelto l'India, Veronique, poiché era piuttosto sicura che lì nessuno avrebbe fatto caso a lui, specie in una città tanto grande e cosmopolita come Delhi: aveva scelto personalmente l'arredamento di ogni stanza, si era anche preoccupata di mettergli a disposizione dei servitori fedeli e soprattutto discreti, e gli aveva messo le chiavi in mano con un sorriso compiaciuto, ammirato ed orgoglioso. Di sicuro Azhad non poteva non ammettere che un posto tutto per sé gli facesse molto comodo, a maggior ragione dal momento che di segreti da nascondere ne aveva non pochi: ovviamente l'abitazione era stata protetta da cima a fondo con gli incantesimi di difesa più avanzati, e la Vireau aveva fatto in modo che la proprietà risultasse a suo nome, cosicché Marcus fosse una sorta di fantasma aleggiante per quella casa, che si comportava come il padrone ma il cui nome, all'effettiva, non risultava da nessuna parte.
Era lì che l'uomo aveva dato appuntamento alla Schtauffen, facendo sì che ricevesse in maniera discreta - leggasi: segreta - un biglietto con l'indirizzo dell'abitazione e l'ora dell'incontro; non temeva certo che Chandra potesse scoprirli, visto che lei stessa aveva accettato di lasciar libera la tedesca... o era più giusto dire che doveva un così grande favore ad Azhad da non avere altra scelta? Dopotutto Marcus aveva salvato il culo a ben più di una persona, all'interno del cerchio dei Dodici... ancora ricordava con un leggero sorriso divertito la faccia di Tezzereth nel rendersi conto che fare i nomi dei suoi "alleati" non l'avrebbe salvato, e che non aveva alcun modo per provare che l'Eletto stesse mentendo: l'uomo aveva protetto se stesso nel miglior modo possibile, e così anche i traditori che, grazie a lui, non si erano ritrovati con un coltello piantato nella fronte - Supremo style, naturalmente.
Per questo la cara Chandra non aveva potuto rifiutare la richiesta di Azhad, ed era per questo che egli si era sentito libero di invitare Beatriz nella propria dimora: sapeva che probabilmente sarebbe arrivata mentre lui ancora non c'era - troppo impegnato a definire gli ultimi dettagli della post-morte del cugino Emmett - ma se anche fosse giunta prima del padrone di casa, ci avrebbe pensato la servitù a farla accomodare, dandole anche modo di osservare l'arredamento di stampo tipicamente indiano che Veronique si era divertita a scegliere in prima persona.

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Il padrone arriva subito.
Prego.


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Alla donna venne servito un lassi di mango, una tipica bevanda indiana simile al frullato che si poteva preparare con molta frutta diversa, e fu poi invitata ad accomodarsi nella stanza privata del padrone di casa, in attesa che egli tornasse: in realtà Beatriz non dovette aspettare molto, visto che una decina di minuti più tardi la porta si aprì nuovamente e da essa entrò colui che la Schtauffen stava aspettando.

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... Beatriz.
Perdonami se ti ho fatto aspettare.


La osservò per un breve istante, trovandola bellissima, forse più del solito: ora che era diventato uno dei Dodici, in teoria, la Schtauffen avrebbe dovuto parlargli con ancora più rispetto, ma non ce n'era bisogno, non quando erano da soli, e lo sapevano entrambi.
Senza aggiungere altro, per il momento, l'uomo tirò fuori dalla giacca del gilet aperto - sotto stava a petto nudo, viste le alte temperature indiane - una piccola fiala che porse alla donna, con aria seria.

Prima di spiegarti perché ti trovi qui, vorrei che unissi questa a ciò che stai bevendo: è una pozione della memoria, ti aiuterà a ricordare.
Fidati di me, e dopo tutto ti sarà chiaro.
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Messaggioda Beatriz » 28/08/2015, 20:43

20 Ottobre 2110
Ore 16:12
Delhi (India)


Finalmente l'aveva chiamata.
Dopo settimane passate nell'incertezza, nel terrore che presto la sua vita sarebbe finita, Beatriz aveva finalmente ricevuto un messaggio da Marcus, il messaggio che il nuovo Dodicesimo aveva intenzione di incontrarla.
Non all'interno della Setta -troppi nemici avrebbero potuto essere in ascolto- nè nell'appartamento privato di Azhad o in quello della Schtauffen: ma a Delhi, in India, un luogo lontano, quasi sperduto rispetto alla civiltà europea a cui entrambi erano abituati, e sicuramente protetto.
Nel fissare l'enorme villa che si stagliava di fronte a sè, la Mangiamorte sapeva che quel luogo era assolutamente impenetrabile a chiunque non fosse stato invitato ad entrarvi. Lei era una di quei pochi fortunati, anche se -a dirla tutta- Beatriz aveva poco da sentirsi fortunata.
Con la morte di Ivan Drago e la possibilità per Azhad di entrare a far parte della cerchia più ristretta dei Dodici, tutti coloro che avevano acconsentito a tradire il Supremo e a cambiare bandiera sotto la guida di Tezzereth avevano sudato freddo.
Persino lei, nonostante il legame che la univa ad Azhad, aveva passato notti insonni a chiedersi che cosa avrebbe fatto il suo Maestro, quante vite avrebbe tradito e soprattutto se lei era una fra quelle.
Si era data della sciocca molte, moltissime volte: non aveva imparato nulla dal suo passato? Non aveva imparato che non avrebbe dovuto fidarsi di nessuno, nemmeno della sua ombra, in un ambiente malsano e corrotto come quello della Setta?
Inutile rimuginare troppo sul passato e sugli errori che credeva di aver compiuto: era una Mangiamorte, sapeva cosa significava mantenere i nervi saldi durante lunghe ore di attesa ed era quello che avrebbe fatto.
Aveva atteso e la sua perseveranza era stata finalmente ripagata.

Il padrone arriva subito.
Prego.


Una casa lussuosa in perfetto stile indiano. Quasi si sentiva fuori posto mentre camminava, lei che aveva scelto un abbigliamento più consono alla propria di cultura, piuttosto che a quella indiana.
Prese la strana bevanda che i servitori le offrirono, ma non la toccò minimamente: forse guardinga, forse semplicemente nervosa di incontrare Marcus, non più nelle vesti di Tredicesimo ma in qualcosa di molto più letale e pericoloso.
Ed era inutile dirlo, il terrore la rendeva ancora più eccitata.

... Beatriz.

...Marcus.

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Aveva esitato un po' prima di pronunciare il suo nome di battesimo e non i soliti appellativi di rispetto che metteva in mostra ogni volta che si trovavano fuori dalla loro cerchia privata.
Tezzereth ormai era morto, tutti coloro che erano coinvolti nel complotto salvi, ma con un segreto simile nelle mani di un solo uomo c'era davvero da sentirsi tanto tranquilli e sereni?
Una parte di lei avrebbe voluto correre fra le braccia dell'uomo e sentirsi dire che era stato tutto solo un brutto sogno, un incubo come quelli che era solita affrontare la notte. Ma un'altra parte di lei le urlava di scappare, di fuggire via da colui che avrebbe potuto rappresentare la sua rovina.

Perdonami se ti ho fatto aspettare.

Ora sei un elemento ancora più potente e importante all'interno della Setta.
Se vuoi farmi aspettare, è tuo diritto prenderti ogni singolo secondo del mio tempo.


I due Mangiamorte continuavano a guardarsi e a scrutarsi a vicenda, lui trovandola ancora più bella e lei resistendo a fatica all'intesa attrazione sessuale che provava verso di lui. Il suo profumo -uno nuovo, comprato apposta per quell'occasione- si sprigionava dalla pelle color caffè latte della Schtauffen, riempiendo la stanza di un odore inebriante, sebbene non del tutto suo.

Prima di spiegarti perché ti trovi qui, vorrei che unissi questa a ciò che stai bevendo: è una pozione della memoria, ti aiuterà a ricordare.
Fidati di me, e dopo tutto ti sarà chiaro.


Avrebbe dovuto credergli? Quando si trattava di Azhad, in verità, non era mai sicura delle decisioni che prendeva. Erano stati amanti fino a quel momento, a dirla tutta potevano esserlo ancora anche se Beatriz non poteva esserne certa al cento per cento.
Ma -come si ricordava sempre- Marcus aveva un modo diretto di uccidere e se davvero il suo intento era quello di farla fuori, in virtù del legame che li aveva uniti, probabilmente avrebbe almeno annunciato la sua morte di fronte a lei, promettendole un trapasso veloce e indolore.
Per questo motivo la tedesca prese la fiala e ne versò il contenuto all'interno della bevanda, mescolando appena prima di mandarlo giù tutto.
Passarono una manciata di minuti prima che le tenebre dell'Oblivion si dissolvessero, riportando a galla dei ricordi che la donna non immaginava nemmeno di possedere.
La stanchezza fisica, il senso di nausea, quello di stordimento: sentiva ogni singolo sintomo di quella pozione, consapevole però dell'importanza che aveva avuto nella sua vita quell'unico Oblivion scagliato su di lei per proteggerla da sè stessa e da Chandra.
E in un istante Beatriz realizzò che se finalmente le era stato concesso di ricordare, allora Marcus aveva tutte le intenzioni di mantenere la promessa che le aveva fatto molto tempo fa.

... lascia che ti metta al sicuro, per il momento.

Mi affido a te...


Spinta da quel ricordo, la Mangiamorte mosse finalmente il primo passo verso Azhad, il primo dei tanti che la portarono sempre più vicino al suo corpo fino ad abbracciarlo, stringendolo come se solo in quel momento avesse ritrovato l'uomo che era diventato più di un semplice amante.
Era per lei un amico.

Credevo che mi avresti uccisa.
Perdonami se ho pensato questo di te... Perdonami...
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Messaggioda Marcus » 28/08/2015, 21:34

...Marcus.

Il suo primo pensiero - pensiero che sorse spontaneo ed incontrollato - fu di spingerla sul letto, sovrastarla e possederla lì, in quel preciso istante, strappandole gli shorts eleganti così da farla urlare di piacere per tutta la casa: quel pensiero era, a dirla tutta, supportato anche dal fatto che c'era la concreta possibilità di doverle dire addio per sempre quel pomeriggio stesso, anche se Beatriz ancora non lo sapeva.

Ora sei un elemento ancora più potente e importante all'interno della Setta.
Se vuoi farmi aspettare, è tuo diritto prenderti ogni singolo secondo del mio tempo.


Le sorrise, ma dentro di sé sapeva bene che una volta uscita da lì, egli non avrebbe più avuto alcun diritto su di lei: avrebbe potuto chiedere il suo tempo, non pretenderlo, avrebbe potuto darle suggerimenti, non ordini... e non c'erano nemmeno certezze che tutto ciò sarebbe stato possibile.
Intanto, la prima cosa che voleva per la tedesca era la possibilità di ricordare ciò che, mesi prima, aveva cancellato dalla sua mente, affinché fosse al sicuro: le fece assumere la pozione di Kovarnikov, quindi, sperando che funzionasse alla perfezione... e così fu; vide lentamente la consapevolezza farsi strada nel volto della Schtauffen, insieme ad una leggera sensazione di malessere, la sorpresa, poi il sollievo.
E, ne era abbastanza certo, fu proprio il sollievo a spingerla verso di lui, muovendo le sue gambe affinché Beatriz potesse raggiungerlo ed abbracciarlo, respirando nuovamente il suo odore: Marcus, dal canto suo, la strinse a sé con possessione, affondando il naso tra i suoi capelli; non l'avrebbe ammesso apertamente, non era necessario, ma l'odore di lei le era mancato non poco.

Credevo che mi avresti uccisa.
Perdonami se ho pensato questo di te... Perdonami...


Sono piuttosto certo che l'abbiano pensato in molti, e non biasimo nessuno per questo.
Nemmeno te.


Anche lui avrebbe dubitato di se stesso, a voler essere onesti.
La scostò lentamente, invitandola a sedersi su un divanetto morbido di fronte ad una grande vetrata che dava su un balcone esterno: la luce del Sole filtrava pigramente illuminando la stanza, donandole un'aria mistica ma piacevole.

Diventare uno dei Dodici, come puoi ben immaginare, ha cambiato molte cose. - iniziò a dirle, prendendo posto accanto a lei - Eliminare Tezzereth è stato solo il primo passo, ma non posso dire di essere dispiaciuto per la sua morte: dargli il mio appoggio è stato, per me, come scegliere il male minore... tuttavia con la possibilità di diventare il dodicesimo, la sua collaborazione è diventata superflua, ed è stato meglio per me liberarmene.

Era altresì convinto che tutti i componenti dei Dodici, traditori compresi, la pensassero come lui, ma fu un pensiero che tenne per sé, non tenendo importante condividerlo con lei.

Avvertire il Supremo del complotto ordito contro di lei, comunque, mi ha permesso di guadagnarmi la sua riconoscenza, e di poterle chiedere un favore... un favore che mi desse modo di mantenere la promessa che ti feci tempo fa.

La fissò intensamente, alzandosi poi in piedi per avvicinarsi alla vetrata e guardare fuori, lontano, ben oltre ciò che l'occhio umano poteva cogliere.

Ho contrattato la tua liberazione dalla Setta, e ti è stata concessa. - lo disse mentre ancora le dava le spalle, per poi voltarsi lentamente verso di lei e saggiare le sue reazioni a quella bomba di indicibili proporzioni - Non devi temere la reazione di Chandra: ho parlato con lei personalmente, ed ha acconsentito al tuo allontanamento: dopotutto, mi doveva qualcosa... non credi anche tu?

Sorrise, ma questa volta il sorriso assunse una sfumatura furba, consapevole, compiaciuta, quella di chi sapeva di aver tratto il massimo vantaggio possibile da quella situazione inaspettata ma assolutamente positiva.

Prenderò il tuo posto come dirigente delle Novak Industries, non dovrai più preoccuparti di nulla: sarai libera, libera di ricominciare. Ti oblivierò, donandoti una nuova vita, una nuova identità, esattamente come hai sempre voluto...

S'interruppe, fissandola nuovamente in volto, quasi combattuto: tuttavia aveva deciso di non influenzare il suo libero arbitrio in alcun modo, e così avrebbe fatto.

... a meno che tu non preferisca mantenere tutti i ricordi che riguardano la Setta.
E combatterla.
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Messaggioda Beatriz » 28/08/2015, 22:57

Sono piuttosto certo che l'abbiano pensato in molti, e non biasimo nessuno per questo.
Nemmeno te.


Riusciva a percepire il suo respiro farsi più intenso e profondo, per assaporare il dolce profumo sprigionato dai capelli della Schtauffen. Le era mancato anche questo di lui, abbandonarsi completamente anima e corpo all'uomo che aveva promesso di renderla libera e che ormai conosceva ogni intima parte di lei, non solo fisica.
Lo tenne stretto a sè il tempo necessario per far sì che gli effetti della pozione ingerita svanissero e anche per dare modo alla mente di fare il punto della situazione: ora che i ricordi erano tornati, con essi avevano fatto capolineo anche gli antichi desideri sopiti, chiusi per sempre in una bara e sepolti là dove Beatriz credeva non sarebbero mai stati riesumati.

Diventare uno dei Dodici, come puoi ben immaginare, ha cambiato molte cose.
Eliminare Tezzereth è stato solo il primo passo, ma non posso dire di essere dispiaciuto per la sua morte: dargli il mio appoggio è stato, per me, come scegliere il male minore... tuttavia con la possibilità di diventare il dodicesimo, la sua collaborazione è diventata superflua, ed è stato meglio per me liberarmene.


Si sedette docile sul divanetto e ascoltò in religioso silenzio la spiegazione di Marcus, il vero Marcus, non colui che aveva creduto di vedere e incontrare per tutti quei mesi passati nell'ignoranza più totale.

Nemmeno io ero felice di doverlo seguire, ma anche per me la sua offerta sembrava un male minore all'unica alternativa che mi è sempre stata data.

Vivere sotto il Supremo, fino a quando non fosse morta o -più probabile- fino a quando non fosse stata uccisa. Un cambio di regime avrebbe portato dei vantaggi a tutti e forse la possibilità per la Schtauffen di mutare la propria situazione a suo vantaggio. Il prezzo da pagare, probabilmente, sarebbe stato molto alto.
Ma adesso era inutile pensare a come sarebbe potuta essere la sua vita sotto la guida dello scienziato pazzo: Tezzereth era morto, il Supremo ancora in vita e Marcus era uno dei Dodici. Questo che cosa avrebbe significato per Beatriz, costretta fino a quel momento ad una vita che non aveva mai scelto?

Avvertire il Supremo del complotto ordito contro di lei, comunque, mi ha permesso di guadagnarmi la sua riconoscenza, e di poterle chiedere un favore... un favore che mi desse modo di mantenere la promessa che ti feci tempo fa.

Rimase in silenzio, ma il respiro si mozzò per qualche secondo come se quella notizia le avesse tolto tutto l'ossigeno disponibile e lei fosse rimasta senza aria. Non voleva credere che tutto questo stesse accadendo veramente, perchè era troppo, davvero troppo da sopportare per una persona abituata ad un unico e solo destino.
Il suo silenzio però non fermò Azhad dal continuare a parlare e a spiegare in che modo avrebbe mantenuto la sua promessa.

Ho contrattato la tua liberazione dalla Setta, e ti è stata concessa.- gli occhi le si inumidirono, ma le labbra rimasero sigillate -Non devi temere la reazione di Chandra: ho parlato con lei personalmente, ed ha acconsentito al tuo allontanamento: dopotutto, mi doveva qualcosa... non credi anche tu? -annuì solo una volta, chinando appena la testa, ma rimanendo sempre un piccolo Storno senza voce.

Prenderò il tuo posto come dirigente delle Novak Industries, non dovrai più preoccuparti di nulla: sarai libera, libera di ricominciare. Ti oblivierò, donandoti una nuova vita, una nuova identità, esattamente come hai sempre voluto...

Era quello che aveva sempre voluto. Il suo desiderio più recondito, quello che forse l'aveva mantenuta in vita per tutti quegli anni anche se lei non lo aveva mai, mai saputo.
E perchè mai avrebbe dovuto, quando non esisteva modo affinchè una cosa simile potesse accadere? Nessuno poteva restituirle la vita che aveva perduto, allora tanto valeva sperare di poterne avere una nuova, ricominciare da zero, dimenticare ogni orrore vissuto e guardare al futuro non più come Beatriz Schtauffen, la Mangiamorte, ma come.... Beatriz.
Eppure anche quel sogno esigeva un enorme sacrificio: dimenticare Marcus -ora come ora- era la cosa più impensabile che potesse accadere, anche se necessaria.
All'improvviso la Schtauffen si rese conto di cosa comportava starsene seduta lì in quella stanza insieme ad Azhad: quello non era un semplice incontro fra due amici che si erano finalmente ritrovati.
No, quello -per entrambi- era un addio.
Non ce la faceva più a rimanere in silenzio, sentiva l'impulso di scattare in piedi e di abbracciare l'uomo prima di perderlo per sempre e del tutto. Ma c'era ancora una carta che Marcus aveva deciso di giocare, una carta che avrebbe potuto cambiare completamente il destino del suo piccolo Storno.

... a meno che tu non preferisca mantenere tutti i ricordi che riguardano la Setta.
E combatterla.


Continuare con gli incubi. Continuare a rimpiangere i suoi genitori. A vivere nel costante rimorso del suo passato. Ma con uno scopo ben più alto di quello portato avanti fino ad ora.
Non sarebbe stata più un burattino nelle mani di qualcuno più potente di lei, ma una persona con una propria volontà.
Lo sarebbe stata anche una volta dimenticato tutto, certo ma... Poteva davvero resistere all'idea di eliminare la causa della sua infelicità?
D'altronde se era diventata una Mangiamorte tanto potente, era proprio perchè Beatriz non si era mai tirata indietro di fronte alla possibilità di distruggere i propri nemici.

Che cosa hai in mente per l'esattezza?

Chiese, non più con sguardo triste, ma con una nuova luce che aveva acceso i profondi occhi scuri: prima di saltare a qualsiasi conclusione voleva ascoltare la proposta di Marcus e solo dopo... decidere cosa valesse la pena scegliere.
Ultima modifica di Beatriz il 29/08/2015, 22:32, modificato 1 volta in totale.
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Messaggioda Marcus » 29/08/2015, 20:43

Nemmeno io ero felice di doverlo seguire, ma anche per me la sua offerta sembrava un male minore all'unica alternativa che mi è sempre stata data.

Tezzereth, a modo suo, aveva fatto a molti un'offerta convincente e vantaggiosa, Marcus in primis... per sua sfortuna, tuttavia, la morte di Ivan Drago aveva cambiato le carte in tavola, facendo sì che la stessa offerta Azhad la ricevesse dal Supremo in carica. E, tra i due, l'uomo preferiva di gran lunga il secondo al primo.
Inoltre, salvare i traditori e lasciare che Al Shamshir pagasse per la sua sete di potere aveva permesso al Ragno Tessitore di ottenere la riconoscenza di coloro che non aveva rovinato, omettendo la verità... e questo gli aveva dato automaticamente la possibilità di richiedere dei favori, come quello che aveva spinto Chandra a lasciare libera Beatriz.
Le aveva promesso, tempo prima, che sarebbe riuscito a regalarle un nuovo inizio, l'opportunità di allontanarsi dalla Setta e dimenticare buona parte della propria vita per ricominciare in qualsiasi modo ella avesse voluto, come una donna qualsiasi: una donna capace di amare, di ridere, di provare emozioni senza sentirsi debole, vulnerabile.
Ma donarle tutto ciò, lo sapeva bene, sarebbe equivalso a dirle addio, e per sempre: non sarebbe mai stato così folle da avvicinarla di nuovo, se si fosse allontanata per sempre da quel mondo, sarebbe stato come farle una cattiveria... e se aveva fatto tutto ciò, era soprattutto per il suo bene.
Tuttavia, Azhad non era un santo, né di certo un buono: e così, un po' perché gli sembrava giusto lasciarla libera di scegliere tra più di un'opzione, ed un po' perché in quanto se stesso era fondamentalmente egoista, l'uomo lasciò intendere che c'era un'altra possibilità oltre che quella di dimenticare... ovvero combattere.
Combattere contro la Setta, contro coloro che le avevano rovinato la vita, al suo fianco.

Che cosa hai in mente per l'esattezza?

Lo sguardo della Schtauffen, Marcus lo vedeva chiaramente, era davvero interessato: era come quando si era mosso per incontrare i traditori tra i Dodici per convincerli a passare dalla parte di Tezzereth, solo che questa volta non avrebbe cercato di tirare acqua al proprio mulino.
Non troppo, almeno.

Formare un esercito. - la voce assunse una sfumatura determinata e decisa, quando lo disse, colorando le parole con una forza diversa dalla solita pacatezza, quasi completamente piatta e controllata, del suo tono - Io agirò dall'interno, soprattutto ora che faccio parte dei Dodici, ma avrò bisogno di persone all'esterno, individui che la Setta non riesca ad individuare... ombre.

Gli occhi brillavano anche a lui, e dalle sue parole si capiva molto bene una cosa: quelle non erano frasi gettate al vento, ma un piano ben congegnato e ponderato nel corso del tempo.

Riunirò le Aberrazioni, e chiederò loro di aderire alla causa: distruggere l'Organizzazione è impensabile, ma ostacolarla in ogni modo possibile... questo è fattibile, con le persone giuste ed il giusto tempismo.
Tra non molto, in effetti, il povero Alejandro ci lascerà, e con lui moriranno anche tutte le ricerche legate alla creazione dei MezziDraghi: un bel colpo per i vertici della Setta, non sei d'accordo?
- Sly sarebbe di sicuro stato d'accordo. Per quanto riguardava lo scienziato pazzo, doveva solo trovare il sicario perfetto a cui affidare un compito simile, ed era fiducioso che ci sarebbe riuscito in breve tempo - Il Supremo arriverà al punto da non sapere più contro chi prendersela, e questo la renderà ancora più paranoica e vulnerabile: ho intenzione di avvalermi di tutto l'aiuto possibile, e puoi star certa che non sono pochi i Mangiamorte pronti a combattere con e per me, all'occorrenza.

Anche perché, e questo non era poco, la Bergman era sempre rimasta bella comoda al vertice, e così i Dodici... mentre lui si era sporcato le mani, aveva girato per i corridoi sotterranei di Azkaban allenando Mangiamorte, costruendo con loro un rapporto diretto che, se necessario, avrebbe potuto fare la differenza.

Per ciò che ti riguarda... se accettassi di combattere al mio fianco fingeremmo di cancellarti la memoria, così da non destare sospetti: ti troverei un lavoro tra i Sicari, al Ministero, dove le tue doti da Mangiamorte sarebbero sicuramente apprezzate e nessuno potrebbe mai sospettare di te. Fingeresti di vivere una vita normale, costruendoti delle amicizie solide e un'esistenza serena, ma in segreto combatteresti coloro che hanno condizionato la tua vita fino a quel momento.

Ce la vedeva come Sicaria, con le capacità di cui disponeva; inoltre, proprio un'Aberrazione lavorava al Ministero, e tenersi d'occhio a vicenda non sarebbe certamente stato un male.

Se vorrai dimenticare, comunque, ti farò credere lo stesso di essere una Sicaria, lo trovo il compito più adatto a te; tuttavia avresti davvero l'esistenza serena di cui parlavamo prima, lontana dalla Setta, dalla lotta contro di essa... lontano da me.

Prese fiato, voltandosi nuovamente a guardare il Sole al di là della finestra: si passò una mano sul volto, sospirando impercettibilmente.

Inizialmente volevo obliviarti e basta, così da farti vivere la vita che meritavi senza ostacoli: volevo sparire, e limitarmi ad osservarti da lontano di tanto in tanto, per assicurarmi che stessi bene.
Ma due cose mi hanno spinto a farti presente anche questa possibilità: la prima è stata la consapevolezza di non poterti... anzi, di non volerti imporre nulla; hai passato la tua vita a seguire strade che altri avevano scelto per te, è ora di cambiare.
La seconda...


Si permise un sorriso lieve, quasi prendendosi in giro da solo per ciò che stava per dire - parole che, tuttavia, riflettevano la verità - mentre si voltava verso di lei per guardarla molto seriamente.

... è che non voglio dirti addio.
Voglio averti al mio fianco, per quanto egoista possa essere.
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Messaggioda Beatriz » 29/08/2015, 23:34

Che cosa hai in mente per l'esattezza?

Non era mai stata una persona capace di esprimere a parole ciò che provava. Spesso -come le rimproverava Chandra- era il suo corpo a tradirla, più che il suo parlato. Il sorriso che non era mai stato un vero sorriso, gli occhi più o meno lucidi, il respiro calmo che accelerava di colpo, un tic nervoso compiuto con la mano: senza saperlo, il corpo della Schtauffen era in realtà un libro aperto per chiunque fosse stato in grado di leggerne i suoi segnali.
Per questo, pur non avendo detto molto, Beatriz sapeva che Marcus avrebbe captato l'interesse della Mangiamorte. Chi meglio di lui poteva leggere dentro il suo piccolo Storno quali e quanti pensieri vorticassero dentro gli occhi scuri e infossati?
La possibilità di mettere fine alla Setta era una proposta allettante, ma quanto vantaggiosa?
La Schtauffen stava per scoprirlo.

Formare un esercito.
Io agirò dall'interno, soprattutto ora che faccio parte dei Dodici, ma avrò bisogno di persone all'esterno, individui che la Setta non riesca ad individuare... ombre.


Non le stava chiedendo di fare nulla di nuovo. Era abituata ad agire nell'ombra -solo lì un Mangiamorte si sentiva veramente al sicuro- ma non era quello il punto focale della questione. Un esercito che combattesse contro la Setta doveva essere non solo ben organizzato e numeroso, ma vantare anche degli elementi al suo interno che sapessero fronteggiare i terribili soldati creati -artificialmente o naturalmente- dai Dodici.

Riunirò le Aberrazioni, e chiederò loro di aderire alla causa: distruggere l'Organizzazione è impensabile, ma ostacolarla in ogni modo possibile... questo è fattibile, con le persone giuste ed il giusto tempismo.
Tra non molto, in effetti, il povero Alejandro ci lascerà, e con lui moriranno anche tutte le ricerche legate alla creazione dei MezziDraghi: un bel colpo per i vertici della Setta, non sei d'accordo?


Ed una vittoria per la Resistenza.

Perchè di quello si trattava, almeno nella mente della tedesca. Un resistere ai piani di conquista del mondo della Setta.

Il Supremo arriverà al punto da non sapere più contro chi prendersela, e questo la renderà ancora più paranoica e vulnerabile: ho intenzione di avvalermi di tutto l'aiuto possibile, e puoi star certa che non sono pochi i Mangiamorte pronti a combattere con e per me, all'occorrenza.

Sapeva che Azhad aveva il potere di realizzare ciò che stava dicendo: non veniva chiamato il Ragno Tessitore solo perchè suonava bene come appellativo. Lui sapeva tessere i fili invisibili di una fitta rete che collegava ogni singolo elemento all'interno della Setta al centro della sua ragnatela, dove lui, Marcus, regnava incontrastato, disponendo le proprie trappole con arguzia e un'intelligenza davvero fuori dal comune.
Lei lo aveva sempre ammirato per questo: non era il suo essere un eccellente duellante a renderlo pericoloso, quanto la sua capacità di farti cadere nella suo tranello senza che tu te ne accorgessi.

Per ciò che ti riguarda... se accettassi di combattere al mio fianco fingeremmo di cancellarti la memoria, così da non destare sospetti: ti troverei un lavoro tra i Sicari, al Ministero, dove le tue doti da Mangiamorte sarebbero sicuramente apprezzate e nessuno potrebbe mai sospettare di te. Fingeresti di vivere una vita normale, costruendoti delle amicizie solide e un'esistenza serena, ma in segreto combatteresti coloro che hanno condizionato la tua vita fino a quel momento.

Se avesse potuto scegliere di ricominciare la propria vita da zero, probabilmente avrebbe scelto un'occupazione che fosse totalmente l'opposto dell'essere un Mangiamorte: l'Auror. Avrebbe in questo modo bilanciato tutte le nefandezze di cui si era macchiata nel corso della sua esistenza, espiando ogni singolo peccato accettando di aiutare il prossimo.
Ma una ex-Mangiamorte nelle file degli Auror era una vita impensabile persino per lei. In parte perchè incapace di affrontare una mentalità a lei totalmente estranea, in parte perchè sapeva che il Supremo non gliela avrebbe mai fatta passare liscia. Era un soldato fra i più promettenti e questo significava solo schierarsi apertamente contro la Setta.
La soluzione di Marcus invece era la più adatta: le avrebbe permesso di mantenersi in allenamento e di rimanere nell'ombra di una professione non giudicata apertamente ostile ai loro piani criminali.
Ma se invece non avesse voluto affrontare tutto questo?

Se vorrai dimenticare, comunque, ti farò credere lo stesso di essere una Sicaria, lo trovo il compito più adatto a te; tuttavia avresti davvero l'esistenza serena di cui parlavamo prima, lontana dalla Setta, dalla lotta contro di essa... lontano da me.

Se l'era immaginata quella nota triste alla fine del suo discorso oppure era reale? Forse le troppe emozioni le stavano causando degli strani giochi di allucinazioni uditive, che andarono a ripercuotersi ovviamente sui sentimenti fino a quel momento provati dalla Schtauffen.
Non voleva allontanarsi da lui.
Non voleva dirgli addio.
Ma se quella fosse stata la sua unica scelta, lo avrebbe fatto, perchè Beatriz ancora non non conosceva l'immenso dolore che si prova quando si perde per sempre una persona cara.
Nè mai lo avrebbe scoperto, se avesse scelto infine di dimenticare ogni cosa.

Inizialmente volevo obliviarti e basta, così da farti vivere la vita che meritavi senza ostacoli: volevo sparire, e limitarmi ad osservarti da lontano di tanto in tanto, per assicurarmi che stessi bene.
Ma due cose mi hanno spinto a farti presente anche questa possibilità: la prima è stata la consapevolezza di non poterti... anzi, di non volerti imporre nulla; hai passato la tua vita a seguire strade che altri avevano scelto per te, è ora di cambiare.


Le sarebbe bastato solo quella frase per sentirsi eternamente grata a Marcus e donargli -senza remore- il suo rispetto e il suo amore per il resto della vita.
Ma l'uomo non aveva ancora concluso il suo discorso: aveva tenuto per ultimo la parte migliore dell'intera faccenda e -in un certo senso- quella che Beatriz mai si sarebbe potuta aspettare.

La seconda... è che non voglio dirti addio.
Voglio averti al mio fianco, per quanto egoista possa essere.


Al suo fianco. Nella lotta contro la Setta.
Sbattè le palpebre più volte, ritrovandosi -come sempre- incapace di trovare le parole giuste per esprimere ciò che provava dentro. Non era mai stata brava con i sentimenti, perchè questi le erano stati strappati via fin da bambina.
Ma come le aveva ricordato tempo addietro lo stesso Azhad, lei aveva un cuore.
E quel cuore scalpitava e palpitava forte e vigoroso, come quello di qualsiasi altro essere umano.

Marcus...

Il suo sorriso. Da quanto non vedeva un sorriso come quello, un sorriso che esprimeva un affetto reale e sincero?
Consapevole per la prima volta di ogni sua singola azione, Beatriz si alzò in piedi eliminando ancora una volta le distanze fra lei e il Mangiamorte, portando le mani ad accarezzare quelle tenere labbra, con gli angoli incurvati all'insù.
E anche sulle sue, di labbra, accadde la stessa identica cosa.

Immagine


Ricordi cosa ti dissi mesi fa, quando ci scambiammo quella promessa?
L'unica cosa che non volevo dimenticare eri tu.
Ora che la mia memoria è di nuovo integra, questo non è cambiato.
Non voglio dirti addio e non voglio stare lontana da te.
Non voglio che la Setta continui ad esistere.


Era sempre stata una persona di poche parole -un perfetto soldato non aveva bisogno di inutili chiacchiere- ma anche se la sua loquacità era ridotta al minimo, la Schatuffen sapeva ancora come comunicare le sue idee e le sue decisioni.
In poche, semplici parole aveva fatto comprendere ad Azhad che non desiderava perderlo e che la sua proposta di combattere insieme a lui in un esercito segreto era stata accettata.
Non aveva ponderato a lungo su quella decisione, lasciandosi guidare per una volta dal puro e semplice istinto.
E il suo istinto le diceva che un mondo senza la Setta era un mondo in cui valesse la pena vivere.

... E' così strano sentirmi felice perchè in questo momento sono vicina a te?

Chiese ad un tratto un po' spaesata, rafforzando quelle parole avvicinandosi del tutto al corpo dell'uomo e stringendosi contro di esso.
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Messaggioda Marcus » 30/08/2015, 17:34

Ed una vittoria per la Resistenza.

La Resistenza... gran bel nome per un gruppo anti-Setta, in effetti: per un istante, Marcus si chiese se al cugino sarebbe piaciuto come termine, e quante probabilità ci fossero che Emmett accettasse di far parte di quell'esercito che Azhad stava tentando di creare. La risposta, se la diede più o meno subito, era che quasi certamente non ci avrebbe pensato nemmeno un istante prima di aderire al progetto.
In ogni caso era della Schtauffen che si stava parlando in quel momento: l'uomo, per egoismo e gentilezza - un ben strano connubio - decise di non prendere una decisione al posto della tedesca ma, al contrario, darle due opzioni; dimenticare tutto e ricominciare... o rimanere al suo fianco, fingere di aver iniziato una nuova vita mentre in realtà si batteva con Azhad per mettere in tutti i modi in difficoltà la Setta.
Nello spiegarle ciò che aveva pensato per lei, Marcus fece intendere molto bene come ogni parola fosse frutto di un ragionamento ponderato ed attento, poiché per quanto la volesse con sé non avrebbe mai rischiato di fare le cose con leggerezza e di causarle problemi; non stava cercando di rendere la propria proposta più allettante della realtà, e sapeva bene quanto Beatriz desiderasse essere libera, ma poteva almeno farle comprendere l'impegno profuso nel rendere la sua eventuale affiliazione il meno pericolosa possibile.

Marcus...

Sostenne il suo sguardo, trattenendo qualsiasi emozione stesse provando in quel momento affinché la sua decisione fosse presa in totale autonomia: non le aveva nascosto di volerla accanto a sé, ma era deciso a non farle alcuna pressione e così sarebbe accaduto.
La osservò alzarsi in piedi, avvicinarsi a lui, poi accarezzargli il viso, la bocca... e sorridere.

Ricordi cosa ti dissi mesi fa, quando ci scambiammo quella promessa?
L'unica cosa che non volevo dimenticare eri tu.
Ora che la mia memoria è di nuovo integra, questo non è cambiato.
Non voglio dirti addio e non voglio stare lontana da te.
Non voglio che la Setta continui ad esistere.


Aveva fatto la sua scelta.
A Beatriz non servivano tante parole, e nemmeno a Marcus: stringerla tra le braccia, darle un bacio tra i capelli con la consapevolezza di non doverle dire addio, ma al contrario di poter contare su di lei, rendevano felice anche l'uomo che, proprio come lei, non era esattamente il più adatto a manifestare i propri sentimenti; sorrise, però, accarezzandole il volto e guardandola intensamente.

... E' così strano sentirmi felice perchè in questo momento sono vicina a te?

Credo che anche la consapevolezza di essere finalmente libera sia un bell'incentivo alla tua felicità. - commentò Azhad, consapevole che ora la tedesca poteva davvero essere felice, perché le era appena stata restituita la vita - Da domani sarai ufficialmente obliviata, per il Supremo, ed io farò in modo che il tuo nome scompaia dagli archivi della Setta riguardanti coloro da tenere d'occhio, se vi verrai inserita, così a nessuno venga in mente di controllarti.
Più tardi decideremo insieme tutti i dettagli della tua nuova vita, affinché tu sappia cosa raccontare in giro qualora ti venisse chiesto: dovremo anche trovarti un appartamento in cui risiedere... ma potrai venire qui ogni volta che vorrai.


Per stare con lui, chiaramente.

... vieni, adesso.
Non ho ancora provato la piscina, e desidero farlo con te.


Lo disse con lo stesso tono di quando si dava un ordine: dopotutto sì, ora era libera, la Setta avrebbe smesso di tenere in pugno la sua vita... ma il piccolo storno avrebbe davvero avuto il coraggio - o la voglia - di rifiutare e disobbedire agli ordini del suo predatore preferito?
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Messaggioda Beatriz » 31/08/2015, 15:43

Credo che anche la consapevolezza di essere finalmente libera sia un bell'incentivo alla tua felicità.

Libertà.
Quella parola aveva un suono talmente dolce e melodioso, da risuonare senza interruzione nella mente della Schtauffen.
Libertà. Libertà. Libertà.
Era come un eco, un inno di gioia, un'esplosione di fuochi artificiali che Beatriz ammirava estasiata, stupita, senza ancora rendersi conto di quanto fossero vicini, ma ammirandone la loro bellezza.
E doveva tutto questo a Marcus. Come era accaduto che il Tredicesimo -ormai uno dei Dodici in realtà-fosse diventato tanto importante per lei? E quando per l'esattezza? Lo guardava, abbracciata a lui e stretta al suo corpo -un corpo che aveva imparato ad amare- sentendo di dovere tutto a quell'uomo, ogni singolo respiro di libertà che da quel momento in poi avrebbe esalato.

Da domani sarai ufficialmente obliviata, per il Supremo, ed io farò in modo che il tuo nome scompaia dagli archivi della Setta riguardanti coloro da tenere d'occhio, se vi verrai inserita, così a nessuno venga in mente di controllarti.
Più tardi decideremo insieme tutti i dettagli della tua nuova vita, affinché tu sappia cosa raccontare in giro qualora ti venisse chiesto: dovremo anche trovarti un appartamento in cui risiedere... ma potrai venire qui ogni volta che vorrai.


Sorrise ancora, annuendo col capo e senza aggiungere altro. Era palese che l'uomo la volesse lì con lei e lei stessa provava quel desiderio. Non era fatta per vivere una relazione normale, nè in realtà Beatriz si stava ponendo in quel momento quel problema: essere una coppia, amici di letto, solo o semplici amici erano domande che una persona come lei non si poneva affatto.
Ma sapere di poter contare su Azhad, sapere che c'era e che avrebbero continuato a combattere fianco a fianco era una di quelle tante piccole gioie che il non fare più parte della Setta le stava donando.
E all'improvviso si rese conto di non aver ancora fatto ciò che avrebbe dovuto fin dall'inizio.

Grazie.- disse, afferrandogli le mani con le proprie e stringendole con impeto, provando a trasmettere con quel contatto l'uragano di emozioni che si stava sprigionando dentro di lei -Non so perchè lo hai fatto, non so perchè hai deciso di aiutarmi ma... grazie, grazie di tutto.
Senza di te...


Si interruppe, perchè non sapeva come spiegare come sarebbe stata la sua vita senza Marcus. Scosse la testa, arrendendosi infine, conscia che l'uomo avrebbe capito ugualmente e riprendendo a sorridere, come se i muscoli del viso stessero imparando solo in quel momento un gesto che in teoria dovrebbe essere quasi meccanico in ogni essere umano.

... vieni, adesso.
Non ho ancora provato la piscina, e desidero farlo con te.


Le stava dando un ordine, ma per una volta Beatriz sapeva che di fronte a quell'ordine avrebbe anche potuto sottrarsi se avesse voluto.
Ma non voleva.
Senza porsi troppi problemi, la Schtauffen si sbottonò la camicetta, scoprendo porzioni abbondanti di pelle e lasciando che le mani dell'uomo scivolassero sul suo corpo per l'ennesima volta.

Fammi strada...

Gli avrebbe sussurrato poi a fior di labbra, gli occhi che risplendevano di gioia e vitalità.
Ci sarebbe stato tempo di pianificare la sua nuova vita. Per il momento voleva godersi ancora un assaggio di quella vecchia.

Fine
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Messaggioda Beatriz » 20/10/2015, 21:54

21 Febbraio 2111
Ore 21:30
Delhi (India)


Pop

L'ex-Mangiamorte si smaterializzò di fronte all'abitazione di Marcus Azhad, a Delhi, avvolta nell'oscurità. Le precauzioni, quando c'era di mezzo La Setta, non erano mai troppe, così almeno pensava la Schtauffen, mentre si incamminava aggirando il muro che circondava la villa del nuovo Dodicesimo. Esisteva un'entrata secondaria, nascosta dalla strada principale, quella spesso utilizzata da Beatriz per raggiungere il suo compagno nella sua casa in India.
All'interno l'aspettavano i servitori di Marcus, pronti ad accoglierla e servirla di tutti i comfort richiesti dalla neo Sicaria. Accettò con un cenno che una donna le sfilasse il giubbotto di pelle, chiedendo informazioni su dove si trovasse il proprietario della villa.

Vuole accomodarsi in sala da pranzo, in attesa del padrone?

No, la ringrazio.
Stasera sarò io a raggiungerlo...


Con un sorriso velato sulle labbra, la Schtauffen si diresse verso le terme interne costruite dentro l'abitazione. Le era stato detto che Azhad, in attesa del suo arrivo, si stava concedendo un bagno rilassante e la donna, in quel momento, era ben decisa a seguirne l'esempio.

Sono tornata... Marcus.

Immagine


Il calore che si sprigionava dalle acque termali era piacevole ed invitante. Mai però quanto la visione del corpo nudo di Azhad nell'enorme vasca, con l'acqua e il sudore che gli ricoprivano la pelle color ebano.
Senza aggiungere altro, Beatriz si tolse la semplice canotta bianca, lasciandola cadere per terra vicino ai suoi piedi. Fece scivolare giù i pantaloni di pelle aderenti, togliendosi anche gli scarponi e rimanendo, per il momento, solo in intimo. Poi anche quello venne tolto e infine la donna entrò anche essa all'interno della piscina semi-coperta, raggiungendo in un baleno il Mangiamorte e stringendosi a lui in un abbraccio intimo.

Ho fatto tardi.
Scusami.


Il lavoro da Sicario -una copertura all'inizio- stava diventando sempre di più un impegno costante nella vita della donna. Un impegno che non era stato calcolato da Beatriz stessa, ma che lentamenta stava avendo degli effetti positivi -anche se piccoli- sui suoi problemi di relazione sociale.

La domestica mi ha detto che stavi aspettando me per cenare.
Non avresti dovuto... Ma grazie.


Protese le labbra e lo baciò languidamente all'interno della vasca, l'acqua calda che alzava di molto la temperatura della Schtauffen, anche se -a dire il vero- bastava la sola vicinanza di Azhad per avere quell'effetto su di lei.

E' stata una giornata proficua?

Per la Resistenza ovviamente. Marcus era colui che tirava le file di quel gruppo di ribelli il cui obiettivo era quello di rovesciare il potere della Setta e impedirle di raggiungere il suo scopo. Il corpo caldo, sodo, sensuale della Sicaria si strinse contro quello possente del Dodicemo, lasciandosi cullare dall'acqua e dal piacere di ritrovarsi stretta fra le braccia dell'uomo che era diventato... il suo uomo.
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